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abrundudi Antonio Brundu

IL MONUMENTO D’EPOCA AL BENEMERITO DOTTOR GIUSEPPE PITTORINO A LENI
Il dott. Giuseppe Pittorino è nato a Leni, Comune dell’isola di Salina, nel 1862, da una famiglia di agiati proprietari terrieri. Morì a Palermo nel 1917 a soli 55 anni. Ha frequentato il Liceo Classico e si è laureato in Medicina, con ottimi voti, nell’Università di Napoli. Era molto legato alla sua isola e, dopo avere rinunciato ad incarichi importanti a Napoli ed a Messina, ha preferito vivere ed operare nel suo luogo natìo. Era sposato con una donna napoletana: Guglielmina Romiti. Tornato alla casa paterna, si dedicò all’esercizio della sua professione con spirito cristiano. Ha curato tanti ammalati e sofferenti ed ha svolto la sua attività di medico in modo gratuito (già il padre patron Giuseppe Pittorino possedeva un animo buono e generoso; infatti ha donato, all’epoca, il terreno per costruire la chiesa di San Giuseppe, che prima era dedicata alla Sacra Famiglia ed è stato promotore, a Leni, della prima “tavuliata” in onore del Santo Patrono). Il dott. Pittorino si è dedicato, anche, nel campo delle ricerche mediche e farmaceutiche ed ha ottenuto riconoscimenti vari e premiazioni con medaglie d’oro e d’argento. Era dotato di alte virtù morali e ampia conoscenza professionale. La sua esistenza, quindi, è stata caratterizzata da un forte e marcato senso della carità e della giustizia e tanti ricorrevano a lui nel momento del bisogno e della necessità. Alla sua morte grande è stato il dolore della gente per tale perdita. Tutti gli isolani, compresi gli emigrati nelle Americhe ed in Australia, vollero dedicare un ricordo incancellabile con la realizzazione, nel 1932, di un bellissimo monumento marmoreo in sua memoria proprio a Leni, nella piccola piazza del paese. Per concretizzare tale opera dedicata al dott. Giuseppe Pittorino venne organizzata una raccolta di fondi non solo nelle Eolie ma, anche, tra le comunità eoliane dell’Argentina, Stati Uniti d’America ed Australia. Così lo ha descritto in un articolo, del 7 ottobre 1922, il periodico “Italo Australian Weekly Journal “di Sydney : “Uomo singolare, benefico, buono. Si è distinto per meriti professionali. Animo gentile. Doti personali sia nel campo scientifico, come nel campo sociale. Ha curato con amore paterno e filiale molti ammalati. La sua parole era docile, conciliatoria, persuasiva. Era dotato di quelle virtù che una persona umana può possedere”. Ringrazio la sig.ra Maria Giuffrè di Leni per le notizie fornitemi tramite una breve biografia di Gioacchino Pittorino, figlio del compianto dott. Giuseppe Pittorino. 

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SI RIPETE LA GIOIOSA ED ALLEGRA "TAVULIATA" DI SAN GIUSEPPE A LENI

A Leni, nell'isola di Salina, la tradizionale festa popolare e religiosa della "Tavuliata di San Giuseppe" è stata allietata dalla presenza del nuovo Arcivescovo Mons. Giovanni Accolla, accolto nel porto di Rinella dal parroco P. Giuseppe La Rosa, dal Sindaco Riccardo Gullo, da altre autorità civili e militari e da numerosi fedeli.

La festa di San Giuseppe artigiano è caratterizzata dalla tradizionale "tavuliata", analoga a quella che si svolge il 19 marzo a Malfa. Nella ricca tavola, allestita dinanzi alla sede del Municipio ( un tempo nella piazza della chiesa dedicata a San Giuseppe), vengono poggiate pietanze assortite della gastronomia locale e dolci tipici eoliani, preparati dalle famiglie del paese e raccolti nei locali della scuola elementare, da dove parte la processione composta dai componenti della Sacra Famiglia, dalle autorità civili e militari e dagli abitanti del luogo e, quest'ultimi, portano i piatti, dapprima sino alla chiesa parrocchiale dedicata proprio a San Giuseppe (nella foto di Antonio Brundu: l'Arcivescovo a Leni in Chiesa dopo la concelebrazione) e poi sul lungo tavolo predisposto dinanzi al palazzo municipale , dove prendono posto, secondo una consuetudine ormai consolidata, dodici bambini (che rappresentano gli Apostoli), i quali siedono accanto ai componenti della Sacra Famiglia e tutti indossano vesti di raso multicolori ed insieme consumano il pranzo dopo la benedizione dei cibi da parte del parroco.

Questa manifestazione popolare, che richiama gli abitanti delle varie località dell'isola di Salina e anche delle altre isole, ha avuto inizio verso la fine dell'800 per iniziativa di Giuseppe Pittorino, padrone di barche che, per devozione a San Giuseppe, volle preparare, in occasione della festa del Santo, una tavola per i poveri, in cui questi ultimi potessero sfamarsi consumando i cibi ritualmente prescritti, soprattutto pasta con ceci e legumi vari. La singolare tradizione della "tavuliata" si è interrotta durante la seconda guerra mondiale ed è stata, poi, ripresa diversi anni fa, dalla signora Maria Giuffrè e da altri volontari. A consumare il contenuto delle "quadare" (le grosse pentole di rame con la pasta e ceci) e le abbondanti pietanze non sono più soltanto i poveri, bensì l'intera comunità. Così, annualmente, le famiglie del paese si dedicano a preparare le specialità dell'isola e i piatti tipici eoliani, che colmano e arricchiscono la lunga tavola imbandita. Prima della manifestazione esterna è stato concelebrato il rito eucaristico della Messa e durante l'offertorio vengono portati all'altare tutti i piatti che, successivamente, saranno sistemati sulla tavola dove siedono San Giuseppe, Gesù Bambino e la Madonna.

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Domani sera, 16 agosto 2016-ore 22,00, nel Patio della Biblioteca Comunale di Malfa, incontro con Daniele Nardi (l'alpinista che ha scalato le montagne più alte del mondo) per la presentazione del libro e del film "VERSO L'IGNOTO".

LA MADONNA DEL TERZITO NELLE ISOLE DI ALICUDI E FILICUDI

Prosegue il pellegrinaggio mariano della Madonna del Terzito nell’ arcipelago eoliano. Il 30 giugno scorso, infatti, il simulacro della Madonna con il campanello, dopo la visita nelle parrocchie di Lipari e di Vulcano, è stato portato nelle isole di Alicudi e Filicudi(Foto di Antonio Brundu). Qui rimarrà sino al prossimo lunedì, 4 luglio e, nella stessa mattinata, farà ritorno a Salina, nel Santuario di Val di Chiesa dove, il 23 luglio si svolgerà la festa annuale in onore della Madonna. Intanto, dopo l’estate, la statua sarà portata anche a Panarea e Stromboli a conclusione del pellegrinaggio in tutte le sette isole Eolie. Nel primo pomeriggio di ieri, giovedi, ultimo giorno del mese di giugno, la Madonna del Terzito, a bordo dell’imbarcazione liparese “Principessa”, ha lasciato l’isola di Vulcano dopo una permanenza di circa 10 giorni e si è diretta dapprima verso Alicudi (estrema isola ad Ovest delle Eolie), dove all’Hotel “Ericusa” si è svolta la Santa Messa concelebrata dal canonico Don Alessandro Lo Nardo, rettore del Santuario di Val di Chiesa, da P. Godwin e da P. Enzo. Festante, con bandiere e bandierine colorate, è stata l’accoglienza della gente sul porto della piccola e graziosa isola eoliana. Quindi, dopo la concelebrazione eucaristica, la Madonna è stata portata a Filicudi, dove visiterà le parrocchie di Santo Stefano (patrono dell’isola) ubicata in località Val di Chiesa e di San Giuseppe, situata in contrada Pecorini Alto. Anche a Filicudi l’accoglienza della popolazione è stata gioiosa e commovente e molte bambine hanno offerto petali di fiori alla Madonna. Sia ad Alicudi che a Filicudi P. Alessandro e P. Godwin hanno evidenziato il significato di questo viaggio della Madre nelle isole che non avveniva dal 1948 (cioè da 68 anni), a suo tempo organizzato dal Vescovo di Lipari del tempo Mons. Bernardino Salvatore Re. Come allora, anche oggi, le popolazioni eoliane delle isole di Lipari, Vulcano , Alicudi e Filicudi (come quelle di Panarea e Stromboli e, quindi Salina hanno mostrato e dimostreranno la loro grande e sentita devozione filiale verso la Madonna di Val di Chiesa, il cui culto risale al secondo secolo dopo la nascita di Gesù, quando un monaco eremita giunto dall’Oriente, si è rifugiato nella boscaglia dell’isola eoliana per sfuggire alle persecuzioni degli imperatori romani. E qui ha portato una immagine di Maria Vergine e ha dato l’avvio all’antichissimo culto mariano che perdura nel tempo, lungo i secoli ed i millenni.                                                                         

LUSINGHIERO BILANCIO DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI MALFA PER L’ANNO 2015

 

Articolato ed intenso l’atteso programma delle iniziative culturali della Biblioteca Comunale di Malfa per l’anno 2015 che, proprio lo scorso anno, ha raggiunto i primi 20 anni di attività bibliotecaria, avviata il giorno 13 del mese di maggio. Le iniziative culturali (che hanno suscitato, come sempre, una particolare attenzione ed un singolare interesse da parte di un pubblico formato da isolani e turisti) sono state caratterizzate, come gli altri anni a partire proprio dal 1995, da una serie di eventi, incontri con artisti, autori e alunni delle scuole, mostre fotografiche e pittoriche, presentazioni di libri, proiezioni di filmati e documentari, rappresentazioni teatrali ed hanno avuto inizio nel mese di marzo e si sono concluse nel mese di ottobre scorso. Si riporta, di seguito, l’elenco delle iniziative culturali della Biblioteca Comunale svoltesi nell’anno 2015 con venti (20) incontri con autori ed artisti, sedici (16) presentazioni di libri, sette (7) proiezioni video, tre (3) rappresentazioni teatrali, tre (3) mostre fotografiche e pittoriche, tre (3) intrattenimenti musicali e una(1) danza dei bambini:

 

Il 26 marzo, ad Arezzo, conferenza e mostra fotografica sul tema “Storia e culti devozionali sulle religiosità delle isole Eolie”di Antonio Brundu e Italo Toni, organizzata dalla Brigata Aretina dei Monumenti; mentre il 28 marzo incontro con gli alunni del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II°”, sempre sulle Eolie, su “Storia, tradizioni, natura, emigrazione, attività agricole ed artigianali”.

 

Il 18 aprile, a Malfa, nel Patio della Biblioteca, incontro con la dott.ssa Roberta Recanatesi (Eolie’ rr) su “Salute e benessere alle Eolie”. Sempre dal 18 aprile e sino al 14 maggio è stata allestita, nei locali della Biblioteca, una esposizione di arti visive di Andrea Feliciello e Bartolo Taranto dal titolo “Start. Punto di partenza”; mentre dal 21 maggio al 3 agosto è stata predisposta una mostra fotografica di Antonio Brundu su” Eolie, Meridiano Salina” con colori dell’ambiente naturale ed umano.

 

L’8 giugno i bambini, diretti da Emanuela Mondiello e con la collaborazione dell’ Associazione ludica “Bimbumbamby” di Malfa, si sono esibiti con una perfomance di danza. Il 20 giugno (Patio Biblioteca) è avvenuta la presentazione del libro “A FINE GIORNATA” di Paolina Antonietta CAMPO con introduzione di Antonio BRUNDU.

