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Il mondo è riuscito a sconvolgersi da solo. Quasi un autobombardamento che ha affumicato le persone trasformate in ricotta o prosciutto. C’é uno smarrimento sociale che non si deve nascondere. "I furbi devono restare a casa senza fare i fessi". Questo si ascolta in giro nel sottovoce delle piazze. Alzare lo sguardo dallo smartphone per non scaricare la vita si dice filosoficamente.
Quale dialogo iniziare nelle diverse misure dell’età senza usare banane banali? La coca non riempie il vuoto dell’anima e non spegne le risposte che restano in lista d’attesa perché condividere, oggi, non vuol dire essere d’accordo. La rivoluzione digitale non merita medaglie ma neanche deve essere una pena da scontare.
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Ricordiamo i nostri morti pensando alle guerre che assediano il mondo. Guerre con eserciti di tanti morti che non avranno una tomba, una casa, un cimitero per andare a depositare le consuete lacrime del dolore e assorbire le preghiere.
Si guarderà il cielo pensando a loro che mentre viaggiano con la morte accanto pensavano alla pace dei vivi e soprattutto ai tanti bambini con il nome scritto sulla pelle come carta d’identità.
ISOLA DEFUNTI
Ingressi accoglienti
per volontà bruciata
dal tempo o dal destino.
Vivono ancora nei ricordi felici
racchiusi nella tristezza.
Cimiteri come piazze di vita
dove le immagini e i fiori,
sul bianco marmo nuovo
o quello consumato dal tempo,
non ingialliscono e non appassiscono.
Sono respiri profondi
che strusciano nell’anima
e l’isola li trasmette
come suoni ai battiti del cuore.
CONTROCORRENTEOLIANA: CIMITERI
La vita eoliana resta sempre più corrosa in questa giornata. Le luci dell’alba accompagnano quelle dell’oscurità. Si può avvertire dentro i cimiteri eoliani la voglia di ritrovarsi. Vivi e morti senza distinzione di tempo e senza diversità sociale. Il sopra e il sotto, mano nella mano.
La "Festa dei Morti" di Massimo Ristuccia
La "Festa dei Morti" in Sicilia è una ricorrenza molto sentita, risalente al X secolo, viene celebrata il 2 novembre per commemorare i defunti. Si narra che anticamente nella notte tra l'1 ed il 2 novembre i defunti visitassero i cari ancora in vita portando ai bambini dei doni. Oggi questi doni vengono acquistati dai genitori e dai parenti nelle tradizionali "fiere", che si svolgono in molte parti della Sicilia. Qui vi si trovano bancarelle di giocattoli e oggetti vari da donare ai bambini, che vengono poi nascosti in casa e trovati da quest'ultimi, al mattino presto, con una sorta di caccia al tesoro. Oltre a giocattoli di ogni sorta, esiste l'usanza di regalare scarpe nuove, talvolta piene di dolcetti, come i particolari biscotti tipici di questa festa: “i crozzi i mottu” (ossa di morto) o i pupatelli ripieni di mandorle tostate, i taralli ciambelle rivestite di glassa zuccherata, i nacatuli e i Tetù bianchi e marroni, i primi velati di zucchero, i secondi di polvere di cacao. Frutta secca e cioccolatini, accompagnano 'U cannistru', un cesto ricolmo di primizie di stagione, frutta secca altri dolciumi come la frutta di Martorana e i pupi i zuccaru (statuette di zucchero dipinte), ritraenti figure tradizionali come i Paladini. Tradizione esclusivamente palermitana, vengono chiamati “pupi a cena” o “pupaccena”, per via di una leggenda che narra di un nobile arabo caduto in miseria, che li offrì ai suoi ospiti per sopperire alla mancanza di cibo prelibato. In alcune parti della Sicilia viene preparata la muffoletta, pagnottella calda appena sfornata "cunzata", la mattina nel giorno della commemorazione dei defunti, con olio, sale, pepe, origano, filetti di acciuga sott'olio e qualche fettina di formaggio primosale. Novembre, giorno dedicato alla commemorazione dei nostri defunti, per i siciliani, ma in particolare per i bambini e fanciulli, diventa la Festa dei Morti. Si narra che anticamente nella notte tra l’1 ed il 2 novembre i defunti visitassero i cari ancora in vita portando ai bambini dei doni. Come vuole la tradizione siciliana, la sera prima i genitori, mettendo a letto i bimbi ricordano loro che se sono stati bravi e hanno recitato le preghiere riceveranno tanti regali, e loro vanno a letto con la speranza d’essere ricordati da nonni e familiari trapassati. Sul tardi i genitori preparano “u cannistru” (le ceste) con i dolci tipici e nascondono i giocattoli nei punti più reconditi dell’abitazione.
Scriveva Giuseppe Pitrè in Giuseppe Pitre' Spettacoli e Feste Popolari Siciliane (un piccolo stralcio):
“ E’ già la sera aspettata, e i bambini, i fanciulli non hanno
requie; pure vanno a letto ben presto tra timidi e speranzosi. Le
mammine fanno recitar loro orazioni, preghiere od altre « cose di
Dio,» e non vi mancano i paternostri tanto efficaci perchè i morti non
facciano orecchie da mercante. La preghiera fanciullesca è questa:
Armi santi, armi santi,
Io sugna unn e vuatri siti tanti :
Mentri sugnu 'ntra stu munnu di guai
Cosi di morti mittitiminni assai.
Intanto i monelli vanno per le strade gridando in tuono lamentevole e prolungato: li morti vennu e ti grattanu li pedi! E qui vedresti i fanciulli farsi piccini, rannicchiarsi per paura de' morti, paura che non fa male, che non stuzzica neppure i vermini che le mamme siciliane sogliono trovare in ogni grave malattia, in ogni lieve indisposizione dei loro bambini. Palpiti, trepidazioni, speranze li agitano; ma pure tengono chiusi gli occhi per non dispiacere ai morti o per non appaurirsi della lor vista. Finalmente pur viene il sonno, e tutto s'immerge nel profondo silenzio della notte… E’ già fatto giorno e i bambini balzano dal letto impazienti di cercare per tutto. Le cose dei morti, vedi astuzia d'una madre! Sono nascoste dove meno possono sospettarsi, e perciò crescono nei bambini le ansie, incaloriscono le premure. A certo punto essi trovano qualche cosa, e gridano: Ccà su'! E che trovano essi? Una treccia d'agli, un mestolo rotto, un paio di ciabatte sdrucite, un oggetto, insomma, ridicolo. Se se ne adontino, non è a dimandare, falliti di punto in bianco i sogni dorati di tanti mesi, fors'anche di tutto un anno…”
Infatti, i morti non mettono mai i doni a bella vista ma li nascondono abilmente, talvolta camuffandoli in maniera irriconoscibile. Poi, sotto il letto o dietro i libri posti su uno scaffale o in un armadio, o in uno dei cento altri posti possibili, i balocchi vengono trovati. Alla fine del gioco, si va al cimitero a portare fiori ed accendere grossi ceri e lumini accanto alle lapidi dei parenti passati a miglior vita. Raro è vedere qualcuno che piange. L’origine e il significato di quest’usanza ci portano molto indietro nel tempo, si collega certamente a culti greco-romani ed al banchetto funebre un tempo comune a tutti i popoli del bacino del Mediterraneo. Sono tutti sereni e sorridenti, e tutti i bambini giocano proprio tra le tombe per far vedere che il regalo è stato ricevuto e apprezzato, addentando i tanto in tanto, adulti e piccini, pezzi di Pupi di Zucchero, crozza ri morti (ossa di morto – biscotti croccanti bianchi e neri ) e Frutta Martorana. Perché il 2 novembre è la Festa dei Morti. I nostri parenti defunti sono tornati a trovarci e lo rifaranno l’anno prossimo.
