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Panarea si appresta a vivere la stagione solitaria con uno spirito diverso. Ormai il piatto per la politica è stato servito in tutte le salse, caldo e freddo.
E sempre abbandonate. Il Comune, la Regione e Roma sanno e risanno cosa fare per questo paradiso del Tirreno. Panarea non cerca raccomandazioni.
Desidera solo essere tratta alla pari con quello che qualsiasi cittadino europeo ha. Bisogna uscire dai paragoni nazionali e guardare all’Europa. Visto che c’è e fin quando ci sarà.
Il Notiziario si legge e si ascolta
LE RICETTE DI PINA CHE FANNO LECCARE I BAFFI:
Crostini alle vongole
Ingredienti (per 8 persone): 1 Kg. di vongole, olio extravergine d’oliva, 2 spicchi d’ aglio tritati, 1 spicchio intero, 100 ml di vino bianco secco, 3 cucchiai di prezzemolo tritato, 2 peperoncini rossi sbriciolati, pomodorini a pezzetti, 16 fette di pagnotta casereccia tostate, sale.
Preparazione: in una padella fare rosolare 3 cucchiai di olio, le vongole e lo spicchio d’ aglio intero. Quando l’ olio frigge versare il vino e far cuocere 5-7 minuti. Spegnere il fornello e sgusciare ¾ di vongole.
Nella stessa padella aggiungere altro olio e l’ aglio tritato, il prezzemolo e il peperoncino. Cuocere 2-3 minuti. Unire i pomodorini e aggiungere le vongole all’ ultimo minuto. Tostare il pane e distribuirvi sopra la salsa di vongole con qualche vongola col guscio.
E' dedicata ai sistemi idrotermali delle isole Eolie, la nuova puntata di Geoscienze News, il TG web dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) realizzato in collaborazione con il canale Scienza&Tecnica dell'Ansa. Segue, come sempre l'aggiornamento sui terremoti avvenuti in Italia nelle ultime due settimane.
A guidare alla scoperta dei sistemi idrotermali sottomarini delle Eolie è Francesco Italiano, direttore della sede di Palermo dell'Ingv. Sono ambienti molto particolari e interessanti, legati al vulcanismo e che ospitano comunità di microrganismi capaci di vivere in ambienti estremi, considerati l'anello di congiunzione fra il mondo abiotico e la vita.
Ci sono alcuni luoghi che hanno inevitabilmente avuto un ruolo da protagonisti nel mondo del cinema e che sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo come parte un po’ di tutti noi. Anche l’Italia è stata spesso impiegata dai registi per la quantità impressionante di bellezze paesaggistiche e architettoniche presenti. Uno dei luoghi italiani passati alla storia per il gran numero di film girati è rappresentato sicuramente dalle Isole Eolie.
Il Postino e Stromboli Terra di Dio
Una delle pellicole storiche è sicuramente “Il Postino”, un film girato da Massimo Troisi e Michael Radford, che ha avuto come protagonista proprio il buon massimo, Philippe Noiret e Maria Grazia Cucinotta. Questa pellicola narra la storia di un disoccupato figlio di pescatori, che nei primi anni Cinquanta riesce a trovare lavorare come postino “speciale”, dal momento che il suo unico compito è quello di portare la posta a casa del poeta cileno Pablo Neruda, che si è appena trasferito alle Isole Eolie. Con il passare del tempo tra i due si stringe un’amicizia e Mario, il protagonista, comincia a conoscere la poesia e le metafore.
Un altro film che è passato alla storia è certamente “Stromboli Terra di Dio”, una pellicola girata da Roberto Rossellini, in cui troviamo come protagonista la bellissima Ingrid Bergman, protagonista di capolavori del cinema entrati nella cultura popolare come Casablanca e Angoscia, nel ruolo di Karin, mentre Mario Vitale interpreta Antonio. Karin è una profuga di origini lituane, che è finita in un centro di raccolta per stranieri nel corso della seconda guerra mondiale. Dopo poco tempo, le si aprono due prospettive completamente differenti: scegliere la fuga, emigrando in Argentina, oppure rimanere in Italia e mettere le mani sulla cittadinanza convolando a nozze con Antonio, un prigioniero di guerra che è stato liberato proprio nello stesso campo. Una volta che il lasciapassare per il viaggio in Sudamerica le viene negato, Karin decide di optare per l’unica soluzione rimasta a sua disposizione e sposa Antonio nella terra natia di quest’ultimo, ovvero l’Isola di Stromboli. Le differenze a livello culturale e di abitudini rispetto al marito e alla gente di questi luoghi, crea nella donna una sorta di enorme disagio che la porterà, tra mille peripezie, a cercare la fuga, quando è incinta, dall’isola.
Panarea, Amaro Amore e Kaos
Un altro film che ha avuto luogo alle Isole Eolie è indubbiamente meno famoso e molto più divertente: stiamo parlando di “Panarea”, una commedia girata nel 1997 da parte di Castellano & Pippo, nel cui cast era presente anche Alessia Merz. La trama si snoda ovviamente a Panarea, l’isola più piccola dell’arcipelago delle Eolie, in cui ogni venerdì arrivano gruppi di giovani chiassosi da ogni parte d’Italia. Tra sole, mare e case bianche e basse, l’obiettivo è quello chiaramente di divertirsi il più possibile e instaurare delle nuove storie d’amore.
La pellicola più recente girata alle Isole Eolie prende certamente il nome di “Amaro Amore”. Si tratta di una pellicola girata da Francesco Henderson Pope, che narra la storia di due fratelli di origini transalpine, ovvero André e Camille, che arrivano dalla Bretagna e vanno in vacanza sull’isola di Salina, dove aveva viaggiato qualche anno prima la loro madre defunta, Lucia Modica. Ebbene, entrambi provano a scoprire tutto quello che ha da offrire quest’isola, ma devono scontrarsi con la diffidenza tipica dell’arcaico mondo che caratterizza la gente del posto. Due mentalità a confronto, ma è un muro che i due protagonisti dovranno cercare di oltrepassare nel momento in cui scopriranno che gli isolani sanno qualcosa sulla loro madre. Tra fragili equilibri, amicizie e amori condivisi, la ricerca della verità sarà molto complicata.
Anche il film “Kaos”, girato da Paolo e Vittorio Taviani, è stato ambientato alle Isole Eolie: questa particolare pellicola si snoda lungo quattro episodi e un epilogo. L’elemento in comune tra questi episodi è un corvo nero che vola sopra la Sicilia di Pirandello avendo un campanello attaccato al collo. Nell’epilogo si può notare Pirandello intento a parlare con il fantasma della madre, in alcune scene girate proprio sull’isola di Salina e a Lipari, di una storia che tanto avrebbe voluto riportare in versi, ma che non è riuscito a fare per la mancanza di parole.