 

Il 30 giugno ( sempre Patio Biblioteca) si sono svolti due eventi: 1)Presentazione libro “NAVIGANDO NELLA STORIA DELLE EOLIE” di Michele GIACOMANTONIO 2) Consegna targhe “ORO SIMPATIA” da parte di Aldo PALMERI, autore del libro “LA SICILIA E’ TERRA NOSTRA, VALORIZZIAMOLA” alle Location che hanno contribuito, con la loro particolare attività, a valorizzare la Sicilia. Intrattenimento musicale del maestro Giuseppe SALVINI. Il 1° luglio, alle 21,30, rappresentazione teatrale “PHILOKTET PROJECT” con Paola CENTORRINO e Marcella DI BENEDETTO. Regia Emanuele BOTTARI (LABORATORIO I TEATRI DEL SUD).

 

Il 13 luglio: sono stati proiettati gli elaborati relativi al patrimonio della cultura tradizionale dell’isola di Salina :”LA TRADIZIONE DELLA TAVULIATA DI SAN GIUSEPPE A SALINA” di Ruggero LOMBARDO e “LE DONNE NASCOSTE” di Tatiana MUTILVA , esperti di tradizioni popolari del Comune di Malfa per il Progetto IART : il polo diffuso per le identità e l’arte contemporanea in Sicilia. Il 14 luglio: seconda rappresentazione teatrale “PENSIERI DI UNA NOTTE AL TROPICO” con Paola CENTORRINO e Daniele CANNISTRA’. Regia Emanuele BOTTARI(LABORATORIO TEATRI DEL SUD). Il 18 luglio: presentazione del libro: “CASA AL MARE” di Teodoro CATAFFO   (edito nel 2009) e anticipazioni del suo secondo libro prossimo alla pubblicazione.

 

Il 24 luglio :presentazione libro di Raffaele China “LE ISOLE NEL TEMPO. LE EOLIE NELLE CARTOLINE DI FINE 800 E DEI PRIMI DECENNI DEL 900” con la presenza dell ‘autore e con l’ intervento di Michele GIACOMANTONIO. Il 25 luglio : incontro con Bruno BRANCIFORTI sulla presentazione di tre video e tre libri “SVARIO SENZA BUSSOLA “ ( 22 minuti), “ STORIE DI GATTI DI STRADA”(20 minuti) e “IL FALCO CHE NON SAPEVA NUOTARE” (aggiornato 13 minuti).

 

Il 30 luglio: incontro con Giuseppe La Greca e Flavia Grita su “LE GIORNATE DI FILICUDI. Ha fatto seguito la proiezione del film “IL MAGGIO DI FILICUDI” di Giuseppe LA GRECA e Flavia GRITA . Il 31 luglio: presentazione libro “COSIMO CRISTINA, IL GIORNALISTA RAGAZZINO UCCISO DALLA MAFIA” di Luciano MIRONE , illustrazioni di Antonio BONANNO e con la prefazione di Giancarlo CASELLI.

 

Il 5 agosto : Inaugurazione mostra personale con pitture dietro vetro di Milena SCIACCA “SANTI E LUOGHI DI SICILIA- Dalla tradizione alla innovazione”. Presentazione libro “LA MIA RICETTA DI… FILICUDI: 500 ANNI DI VITA “CUNTENTA” di Iona BERTUCCIO. Esposizioni di libri sulla cultura popolare siciliana ed eoliana.

 

Il 21 agosto : Presentazione libri “IL VAPORE DA NAPOLI” e “IL PRINCIPE A SALINA” . Storia di un approdo e di una “fuitina” di Ettore BENFORTE . Performance di Paolina Campo con video sull’artista Virgilio LO SCHIAVO, eoliano di Sydney.

 

-22 agosto : Presentazione del libro “IMPRONTE” racconti del Circolo Scrittori Instabili a cura di Barbara FAVARO e Laura GIARDINA. Di seguito è avvenuto l’ incontro di sensibilizzazione sul tema dell’IPOVISIONE: “TU CON I MIEI OCCHI “Un viaggio all’interno di un mondo percepito in modo nuovo aperto a tutte le età curato e condotto da Laura GIARDINA. E’ stato possibile sperimentare un percorso sensoriale con simulatori visivi.

 

-Il 4 settembre : terza rappresentazione teatrale “TROIANE- FRAMMENTI DI GUERRA” con Daniele CANNISTRA’, Nora LIOTTA, Emanuela MONDIELLO ,Silvia PAJNO, Cristina VELARDITA e Maria Vanessa VITALE. Regia Emanuele BOTTARI (LABORATORIO TEATRI DEL SUD).

 

Il 9 settembre : Incontro con Marcello SAIJA su “LE ORIGINI DELL’EMIGRAZIONE EOLIANA”.Il 19 settembre : Presentazione del libro “LE AMERICANE DI RABBATO. Lettere da un mondo nuovo” di Alvise, Carmelo e Letizia SPADARO.

 

Il 26 settembre presentazione libri: a) “IL DIALETTO DELLE ISOLE EOLIE RECUPERATO. Dizionario Italiano – Eoliano ” di Italo TONI” e “LA SICILIA E’ TERRA NOSTRA, VALORIZZIAMOLA” (terza edizione) di Aldo PALMERI. Sono stati consegnati i Trofei del “Concorso Corone “ a location dell’isola di Salina che hanno contribuito, con la loro particolare attività, a valorizzare la Sicilia e le Eolie. Il 14 ottobre 2015, nella Sala Polifunzionale Comune Malfa , incontro sul giudice Rosario LIVATINO. Interventi di Salvatore PRESTI (regista del film-documentario LUCE VERTICALE), Don Giuseppe LIVATINO (Postulatore processo di Canonizzazione di Rosario LIVATINO) ed Enzo GALLO (giornalista e componente Associazione “Amici Rosario Livatino” di Canicattì- Agrigento). Ha partecipato la Scuola Media “Amerigo Vespucci” di Malfa (in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Lipari 1).

 

-Il 28 e 29 ottobre : Scuola Elementare e Media Malfa :Incontro di due incantevoli culture . Viaggio tra Scozia e Giappone” insieme all’artista David SWIFT (in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Lipari 1).

 

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PUBBLICATO NEL BOLLETTINO DELLA BRIGATA ARETINA DEI MONUMENTI CONFERENZA SULLE EOLIE.

La Brigata Aretina Amici dei Monumenti costituita nel 1906, ha pubblicato nel proprio Bollettino d'Informazione - anno 2015, l'incontro organizzato, il 26 marzo 2015, al Liceo Scientifico "Francesco Redi" di Arezzo sulle isole Eolie.
La conferenza aveva per tema "Storia e culti devozionali delle isola Eolie". Relatori : Antonio Brundu e Italo Toni, moderatore: Francesco Mario Rossi con la presentazione di Claudio Santori, presidente dell'Associazione "Brigata Aretina dei Monumenti":
INCONTRO SULLE EOLIE ORGANIZZATO DALLA BRIGATA ARETINA DEI MONUMENTI: AREZZO SCOPRE LE ISOLE DEL VENTO E DEL FUOCO CON ANTONIO BRUNDU E ITALO TONI.
Puntualmente alle ore 17, nell' Aula Magna del Liceo Scientifico "Francesco .Redi" di Arezzo, ha avuto luogo l'attesa conferenza tenuta dai relatori Antonio Brundu e Italo Toni, sul tema "Storia e culti devozionali delle Isole Eolie". L’incontro culturale è stato anticipato dalla commemorazione dell' Ing. Andrea Bianchini, già nostro socio onorario, attivissimo e autorevole protagonista di gran parte della storia della nostra Associazione.
Hanno ricordato le sue eccezionali qualità umane e culturali, il Presidente Claudio Santori e, successivamente, il nostro socio Avv. Settembrini, che fu suo allievo al liceo classico di Cortona. Andrea Bianchini si distingueva per la sua vitalità e il suo continuo e fervente impegno in ogni campo della cultura. Basti pensare, ad esempio, alle "feste di primavera" che era solito organizzare nel parco della sua villa sulla collina di Santa Maria, dove i soci della Brigata si ritrovavano per festeggiare insieme l'inizio del nuovo anno sociale. Tutti noi lo ricordiamo con affetto e riconoscenza.
La conferenza sulle Eolie si è aperta con una brillante esecuzione
musicale di alcuni giovani aretini componenti un' orchestrina con strumenti
a fiato. Successivamente, è stato proiettato un interessante documentario sul Museo Archeologico Regionale Eoliano di Lipari, con la narrazione della storia dei primi nuclei di isole, emerse dal mare più di cento mila anni fa e la rappresentazione di numerosi e straordinari paesaggi marini, isole vulcaniche e angoli incantevoli di questo incomparabile arcipelago, per molti di noi certamente famoso, ma pochissimo conosciuto.
Hanno infine preso la parola i due oratori ufficiali che si sono alternativamente scambiati il microfono, coordinati dalla sapiente regia del moderatore Francesco Maria Rossi, presentandoci e descrivendoci, a grandi linee, la cultura, le condizioni e caratteristiche ambientali e sociali, nonché la geologia e la storia remota e recente di questo grande e frastagliato gruppo di isole, tra cui la più nota (e minacciosa !) è "Stromboli", che si estende per un vasto spazio di mare a nord-est della Sicilia. Gli interventi nel loro complesso, che fra l'altro hanno riguardato la descrizione del paesaggio rurale e urbano, gli usi e i costumi, il dialetto nonché il rapporto con il sacro e le tradizioni popolari dei suoi abitanti, hanno destato in tutti una gran voglia di visitare l'Arcipelago, per conoscere personalmente e vivere alcuni giorni in questi luoghi incantevoli, depositari di tanta bellezza e cultura.

Nella foto: Aula Magna del Liceo Scientifico di Arezzo (26 marzo 2015): da sin.Claudio Santori, Francesco Maria Rossi, cap. Francesco Di Costanzo, ten.col. Giuseppe Lettini, Lanfranco Donati, Antonio Brundu, Italo Toni e il maresciallo Stefano Natali.

abrundugruppo12

Venerdì, 4 settembre 2015 (ore 21,30):
NEL PATIO DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI MALFA, SI SVOLGERA' LA malfateatroRAPPRESENTAZIONE TEATRALE "TROIANE- FRAMMENTI DI GUERRA"
A CURA DEL LABORATORIO TEATRI DEL SUD, CON DANIELE CANNISTRA', NORA LIOTTA, EMANUELA MONDIELLO, SILVIA PAJNO, CRISTINA VELARDITA E MARIA VANESSA VITALE
PER LA REGIA DI EMANUELE BOTTARI.

NELLA FOTO DI ANTONIO BRUNDU: ALCUNI COMPONENTI DEL GRUPPO TEATRALE IN UNA RAPPRESENTAZIONE DELLO SCORSO ANNO NEL PATIO DELLA BIBLIOTECA.

Oggi pomeriggio, 3 settembre 2015 ore 18,30, nel Patio della Biblioteca Comunale di Malfa, incontrobrundu11 con il prof. Marcello Saija su "Le origini dell'emigrazione eoliana".

Proiezione video e intrattenimento musicale con il maestro Giuseppe Salvini.