Contrariamente a quanto è avvenuto per tante fondazioni di Famiglie religiose, costituitasi in grandi città e da lì diffuse poi in posti lontani e nei piccoli centri, con l'Istituto delle "Suore Francescane dell'Immacolata Concezione di Lipari", invece è stato il contrario, partito da Lipari nell'Arcipelago delle Eolie, si è diffuso poi in Sicilia, in Italia e all'Estero. Fondatrice di questa Istituzione, fu madre Florenzia Profilio, che nacque a Pirrera - Lipari il 30 dicembre 1813, quarta figlia dei coniugi Giuseppe Profilio e Nunziata Marchese, al battesimo ebbe il nome di Giovanna.Crebbe ricevendo dalla famiglia una solida educazione cristiana, e frequentando le attività parrocchiali presso la Cappella del piccolo villaggio di Pirrera, dedicata al Ss. Nome di Maria. La vocazione religiosa maturò in un insieme di prove dolorose, che resero sempre più consapevole e generosa la sua vita di relazione con Dio e la fecero progredire nella pratica della virtù. Sopravvenne un lungo periodo di difficoltà familiari, che bloccarono il suo desiderio e fecero intravedere l'impossibilità ad attuarlo.
La madre ebbe incomprensione per la vocazione di Giovanna, la morte del padre nel 1895 e le particolari situazioni in cui venne a trovarsi la famiglia, determinarono l'emigrazione dei Profilio negli Stati Uniti d'America, come del resto tante altre migliaia di persone del Sud Italia, che in quell'epoca emigrarono alla ricerca di un avvenire più sicuro in terra straniera. La famiglia emigrò nel marzo 1896, stabilendosi a New York e prendendo residenza in Sullivan Street; in Italia rimase Antonio, fratello di Giovanna, studente nel Seminario di Roma. In quella terra lontana, tanto diversa dalle solari Isole Eolie, che aveva dovuto lasciare a malincuore, Giovanna prese a lavorare in fabbrica per aiutare la famiglia, frequentando il vicino Convento di S. Antonio dei Frati Minori Francescani e sotto la guida di un frate suo direttore spirituale, coltivò la propria vocazione alla vita religiosa. A 25 anni, il 22 gennaio 1898, ottenne di poter far parte della Congregazione delle Suore Terziarie Francescane di Allegany, nello Stato di New York; il 14 luglio 1899, ricevette l'abito francescano e cambiò il nome di Giovanna in Florenzia; il 22 luglio dell'anno successivo emise i voti temporanei. Dopo quattro anni di permanenza a New York, la madre Nunziata per le condizioni di salute cagionevole e su consiglio dei medici, decise di ritornare in Italia nel 1904 con i cinque figli che aveva con sé, ristabilendosi a Lipari, dove nel frattempo anche il figlio Antonio, diventato sacerdote, si era trasferito da Roma.
Così alla riunita numerosa famiglia della vedova Profilio, mancava solo la figlia Giovanna rimasta ad Allegany come religiosa Terziaria Francescana; ma la madre desiderosa di averla accanto a sé, perlomeno non così lontano, con l'appoggio del figlio sacerdote, parlò al vescovo di Lipari, mons. Francesco Maria Raiti, suggerendo l'idea di coinvolgere la figlia suor Florenzia, nella formazione di una nuova comunità religiosa locale, a servizio delle necessità dell'isola. L'idea, condivisa anche da altri prelati diocesani, piacque al vescovo Raiti, che invitò suor Florenzia a tornare a Lipari, mettendosi a disposizione della sua diocesi d'origine, con la fondazione di una nuova Famiglia religiosa.Dopo aver chiesto consiglio al francescano mons. Diomede Falconio, delegato apostolico negli U.S.A., suor Florenzia aderì all'invito ricevuto e tornò in Italia il 7 febbraio 1905, mettendosi al servizio della Chiesa liparese.L'opera cominciò in un locale preso in affitto, di proprietà del canonico Costa, trasformò la stanza migliore in Cappella, adattando i restanti spazi all'attività che si intendeva svolgere; inizialmente ebbe come solo aiuto e compagnia la sorella Maria, che si era offerta finché non si fossero aggregate delle aspiranti alla vita religiosa.
Il suo sorriso attraeva, il suo sacrificio suscitava emulazione, la sua donazione stupiva: "L'Amore sia il movente di ogni vostra aspirazione e di ogni opera intrapresa, l'Amore che innalzi all'Onnipotente un cantico di gloria, di gratitudine e di riconoscenza...", ecco il motore e l'ispirazione della sua attività e che lascerà come consegna alle sue figlie. Con la tempra forte e generosa, acquisita dalle radici del popolo delle Isole Eolie; terra di vulcani, verdi colline, abissi marini, vaste pianure, sferzata da venti e dal mare, suor Florenzia si mise al lavoro per sollevare le sorti degli orfani, degli anziani, delle famiglie, che vivevano una vita disagiata per le particolari circostanze del luogo, isolato dal mondo e privo di risorse economiche (il turismo arriverà decenni più tardi). Con l'arrivo delle prime postulanti, si aprì la prima Casa del nuovo Istituto il 30 ottobre 1905, e il successivo 1° novembre, mons. Raiti emanava il decreto di approvazione della Congregazione delle "Suore Francescane dell'Immacolata Concezione di Lipari", approvandone le Costituzioni.
Il 3 dicembre 1905, suor Florenzia Profilio emise i voti temporanei nelle mani del vescovo e il 2 agosto 1906 emetteva le professione perpetua ed era nominata fondatrice e prima Superiora Generale del nuovo Istituto, conservando tale ufficio fino al giorno della sua morte. La nuova Famiglia religiosa, che madre Florenzia pose sotto l'insegna dell'Immacolata Concezione, seguendo la spiritualità francescana, sviluppatosi dapprima nell'ambito della diocesi di Lipari, si estese successivamente in Sicilia, in Italia e all'Estero. Il 25 aprile 1949 la Congregazione delle "Suore Francescane dell'Immacolata Concezione di Lipari", ottenne dalla Santa Sede il decreto di lode e il 7 marzo 1958, l'approvazione definitiva delle Costituzioni. L'Istituto ha come culla Lipari con la Casa Madre, Stromboli ne è il nido, Acireale ne è il vivaio; tutti i vescovi che si sono succeduti nella diocesi di Lipari nei 100 anni di vita dell'Istituto, lo hanno benedetto, sostenuto, incoraggiato, difeso e incrementato le opere e i campi di lavoro delle suore. Lipari, Canneto, Stromboli, Petralia, Acireale, Trapani, Catania, Noto, Adrano, Palermo, Giarratana, Rosarno, Piombino, Assisi, Giarre, Messina, Roma, hanno visto e sperimentano tuttora, lo zelo e la dedizione delle suore in vari campi di assistenza e apostolato: asili, educandati femminili, refezioni scolastiche, orfanotrofi, ospedali, pensionati, assistenza anziani ed invalidi abbandonati, colonie estive, scuole elementari, scuole artigianali con laboratori, istruzione catechistica, cooperazione alle opere parrocchiali. Madre Florenzia Profilio, nel 1953 fondò la prima Casa in Brasile e poi in Perù; tre anni dopo, al termine di una lunga vita, tutta dedicata ad alleviare sofferenze e solitudine e ad istruire generazioni di fanciulli e adolescenti, la madre fondatrice morì nella Casa Generalizia di Roma il 21 febbraio 1956, circondata da diffusa fama di santità.La Santa Sede, il 20 dicembre 1985 concesse il nulla osta per l'inizio del processo diocesano in vista della causa di beatificazione, esami e processi che adesso continuano presso la competente Congregazione Vaticana.
-A Pirrera, in un icantevole scenario naturale e paesaggistico, nella Casa di Culto" è stato ricordato anche quest'anno il 140° anniversario della nascita di Madre Florenzia Profilio con il "carisma della Madre" e cioè i tre misteri che Florenzia aveva messo al centro della propria esistenza e del suo Istituto: il Presepe e cioè l'amore incarnato, la Croce l'amore immolato, e l'Eucarestia l'amore donato. L'auspicio sarebbe che la casa di preghiera rimanesse aperta tutto l'anno accogliendo chi voglia ritirarsi a meditare e pregare.
Il poliedrico intellettuale del Cinquecento, fra Leandro Alberti (Bologna 1479 + 1552), dopo essere entrato nell'Ordine Domenicano nel 1493, e dopo aver compiuto gli studi filosofici e teologici, pubblicò diverse opere e dei trattati. La sua fama si fonda sulla sua “Descrizione d'Italia” (Bologna, 1550), opera in cui si trovano numerose e interessanti osservazioni topografiche e archeologiche. Nel libro lo scrittore geografo bolognese ha coagulato la sua conoscenza teorica ed empirica della nostra Italia impregnata con le sue esperienze personali di un viaggio durato due anni che si è spinto fino alla Sicilia.