Finito l’incubo o il piacere estivo, a Panarea si ritorna a sognare. C’è chi segna ogni sogna e c’è chi domanda cosa hai sognato invece di chiedere cosa hai mangiato.
A me chiedono l’uno e l’altro. Prima dico cosa sogno e poi cosa mangio o ho mangiato o mangerò.
Questa è la mia mia vita di pensierosa abitante di Panarea che prima di mangiare pensa all’isola e non come quelli che pensano all’isola per mangiare. Sopra, sotto e accanto.
Lavate i pomodorini sotto l’acqua corrente e tagliateli a metà. Tagliateli ulteriormente a fette in modo da ottenere dei dadini. Mettete i capperi in un bicchiere di acqua a dissalare . Sciacquateli e tritateli grossolanamente .
In una pentola antiaderente mettete un filo d’olio, la cipolla tritata e lo spicchio di aglio e lasciate soffriggere per qualche minuto. Aggiungete i pomodorini, i capperi e le olive e lasciate cuocere per circa 15 minuti.
Unite il pesce spada e coprite con il coperchio. Cuocere per circa 10 minuti, avendo cura di girare la fetta di pesce spada a metà cottura. Condite con abbondante origano e un filo di olio a crudo.
La Crimea è sicuramente un valore aggiunto per la Russia e nello stesso tempo una speranza per l’Europa.
Ancora oggi la Crimea è una penisola o una quasi-isola. Un territorio bello e strategico. Una piazza di transito del traffico verso il mar Nero e di quello carovaniero verso l'Asia centrale.
Sentirsi eoliano in Crimea è una bel modo di guardare il mondo della storia e delle vacanze fra spiagge sconosciute e località pittoresche. Il mio Mar Nero dico sempre quando vengo a tuffarmi in queste acque dominate dalla salinità. Qui arrivano circa 20 milioni di russi per le ferie.
La Crimea è la banchina di porto per “zumpari” direttamente nel cuore del Mediterraneo. Qui sono circondato dai miei parenti che letteralmente si fanno in quattro per darmi il loro affetto costante.
Ma c'è anche dell'amarezza per aver ascolato le parole strazianti di Giulia Giacchetti Boerio, presidentessa dell'associazione italiani di Crimea, che ha ricordato con un filo di voce le sofferenze patite dai "concittadini" che hanno vissuto e continuano a vivere qui, per il martorio voluto da Stalin che li riteneva tutti fascisti e spie.
E ancora: per le sanzioni volute dall'Ue non possono far ritorno in Patria. Da queste pagine lanciamo un appello al governo Conte: "Presidente (un massaggio personale è già stato inviato ndd) si adoperi per risolvere questo caso internazionale che in terra straniera umilia fortemente la sua gente..."
Con questo auspicio e con le carezze rifaccio le valigie e proseguo il viaggio verso la prossima destinazione, in attesa del ritorno alle Eolie, la mia vera "casa anche giornalistica".
Ma dopo aver girato per il mondo posso dire che anche in Crimea mi sento di casa, perché partendo sfugge pure qualche lacrima mia che ho chiamato la…Crimea…
Sicuramente la burocrazia penalizza ancora le isole Eolie. Per ogni cosa piccola o grande si creano, riunioni, programmi, tavoli con relativi posti apparecchiati perché ogni cosa deve essere politicamente distribuita.
Storie di tutti i giorni che sulle isole piccole pesano in modo pesante. Poi si chiedono i risultati, si cercano, si vogliono toccare con mano.
Invece vengono fuori le solite cose fatte di comunicati, “autoapplausi” e autoconvinzioni che tutto è risolto e chiarito. Ma quando mai.
LE RICETTE DI PINA CHE FANNO LECCARE I BAFFI
Insalata estiva
Nel mixer frullate i ceci precotti, la cipolla, il prezzemolo, lo spicchio d'aglio, i semi di sesamo e il pangrattato, aggiustate poi di sale e pepe e condite con olio di semi.
Mettete in frigorifero per 30 minuti, poi formate delle piccole polpette e cuocete in forno a 180°C per 25 minuti circa.
Per l'hummus Mettete tutti gli ingredienti nel mixer e frullate; dovrete ottenere un composto non troppo denso, decorate con semi di sesamo e un giro olio di semi di sesamo.
Componete l'insalata: tagliate il cetriolo a fettine molto sottili e i pomodori in 4 parti mettete nel piatto con la rucola, proseguite aggiungendo i falafel e i semi di sesamo; condite con l’olio di semi di sesamo. accompagnate con l'hummus di ceci dove intingere i falafel.
Carlo Calenda è un pentito dopo l’esperienza degli operi Embraco, ex fiore all’occhiello dei compressori italiani per frigo. Adesso arriva la chiara riflessione amara.
Non si salvano i posti di lavoro, ma si salva il lavoro era una bella favola. Un operaio di 50 anni che ha passato la vita a fare impianti può andare a lavorare nell’economia delle app?
Ora bisogna ricentrarsi su un liberalismo di metodo. La democrazia liberale deve recuperare il pragmatismo. E se la società va meno veloce del progresso, la società salta per aria”.
Il paradigma di riferimento deve essere il liberalismo sociale. Si vince o si perde non importa il risultato è che il lavoro parte continuamente per le ...calende greche...
ISOLA TAPPETO
Il mare miete e raccoglie
mentre la plastica diventa seme.
Braccia rubate alla pesca
e barattate al deserto dei fondali.
Si sale e si scende dal sud al nord
per l’abbraccio letale al lavoro
ed il saluto alla famiglia.
Carovane infinite di storie
che sono uomini e donne dell’isola
lasciata ai nuovi barbari del posto.
Un sospetto sposato all’idea
del buonismo che partorisce terrore
per le onde senza odore
ma col sudore che spezza la schiena
mentre si cerca il tappeto della preghiera.
CONTROCORRENTEOLIANA: NACCHERA
Che fine hanno fatto le Pinne Nobilis alle Eolie? Quando sono state viste l’ultima volta? Un tempo erano pescate o per meglio dire raccolte per arredare le pareti dei locali pubblici magari con un dipinto nella parte interna.
La nacchera o “ranula pinula”, è quel grande mollusco bivalve che abita solo nel Mar Mediterraneo, spesso nelle praterie di posidonia.
