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di Ennio Fiocco

I Carabinieri alle isole Eolie.

Il nostro patrimonio insulare, a livello nazionale, è composto da centinaia di isole e di queste, oltre alla Sicilia e alla Sardegna, soltanto una ottantina sono abitate.

Paesaggi splendidi, ricchi di un vissuto umano e caratterizzate dalla bellezza dei paesaggi e dalla ricca flora e fauna locale. In particolare, l'intreccio della tradizione ellenica e siciliana è anche custodito nei racconti di mitologia che in un primo tempo sono stati trasmessi oralmente e poi nei preziosi scritti che ci sono pervenuti.

Le isole Eolie ci trasportano con la magia e il fascino mitologico già nel loro nome. Sono le isole del Dio vento Eolo e sono culla di magia, fantasia e storia. Gli avvenimenti storico-bellici del 1860 hanno visto protagonista Giuseppe Garibaldi, che venne incaricato dal Re Vittorio Emanuele II di liberare anche i territori del Regno delle due Sicilie dalla presenza delle truppe Borboniche. E ciò con la famosa spedizione “Dei Mille”.

Nei territori più vicini alle Eolie, è con la battaglia della piana di Milazzo, che alla fine dopo ben otto ore di accaniti combattimenti sotto il sole di luglio, i garibaldini ebbero la meglio e penetrarono in città, con perdite altissime da entrambe le parti. Di fatto i circa 4 milioni di abitanti del Regno Sabaudo si trovarono a dover assoggettare gli oltre 17 milioni di Italiani che vivevano nel centro e nel sud della penisola, dei quali almeno 9 milioni del Regno Borbonico.

Fu una vera guerra civile, dove l’uccisione di migliaia di uomini e donne ed i saccheggi dei paesi, sono state di una violenza che non conosce confini. Centinaia di uomini, incattiviti ed esasperati dal brutale comportamento delle truppe piemontesi, colmi di odio e di rancore, nei loro riguardi, li aveva resi selvaggi e sanguinari, tanto a volte da eguagliarsi, se non a superarsi a vicenda, per lo spargimento di tanto sangue di umana gente.

Garibaldi avvertì la necessità di dare alla Sicilia una forza di polizia formata da elementi di spiccata onestà e di sicura affidabilità. Di qui la scelta di costituire un Corpo di militari di provata lealtà e con caratteristiche peculiari a quelle del Corpo dei Carabinieri, di cui egli conosceva bene le qualità e la spiccata fedeltà. Con il Decreto del 14 luglio 1860, venne istituito il “Corpo dei Carabinieri in Sicilia” firmato dallo stesso Garibaldi, Comandante in Capo le Forze Nazionali dell’Isola “in virtù dei poteri a lui conferiti”.

In realtà si era autoproclamato dittatore attribuendosi tali poteri “per volontà del popolo”. Il Governo piemontese, cui erano stati chiesti in rinforzo 200 Carabinieri, inizialmente ne inviò nell’Isola solamente trenta. Con Decreto del 2 agosto 1860 fu nominato Comandante del “Corpo dei Carabinieri in Sicilia” il Capitano di terraferma Saverio Francesco Massiera che si dimise temporaneamente dal Corpo dei Carabinieri Reali piemontesi e giunse la Sicilia unitamente a Ufficiali, Sottufficiali e Carabinieri.

Il Massiera, diventato Maggiore, diede notevole impulso all’organizzazione del Corpo dei Carabinieri Siciliani, tanto che l’8 ottobre 1860, nell’imminenza del plebiscito che doveva tenersi il 21 ed il 25 dello stesso mese, venne emanato il Decreto d’istituzione dei “Carabinieri Reali di Sicilia”.

A seguito dell’esito positivo del plebiscito, la Sicilia si unì al costituendo Stato unitario e Cavour poté estendere all’Isola il servizio del Corpo dei Carabinieri Reali Piemontesi. Il 25 ottobre fu inviato nell’Isola il Colonnello Giovanni Serpi con tre Ufficiali e 60 tra Sottufficiali e Carabinieri.

Il Serpi costituì un Corpo di Carabinieri Reali distinto dai “Carabinieri Reali di Sicilia”, per cui si ebbe la coesistenza di due presidi di Carabinieri, quello Sardo-Piemontese di circa 100 militari e quello Siciliano, che intento aveva raggiunto la consistenza numerica di circa 500 unità.

I Carabinieri si distinsero subito per esempio, rettitudine e coraggio, guadagnandosi la stima e la fiducia della popolazione e delle autorità. L’anno successivo (1861) il Corpo costituiva già una delle più grandi ed organizzate unità dei Carabinieri del nuovo Stato Unitario.

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La riorganizzazione dei Carabinieri nel nuovo Regno è riportata nello scompartimento territoriale del 1861-1862, ove sono già citati i Comandi Stazione delle isole di Pantelleria, Ustica, Favignana e Lipari.

Lipari ebbe la presenza dell'Arma già nel 1861, mentre le restanti isole Eolie sono di più recente istituzione. In particolare, per le isole di Filicudi, di Santa Marina Salina e di Stromboli, la presenza dell'Arma risale al 1932, mentre la Stazione dei Carabinieri dell'isola di Vulcano ha una storia più particolare e ciò alla fine degli anni '40, con l'apertura di una stazione temporanea esclusivamente per i mesi estivi e con l'impiego di personale appartenente alla Compagnia di Milazzo e alle Stazioni di Lipari e di Stromboli.

Vulcano, poi, nel 1977 fu trasformata da temporanea a posto fisso stagionale e, infine, il primo maggio del 1999 venne istituito il Comando Stazione.

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