Nell'opera “La Descrittio” l'Alberti, non pensa ad una identità politica, ma ha esteso alla penisola un esempio di prototipo di un contenitore di un'unica cultura, tanto che i suoi scritti sono stati sicuramente il punto di riferimento di tanti intellettuali europei di epoche successive per l'interesse al nostro Paese, alla storia, all'arte e alla geografia. Mi permetto far conoscere ai lettori con questa mia pubblicazione la parte relativa alle Isole Eolie, che così trascrivo: “ISOLE LIPARE. Havendo ispedita la descrittione della felice Isola di Sicilia, hora habbiamo da descrivere l'Isole a quella circonstanti...Sono sette queste Isole Liparee...Nove ne descrive Tolomeo così, Volcano, Hicesia, Strongile, Didime, Lipara, Evonimo, Phenicode, Ericode, et Ustica. Per dare principio alla descrittione di queste Isole, cominciaremo da STROMBOLI...Ella è tutta piena di fuoco, sì come l'altre Eolie, ma però di minor fiamma, et di maggior chiarezza di lume. Credevano gli antichi, che quivi fusse l'habitatione di Eolo...
Dicono gli habitatori, come anche riferisce Solino, qualmente eglino conoscono per il fiume, che di quindi esce, il vento, che fra tre giorni deve spirare, et perciò si dice, fussero gli venti ad Eolo soggetti. Si trahe di questa Isola assai solfo... Navigando più oltre incontrasi nelle PANARE, che sono due Isole..cioè Gemelle, dalla forma che tengono, et sono di Lipara minore, come poi diremo. Alquanto più oltre scorgesi LIPARA, parimente così nominata dalli moderni... trasse questo nome da Liparo figliuolo di Ausono... Ha ameno territorio questa Isola, et producevole di saporite frutta, et gira dieci miglia intorno. Ritrovansi anche in essa le minere dell'Allume, per le quali traggono gli habitatori grande emolumento. Veggonsi anchor quivi le scaturigini dell'acque calde, dalle quali escono ardenti fiamme...
La fu per forza pigliata da Coradino, detto Barbarossa, Capitano della armata di Solimano Re di Turchi nel mille cinquecento quaranta quattro, et abbruciata et menati prigioni tutti gli huomini, et gli altri ammazzati. Seguita poi VOLCANO... Ella è tutta questa Isola sassosa, deserta et piena di fuoco, et da tre lati, da tre gran foci getta fuoco con infocate pietre, dalla maggior delle quali escono Lamine d'ardente fuoco, per cotal maniera, che per essa sono per maggior parte otturate dette foci. Penso occorrere tal cosa per la crassa materia, da cui sono nutrite dette fiamme, le quali di continovo aggiungendo materia all'antidette foci, così le otturano. Per lunga osservatione si tiene, che quivi sì come in Etna siano con citate dette fiamme dalli spiriti et venti, li quali cessando, ancor manca la forza delle fiamme. Et ciò non pare cosa senza fondamento, conciosia che i venti dalle essalationi marine traendo origine, et essendo generate et nutrite, per cotal maniera, che l'acceso fuoco dall'idonea materia et proportionato accidente, non lascia mirar quelli, che quivi vogliono guardare, in quel modo, che sono....
Anche per insino ad hoggi gran fiamma la notte uscire di questa Isola si vede, et il giorno gran fumo, come anche dice Plinio, et io ho veduto. Si vede poi SALINE.... Più oltre navigando incontrasi nell'Isola di PHELICURE da Strabone, Plinio, Mela, et Solino nominata Phenicusa, et da Tolomeo Phaenicodes. Poi seguita passando da miglia venti, ALICUR, da Strabone, Solino, Mela, Ericusa detta, et anche da Plinio benchè il testo corrotto dica Eriphusa, come di sopra dimostrammo; ma da Tolomeo è nominata Ericodes...Fu così addimandata questa Isola sì come Phelicura, come scrive Strabone, et Plinio, da gli arbusti et cespugli, che in essa sono. Il perché furono lasciate per pascoli de gli armenti delle circonstanti Isole...”.
La “Descrizione dell'Italia” dell'Alberti è stata presa come riferimento nei successivi “Grand Tour” dove anche la Sicilia e le Eolie sono percorse dai viaggiatori stranieri che tra Settecento e Ottocento cercavano tra templi e rovine l’Arcadia perduta. Scrittori, poeti, artisti, o semplicemente rampolli aristocratici, che hanno lasciato descrizioni, incisioni, schizzi, pitture costruendo un immaginario straordinario che ci hanno tramandato perché “è in Sicilia che si trova la chiave di tutto”.
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I DOCUMENTI STORICI IN ESCLUSIVA SUL NOTIZIARIO DELL'AVVOCATO ENNIO FIOCCO
Vorrei per favore che la smettessimo tutti di ingigantire o di minimizzare ciò che sta succedendo in questi giorni nella nostra piccola comunità.
Il problema esiste davvero sbagliato pensare che una mattina siamo tutti impazziti e ci siamo inventati una brutta storiella per terrorizzare la gente Vero è che in questo paese le cose piccole diventano grandi ma non bisogna mai non ascoltare chi ha bisogno d'aiuto
Le telecamere in casa (che fin'ora non avevamo mai pensato) non significa che passiamo la giornata a guardare cosa succede ...credo che abbiamo tutti di meglio da fare
Ma sicuramente se qualcuno si introduce in casa nostra abbiamo una prova tangibile e la denuncia a quel punto diventa mezzo sicuro per aiutare i carabinieri Concludo dicendo di non vivere spaventati specie per la tranquillità dei nostri bambini di stare più attenti e di avere fiducia nei nostri carabinieri Un abbraccio a tutti
Lipari, al parco giochi di Zinzoilo che festa per i bambini...
L'associazione ringrazia tutti quelli che hanno partecipato alla nostra iniziativa e a tutti quelli che ci hanno aiutato...per andare avanti siete fondamentali!
Ma la cosa che più ci ha riempito il cuore di gioia è stato vedere tutti i bambini giocare e divertirsi insieme e non c'è cosa più bella Grazie a tutti Zinzolo & Friends
Avvocati: pratica forense alle Poste
Fino al 31 ottobre c'è tempo per presentare la propria candidatura per la pratica forense presso Poste Italiane
Un concentrato di hard rock progressivo Impregnato di sonorità folk/ambient e contaminazioni elettro. La versione cd conterrà un accessorio e delle poesie. Le copie, tutte autenticate, saranno attestate dal tracciamento tramite blockchain: dotate di un codice univoco che ne certificherà l’unicità. Uscita 25 dicembre 2023 #Staytuned.
Spesso si legge di falsi medici scoperti al lavoro dentro gli ospedali. Alle Eolie questo non succede. Forse perché verrebbero scoperti subito o forse perché neanche loro hanno voglia di prendere servizio nel paradiso terrestre dell’arcipelago. Una riflessione bisogna farla: mancano i medici buoni ma anche i falsi spesso d’autore.
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E’ vera ludopatia o é un desiderio di giocare somme di denaro spesso grandi? Sicuramente c’é l’intreccio tra mondo del calcio e gioco d’azzardo. L’inchiesta riprende un percorso già vissuto negli anni passati fra paratori e goleador. Fra indiscrezioni, operazioni flash delle forze dell’ordine al ritiro della Nazionale e indiscrezioni si riaccendono le luci sul mondo sommerso che sembra il segreto di Pulcinella. Nelle città che ospitano un Casinò da anni circolano i nomi dei calciatori, più o meno noti, diventati con il tempo affezionati clienti. Il tutto in una sorta di filo rosso che si snoda tra generazioni di sportivi.
Se scommettere sullo sport praticato è vietato e punito dalla giustizia sportiva, dall’altro il gioco tradizionale all’interno di un Casinò è del tutto legale. La ludopatia galoppante nel mondo del calcio italiano, le frequentazioni nella casa da gioco tornano alla mente e vanno rilette non in un’ottica di puro divertimento, ma in una prospettiva quasi clinica di dipendenza. Nelle sale del Casinò sono passati calciatori di ogni grado e nazionalità.
ISOLA PROFANA
Oggi c’è calma
anche sotto una palma
adottata col sapore del mare
che sembra un cocco maturo.