Oltre che dalla raccolta illegale e dall’inquinamento, le popolazioni di questa specie sono minacciate da un protozoo parassita, identificato come nuova specie che distrugge la ghiandola digestiva delle nacchere.
Il panorama sulla nacchera di mare appare quindi molto compromesso. Certamente servono attività presso l’arcipelago delle isole Eolie a salvaguardia della fauna e della flora nonché dell’ambiente marino tutto.
Stamattina volevamo presenziare ad un funerale a Panarea. La salma era sul traghetto ex Ngi. In biglietteria eravamo 10 persone in fila e la nave ha staccato gli ormeggi.
E siamo rimasti lì come tanti cretini... Ma dico: quando sono i mezzi di linea che portano ritardo tutto ok per loro, in questo caso se avessero ritardato di 5 minuti non penso che era la fine del mondo.
Mia moglie, mia figlia e altri che volevano dare l'ultimo saluto al caro defunto sono rimasti in banchina con i fiori in mano....
In conclusione, sono dovuto andare a Panarea con la mia barca.
L'Italia e' in ogni parte del mondo con le sue storie belle e tristi. In Crimea gli italiani sono stati e sono di casa. Nella citta' di Kerch esiste ed e' in piena attivita' l'associazione Italiani di Crimea.
Nell'intervista rilasciata al Notiziario delle Eolie online, la dottoressa Giulia Giacchetti Boico, presidentessa, nata a Kerch, con genitori di Trani (Puglia), parla degli italiani di ieri e di quelli di oggi che vivono in questa bella parte della nuova Russia, dei momenti drammatici che vissero soprattutto durante la 2' guerra mondiale, quando si registrò la deportazione di circa 5 mila concittadini che vennero sequestrati, trasferiti in Siberia (la maggior parte morirono per la fame e il freddo..) e i pochi superstiti, pur parlando italiano, senza documenti, sono impossibilitati a dimostrare le proprie origini.
Nel 1942, a causa dell'avanzamento della Wehrmacht in Ucraina e in Crimea, le minoranze nazionali presenti sul territorio finirono deportate con l'accusa di collaborazionismo, seguendo il destino della minoranza tedesca già deportata nell'agosto 1941 durante l'Operazione Barbarossa. La deportazione della minoranza italiana iniziò il 29 gennaio 1942 e chi era sfuggito al primo rastrellamento fu catturato e deportato l'8 e il 10 febbraio 1942: l'intera comunità, compresi i rifugiati antifascisti che si erano stabiliti a Kerch, venne radunata e costretta a mettersi in viaggio verso i Gulag. Il convoglio attraversò i territori di Russia, Georgia, Azerbaigian, Turkmenistan, Uzbekistan e Kazakistan: via mare da Kerch a Novorossijsk, poi via terra fino a Baku, fu quindi attraversato il Mar Caspio fino a Krasnovodsk e infine, nuovamente sui binari, i deportati giunsero sino ad Atbasar, per essere poi dispersi nella steppa tra Akmolinsk e Karaganda, dove furono accolti da temperature fra i 30 e i 40 gradi sotto zero, che li decimarono. Lo stretto di Kerch e il Mar Caspio furono attraversati con navi sulle quali gli italiani erano confinati nella stiva; una di esse affondò. A causa della lentezza con cui procedevano i convogli, il viaggio durò fino a marzo; quasi metà dei deportati e tutti i bambini morirono durante il viaggio.
A seguito delle "battaglie" dell'associazione, 4 anni fa la comunità fu riabilitata e riconosciuta come la minoranza etnica ex deportata e perseguitata. Ma dopo la "divisione" dall'Ucraina e il "passaggio" alla Russia, per le sanzioni che arrivano dall'Unione Europea sono addirittura impossibilitati a fare rientro in Italia. Incredibile, ma vero! Non per niente si sentono pure dimenticati dalla loro terra d'origine. E questo è l'appello che lanciano al governo italiano. "Non possiamo essere figli di nessuno. Ricordatevi che noi viviamo..."
Scrisse Giulia Giacchetti Boico: «Tutta la strada da Kerč' al Kazakistan è irrigata di lacrime e di sangue dei deportati o costellata dai nostri morti, non hanno né tombe né croci». Come non si può non ricordarli?
L'intervista alla presidentessa Giulia Giacchetti Boico
IL RACCONTO. La popolazione degli italiani di Crimea ammonta a circa cinquecento persone, anche se un censimento ufficiale non è mai stato effettuato. La maggior parte di loro risiede a Kerč, dove nel 2008 è stata costituita l'associazione "C.E.R.K.I.O." (Comunità degli Emigrati in Regione di Crimea - Italiani di Origine, presieduta da Giulia Giacchetti Boico), i cui obiettivi sono:
la salvaguardia e la promozione della conoscenza della lingua e della cultura italiane, attraverso corsi tenuti gratuitamente dagli stessi associati; presso la sede dell'associazione è stata anche allestita una biblioteca di volumi in italiano giunti in dono dall'Italia, si proiettano film in italiano e si tengono corsi di cucina italiana;
il riconoscimento da parte delle autorità ucraine dello status di minoranza perseguitata e deportata, sia per ristabilire la verità storica sia per poter usufruire di alcuni vantaggi di tipo economico riservati alle vittime del comunismo; il consolidamento dei rapporti istituzionali con l'Italia, avviati solo di recente;
la ricostruzione dell'albero genealogico degli italiani di Crimea, reso estremamente difficoltoso dal fatto che quando fu attuata la deportazione a tutti gli italiani vennero sequestrati i documenti di identità e molti dei superstiti, pur parlando italiano, sono impossibilitati a dimostrare le proprie origini.
A livello istituzionale dopo la prima interrogazione parlamentare in Italia sul tema, che risale al 1998, ci sono state altre iniziative con interventi alla Camera e al Senato rispettivamente nel 2009 e 2010.
Dopo il referendum sull'autodeterminazione della Crimea del 2014 l'interlocutore dell'associazione Cerkio è divenuto il governo della Repubblica autonoma di Crimea e in seconda battuta il governo russo. Il 21 aprile 2014 la presidenza russa ha emanato un decreto per il riconoscimento delle minoranze crimeane perseguitate dallo stalinismo, omettendo però di includere quella italiana. A questa mancanza è stato posto rimedio il 12 settembre 2015, a seguito dell'incontro a Yalta fra il presidente Putin e una delegazione dell'associazione Cerkio guidata dalla presidente Giulia Giacchetti Boico. All'incontro era presente anche Silvio Berlusconi. Il presidente russo ha emendato il decreto e ora gli italiani sono stati a tutti gli effetti riconosciuti come minoranza perseguitata e deportata.