PITTURA SU VETRO E GASTRONOMIA DI FILICUDI NELLA BIBLIOTECA DI MALFA.
Ampia partecipazione di pubblico nell'evento del 5 agosto scorso, nel Patio della Biblioteca milena2Comunale di Malfa, in occasione dell'incontro con l'artista catanese Milena Sciacca riguardante l'inaugurazione della mostra personale con pitture dietro vetro "Santi e luoghi di Sicilia- dalla tradizione alla innovazione" (che sarà visitabile secondo gli orari della Biblioteca sino al 15 agosto prossimo)
e con Iona Bertuccio per la presentazione del libro "La mia ricetta di... Filicudi: 500 anni di vita "cuntenta".
Molto apprezzata la musica del maestro Giuseppe Salvini alla fisarmonica.
Dopo i discorsi sugli argomenti trattati, l'artista Milena Sciacca ha dato una dimostrazione pratica della tecnica di pittura dietro vetro;
mentre Iona Bertuccio ha fatto degustare una salsina preparata da lei stessa "a cucunciagra".
Una serata artistica, culturale e musicale, trascorsa con spensieratezza dai presenti (isolani e turisti) che, volentieri, partecipano a simili manifestazioni, in un contesto dove si sentono già a loro agio sin dalla prima volta che visitano i locali della Biblioteca ed il Patio, al centro del quale si trova il mitico albero di mandarino, ivi compresi i muri che delimitano la struttura Bibliotecaria, il cortile ed il giardino pieno di fiori e piante e alcuni alberi di gustose prugne.ARTICOLATO INCONTRO ARTISTICO E CULTURALE NELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI milenaMALFA.
Arte, musica e cultura:nel Patio della Biblioteca Comunale di Malfa, mercoledì, 5 agosto (ore 19,00), sarà inaugurata la mostra personale con pitture dietro vetro di Milena SCIACCA "SANTI E LUOGHI DI SICILIA- Dalla tradizione alla innovazione" (dal 5 15 agosto).
L'artista darà una dimostrazione pratica della tecnica di pittura dietro vetro. Inoltre saranno esposti libri sulla cultura popolare siciliana ed eoliana
Quindi sarà presentato il libro "LA MIA RICETTA DI... FILICUDI: 500 ANNI DI VITA "CUNTENTA" di Iona BERTUCCIO. Non mancherà l'atteso intrattenimento musicale del maestro Giuseppe Salvini.Nel Patio della Biblioteca Comunale di Malfa, il 31 luglio, alle ore 19, incontro con lo scrittore Luciano Mirone di Catania per la presentazione del suo libro "COSIMO CRISTINA, IL GIORNALISTA RAGAZZINO UCCISO DALLA MAFIA" . Illustrazioni di Antonio Bonanno e prefazione di Giancarlo Caselli.
In memoria di Cosimo Cristina "suicidato dalla mafia".

di Mirella Mascellino - Gaetano Alessi

Il 5 maggio del 1960, veniva ritrovato, in contrada Fossola, nel tunnel ferroviario, tra Termini Imereseccristina e Trabia, in provincia di Palermo, il corpo senza vita di Cosimo Cristina, giovane giornalista, di circa venticinque anni. Subito si parlò di suicidio, quasi nessuno accorse a rendergli omaggio e molti esultarono alla scomparsa del cosiddetto D'Artagnan di Termini Imerese. Furono ritrovati due biglietti nelle sue tasche indirizzati all'amico Cappuzzo e alla fidanzata Enza. Non venne mai fatta alcuna perizia calligrafica, ma subito si volle seppellire il cronista come suicida. Dopo sei anni si riaprì il processo che si richiuse con l'ipotesi poco credibile del suicidio. Fu così che si coniò il termine di "suicidato dalla mafia". Diciotto anni dopo toccò anche al giovane Peppino Impastato essere suicidato dalla mafia! Cristina, nato l'11 agosto del 1935, dal 1955 al 1959 collabora con L'ora, il Giorno, l'Agenzia Ansa, il Corriere della Sera, Il Messaggero e il Gazzettino. Nel 1959 fonda, con Giovanni Cappuzzo, critico letterario e suo grande amico, Prospettive Siciliane, dalle cui colonne potrà dire tutto quello che negli altri giornali non gli veniva concesso. Racconta la mafia di Termini e delle Madonie di quegli anni, si occupa dell'omicidio del sindacalista di Sciara Salvatore Carnevale, del sacerdote di Cefalù, Pasquale Culotta, di Agostino Tripi e del processo per l'omicidio Giallombardo. Giovanni Cappuzzo, scomparso qualche anno fa, dirà di Cristina che si era fatto da sé e aveva avuto il coraggio di raccontare fatti della sua terra, considerati per quell'epoca ancora tabù. La sua attività di cronista era scomoda per la società siciliana che all'epoca non osava parlare di mafia. Il motto di Cristina era di fare un giornalismo senza peli sulla lingua. Il suo scrivere gli procura minacce e querele, ma Cosimo non molla e continua a fare il suo mestiere. Già le parole del suo primo editoriale su Prospettive Siciliane segnano la sua condanna a morte, ovvero la dichiarazione di volere raccontare un'altra Sicilia che non fosse quella di Don Calò Vizzini e di Giuliano, ma la Sicilia che faticosamente si fa strada come pulsante cantiere di lavoro e di rinnovamento industriale. Per circa quarant'anni, nessuno si è ricordato del sacrificio di Cosimo Cristina. Solo negli ultimi dieci anni si è cominciato un percorso di recupero della memoria attraverso il lavoro degli insegnanti in favore dell'educazione alla legalità all'interno delle scuole e sollecitando sia le istituzioni locali, sia l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Nel 1999, la pubblicazione del libro del giornalista Luciano Mirone, Gli insabbiati, da un grande contributo al recupero della memoria della figura e dell'attività, se pur breve, del giornalista termitano, ricostruendone la storia. Il Presidente dell'Ordine Franco Nicastro, su invito della Professoressa Conti ha curato egli stesso un pannello per Cristina all'interno di una mostra, dedicata ai giornalisti uccisi dalla mafia, fatta in collaborazione con la Fondazione Ilaria Alpi, giornalista uccisa a Mogadiscio, nel 1994 per avere esercitato fino in fondo il suo dovere di ricerca della verità. Nel 2004 è stata intitolata una strada al giornalista ucciso e il 5 maggio del 2010 la città di Termini Imerese, su iniziativa della rivista Espero del territorio Termini Imerese-Cefalù-Madonie, alla presenza del Direttore Alfonso Lo Cascio, del Sindaco Salvatore Burrafato, del Presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia Franco Nicastro, delle scolaresche della cittadina, delle Associazioni, ha scoperto una targa in memoria di Cosimo Cristina, deponendo vari mazzi di fiori e accompagnando con il silenzio della tromba la commemorazione, avvenuta solo dopo mezzo secolo. La comunità ha salutato uno dei suoi figli migliori, morto per avere creduto nella verità, nella libertà d'informazione, nella legalità e in una Sicilia in cui questi valori fosseropiù forti di qualsiasi potere criminale. A scoprire la Targa le sorelle del giovane Cosimo Cristina, Franca e Maria, commosse e felici del tributo che la città ha voluto rendere al loro amato fratello.

*Responsabile della Biblioteca

EVENTI DI FINE LUGLIO NELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI MALFA.
Nell'ambito delle iniziative culturali della Biblioteca Comunale di Malfa, il prossimo 30 luglio, alle ore 19,00, nel Patio della Biblioteca medesima si svolgerà l'incontro con lo storico liparese Giuseppe La legiornatedifilicudiGreca su "LE GIORNATE DI FILICUDI".
Seguirà la proiezione del film "IL MAGGIO DI FILICUDI" sempre di Giuseppe La Greca e Flavia Grita (durata 35 minuti).
Si tratta della incredibile vicenda accaduta nel 1970, allorquando furono mandati, nella piccola isola eoliana, un nutrito gruppo di boss mafiosi a soggiorno obbligato. Da qui la drastica reazione della gente isolana che, in massa, ha abbondonato l'isola per protestare contro la decisione assurda dello Stato.
Una vera e propria rivolta sostenuta da tutti gli abitanti delle altre sei isole che portò il Governo a trasferire, alcuni mesi dopo, i mafiosi all'Asinara in Sardegna con una nave militareOggi sabato 25 luglio, invece, alle ore 19,00, sempre nel Patio della Biblioteca avverrà l' incontro con Bruno BRANCIFORTI sulla presentazione di tre video e tre libri "SVARIO SENZA BUSSOLA " ( 22 minuti), " STORIE DI GATTI DI STRADA"(20 minuti) e "IL FALCO CHE NON SAPEVA NUOTARE"  (13 minuti).PROSSIME INIZIATIVE CULTURALI NELLE BIBLIOTECA COMUNALE DI MALFA.