La luce profana il buio
e detta i tempi al rischiaro
che entra di corsa
come il varo di un legno colorato
alla vecchia maniera.
Lampara fra le nuvole
miete il silenzio
di gente sbagliata al posto giusto.
I versi ci sono e vanno fluidi
accanto a chi ha deciso
di guardare l’orizzonte dell’isola.
CONTROCORRENTEOLIANA: PORTO
Il porto di epoca romana di Sottomonastero é entrato nel dimenticatoio. Non sarà rivalutato? Farà una brutta fine dopo la scomparsa del prof. Tusa che lo aveva adottato e col suo corpo ne fece scudo durante i sondaggi per il mancato “megaportoturistico&altro”.
Certo che l'ancora di salvezza potrebbe essere Riccardo Gullo, attuale sindaco di Lipari, e soprattutto ex direttore del Museo di Lipari. Il porto futuro cosa porterà?
VERO&FALSO
-Politico eoliano piazza.
-Elettore eoliano spiazza.
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Frode in contratti e truffa aggravata ai danni dello Stato, che si sarebbe consumata dal 2016 al 2021, nelle pubbliche forniture di acqua potabile destinata al Comune di Lipari. Le indagini della Procura di Barcellona, nelle quali risultano indagate 44 persone e quale persona giuridica la società armatrice “Marnavi Spa” di Napoli e per le quali si sono concluse le indagini, hanno consentito di scoprire - secondo l’accusa - che per sei lunghi anni, la società armatrice delle navi cisterne che rifornivano di acqua potabile sei delle sette isole Eolie, faceva figurare sulla carta di rifornire le vasche che alimentano l'acquedotto delle sei isole di Lipari con quantitativi maggiori di acqua rispetto a quelli realmente forniti. E questo, sempre secondo la tesi della procura, con la complicità di amministratori locali, dirigenti e funzionari comunali e regionali e con la compiacenza di ditte locali.
Il danno in termini economici, quantificato durante le indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica Giuseppe Verzera e dalla sostituta procuratrice Emanuela Scali, corrisponde all'importo complessivo pari a euro 555.035,25. Infatti il Ministero della Difesa che finanzia l'appalto per l'erogazione dell'acqua nelle isole che godono dello statuto speciale, pagava a sua insaputa per l'infedeltà di funzionari pubblici quantitativi d'acqua più elevati rispetto a quelli effettivamente consegnati. Le indagini si sono sviluppate attraverso le attività del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo - Gruppo Tutela Spesa Pubblica - Sezione Accertamento Danni erariali della Guardia di finanza.
L’inchiesta avrebbe consentito di accertare che la società armatrice “Marnavi Spa”, presieduta all'epoca dei fatti dall'armatore Domenico Ievoli, con artifici e raggiri avrebbe fatto apparire nella certificazione di consegne - ideologicamente false -, riportanti orari di inizio e o fine delle operazioni di scarico diversi dal vero, quantitativi d'acqua scaricati non compatibili e forniture in realtà non avvenute.
Secondo l'ipotesi di accusa un meccanismo per certificare maggiori consegne d'acqua a mezzo navi cisterna alle isole Eolie amministrate dal comune di Lipari (Lipari, Vulcano, Alicudi, Filicudi, Panarea e Stromboli), con l’obiettivo di incassare illeciti maggiori profitti da parte della Marnavi Spa. Si attestava così «la fornitura di una quantità d'acqua scaricata dalle navi cisterna della Marnavi Spa diversa da quella reale», inducendo in errore il Comune di Lipari, che confermava di aver ricevuto quantitativi d'acqua in realtà non consegnati, in quanto indebitamente confluiti nella dichiarazione di buona esecuzione del servizio, rilasciata proprio in funzione di tali false certificazioni.
In errore sarebbe stato indotto anche il Dipartimento regionale dell'Acqua e del rifiuti, in relazione alla finta esatta corrispondenza tra i quantitativi complessivamente assegnati e quelli consegnati; ed il Ministero della Difesa, come conseguenza pagava quantitativi d'acqua più elevati rispetto a quelli effettivamente consegnati alle isole, con un costo superiore quantificato in 555.035,25, per forniture che in realtà non sarebbero mai avvenute o sarebbero state eseguite in quantità minore. Oltre alla truffa, agli indagati che - secondo la tesi degli inquirenti - hanno attuato il raggiro, è stato contestato di aver commesso «una articolata frode nella esecuzione dei contratti annuali relativi agli anni 2016, 2017, 2018, 2019, 2020 e 2021 di fornitura d'acqua potabile a mezzo navi cisterna alle Isole Eolie».
Tra i 44 indagati coinvolti un gruppo di napoletani collegati con la società armatrice e un altro gruppo palermitano che avrebbe consentito – grazie anche al ruolo di imprese eoliane che hanno operato in supporto al servizio di fornitura - di far conseguire maggiori profitti derivanti da maggiori approvvigionamenti d'acqua rispetto al cosiddetto piano “di fabbisogno delle risorse idriche”. A beneficiarne principalmente sarebbe stata la società armatrice “Marnavi Spa” di Napoli.
I nomi Antonio Di Falco, 67 anni, e residente in Napoli L'ex sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, 56 anni L'ex vicesindaco del Comune di Lipari, Gaetano Orto, 55 anni Mirko Bartolo Ficarra, 45 anni di Lipari Riccardo Casamento, 66 anni di Lipari Domenico Ievoli, 80 anni di Napoli Antonia Vittozzi, 69 anni di Napoli Carmelo Antonino Meduri, 55 anni nato a Melito di Porto Salvo e residente a Lipari Antonino Granata, 63 anni nato a Palermo e residente a Mistretta Salvatore Anzà, 68 anni nato a Patti e residente a Palermo Rosario Di Prazza, 67 anni nato a Cianciana e residente a Tusa Gerlando Ginex, 66 anni di Agrigento Marcello Loria, 68 anni di Palermo Salvatore Cocina, 65 anni nato a Catenanuova, capo della Protezione civile regionale Paolo Rizzo, 70 anni nato ad Agrigento e residente a Bagheria Vincenzo Monterosso, 64 anni di Palermo Alessandro Vaccarini, 65 anni nato a Roma e residente a Treviso Maria Luisa Anelli, 63 anni di Taranto Mario Scintu, 69 anni nato a Cagliari e residente a Roma Giuseppe Iovino, 65 anni di Trapani Giuseppe Salone, 55 anni di Marsala Ignazio Marino, 61 anni di Trapani Gaetano Lucci, 61 anni di Monte di Procida Pietro Gianno, 64 anni di Trapani Bartolo Favorito, 49 anni di Lipari Alberto Francesco Di Pietra, 63 anni nato a Marsala e residente a Mazara del Vallo Antonio Salvatore Billante, 71 anni di Trapani Pasquale Barbera, 62 anni di Mazara del Vallo Tushara Tyron Gnanawardhana, nato in Sri Lanka e residente a Treviso Dario Letizia, 43 anni di Lipari Roberta Mandarano, 48 anni di Lipari Sami Ghallat, 43 anni nato in Tunisia e residente a Lipari Francesco Scaldati, 48 anni nato a Palermo e residente a Filicudi Bartolo Esposito, 37 anni di Lipari Alessandro Fonti, 32 anni di Lipari Nicola Capone, 65 anni nato a Milano e residente a Lipari Francesco Cannistrà, 58 anni di Lipari Giorgio La Greca, 48 anni di Lipari Natale Scaffidi, 65 anni di Lipari Tindaro Scaffidi, 29 anni di Lipari Davide Scaffidi, 26 anni di Lipari Maria Pia Musumeci, 47 anni nata a Catania e residente a Giarre Mauro Bellino, 44 anni nato a Catania e residente a Lipari Francesco Gerbasi, 58 anni di Messina Indagata come persona giuridica anche la società armatrice proprietaria delle navi cisterna Marnavi S.p.A., con sede legale in Napoli, nella persona del legale rappresentante l'armatore Gennaro Ievoli.(gazzettadelsud.it)
Montalbano Elicona, inaugurata la sede della Dc. Presenziano Totò Cuffaro e Italo Toni.
La prossima sede sarà aperta a Lipari
E il poeta-scrittore Italo Toni ha un pensiero per gli emigranti...