RASSEGNA STAMPA
Crimea, una storia tutta italiana. Dagli artigiani dell'800 fino ai ...
E’ partito il progetto di Blue Marine Foundation e Aeolian Islands Preservation Fund per sostenere ed incentivare le attività scientifiche alle Isole Eolie.
Le fondazioni Blue Marine Foundation e Aeolian Islands Preservation Fund, che promuovono e supportano progetti di preservazione del mare e dell’ambiente alle Eolie, hanno acquistato un gommone con l’obiettivo di sostenere ed incentivare le attività scientifiche nel territorio.
Nel mese di Settembre i primi due istituti di ricerca sono stati coinvolti nell’intraprendere studi finalizzati a determinare ed approfondire le conoscenze in merito allo stato di salute del mare eoliano, informazioni preziose per contribuire ai futuri piani di conservazione.
Gli studi elaborati saranno pubblicati e condivisi con la comunità locale, con gli Uffici della Regione Sicilia e con l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca (ISPRA), ente di ricerca incaricato dal Ministero di seguire gli studi di fattibilità dell’Area Marina Protetta delle Isole Eolie.
I gruppi di ricerca già coinvolti sono:
- Università di Federico II: mappatura delle comunità microbiche che popolano gli ambienti estremi marini delle isole Eolie: indagine del loro ruolo nel ciclo dei nutrienti - Politecnico delle Marche: Censimento visivo subacqueo di specie bentoniche prioritarie, evidenziate dalla Direttiva Habitat 92/43/EEC e dalla convenzione di Barcellona, per la protezione degli ambienti costieri mediterranei
Nel corso dell’estate le fondazioni hanno inoltre coinvolto 15 centri di ricerca nel condividere studi intrapresi o in corso per mettere in luce la biodiversità e l’unicità degli ambienti marini eoliani.
L’obiettivo a lungo termine è quello di sensibilizzare e informare sull’importanza di tutelare il mare delle isole Eolie, le cui acque ospitano habitat vulnerabili, molti dei quali protetti a livello internazionale dalle norme europee.
Ormai la maggior parte delle attività di Panarea ha chiuso i battenti. L’isola si è spogliata dal lavoro estivo e mestamente si prepara all’inverno che sarà come gli altri.
Lungo e duro, con la sua parte di rischi, monco nella sanità e nella sicurezza. Non ci sono tutte le garanzie necessarie per vivere, non dico bene, ma almeno senza rischi.
Giorno dopo giorno si ripetono le stesse cose, ora dopo ora ci raccomandiamo a Dio e ogni giorno che passa è già una bella cosa.
LE RICETTE DI PINA CHE FANNO LECCARE I BAFFI
=== pesce === BACCALA' FRITTO Ingredienti: 500 g. di baccalà già ammollato. Preparazione: tagliate il pesce e immergetelo in una pastella fatta di acqua e farina. Friggete in olio bollente. Nello stesso olio si può friggere anche della cipolla tagliata a pezzetti (circa 300 g.) che con aggiunta di una tazzina di aceto diventa il condimento per il baccalà.
Centro Amministrativo e politico della Crimea, ha 400.000 abitanti ed è il tradizionale punto di partenza per i tour in Crimea.
La città è collegata via treno e via aereo con tutte le maggiori città, nonché con le tratte internazionali. Venne costruita nel XV secolo sulle rovine di una antica città tatara chiamata Ak Masjid.
La principale attrazione turistica è il sito archeologico di Neapolis Skifski, dove troviamo le rovine della capitale dello Stato scita del secondo secolo a.C. Gli scavi di tale sito iniziarono nel 1827, oggi annoverano mausolei e tombe di 72 nobili sciti. Il minareto di Kebir-Djami, le grotte di Cetir-Dag e gli impianti per gli sport invernali di Angarskij Pereval sono le altre principali attrattive turistiche della zona.
Città intellettuale e universitaria, punto di incontro tra cultura tartara e russa, inizia ora a sviluppare il turismo di intrattenimento e notturno. La spiaggia di Nikolaevka è la più vicina alla città (37 km) ed è attrezzata per la ricezione turistica con decine di hotel, innumerevoli pensioni, appartamenti privati e ville. Costanti i collegamenti con la città. Simferopoli è attrezzata con importanti e valide strutture ricettive, tuttavia il cliente tipico della città è generalmente il turista di passaggio.
STROMBOLI – Il nostro viaggio è proseguito verso le Isole Eolie. Lipari, Salina, Vulcano, Panarea, Stromboli con Strombolicchio, Filicudi e Alicudi sono alcune delle isole più belle del Mediterraneo e del Tirreno in quanto sorgono in un tratto di mare incontaminato e limpido che non ha niente da invidiare alle mete più esotiche come le Maldive o i Caraibi.
Eolie e Lipari possono per questa ragione essere considerate come vere e proprie perle dei mari italici, luoghi ideali per chi ama la natura e la tranquillità che contraddistingue questi luoghi, dove ci si diverte ma non in maniera maniacale. Queste isole possono infatti essere il luogo ideale di vacanza per famiglie e giovani amanti che cercano relax.
Queste isole sono raggiungibili durante tutto l'anno da Milazzo (a nord della Sicilia) concorse regolari di traghetti e di aliscafi. Basta quindi recarsi in Sicilia e poi organizzarsi per un nuovo sbarco. La principale dell'Arcipelago è l'isola di Lipari, chiamata Lipara dal nome del suo primo mitico sovrano, fu un grande centro economico e florido e grande centro della cultura greca.
In questo porto ci siamo imbarcati su “Sigismondo” per fare una crociera di tre giorni alla scoperta di questo vero paradiso. Lo storico veliero del 1901, un tempo adibito al trasporto del materiale da costruzione destinato ai vari villaggi delle Eolie, da alcuni anni propone la navigazione charter alle Eolie. Al timone troviamo Felice, capitano e cuoco, che con grande simpatia si occupa del benessere dei passeggeri (compreso il piccolo Skipper, un maltese bianco abituato al mare e alla navigazione). Una crociera all’insegna del “carpe diem” con momenti di osservazione del mare, ore di meritato riposo e tuffi nel mare azzurro, il tutto intercalato da gustosissimi piatti preparati dall’equipaggio.
La nostra rotta ci ha condotti a Vulcano (dove abbiamo scalato il vulcano), accanto a Panarea e infine a Stromboli. Questo vulcano, sulle prime pagine di tutti i giornali per le sue recenti eruzioni, si è presentato con un spettacolo ‘pirotecnico’ notturno davvero unico. Abbiamo osservato questo inedito programma direttamente dal ponte del nostro veliero. Un’esperienza davvero indimenticabile.