Il 24 luglio, alle ore 18,30, nel Patio della Biblioteca Comunale di Malfa, verrà presentato il libro di Raffaele China "LE china3ISOLE NEL TEMPO. LE EOLIE NELLE CARTOLINE DI FINE 800 E DEI PRIMI DECENNI DEL 900". Sarà presente l'autore. Intervento di Michele GIACOMANTONIO.ASSESSORATO ALLA CULTURA. PROGRAMMA INIZIATIVE CULTURALI DELLA BIBLIOTECA COMUNALE ANNO 2015.
- 13 luglio (ore 19,30) Patio Biblioteca Comunale : Saranno proiettati gli elaborati relativi al patrimonio della cultura tradizionale dell'isola di Salina :"LA TRADIZIONE DELLA TAVULIATA DI SAN GIUSEPPE A SALINA" di Ruggero LOMBARDO e "LE DONNE NASCOSTE" di Tatiana MUTILVA , esperti di tradizioni popolari del Comune di Malfa per il Progetto IART : il polo diffuso per le identità e l'arte contemporanea in Sicilia.
-14 luglio (ore 21, 15) Patio Biblioteca: Rappresentazione teatrale "PENSIERI DI UNA NOTTE AL TROPICO" con Paola CENTORRINO e Daniele CANNISTRA'. Regia Emanuele BOTTARI(LABORATORIO TEATRI DEL SUD).
- 18 luglio (ore 18,30) Patio Biblioteca Comunale -Presentazione del libro: "CASA AL MARE" di Teodoro CATAFFO (edito nel 2009) e anticipazioni del suo secondo libro prossimo alla pubblicazione.
-Dal 18 luglio al 3 agosto: Mostra pittorica di Katia MOLTISANTI "SPEAK YUOR TRUTH"(Esprimere la propria verità). Inaugurazione 18 luglio ore 18,30.
-24 luglio (ore 18,30) Presentazione libro di Raffaele China "LE ISOLE NEL TEMPO. LE EOLIE NELLE CARTOLINE DI FINE 800 E DEI PRIMI DECENNI DEL 900". Sarà presente l'autore. Intervento di Michele GIACOMANTONIO.
-25 luglio (ore 19,00) Patio Biblioteca Comunale : incontro con Bruno BRANCIFORTI sulla presentazione di tre video e tre libri "SVARIO SENZA BUSSOLA " ( 22 minuti), " STORIE DI GATTI DI STRADA"(20 minuti) e "IL FALCO CHE NON SAPEVA NUOTARE" (aggiornato 13 minuti).
- 30 luglio ore 19,00 Patio Biblioteca : incontro con Giuseppe La Greca su "LE GIORNATE DI FILICUDI. Seguirà la proiezione del film "IL MAGGIO DI FILICUDI" di Giuseppe LA GRECA e Flavia GRITA (durata 35 minuti).
- 31 luglio (ore 19,00): presentazione libro "COSIMO CRISTINA, IL GIORNALISTA RAGAZZINO UCCISO DALLA MAFIA" di Luciano MIRONE , illustrazioni di Antonio BONANNO e con la prefazione di Giancarlo CASELLI. Intervento dell'avv. Enzo GUARNERA.
- 5 agosto (ore 19,00): Inaugurazione mostra personale con pitture dietro vetro di Milena SCIACCA "SANTI E LUOGHI DI SICILIA- Dalla tradizione alla innovazione". Presentazione libro "LA MIA RICETTA DI... FILICUDI: 500 ANNI DI VITA "CUNTENTA" di Iona BERTUCCIO. Esposizioni di libri sulla cultura popolare siciliana ed eoliana.
-21 agosto (ore 19,00)Patio Biblioteca : Presentazione libri "IL VAPORE DA NAPOLI" e "IL PRINCIPE A SALINA" . Storia di un approdo e di una "fuitina" di Ettore BENFORTE . Performance di Paolina Campo con video sull'artista Virgilio LO SCHIAVO, eoliano di Sydney.
-22 agosto (ore 21,30) Patio Biblioteca : Presentazione del libro "IMPRONTE" racconti del Circolo Scrittori Instabili a cura di Barbara FAVARO e Laura GIARDINA. Seguirà incontro di sensibilizzazione sul tema dell'IPOVISIONE: "TU CON I MIEI OCCHI "Un viaggio all'interno di un mondo percepito in modo nuovo aperto a tutte le età curato e condotto da Laura GIARDINA. Sarà possibile sperimentare un percorso sensoriale con simulatori visivi.
-4 settembre (ore 21,30) Patio Biblioteca: Rappresentazione teatrale "TROIANE- FRAMMENTI DI GUERRA" con Daniele CANNISTRA', Nora LIOTTA, Emanuela MONDIELLO ,Silvia PAJNO, Cristina VELARDITA e Maria Vanessa VITALE. Regia Emanuele BOTTARI (LABORATORIO TEATRI DEL SUD).
-9 settembre (ore 18,30): Incontro con Marcello SAIJA su "LE ORIGINI DELL'EMIGRAZIONE EOLIANA".
-19 settembre (ore 18,30) Patio Biblioteca: Presentazione del libro "LE AMERICANE DI RABBATO. Lettere da un mondo nuovo" di Alvise, Carmelo e Letizia SPADARO.
- 26 settembre (ore 18,30) Patio Biblioteca presentazione libri: a) "IL DIALETTO DELLE ISOLE EOLIE RECUPERATO. Dizionario Italiano – Eoliano " di Italo TONI" e "LA SICILIA E' TERRA NOSTRA, VALORIZZIAMOLA" (terza edizione) di Aldo PALMERI. Inoltre saranno consegnati i Trofei del "Concorso Corone " a location dell'isola di Salina che hanno contribuito, con la loro particolare attività, a valorizzare la Sicilia e le Eolie.
- 30 settembre : ore 11,00 (Sala Polifunzionale Comune di Malfa) "20 ANNI DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI MALFA" (giorno dedicato a San Girolamo, protettore delle Biblioteche), in collaborazione dell'Istituto Comprensivo Lipari 1 e della Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali – Sezione per i Beni Bibliografici ed Archivistici di Messina. Concerto per arpe del duo "gemelle PALAZZOLO" Sabrina e Simona. Parteciperanno le scuole elementari e medie dell'isola di Salina.
-Dal 30 settembre al 30 ottobre- (Locali Biblioteca): Esposizione di foto e documenti su" ANNO 1995- NASCE LA BIBLIOTECA COMUNALE DI MALFA: 20 ANNI DI ATTIVITA' CULTURALE'".
-7 ottobre (ore 11,00): Sala Polifunzionale Comune di Malfa :Incontro di due incantevoli culture "GONNA SCOZZESE E GEISHA. Viaggio tra Scozia e Giappone" insieme agli artisti Lynne CURRAN e David SWIFT sul tema della moda (in collaborazione con l'Istituto Comprensivo Lipari 1).
-14 ottobre 2015 (ore 11,00) Sala Polifunzionale Comune Malfa : Incontro sul giudice Rosario LIVATINO. Interventi di Salvatore PRESTI (regista del film-documentario LUCE VERTICALE), Don Giuseppe LIVATINO (Postulatore processo di Canonizzazione di Rosario LIVATINO) ed Enzo GALLO (giornalista e componente Associazione "Amici Rosario Livatino" di Agrigento). Parteciperà la Scuola Media "Amerigo Vespucci" di Malfa.Nuovi eventi nella Biblioteca Comunale di Malfa per il 18 luglio alle ore 18,30, con la presentazione teodorodel libro di Teodoro Cataffo "CASA AL MARE" edito nel 2009 e con anticipazioni del suo secondo libro prossimo alla pubblicazione. Inoltre sarà inaugurata la mostra pittorica "Speak your truth" (Esprimere la propria verità) di Katia Moltisanti, che vive a New York. L'esposizione d'arte rimarrà esposta nei locali della Biblioteca sino al 3 agosto prossimo secondo l'orario della Biblioteca medesima (da lunedì a venerdì 8,30-14 ed anche martedì e giovedì 16-19).

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GALILEI, DIVIN UOMO

di Antonino ZICHICHI

Raccontare la vita, le opere, le scoperte e le invenzioni di Galileo Galilei come nessuno ha mai fatto, fino a toccare le questioni più attuali di fisica, ecologia e biotecnologie: è lo scopo perseguito da Antonino Zichichi in questo libro provocatorio per il coraggio di spiegare verità taciute per secoli, volto a promuovere un nuovo modo di intendere il rapporto tra ricerca scientifica e spiritualità.

Sfatando il mito dell'ateismo di Galilei, Zichichi dimostra come il "divin uomo", con la sua indagine rivoluzionaria sulla "Logica del Creato", debba essere considerato il padre della scienza.

Una figura di grandezza straordinaria che prende corpo in tutta la sua geniale modernità. Il suo insegnamento è alla base delle ggalileofuture conquiste della scienza, da Newton a Einstein, da Dirac e Fermi al Supermondo. Quell'insegnamento, del resto, è anche la chiave interpretativa per un altro tema di ineludibile attualità: il ruolo della scienza oggi.

Contestando chi sostiene che la scienza non abbia più nulla da scoprire, il fisico Antonino Zichichi ci mostra, con la chiarezza e il rigore espositivo che ne fanno uno dei massimi esponenti della cultura scientifica moderna, su quali cammini le applicazioni delle grandi scoperte scientifiche debbano essere indirizzate al fine di servire davvero l'uomo, il suo progresso civile e sociale.
Nota dell'autore
"Galilei- scrive Antonino Zichichi- non è stato soltanto colui che ha dato vita a un metodo totalmente nuovo per leggere il Libro del Creato, come spesso si dice fermandosi al metodo e basta.
Galilei è un uomo che, da solo, ha saputo realizzare decine di scoperte e invenzioni, dimostrando che non siamo figli del caos ma della Logica che regge il Creato.
Senza il suo atto di Fede nel Creatore non sarebbe stata scoperta la Scienza, che ci porta pian piano sulle tracce del "Grande Disegno" che Galilei identifica nella prova della potenza divina le cui impronte sono nelle pietre.
Nascita della Scienza, ruolo di Galilei quale uomo di Fede e di Scienza immerso totalmente nella cultura del suo tempo; attualità della sua opera nel mondo di oggi; proiezione delle conquiste galileiane quale strumento indispensabile per affrontare le Emergenze Planetarie.
Sono queste le componenti su cui si articola il libro".

Antonino Zichichi ha progettato e realizzato il più potente circuito elettronico, che ha permesso di raggiungere una precisione di settanta millesimi di miliardesimi di secondo nella misura del "tempo di volo" delle particelle subnucleari; ha scoperto l'Antimateria Nucleare, l'Energia Effettiva delle forze subnucleari che agiscono fra quark e gluoni, la struttura "tipo-tempo" del protone.
Ha al suo attivo le ricerche pionieristiche che han no portato alla scoperta della Terza Colonna nella struttura delle componenti fondamentali della Natura; ha misurato con estrema precisione la "carica" debole universale e gli effetti virtuali nella fisica dei muoni.

Ordinario di Fisica Superiore all'Università di Bologna, ha ricevuto lauree honoris causa e riconoscimenti scientifici in molte nazioni tra cui: Argentina, Cina, Georgia, Germania, Romania, Russia, Ucraina e Stati Uniti.

È' presidente della WFS (World Federation of Scientists). Per la sua scoperta dell'Antimateria ucleare, la Società Italiana di Fisica gli ha conferito, nel 2001, il Premio Enrico Fermi.

Ha pubblicato cinquecento studi scientifici, alcuni dei quali hanno aperto nuove strade nella Fisica Subnucleare delle alte energie.
In questa nuova collana, "I libri di Antonino Zichichi", in contemporanea a Galilei divin uomo, esce il saggio L'Infinito.

13 luglio (ore 19,30) Patio Biblioteca Comunale saranno proiettati gli elaborati relativi al patrimonio della cultura tradizionale dell'isola di Salina :
"LA TRADIZIONE DELLA TAVULIATA DI SAN GIUSEPPE A SALINA" di Ruggero LOMBARDO
e "LE DONNE NASCOSTE" di Tatiana MUTILVA,
esperti di tradizioni popolari del Comune di Malfa per il Progetto IART: il polo diffuso per le identità e l'arte contemporanea in Sicilia.

Nella foto scattata alcuni mesi fa nella Biblioteca Comunale di Malfa, durante le ricerche storiche e tradizionali sulle Eolie e su Salina in particolare. Da sin.: Daniela Boccardo, Ruggero Lombardo, Tatiana Mutilva e Antonio Brundu.

