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di Ennio Fiocco

Il sommergibile “Pier Capponi” è stato un fiore all'occhiello della marina militare italiana. E' stato varato nel cantiere Tosi di Taranto nel 1927 con una lunghezza di 64,40 metri ed era munito di 10 siluri (6 a prora e 4 a poppa). Allo scoppio della seconda guerra l'unita era comandata dal tenente Romeo Romei e dislocata a Messina nella 31^ Squadriglia del III Gruppo e compì diverse missioni importanti. In particolare, il sommergibile, dopo aver compiuto ben molteplici missioni offensive a sud di Malta, il 31 marzo 1941 si trovava in navigazione di trasferimento da Messina alla Spezia per essere posto in disarmo, quando improvvisamente fu attaccato a circa 17 miglia a sud di Stromboli, dal sommergibile britannico Rorqual che lo colpì provocando l'affondamento dell'unità e la perdita dell'intero equipaggio, composto in totale da 38 uomini. Il trentacinquenne comandante Romeo Romei era uscito dall’Accademia con il grado di Guardiamarina nel giro di solo un anno, e divenne ufficiale di rotta dell’incrociatore Trieste nonché sottotenente di vascello. In particolare, affascinato dalle unità navali che agivano sotto il pelo dell’acqua, chiese di essere assegnato ai sommergibili, tanto che gli venne affidato il prestigioso “Perla”, un sottomarino leggendario che girò praticamente tutto il mondo, dall’Africa nera alla Somalia, per l’India e andare poi a compiere missioni in Spagna e nel Mediterraneo.

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Nella penisola ispanica ci sarà la sua consacrazione eroica. Allo scoppio della guerra nel 1940 fu chiamato a Tobruk sulle coste libiche dove vi era un’importante base navale italiana pronta a mettere in mare le sue forze per difendere il Mare Nostrum dagli Inglesi e gli venne assegnato il sommergibile Pier Capponi. Romei in importanti missioni con una sua particolare strategia, riuscì ad attaccare cacciartopedinieri e portaerei, tanto da essere chiamato “il corsaro degli abissi”. Era divenuto in sostanza una leggenda per le potenze dell’Asse, ma sicuramente una maledizione per gli Alleati, tanto che inglesi riuscirono ad annientarlo. Il 31 marzo del 1941 il sommergibile Pier Capponi veniva silurato e affondato dal sommergibile HMS Rorqual a sud dell'isola di Stromboli. Il sommergibile Rorqual che lo attaccò venne costruito nel 1935 presso i cantieri Vickers Armstrong e al cui comando vi era Ronald Hugh Dewhurst (1905 +1990).

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Ricostruendo la vicenda emerge che il Pier Capponi era partito da Messina alle ore 11 del giorno 31 marzo, tanto che il semaforo di Punta Faro aveva registrato il suo passaggio. Poi non si era saputo più nulla. Dal rapporto di missione del Comandante del Rorqual si evince che “Lunedì 31 marzo 1941 il mare era calmo...rilevamento...13,39 Avvistato... identificato per un sommergibile italiano e iniziammo l'attacco... lanciata una salva di 5 siluri...lancio a intervalli di 5 secondi... 55 secondi dopo il sommergibile fu colpito sotto la torretta, 5 secondi più tardi fu colpito ancora nella parte posteriore provocando una violenta e doppia esplosione che potrebbe essere stata causata da due siluri in rapida successione o dal secondo siluro provocando l'esplosione dei siluri del sommergibile colpito. La prua del sommergibile rimase in vista per pochi secondi con una inclinazione di 60 gradi in alto. Il resto del sommergibile fu disintegrato in una nube di fumo marrone.

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E' improbabile che ci fossero superstiti. Ci immergemmo per 20 minuti come precauzione contro un attacco aereo... esauriti i siluri procediamo per lasciare la zona di agguato”. L'anziano comandante Dewhurst del Rorqual in un suo scritto così ricordava dell'episodio: “i particolari sono ancora vivi nella mia memoria e posso chiarire più ampiamente...ero in missione nello Stretto di Messina a circa dieci miglia a nord della città. Ero stato avvertito che importanti forze navali italiane erano attese in mattinata nella zona a nord dello stretto ma nessun segno di queste apparve all'orizzonte...Il tempo era bello e il mare era molto calmo quasi uno specchio rendendo l'attacco difficile.

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Lanciai cinque siluri a circa novecento metri di distanza cui fecero seguito tre esplosioni. A causa delle condizioni del mare presi la speciale precauzione di evitare l'emersione per cui non mi fu possibile vedere i siluri colpire il bersaglio. Ma quando risalii a quota periscopica circa un minuto tardi, vidi soltanto una coltre di fumo. Io continuai ad avvicinarmi al luogo dell'affondamento ma non vidi alcun segno di vita. Non posso dare maggiori particolari sull'affondamento del sommergibile perché due cacciatorpedinieri mossero contro di me per affondarmi”. I 38 uomini del sommergibile Pier Capponi sono i nostri grandi eroi assieme ai caduti di tutte le guerre.

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