Il nostro viaggio “Sicilia tra terra e mare”, una volta sbarcati a Milazzo, proseguirà per Cefalù, luogo di grande storia e villeggiatura balneare.(viaggirossetti.ch)
Nella lista delle isole da sogno dove sognare, mancano le Eolie fra le prime 50 isole scelte da oltre 5.300 persone. Questo è l’elenco: 1. Flatey, Islanda. 2. Palawan, Filippine-3. Espiritu Santo, Vanuatu. 4. Sommarøy, Norvegia. 5. Korcula, Croazia. 6. The Aran Islands, Irlanda. 7. Pemba Island, Zanzibar. 8. Barbados. 9. Lummi Island, Washington State. 10. Bora Bora, Polinesia Francese. 11. Rawa Island, Malaysia. 12. Azores, Portogallo.
13. Koh Tao, Thailandia. 14. Capri, Italia. 15. Fraser Island, Australia. 16. Bali, Indonesia. 17. Ibiza, Spagna. 18. Cape Breton Island, Nova Scotia, Canada. 19. Corsica, Francia. 20. Santorini, Grecia 21. Havelock Island, Andaman Islands, India. 22. Kauai, Hawaii. 23. Colonsay, Scotzia. 24. Aitutaki, The Cook Islands. 25. Cebu, Filippine.
26. Maldive. 27. Curaçao. 28. Rangitoto Island, Nuova Zelanda. 29. Sir Bani Yas – Abu Dhabi, UAE. 30. Galápagos Islands, Ecuador. 31. Gozo, Malta. 32. Pulau Tengah, Malaysia. 33. Grand Cayman, Cayman Islands. 34. Salt Spring Island, British Colombia, Canada. 35. St. Barts, Caribbean. 36. Mont-Saint-Michel, Francia. 37. Laucala Island, Fiji. 38. La Digue, Seychelles.
39. Jicaro, Nicaragua. 40. Cozumel, Messico. 41. Koh Rong Samloem, Cambodia. 42. Culebra, Puerto Rico. 43. Formentera, Spagna. 44. Tobago. 45. Öland, Svezia. 46. St. Lucia, Caribbean. 47. Paros, Grecia. 48. Chiloe, Cile. 49. Mallorca, Spagna. 50. Côn So'n, Vietnam. Secondo molti hanno voluto fare un dispetto alla signora Pina non includendo almeno Panarea nella classifica.
Lipari - La ditta Di Grado informa che anche quest'anno è possibile acquistare l'uva da mosto Gli interessati possono contattarei seguenti numeri 330370953 -3334897398
Messina - Affittasi appartamento quadrivani a studenti sul viale S.Martino termo ascensorato e con accessori info 3475695630
EOL MARE servizi marittimi Lipari
Info commerciale. Lipari, a Marina Lunga "L'Officina dei Ricambi" di Salvatore Stramandino
L'Officina dei Ricambi di Salvatore Stramandino è a Marina Lunga di Lipari: ricambi per auto e moto, noleggio, vendita scooter, mezzi elettrici e prodotti pulizia nautica
Citata da Omero nelle sue opere, Kerch possiede almeno 26 secoli di storia.
La città fu sotto il dominio del Re del Ponto Mitridate VI Eupatore il quale, salito al trono nel 120 a.C. a 12 anni di età, per circa 60 anni con eccezionale energia ed ambiziosi disegni fu protagonista di un lungo ed ostinato conflitto con Roma.
Mitridate in parte per via di conquiste, in parte per via di accordi, unificò un territorio che si estendeva su tutti i lati del Mar Nero e buona parte dell’Asia Minore.
In breve tempo dette vita ad un vasto impero e iniziò ad accarezzare il progetto di soppiantare la potenza romana, ne derivò un immediato intervento proprio di Roma e le tre guerre mitridatiche che aprirono ai romani le vie dell’Oriente.
Mitridate perse man mano tutte le colonie fino a che fu costretto a rifugiarsi nel suo ultimo avamposto, appunto Kerc, e qui si fece uccidere da un suo fedele servitore. Il punto in cui si fece dare la morte si chiama ancora oggi monte di Mitridate, monumenti, rovine e musei sono presenti a testimonianza della storia passata. Gli archeologi di tutta la Russia venivano qui per ricerche terrestri e marine.
Molto frequentata specialmente per il turismo culturale.
Il tribunale scortato dagli "immancabili" Leoni...
Vita Zybina, già capo della polizia di Kerch e tra i piu' affermati avvocati della Crimea...
“Le tasse salgono, gli stipendi non crescono: le cose non sono molto diverse da quando a comandare era Kiev”. Ekaterina ha i capelli biondi e gli occhi azzurri, lavora come contabile in una piccola azienda. E forse è per questo che risponde alle domande - la vostra vita è cambiata in meglio o in peggio dalla “riunificazione”? - senza esitazione. Accanto a lei c’è suo marito, Dimitri. Lui, invece, ha la carnagione olivastra, i capelli neri come il petrolio, occhi verdi smeraldo e un sorriso gentile illuminato da denti bianchissimi. Crimea, crogiuolo di popoli. Fa il pescatore e come Natalia sono venuti al mercato centrale di Sebastopoli per fare la spesa. “Abbiamo votato per tornare a far parte della Russia - spiega - ma non è cambiato molto da allora: le autorità continuano a non combinare nulla, solo interventi cosmetici”. Che il risultato al referendum sarebbe stato diverso se, per esempio, fosse stato concesso più tempo non ci credono. Ma neppure che senza l’intervento di Mosca in Crimea sarebbe scoppiata una guerra come nel Donbass, così come sostengono i fan più sfegatati del Cremlino. “Di certo c’è che i prezzi sono saliti”. E questo, al mercato, lo dicono tutti.
