di Ennio Fiocco
Guy De Maupassant e i colori delle isole.
Guy De Maupassant (1850 +1893), visita la Sicilia nel 1885, quasi un decennio prima della sua morte. La traversata che compie è la Napoli - Palermo e lo scrittore viene sedotto dalla luce e dai colori, tanto che all'inizio del suo resoconto afferma: “E’ come la Spagna, il paese degli aranci, la terra fiorita la cui aria in primavera è tutta un profumo e accende ogni sera al di sopra dei mari il mostruoso faro dell’Etna, il più grande vulcano d’Europa.
Ma ciò che soprattutto fa di essa una terra che è indispensabile visitare e unica al mondo, è il fatto che la Sicilia è, da un capo all’altro, uno strano e divino museo d’architettura”. Guy de Maupassant è considerato il più grande novelliere francese della seconda metà del diciannovesimo secolo e apprese l’arte della scrittura dal suo amico Gustave Flaubert al quale fu profondamente ispirato per quel che concerne la rappresentazione naturalistica della realtà.
La Parigi, popolata da folle brulicanti, genera un senso di estraneità, di isolamento che lo scrittore esplicita al meglio nei suoi racconti fantastici. Quindi, la soluzione è fuggire, come sostiene Maupassant all’inizio de La Vie errante, il suo ultimo carnet de voyage, fuggire dalla modernità incarnata dall’Esposizione Universale del 1889 e dal suo simbolo onnipresente, la Tour Eiffel, fuggire verso un Oriente sereno e incontaminato dal progresso. In questo senso Maupassant appartiene pienamente all’esprit fin-de-siècle, anche se trascrive le sue impressioni e le sue visioni in un registro realista.
Il Decadentismo, infatti, tende a fuggire la città, a chiudersi entro interni raffinati. Nell'opera la Vie Errante (La vita errante), costeggia la Liguria, fermandosi a Sanremo, a Genova, a Portofino; in Toscana si spinge nell'entroterra visitando Firenze e poi Pisa. Riprende il largo fino ad arrivare in Sicilia, che percorre con interesse visitando i siti archeologici, chiese, musei, sale sull'Etna. Visita anche le Eolie, per poi proseguire verso il nord Africa. In questo modo, con i suoi occhi e con la sua penna, anche noi lettori viaggiamo verso il sud, alla ricerca di una tranquillità perduta, ammirando visioni da sogno.
Nelle sue pagine memorabili lo scrittore, incantato dai tramonti e dai colori delle isole Eolie, nel descrivere Vulcano, viene colpito soprattutto dall’aspetto selvaggio: “Tutto è giallo intorno a me, sotto i miei piedi e sopra di me, di un giallo accecante, di un giallo pazzesco”. Afferma nel resoconto che: “Le rive della Sicilia e quelle della Calabria emanano un odore così potente di aranci in fiore che tutto lo stretto è profumato come la camera da letto di una donna. Presto la città si allontana, passiamo tra Cariddi e Scilla, i monti si abbassano alle nostre spalle, e, sopra di essi, appare la vetta frantumata e nevosa dell'Etna, che sembra ricoperta d'argento sotto la luce della luna piena. Poi sonnecchiamo un po', cullati dal rumore monotono dell'elica, per aprire gli occhi alla luce dell'alba.
Qui, laggiù, davanti a noi, ci sono le Isole Eolie. La prima, a sinistra, e l'ultima a destra, lanciano verso il cielo un denso fumo bianco. Queste sono Vulcano e lo Stromboli. Tra questi due vulcani possiamo vedere Lipari, Filicudi, Alicudi e alcuni isolotti molto bassi....Poche case bianche ai piedi di un'ampia costa verde. Niente di più, nessuna locanda, nessuno straniero che sbarca su quest'isola. È fertile, affascinante, circondata da rocce mirabili, dalle forme bizzarre, di un rosso potente e tenue. Vi si trovano acque termali che un tempo erano frequentate...noleggio una barca per andare a visitare il vulcano. Spinto da quattro rematori, segue la fertile costa, coltivata a viti. I riflessi delle rocce rosse sono strani nel mare azzurro. Ecco il piccolo stretto che separa le due isole.
Il cono del Vulcano emerge dalle onde, come un vulcano sommerso fino alla sommità. Si tratta di un isolotto selvaggio...aggiriamo, prima di raggiungerlo, un altro isolotto, il Vulcanello...eccoci in fondo ad una baia piatta, di fronte al cratere fumante... poi un vero bosco di ginestre in fiore. Sembra un'immensa sciarpa gialla, avvolta attorno al cono appuntito, la cui testa è anch'essa gialla, di un giallo accecante sotto il sole splendente. E comincio a salire lungo uno stretto sentiero che si snoda tra cenere e lava, avanti e indietro e ritorno, ripido, scivoloso e duro...vediamo una tranquilla cascata di zolfo che sgorga da un crepaccio. Sembrano flussi magici, luce ghiacciata, flussi di luce solare...
Si forma, attorno a questa fantastica sorgente, un lago giallo che si indurisce rapidamente...Tutto è giallo attorno a me... un giallo accecante, un giallo esasperante. Tutto è giallo: la terra, le alte mura e il cielo stesso. Il sole giallo riversa la sua luce infuocata in questo abisso ruggente, che il calore di questa vasca di zolfo rende doloroso come un'ustione...”. Bellissima questa parte del resoconto ricca di magici momenti che Guy De Maupassant ci ha fatto conoscere.
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