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Lipari, anche lo scrittore Lelio Finocchiaro con i suoi libri presente alla Fiera di Francoforte in Germania
Lipari - Il dottore Lelio Finocchiaro, scrittore eoliano, quest'anno ha avuto un intero scaffale a disposizione alla Fiera del Libro di Francoforte per esporre cinque delle sue ultime pubblicazioni (anche in inglese).
Tutte quante sono reperibili su Amazon o su Ibs, nonché nella libreria Belletti.
All’autore i complimenti e gli auguri del Notiziario delle Eolie.
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Le eruzioni esplosive basaltiche sono le manifestazioni più frequenti di vulcanismo esplosivo subaereo sulla Terra e creano sistemi altamente dinamici, con cambiamenti di stile e intensità su scale temporali che vanno dai minuti alle ore.
Queste eruzioni a bassa intensità furono identificate per la prima volta in vulcani delle isole Hawaii e dell’Italia e raggruppate in due stili principali: hawaiano e strombolano. Nonostante la loro esplosività relativamente bassa, queste eruzioni basaltiche rappresentano un pericolo per le persone e per le infrastrutture a causa del loro verificarsi nei pressi di luoghi abitati da popolazioni.
Si parlerà di questi temi nella lecture pubblica Dynamics of Hawaiian and Strombolian Eruptions tenuta dalla geologa italobrasiliana Natália Gauer Pasqualon su invito della Friends of Italy Society of Hawaii. Informazioni di dettaglio nella locandina qui sopra.
Gauer Pasqualon si concentrerà sulle caratteristiche delle eruzioni hawaiane e strombolane e sugli strumenti di ricerca utilizzati per comprenderne meglio il comportamento, prevederne l’attività e mitigarne i rischi.
Nata in Brasile, Natália Gauer Pasqualon ha anche la cittadinanza italiana, avendo famiglia originaria di Enego (provincia di Vicenza). In Brasile, ha conseguito laurea in Geologia e Master in Vulcanologia. Attualmente è dottoranda e assistente di ricerca all’Università delle Hawaii a Mānoa, dove si occupa di vulcanologia e geochimica dei vulcani delle Hawaii e di altre isole oceaniche.
foto di Fabio Famularo
Lipari, l'assessore Gianni Iacolino informa che domani servizio regolare di ritiro indifferenziato anche se giornata festiva...
Lipari, bella prova dei baby rossoblu ma sconfitti in casa...
CAMPIONATO UNDER 19
Lipari Vs Fair Play Messina 0 - 1
Protagonisti nel primo tempo sono i ragazzi rossoblu che esprimono un bel gioco senza però riuscire ad ottenere il vantaggio.
Inizio della seconda frazione molto equilibrato caratterizzato da diverse occasioni da gol da parte di entrambe le squadre.
Gli ultimi minuti sono a favore degli ospiti che trovano il gol vittoria solo nel recupero.
Complimenti ai ragazzi del Lipari che hanno giocato alla pari contro una società molto più blasonata, mettendo in campo grinta, determinazione e il giusto spirito sportivo.
Lipari - Al Ristorante "Le Macine" dei fratelli Duilio ed Emiliano Cipicchia anche pasta locale...
Le botteghe di un tempo ricordo che erano davvero tante, distribuite in maggior parte lungo il Corso, “U Puzzu” detto tra noi. Non erano però contenitori e dispensatori anonimi ed asettici di mercanzie. Ciascuna aveva la sua caratteristica e vivevano ciascuno di vita propria. Una vita che rifletteva il carattere di chi ne era “putiario”. Proviamo a fare un girotontPuzzu e dintorni e non me ne vogliano male se dimentico qualcuno, il tempo passa e nel baule dei ricordi le carte tendono a sbiadire. Incomincio da San Pietro, dove il Corso ha inizio. La c'era il negozio di alimentari di Lagoteta. Era una bottega tenuta da una signora anziana (ma io ero piccolo ed a quella età la percezione dei “grandi” era diversa).
La porta di ingresso era di legno e vetro come una porta di casa, all'interno vecchi scaffali contenevo poca mercanzia. Tuttavia in quel negozio si respirava, non chiedetemi perché, un aria “francese”. Forse perché la signora era sempre curata nell'aspetto come quei personaggi che comparivano nella serie televisiva del Commissario Maigret che allora spopolava in televisione. Piu avanti c'era la bottega della Capitti, molto anni 50, con la sua porta grande in vetro e formica e l'interno spazioso e moderno. Era sosta obbligata per l'acquisto del “Wafers Saiwa” che credo lei sola avesse.
Avanzando verso il Corso, la bottega “du Campagnuolu” un lungo corridoio con due entrate. I banconi del pane e quello con l'affettatrice e la bilancia in lunga fila. Il negozio era pieno di sacchi di legumi, verdure e frutta di ogni tipo che venivano dalle nostre campagne. Antinsegnano del “kilometro zero”, u putiaru lavorava insieme alla moglie ed a un figlio. Lo ricordo sempre con la camicia a quadretti e con un aria perennemente dinoccolata, non lo frequentavamo molto se non per le verdure, dato che la frutta la compravamo “supa a lapa”, almeno quella che non producevamo nel nostro giardino.
Di fronte c'era a “putia” da Giuffrè. Era una signora, che si avvaleva nel suo lavoro di un aiutante con occhio offeso. Caratteristica di questa “putia” era la prolissa spiegazione merceologica che la “putiara” dedicava all'acquisto fatto da ogni singolo cliente, per cui si sapeva quando si entrava ma mai quando si usciva. Faccio un esempio: entravi ad acquistare una scatola di tonno “A” lo portavi o “bancuni e a putiara” ti spiegava che con quello ci potevi fare le insalate, ma non i ripieni, che per i ripieni dovevi comprare la scatola di tonno “B”, ma se per caso dovevi metterlo sulla pizza, allora era meglio il tonno “C” .
Alla fine sfinito accettavi una lista della spesa che non ti apparteneva. Il negozio, rigorosamente dotato di posti a sedere, lo si poteva paragonare al circolo di un dopolavoro, dove alla fine non ricordavi più cosa eri entrato a fare. Più avanti c'era a Putia di “Zuoppi”, non me ne vogliano i discendenti, ma in quel tempo così lontano il cognome stava sulle carte di identità, per il resto si andava avanti per nomignoli e soprannomi. Niente di offensivo e dispregiativo. La “putia di Zuoppi” era, nella mia memoria di bambino una specie di antro stretto e buio dove merce indistinguibile veniva posta in vendita da 3 sorelle vestite con un grembiule di un indecifrabile colore grigio, tipo tuta di Star Treke, a cui in inverno si aggiungeva uno scialle in maglia fatta a mano di colore azzurro.
In quella bottega ero attratto da un espositore posto all'esterno, in vetro ed alluminio che conteneva il pane, in particolare la “scalidda ca giggiolena” per la quale andavo, e tuttora, sono ghiotto specie nella versione appena sfornata e farcita di mortadella. Continuando a percorrere “u Puzzu” verso “Suttamunistieri” c’era a “Putia” di Malara , gestita da due sorelle, magre-magre e ieratiche come canonici della Cattedrale. Anche la bottega era ieratica , tutto disposto in ordine perfetto, tutto quasi asettico, considerando l'aria da suck che caratterizzava quelle degli altri loro colleghi.
Altre botteghe invece vendevano prodotti “non food” come quella di Berzi, piena all'inverosimile di materie plastiche, permeata di un forte odore di plastiche, appunto, che si avvertiva anche da lontano. Era l'epoca in cui i manufatti in “Moplen” che si consideravano la frontiera dei nuovi utensili, e, da bagnarola o “rinali” c'era la corsa ad accaparrarsi questi prodotti avveniristici. So anche di qualcuno che ha rinunciato ad antiche porcellane per servizi di piatti “Moplen”. Per fortuna in casa abbiamo resistito al richiamo di queste sirene…Le calzature si potevano invece acquistare “nto negoziu di “Pappici”. La merce era in prevalenza esposta fuori dal negozio che era gestito da una signora con aria molto riservata.
Da Granata invece, vicino alla farmacia del Dott. Silvestro vendeva prevalentemente granaglie. Era gestita dalla anziana signora a cui dava una mano saltuariamanente la figlia, maestra elementare, che ricordo come una giovane donna distinta, alla guida di una Fiat 600, vettura trasversale a tutte le maestre del tempo, da Giuseppina Costa alla maestra Falanga. Se torniamo rapidamente verso San Pietro, c'era la bottega del vinaio Carnevale. A “putia” contrastava con i titolari. Il luogo non era altro che un magazzino senza neppure pavimento, con le botti e le damigiane allineate lungo i muri con poca luce...
