di Ennio Fiocco
I buoi di Houël nella natura selvaggia delle isole
Jean -Pierre Houël (1735 – 1813, ) pittore, incisore ed architetto francese, durante il suo soggiorno in Sicilia ha realizzato oltre un centinaio di disegni immortalando la natura selvaggia. Queste opere sono conservate nel famoso museo Hermitage di San Pietroburgo, cedute dall'artista alla Zarina Caterina di Russia. Intraprese il suo Grand Tour nel 1776 ed immaginava di viaggiare per un solo anno, ma gli fu necessario un periodo di oltre tre anni per documentare le infinite ricchezze. Realizzò un Journal, ed esattamente un diario dove trascriveva le sue impressioni e appuntava gli itinerari compiuti e le curiosità scoperte, tracciando veloci schizzi delle antichità. Il successo del Vojage di Houël è legato al suo essere “pittoresco”, soprattutto con le parole e poi con le immagini. All'epoca numerosi erano i viaggiatori che dall’Europa intraprendono il noto viaggio di formazione al bello nell’Italia delle rovine greche e romane. L'artista è attratto dalla Magna Grecia, ma ci apre gli occhi sulla natura dell’isola e sui costumi impiegando a volte un taglio illuministico carico di esotismo.
Il l titolo completo dell’opera lo annuncia: “Voyage pittoresque des isles de Sicilie, de Malte et de Lipari, où l’on traite des Antiquités qui s’y trouvent encore; des principaux Phénomèn que la Nature y offre; du Costume des Habitans, & de quelques usages”. Evoca per immagini, con puntigliosa meticolosità, luoghi, scorci, rovine di un'isola speciale che coagula la sua arte immortale, e che rappresenta un reportage destinato ad affascinare ed a incuriosire il visitatore in un viaggio avventuroso ricco di emozionalità. In sostanza nell'opera di Houël traspare una riflessione sulle immagini determinate dalla fantasia come un fotoreporter capace di sfidare le condizioni più estreme pur di dare un sapore di verità alla sua ricerca, soprattutto ai suoi acquerelli fantastici di cui il paesaggio fa da cornice in una visione personalistica. Le opere rivelano il volto della Sicilia in una piena e straordinaria bellezza e ciò in pieno illuminismo e in contrapposizione alla sontuosità espressa dallo stile barocco.
La Magna Grecia e, in particolare, la Sicilia (Atene è prigioniera dei Turchi ed è pericoloso viaggiare) diventano i luoghi del mito dove è possibile osservare piante rare o sconosciute quali ad esempio la canna da zucchero, l’albero della manna e il banano, ma anche fenomeni naturali come i vulcani siciliani. A Parigi l’artista salda il suo debito col re offrendo, in cambio dei 275 luigi d’oro ricevuti, quarantasei vedute eseguite a gouaches e oggi conservate al Louvre. Ma per pubblicare il suo lavoro ha bisogno di un ulteriore finanziamento e vende a Caterina II di Russia oltre cinquecento disegni e dipinti realizzati in Sicilia, parte dei quali si custodiscono all’Ermitage, come anzidetto.
Presenterò ai lettori due opere, sicuramente conosciute, ma che vanno attenzionate (custodite al Museo dell'Ermitage), che hanno attratto la mia attenzione. Una è “la veduta dell'Isola di Vulcano dall'Isola di Lipari”, che ritrae anche il lavoro degli uomini in agricoltura con i buoi e l'aratro. La coppia di buoi ha il giogo che è un attrezzo in legno, con i relativi accessori in metallo e in cuoio, in forma di barra trasversale sagomata e il contadino li indirizza nel lavoro dei campi, mentre la semina avviene a mano da altro agricoltore.
Altra opera è un disegno e precisamente la “Pianta dell’Isola di Vulcano e Vulcanello”.
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