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Due eventi si sono svolti nel Patio della Biblioteca Comunale di Malfa: la presentazione del libro di Michele Giacomantonio "NAVIGANDO NELLA STORIA DELLE EOLIE" con la presenza dell'autore e la consegna delle targhe "ORO SIMPATIA" a personalità e ad alcune Location dell'isola di Salina che hanno contribuito, con la loro particolare attività, a valorizzare le Eolie e la Sicilia.
Per tale occasione era presente il prof. Aldo Palmeri di Palermo, presidente della Commissione "Concorso Corone" ed autore di numerose pubblicazioni, tra cui il volume illustrato con testi e numerose fotografie "LA SICILIA E' TERRA NOSTRA, VALORIZZIAMOLA".
L'incontro è stato intercalato con l' intrattenimento musicale del maestro Giuseppe Salvini alla fisarmonica. Inoltre è stato possibile ammirare una mostra fotografica di chi scrive su "Eolie, meridiano Salina- colori e sapori dell'ambiente naturale ed umano". Dopo il saluto del Sindaco dott. Salvatore Longhitano chi scrive ha presentato i due ospiti. Quindi il dott. Michele Giacomantonio ha parlato su fatti e avvenimenti della storia eoliana:
"La storia delle Eolie – ha affermato l'autore- mi è sempre apparsa come una grande avventura ed appunto come una avventura ho cercato di raccontarla nel mio libro "Navigando nella storia delle Eolie". Una avventura che inizia cinquemila anni prima di Cristo quando un gruppo di giovani che vivono a Milazzo cominciano a ragionare e fantasticare di raggiungere quelle isole infuocate che la notte illuminano l'orizzonte e che si stagliano dinnanzi alle loro case. Questi giovani fanno parte di un popolo che è giunto lì diversi millenni prima ma mai hanno tentato di raggiungere queste terree e se lo hanno tentato mai sono tornati a raccontarlo. Certo di storie se ne dicono tante su quei posti. Si parla di mostri, di animali giganti che dalla bocca sputano fuoco, di fiumi bollenti e fumanti, ma sono sempre e solo fantasie.
Ed un bel giorno questi giovani decidono di partire con una chiatta fatta di tronchi d'albero tenuti insieme da strisce di pelle ricavate dalla pelliccia di animali che da tempo hanno imparato a scuoiare e una sorta di pala per governare il naviglio. E dopo quasi una giornata di navigazione raggiungono le coste di queste terre e cercano un luogo più tranquillo dove attraccare. Superano l'isola più grande e quella alla sua destra che sembrano le più turbolente con tante bocche di fuoco che eruttano in continuazione e scagliano pietre e macigni. Alle spalle dell'isola più grande ce n'è una che sembra più tranquilla. E' quella che chiamiamo Salina ed approdano in una insenatura naturale che oggi chiamiamo Rinella. E lì decidono di fermarsi e costruiscono una capanna su una zona più elevata che oggi si chiama Rinicedda. E da Rinicedda nei mesi seguenti partono per esplorare le altre isole a cominciare da quella più grande che sta loro di fronte: Lipari. E su di essa, su un altopiano proprio di fronte a Salina che si chiamerà Quattropani, scoprono un campo di pietre nere lucenti e taglienti. Pietre che possono servire per costruire armi per difendersi ed aggredire, per cacciare, per scuoiare animali, ecc. ecc. Comprendono subito che grande tesoro rappresenti quella pietra nera e decidono di raccoglierla e portarla al villaggio per lavorarla facendone punte acuminate per i bastoni, per le frecce, facendone coltelli.... E grazie a quella pietra nera, l'ossidiana, Lipari diventa un centro importante nel Mediterraneo.
E dopo il periodo dell'ossidiana quello degli Eoli che vengono da Oriente e creano sull'isola un centro importante sulla via dello stagno che dalla Grecia porta fino all'Inghilterra. Lo stagno per fare il bronzo in una lega col rame perché è già iniziata l'era dei metalli e l' ossidiana perde rapidamente valore e non si commercia più. Ed è il periodo in cui si costruisce a San Calogero, sul modello delle tombe di Micene, la tolos, una stufa per sfruttare l'acqua calda che sgorga dalla terra.
E poi il periodo di Eolo di cui parla l'Odissea che porta Ulisse a Lipari nella ricerca della sua Itaca; e poi i Cnidi che vengono dalla Turchia ed è un'altra avventura grande e meravigliosa. E poi e poi e poi ancora tante avventure sino ai nostri giorni quando il turismo cambia il modo di vivere sovvertendo tradizioni ed usanze che erano durate millenni.
Una grande avventura ma anche una grande storia quella delle Eolie che merita di essere conosciuta a cominciare dagli isolani perché siano orgogliosi e rispettosi delle loro isole e sappiano consegnarle alle generazioni future ancora ricche di bellezza e di valori".
Subito dopo è intervenuto il prof. Aldo Palmeri che ha consegnato le "Targhe Oro Simpatia". Alla fine dell'incontro ha affermato: "Mi sento soddisfatto per la gradita consegna delle "Targhe Oro Simpatia" e delle relative pergamene avvenuta nel fiorito Patio della Biblioteca Comunale di Malfa alla presenza del Sindaco del Comune di Malfa - dott. Salvatore Longhitano.
Per me è stato molto toccante il momento della consegna ad Antonio Brundu, mio carissimo Amico, con la seguente motivazione: -Targa d'Oro Speciale ad Antonio Brundu, cultore delle Isole Eolie, ideatore ed artefice della Biblioteca Comunale "cav. Giovanni Cafarella" di Malfa, isola Salina, in occasione del ventennale di tale struttura bibliotecaria creata nell'anno 1995 ed inaugurata il giorno 13 del mese di maggio. Con profonda riconoscenza Aldo Palmeri-.
Altro momento che ha fatto scorrere qualche lacrima di commozione è stato la consegna, alla memoria, alla fedele compagna di chi scrive, con la seguente motivazione: -Targa d'Oro Speciale In ricordo di Graziella Crisà per il solare senso di accoglienza ed ospitalità dimostrati durante il suo lavoro svolto, con dedizione, nella Biblioteca Comunale di Malfa, isola di Salina, dal 1995 al 2007, in stretta sinergia con chi scrive, quale promotore ed artefice di tale importante e prestigioso centro culturale eoliano-.
Con soddisfazione ed apprezzamento ho consegnato la "Targa Oro Simpatia" alle trattorie "Cucinotta" di Santa Marina Salina e al "Cucuncio" di Malfa, alla pizzeria-pasticceria "Blue Moon... e Cosi Duci" di Malfa. Inoltre ho avuto il piacere di consegnare la "Targa d'Oro Simpatia" a Luca Caruso , figlio della dott.ssa Clara Rametta, titolare dell'Hotel-Ristorante "Signum" di Malfa, classificatosi primo quale location di lusso dell'isola.
Le targhe sono state assegnate perchè queste location, con la loro particolare attività, hanno contribuito a valorizzare la Sicilia e le isole dell'Arcipelago eoliano. Io continuerò a promuovere con tenacia il turismo in Sicilia e nelle Eolie, con la profonda convinzione che la Sicilia e le isole che la circondano possono risollevarsi soltanto incrementando il flusso turistico verso questi singolari luoghi inondati dal sole".
Con le note romantiche e melodiose del maestro Giuseppe Salvini si è concluso il pomeriggio culturale nell'ormai singolare Patio della Biblioteca Comunale di Malfa, sempre all'ombra del mitico albero di mandarino.

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I TEATRI DEL SUD NELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI MALFA-

Prosegue a ritmo serrato la serie di eventi organizzati dalla Biblioteca Comunale di Malfa: stasera 1 luglio, alle ore 21,30, nel Patio della Biblioteca è prevista la rappresentazione teatrale "PHILOKTET PROJECT" con Paola CENTORRINO e Marcella DI BENEDETTO. Regia Emanuele BOTTARI (LABORATORIO I TEATRI DEL SUD).
(Nella foto d'archivio di Antonio Brundu: Paola Centorrino nel Patio della Biblioteca durante una rappresentazione teatrale nel 2011).

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Oggi martedi' 30 giugno , alle ore 18, si svolgeranno due eventi nel Patio della Biblioteca Comunale di Malfa: la presentazione del libro di Michele Giacomantonio "NAVIGANDO NELLA STORIA DELLE EOLIE" con la presenza dell'autore.
A seguire avverrà la consegna delle targhe "ORO SIMPATIA" alle personalità e alle Location dell'isola di Salina che hanno contribuito, con la loro particolare attività, a valorizzare le Eolie e la Sicilia. Per tale occasione sarà presente il prof. Aldo Palmeri di Palermo, presidente della Commissione "Concorso Corone" ed autore di numerose pubblicazioni, tra cui il volume illustrato con testi e numerose fotografie "LA SICILIA E' TERRA NOSTRA, VALORIZZIAMOLA".
L'incontro sarà intercalato con l' intrattenimento musicale del maestro Giuseppe Salvini. Inoltre sarà possibile ammirare una mostra fotografica di Antonio Brundu su "Eolie, meridiano Salina- colori e sapori dell'ambiente naturale ed umanoSTORIE ISOLANE NARRATE DA PAOLINA CAMPO NELLA BIBLIOTECA DI MALFA
Nella cornice armonica del Patio della Biblioteca Comunale di Malfa, si è svolto ,il 20 giugno scorso, paolinaalla presenza di un pubblico numeroso ed attento, l'incontro culturale con Paolina Campo, giunta alla sua quarta pubblicazione con il libro "A fine giornata". Dopo la nota introduttiva di Antonio Brundu, che ha tracciato un excursus su Paolina Campo e sul contenuto dei suoi libri, ha preso la parola l'autrice che, intercalata da alcuni brani letti da Melina Ciccolo, ha descritto i passi più salienti del libro supportata dalla proiezione di immagini fotografiche d'epoca:
"L'autrice nata a Palermo, ha vissuto a Salina sino all'età di 12 anni. Attualmente abita a Catania insieme alla sua famiglia. Laureata in filosofia, ha già pubblicato, per i tipi Bonanno di Acireale, "Era la mia casa" (2005), "Vi racconto una storia"(2009), "L'uomo di Scalo Galera" (2012) e "A fine giornata" (2015). Paolina Campo ha trascorso la sua fanciullezza nell'isola eoliana, dove ritorna spesso per "respirare" l'atmosfera del passato e trarre ispirazioni per le sue prossime fatiche letterarie. Già, nel 2005, è stata ospite nella Biblioteca Comunale di Malfa durante il mese di agosto e, all'ombra dell'ultra centenario albero di mandarino situato nel terrazzo della Biblioteca medesima, ha parlato (accompagnata dalla chitarra e dalle canzoni di Antonio Famularo) delle sue opere. I racconti e le poesie di Paolina Campo, nella sua prima pubblicazione ("Era la mia casa"), fanno riaffiorare nella memoria i ricordi di un tempo. Così scrive il prof. Giuseppe Montemagno "Nel libro si rievoca, con una punta di nostalgia, l'infanzia della scrittrice in una Salina ancora prevalentemente rurale, alle prese con la modernizzazione del dopoguerra. Un paesaggio naturale incontaminato fa da superbo fondale ai ricordi" .
La lettura di questi libri ci aiuta a non dimenticare la realtà umana del nostro recente passato caratterizzato da consuetudini, da modi di dire e di fare che hanno subìto notevoli mutamenti e trasformazioni, ma che non possono scomparire del tutto dalla mente e dall'animo, perchè determinati valori devono sempre sopravvivere quali punti di riferimento per noi e per le nuove generazioni. Un intreccio di ricordi, di preghiere, di memorie permeate dai colori del passato e che, ora, il tempo, ha prodotto le sue trasformazioni. Si tratta di episodi di una Sicilia antica che ci riportano alla mente e ci fanno conoscere antiche tradizioni e credenze popolari. A tutto questo fanno da cornice i paesaggi dell'isola di Salina con il mare ed il cielo che s'incontrano e si scontrano nel grigio e nel blu, mentre si alternano giorni pieni di sole e di tempesta, durante i quali si muovono bambini, adulti e anziani fra giochi all'aria aperta e ansie e preoccupazioni di una vita dura, ma anche serena e pacata. Ricette, preghiere e canzoni della cultura eoliana e siciliana contribuiscono ad arricchire le storie narrate con cura e passione che emanano l'amore degli isolani per la loro terra. Pubblicazioni che riguardano l'infanzia e il meraviglioso ed avvincente mondo delle fiabe. Parlare oggi dei bei ricordi dell'infanzia, della natura prodiga e generosa, delle dolci note musicali che raggiungono gli angoli più recònditi della nostra interiorità sembra una realtà d'altri tempi, qualcosa che appartiene ad un'altra epoca. Tali argomenti, invece, si ripropongono, puntuali, con un'attualità sempre più crescente e necessaria nel tempo che passa, che ci consuma e che ci rinnova. O ancora come la descrizione puntigliosa ed efficace della raccolta dei capperi a Salina, che s'incominciano a raccogliere all'alba e "nessun pittore - scrive Paolina Campo - potrà rendere l'emozione di un quadro così perfetto: il mare e il cielo con tutte le gradazioni dell'azzurro sfumato dai vari colori dell'arancio che annunciano il sorgere del sole".
"VI RACCONTO UNA STORIA" (2009):
Si tratta di un viaggio alla scoperta di se stessi, una riflessione sulla propria esistenza e sulle scelte che si compiono, con ricordi ed emozioni di una giovane donna che, trova un pò di pace in un mondo incantato, in uno spazio nel quale lei, eterna fanciulla, adesso un pò più lontana dai suoi doveri giornalieri di madre e moglie, riesce ad essere se stessa e vivere come in un sogno". La scrittrice, nel suo racconto, "fa un viaggio a ritroso nel tempo, si abbandona a pensieri ed atmosfere fluttuanti". Il suo occhio è rivolto verso Catania e il rapporto con la montagna, il vulcano Etna e con il mare delle isole Eolie e di Salina in particolare.
"L'UOMO DI SCALO GALERA" (2012):
"In un angolo di mondo dove il cielo e il mare si tenevano per mano, ogni cosa, ogni ricordo sembrava incastonato in un azzurro dalle mille sfumature". Così Paolina Campo inizia la descrizione del suo terzo libro L'UOMO DI SCALO GALERA, pubblicato nel mese di luglio del 2012. Quindi l'autrice continua la sua attività letteraria e ci porta nel recente passato e ci racconta storie, vicende, vicissitudini di personaggi isolani e ci fa conoscere e scoprire tanti aspetti della vita sociale malfitana. Il libro si apre con il racconto su un grande personaggio dell'800, l'Arciduca Luigi Salvatore Asburgo d'Austria, amante delle Eolie, a tal punto da descriverle, minuziosamente, in otto volumi. Da questo contesto le narrazioni si susseguono sino agli anni '50 e '60 con numerosi racconti come la luce elettrica. L'avvenire eoliano, L'emigrazione in America, I Comuni eoliani, La tragedia del piroscafo Santamarina, Giovani soldati, Vittorio Brundu superstite di Cefalonia, Guardiano del porto, Il Semaforo, Il dottore Marino Giuffrè, Antonio e Giovanni De Maria, i soprannomi, La Madonna del Terzito, Il Pellegrinaggio di Maria nelle isole Eolie, Don Giovannino Marchetti, la scuola dell'infanzia di Malfa ed altri titoli che riguardano l'alba ed il tramonto, il giorno e la notte. Il tono descrittivo di Paolina Campo è molto lineare, semplice, spontaneo. Le varie storie, si susseguono una dopo l'altra e diventa una scoperta continua la conoscenza di aspetti singolari e peculiari che, senza la ricerca accurata e paziente di Paolina, noi non avremmo potuto mai sapere e conoscere, perchè tante cose sulla memoria storica e tradizionale dell'isola sono ormai scomparse. Paolina Campo ha contribuito, notevolmente, a salvare un materiale della cultura orale dell'isola di Salina che sarebbe andata perduta per sempre e non avremmo avuto l'opportunità di potere arricchire il nostro patrimonio culturale riguardante il recente passato.
"A FINE GIORNATA" (2015):
Torna ad incantarci, con i suoi racconti del recente passato, Paolina Antonietta Campo, dopo avere pubblicato diversi libri, che ci hanno consentito di conoscere e di scoprire aspetti insoliti della vita isolana: abitudini, consuetudini, momenti malinconici e lieti di personaggi noti e meno noti dell'isola di Salina e delle Eolie, senza tralasciare le loro caratteristiche principali ( ambiente naturale ed umano permeato da colori, profumi, attività agricole tradizionali e artigianali, storie, ricordi, sogni e fantasie) descritte con estrema semplicità e purezza d'animo.
Come anche il lungo ed estenuante viaggio di molti eoliani che, alla fine dell'Ottocento e dopo la seconda guerra mondiale, hanno lasciato le loro case e la loro terra natìa per trasferirsi oltreoceano. Così l'autrice ci fa vivere e rivivere un mondo ormai lontano e dimenticato, ma pieno di quei valori e contenuti che non si potranno mai estinguere nonostante i mutamenti e le trasformazioni che stravolgono e modificano la realtà esistenziale, sociale, artistica e culturale delle comunità e dei singoli individui.
Seduta sui sedili (bisòla) del terrazzo nella sua casa eoliana, all'ombra del pergolato di giorno o intenta a guardare il cielo stellato di sera , Paolina, nel provare forti emozioni, pensa alle persone che ha incontrato , dalle quali ha raccolto una serie di notizie, informazioni e storie che, accuratamente miscelate e aggregate, sono andate a formare un percorso descrittivo che ci assorbe in una lettura attenta, coinvolgente e commovente e che ci porta ad apprendere e comprendere tante piccole cose di una realtà sommersa dal tempo che scorre e copre ogni cosa nel silenzio e nell'oblìo.
Ma "A fine giornata" (così l'autrice ha voluto intitolare la sua recente opera letteraria) anche noi ci sentiamo appagati delle storie tristi e gioiose che abbiamo appreso nel leggere un racconto lineare e dettagliato, dove la figura del grande artista eoliano Virgilio Lo Schiavo (originario di Malfa e vissuto in Australia) è emersa nel modo più giusto ed appropriato.
Ritornano spesso nel racconto di Paolina i rintocchi delle campane che si diffondono nel paese malfitano dalla chiesa parrocchiale di San Lorenzo, dove Virgilio Lo Schiavo ha realizzato, nel suo interno, due stupendi dipinti che raffigurano il martirio e la gloria del santo patrono, per poi passare alle numerose opere pittoriche dipinte in Australia (Sydney, Melbourne , Brisbane) e che, oggi, rappresentano un immenso patrimonio artistico lasciato in eredità da un grande figlio delle Eolie. Un ringraziamento va, quindi, all'autrice, per averci trasmesso queste interessanti storie isolane d'altri tempi e d'altre epoche".

