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di Ennio Fiocco

Le visioni vulcaniche di Hans Falk

L'opera dell'artista svizzero Hans Falk (1918 + 2002) comprende pittura, disegno, illustrazione ed arte oggettuale e testimonia la sua perenne irrequietezza. Il maestro amò viaggiare molto e il suo interesse comprende gli aspetti scomodi e tempestosi dei luoghi in cui ha soggiornato. La sua produzione iconografica, in alcune fasi figurativa e in altre astratta, manifesta accenni delicati con opere espressive e gestuali di grande impatto. Falk ha frequentato la Scuola di arti applicate di Lucerna con formazione di grafico a Zurigo dove sono scaturiti i primi dipinti oggettuali parallelamente al suo lavoro professionale e alla partecipazione a diversi concorsi di poster.

Hans Falk nel 1974.jpg

Ha intrapreso i viaggi solo a partire dal 1945 con soggiorni in Italia, Spagna, Marocco e a Capo Nord; negli anni Cinquanta ha visitato anche il Medio Oriente, la Catalogna e gli USA. Nel 1958 si è dedicato al suo lavoro come artista indipendente trasferendosi sulla costa battuta dai venti della Cornovaglia, conoscendo due importanti rappresentanti dell'arte astratta, Alan Davie e Barbara Hepworth. Ogni trasferimento è stato accompagnato da un nuovo impulso creativo: ad esempio a Stromboli - dove ha vissuto negli anni Sessanta -, si è interessato di action painting e arte informale. Negli anni londinesi (1968–1973) è tornato alle rappresentazioni figurative che ha poi affiancato ad elementi puramente astratti negli anni passati a New York (1973–1985). Va ricordato anche per le illustrazioni di edizioni bibliografiche (tra cui di Friedrich Dürrenmatt e di Henry Miller) e per i suoi eccezionali poster.

Stomboli, 1961, olio su tela, 133 x 162 cm.jpg

Sono, ad esempio suoi, i sette poster per il padiglione svizzero dell'Expo 1964 a Losanna. Nel 1960 Hans Falk acquista una casa in rovina sull'isola di Stromboli, che inizia a ristrutturare nel 1963 e spinto dalla necessità di consentire a colori, forme e linee di creare il proprio effetto, attinge alle tecniche dell'arte internazionale Movimento informale. Quindi, l'artista mette la tela davanti a sé su cavalletti, a terra, per avvicinarsi il più possibile al quadro.

Nell'atto di dipingere, i colori e i segni immaginati vengono applicati in modo intuitivo e spontaneo.Sovente impiega materiali trovati in giro come strutture nelle sue immagini. Lo contraddistingue una cosa: e cioè l'abitudine di cambiare frequentemente l'ubicazione del suo studio, spesso lavorando in magazzini e/o case abbandonate. Afferma che “Il mio spazio di lavoro è una distesa grigia di macerie. Lavoro spesso all'aria aperta. Piove raramente. Non c'è tregua in questo sole cocente. Diventa intenso come il caldo del deserto, che conosco in prima persona. I suoi raggi bruciare e seccare. La malta cola dalle pareti, grandi isole di calce si aggrappano. […] Voglio continuare qui; nel mio studio di rovine trovo concentrazione”.Stromboli, 1965, dispersione su carta, 62 x 88 cm.jpg

Sull'isola di Stromboli crea una una serie di composizioni plastiche. Il risultato che ne scaturisce sono delle sculture fantastiche e colorate fatte di ossa, pietra lavica e cimeli di legno delle ex comunità di pescatori e viticoltori. Afferma, ancora, che “I miei oggetti sono formati da oggetti domestici trovati. Cambio costantemente la loro forma distruggendola - per me non sono essenzialmente diversi da ciò che esprimo nella mia pittura. Dal momento che crescono e calano ripetutamente, io sto attraversando il costante processo di rilascio di ciò che è profondo dentro di me, proprio come nella mia pittura”. Ritorna successivamente nella sua amata Stromboli dal 1987, ma non lavora più in rovina in quanto vive e crea le sue opere in una casa e in uno studio ridotti alle forme moresche.

E ciò in quanto inizia per lui un altro periodo creativo. Infatti, rivisita i colori e le forme del suo primo periodo a Stromboli: adesso sono cambiati e sono più condensati. Nel pensiero dell'Artista ciò che conta è il fatto che l'opera d'arte nasce dalla necessità, che abbia un contenuto, un contenuto umano e che dietro il suo aspetto visibile ci sono esperienze del cuore, alti e bassi, infinite sofferenze e gioie. Per alcuni mesi all'anno interrompe il suo soggiorno sull'isola per creare mostre in tutta Europa. Il grande Maestro illustra e progetta anche vari libri e molteplici riviste, nonché una serie di francobolli per la Posta Elvetica.

Dopo un intenso periodo di lavoro a Stromboli, il 19 aprile 2002 muore all'età di 83 anni. Si può dire, sicuramente, che Hans Falk è stato come un alchimista sullo Stromboli che ha sperimentando le sue opere. Il vulcano manifesta sicuramente uno stato d'animo e l'isola è un bianco abbagliante per le abitazioni imbiancate a calce dove i muri vivono, si sgretolano e si erodono come elementi di un collage a cui si aggiunge la sabbia rossa e nera che viene applicata dall'artista. Propongo a i lettori alcune opere con tema “Stromboli”.

Stromboli, 1993, tempera su carta macinata, 137 x 110 cm.jpg

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