di Ennio Fiocco

Aemilian Janitsch, l'austriaco che visita la Sicilia nel 1790

Aemilian Janitsch nasce nel 1757 a St. Jodok e dopo aver studiato storia della Chiesa e lingua ebraica, diventa prelato. Ha intrapreso dei viaggi in Italia e composto numerose pubblicazioni che dimostrano una rara freschezza mentale. In particolare, nel 1790 visita la Sicilia percorrendo l'intera isola. Compone “L’ultimissima descrizione dell’isola felice di Sicilia...”, da me tradotta, dove descrive le Eolie (II parte). Arriva nel mese di marzo a Palermo e la illustra con dovizia di particolari. Decide di partire con una nave in direzione di Messina attraversando la costa tirrenica. “Prima di lasciare la capitale (Palermo)...assisto ad uno spettacolo molto bello...si celebrava la festa di San Giuseppe...dove un uomo anziano viene rappresentato in abiti particolari...in giro nelle strade della città...

Giuseppe travestito...che avviene nell'arco di otto giorni...la fuga in Egitto..Una volta terminata questa sacra processione, mi sono diretto alla Marina e mi sono servito di una nave per arrivare fino a Messina, con tanto di comandante...saliamo a bordo e salpiamo con una incantevole vista...che si offre allo sguardo dei curiosi stranieri, con le straordinarie meraviglie della natura...della costa siciliana... con verdi distese e villaggi...A nord si trova l'arida isola di Ustica e verso mezzogiorno si vedono le montagne delle Madonie che erano ancora coperte di neve...La calma piatta, che nel linguaggio dei marinai è detta Bonazza...

arrivò in direzione di Termini...L'odierna città...è tranquilla ed estesa, ubicata sul mare...il castello la domina...La popolazione ha raggiunto quasi 12.000 persone...molti hanno dimestichezza con la pesca, la maggior parte di loro è impiegata nella viticoltura...

Cefalù...sul mare, ha una bellissima cattedrale...L'area intorno alla città è una delle più fertili di tutta la Sicilia...Avevamo un buon vento, ma tutto è cambiato quando siamo arrivati a Capo d'Orlando...questo promontorio è uno dei più pericolosi di tutta la Sicilia per uno scoglio distante dal mare, e ce ne sono altri dove diverse navi si sono inabissate”. Subito dopo Aemilian Janitsch descrive le Eolie precisando quanto appresso: “Avevamo da poco lasciato Capo d'Orlando alle nostre spalle...e ci appaiono le isole Lipari ...

sparse nel mare...e ne sono rimasto colpito... È stato tanto più gradevole perché le ho ancora nella mia mente e non ho mai visto così tante isole una accanto all'altra....sono piene di grandi grotte...a Lipari c'è il Vescovo, il Comandante...ci sono nove parrocchie. Si coltivata la famosa Malvasia, che non ha eguali....

Dopo Lipari, Stromboli...Ho visitato con attenzione lo Stromboli e prima dovevo ammettere che quell'uomo è troppo debole per essere grande e potrebbe spiegare i segreti della natura... Qual'è la religione degli Eoliani: quella cattolica è l'unica che San Paolo dovrebbe menzionare qui che per primo ha predicato...Nel 1282 presero il controllo i francesi...col passare del tempo, altri hanno preso il sopravvento...Gli spagnoli conquistarono anche le Isole Eolie, che erano governate da Napoli fino a Filippo III...

Tra i prodotti delle isole ci sono allume..., ogni tipo di frutta, e soprattutto vino...Queste isole non sono affatto insignificanti. Gli usi, i costumi...degli isolani non sono simili a quelli dei vicini... Qui si pescano le tartarughe marine... Le isole sono belle e mi hanno reso molto felice...Godetevi questa caccia...diciotto di questi animali...gustosi prodotti per il pranzo”. Dopo aver lasciato le Eolie...ci siamo diretti verso la costa della Sicilia...ammirando... i giardini, i villaggi alberati...e le terre ricoperte di ulivi...fino all'imbrunire...

Siamo stati fortunati perché prima che facesse buio abbiamo visto i villaggi di Naso e Piranio...Non siamo ancora arrivati a Capo Calavà quando l'oscurità dominava le acque e iniziò la triste notte...Pensavo che la notte fosse così piacevole... Il Capitano della nave ordinò alla ciurma di cantare la litania tutta d'un fiato...I barcaioli si univano alle preghiere notturne... Canti di gioia che riguardano la grandezza, la bontà e la guida dello scopo Divino...

che viva Maria!...Così trascorsi questa notte ventilata e...ci siamo ritrovati all'alba di fronte alla città reale di Patti... non lontano dal luogo dove un tempo si trovava il paese di Tindari...puoi ancora vedere molte antichità: torri, fortificazioni, rovine l'anfiteatro...”. Infine il viaggiatore-scrittore arriva in direzione di Milazzo precisando che “pioveva a dirotto, le vele si stendevano su di noi, ci proteggevano dal getto violento della pioggia....”.

Fluido ed interessante ci appare il resoconto del viaggio del 1790 dello Janitsch, anche nella parte della litania eseguita dall'equipaggio e dalla pioggia incessante che batteva sulla nave.

Le vele dell'imbarcazione potrebbero essere paragonate, oserei dire, al mantello della Vergine in una protezione divina!

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