---Nell'ambito delle iniziative culturali della Biblioteca Comunale di Malfa, il giorno 20 giugno, alle ore 19,00, sarà presentato, nel Patio della suddetta Biblioteca, il libro "A FINE GIORNATA" di Paolina Campo, con nota introduttiva di Antonio Brundu (che riportiamo a seguire) e stralci di alcuni brani letti da Melina Ciccolo. Inoltre saranno proiettate immagini fotografiche d'epoca che raffigurano la parti salienti del romanzo:

Nota di Antonio Brundu
"Torna ad incantarci, con i suoi racconti del recente passato, Paolina Antonietta Campo, dopo avere pubblicato diversi libri, che ci hanno consentito di conoscere e di scoprire aspetti insoliti della vita isolana: abitudini, consuetudini, momenti malinconici e lieti di personaggi noti e meno noti dell'isola di Salina e delle Eolie, senza tralasciare le loro caratteristiche principali ( ambiente naturale ed umano permeato da colori, profumi, attività agricole tradizionale e artigianali, storie, ricordi, sogni e fantasie) descritte con estrema semplicità e purezza d'animo. Come anche il lungo ed estenuante viaggio in nave di molti eoliani che, alla fine dell'Ottocento e dopo la seconda guerra mondiale, hanno lasciato le loro case e la loro terra natìa per trasferirsi oltreoceano. Così l'autrice ci fa vivere e rivivere un mondo ormai lontano e dimenticato, ma pieno di quei valori e contenuti che non si potranno mai estinguere nonostante i mutamenti e le trasformazioni che stravolgono e modificano la realtà esistenziale, sociale, artistica e culturale delle comunità e dei singoli individui. Seduta sui sedili (bisòla) del terrazzo nella sua casa eoliana, all'ombra del pergolato di giorno o intenta a guardare il cielo stellato di sera , Paolina, nel provare forti emozioni, pensa alle persone che ha incontrato nei mesi precedenti, dalle quali ha raccolto una serie di notizie, informazioni e storie che, accuratamente miscelate e aggregate, sono andate a formare un percorso descrittivo che ci assorbe in una lettura attenta, coinvolgente e commovente e che ci porta ad apprendere e comprendere tante piccole cose di una realtà sommersa dal tempo che scorre e copre ogni cosa nel silenzio e nell'oblìo. Ma "A fine giornata" (così l'autrice ha voluto intitolare la sua recente opera letteraria) anche noi ci sentiamo appagati delle storie tristi e gioiose che abbiamo appreso nel leggere un racconto lineare e dettagliato, dove la figura del grande artista eoliano Virgilio Lo Schiavo(originario di Malfa e vissuto in Australia) è emersa nel modo più giusto ed appropriato. Ritornano spesso nel racconto di Paolina i rintocchi delle campane che si diffondono nel paese malfitano dalla chiesa parrocchiale di San Lorenzo, dove Virgilio Lo Schiavo ha realizzato, nel suo interno, due stupendi dipinti che raffigurano il martirio e la gloria del santo patrono, per poi passare alle numerose opere pittoriche dipinte in Australia (Sydney, Melbourne , Brisbane) e che, oggi, rappresentano un immenso patrimonio artistico lasciato in eredità da un grande figlio delle Eolie".

Paolina Campo è nata a Palermo, vive a Catania con il marito e le due figlie. Laureata in Filosofia, ha già pubblicato, per i tipi Bonanno di Acireale, "Era la mia casa" (2005), "Vi racconto una storia" (2009), " L'uomo di Scalo Galera" (2012).

(Nella foto: Malfa (anno 2009) Presentazione in Biblioteca del libro "Vi racconto una storia" di Paolina Campo . Da sin: Giuseppe Montemagno, Paolina Campo, Sergio Pizzi, Salvatore Longhitano e Antonio Brundu).

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Parliamo di libri...! Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa
"E' COSI' LIEVE IL TUO BACIO SULLA FRONTE"
-Storia di mio padre Rocco, giudice ucciso dalla mafia

di Caterina CHINNICI
Il 29 luglio 1983 la mafia fa esplodere un'autobomba in via Pipitone a Palermo: muoiono il giudice Rocco Chinnici, gli uomini della sua scorta e il portiere dello stabile dove il magistrato viveva insieme alla moglie e ai figli. Rocco Chinnici era da tempo nel mirino. Innovatore e precursore dei tempi, aveva intuito che, per contrastare efficacemente il fenomeno mafioso, era necessario riunire differenti filoni di indagine, comporre tutte le informazioni e le conoscenze che ne derivavano. Per farlo, riunì sotto la sua guida un gruppo di giudici istruttori: Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Giuseppe Di Lello. L'anno dopo la sua morte, questo gruppo prenderà il nome di "pool antimafia". La storia ci tramanda come e perchè Rocco Chinnici sia stato ucciso. Ci tramanda un eroe. A lui però non sarebbe piaciuto essere chiamato così. Era prima di tutto un uomo, un padre, cui è toccata in sorte una vita straordinaria, o forse un destino, che lui ha scelto di assecondare fino alle estreme conseguenze. Dopo decenni di silenzio, Caterina Chinnici, la figlia primogenita - a sua volta giudice, a sua volta impegnata nella lotta alla mafia, a sua volta sotto scorta - sceglie di raccontare la loro vita "di prima", serena nonostante le difficoltà, e la loro vita "dopo". Sceglie di raccontare come lei, i suoi fratelli e la madre abbiano imparato nuovamente a vivere e siano riusciti a decidere di perdonare: l'unico modo di sentirsi degni del messaggio altissimo di un padre e un marito molto amato. "Ci siamo protetti per trent'anni dietro uno scudo di riservatezza, ma mi sono detta che forse era il momento di raccontarlo, questo giudice, dandogli sulla carta la forma che ha per me e che riconosco come sua: con tanto di manone e voce tonante, con la delicatezza struggente che usava con tutti noi e la forza incrollabile che ci ha tenuto in piedi anche dopo la sua morte".
Caterina CHINNICI (1954) è entrata in magistratura nel 1979, a soli 24 anni. Dopo aver svolto funzioni di pretore e aver maturato un'esperienza amministrativa presso il Ministero della Giustizia, è stata il più giovane magistrato nell'ambito nazionale a essere nominato capo di un ufficio giudiziario: dal 1995 al 2008 ha ricoperto l'incarico di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Caltanissetta. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo tra il 2008 e il 2009; poi ha fatto parte del Governo della Regione Sicilia come Assessore della Famiglia, Politiche Sociali e Autonomie locali. Nel 2012 è stata nominata capo del dipartimento per la giustizia minorile, ruolo che ricopre tuttora.
Il giudice Rocco CHINNICI nasce a Misilmeri, alle porte di Palermo, il 19 gennaio 1925. dopo gli studi al Liceo Classico Umberto I, frequenta la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Palermo, lavorando al contempo presso l'Ufficio del Registro di Misilmeri, per non gravare sulla famiglia negli anni del dopoguerra. Proprio tra Palermo e Misilmeri conosce Agata Passalacqua, insegnante di Scienze alla Scuola Media, che diventerà presto sua moglie. Entra in magistratura nel 1952: dopo i primi due anni al Tribunale di Trapani, viene assegnato alla Pretura di Partanna, dove rimane per dodici anni, durante i quali nascono i figli Caterina (1954), Elvira (1959) e Giovanni (1964). Dal 1966 lavora all'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, prima come giudice istruttore, quindi come consigliere istruttore aggiunto, poi -nel 1979, già magistrato di Cassazione - è promosso consigliere istruttore. A partire dal 1970, anno in cui gli viene assegnato il processo per la "strage di viale Lazio", si occupa del fenomeno mafioso in tutte le sue declinazioni, arrivando a comprendere l'esistenza di legami internazionali e con gli ambienti politico-istituzionali. Divenuto consigliere istruttore a seguito dell'uccisione del suo predecessore, Cesare Terranova, modifica radicalmente il metodo di lavoro dell'Ufficio Istruzione: chiama a sè Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Giuseppe Di Lello e con loro istituisce a livello informale quello che, sotto la guida di Antonino Caponnetto, prenderà il nome di "pool antimafia". E' con loro che mette in cantiere la indagini di quelli che si caratterizzano come i più grossi processi per mafia degli anni Ottanta, primo fra tutti il "processo dei 162", embrione del maxi-processo, che verrà celebrato dopo la sua morte. La sua attività non si esaurisce però nelle aule di giustizia: convinto che la lotta al fenomeno mafioso e al traffico di droga - che comincia in quello scorcio di anni Settanta a mietere vittime innocenti fra i giovani - passasse prima di tutto attraverso un cambiamento sociale e di mentalità, per primo porta la sua testimonianza nelle scuole. Incontra professori e studenti, partecipa a dibattiti e presiede tavole rotonde, citando casi concreti appresi durante la sua lunghissima esperienza giudiziaria. Viene ucciso il 29 luglio 1983, nel pieno di questa sua attività professionale e culturale, mentre si accinge a salire sulla blindata che, da casa sua, in via Pipitone Federico a Palermo, l'avrebbe portato in tribunale. Una fiat 126 verde all'apparenza innocua, parcheggiata davanti al portone, è fatta esplodere con un telecomando: quella che uccide il giudice Chinnici insieme ai due carabinieri della scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l'appuntato Salvatore Bartolotta, e il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi, è la prima autobomba piazzata da Cosa Nostra. L'istruttoria sommaria dura sei mesi e porta al primo troncone di processi, celebrato l'anno successivo a Caltanissetta, che vede imputati Michele Greco, suo fratello e suo cugino, entrambi di nome Salvatore, Bou Chebel Ghassan, Pietro Scarpisi e Vincenzo Rabito, e si conclude nel 1988 con l'assoluzione di tutti e sei gli imputati, dopo una serie di pesantissime condanne inflitte in secondo grado dal giudice Antonino Saetta, assassinato lo stesso anno a causa di quel rigore. Il secondo troncone di processi prende le mosse da una confessione del pentito Giovanni Brusca, che rivela di essere stato esecutore materiale della strage insieme ad Antonino Madonia, e fa i nomi dei mandanti. Nel 1998 la Procura di Caltanissetta chiede il rinvio a giudizio per 19 persone e nel 2002 la Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta infligge l'ergastolo a 12 imputati: Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Raffaele e Stefano Ganci, Antonino e Francesco Madonia, Salvatore Buscemi, Antonino Geraci, Giuseppe Calò, Salvatore e Giuseppe Montalto e Vincenzo Galatolo, sentenza confermata in toto l'anno successivo dalla Corte di Cassazione. A Rocco Chinnici è stata conferita, poco dopo la sua morte, la medaglia d'oro al valore civile, con la seguente motivazione: "Magistrato tenacemente impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata, consapevole dei rischi cui andava incontro quale capo dell'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, dedicava ogni sua energia a respingere con rigorosa coerenza la sfida sempre più minacciosa lanciata dalle organizzazioni mafiose allo Stato democratico. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato, tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua vita al servizio della giustizia, dello Stato e delle istituzioni".

