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di Cristina Marra 

A metà degli anni ’80 lasciò Palermo poco più che ventenne per “cercare fortuna”, come si dice, anche se il vero motivo è stata la perdita del papà giovanissimo per il male del secolo e Palermo in quel periodo non dava grandi prospettive per realizzare i propri sogni. E i sogni pian pianino si sono realizzati da Modena dove vive e in giro per l’Europa, tra scrittura letteraria, teatrale e cinematografica, facendo spesso la regia ai propri testi “perché so cosa vuole dire l’autore” come sostiene ironicamente. Dieci libri al suo attivo, di cui uno pubblicato in Francia scritto direttamente in francese e non tradotto, e stesso numero di testi teatrali, con sette regie al suo attivo, mentre due sono i film che ha scritto e diretto, di cui uno è stato proiettato nel prestigioso Festival del Cinema di Cannes nel 2016.

Ma adesso un altro importante traguardo lo attende che è il debutto a Parigi, nel centralissimo teatro Espace Beaujon dal 15 al 18 ottobre, con una nuova opera scritta e diretta da Zarzana in francese dal titolo “Maguy”, la storia vera di Marguerite B. da tutti chiamata Maguy, una giovane ragazza ingiustamente imprigionata alla fine degli anni ’40 nel castello-prigione di Cadillac in Aquitania per essere “rieducata” alla società. In questo istituto di correzione, totalmente assente di progetti educativi, la fragilità di Maguy il suo desiderio di rinascere e la paura del futuro si contrappongono alla severità e al rigore della direttrice che, dopo numerosi conflitti tra le due, comincerà a voler bene a questa giovane ragazza, perdonando gli eccessi della sua personalità eccentrica. La storia di Maguy è la storia del fallimento dell’educazione sorvegliata in Francia e il suo suicidio, avvenuto poco prima della sua uscita dall’istituto, provoca la chiusura di tutte le “case di correzione” francesi e non solo.

“Ho scoperto per caso questa drammatica storia – commenta Zarzana – e ho cominciato a scriverla in francese per ridare giustizia a questa giovane con il linguaggio del teatro. A Parigi il mio progetto è stato accolto immediatamente e avrò il privilegio di dirigere due grandi attrici come Anne-Sophie Morillon e Delphine Ledoux, mentre al mio fianco in regia avrò Capucine Lemaire”. Il cammino di questo spettacolo è partito proprio da Palermo, dove nell’ottobre scorso la pièce è stata rappresentata sotto forma di lettura scenica sottotitolata in italiano, tra le iniziative di Palermo Capitale Italiana della Cultura. “Per me è stata una grande emozione – continua Zarzana – entrare nel cartellone delle iniziative, grazie soprattutto al consigliere comunale Dario Chinnici che ha fortemente voluto la mia presenza a Palermo, anche per motivi affettivi perché i nostri papà erano colleghi.

Ancora adesso quando arrivo a Palermo, i colleghi di mio padre mi organizzano un pranzo per stare tutti insieme e c’è sempre grande commozione”. Il testo teatrale Zarzana lo ha trasformato in una sceneggiatura che diventerà presto un film poiché un produttore francese ne ha già acquisito i diritti e ha sottoscritto un contratto proprio con Zarzana che ne curerà la regia cinematografica. Da sempre legatissimo a Palermo, un sogno c’è ancora. “Se arriva una chiamata per dirigere un teatro cittadino – conclude – io ci sono e accorro subito”.

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