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Eventi e Comunicazioni
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Lipari - Violenta mareggiata alle Eolie e a Canneto, ha invaso anche la strada principale. Bloccata la circolazione automobilistica. Per tutta la mattinata mareggiate anche a Marina Lunga e Marina Corta e nelle isole minori per il vento molto forte che soffia da est-sud-est. In mattinata garantita qualche corsa di aliscafi poi anche per la precarietà delle strutture portuali è scattato il fermo da e per Milazzo. Una paziente con problemi ostetrici con l'elisoccorso del 118 è stata trasferita in un ospedale del messinese.
METEO EOLIE
Pioggia Temperatura: 11°C Umidità: 86% Vento: forte - ESE 33 km/h Situazione alle ore 17:00
Pioggia Temperatura: 10°C Umidità: 84% Vento: forte - ESE 33 km/h Situazione alle ore 11:30
Pioggia Temperatura: 10°C Umidità: 84% Vento: forte - ESE 33 km/h Situazione alle 8,30
Dalla giornata di oggi, con nota a firma del dirigente generale dipartimento prevenzione strategica dellassessorato della salute, si precisa che tra le prestazioni indifferibili e pertanto da garantire indipendentemente dalla classe di priorità devono essere considerate il percorso nascita con sorveglianza sulla madre e sul feto ed i pazienti cardiologici sottoposti ad impianti device.
*Direttore sanitario Ospedale di Lipari
LIPARI - Nell'ospedale di Lipari è stato avviato nuovamente il percorso nascita. Lo comunica il direttore sanitario Enzo Compagno. "Da oggi - afferma - con nota a firma del dirigente generale dipartimento prevenzione strategica dell'assessorato regionale della salute, si precisa che tra le prestazioni indifferibili e pertanto da garantire indipendentemente dalla classe di priorità devono essere considerate il percorso nascita con sorveglianza sulla madre e sul feto ed i pazienti cardiologici sottoposti ad impianti device".(ANSA)
L'INTERVISTA A BARTOLO CAPPADONA CHE RINGRAZIA IL NOTIZIARIO DELLE EOLIE ONLINE E CHI HA AUTORIZZATO IL PERCORSO NASCITA MA L'OBIETTIVO ADESSO DOVRA' ESSERE LA RIAPERTURA DEL PUNTO NASCITE
L'INTERVISTA A BARTOLO CAPPADONA CHE RINGRAZIA IL NOTIZIARIO DELLE EOLIE ONLINE E CHI HA AUTORIZZATO IL PERCORSO NASCITA MA L'OBIETTIVO ADESSO DOVRA' ESSERE LA RIAPERTURA DEL PUNTO NASCITE @PaoloLaPagliahttps://t.co/lQ3dhYVtKMpic.twitter.com/dxhQvXTMkt
Sentita la Direzione Filiale Messina 2 Provincia, che si ringrazia per la collaborazione e la disponibilità, si rendono note alla cittadinanza le disposizioni relative alle modalità di apertura e accesso degli uffici postali del Comune di Lipari per i prossimi giorni, in occasione del pagamento delle pensioni del mese di aprile.
L’orario d’apertura a partire da domani 25 marzo e fino al 1 aprile sarà 8:20/13.35.
1) LIPARI – Ripartizione degli accessi per Cognome
- 26 marzo dalla A alla B
- 27 marzo dalla C alla D
- 28 marzo dalla E alla K
- 30 marzo dalla L alla O
- 31 marzo dalla P alla R
- 1 aprile dalla S alla Z.
2) ALICUDI
- 27 marzo dalla A alla Z
3) FILICUDI
- 28 marzo dalla A alla Z
4) PANAREA
- 27 marzo dalla A alla Z
5) STROMBOLI -– Ripartizione degli accessi per Cognome
- 27 marzo dalla A alla D
- 30 marzo dalla E alla O
- 1 aprile dalla P alla Z
6) VULCANO PORTO – Ripartizione degli accessi per Cognome
- 26 marzo dalla A alla D
- 27 marzo dalla E alla O
- 28 marzo dalla P alla Z.
Restano chiusi, per il momento, tutti gli altri Uffici Postali.
Si rammenta che le pensioni del mese di aprile per i pensionati titolari di un Conto BancoPosta, di un Libretto di Risparmio o di una Postepay Evolution, saranno accreditate in anticipo il 26 marzo e che è inoltre sempre possibile il prelievo da Postamat, senza accedere allo sportello.
Si raccomanda, durante l’eventuale attesa, di rispettare la distanza interpersonale di sicurezza di almeno 1 metro.
Panarea vive in un paradiso tutto suo. C'é purtroppo, come in tutte le comunità, chi gradisce fare un salto all'inferno. Però bisogna ricordare che non tutti sono d'accordo ad andare a trovare il diavolo. Stiamo calmi e tranquilli e se questa prigionia deve durare, continuiamo. Ricordiamoci e ricordiamo le provviste alimentari altrimenti si possono dare veramente i numeri.
Il Notiziario si legge e si ascolta
LE RICETTE DI PINA CHE FANNO LECCARE I BAFFI
Soufflè di formaggio
Ingredienti: 80 gr. di farina, mezzo litro di latte, sale, una presa di paprika, 150 gr. di emmenthal grattugiato, 50 gr.600 di parmigiano grattugiato, 4 tuorli, 4 bianchi di uovo montati a neve.
Preparazione: diluire la farina con il latte e sul fuoco basso, mescolando in continuazione, farla diventare una salsa abbastanza densa, farla raffreddare, salare ed incorporare la paprika, i formaggi grattugiati ed i tuorli d’uovo. Incorporare poi i bianchi d’uovo battuti a neve, mescolando con cura. Mettere il composto in uno stampo per sformati imburrato e nel forno a freddo portarlo a 180 gradi ed in circa 40 minuti portarlo ad un colore marrone-dorato. Servire immediatamente altrimenti si sgonfia. Se tu ci credi o no, a casa mia si mangiava assieme alle albicocche cotte ed era la fine del mondo! Oggi, temo, non lo digerirei più.
Da alcuni giorni a Wuhan, le autorità hanno deciso di far riprendere i matrimoni. Lo stop alle nozze era stato uno dei primi provvedimenti per evitare gli assembramenti e quando Pechino lo aveva preso, aveva generato ironia e perplessità nel mondo.
Adesso stanno lasciando l’Hubei, la regione di Wuhan, un nutrito gruppo di quasi 3.700 unità, tra medici e infermieri arrivato nella zona dal resto della Cina per il contenimento del coronavirus. A Wuhan è operativa la quarantena obbligatoria di 14 giorni e a proprie spese per tutti gli arrivi dall'estero. Un altro segno che mostra come l’ex epicentro del virus ora abbia bisogno di difendersi dai possibili contagi di ritorno. Un buon esempio che quando il mondo vincerà la battaglia con il contagio, inizierà il momento per evitare un secondo picco.
ISOLA MOMENTO
Graffiati dalle pietre di confine
con l'amore che “giadava”
con il solito splendore.
Il mondo che appare e scompare
nella sua funzione storica
di un momento assurdo.
Fra sassi e conchiglie
si scoprono meraviglie
con un mare di verità
che lascia seccare
la nostalgia al sole d'inverno.
Giocattoli duraturi col nome di pietre
che fanno da strada e da cammino.
Anche loro respirano e nascondono
i passi della vita che capiscono tutto.
Quasi come bacchette di maestri
coordinano i movimenti dei suoni,
anche quelli delle cicale.
CONTROCORRENTEOLIANA: TERRAZZI
Nel tutti in casa, in giardino e in terrazza. Tutti attaccati a internet. Le giornate di guerra al nuovo coronavirus Covid 19 vede gli eoliani in gran parte rintanati nelle proprie abitazioni ma collegati virtualmente con il mondo grazie alle tecnologie e agli appuntamenti spontanei nati proprio nel corso di questi giorni come flash-mob dai balconi.
Proprio i terrazzi sono diventati il ridotto campo di una battaglia che va combattuta senza mettere il naso fuori dalla propria trincea. Troppo alto il pericolo di vedersi colpiti da un colpo del coronavirus cecchino terribile e invisibile che non fa sconti a nessuno e non guarda l’età della potenziale vittima. Le giornate di sole sono l’occasione, per chi ha la possibilità, di trascorrere la mattina di sole e il pomeriggio già primaverile in terrazza degustando caffè, gelati, aperitivi e addirittura pranzi.
VERO&FALSO
-Politico eoliano spreme.
-Elettore eoliano preme.
-Ginostra presenterà portobello.
-Cantanti eoliani cercano balconi.
-Quattropani avrò un campo da golf e maglioncini.
-Filicudi coltiverà alberi di aragoste.
-”La metà di niente” é il libro per tutti gli eoliani.
Coronavirus: mille posti letto per la quarantena in alberghi della Sicilia
Almeno mille posti letto, distribuiti nelle province dell’Isola e ricavati dall’utilizzo di alberghi, residence, saranno riservati dalla Regione Siciliana a persone obbligate all’isolamento. Saranno pazienti positivi al Coronavirus, ma che non hanno necessità di ricovero in strutture ospedaliere. Entro ventiquattro ore sarà fornito alle Aziende sanitarie provinciali l'elenco delle strutture che hanno manifestato la propria disponibilità ad accogliere tali soggetti. Subito dopo, le Asp dovranno disporne una adeguata sistemazione.
E' quanto prevede una nuova ordinanza firmata dal presidente Nello Musumeci per far fronte all'emergenza provocata dal Covid 19. Aziende sanitarie e strutture alberghiere, che dovranno mettere a disposizione centinaia di camere da sanificare preventivamente, sottoscriveranno una convenzione che prevede, tra l'altro, il pagamento di un importo massimo a carico dell'amministrazione di trenta euro al giorno, in relazione alla classificazione in stelle della struttura.
«Ne stiamo cercando almeno una in ogni territorio provinciale per essere pronti - sottolinea il governatore siciliano - a un possibile picco dei contagi che richieda di tenere in isolamento i soggetti risultati positivi, ma che non presentano particolari sintomi. Abbiamo allertato le organizzazioni di categoria e contiamo su adeguate risposte all’avviso pubblico del dipartimento Salute. oglio dire anche - sottolinea Musumeci- che l’Agenzia nazionale per i beni confiscati ci ha messo subito a disposizione due strutture alberghiere, a Palermo e nel Trapanese, che contiamo di utilizzare. Un bel segnale di collaborazione istituzionale e un grazie al prefetto Bruno Frattasi per la disponibilità. In questo momento nulla può essere lasciato al caso e l'impegno di tutti diventa fondamentale per venirne fuori».
Gli alloggi saranno a uso esclusivo dell'utente in isolamento indicato dall'Asp e per il quale ci sarà il divieto assoluto di ricevere visite. Nella struttura, oltre al personale in servizio, potranno accedere soltanto ospiti designati dall'Azienda sanitaria, il personale medico e i fornitori autorizzati. Per tutti, naturalmente, verranno adottate le massime precauzioni.
Coronavirus, sullo Stretto bloccate 90 persone irregolari, Sindaco De Luca (Messina) : “Ci sono anche minori e donna incinta, per il Viminale è falso anche questo? Da adesso con nostra ordinanza attiveremo seri controlli tramite database”.