ALUNNI DELLA SCUOLA MEDIA "AMERIGO VESPUCCI" DI MALFA IN BIBLIOTECA
Nella giornata radiosa del 9 giugno, gli alunni e gli insegnanti delle tre classi della Scuola Media Statale "Amerigo Vespucci" di Malfa, a conclusione dell'anno scolastico, si sono recati per una visita guidata nella Biblioteca Comunale e nel Museo Eoliano dell'Emigrazione. Per una prassi ormai consolidata appena giunti in Biblioteca hanno preso posto nel Patio caratterizzato dai "pulìeri" e dai "bisola" tipici delle antiche abitazioni eoliane e all'ombra dell'ultracentenario albero di mandarino. Qui, dopo la distribuzione di schede sulla storia delle Eolie e di Salina, gli alunni hanno letto, a turno, gli argomenti preparati dal bibliotecario Antonio Brundu, cultore delle tradizioni eoliane e della storia locale. Si è parlato, quindi, delle origini dell'arcipelago eoliano, dei vulcani ancora oggi, dopo millenni, in continua attività eruttiva e fumarolica; poi sulla storia isolana e su Salina con particolare riferimento a personaggi benemeriti che hanno operato per il bene comune come Giuseppe Bongiorno (primo Sindaco del Comune di Malfa), il sac. Bartolo Picone (primo Sindaco del Comune di Leni), il sac. Giovanni Marchetti (parroco di Malfa dal 1905 al 1955). Quindi si è parlato sul Museo Eoliano dell'Emigrazione e sulla Biblioteca Comunale "cav. Giovanni Cafarella"(le cui strutture sono ubicate entrambe dietro la chiesa parrocchiale di San Lorenzo). E' stato, tra l'altro annunciato che, il 30 settembre prossimo, si svolgerà un evento sui 20 anni di attività della Biblioteca che, dai primi mille libri iniziali ha raggiunto, oggi, i tredicimila volumi (tra pubblicazioni ed audiovisivi), oltre all'annuale programma delle iniziative culturali. Quindi è stata letta una nota biografica del dott. Marino Giuffrè di Leni al quale il Comune ha intitolato una via principale del paese per i meriti e l'operosità in favore della sua terra. Alla fine Antonio Brundu ha consegnato a tutti i presenti una poesia scritta da Emilia Alboret negli anni 40 dal titolo "Un ponte tra i cuori", basato sull'amicizia e sulla fratellanza tra gli individui e i popoli di Oriente ed Occidente. "Un messaggìo- ha detto Antonio Brundu - per dare una speranza in più a tutti i ragazzi e le ragazze per il loro futuro". E poi ha aggiunto, parlando della Biblioteca che " i veri tesori dell'umanità si trovano nel cuore, nell'intelletto , negli occhi dell'uomo , nel fondo azzurro dei mari, nel verde delle foreste e nelle pagine dei libri". Dopo il momento letterario gli alunni hanno potuto ammirare una serie di immagini fotografiche di Antonio Brundu sulle Eolie e su alcuni aspetti peculiari dell'isola di Salina. Quindi si è passati alla visita del Museo Eoliano dell'Emigrazione attiguo alla Biblioteca sorto, nel 1999, per volere del C.I.R.C.E. (Centro Internazionale di Ricerca per la Storia e per la Cultura Eoliana diretto dal prof. Marcello Saija). Nel Museo vi sono esposti documenti, foto, registri di bordo , biglietti, passaporti ed altro materiale riguardante il fenomeno dell'emigrazione durante il quale molti isolani hanno dovuto lasciare la propria terra per cercare lavoro oltreoceano (Argentina, Canada, Stati Uniti e Australia). Inoltre numerose sono le testimonianze dell'epoca oltre ad immagini di isolani che sono riusciti a creare qualcosa di grande e di concreto all'estero. Con una bella e gioiosa foto di gruppo e con la scelta di libri in prestito si è conclusa la visita guidata che, certamente, è stata molto utile e proficua per gli alunni che presto si potranno godere le vacanze della prossima stagione estiva.
(Nella foto: Gli alunni della Scuola Media di Malfa, nel Patio della Biblioteca Comunale, con i docenti Teresa Oliviero, Rosa Maria Pavone, Salvatore Alleruzzo, Angelo Mancuso e l'addetto culturale Antonio Brundu).

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Parliamo di libri...!

Rubrica settimanale della BIBLIOTECA COMUNALE DI MALFA a cura di Antonio BRUNDU :
"LUCI DEL MEDITERRANEO- I FARI DI CALABRIA E SICILIA " di Francesca FATTA con
disegni, rilievi e carte storiche.

"L'estensione dello spazio, la peculiarità del paesaggio, la compattezza d'assieme creano l'impressione che il Mediterraneo sia ad un tempo un mondo a sé e il centro del mondo: un mare circondato da terre, una terra bagnata dal mare." Così Predrag Matvejevic descrive il nostro mare, luogo della ricerca entro il quale questo volume si muove. L'argomento dei fari è di grande attualità oggi, sia per il rinnovato dibattito sulla salvaguardia ambientale delle coste, che per il rischio di perdere gran parte delle strutture oramai abbandonate, dopo che, per esse, è venuta meno la figura del farista che le utilizzava anche come abitazione. I fari del Mediterraneo, tranne poche eccezione, non hanno l'imponenza monumentale di quelli atlantici, proprio perché la caratteristica delle primacoste e i movimenti di questo mare non sono quelli dell'oceano. Essi sono stati definiti in molti modi: le sentinelle del mare, i templi del mare, i luoghi del silenzio, a testimoniare l'indubbio fascino che esprimono sia visti da terra che dal mare. Eppure questi manufatti sono reali, misurabili nella loro estensione, fatti di pietre e intonaci e, proprio per questo , vanno documentati, analizzati, confrontati e compresi nella loro dimensione architettonica e paesaggistica, per essere conosciuti e tutelati meglio. L'autrice indica un percorso di lettura, tra storia e mito, del paesaggio delle coste calabresi e siciliane, seguendo la presenza dei fari che ne segnano la rotta. Fari storici e fari moderni, in tutto sessanta manufatti, rappresentati nelle carte d'archivio, nei profili letti dal mare, nelle foto e nei rilievi a scala architettonica, fino alla decostruzione e all'analisi di una decina di esemplari campione dei quali è stato realizzato il modello informatizzato. Il Gruppo di lavoro è formato da Sebastiano Nucifora (Dottore di ricerca in Rilievo e rappresentazione dell'architettura e dell'ambiente) che ha svolto anche il ruolo di coordinamento; Gabriella Curti (Assegnista di Ricerca, già Dottore di Ricerca in Rilievo e rappresentazione dell'architettura e dell'ambiente); Anna Petino (Dottoranda di Ricerca in Rilievo e rappresentazione dell'architettura e dell'ambiente); Agostino Urso (Assegnista di Ricerca, esperto in architettura digitale), Maria Calandra (Architetto presso la Soprintendenza BB. CC. AA. di Catania). La presentazione del volume è di Massimo Giovannini, Preside della Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, già Direttore del Dipartimento di Architettura e Analisi della Città Mediterranea, dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria. L'introduzione è di Predrag Matvejeviè, (ripresa da: Mediterraneo. Un nuovo breviario, Garzanti, Milano, 1996). Professore all'Università di Zagabria e poi alla Sorbona a Parigi, insegna attualmente letterature slave all'Università "La Sapienza" di Roma.
FRANCESCA FATTA (Palermo 1955).
Architetto, Professore Straordinario di Disegno dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria, insegna Disegno dell'Architettura presso la Facoltà di Architettura e svolge attività di ricerca nel Dipartimento di Architettura e Analisi della Città Mediterranea. Da anni si occupa dello studio degli insediamenti urbani e dei complessi architettonici in area mediterranea ed in particolare dei sistemi di relazione dei luoghi di mercato nei tessuti storici. Appassionata di mare, ha anche frequentato la scuola velica di Caprera negli anni '74, '75 e '76.