L’Ucraina, d’altra parte, ha di fatto chiuso la sua parte di frontiera e ogni cosa in Crimea oggi viene dalla Russia, o via aereo, con gli alti costi che ne conseguono, o via nave attraverso il porto di Kerch, dove è in corso di costruzione il gigantesco - e costosissimo - ponte che dovrà definitivamente legare la penisola alla madrepatria attraverso un collegamento stradale e ferroviario. Mosca, si diceva, ha varato un imponente piano di investimenti per rivitalizzare l’economia crimeana dopo i 20 anni di cronici sottoinvestimenti patiti negli anni dell’indipendenza ucraina (a cui vanno sommati gli anni della stagnazione di Breznev). Vediamo allora un po’ di numeri. L’ultimo piano d’investimento disponibile del governo ucraino contemplava circa 120 milioni di dollari annui fino al 2020. Poi è arrivata l’annessione. Così, solo nel 2014, da Mosca sono piovuti 124 miliardi di rubli in “sovvenzioni federali” e denari utili a inserire la repubblica crimeana nell’alveo amministrativo russo - assorbendo, ad esempio, i dipendenti pubblici nella struttura federale. Le conversioni in valuta ‘pregiata’ - diciamo euro, per comodità - da qui in poi si fanno più complicate per l’alta volatilità del rublo ma se si fa la media del 2014, in base ai dati forniti dalla Bce, si arriva a circa 2,5 miliardi di euro. Il programma governativo di sviluppo per la Crimea - 2015-2020 - prevede poi una cifra monstre: 736 miliardi di rubli. Per il 2016 si parla di 148 miliardi di rubli che, ancora, stando alla media di cambio Bce fanno quasi 2,1 miliardi di euro.
Il Cremlino ha quindi messo il turbo e, suscitando non pochi brontolii in altre zone depresse del paese che dipendono dalla munificità del governo centrale, ha trasformato l’intera repubblica crimeana in Zona Economica Libera. Ci sarebbe di che essere felici, visti i tempi. Eppure i quattrini evidentemente non hanno iniziato a girare abbastanza velocemente, se non altro per chi come Ekaterina e Dimitri deve campare con uno stipendio fisso e non ‘fa’ il prezzo. Oksana, che al mercato ha una bancarella di frutta e verdura, invece un miglioramento lo vede eccome. “Ci sono più soldi, abbiamo compiuto passi avanti”, racconta elettrizzata. “Certo, ci sono dei problemi ma non si può avere tutto subito”. Che Oksana sia di parte non lo nasconde e anzi ne va fiera. “Io mi sento russa al 100% e la mattina del referendum mi sono presentata al seggio alle 8 di mattina: il risultato non poteva essere diverso”. La Commissione di Venezia, organo consultivo del Consiglio d’Europa, ha ad ogni modo dichiarato il referendum “illegale” sia in base alla Costituzione ucraina che a quella crimeana e la mancanza di osservatori internazionali indipendenti - Osce o Onu - non ha giocato a favore della Russia. Putin, dal canto suo, ha sempre citato il caso del Kosovo come il precedente principe e ha sostenuto che il referendum in Crimea ha seguito “quelle stesse procedure”.
Ma il diritto internazionale a un certo punto si ferma - di norma davanti ai carri armati - e inizia la vita delle persone, checché ne dicano le cancellerie. “Una mia conoscente lavora in una scuola materna, fa le pulizie: quando c’era l’Ucraina prendeva 140 dollari al mese, ora 4mila rubli (circa 80 euro, ndr). Ma come si fa a vivere con 4mila rubli?”. Grigory nella vita invece fa il tassista e per una corsa da Sebastopoli a Yalta, 70 chilometri più a est lungo la costa rispetto a Sebastopoli, di rubli ne chiede 2mila. Per lui i nomi di Putin e Aksyonov non hanno un gran significato, sono entità astratte, simili ai numina degli antichi romani, così come le loro promesse. Che davvero si stesse meglio quando si stava peggio, però, non se la sente di metterlo nero su bianco. “Le strade fanno un po’ meno schifo”, concede. I dati raccolti e analizzati dall’agenzia RBK sembrano in effetti dargli ragione: a tre anni dalla ‘riunificazione’ la qualità della vita resta inferiore alla media russa, con redditi medi più bassi della metà rispetto al resto della Federazione. L’inflazione poi è senza pietà: +26% nel 2015, +7% nel 2016 (soprattutto a causa del blocco energetico, del traffico merci e delle forniture di acqua dolce, che copre l’87% del fabbisogno locale). Detto questo, stando all’istituto di statistica Crimstat, nel 2016 il reddito mensile procapite è pur salito del 21%, toccando quota 19mila rubli (ovvero circa 300 euro).
Quindi chi ha ragione, la gente o gli specialisti? “Non ci sono dati utili per le analisi comparative perché i dati economici ucraini non possono essere convertiti in quelli russi”, dice Natalia Zubarevic, direttrice del programma regionale per l’Istituto Indipendente di Politica Sociale. “L’economia, stando ai numeri ufficiali, cresce ma è così anche in Daghestan e Cecenia, e questo mette in dubbio la qualità dei dati”. In un quadro del genere tocca ingegnarsi. RBK allora ha composto un paniere di generi alimentari di base dai prezzi comparabili e ha notato che se nel 2013, con uno stipendio medio, si aveva un potere di acquisto pari di 7,5 punti rispetto al paniere stesso, nel 2016 il coefficiente è salito a 9/10 punti.
Le cose, dunque, sembrano andare meglio per davvero. Sebastopoli, va detto, giuridicamente fa parte della Federazione Russa, in quanto città d’importanza federale, e non della Repubblica di Crimea. Paradossalmente, quindi, potrebbe beneficiare di minori investimenti pubblici rispetto al resto della penisola, benché sul suo pedigree patriottico non ci siano dubbi. Anzi. Le sue strade traboccano storia, i palazzi in stile neoclassico dei ‘quartieri alti’ trasmettono un’aura di antica ricchezza e il lungo mare, intervallato da insenature e profondi fiordi, ha un suo fascino decadente. Con tanti soldi e un masterplan firmato da un archistar di grido Sebastopoli potrebbe dire la sua anche nel XXI secolo. Ma le sanzioni rendono il futuro incerto, nonostante le buone intenzioni: meglio dunque rifugiarsi nel passato.
“Io ho studiato a Kiev - racconta ancora Natalia - e ho sempre gonfiato il petto quando dicevo che ero di Sebastopoli: è una delle città ‘eroiche’ della Russia”. Qui, d’altra parte, sin dalla sua ri-fondazione in epoca moderna, nel 1784, per iniziativa del principe Potiomkin e con decreto di Caterina la Grande, ha trovato casa la flotta del Mar Nero - sarà forse per questo che nelle strade si ode un russo purissimo, senza uno strascico di accento ucraino. Poi i due terribili assedi: il primo nel corso della guerra di Crimea (1853-1856) e il secondo durante la Seconda Guerra mondiale, quando venne conquistata dai nazisti dopo feroci scontri e poi liberata dalle truppe sovietiche. Insomma, Sebastopoli ha sempre lottato con fierezza per essere russa. Quando Nikita Krusciov trasferì di sua iniziativa, nel 1954, la Crimea sotto la sovranità amministrativa dell’Ucraina - per celebrare i 300 anni del trattato di unione tra Kiev e Mosca - si trattò in fondo di un dettaglio. Che assunse però caratteristiche ben diverse con il crollo dell’Unione Sovietica e la dichiarazione d’indipendenza dell’Ucraina. Sebastopoli divenne non a caso una città a statuto speciale e l’intera Crimea una regione autonoma, così da rimarcare quella differenza che pure l’ha sempre distinta.