“In queste ore abbiamo constatato l’ennesima gravissima scoperta a Villa San Giovanni. A seguito di interlocuzioni con l’Assessore al ramo e il Sindaco del comune calabrese, mi è stato riferito che da due giorni ci sono 40 macchine ferme con 90 persone di cui 20 minori e 1 donna incinta che sono rimaste bloccate lì per irregolarità delle dichiarazioni. Alcuni sono anche partiti quando ancora era vigente la norma che consentiva gli spostamenti per fare rientro nella propria abitazione, residenza o domicilio, solo che mentre queste persone viaggiavano, il Governo ha eliminato tale ipotesi tra quelle degli spostamenti consentiti. Il risultato è che queste persone sono rimaste bloccate perché nel frattempo è intervenuta la nuova Ordinanza del Ministro della Salute, di concerto con quella dell’Interno, che vieta i trasferimenti tra i comuni. Continuo a non comprendere come faccia il Viminale ad affermare che tutto è in regola e che le persone che arrivano sullo Stretto sono autorizzate. A questo punto o il Viminale si permette di diffondere notizie errate oppure chi riferisce i dati al Viminale lo fa omettendo di dire la realtà dei fatti, che sono confermati dai numeri che io stesso ho verificato ieri notte, quando su 26 autovetture, 20 appartenevano a pendolari dello Stretto, e delle restanti 6, ben 3, cioè la metà, non avevano l’autorizzazione allo spostamento. La scelta perpetuata negli anni dal Viminale, di totale disinteresse verso il traghettamento dello Stretto e totale indifferenza verso il fenomeno del pendolarismo, in questo momento di estrema emergenza sanitaria, sta rendendo evidente a tutti la fragilità del sistema ed esponendo tutta la comunità siciliana al rischio di un contagio incontrollato e incontrollabile. Nonostante il divieto generale di spostamento e nonostante l’Ordinanza del Presidente della Regione Calabria, che aveva disposto la “chiusura” della Calabria, si è consentito a queste persone di arrivare indisturbate fino a Villa San Giovanni. Adesso queste persone, che non hanno alcun valido motivo per spostarsi, si rifiutano di tornare indietro e si sono accampate in un posteggio a Villa San Giovanni dove hanno ricevuto anche un pasto caldo e i generi di conforto. Ma si tratta di una situazione che non può essere trascurata, come sembra volere continuare a fare il Viminale, né tollerata, altrimenti si rischia di trasformare le sponde dello Stretto in una zona franca dove tutto è consentito. Attendiamo e pretendiamo delle risposte da Roma, che siano precise e soprattutto che si facciano carico di risolvere le situazioni che il Governo ha generato, emettendo provvedimento contraddittori, uno dietro l’altro. A riferirlo è il sindaco di Messina, on. Cateno De Luca, da ieri in presidio fisso sulla zona portuale della città, per evitare gli sbarchi incontrollati.
“In merito alla gestione dell’emergenza sanitaria – continua il Primo cittadino – ho deciso di evidenziare tutte le anomalie e le criticità del sistema di cui ero a conoscenza da giorni ma che avevo preferito non rendere pubbliche per non ingenerare paure nella popolazione. Ma quando mi sono reso conto che nei palazzi della Burocrazia dorata si guardava solo alla regolarità formale degli atti, infischiandosene della drammaticità della situazione reale e della disorganizzazione del sistema sanitario, sono intervenuto a modo mio, reclamando quello che è il ruolo e il dovere di un Sindaco, che è la massima autorità sanitaria locale. Nei giorni scorsi ho posto all’Assessore Razza e al Presidente Musumeci alcuni quesiti specifici sull’emergenza da coronavirus, per affrontare alcune situazioni concrete. Si sono resi conto che tali quesiti non avevano una pronta soluzione, in quanto non avevano pensato a tali concreti problemi. Intanto però la gente continua a morire. Nei primi di Marzo avevo denunciato la carenza di posti letto e nessuno mi ha smentito. Invito l’Assessore Razza a destituire i dirigenti sanitari che non sanno fare il loro lavoro. Nell’attesa io ci sto mettendo la faccia, anche perché fino a qualche giorno fa, i sindaci erano anche stati esautorati dalle proprie funzioni in virtù di poteri superiore che rivendicavano autorità ma che ora si stanno lavando le mani su tale vergognosa situazione”.
Questa notte abbiamo preparato un’ordinanza, la n. 75 del 24/03/2020 - conclude il Sindaco peloritano. Il testo impone ai Concessionari per il trasporto navale e ferroviario di pretendere una prenotazione dei titoli di viaggio on-line mediante istituzione di una banca dati condivisa, nella quale dovranno essere inseriti i nominativi dei passeggeri e le ragioni dello spostamento, il luogo di destinazione e l’indirizzo dove si dovrà trascorrere l’auto-isolamento. In attesa della risposta delle Istituzioni, abbiamo già cominciato a realizzare noi il database – abbiamo già affidato il compito a una ditta specializzata – che serva da controllo assoluto per gli accessi con la rete di vigilanza, e verificare l’effettuazione dell’auto quarantena. Le attività di prenotazione dovranno concludersi entro 24 ore dalla data dell’imbarco in modo da consentire le verifiche del caso. Tutelati i pendolari dello Stretto, che saranno agevolati perché non dovranno più sottostare ai doppi controlli quotidiani. Si registreranno una sola volta e riceveranno un codice che gli permetterà il transito quotidiano. L’istituzione di un’attività di check-point risulta essere l’unica modalità per evitare un accesso indiscriminato al territorio siciliano”.
Coronavirus, così l’aggiornamento nelle nove province della Sicilia++
Questi i casi di coronavirus riscontrati nelle varie province dell’Isola, aggiornati alle ore 12 di oggi (martedì 24 marzo), così come segnalati dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
In totale sono 8461 i casi positivi registrati dall'inizio, ma attualmente ne risultano 799 perché 27 sono già guariti e 20 deceduti. Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 43; Caltanissetta, 39; Catania, 272; Enna, 55; Messina, 133; Palermo, 158; Ragusa, 8; Siracusa, 48; Trapani, 43.
Il prossimo aggiornamento avverrà domani. Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.
Panarea assiste inerme e spera che tutto passi. Ma queste giornate di paura allungano il tempo di attesa della bella notizia. E' tutto come un giallo dove si aspetta l'arresto dell'assassino.
Al momento si curano le ferite, spesso gravi, ma c'é chi tende il trappolone al lupo cattivo di cui riusciamo ad immaginare il viso che ha la forma di una palloncino sospeso con le trombette. Prima o poi lo spilleremo per farlo esplodere. Battiamo le mani alla nostra sanità, che pur maltrattata, ha la forza di momenti di alta miracolosità.
Il Notiziario si legge e si ascolta
LE RICETTE DI PINA CHE FANNO LECCARE I BAFFI
Capretto alle Olive
Ingredienti (4-6 persone): 1 Kg di capretto a pezzi, 3 dl di vino rosso, 3 cucchiai di olio extra-vergine d’ oliva, 200 gr. di olive nere snocciolate e tagliate in 4 pezzi, sale e pepe.
Preparazione: adagiare i pezzi di capretto in un recipiente di coccio, irrorarli con l’ olio, salare, pepare e distribuirvi sopra le olive. Cuocere nel forno a 180-200 gradi per un’ ora o poco meno rigirando ogni tanto i pezzi e bagnandoli con il vino.
In poche settimane é stato fatto un balzo avanti di 20 anni. La potenzialità della rete e degli strumenti che sono a disposizione nei meandri delle icone di questa o quella piattaforma web fino a oggi sottoutilizzata. Forse, in futuro, si farà tesoro di questa esperienza anche in occasione delle Allerte Rosse quando la didattica non si fermerà di fronte a queste eccezionalità che possono essere ampiamente superate, soprattutto per il fatto che la saltuarietà di questi eventi è ampiamente assorbibile dal fatto che il giorno prima e il giorno dopo ci si vedrà in faccia.
Oggi, la sensazione è quella di essere buttato in acqua dove viene chiesto di imparare a nuotare. Ma esiste un Piano Nazionale Scuola Digitale che ha proposto una formazione diffusa sulle tecnologie, ormai da diversi anni, anche se è vero che la formazione in servizio, “obbligatoria, permanente e strutturale” secondo la legge della “Buona scuola” non sempre ha raggiunto tutti lasciando ampi margini individuali di scelta. La scuola italiana sta rispondendo bene e con entusiasmo.
ISOLA AURICOLARE
Vogliono passare la mano
per allungare la fiducia scomparsa
nell'isola sperduta e amara.
Il grande giorno dei mestieri
per la vita quotidiana
assaltata come una preda
ferita dai morsi misteriosi.
Avanti c'é posto nel vuoto
della musica silenziosa
gestita con l'auricolare.
Speranze che sbattono contro gli scogli
affettati dalle onde
e resi taglianti dalla salsedine.
Uomini cercano le donne in fuga
dal dolore e dalla mancata gioia.
Anche questa é vita.
CONTROCORRENTEOLIANA: DOMANI
Quali Eolie resteranno alla fine di questa cavalcata visusfregata?Prima o poi bisognerà lasciare il divano, le notizie, l'amore per la famiglia e ributtarsi verso la ricostruzione morale ed economica.
In questi momenti di apparente noi é necessario iniziare e riflettere affidandosi all'instinto commerciale che gli eoliani hanno sempre posseduto. Solo allora si scoprirà che Eolie sono rimaste.
VERO&FALSO
-Politico eoliano accorda.
-Elettore eoliano “scorda”.
-L'alta tecnologia sbarcherà ad Alicudi.
-Svelati i trucchi e segreti della bellezza eoliane.
Oggi è il 23 marzo. Il 23 marzo del 2011 mia figlia Arianna è stata rapita e sequestrata. Oggi sono 9 anni che manca al mio cuore, ai miei baci, ai miei abbracci e non mi sento di aggiungere altro. Un vuoto incolmabile, insopportabile, inaccettabile che cerco di vincere ogni giorno circondandomi della bellezza di un mondo che non ci vuole più e ha ragione. Devo ringraziare tutti coloro che, in questi anni che sembrano essere stati avvolti da una nebbia fitta e costante, mi sono stati vicino con il pensiero e con i fatti. Con le mani mi avete presa ogni volta che stavo precipitando, mi avete alzata ogni volta che sono stata buttata a terra. Tutto questo aiuto mi ha portata ad oggi, ad essere nel modo in cui mi vedete. Sono un po’voi, sono tutti voi. Un pezzo alla volta si formano le persone e si dà colore al mondo e alla vita. E si creano e donano più sorrisi ai bambini. Grazie
Tre hippy a bordo di una casa viaggiante: fermati per controlli anti-virus, poi «liberati»
di Carmela Santi
Una vecchia Renault 4 caffellatte si ferma ad un distributore di benzina sulla Cilentana. La ventura non passa inosservata. Ai carabinieri della compagnia di Vallo della Lucania diretti dal capitano Annarita D’Ambrosio arriva più di una telefonata. Quando i militari arrivano sul posto comprendono la preoccupazione degli automobilisti. A bordo della vecchia Renault 4 c’è l’inverosimile. Una casa viaggiante. Ancor più particolari le tre persone che scendono dall’auto. Tre hippy, due uomini e una donna intorno ai quarant’anni.
La storia che appare al limite del reale, soprattutto in questo periodo in cui i controlli sul territorio sono serrati per l’emergenza coronavirus ha destato non poca attenzione e perplessità. La comitiva sarebbe partita qualche settimana fa dalla Francia con destinazione la Sicilia dopo aver attraversato l’Italia. I carabinieri hanno chiesto l’intervento sul posto degli agenti della Polizia Municipale guidati dal capitano Antonio Musto. È stato sollecitato anche l’intervento del 118. I tre viaggiatori francesi scortati dalle forze dell’ordine hanno raggiunto il pronto soccorso dell’ospedale San Luca, tra l’incredulità di operatori sanitari e volontari. A bordo dell’auto anche un cagnolino. I tre sono stati sottoposti a controlli. Poi non presentando alcun sintomo sono stati liberati e sono ripartiti, tra lo stupore delle persone che li hanno incrociati. Una scena che in tempi normali non sarebbe passata inosservata ma che in tempi di coronavirus ha lascito la comunità di Vallo senza parole.(ilmattino.it)
L’A.O. Papardo in prima linea contro il covid-19: presentata la nuova struttura di Malattie Infettive
Una settimana di duro lavoro all’A.O. Papardo per mettere in cantiere il nuovo reparto di Malattie Infettive così come voluto dalla Direzione Generale e Sanitaria. Sorgerà in un’ala dell’Ospedale distante dagli altri reparti per garantire un protocollo di sicurezza indispensabile per il prosieguo dell’attività medica che si vuole preservare.