Una specie di antro del Minotauro, mentre i gestori me li ricordo sempre eleganti e gentili. Gestivano quello spaccio con la signorilità con cui avrebbero potuto gestire la pregiata enoteca di una grande città. “Supa u timparuozzu” c'era “a Putia da Nannina”. Bancone in formica e zinco, damigiane “ca pinoccia” sopra il punto di mescita. Due cose ricordo, La signora “Nannina” giunonica e con le labbra pittate da un marcato rossetto e le “pinocce” delle damigiane con un rubinetto rosso all'interno di uno sportellino metallico dello stesso colore. A quella età cosa non avrei dato per portarmi a casa una damigiana dallo sportellino rosso... D’estate vendeva anche il ghiaccio. A Sant'Anna ricordo la piccola cartoleria Amendola, odorosa di carte antiche, negozietto dove trovavo la mia penna preferita la “Lyretta” che molti anni dopo ho ritrovato con commozione alla Libreria Feltrinelli di Largo Argentina, a Roma, ed un particolare tipo di penna Bic a scatto laterale, ritrovata anch'essa tanti anni dopo in vendita ad Amsterdam. Un tuffo al cuore.
C'erano poi le “chianche” dei macellai, che a me un pò mettevano soggezione. “I chianchieri con i loro grembiuli eternamente insanguinati, quarti di bue che entravano ed uscivano dai frigo, “cuinigghi scurciati” ed altre amenità, non invogliavano la mia permanenza in quei luoghi. Devo questo anche alle minacce che ricevevo in casa a motivo delle mie malefatte “ti scuorciu cumu un cunigghiu”, oppure “cu niervu ti dugnu”. Oggi un genitore che pronuncia frasi cosi sarebbe stato indagato dalle Magistrature Superiori, la prole sottratta alla patria potestà, affidata ad una casa famiglia e posta in cura presso un noto psico pedagogista.
Ma allora per fortuna tutto questo non avveniva. Sapevo benissimo che nessuno mi avrebbe mai scorticato e queste minacce servivano anzi ad affinare il sistema difensivo – elusivo, molto utile anche negli anni della maturità. Ciò che mi colpiva nelle “chianche” era il sistema di peso della carne. Non c'erano le bilance elettroniche ma delle rosse Berkel con un cruscotto enorme e tondo. Il “chianchiere” lanciava letteralmente la carne sul piatto della bilancia, l'ago roteava alla velocità della luce e sentenziava con voce che non ammetteva repliche “un chilu, bon pisu “. Devo dire che per la carne non ho mai avuto attrazione, come alimento, fatto salvo per le “fettine svizzere” o hamburger “a sasizza cu finuocchiu” , tutte da cuocere rigorosamente “nto cufuni e u capuliatu” con il quale “si facianu i pruppetta cu sucu o u pruppettuni, puru i badduottuli, ma chisti ultime un mi piacianu tantu assà”.
In macelleria sia andava a compare la carne solo quando arrivava e veniva macellato “u voi i Filicudi” di solito alla macelleria di Leone. A casa l'annuncio della disponibilità di carne filicudara veniva enfatizzato come un evento imperdibile e l'acquisto della bistecca era d'obbligo. A me la bistecca non piaceva, meno che mai la cotoletta, ed anche se ero ben lungi dalla mia conversione alla dieta vegana, il rifiuto di cibarmi della bistecca filicudara provocava in casa le minacce di cui sopra .Ed il loop si chiude…
Ovviamente c'erano anche diverse pescherie, dove il pesce veniva “vanniatu” ( bandito ) al grido di “vivu vivu”, senza amplificazione, con decibel degni di un concerto rock, anche quando l'acquirente si trovava ad un metro dal “vanniaturi”. C'erano tante altre botteghe, c'erano gli artigiani: calzolai, sarti, venditori di stoffe a metro...Non erano asettici luoghi di cessione di beni e servizi, ma istituzioni sociali, dove si andava a parlare, a sfogarsi, ad incontrare altre persone ed il tutto contribuiva in modo chiassoso e colorato a rendere vivo il paese tutto l'anno, perché non chiudevano mai e cosi la sensazione di essere parte di un tessuto sociale vivo aiutava a superare l'inevitabile senso di isolamento che sopratto in inverno assale gli abitanti di questi scogli. Le botteghe del tempo avevano delle caratteristiche comuni.
Gran parte delle derrate erano esposte davanti al negozio, lungo il marciapiede. La tecnologia condivisa era la grande affettatrice rossa e la bilancia dello stesso colore, quasi sempre di marca “Berkel”. I legumi in sacchi, ogni sacco corredato di sassola per riempire il “beco” o sacchetto di carta, che insieme al “cartoccio” che era un ingegnoso modo di dare il “package” per formaggio grattugiato o caffè macinato, costituivano gli involucri che venivano portati via “ nta retina da spisa” o in capienti borse in similpelle. Tornando a casa non si riempiva un sacco di rifiuti in plastiche solo per avere acquistato “na mela nnu Campagnuolo o nni Lucchisi nta scinnuta a Marina, per esempio. Chi legge queste righe, ora che in una giornata si fa il giro del mondo , non può comprendere appieno ma è bene che sappia .
Le nostre isole erano lontane mille miglia dal resto del mondo, il gap socio culturale era elevatissino, la scolarizzazione media a livello di istruzione elementare. Chi terminava le secondarie veniva considerato “u prifussuri” e rarissimi erano i laureati. La televisione in casa era un bene raro, c'erano i giornali si e per fortuna, il cinema. Pochi i luoghi di aggregazione se si eccettuano i bar e non tutti. I contatti sociali con l'esterno si svolgevano soprattutto in estate con l'arrivo di quei pochi turisti che stava incominciando a visitare le Eolie. L'inverno, vi posso assicurare era molto lungo. Forse per questo, tutte quelle botteghe chiassose e colorate facevano sentire, al di la delle loro funzioni commerciali , un senso di vitalità sociale che contribuiva a sentirsi ancor di più compagni di viaggio. Certamente meglio di questo tempo presente con tanti negozi stagionali , chiusi i quali il paese sprofonda in un lungo letargo.
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ULTIM'ORA. La nave dei rifiuti è stata sistemata ma è ancora ferma in porto per le condizioni meteo marine avverse.
NOTIZIARIOEOLIE.IT
Chiediamo al Comune di Lipari di riconfermare il progetto dell’Eolian service srl & partners di un impianto per la raccolta e la riduzione volumetrica dei rifiuti differenziati e il compostaggio da realizzarsi a Panarea in località Punta Palisi.
Tale progetto, per cui sono stati stanziati 2.050.000€, è stato approvato all’unanimità e dichiarato immediatamente esecutivo, dalla giunta Comunale il 10 Agosto 2022.
La Comunità di Panarea chiede a gran voce che venga realizzato questo progetto.
Firmate per risolvere il problema che affligge Panarea con la spazzatura.
Associazione Noi di Panarea
L'intervento
di Gianni Iacolino*
La nave Green Lipari oggi sembra riparata. Domattina avrà il controllo da parte del Rina e verso mezzogiorno dovrebbe essere operativa, facendo gli opportuni scongiuri.
La presidente Meloni finirà col ritornare nuovamente insieme al compagno proprietario di un Porsche cabrio del 2006 che mantiene un valore di oltre 76.000 euro completo di retromarcia, esenzione bollo e con assicurazione storica. E con la marcia indietro, la Meloni è tornata anche sulla cedolare secca che mantiene il prelievo al 26 per cento ma solo per alcune locazioni. Ma il giallo della vicenda o meglio il verde aveva dato il via, nonostante le riassicurazioni, quando alcuni cittadini si sono visti bloccare il conto corrente a seguito del bliz delle Agenzie delle Entrate, senza alcun preavviso dato anche alla Meloni (comunque tale procedura di pignoramento immediato viene applicata in Spagna e anche in Francia).