“Il popolo crimeano è diverso sia da quello ucraino che da quello russo: ha la sua identità”. Anche Anatoli fa l’autista ma lui è di Kursk, a 600 chilometri da Mosca, e in Crimea, a Simferopoli per la precisione, ci è venuto a lavorare dopo l’annessione-riunificazione, attirato dalle nuove opportunità. “Le leggi russe sono più dure rispetto a quelle che c’erano al tempo dell’Ucraina e al tipo di mentalità che c’è qui”, spiega. A soffrire in particolare sarebbero i piccoli commercianti, che ormai si erano abituati al ‘lassez-faire’ di Kiev e alla corruzione, che a detta di tutti era rampante. “Non so se la Russia ce la farà mai a integrare la Crimea” confida pensoso mentre affronta il traffico caotico di Simferopoli. Anatoli intanto si è portato avanti. “Il clima non è male”, ridacchia. Infatti la Crimea è da sempre la riviera dell’impero - prima russo e poi sovietico - e il Cremlino ora ha tutte le intenzioni di riportare la penisola agli antichi fasti, sviluppando il settore turistico e quello vitivinicolo.
Gli asset della Crimea, ad ogni modo, non finiscono qui. Mosca ad esempio ha intenzione di sviluppare il gioco d’azzardo, facendo della penisola una sorta di Las Vegas del Mar Nero e c’è chi punta addirittura a trasformarla in un paradiso fiscale. La Crimea oggi è insomma (anche) un grande affare, per quanto rischioso. Ma si sa, chi non risica non rosica. Ecco perché da mezza Europa stanno piovendo manifestazioni d’interesse per intercettare i finanziamenti russi e sfruttare le ghiotte condizioni garantite dalla Zona Economica Libera - in barba alle sanzioni, naturalmente.(ansa.it)
Yalta è la città turistica, balneare ed elitaria per eccellenza di tutta la Russia imperiale nonché poi di quella sovietica da quando nell’ottocento la vicina Livadia venne scelta dallo Zar Alessandro II quale residenza estiva.
La caratteristica che la rende particolare è il microclima – è posizionata infatti all’interno di una baia e difesa tutta intorno dai monti per cui il clima è mite anche in inverno e caldo e secco d’estate. Crescono palme, acacie, magnolie e molte altre specie subtropicali, la natura è rigogliosa. Il periodo migliore per visitarla è l’autunno dato che è meno affollata e la temperatura è ideale.
La città divenne famosa anche in tutto il mondo occidentale solo dopo la Seconda Guerra Mondiale grazie alla Conferenza di Jalta che si tenne appunto al Palazzo Livadia dal 4 all'11 febbraio 1945, durante la Seconda guerra mondiale, nel quale i capi politici dei tre principali paesi Alleati presero alcune decisioni importanti sul proseguimento del conflitto, sull'assetto futuro della Polonia, e sull'istituzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. La conferenza era identificata nei documenti segreti con il nome in codice "Argonaut".
I tre protagonisti furono Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill e Iosif Stalin, capi rispettivamente dei governi degli Stati Uniti d'America, del Regno Unito e dell'Unione Sovietica.
Lo svolgimento della famosa conferenza e le decisioni politico-diplomatiche che furono raggiunte hanno dato luogo ad accese controversie in sede di analisi storiografica e di polemica politica internazionale. Per alcuni considerata l'origine della Guerra fredda e della divisione dell'Europa in blocchi contrapposti a causa soprattutto dell'aggressivo espansionismo sovietico, la conferenza di Jalta, secondo altri analisti, politici e storici rappresentò invece l'ultimo momento di reale collaborazione tra le tre grandi potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, i cui risultati sarebbero stati vanificati soprattutto a causa di una serie di decisioni prese da parte occidentale, e di situazioni verificatesi nei mesi seguenti del 1945.
Le mete più interessanti da visitare nella zona sono il lungomare, il famoso castello Lastoch-kino gnezdo (castello costruito su di una rupe a picco sul mare e divenuto simbolo della città), lo spettacolare giardino botanico di Nikitsky (fondato nel 1812, (ospita oltre 28.000 specie botaniche differenti provenienti da tutto il mondo), il Palazzo di Alessandro II, il Palazzo Livadia (sede della Conferenza di Yalta), il Palazzo Massandra (oggi sede dell’istituto enologico crimeano), il Palazzo dell’Emiro del Bukaro, le cascate Ucian-Su, il lago di montagna Karagol e i tanti angoli di natura incontaminata delle varie baie della costa sud come Mis-Martian. Jalta è meta necessaria per ogni viaggio in Crimea, merita sempre almeno un’escursione.
Non necessariamente tuttavia la città deve essere scelta come meta logistica permanente dato che i costi dei resorts sono in genere molto più cari ed è comunque molto facilmente raggiungibile dalle altre città della costa sud da Sebastopoli a Sudak. In alta stagione è anche troppo congestionata e sfruttata.
Il sistema trasporti Eolie ha bisogno di darsi una mossa. Via mare e via aria.
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Mi chiedono spessissimo quante Panarea ci sono nel mondo.
Io che viaggio pochissimo rispondo sempre ditemelo voi che girate ma poi sempre qui tornate per l'unicità di questa scoglietta in mezzo al mare che dove ti giri e rigiri é sempre bellissima.
Un vero affare per tutti. Anche per tutti i turisti che arrivano.
LE RICETTE DI PINA CHE FANNO LECCARE I BAFFI
Zuppa di piselli e verdure fresche
Ingredienti: 150 gr. di piselli secchi, 100 gr. di pancetta, 3 carote, un porro, gambo di sedano, una cipolla, prezzemolo, una tazza di riso, sale e pepe.
Mettete a mollo la sera prima i piselli. Preparare un brodo con i dati e cuocere dentro tutte le verdure, i piselli e la pancetta, il brodo dovrà coprire tutte le verdure. Salate, pepate e cuocere a fuoco basse per circa due ore. Aggiungete poi il riso, quando questo sarà cotto la minestra è pronta. Servire bollente.