Sono stati attivati 11 nuovi posti letto nel reparto sito nella ex struttura cosiddetta “Papardino” e 6 posti di terapia intensiva. L’intero reparto è dotato delle più moderne attrezzature per far fronte all’emergenza da Covid-19. Il nuovo reparto è dotato inoltre della tecnologia che permette la pressione negativa, onde evitare potenziali contagi all’esterno. Nelle prossime settimane saranno disponibili ulteriori posti di degenza Covid e di Terapia Intensiva
“Siamo pronti a fare il nostro dovere, dichiara il Direttore Generale dell’A.O. Papardo Mario Paino, come stiamo già facendo. Da una parte nella cura dei pazienti ricoverati e che hanno contratto il covid-19, dall’altra per garantire l’analisi dei tamponi così come ci è stato richiesto dalla Regione per tutta la macro-area Sicilia orientale. Il nuovo polo di Malattie Infettive risulta essere una struttura all’avanguardia, nella speranza che i numeri andranno a decrescere dopo le misure di contenimento adottate dal governo. Restate a casa e non affollate il pronto soccorso, informate invece i vostri medici di famiglia e i numeri regionali dedicati all’emergenza. Un grazie va infine a tutti i medici e gli operatori sanitari impegnati in trincea a combattere il virus.”
Ho appena avuto conferma dalla prefettura di Messina che saranno ulteriormente intensificati i controlli sullo Stretto. Possono passare, alla luce del provvedimento nazionale, SOLO i pendolari che svolgono servizio pubblico, come sanitari, forze armate e di polizia. BASTA. Stiamo facendo sacrifici enormi e bisogna dare certezze a tutti i cittadini che questa fase è seguita con impegno.
Mi segnalano appena adesso che a #Messina stanno sbarcando dalla Calabria molte persone non autorizzate. Non è possibile e non accetto che questo accada. Ho chiesto al prefetto di intervenire immediatamente. C’è un decreto del ministro delle Infrastrutture e del ministro della Salute che lo impedisce. Pretendo che quell’ordine venga rispettato e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza. Il governo nazionale intervenga perché noi siciliani non siamo carne da macello!
*Presidente della Regione
di Carlo Ruta*
Dobbiamo prenderne atto: non esistono modelli, perché è mancata la capacità di pensarli in tempo, un attimo prima. Occorre quindi inventarseli, adesso. La storia stessa non offre punti di riferimento chiari. Sarebbe inutile ricercare precedenti nel periodo lungo per trarne lezioni decisive, perché la lotta contro le pestilenze, contro i morbi, fino a qualche secolo fa avveniva con mezzi inadeguati, i numeri degli infettati e dei morti erano immensi, i tempi per il ritorno alla normalità erano lunghissimi, perlopiù di anni, e la conoscenza in campo medico solo tra l’Ottocento e il Novecento ha fatto balzi in avanti decisivi.
Stiamo vivendo in realtà un disastro in progress, e ce ne ricorderemo per sempre. Ma occorre riflettere su quel che ancora è possibile fare per evitare, che in Italia, nel Nord soprattutto, oggi nelle «barricate», si sprofondi ancora. Il nostro Paese, lo si è detto già, non è la Cina, per tanti motivi. E tuttavia il governo italiano, nel vuoto quasi assoluto di punti di riferimento, storici e del presente, ha dovuto ispirarsi, per necessità, a quella esperienza. Dall’Oriente asiatico è arrivato un modello che appariva risolutivo e lo si è adottato. Ma proprio perché l’Italia non è la Cina, questo paradigma operativo si sta rivelando poco applicabile e, soprattutto, non risolutivo. Vi prego allora amici di seguire il mio ragionamento, perché credo che qui stia la chiave di tutto, e soprattutto dell’attuale situazione italiana.
La Cina, che conta circa un miliardo e 300 milioni di abitanti, non ha chiuso l’intero paese, dall’Oceano Pacifico alle frontiere con la Mongolia, a quelle occidentali con India, Pakistan e Kazakistan. Non avrebbe potuto adottare una soluzione del genere perché ne sarebbe derivato il più grande disastro umano della storia. Ha chiuso, ermeticamente, solo una provincia, quella di Hubei, che ha un numero di abitanti pari a quello italiano, e ha fatto tutto ciò nella maniera più determinata e totalizzante, con l’arresto di tutti i settori produttivi, inclusi gran parte di quelli strategici, lasciando attivi solo gli avamposti medici, potenziandoli anche, e pochissimo altro.
Ma ciò è potuto avvenire perché nei tre mesi che sono stati necessari alla eradicazione del morbo da quella provincia, l’altra Cina, con i suoi territori immensi, con il suo gigantismo economico e con il suo «restante» miliardo e 250 milioni di abitanti attivi, ha continuato produrre tutto l’occorrente per sé, e, in maniera piena e di fatto solidale, per la provincia immobilizzata. E sta qui la differenza con il nostro Paese.
L’Italia, come qualsiasi altra nazione al mondo, non può chiudere tutto perché collasserebbe dopo due giorni. Ha fatto comunque delle scelte, a gradi. Prima ha creato, con acume e ponderatezza, le zone rosse. Ma quando il timore di un contagio generalizzato ha preso il sopravvento, il Paese intero, dal Brennero alla Sicilia, è diventato di fatto, con decreti di emergenza, zona rossa. Quel che è avvenuto in queste due settimane è tuttavia ben noto: il virus continua ad alimentarsi ed è sempre più virulento. Si comprende allora, ad un esame disilluso dei fatti, che il provvedimento del Governo, pur importante, pur utile per tanti aspetti e perciò comprensibile, non può essere decisivo e conclusivo, anche dopo gli inasprimenti degli ultimi giorni. Per quali motivi?
L’Italia, come ogni altro paese, conta su una serie di settori economici e di attività pubbliche di rilevanza strategica che, anche nelle condizioni estreme, come quelle di una guerra devastante, non possono essere bloccati senza che si determini l’implosione materiale dell’intero sistema, economico, sanitario, sociale e civile. L’ho detto ieri ma è il caso di ribadirlo oggi, in maniera un po’ più argomentata. Non si possono fermare l’industria alimentare, la produzione agricola, l’industria farmaceutica, l’industria dell’elettricità, la gestione delle reti fognarie, la manutenzione degli autoveicoli, il trasporto merci e di passeggeri, il trasporto aereo, il trasporto marittimo, i servizi postali, i servizi di vigilanza, i servizi di pulizia urbana.
Non possono essere fermati inoltre: il sistema sanitario, gli organi amministrativi dello Stato, delle Regioni e dei Comuni, le attività di assistenza pubbliche e private, i corpi armati e i servizi di polizia, il sistema carcerario, i servizi funerari. E si sta parlando, si badi, solo degli ambiti più significativi.
Come si può ben capire, anche in tempo di coronavirus, si tratta di masse enormi di persone, nell’ordine di milioni, che giorno dopo giorno sono chiamati ad espletare le loro funzioni, vitali appunto, che implicano contatti materiali, relazioni, sinergie, scambi. E non può essere evitato, a ben vedere, che da questi milioni di cittadini attivi e cooperanti il morbo continui a penetrare nel vivo dell’Italia, quella che, per decreto, resta barricata in casa. È inutile illuderci: i numeri sono troppo grandi, trattandosi di milioni appunto, perché ciò non accada. Lo si è visto in questi giorni.
Nella stragrande maggioranza, questi italiani attivi hanno familiari con cui vivono, madri, mogli, mariti, figli, nonni, nipoti, e in determinate ore del giorno e della notte è naturale che si ritrovino in un focolare domestico. Si evince allora, da tutto ciò, che la chiusura in casa di gran parte della popolazione non basta. Occorre a questo punto altro. Il tempo è sempre più esiguo, e si è già quasi al marasma, come nel racconto dantesco del conte Ugolino, per metterla in metafora, con i padri che rosicchiano i figli.
Dopo quasi un mese di gestione di questa crisi, senza precedenti appunto, manca ancora l’essenziale, dai tamponi alle banali mascherine protettive, a ogni altro presidio sanitario, mentre numerose categorie di malati, per sopperire alla carenza di strutture ospedaliere e di operatori medici e paramedici nelle aree più congestionate dal contagio, vengono lasciati di fatto a sé stessi, spesso senza cura.
Quando ci vuole per porre fine a questo caos italiano a cielo aperto? John Rawls diceva che il governo di un paese bene ordinato, cioè civile, è legittimato a concepire la disuguaglianza solo in un caso: quando si tratta di assicurare pienezza di diritti ai più svantaggiati. In Italia, i più svantaggiati in questo momento sono diventati invece gli agnelli sacrificali. E peseranno come macigni nella coscienza di chi aveva e ha il dovere di prevenire e di fare il possibile per scongiurare il peggio.
Che fare, allora, per fuoriuscire da questa situazione apocalittica? Ritengo che ci possano essere ancora atti ancora atti importanti, con la consapevolezza comunque che siamo arrivati davvero all’ultima spiaggia. Anzitutto, credo che sia utile tornare alla differenziazione delle aree, e alla decretazione, per quelle più colpite, nel Nord, dell’arresto di ogni attività. Si lascino operare, in queste province, solo gli avamposti sanitari. Si faccia presto a potenziarli, a moltiplicarli, a porli in sicurezza, e si congelino anche parti dei settori strategici. E, dal momento che è mancata l’azione solidale di altri paesi, è importante che sia l’altra Italia a farsi carico di tutto quel che occorre, attivando in pochissimi giorni un’industria dell’emergenza, nell'Italia centrale e nel Sud in particolare, in cui il contagio non manifesta ancora un andamento parossistico.
Si riattivi in sostanza la vita delle aree del Paese in cui la situazione appare ancora gestibile, perché il blocco rischia di risultare, nel presente e in prospettiva, estremamente dannoso. Qui non si tratta di chiudere, come si sta facendo, ma di riconvertire con urgenza, attivare appunto un’industria straordinaria, di guerra all'infezione, mettendo in campo tutte le energie possibili. E in questo caso sì che la storia offre degli esempi: come quello, davvero luminoso, delle donne di Cartagine, che nel 146 a.C., quando la città nordafricana era allo stremo, all’unisono sacrificarono tutto, perfino i loro capelli, per ricavarne cordame, necessario per la difesa, ormai disperata, delle mura. Non servì a nulla contro gli assedianti di Scipione Emiliano, ma quelle donne ci provarono. Pensiamo ancora alla resistenza. Pensiamo alla rivolta del Ghetto ebreo di Varsavia. Ricordiamoci dell’Italia del «fischia il vento». Siamo o non siamo i figli e i nipoti di quella generazione? Dimostriamo di esserne degni e ci si muova, subito.