Proprio così. Nonostante l'articolo "Io Si tu no del Notiziario" e la smentita immediata della Meloni che riassicurava i contribuenti dalla inesistenza di un pignoramento "senza preavviso" da parte dell'agenzia delle Entrate, si è verificato il fatto increscioso. Infatti, l'Agenzia delle Entrate, incurante della Meloni e della sua appassionata vicenda sentimentale, ha bloccato immediatamente e senza alcun preavviso tutti i c/c dei morosi fiscali. Alle Eolie gli interventi del bloccaggio sono stati sei, (Salina esclusa). Questa procedura illegittima e dittatoriale sta diventando un giallo mentre la Meloni arrossisce sempre di più per le sue diversamente verità.
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Info commerciale. Lipari, a Marina Lunga "L'Officina dei Ricambi" di Salvatore Stramandino
L'Officina dei Ricambi di Salvatore Stramandino è a Marina Lunga di Lipari: ricambi per auto e moto, noleggio, vendita scooter, mezzi elettrici e prodotti pulizia nautica.
L’analisi del Ministero dell’Economia ha fotografato la realtà e ne dà una spiegazione sul lavoro sommerso. Nel settore terziario, in tutta Italia, c’è molto sommerso, specie nei servizi alle persone dove raggiunge il 34%. La relazione ministeriale segnala poi, in generale, che la voce più rilevante a livello nazionale tra quelle relative alle transazioni in nero è, come ogni anno, l’evasione dell’Irpef da parte dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese. Secondo le stime del ministero, nel 2020 sono stati evasi 28 miliardi e 212 milioni di Irpef. I lavoratori autonomi e le piccole imprese non pagano in media il 69,7% delle imposte sul reddito che dovrebbero versare ogni anno allo Stato, una percentuale che nel 2016 era del 66,4%.
Considerando anche le altre imposte, come l’Iva, l’Ires, l’Irap e il canone Rai, l’evasione fiscale ammontava nel 2020, in tutto il Paese, a 69 miliardi. Aggiungendo nel calcolo l’Imu e le accise sui prodotti energetici, il totale sale a 76 miliardi e diventa di 86 miliardi se consideriamo anche l’evasione sui contributi, sia quelli a carico del lavoratore dipendente che quelli del datore di lavoro. Ottantasei miliardi di evasione fiscale sono comunque un passo avanti, un calo del 18% rispetto al 2016, quando l’evasione sfiorava i 107 miliardi.
Contro l’evasione, le amministrazioni comunali hanno lo strumento delle cosiddette segnalazioni qualificate, che trasmettono all’Agenzia delle Entrate o alla Guardia di Finanza per evidenziare potenziali comportamenti evasivi o elusivi. Il risultato di questa attività è un beneficio in termini di emersione della base imponibile e di maggiore gettito.
ISOLA ODORE foto Marcello Acunto
Escono e vanno.
Senza sapere dove.
Si arresta la vita
con l’affanno di sempre
mentre il mare rotola tutto
e tuti lasciano che riporti
al mittente oltre le spighe
del grano antico con l’odore
della salsedine amara.
Fermare l’isola è ancora presto
perché la rivoluzione non dona
il tempo esatto del momento.
CONTROCORRENTEOLIANA: QUESTIONARIO
Chi è il turista medio eoliano? Quanti giorni trascorre alle Eolie? Dove alloggia? Cosa mangia? Quante giornate di spiagge organizzate consuma? Quanto spende per le gite organizzate in barca? Quale mezzo affitta? Che genere di souvenir si porta a casa? Quanto spende in media per una vacanza alle Eolie? Da dove arriva? Se pensa di ritornare? Come ha trovato le isole?
VERO&FALSO
-Politico eoliano domanda.
-Elettore eoliano risponde.
INFORMAZIONEXINFORMAZIONE-ll Notiziario si legge e si ascolta con il lettore automatico
LIPARI, VENDESI RUDERE DI CIRCA 100 MQ CON 20 MILA METRI QUADRI DI TERRENO IN LOCALITA' PANORAMICA E SPETTACOLARE. IN UNA VERA E PROPRIA OASI NATURALE DI VERDE. SI AMMIRANO IL MARE, I FARAGLIONI E IL CENTRO ABITATO DELL'ISOLA. IL TUTTO DOVE IL SILENZIO REGNA SOVRANO INFO 3939718272
Le Eolie superano il test "Mirabilia" e si candidano come meta per eventi complessi di importanti dimensioni. Dopo otto anni, Mirabilia - la fiera del turismo culturale - torna nelle Isole Eolie in versione ampliata e lo fa in grande stile con un’operazione che coinvolge circa 500 partecipanti in quattro giorni dal 13 al 17 ottobre. Un programma articolato di eventi che per i primi due giorni ha visto due delegazioni di buyer internazionali esplorare le isole Eolie sottoponendoli a un concentrato di paesaggi mozzafiato e di emergenze culturali e naturalistiche caratterizzanti il sito UNESCO delle Isole Eolie. Gli operatori esteri del turismo hanno avuto la possibilità di visitare 5 isole in due giorni, mentre quelli del settore enogastronomico hanno fatto una full immersion di un giorno tra i principali produttori di capperi e vino di Lipari e Salina.
Pur non disponendo di strutture ricettive con capienze tali da ospitare per intero le diverse delegazioni (buyer turismo, buyer food, seller, presidenti e segretari delle Camere di Commercio, relatori e ospiti), grazie ad un approccio integrato e coordinato, è stato possibile distribuire i partecipanti in modo funzionale alla gestione dell’evento forti di una logistica interna a rete composta da bus e taxi che ha consentito di volta in volta di garantire la presenza dei delegati nelle diverse location per i talk, i B2B, le cene, le escursioni e le occasioni di intrattenimento.
Anche per la logistica esterna è stato necessario adottare un approccio intermodale che ha consentito di trasferire i partecipanti con navette, pullman, aliscafi e navi in base ai diversi giorni/orari, mezzi e località di provenienza e permanenza.
L’evento è stato organizzato dall’Associazione Mirabilia Network e dalla Camera di Commercio di Messina che ha individuato in Federalberghi Isole Eolie il partner locale per l’organizzazione dei servizi e della logistica. Le aziende partecipanti ai workshop state individuate dalle 21 Camere di Commercio aderenti al network Mirabilia, caratterizzato per la presenza di siti UNESCO nei propri territori, con apposite circolari, trasmesse ai propri iscritti con codici ateco riconducibili ai settori del turismo e dell’enogastronomia.
I 54 buyer del settore turismo sono stati individuati da Italian Exhibition Group (IEG), mentre quelli del settore enogastronomico (circa 65) sono stati selezionati da Assocamerestero e dall’Istituto per il Commercio Estero. I relatori del convegno – incentrato sulla cucina italiana nel mondo e su turismo culturale e mobilità – sono stati selezionati dall’Associazione Mirabilia Network e dalla Camera di Commercio di Messina.
Nel corso dell’evento c’è anche stata l’opportunità di definire un importante accordo tra il CONAI e i Comuni eoliani per l’individuazione di azioni tese a migliorare il ciclo di raccolta e gestione dei rifiuti. Soddisfatto il presidente di Federalberghi Isole Eolie, Christian Del Bono: si è trattato di un test notevole per il nostro territorio che ha risposto bene alle sollecitazioni di un evento di dimensioni importanti che aveva necessità particolari, come la gestione di attività ed eventi in parallelo. Il tutto è stato possibile grazie alla selezione di fornitori e risorse umane esperte e di qualità ai quali va il nostro plauso.
Così come occorre sottolineare l’impegno e la volontà dell’Associazione Mirabilia e della Camera di Commercio di Messina per aver ritenuto di offrire alle Eolie un’opportunità di valorizzazione e di promozione di primaria importanza, premiata dall’eccezionale presenza di un gran numero di autorità in rappresentanza del Governo, della Regione Siciliana e dei vertici delle Camere di Commercio e di Unioncamere.
Va, altresì, sottolineato l’apporto degli studenti dell’Istituito I.E.C. Vainicher di Lipari che, in alternanza scuola lavoro, hanno consentito di migliorare l’assistenza agli ospiti tanto nelle tre diverse location dell’evento quanto presso le numerose strutture ricettive coinvolte, così da contribuire a compensare gli effetti della particolare distribuzione sul territorio.
i LAVORI SI SONO SVOLTI PRESSO LE SALE CONVEGNO DEGLI HOTEL "AKTEA" E "TRITONE"
La Senna è inquinata e i nuotatori si rifiutano di buttarsi in acqua per le prove di qualificazione di nuoto. Il Turismo va a gonfie vele e si prevede un boom a Parigi e dintorni. "Svummicannu"gia genti di ogni paesi , vicini e luntani "Che Diu na manna bona!!".