A metà degli anni ’80 lasciò Palermo poco più che ventenne per “cercare fortuna”, come si dice, anche se il vero motivo è stata la perdita del papà giovanissimo per il male del secolo e Palermo in quel periodo non dava grandi prospettive per realizzare i propri sogni. E i sogni pian pianino si sono realizzati da Modena dove vive e in giro per l’Europa, tra scrittura letteraria, teatrale e cinematografica, facendo spesso la regia ai propri testi “perché so cosa vuole dire l’autore” come sostiene ironicamente. Dieci libri al suo attivo, di cui uno pubblicato in Francia scritto direttamente in francese e non tradotto, e stesso numero di testi teatrali, con sette regie al suo attivo, mentre due sono i film che ha scritto e diretto, di cui uno è stato proiettato nel prestigioso Festival del Cinema di Cannes nel 2016.
Ma adesso un altro importante traguardo lo attende che è il debutto a Parigi, nel centralissimo teatro Espace Beaujon dal 15 al 18 ottobre, con una nuova opera scritta e diretta da Zarzana in francese dal titolo “Maguy”, la storia vera di Marguerite B. da tutti chiamata Maguy, una giovane ragazza ingiustamente imprigionata alla fine degli anni ’40 nel castello-prigione di Cadillac in Aquitania per essere “rieducata” alla società. In questo istituto di correzione, totalmente assente di progetti educativi, la fragilità di Maguy il suo desiderio di rinascere e la paura del futuro si contrappongono alla severità e al rigore della direttrice che, dopo numerosi conflitti tra le due, comincerà a voler bene a questa giovane ragazza, perdonando gli eccessi della sua personalità eccentrica. La storia di Maguy è la storia del fallimento dell’educazione sorvegliata in Francia e il suo suicidio, avvenuto poco prima della sua uscita dall’istituto, provoca la chiusura di tutte le “case di correzione” francesi e non solo.
“Ho scoperto per caso questa drammatica storia – commenta Zarzana – e ho cominciato a scriverla in francese per ridare giustizia a questa giovane con il linguaggio del teatro. A Parigi il mio progetto è stato accolto immediatamente e avrò il privilegio di dirigere due grandi attrici come Anne-Sophie Morillon e Delphine Ledoux, mentre al mio fianco in regia avrò Capucine Lemaire”. Il cammino di questo spettacolo è partito proprio da Palermo, dove nell’ottobre scorso la pièce è stata rappresentata sotto forma di lettura scenica sottotitolata in italiano, tra le iniziative di Palermo Capitale Italiana della Cultura. “Per me è stata una grande emozione – continua Zarzana – entrare nel cartellone delle iniziative, grazie soprattutto al consigliere comunale Dario Chinnici che ha fortemente voluto la mia presenza a Palermo, anche per motivi affettivi perché i nostri papà erano colleghi.
Ancora adesso quando arrivo a Palermo, i colleghi di mio padre mi organizzano un pranzo per stare tutti insieme e c’è sempre grande commozione”. Il testo teatrale Zarzana lo ha trasformato in una sceneggiatura che diventerà presto un film poiché un produttore francese ne ha già acquisito i diritti e ha sottoscritto un contratto proprio con Zarzana che ne curerà la regia cinematografica. Da sempre legatissimo a Palermo, un sogno c’è ancora. “Se arriva una chiamata per dirigere un teatro cittadino – conclude – io ci sono e accorro subito”.
Che cosa ci fanno insieme un appassionato di immersioni subacquee e un club di motociclisti che si sono battezzati “Night Wolves”? Una chiesa subacquea ortodossa. Purtroppo non si tratta di un nonsense sullo stile di quelli che scriveva il poeta inglese Edward Lear, ma è quello che sta accadendo in Crimea.
Il progetto di costruzione è serissimo ed è già è stato fissato il primo elemento della futura chiesa. A duecento metri da Capo Fiolent e a venti metri di profondità sotto il livello del mare, è stata posta una croce stilizzata che richiama la forma di un’ancora.
L’edificio sacro sarà in tutto e per tutto uguale a quelli che sorgono sulla terraferma e avrà le sue decorazioni, probabilmente bassorilievi in pietra e acciaio. L’altare e il candelabro verranno aggiunti solo alla fine, quando le correnti sotterranee diventano meno forti e dunque meno pericolose per la stabilità della chiesa e dei suoi interni.
Sarà dedicata a San Nicola. Il progetto della chiesa va attribuito a all’archimandrita Tikhon Shevkunov (l’appassionato di immersioni) ed è economicamente sostenuto dai Night Wolves, i motociclisti amici del presidente Vladimiri Putin (proprio così: pare che Putin abbia stretto un sodalizio con gli amanti delle due ruote). Una volta conclusa la sua edificazione, la chiesa sarà consacrata a San Nicola, protettore dei marinai e santo particolarmente caro al popolo slavo. La posizione della struttura sarà quindi segnalata da una boa e sarà affiancata da una sorta di museo a cielo aperto contenente navi da guerra e munizioni impiegate in difesa della Crimea, a metà dell’Ottocento e poi nel Novecento.(bergamopost.it)
Bisognerebbe convocare qualche seduta di Consiglio Comunale e mettere in primo piano, all’ordine del giorno, argomenti di strettissima attualità: la rottamazione delle tasse comunali per mancanza di servizi che lo stato dovrebbe garantire.
Non si può prendere senza dare o peggio ancora far prendere quel poco di servizi pubblici a chi non da. Poche parole a buon intenditore.
LE RICETTE DI PINA CHE FANNO LECCARE I BAFFI
Specchietto con indicazioni generali sulle modalità di cottura dei pesci più presenti sulle nostre tavole:
-Calamaro. Si griglia dopo averlo passato nel pane condito con prezzemolo tritato, sale e pepe
-Cernia in trance. Si cuoce nature dopo averla passata in un salmoriglio di olio, capperi, limone, prezzemolo, sale e pepe.
Coda di rospo (o rana pescatrice). Nature
Dentice. Nature
Occhiata. Nature
Orata. Nature
Pagello. Nature
Palamita in trance. In salmoriglio di olio, limone, prezzemolo, sale e pepe
Passera di mare. Nature
Pesce spada in trance. Nature oppure in salmoriglio
Razza. Impanata
Ricciola. in trance. Marinatela in un salmoriglio di olio, limone, prezzemolo, sale e pepe
Rombo. Nature
Sarago. Nature
Sardina. Nature
Sardone. Nature
Scampo. Nature
Sgombro. Prima di arrostirlo marinatelo per 1 ora in un salmoriglio di olio, sale, pepe, limone e origano