Vanno emergendo prodotti antivirali già in uso che, impiegati nelle terapie contro l’infezione, stanno dando frutti. Sulla base di ciò si istituisca allora, con urgenza, in due-tre giorni, e non di più, un protocollo di cure. Si levi la voce dell’Italia che «sventola sul ponte bandiera bianca», come la Venezia del 1848 di Arnaldo Fusinato, perché si crei, subito un organismo tecnico internazionale, di scienziati e medici, per l’approntamento di un vaccino in tempi rapidi, possibilmente entro l’estate. Si provveda a dotare l’intero paese di presidi sanitari, subito. Si provveda a sanificare gli ambienti, le scuole, gli uffici pubblici, i luoghi di socializzazione, subito.
Si chiedeva Kennedy se ci fosse un giudice a Berlino. È ora di chiedersi perché in questo momento non si levano a sufficienza voci alte e influenti, come, un tempo, quelle di Bertrand Russell, Piero Calamandrei, Giorgio La Pira, Albert Einstein, Benedetto Croce. Possibile che l’Occidente, che ha creato tutto, che ha inventato tutto, che si è sentito fino ad oggi padrone di tutto, debba votarsi alla catastrofe, morale oltre che materiale? Possibile che l’Italia resti, a fronte di tutto questo, attonita e spaesata?
*Storico e saggista
IL PUNTO E VIRGOLA
Più si va avanti e più intellettuali e scienziati si rendono conto che apparentemente il coronavirus e' un male "scimunitu". Esiste spesso senza manifestarsi. Poi crea delle accellerate contemporanee che creano morte e scie di panico. Si puo' solo pensare ad un male con le goccioline elettroniche comandate dalla banda larga del momento. E se provassimo tutti a mettere in quarantena smartphone, tablet, computer e bande varie di G? Questo forse sara' il vero vaccino.
Il nostro lettore da Stromboli Franco Utano preoccupato, si rivolge al “ Notiziario delle Isole Eolie, al Suo coraggioso, puntuale Direttore Bartolino Leone. Chiede informazioni. Cosa succede? Esistono controlli? Vedo cose che non capisco? Me lo spiegate? Domande che ognuno di noi si fa continuamente giorno dopo giorno. Con grande senso di Responsabilità, Franco Utano osserva- la gravità di questa spaventosa Pandemia che sta mietendo vittime . Basta leggere i comunicati. Basta osservare il caos che alimenta i contagi. Il rischio è ovunque. Signor Utano cerca di farsi delle ragioni, chiede informazioni, esprime dubbi, angosce, timori, perplessità, nulla contro l’Amministrazione. Con grande senso civico Franco Utano scrive, denuncia, esattamente le stesse cose che osservo anch’io . Ma tutto cio’ mi preoccupa. Quello che scrive Franco Utano m’ interessa .E Utano cerca di dirmi che ci sono cose che non vanno. Ma lo fa con rispetto. Anzi indica cose che non vanno per nulla. Mi meraviglia assai, che il sindaco di Lipari invece non sappia leggere con il dovuto acume il senso delle opinioni altrui quanto denuncia con asprezza di toni, il signor Franco Utano, cui va tutta la mia partecipazione.
Siamo di fronte alla morte e tutti noi siamo terrorizzati. Il sindaco di Lipari ritiene che la nota “ informativa” del Sig. Utano ha il solo scopo di offendere e ledere l’immagine di tutte le istituzioni che si prodigano, ogni giorno, con grande dedizione, per fare il possibile per gestire nel migliore dei modi una situazione che semplice non è, facendo passare un messaggio infondato e scorretto di cui – ribadisco – se ne prende la responsabilità lui stesso e chiunque ne favorisca la diffusione.” Al contrario del Sindaco di Lipari, posso solo ringraziare sia Franco Utano come il Direttore del Notiziario delle Isole Eolie, che tanto si adopera per una buona informazione, combatte giorno dopo giorno, contro false notizie, di tanti delinquenti, di profittatori, voce libera da falsi preconcetti e da squallidi pregiudizi. Piaccia o non piaccia Anche a Torino e in tutto il mondo, si vivono ore disperate. Ci sono tante cose che non vanno. Siamo tutti dentro una morsa mortale. Riporto un recente comunicato della Pandemia che ha colpito il Piemonte.
Ore 19: 38 Il Piemonte vede un po’ di luce a un mese esatto dall’inizio dell’emergenza coronavirus. I guariti aumentano da 8 a 10, le vittime scendono — ieri venerdì 20 marzo erano 44 (il numero più alto raggiunto in un giorno) e oggi sono 31 e anche i contagi rallentano, passando dai +559 di ieri ai +483 di oggi. Le ultime guarite sono due donne, una dell’Astigiano di 73 anni e una del Vercellese di 44 anni. Il totale complessivo dei decessi è ora invece di 255 persone così suddivise su base provinciale. E sono 4.059 le persone finora risultate positive al tampone in Piemonte. Rimane alto il numero dei pazienti in terapia intensiva: 312.
- Ore 15 Controlli rafforzati a Torino per verificare il rispetto delle misure anti contagio varate ieri sera dal governo. Da questa mattina sulle strade del capoluogo piemontese è impiegato anche l’Esercito. Pattuglie interforze vedono l’impiego dei militari al fianco delle forze dell’ordine soprattutto in periferia, dove far rispettare le nuove regole appare al momento più difficile.
- Ore 13:46 A stamattina i positivi sono 3.752, 176 più di ieri sera. Così ripartiti: 654 in provincia di Alessandria, 166 in provincia di Asti, 182 in provincia di Biella, 265 in provincia di Cuneo, 330 in provincia di Novara, 1.680 in provincia di Torino, 210 in provincia di Vercelli, 149 nel Verbano-Cusio-Ossola, 55 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 61 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. Preoccupa, però, il dato delle persone in terapia intensiva: 301 su 500 post letto messi a disposizione per tutti, pazienti covid e non, su tutta la Regione. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 10.701, di cui 6.341 risultati negativi.
- Ore 13:45 La corsa del coronavirus in Piemonte sembra rallentare ma certo l’allerta resta massima. Nelle ultime ore sono 14 i nuovi decessi di persone positive al tampone comunicati dall’Unità di crisi della Regione Piemonte: 6 in provincia di Torino, 3 nel Novarese, 5 nel Cuneese. Ieri, solamente in mezza giornata, se ne erano registrati 26. Il totale complessivo è ora di 238 deceduti
- Ore 13:30 Il Servizio di Psicologia dell’ospedale Mauriziano di Torino ha attivato uno spazio di ascolto psicologico per i dipendenti dell’Azienda, con la possibilità di effettuare telefonate ai numeri del Servizio 011 5082478 e 5082633 per accedere ad una possibilità di ascolto, condivisione e supporto in questo periodo di destabilizzazione e di incertezza. Cosa ne pensa il Sig. Sindaco di Lipari, e dell’intero arcipelago, quasi abbandonato a se stesso, di questa generosa magnifica iniziativa, e quanti cittadini, come il signor Utano , potrebbero sentirsi meno impotenti e meno soli ?
Segnalo la preghiera di Papa Francesco per il coronavirus
"Cari fratelli e sorelle, in questi giorni di prova, mentre l'umanità trema per la minaccia della pandemia, vorrei proporre a tutti i cristiani di unire le loro voci verso il Cielo. Invito tutti i Capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane, insieme a tutti i cristiani delle varie confessioni, a invocare l'Altissimo, Dio onnipotente, recitando contemporaneamente la preghiera che Gesù Nostro Signore ci ha insegnato. Invito dunque tutti a farlo parecchie volte al giorno a recitare il Padre Nostro mercoledì prossimo 25 marzo a mezzogiorno. Tutti insieme".
È questa l'esortazione che arriva da papa Francesco al termine dell'Angelus.
"Nel giorno in cui molti cristiani ricordano l'annuncio alla Vergine Maria dell'Incarnazione del Verbo, possa il Signore ascoltare la preghiera unanime di tutti i suoi discepoli che si preparano a celebrare la vittoria di Cristo Risorto", ha aggiunto.
Il secondo gesto forte che il Papa ha indicato è stato un momento di preghiera da lui presieduto venerdì 27 marzo, con la speciale benedizione Urbi et Orbi sul sagrato di San Pietro, con la piazza ovviamente vuota. "Venerdì prossimo 27 marzo, alle ore 18, presiederò un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota. Fin d'ora invito tutti a partecipare spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione. Ascolteremo la Parola di Dio, eleveremo la nostra supplica, adoreremo il Santissimo Sacramento, con il quale al termine darò la Benedizione Urbi et Orbi, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l'indulgenza plenaria".
"Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con la universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza. Rimaniamo uniti. Facciamo sentire la nostra vicinanza alle persone più sole e più provate". E ha citato i malati, il personale sanitario, le forze dell'ordine, le autorità.
In conclusione, il Papa esorta a leggere oggi, tranquillamente e lentamente, il capitolo 9 del Vangelo di Giovanni come lui stesso farà: "Ci farà bene a tutti". Questi gesti forti proposti da Francesco nella prossima settimana, in questo tempo particolare di prova per tutta l’umanità, contengono l'esortazione ad affrontare le avversità uniti nella preghiera e nell’amore, pur se nella distanza fisica, come lui stesso sta facendo anche nel quotidiano con la Messa mattutina da Casa Santa Marta che da due settimane vuole sia trasmessa in diretta streaming.
Il portavoce vaticano, Matteo Bruni, in una nota ha spiegato che i cattolici di tutto il mondo il 27 marzo si riuniranno in preghiera virtualmente, insieme al Papa, alle 18. La preghiera globale sarà trasmessa in streaming e sarà concessa l'indulgenza plenaria per quanti si uniranno spiritualmente, secondo le condizioni previste dal recente decreto della Penitenzieria Apostolica", fa sapere ancora il portavoce Vaticano.
LA CATECHESI: SIATE FIGLI DELLA LUCE
"Non basta ricevere la luce, occorre diventare luce. Ognuno di noi è chiamato ad accogliere la luce divina per manifestarla con tutta la propria vita. I primi cristiani, teologi dei primi secoli, dicevano che la chiesa è il mistero della luna, perché dava luce ma non era luce propria, era quella che riceveva da Cristo. Anche noi dobbiamo essere mistero della luna, dare la luce ricevuta dal sole che è Cristo Signore. Ce lo ricorda San Paolo: 'comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità'". Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus trasmesso in via streaming dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico Vaticano commentando oggi l'episodio del Vangelo che racconta dell'uomo cieco dalla nascita, al quale Gesù dona la vista.
"Il seme di vita nuova posto in noi nel Battesimo è come scintilla di un fuoco, che purifica prima di tutto noi, bruciando il male che abbiamo nel cuore, e ci permette di brillare e illuminare. Maria Santissima ci aiuti ad imitare l'uomo cieco del Vangelo, così che possiamo essere inondati dalla luce di Cristo e incamminarci con Lui sulla via della salvezza", ha concluso Bergoglio.
I prodigi che Gesù compie, ha spiegato il Pontefice, commentando il brano evangelico centrato sul tema della luce "non sono gesti spettacolari, ma hanno lo scopo di condurre alla fede attraverso un cammino di trasformazione interiore". E "possiamo anche noi fare questa esperienza!"
"Con la luce della fede colui che era cieco scopre la sua nuova identità - ha sottolineato Bergoglio -. Egli ormai è una 'nuova creatura', in grado di vedere in una nuova luce la sua vita e il mondo che lo circonda, perché è entrato in comunione con Cristo. Non è più un mendicante emarginato dalla comunità; non è più schiavo della cecità e del pregiudizio. Il suo cammino di illuminazione è metafora del percorso di liberazione dal peccato a cui siamo chiamati. Il peccato è come un velo scuro che copre il nostro viso e ci impedisce di vedere chiaramente noi stessi e il mondo; il perdono del Signore toglie questa coltre di ombra e di tenebra e ci ridona nuova luce".