Noi guide saremmo i valorosi soldati di questo scompiglio che arriva , visto che il Louvre , Versailles I Castelli della Loira non chiudono i battenti per questo periodo olimpico. Macron si sfrega gia le mani "pour l'argent" che arriva !!! Ieri quando una giovane coppia di cinesi mi chiese , al louvre , durante una mia visita il "perche di tanta Italia in quel museo ?"
"Che loro pensavano a Marco polo a Napoli alla pizza o al mandolino!!!" Risposi "Siete lontani dal conto ci vorrebbe un secolo intero per spiegarvi l'Italia e la sua arte!! " Per l'anno prossimo sono occupato con le Olimpiadi ma se ritornate a Parigi fra qualche anno datemi un colpo di telefono e vi spieghero una parte del tutto Italia!!!!!
a proposito della foto relativa alla "c...." in spiaggia vorrei dire alle autorità preposte, create un'area cani come in tutti i comuni che si respettano con tanto di regole e servizi e multate chi porta i cani in spiaggia, per esempio me, altrimenti non lamentatevi.
Molto meglio la spiaggia che funge da lettiera che sui marciapiedi o per strada dove è un impresa riuscire a pulire e dove rimangono sempre cattivi odori e soprattutto dove ci sono mamme con i passeggini che rischiano di passarci sopra con le ruote e portarsi tutto in casa.
I furbi ci sono e ci saranno sempre. Ho visto gente sotterrare anziché raccogliere. E sono quelli che non dovrebbero mai avere un cane perché sono la vergogna del loro stesso cane!!!!
E poi ci sono anche cani lasciati liberi senza controllo. Non sempre ciò che si pubblica corrisponde a verità. Le famiglie per bene e con tanto di educazione civica e rispetto, certe cose non le fanno, nemmeno se possiedono 100 cani.
Come vedi il mio impegno di chef continua anche la domenica. Non mi fermo mai. E mi ha fatto molto piacere che il mio impegno come chef l'avete potuto ammirare anche voi nella vostra splendida visita che mi avete fatto nei giorni scorsi, gustando soprattutto le mie pietanze e anche dei miei amici italiani che vivono qui e che quasi tutte le sere ci hanno invitato a cena.
E questa è anche un'occasione per ringraziarli. Avete visto nelle foto che pasta, che salmone che cannoli?
Un caro saluto a voi, a tutti i miei parenti e ai tanti amici eoliani e se Dio vorrà ci rivedremo a Natale a Lipari.
RISSA DEL 13 AGOSTO A PANAREA, SCOPERTI GLI AUTORI. 4 GIOVANI DENUNCIATI DAI CARABINIERI. AVANZATA ANCHE LA RICHIESTA PER L’IRROGAZIONE DEL DASPO URBANO.
I Carabinieri del posto fisso stagionale di Panarea hanno identificato e denunciato all’Autorità Giudiziaria quattro giovani di età compresa tra il 18 ed i 25 anni, presunti responsabili della rissa, avvenuta nella notte del 13 agosto scorso all’esterno di un locale della movida dell’isola. L’attività investigativa condotta dai Carabinieri, attraverso approfonditi accertamenti ed all’analisi dei filmati estratti dalle telecamere di sorveglianza, ha permesso di risalire all’identità dei giovani. In particolare, i militari dell’Arma hanno accertato e documentato le fasi dell’alterco, generato da una discussione scaturita per futili motivi tra 4 ragazzi che sono poi passati ai fatti, colpendosi a vicenda con calci e pugni, e generando così una rissa in cui uno di loro è rimasto lievemente ferito.
I 4 giovani sono stati pertanto denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, guidata dal Dr. Giuseppe Verzera. Nei loro confronti, i Carabinieri hanno altresì avanzato la proposta per l’irrogazione della misura di prevenzione del D.A.C.U.R. (daspo urbano), che impedisce, a chi si è reso responsabile di atti gravi, di frequentare le zone urbane più affollate e della movida.
L'incontro dei vulcani...
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Aveva 99
Ai familiari le condoglianze del Notiziario delle Eolie
"Rilievo topobatimetrico di dettaglio e prelievo marino per indagini sedimentologiche di dettaglio".
E' effettuato dalla ditta Hypro S.r.l. che ha ha comunicato al Comune di Lipari l’effettuazione di indagini ambientali in località Canneto di Lipari.
L’autorizzazione è stata rilasciata dall'assessorato regionale territorio ed ambiente - struttura territoriale dell’ambiente di Messina.
I lavori proseguiranno fino a giovedì 9 novembre. In particolare la società effettuerà rilievi batimetrici propedeutici alla realizzazione di interventi di riequilibrio litoraneo ed adeguamento delle opere di protezione della spiaggia in località Canneto. Il litorale da Papisca fino a Punta Castagna negli ultimi anni è stato continuamente interessato da continui crolli dei costoni.
Ed già nella scorsa primavera è stata ampliata l’nterdizione di aree demaniali marittime, zone costiere e coste a picco sul mare per il pericolo di crollo e dove vi e’ evidente accumulo di materiale franato”. Ordinanze erano state emesse sia dal tenente di vascello dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari Mario De Bellis e dal sindaco Riccardo Gullo.
Il comandante di porto in questa occasione ha emesso una nuova ordinanza giacchè nelle aree di mare fino all'ultimazione dei rilievi, è vietato a meno di 30 metri dai mezzi operanti di navigare, ancorare e sostare con qualunque unità sia da diporto che ad uso professionale ed anche praticare la balneazione ed effettuare attività di immersione con qualunque tecnica. I trasgressori saranno sanzionati.
NOTIZIARIOEOLIE.IT I DIVIETI ALLE EOLIE
i divieti di balneazione anche per il rischio crolli. L’elenco completo è stato diffuso con una ordinanza del sindaco di Lipari Riccardo Gullo che abbraccia sei delle sette isole Eolie.
L’elenco delle spiagge vietate Lipari: Da Punta Castagna a Capo Bianco per una lunghezza di 750 metri; Pietra Liscia, Arena, La cava, White Beach 2130; Canneto Sparanello 320; Monte Rosa Sea Light 2900; Porto delle Genti Hotel Carasco 380; Praia Vinci, Grotta degli Angeli, Valle Muria 3950; Vulcano: Zona Roja, Cono della Fossa, Cala Rossa 3400, Gelso da Casa Marrara a Spiaggia dell’Asino 320; Grotta del Cavallo Panarea: Da Caletta Timpone a Corvo Iditella 900; Capo Milazzese e Isolotti adiacenti. Stromboli: Sottostante abitato, Petrazza e Strombolicchio; Ginostra: da Punta La Bronzo a Punta le Chiappe 5 mila 50. Filicudi: da Grotta del Bue Marino a Punta Stimpagnato, Scoglio la Canna. Alicudi: versante di Ponente 4 mila 400.
Il divieto per bagni riguarda il periodo 1 maggio 31 ottobre 2023. Per far rispettare le ordinanze ci saranno controlli da parte delle forze dell’ordine. Anche nell’isola di Salina, nel Comune di Malfa il sindaco ha emesso una ordinanza che prevede divieti di balneazione in alcuni tratti di mare. E fa seguito ad una relazione dell’Asp di Messina, laboratorio di sanità pubblica e si è anche pronunciato l’assessorato regionale della salute, dipartimento attività sanitaria ed osservatorio epidemiologico.
I tratti di mare interessati sono: l’area portuale nel versante che va al lato est del porto al lato ovest per una lunghezza di mare di 300 metri e ancora a Pollara da scalo di alaggio a Fili di Blanda già interessata dall’ordinanza dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari per una lunghezza di metri 2 mila 380, l’area che va dalla località Punta Perciato a Punta Fontanella per una lunghezza di 1960 metri, area località Scario per circa 400 metri e da località Galera a Sopra Liuzzi per di 3 mila 620 metri. Salva la spiaggia di Pollara e il tratto balneare. Il litorale è interessato da un progetto di ripascimento portato avanti dalla giunta della sindachessa Clara Rametta e dalla messa in sicurezza del costone.