"La Quaresima che stiamo vivendo sia tempo opportuno e prezioso per avvicinarci al Signore, chiedendo la sua misericordia, nelle diverse forme che la Madre Chiesa ci propone - ha aggiunto il Papa - Il cieco risanato, che vede ormai sia con gli occhi del corpo sia con quelli dell'anima, è immagine di ogni battezzato, che immerso nella Grazia è stato strappato dalle tenebre e posto nella luce della fede".
NOTIZIARIOEOLIE.IT
Festa di San Giuseppe: alle ore 12,00 a porte chiuse dalla chiesa del Pozzo eleveremo a Dio la preghiera dell'Angelus. Potete seguirla dalle case e dai balconi senza assolutamente scendere sul corso.
Alla fine affideremo alla Santa Famiglia di Nazaret le nostre famiglie.
La signora dell’economia bancaria europea, famosa per il suo viso senza confini e per le sue borse eleganti, firmate e costose, questa volta dovrà rimborsare gli italiani. Voleva affossare l'Italia ed invece è riuscita salvarla. Il popolo italiano si divide fra barricate casalinghe e file con le borse ai supermercati mentre tutte le piazze d’Italia sono rimaste chiuse.
Eccetto quella economica di Milano detta Piazza Affari (per i soliti) che ha dimostrato nei suoi vistosi cali che il virus guarda anche i titoli. Adesso si vuole indagare se la signora delle borse e borsette con le parole ha creato un voluto ribasso per comprarsi altre borse…
EOL MARE servizi marittimi Lipari
Info commerciale. Lipari, a Marina Lunga "L'Officina dei Ricambi" di Salvatore Stramandino
L'Officina dei Ricambi di Salvatore Stramandino è a Marina Lunga di Lipari: ricambi per auto e moto, noleggio, vendita scooter, mezzi elettrici e prodotti pulizia nautica.
Anche oggi Panarea si gira le mani fra le 4 mura domestiche. Bianche all'interno e bianche all'esterno. Ma senza una bandiera bianca di resa. Il nostro coraggio viene da lontano. Noi siamo forti sia fisicamente che mentalmente.
Panarea, a prima vista, può sembrare un ostacolo. Invece e soltanto un tragitto di allenamento continuo alla vita che resta sempre bella. Indipendentemente da tutto.
Il Notiziario si legge e si ascolta
LE RICETTE DI PINA CHE FANNO LECCARE I BAFFI
Riso ai 7 gusti
Ingredienti: riso, mezza cipolla, una carote, 200 gr di mozzarella, 200 gr di carne tritata, un dado o brodo naturale vegetale, formaggio grattuggiato, salsa
Preparazione: soffriggere con l'olio la cipolla e la carota tagliate sottili, si aggiunge la carne tritata con un po'di salsina e far soffriggere. Da parte si mette il riso ed il dado sciolto, sotto al riso si aggiunge la salsa, la mozzarella ed il formaggio grattuggiato.
Le donazioni di sangue sono in ripresa. Il sangue non basta mai. Gli appelli servono e gli italiani ci sono sempre. In questi giorni, in Campania donatori e infermieri intonano la canzone Abbracciame di Andrea Sannino, ritornata alla ribalta durante i flash mob sui balconi. Un abbraccio in musica, che simbolicamente unisce tutte le persone in quarantena. Napoli é sempre speciale.
ISOLA MODERNA
Tornano le antiche abitudini
di un mondo che resta appeso
mentre col cuore sospeso
si aspetta l'alba moderna.
Ritornano i ballerini
con la musica del mare
che detta i tempi.
Si torna a remare in coppia
con la maschera sul viso
per rendere triste il momento
e pensare al testamento.
Gente profonda lavora in casa
ricordando fiabe attuali
di mali e dolori
che s'intrecciano
con i nuovi ori.
CONTROCORRENTEOLIANA: VITA
Spesso alle Eolie si diceva: questa vita non si può fare. Oggi che il rischio é notevolmente aumentato per colpa di questo virus forestiero, ci siamo abituati al nuovo genere di vita. La domanda é: questa nuova vita si può fare?
VERO&FALSO
-Politico eoliano ha il ciclo.
-Elettore eoliano vuole il motociclo.
-Stromboli aspetta l'estathe.
-A Basiluzzo si potrà ballare da soli.
-Salina prepara il frerragosto più caldo del mondo.
Da oggi è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. Lo stabilisce l'ordinanza adottata congiuntamente dal ministro della Salute e dal ministro dell'Interno che rimarrà efficace fino all'entrata in vigore di un nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di cui all'articolo 3 del decreto legge numero 6/2020.(ANSA)
Ordine medici e odontoiatri: "Eventuali responsabilità saranno sanzionate"
"L'Ordine dei medici e odontoiatri sarà intransigente nei confronti degli iscritti coinvolti nelle presunte vicende legate a ipotetici focolai di coronavirus o in merito al mancato rispetto di norme, anche deontologiche, in occasione dell'emergenza sanitaria": sono le parole del presidente Giacomo Caudo, che già nei giorni scorsi ha precisato in alcune interviste la netta presa di posizione dell'ente, pronto ad avviare gli iter previsti e adottare eventuali provvedimenti. "Bisogna accertare le responsabilità, quindi le violazioni e i comportamenti contrari alla legge e al nostro codice deontologico prima di infliggere qualunque tipo di sanzione. Non accettiamo una giustizia sommaria e approssimativa - conclude Caudo - né tantomeno sterili presunzioni di colpevolezza e liste di proscrizione. L'Ordine farà la sua parte nel pieno e dovuto rispetto della normativa vigente".
Coronavirus, così l’aggiornamento nelle nove province della Sicilia++
Questi i casi di coronavirus riscontrati nelle varie province dell’Isola, aggiornati alle ore 12 di oggi (domenica 22 marzo), così come segnalati dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
In totale sono 630 i casi positivi registrati dall'inizio, ma attualmente ne risultano 596 perché 26 sono già guariti e 8 deceduti. Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 39; Caltanissetta, 26; Catania, 225; Enna, 29; Messina, 108; Palermo, 81; Ragusa, 8; Siracusa, 48; Trapani, 32.
Il prossimo aggiornamento avverrà domani. Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.
Coronavirus: l’aggiornamento in Sicilia, 596 attuali positivi e 26 guariti++
Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 12 di oggi (domenica 22 marzo), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
Dall'inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) sono 5.580. Di questi sono risultati positivi 630 (140 + di ieri), mentre, attualmente, lo sono 596 persone (+138 rispetto a ieri).
Risultano ricoverati 275 pazienti (37 a Palermo, 106 a Catania, 57 a Messina, 1 ad Agrigento, 15 a Caltanissetta, 19 a Enna, 6 a Ragusa, 21 a Siracusa e 13 a Trapani) di cui 55 in terapia intensiva, mentre 321 sono in isolamento domiciliare, 26 guariti (11 a Palermo, 6 a Catania, 4 a Messina, 2 ad Agrigento ed Enna, 1 a Ragusa) e 8 deceduti.
Il prossimo aggiornamento avverrà domani. Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana. Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87
E' RISULTATO NEGATIVO IL TAMPONE PER LA FAMIGLIA DI LIPARI CHE IERI ERA STATA BLOCCATA A MILAZZO PER IL FIGLIO MINORE CON FEBBRE ALTA.
Milazzo - Famiglia eoliana bloccata a Milazzo con febbre alta. Marito,moglie e il figlio minorenne stavano per imbarcarsi sul traghetto serale. Ma c'è stato l'immancabile controllo dei sanitari del 118, della volontaria della Croce Rossa e della guardia di finanza. Accertata la febbre alta il nucleo familiare è stato trasferito in ospedale per il tampone relativo al coronavirus. I coniugi - è trapelato - sarebbero andati a Ragusa a trovare dei parenti.(sicilians.it)
IL SINDACO GIORGIANNI "CONTROLLI ESEMPLARI"
di Marco Giorgianni*
La febbre ce l'ha il bambino quindi non credo si un caso coronavirus. Mi spiace per la famiglia ma è giusto così. Con procedure rigide e controlli puntuali a garanzia di tutti.
*Sindaco
LIPARI - E' risultato negativo il tampone per la famiglia di Lipari che ieri sera era stata bloccata al porto di Milazzo mentre stava per imbarcarsi sul traghetto diretto alle Eolie. Uno dei componenti, un minorenne, era stato trovato con febbre alta e per precauzione tutta la famiglia (giunta da Ragusa) era stata trasferita in ospedale. (ANSA)
LA TESTIMONIANZA DELLA MAMMA
di Laura Serio
I VERI VIRUS? MALDICENZA E INSENSIBILITÀ Usciti ( speriamo presto!) dalla bolgia infernale del Coronavirus, dovremmo aver rafforzato i valori - sani e genuini del VIVERE CIVILMENTE, cosa che sembra poco diffusa. Mi spiego meglio! Sono conosciuta da tutti e da tempo. Ho sempre, dal lavoro alla quotidianità, dai banchi di scuola alle mura domestiche, manifestato buonsenso, altruismo e spirito di collaborazione...ma non occorre che mi autoelogi!Veniamo al dunque! È stato pubblicato - ieri, in pomeriggio- un articolo riferito a un sospetto caso di Coronavirus ( ragazzo eoliano con febbre, bloccato a Milazzo al rientro da una nota città sudoccidentale della Sicilia). Ebbene, quel ragazzo è mio figlio minore, fortunatamente NEGATIVO AL TEST. Nonostante, però, lui e noi siamo scampati al MALE VIRALE, abbiamo subito nelle ultime 24 h ALTRI MALI che non intendo tollerare e su cui mi sento di esprimere un deciso dissenso. In primis, abbiamo tollerato ogni tipo di maldicenza da parte di chi, usando smodatamente i social, spara sentenze e giudizi senza dosare le parole o conoscere effettivamente ciò che è accaduto. Raggiungere mia figlia a Caltanissetta (precisamente a Sutera) per il suo recente parto, non ha rappresentato per me e famiglia una gita o un viaggio di piacere, ma un DOVERE se non un' URGENZA! Mia figlia è reduce da una situazione di salute pregressa non semplice, per cui MAI avrei potuto abbandonarla, nonostante le presenze al suo fianco, in un frangente così delicato. Non è un caso che il mio supporto "in presenza" si sia rivelato necessario. Nel pianificare i miei spostamenti dall'isola a Sutera sono stata attenta e rispettosa in merito a ogni regola e protocollo del caso, optando per l'auto e non i mezzi pubblici, fatta eccezione per la nave! Quindi, a fronte di chi parte e rientra per sciocchezze, credo che una questione a carattere medico-sanitario che tocca un caro non sia da sottovalutare. No? In secundis, va segnalata ( con estremo rammarico) l'insensibilità e - spesso - la mancanza di tatto, da parte di: personale della Nave; - presenze al Porto di Milazzo; - equipe medica e paramedica di Messina. Capisco la paura del caso, ma trattare un ragazzo di 13 anni con noncuranza è DISUMANO! Ci siamo sentiti dei delinquenti a piede libero! Degli evasi della peggiore specie! Toni aggressivi, tempi di attesa inverosimilmente lunghi! Non uno STIAMO RISOLVENDO, ASPETTATE, STATE TRANQUILLI, né un minimo di conforto a chi "potrebbe essere sul punto" di scoprire una grave patologia. E tutto questo con un ragazzino spaurito in una situazione psicologica di perplessità e smarrimento! All'ospedale di Messina, poi, la situazione si è presentata squallida e inappropriata. Vi dico solo che mio figlio ha trascorso la notte coperto da un giubbotto, perché nel 2020 ricevere una coperta appare ancora un'utopia. Per fortuna l'incubo è finito e siamo rientrati. Non ne serberemo un ricordo edificante. Non ci si comporta così! Fugati i VIRUS visibili, lavoriamo su QUELLI INVISIBILI E SENZA CURA!
Coronavirus: attenzione Regione su contagio a Messina
In merito ai casi di contagio per Coronavirus che hanno riguardato alcune strutture della città di Messina e segnatamente l'Istituto Neurolesi 'Bonino Pulejo', l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha inviato nel capoluogo peloritano il dirigente dell'Osservatorio epidemiologico dell'assessorato Salvatore Scondotto per coordinare le necessarie misure di contenimento, così come previsto dai protocolli ministeriali.
In particolare, tutti i pazienti contagiati del 'Bonino Pulejo' sono stati già trasferiti presso il policlinico 'Martino' di Messina, mentre si sta procedendo alla sanificazione del presidio di contrada Casazza. I degenti non contagiati verranno infatti trasferiti presso altre strutture sanitarie del Messinese.
Ulteriori azioni di contenimento e contrasto al diffondersi del virus sono state applicate anche sul personale dell'Istituto Bonino Pulejo, in particolare per coloro che sono entrati in contatto con i pazienti positivi al Covid-19 è stato disposto il test del tampone.
Analoghe iniziative sono state intraprese anche per una casa di riposo della città dello Stretto. Domani l'assessore Ruggero Razza presiederà una riunione in videoconferenza con tutti i i manager delle aziende sanitarie del Messinese.
Coronavirus, così l’aggiornamento nelle nove province della Sicilia++
Questi i casi di coronavirus riscontrati nelle varie province dell’Isola, aggiornati alle ore 12 di oggi (sabato 21 marzo), così come segnalati dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
In totale sono 490 i casi positivi registrati dall'inizio, ma attualmente ne risultano 458 perché 26 sono già guariti e 6 deceduti. Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 34; Caltanissetta, 26; Catania, 181; Enna, 23; Messina, 66; Palermo, 52; Ragusa, 7; Siracusa, 42; Trapani, 27.
Il prossimo aggiornamento avverrà domani. Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.
[Regione Siciliana] ++Coronavirus: l’aggiornamento in Sicilia, 458 attuali positivi e 26 guariti++
++Coronavirus: l’aggiornamento in Sicilia, 458 attuali positivi 26 guariti++
Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 12 di oggi (sabato 21 marzo), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
Dall'inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) sono 4.883. Di questi sono risultati positivi 490 (82 + di ieri), mentre, attualmente, lo sono 458 persone (+79 rispetto a ieri).
Risultano ricoverati 254 pazienti (27 a Palermo, 118 a Catania, 40 a Messina, 1 ad Agrigento, 12 a Caltanissetta, 19 a Enna, 6 a Ragusa, 19 a Siracusa e 12 a Trapani) di cui 48 in terapia intensiva, mentre 204 sono in isolamento domiciliare, 26 guariti (11 a Palermo, 6 a Catania, 4 a Messina, 2 ad Agrigento ed Enna, 1 a Ragusa) e 6 deceduti (1 a Caltanissetta e Siracusa, 2 a Catania ed Enna).
Il prossimo aggiornamento avverrà domani. Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana. Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87
Coronavirus: tampone per il personale sanitario
Nuove misure di contrasto alla diffusione del Coronavirus e azioni a sostegno del personale sanitario siciliano. Sono alcuni dei punti contenuti nell’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Nello Musumeci, per contrastare l’epidemia nell’Isola.
In particolare, sul fronte dei tamponi rinofaringei riservati ai professionisti della sanità, è stato stabilito che si procederà secondo un preciso ordine di priorità. Subito il test per il personale ospedaliero coinvolto nella gestione del Covid-19, ma anche per i medici e gli operatori dell’emergenza sanitaria (compresi tutti gli operatori della Seus ). A seguire ci saranno i professionisti di Medicina generale, i pediatri di libera scelta e il personale dei Presidi di continuità assistenziale e, infine, le Direzioni strategiche aziendali. Le analisi dei tamponi verranno condotte da laboratori pubblici e privati.
Fra le misure contenute nel nuovo provvedimento del governatore anche la definizione dei criteri di quarantena per quanti sono rientrati in Sicilia dallo scorso 14 marzo, che dovranno restare in isolamento obbligatorio e non potranno ricevere visite. L’accesso alle abitazioni è consentito, invece, alle badanti e ovviamente al personale sanitario, purché vengano adottate tutte le precauzioni e le cautele utili a evitare il contagio. Viene, infine, stabilito che a ridosso della conclusione del termine di quarantena, i cittadini in isolamento dovranno essere sono sottoposti al test del tampone rinofaringeo per constatare l’eventuale guarigione.
Coloro che sono positivi al Coronavirus in isolamento domiciliare dovranno comunicare le proprie condizioni di salute al medico di famiglia e al dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale di riferimento, secondo precise cadenze temporali, oltre che segnalare anche i nominativi dei propri conviventi, che saranno inseriti in un elenco redatto dalle Asp e trasmesso alle prefetture competenti per territorio.
Nell’ordinanza viene chiarito che nessun test rapido sul Coronavirus è autorizzato fino a eventuali diverse valutazioni del Comitato tecnico-scientifico nazionale istituito presso l’Unità di crisi. I laboratori accreditati con il Ssr che dovessero praticare esami non autorizzati, secondo le linee guida dettate dall’Istituto superiore di sanità, verrà avviato il procedimento amministrativo di decadenza dall’accreditamento.
Infine, un articolo dell’ordinanza è dedicato alle aree di servizio e alle stazioni di rifornimento di carburante. In queste è consentita l’apertura dei bar solo se collocate lungo la rete autostradale e nelle strade extraurbane principali. Se si trovano, invece, nelle strade extraurbane secondarie l’orario è limitato, tutti i giorni, dalla 6 alle 18. Chiusi i locali collocati nei tratti stradali che attraversano i centri abitati.
IL VIDEO D SILVANA CLESCERI
di Silvana Clesceri
Sinceramente vedo queste immagini e sono strazianti...
I sanitari "stranieri" residenti in Italia e non utilizzati
Strano paese l'Italia. Gli ospedali italiani hanno fame di medici e paramedici. Per questo arrivano spariti gruppetti di personale sanitario dalla Cina ed da Cuba. Sono ben accetti e messi subito all'opera. Eppure il governo italiano, i rappresentanti sindacali, l'ordine dei medici, la Protezione Civile sanno che sul territorio italiano ci sono migliaia di medici stranieri, moltissimi con documentata esperienza ospedaliera, che potrebbero entrare subito in servizio. In questi mesi di sofferenza e di morte negli ospedali italiani per il coronavirus potrebbero essere di grande aiuto. Perchè non si pensa ad una sanatoria per facilitare il loro iter? L'Italia è sempre stata il paese delle sanatorie. Ma nessuno muove un dito per l'utilizzo della loro professionalita'. Perche'?
UN ESERCITO CHE ABBANDONA IL NOSTRO PAESE
Un esercito di Professionisti abbandona il nostro Paese, laureati e specializzati che preferiscono andare a lavorare in Università, Ospedali e Cliniche del Medio Oriente, del Nordafrica, dell’Europa dell’Est ed anche della Gran Bretagna. Negli ultimi due anni, infatti, ben 5mila tra Medici e professionisti hanno lasciato il nostro Paese. In un periodo nel quale il dibattito politico si concentra in modalità pressoché dominante sulle tematiche migratorie, sembrerebbero i “cervelli” stranieri ad essere in fuga per primi.
Foad Aodi, Presidente dell’Amsi, che raccoglie i Medici Stranieri di tutto il Bel Paese dichiara: “Siamo preoccupati del ‘fuggi fuggi’ dall’Italia dei Medici e Professionisti stranieri, occorre inserirli nel Ssn prima che sia tardi!’ Questi sono: “Un esercito di professionisti purtroppo invisibili – spiega a QS Aodi -. Invisibili perché in un momento in cui si parla solo di immigrazione clandestina, di discriminazioni, di razzismo, siamo in mancanza di politiche per l’integrazione dai vari Governi, visto che ad oggi è stato prodotto poco. Le nostre statistiche parlano di una realtà molto importante in Italia, che purtroppo tante volte non vede i propri diritti rispettati. Come la partecipazione ai Concorsi, come la mancanza di partecipazione al corso per essere Medici di Famiglia, e anche negli ospedali – che tra l’altro potrebbero arricchire la conoscenza e lo scambio socio-sanitario con gli italiani autoctoni. Tutto ciò non è possibile perché non si può partecipare ai concorsi senza cittadinanza, anche quando si è medici o professionisti della Salute e della Sanità”.
“Molti professionisti – spiega ancora a QS il Presidente dei Medici Stranieri -, vedendo che dopo 2-3 anni non hanno risolto i loro desiderata, cercano lavori in altri Paesi d’Europa e del Mondo. Inoltre, si viene pagati anche 7 euro all’ora, allora i Medici e i Professionisti magari cercano lavoro in altri Paesi, come i Paesi arabi, o in Inghilterra”, sono insomma professionisti, laureati, specialisti qualificati (cosiddetta “immigrazione di qualità”) che noi perdiamo.
I dati Secondo il Bilancio dell’Amsi, realizzato in collaborazione con il movimento Uniti per unire e l’Unione Medica Euro Mediterranea (Unem), sino a settembre del 2019:
1) In Italia i professionisti della Sanità risultano 75mila, -5mila unità rispetto a 24 mesi prima. In Italia ci sono ben 20mila Medici stranieri, 5mila Odontoiatri e 36mila Infermieri; 5mila Fisioterapisti; 5mila Farmacisti; 1000 Psicologi; tutti Professionisti laureati che esercitano in Italia (oltre a 3000 Professionisti in attesa di riconoscimento titoli conseguiti all’Estero, nella Patria d’origine o in altre Nazioni e Stati);
2) Questi sono in misura maggiore Professionisti provenienti da Paesi Africani e Arabi e paesi dell’Est che hanno caratterizzato le tre fasi dell’Immigrazione di massa nel nostro Paese;
3) Ultimamente si registra che negli ultimi 2 anni circa il 30% dei professionisti stranieri tornano nei loro Paesi di origine (in particolare paesi dell’Est e Paesi Arabi) e fanno parte di due categorie: i Giovani Precari, quelli in Pensione e quelli che hanno subito discriminazione e sfruttamento lavorativo e violenza verbale;
4) il 60% dei Professionisti laureati della Sanità e della Salute non ha Cittadinanza Italiana (in particolare quelli della seconda e terza fase dell’Immigrazione, vale a dire prima a seguito della Caduta del Muro – 1989 - di Berlino e quindi della cosiddetta Primavera – 2011 – Araba);
5) l’80% di loro lavora nelle strutture private (Cliniche; Centri di Fisioterapia; Centri Analisi; Pronto soccorso; Guardia medica; Studi medici e poliambulatori privati), anche a causa delle difficoltà ad inserirsi nel sistema pubblico in virtù in primis dei concorsi riservati ai cittadini italiani;
6) il 10% di questi Professionisti d’origine straniera esercita come Medici di Famiglia (Medici di Medicina Generale, MMG) e Pediatri convenzionati;
7) ma anche il 10% degli Stranieri esercita presso le strutture Pubbliche (in particolare Pronto Soccorso; Medicina interna; area chirurgica;
8) negli ultimi due anni si registra una diminuzione di arrivo dei Professioni tranne dall’Egitto, dalla Tunisia, dalla Siria e dal Messico;
9) negli ultimi 2 anni si sta registrando una diminuzione di arrivo di studenti stranieri.https:(quotidianosanita.it)
Per colmare questa lacuna si potrebbe fare affidamento sui medici di origine straniera, che però non possono partecipare ai concorsi pubblici a causa delle leggi sulla cittadinanza. Il 2025 potrebbe essere l’annus horribilis della sanità pubblica: la gobba pensionistica raggiungerà il suo apice e, senza manovre per correggere l’andamento entrate-uscite dalla professione, molti ospedali resteranno senza chirurghi, anestesisti, ortopedici e ginecologi.
«Eppure i medici, nel nostro paese, ci sono: sono più di diecimila i giovani laureati e poi imprigionati nell’imbuto formativo, perché non vengono finanziate sufficienti borse per specializzarli. E, senza correttivi, diventeranno 19 mila già nel 2021, quando si laureeranno gli studenti immatricolati in sovrannumero per ricorso al Tar», racconta a Open il dott. Foad Aodi, fondatore e presidente dell’Amsi, l’Associazione medici di orgine straniera in Italia.
«A loro si aggiungono i 19 mila medici, per lo più specialisti, di origine straniera, che lavorano con contratti a termine e che, in mancanza della cittadinanza, non possono accedere ai concorsi pubblici. Ma anche loro se ne stanno andando dall’Italia, attratti da offerte di lavoro più convenienti e più stabili in altri Paesi, tra i quali quelli d’origine», spiega Aodi.
«Il paradosso è che i medici stranieri arrivati negli anni scorsi in Italia, oggi cominciano ad abbandonarla: registriamo un aumento del 20% dei medici intenzionati a tornare a casa. Mentre è aumentata addirittura del 35% la percentuale di quelli che preferiscono, in ogni caso, esercitare in un paese diverso dall’Italia».
Foad Aodi, fondatore e presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia
Dottor Aodi, come mai ha deciso di fondare l’Amsi?
«L’abbiamo fondata nel 2000 io e altri medici delle più diverse nazionalità perché all’epoca c’erano molte problematiche nella categoria legate agli stranieri, ad esempio non era facile per noi iscriverci all’ordine. Dopo un anno e mezzo sono stato eletto consigliere dell’Ordine dei medici di Roma e, dall’interno, sono riuscito a far parlare di tematiche molto importanti come la sanità a livello internazionale e la cooperazione tra Paesi per aiutare quelli meno sviluppati».
Ma la questione forse più importante per la categoria non è stata ancora risolta: parlo della cittadinanza italiana obbligatoria per la partecipazione ai concorsi pubblici.
«È l’ultima delle nostre sfide per abbattere in Italia le differenze tra medici di serie A e medici di serie B. Ci sono 19 mila medici iscritti all’ordine, che pagano le tasse e rispettano tutti i doveri della professione e delle leggi italiane. Eppure non possono ancora sostenere i concorsi pubblici e il corso di studi in medicina generale. Ovvio che la cittadinanza è un tema importante, ma bisognerebbe abbreviare il tempo necessario per ottenerla: noi proponiamo che dopo 5 anni di lavoro documentato e di residenza fissa, venga permesso l’accesso ai concorsi con l’obbligo di portare a termine quanto prima l’iter per ottenere la cittadinanza italiana».
Una misura che potrebbe risolvere l’annoso problema della carenza di medici nel Servizio sanitario nazionale.
«Certo. considerate che siamo sommersi di richieste di medici che dall’Asia e dal Medio Oriente chiedono le certificazioni per venire a esercitare qui in Italia. In Europa, pensate, ci sono mezzo milione di medici di origine straniera e molti Paesi li integrano nel sistema nazionale per merito, non per adempimenti burocratici lunghi e sconfortanti com’è concepita la cittadinanza oggi».
E cosa succede, dopo il diploma, a un medico straniero che ha studiato e si è specializzato in Italia?
«Potrei raccontarvi tante storie: molti si presentano ai concorsi e poi scoprono di non poterli sostenere. Altri vengono assunti in modo alternativo per pochi mesi ma smettono di lavorare quando devono per forza fare il concorso pubblico. Prima di pensare a chissà quali misure per risolvere il problema della carenza di medici, io dico che bisogna integrare nel mondo ospedaliero prima gli italiani che restano bloccati nel limbo tra laurea e scuole di specializzazione, ma anche i medici di origine straniera che sono perfettamente integrati nel nostro Paese. Sono 19 mila, l’85% di loro, non avendo la cittadinanza, lavora nelle cliniche private perché è escluso a priori dai concorsi pubblici».
Quali sono, secondo lei, tre soluzioni per arginare l’emergenza delle corsie degli ospedali senza medici?
«Innanzitutto, con una corretta programmazione, formando un numero adeguato di specialisti nelle specialità per le quali sarà più grave la carenza. Per prima cosa, dunque, dobbiamo specializzare i medici che escono dalle nostre università: ci associamo all’appello della Fnomceo per avere già da quest’anno almeno 10 mila borse, in modo da formare gran parte dei medici oggi prigionieri dell’imbuto formativo.
In secondo luogo, velocizzando il riconoscimento dei titoli per i medici stranieri già specializzati che vogliono lavorare in Italia. Poi, migliorando le condizioni contrattuali, in maniera da far rimanere in Italia i medici, italiani e stranieri, che già lavorano sul territorio, e da far tornare coloro che sono emigrati all’estero. Infine, permettendo l’accesso ai concorsi anche ai medici stranieri che già lavorano da tempo in Italia, a condizione che, una volta superato il concorso, ottengano la cittadinanza».
Qual è la sua storia e come mai ha deciso di spendersi così tanto per la causa, avendo lei già ottenuto la cittadinanza italiana?
«Io sono un palestinese, arabo-israeliano, nato vicino a Tel-Aviv. Sono venuto qua nell’83 perché in Israele c’era il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di medicina. Ho fatto un corso di lingua a Siena, mi sono integrato, e poi ho preso la laurea in medicina. Dopodiché ho cominciato a lavorare, specializzandomi nell’ambito della fisiatria e dell’ortopedia.
Oggi dirigo quattro grandi centri di riabilitazione a Roma e una clinica polispecialistica. Lavorano con me 150 medici e fisioterapisti: cerco di aiutare i giovani, dando loro una chance lavorativa basandomi solo sul merito. In Italia mi sono fatto conoscere per i trattamenti delle patologie vertebrali e dell’ernia al disco. Ho istituito un protocollo, conosciuto come protocollo-Aodi, per evitare l’intervento di alcune ernie: adesso il 90% dei pazienti non si opera più».
Avete provato a portare la questione al ministero?
«Sì, ne ho parlato con il ministro Giulia Grillo e il sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi: mi hanno ascoltato con molta attenzione e si sono mostrati sensibili alle tematiche. Ma l’incontro verteva principalmente su un altro tema, quello della circoncisione. Abbiamo presentato delle statistiche che dimostrano che, delle 11 mila circoncisioni annue in Italia, il 35% avviene in modo clandestino. Sono morti dei bambini per questo.
Abbiammo fatto richiesta di una legge nazionale che introduca nel Servizio sanitario nazionale la circoncisione preventiva. Scolleghiamola dalla questione religiosa, tema oggi più divisivo che mai. La comunità di religione ebraica ha un accordo con lo stato italiano, nel loro caso è ancora più vincolante perché per la dottrina è obbligatoria farla sui bambini entro 8 giorni dalla nascita. Qui stiamo parlando di una misura che tuteli il diritto di tutti».(open.online)
ANCHE IL TAR DEL LAZIO IN FAVORE DEI MEDICI EXTRACOMUNITARI
I ricorrenti, di diverse nazionalità, chiedevano l’annullamento del provvedimento ministeriale che negava loro il riconoscimento dei titoli (specializzazioni in dermatologia e chirurgia estetica ed in un caso la stessa laurea in Medicina) ed il conseguimento del bene finale della vita ovvero l’essere ammessi, previa “conversione” del titolo, ad esercitare sul territorio
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso proposto dall’avv. Lorella Mazzeo per conto di alcuni medici extracomunitari, ai quali era stato ingiustamente negato, da parte del Ministero della Salute, il riconoscimento del titolo accademico, indispensabile ai fini dell’esercizio della professione sanitaria sul territorio nazionale.
La questione era già stata sottoposta all’attenzione della magistratura amministrativa diversi mesi fa, quando un medico egiziano, stabilmente residente a Messina, si era rivolto all’avv. Mazzeo lamentando la perdita di numerose occasioni di lavoro presso prestigiose strutture ospedaliere italiane, a causa della mancanza di convenzioni bilaterali in materia, di un dialogo tra ambasciate e di un iter chiaro, che gli avrebbero impedito di ottenere il riconoscimento in Italia della specializzazione in cardiologia.
In quell’occasione il Tar aveva accolto il ricorso, consentendo al ricorrente di radicarsi sul territorio nazionale, anche professionalmente, ed in queste ore, a distanza di pochi mesi, l’avv. Lorella Mazzeo, coadiuvata dal dott. Francesco Mazzeo, registra un’altra importante vittoria in favore di un gruppo di professionisti extracomunitari.(tempostretto.it)
E LA RUSSIA DI PUTIN AIUTA L'ITALIA
Il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro italiano Giuseppe Conte hanno tenuto una conversazione telefonica in cui hanno discusso la pandemia del coronavirus e le misure per combattere la diffusione dell'infezione, l'ha riferito l'ufficio stampa del Cremlino.
La conversazione tra il presidente russo Vladimir Putin ed il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha avuto luogo su iniziativa russa. Secondo quanto affermato dall'ufficio stampa del Cremlino, i leader hanno discusso a fondo le misure adottate in entrambi i paesi per contrastare il coronavirus.
Putin nella conversazione telefonica con Conte ha espresso sostegno alla leadership e alla popolazione dell'Italia durante la situazione epidemiologica estremamente grave.
"Abbiamo convenuto su una stretta interazione nella lotta contro il coronavirus. In risposta all'appello della parte italiana, il presidente russo ha confermato la volontà di fornire tempestivamente l'assistenza necessaria e ha delineato i suoi parametri specifici" , si legge nel messaggio del Cremlino.
Mosca sta per inserire nel paese mezzi di protezione, sistemi mobili per la disinfezione e attrezzature mediche per combattere il coronavirus. Si prevede inoltre di inviare in Italia un gruppo di specialisti russi.
"Le consegne saranno effettuate dal Ministero della difesa con l'uso di mezzi aerei", ha riferito il servizio stampa del Cremlino.
Il primo ministro italiano ha espresso la sua gratitudine alla Russia per l'aiuto e il sostegno in un momento così difficile.
Secondo i dati dell'ultima conferenza stampa conclusasi pochi minuti fa, il numero totale di casi di Coronavirus in Italia è salito a 53578. Nel giornaliero bollettino comunicato da Angelo Borrelli durante la conferenza stampa, il primo dato è stato quello dei guariti, con 943 nuovi dimessi nella giornata di oggi, che portano ad un totale di 6072 dimessi. I deceduti delle ultime 24 ore sono stati 793, raggiungendo un totale di 4825. I casi di nuovi contagi da Coronavirus sono stati 4821, numero che porta ad un totale di 42681 attualmente attivi.(it.sputniknews.com)
Ospedale Regionale Molinette-Torino, Direttore dottor Antonio Sca rmozzino ….I dipendenti…“Ci vergogniamo per il governo” In prima linea e lasciati soli dal governo. È così che si sentono gli infermieri, e quelli delle zone più colpite da coronavirus in particolare. A dare voce al grido di rabbia e disperazione della categoria sono, infatti, i segretari regionali di Nursing Up Piemonte e Lombardia, Claudio Delli Carri e Angelo Macchia, che lanciano un durissimo atto d’accusa nei confronti di Palazzo Chigi, dopo il varo del protocollo di sicurezza e le anticipazioni sul decreto.
“Mille euro? Se è così che il governo ringrazia gli infermieri, ci vergogniamo per loro. È così che vengono indennizzati per l’immane sacrificio personale che stanno vivendo? E se la loro indignazione li facesse incrociare le braccia, cosa accadrebbe? Ma l’esecutivo conta sull’alto senso del dovere dei suoi soldati e si permette questo affronto mentre sono impegnati in trincea”, spiegano Delli Carri e Macchia, ricordando che “noi infermieri non siamo bassa manovalanza e chiediamo di essere trattati da professionisti”. Infermieri ancora, a mani nude, senza dispositivi di protezione
La prima richiesta della categoria, come di molte altre, è, dunque, quella di approvvigionamenti di dispositivi di protezione individuale , guanti etc…e di tamponi, “che scarseggiano ancora oggi a scapito della nostra incolumità”. Ma “la garanzia della nostra incolumità – ricordano gli infermieri – è anche la vostra”. “Andate a vedere cosa succede laddove ci stiamo ammalando: un dato assente dalle tabelle della Protezione civile e da quelle delle Regioni. Quanti sono gli infermieri contagiati? Domandiamoci perché non viene reso pubblico. Dov’è la sicurezza sul lavoro per gli operatori sanitari?”, sono le domande che pone Nursing Up.
“Mentre stiamo combattendo una guerra – sottolineano ancora i sindacalisti – ci tocca registrare in alcune realtà l’attesa anche di una settimana della somministrazione dei tamponi ai nostri infermieri che sono venuti a contatto con gli infettati. Si tratta forse di una strategia dolosa da parte delle Aziende sanitarie per ovviare alla tragica carenza di organico? I professionisti avvertono in questo atteggiamento l’abbandono da parte delle istituzioni, costrette in queste ore a scelte drammatiche quanto dissennate. Non vorremmo parimenti – proseguono – che si stiano effettuando valutazioni pericolose sulle nostre teste: anche noi torniamo a casa dalle nostre famiglie alla fine dei lunghi turni massacranti. Anche gli infermieri hanno paura e sono stanchi”.
L’ultimatum degli infermieri al governo: “Tutele per la salute” “Adesso è arrivata l’ora – concludono i segretari regionali Nursing Up – di dimostrare riconoscenza verso il nostro valore non solo a parole. Il governo si muova tempestivamente per fornire tutele e diritto alla salute agli infermieri e alle loro famiglie senza perdere altro tempo in chiacchiere. Non vogliamo e non possiamo credere che una mancia di mille euro sia la risposta a tutti i disagi che stiamo sostenendo sulle nostre spalle”.
Michele Sequenzia , 84 anni – Operato per doppio aneurisma all’aorta iliaca destra e sinistra, applicati 6 stent (2 americani e 4 tedeschi), presso la Clinica Universitaria di altissima chirurgia di Friburgo-Germania - Convalescente - Tappato in casa.
Quando alle Eolie si annunciano i passaggi al mondo dei defunti, ciascuno di noi cerca nella mente il viso di chi é passato a miglior vita. Sapere che di questi tempi non si potrà organizzare un funerale degno per l'ultimo viaggio é ancora piu' triste per tutti.
Chiedo al mio Comune di segnare il nome di tutti i defunti che non hanno ricevuto "un funerale per come maritavano". Quando morirà questo pericolo di coronavirus é consigliabile organizzare un unico accompagnamento funereo per chi ci ha lasciati con tutti gli isolani. Pace alla loro anima e condoglianze alle famiglie.
Il Notiziario si legge e si ascolta
LE RICETTE DI PINA CHE FANNO LECCARE I BAFFI
Palline di riso in brodo
Preparate un classico risotto alla milanese, compreso lo zafferano. Lasciate freddare e ricavarne delle pallottoline della grandezza di una nocciola, che si friggeranno dopo averle passate all’uovo e farina. Si servono con dell’ottimo brodo di carne e parmigiano grattugiato.
Sono diverse le compagnie crocieristiche che hanno deciso il fermo della flotta in tutto il mondo, per effetto delle restrizioni nei porti sul coronavirus. E' una responsabilità per scelte difficili richieste dai tempi che corrono.
Addirittura il Consiglio di Stato americano sconsiglia il viaggio in nave agli anziani, (il cliente tipo ) è stato un ulteriore fattore che ha spinto le compagnie a fare questa scelta senza precedenti. Fermare una flotta non è una decisione semplice, bisogna trovare le banchine per ormeggiare le navi, bisognerà sbarcare la maggior parte degli equipaggi e farli tornare a casa. A bordo si lasciano solo persone necessarie alla manutenzione. Un costo secco per la compagnia.
ISOLA ASSONNATA
Sfogliando i fogli della vita
dove l’isola beve beata
e resta mezza assonnata
per saziare l’armonia dell’essere.
Profondi respiri volano con i capelli al vento
mentre le bottiglie si svuotano senza tormento.
L’arte del fiduciare è come incantare.
Senza parole ma solo col sapore,
quel gusto tramandato che viene premiato.
Figli del sole e della terra
crescono nei vigneti dei vulcani
dove l’arte esiste nelle mani e nelle menti.
CONTROCORRENTEOLIANA: SPIAGGE
Adesso tutti ad aspettare a bocca aperta i lavori per la spiaggia di Porto delle Genti. Si spera che dopo averla ingoiata il mare non vengano ingoiati anche i finanziamenti.
Sarà l'esperienza del progettista, che pur essendo di Vulcano, con studio a Messina, ha già creato l'impasto tecnico per quella di Canneto mentre per i famosi lavori di Acquacalda si conosce solo il risultato finale.
VERO&FALSO
-Politico eoliano autorizza.
-Elettore eoliano motorizza.
-Alicudi ordina nasse a Nassiria .
-Le Eolie chiedono per...dono.
-A Vulcano si cementificherà con lo zolfo a presa rapida.
chi Le scrive è un padre fortemente preoccupato per la propria figlia e per il bimbo che porta in gembo.
A breve mia figlia dovrà partorire e come lei, tante altre donne sull'isola.
Lei mi dirà: " Perchè non si trasferisce a Patti? " Giustissimo !!!
Mia figlia ha già un'altra figlia di 6 anni, partorita a Patti come di regola.
Ma 6 anni fa non c'era tutto quello che oggi stiamo vivendo, 6 anni fa non c'era il CORONAVIRUS.
Una donna incinta necessita delle più comuni ed ordinarie visite mediche, come ecografia, monitoraggio e controlli specifici per tenere sottocontrollo lo stato di salute del nascituro.
Questi controlli vanno fatti almeno 1 o 2 volte al mese soprattutto negli ultimi mesi di gravidanza. Mia figlia è al settimo mese. Dovrà partorire a Maggio.
Ma da quando è subentrato il coranavirus è diventanto difficile spostarsi anche per una semplice ecografia tant'è che la Dottoressa che segue mia figlia e che si trova a Patti,
le ha consigliato di non muoversi per il momento da casa perchè potrebbe essere pericoloso per lei e per il bambino.
Ora io mi chiedo e chiedo a chi di dovere, non si può in questi giorni particolari ripristinare il punto nascite del nostro ospedale?
Non si può in questo momento particolare fare arrivare un ginecologo, un ostetrico, un medico che possa seguire mia figlia e tutte le future mamme, qui sul posto?
Il nostro ospedale, soprattututto il reparto neonatale ha sempre funzionato perfettamente. Abbiamo sempre avuto medici ed infermieri impeccabili.
Conosco i problemi che sta vivendo il nostro ospedale, conosco le problematiche e le burocratiche menzogne!!
Ma siamo in uno stato di emergenza, non sto chiedendo la luna, ma una maggiore attenzione ad un problema che a mio avviso, oggi è più che mai da attenzionare e non solo per mia figlia, ma sopratutto per tutte quelle emergenze che il CORONAVIRUS ci chiede!!!
Sa cosa vuol dire spostarsi, prendere l'aliscafo, stare in mezzo a tanta gente, nonostante la mascherina e tutto il necessario per una donna incinta?
Sa che una donna incinta è meno propretta da anticopcorpi, vitamine e difese immunitarie perchè assorbite in parte dal bambino che ha in grembo??
Sa cosa vuol dire per me, padre, la preoccupazione e la paura che mi tengo dentro, giorno dopo giorno??
Mi auguro di cuore che questa mia richiesta solleciti un pò il cuore di coloro che hanno il potere di poter fare qualcosa in merito, anche se solo per un breve periodo.
Ringrazio Lei, direttore per l'opportunità che offre, attraverso il giornale.Cordialmente.
L'INTERVENTO
di Aldo Natoli
Ritengo che il Sig. Cappadona abbia pienamente ragione di preoccuparsi per la figlia prossima a partorire! Togliere il punto nascita all'ospedale di Lipari è stato un errore macroscopico, e la grave situazione attuale lo dimostra in modo inconfutabile! Come ho già scritto sul Notiziario delle Isole Eolie questo è il momento per chiedere alle autorità sanitarie che governano la Sicilia di ripristinare il punto nascita presso il nostro ospedale! Ci obbligano all'isolamento per il Coronavirus! GIUSTISSIMO!!! Ma almeno durante il periodo dell'emergenza bisognerebbe attivare i vari reparti nel nostro Ospedale, ed in particolare il punto nascita.
Tutti dobbiamo ringraziare i tanti che si stanno spaccando il sedere in 4 e forse di più. Un grazie va fatto anche a quelli che non fanno niente e che si godono le 4 mure domestiche con la paura dentro.
Ormai non si sa a chi tocca. I visi dei sanitari segnati dall'uso delle mascherine devono restare come memoria per ringraziare...chi ci ha procurato questo cavolo di goccioline che fanno da imballo al nemico.
Il Notiziario si legge e si ascolta
LE RICETTE DI PINA CHE FANNO LECCARE I BAFFI
Piselli e patate
Ingredienti: Un kg, di piselli, un kg. 1,5 di patate, due cipolle, un misurino d'olio, 50 gr. di burro, sale e pepe.
Fate rosolare le cipolle finemente, aggiungere due bicchieri d'acqua. Quando bolle calare i piselli e farli cuocere a fuoco lento fino che sia evaporata tutta l'acqua. A parte scaldate le patate e a mezza cottura sbucciarle e tagliarle a quadretti. Prendere una teglia, ungerla e aggiungerci i piselli e le patate e porla al forno e far rosolare, condire con sale e pepe.
In questo momento, l'Italia ha bisogno di affiancare al governo politico non solo il dottor Arcuri ma anche un militare di alto grado e prestigio che sappia come impartire ordini e disposizioni.
E' una necessità quella di trovare una mano forte che abbia alle spalle esperienza di comando e di decisioni immediate da impartire ai militari di cui pochi sanno la disponibilità e la forza.
ISOLA MODELLA
Stanchi degli specchi che mostrano il corpo
si cerca l'arte per capire l'anima.
L'isola diventa modella di se stessa
e prepara l'autoritratto del suo fisico,
ora bruciato, poi verde ma sempre bello.
Senza fuggire dalla realtà,
dall'età, dai testamenti.
Un cammino lungo
e forse eterno
quando si scoprirà cosa c'é là.
Lo stile per non cambiare
e per provare cose diverse
con la polvere ammucchiata
nella vita di tutti i giorni.
CONTROCORRENTEOLIANA: INDIPENDENZA
Sono molti gli eoliani che, in questi momenti di alta tragedia, hanno la casa indipendente con un pezzo di terra. Chi solo la prima, chi solo la seconda e chi entrambe.
Una bella fortuna. Isolarsi con un giardino in fiore, un terreno da preparare, un frutteto in fiore. Al resto ci pensa il mare e soprattutto San Bartolo.