SEGNI DI MEDIAZIONE
Stralcio presentazione di Massimo Giovannini
I fari sono segni di mediazione. Sono fatti di terra e di mare. Lumi pieni di significato. Architetture speciali. Architetture tese. In cui la funzione determina la forma. Progettate per indicare il segno. Semafori per accompagnare la rotta delle navi. I pensieri del farista sono fatti di mare e di terra. Sono segnati dall'immanenza del mare e si nutrono dell'immanenza della terra. Grazie a questo bel libro, anche i nostri pensieri oggi sono un pò più felicemente pieni di mare e di terra.
MEDITERRANEO :
ETERNO E QUOTIDIANO
Stralcio introduzione di Predrag Matvejevic
Anche i fari sono simili ai templi del Mediterraneo, e non si può lasciarli solo ai servizi costieri o a quelli della navigazione. Solitamente vengono classificati in rapporto all'età e alle dimensioni, al modo in cui sono stati costruiti e ai luoghi su cui sono stati innalzati, promontori o isole da cui fanno luce: è bene prendere altresì in considerazione la maniera in cui il mare li circonda, di quale specie è il loro isolamento o il distacco, in quali rapporti si trovano con i porti più vicini, l'eventuale intenzione che hanno di diventare porti essi stessi. E, da ultimo a chi fanno luce e su quali percorsi (sul piano sentimentale si continua a dire che la loro luce è nostalgica, intermittente, vibrante e così via). Sulle ragioni per le quali alcuni singoli lanternisti e guardiani di fari abbiano deciso di vivere in solitudine distribuendo luce intorno non è il caso di discutere. I fari ricevono un posto di tutto rispetto sulle carte nautiche di grandi dimensioni, ma anche nei ricordi dei naufraghi non vengono tralasciati. Ad essi sono dedicate talvolta delle immagini nelle case di coloro che hanno perduto i loro congiunti in mare: l'ex voto è testimonianza popolare e pagana al tempo stesso, i cui santuari sono i più numerosi sul Mediterraneo. I fari hanno tratti comuni con i monasteri che, da laici colti, non si dovrebbero sottovalutare. La riva, il porto, il molo e il ponte della nave, la piazza cittadina e il mercato, la pescheria, lo spazio vicino alla fontana o al faro, accanto alla chiesa o al monastero, il cimitero e il mare stesso diventano dunque di tanto in tanto palcoscenici aperti. Sui quali vengono giocati ruoli diversi, insignificanti e fatali, sui quali si svolgono rituali quotidiani ed eterni. Di simili scene e avvenimenti sono pieni i secoli: il passato e il presente del Mediterraneo, la storia del teatro mediterraneo.
LUCI DEL MEDITERRANEO
di Francesca FATTA
Questo libro vuol essere la testimonianza di un interesse per delle architetture soggette al rischio di non sopravvivere ancora a lungo. Da quando la figura del farista è stata sostituita dai radiocomandi le strutture architettoniche, in gran parte, versano in stato di abbandono. I satelliti e i GPS, grazie all'altissima precisione dei rilevamenti e alla semplicità di uso della strumentazione, hanno reso la navigazione sicura al punto che la presenza del faro si è tradotta, da punto di avvistamento fondamentale, a punto di riconoscimento paesaggistico. Una sorta di archeologia industriale della navigazione che va riconosciuta e valorizzata. Da tali presupposti è nata la ricerca documentata nelle pagine che seguono. Un lavoro che ha visto impegnato un gruppo di lavoro costituito da Gabriella Curti, Anna Petino, Agostino Urso, Maria Calandra e, soprattutto, Sebastiano Nucifora che, con la sua capacità di ricercare su questi temi, ha contribuito in modo determinante alla organizzazione del volume. Esso si struttura in due parti: la prima affronta il tema del faro secondo un'ottica complessiva che tocca la storia, il mito, la tecnica, l'architettura. La seconda parte è un "atlante" in cui sono presenti sessanta fari delle coste della Calabria e della Sicilia, e si conclude con una "appendice" che riguarda le tavole grafiche dei progetti di alcuni fari siciliani della metà del XIX secolo, custoditi presso l'Archivio di Stato di Palermo. Sebastiano Nucifora inquadra il tema in una dimensione storica e paesaggistica in cui si pongono in evidenza i riferimenti tipologici e concettuali che legano la torre d'avvistamento e il faro come "nodi di un sistema reticolare capace di riconnettere, fisicamente e concettualmente, l'intero territorio costiero". Il ruolo e la presenza dei fari si sovrappone al sistema dei segni naturali scegliendone alcuni e scartandone altri per generare un nuovo sistema semiotico che, da un lato, serve a spiegare il territorio e, dall'altro, dà vita a una rete invisibile di segni che richiede a sua volta di essere decodificata. Se le condizioni di accoglienza, controllo, pericolo costituiscono le coordinate del viaggio tra i segnali di avvistamento, è comunque interessante anche l'aspetto configurativo del faro in sé che Gabriella Curti analizza grazie ad alcuni esempi campione tratti dall'Album dei Fari del Regno d'Italia del 1873, il primo lavoro di riordino post-unitario che raccoglie i progetti per potenziare l'assetto per l'illuminazione e segnalazione dei punti cospicui e dei capi costieri. Piante e prospetti dei progetti architettonici mostrano un nuovo Stato, forte e moderno, teso a organizzarsi in un Mediterraneo complesso e trafficato. Altro aspetto che determina il fascino del faro riguarda la tecnologia degli apparati illuminanti e – contrariamente a quanto spesso descritto a proposito dei silenzi che circondano il faro – spesso assordanti nella notte a causa dei loro meccanismi rotanti azionati da gruppi elettrogeni rumorosissimi. Anna Petino mette in evidenza il processo evolutivo dei sistemi di segnalazione luminosa, dai fuochi notturni, alle lenti rotanti azionate dal farista, ai radiocomandi, ai rilevamenti GPS. Agostino Urso sviluppa il progetto di rappresentazione del faro secondo la costruzione di un modello digitale, frutto della combinazione di più piani di proiezione e, infine, Maria Calandra inquadra i fari della Calabria e della Sicilia secondo una lettura per differenze ovvero per tipologie insediative, rappresentate in una grande tavola grafica che mostra il quadro sinottico dei fari. "Se però la lanterna può dirsi l'anima del faro, e in definitiva la sua ragion d'essere, essa è nella sostanza solo uno degli elementi che lo compongono, sotto la quale, fisicamente, si propone il corpo del faro con la sua torre e, spesso, il suo caseggiato dalle forme e dimensioni più svariate.

Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa
GIANO DI NAPOLI (di Adrian Wolfgang MARTIN)

Il prof. Adrian Wolfgang Martin ( scrittore e pittore svizzero) ci presenta, con questo suo libro su amartinbrundu1Napoli, un'opera del tutto nuova, affascinante. Con l'immagine mitologica del dio bifronte Giano, ci permette di capire, di sentire che cos'è veramente la Città Partenopea. "Non solo il principiante, ma anche il presunto conoscitore di Napoli rimarrà sempre vittima di illusioni finchè non sarà pienamente conscio delle capillari paradossalità della vita in questa città", scrive l'Autore, spiegandoci come il comune turista che cerca di vederla soltanto attraverso la ragione, l'osservazione e le sue conoscenze storiche, rimarrà sconcertato davanti a tante contraddizioni oppure se ne tornerà dal suo viaggio con allettanti semi-verità.
Martin però ha così profondamente maturato le sue personali e contrastanti esperienze da afferrare queste contraddizioni come la base di un'unica, fondamentale tendenza, e così il suo libro nacque, in certo qual modo, come meditazione su Napoli. Ma la sostanza di queste meditazioni è scaturita da impressioni vere, da avvenimenti ed incontri vissuti personalmente.
Qualunque cosa egli veda diventa per lui trasparente: dietro al semplice venditore di pianeti scorge l'antico Mago Virgilio e, nella millanteria del finto gobbo scopre l'amore per la messa in scena, ma nota anche con simpatia l'indulgenza di coloro che assistono allo spettacolo. Si immerge nel sensuale calore dei bassi dove sopravvivono ancora le tenebrose potenze delle madri. "Si riesce a ben capire l'uomo soltanto attraverso la conoscenza dei simboli del suo inconscio, attraverso i suoi miti".
Martin ci conduce nei quartieri popolari dove percepisce con particolare evidenza la sopravvivenza di antichissimi, arcaici prototipi, di elementi pagani con immagini cristiane. Ed è proprio questo che conferisce a Napoli il suo fascino, poichè ambedue i mondi - quello pagano e quello cristiano - sono, ancora oggi, nonostante l'ondata di tecnologia e di modernizzazione che minaccia di soffocare l'individualismo, vivissimi ed onnipresenti.
GIANO DI NAPOLI è un libro che va ben oltre la descrizione tradizionale. Apre, in certo qual modo, la strada per la comprensione giano1dell'essere umano. Sottolinea l'importanza della sua libertà verso se stesso. Ed è, inoltre, un'opera che ritrae la personalità complessa del nostro Meridione: ardente nei suoi colori, passionale nell'esplosione della sua potenza.
Cosciente di questa tragicità, Martin non dimentica però di far risaltare l'innato umorismo del napoletano, caratteristica che l'Autore ha saputo porre in luce dimostrando la sua profonda sensibilità psicologica.
Scrive Martin nella sua prefazione: "Dall'osservazione sempre nuova è sorto poco a poco un archetipo che, inconsciamente, vive in fondo all'anima napoletana. Porta il nome dell'antica divinità italica Giano. Giano è il dio indivisibile, dai due volti che guardano in direzioni opposte. Incarna il mistero dell'uomo come unità viva e creatrice, composta da contrasti che si completano e si influenzano vicendevolmente".
"L'opera che presento al lettore italiano- afferma l'Editore Franco Spinosi- è stata una rivelazione, in quanto si tratta di un genere nuovo per il nostro paese. Il libro di Adrian Wolfgang Martin si stacca dalle tradizionali opere letterarie sull'Italia ed in particolare su Napoli, sia perchè non si limita alla descrizione esteriore delle cose e non si accontenta di cogliere impressioni personali, sia perchè ricorre ad un linguaggio che, finora, non veniva mai o quasi mai adoperato nei riguardi dell'incontro con una città.
L'Autore, infatti, non teme di abbinare filosofia e psicologia per penetrare nell'intimo della Città Partenopea. GIANO DI NAPOLI non è perciò una semplice descrizione, bensì una psicanalisi vera e propria della città e dei suoi abitanti. Realtà e mito - i due punti base di quest'opera originalissima - sorgono incessantemente davanti al lettore, simili a due poli apparentemente contrastanti ma che, in fondo, si completano, permettendoci, con l'armonia che emanano, di vedere Napoli spoglia dei soliti superficiali e banali luoghi comuni. Vorrei infine parlare - ma mi sembra superfluo, poichè il libro stesso lo rivela così palesemente - dell'amore che l'Autore porta alla nostra terra ed in particolare al Meridione.
L'Italia gli è diventata destino e patria. Napoli, dove ha vissuto per molti anni, incarna per lui il prototipo della soluzione al problema posto dai contrasti psichici. Ed è nel Meridione, a Salina, nelle Isole Eolie, che ha scelto di vivere e di svolgere la sua attività di artista. Il perchè di questa predilezione di Martin per il nostro Sud ce lo rivelerà la lettura di questo libro".
ADRIAN MARTIN E LA FONDAZIONE SALINA
(di Antonio Brundu)
Lo scrittore, poeta, filosofo e pittore svizzero Adrian Wolfgang Martin (al pari di numerosi artisti del centro e nord Europa, che hanno scelto le Isole Eolie come loro seconda patria), rimase affascinato dall'isola di Salina fin dalla prima volta che la scorse , nel 1955, da un'imbarcazione di passaggio nell'arcipelago e subito decise di porvi la sua dimora per sei mesi all'anno, vita natural durante e spera anche per l'eternità.
Quando rientrò in Svizzera riuscì a convincere i suoi amici, lettori e ammiratori del fascino di questo mitico angolo di terra e di mare da raccogliere sufficienti fondi per costituire e dotare di un costante reddito patrimoniale la Fondazione Salina, che aprì la sua sede nel 1976, nel Comune di Leni.
La Fondazione Salina, quindi, si è dedicata e continua a dedicarsi alla valorizzazione della cultura eoliana e alla formazione professionale e occupazione della gioventù locale.
Nel 1981 Adrian Martin ha fatto istituire anche il Premio Culturale Fondazione Salina da assegnare ad elementi che, nell'ambito dell'Arcipelago Eoliano, si sono distinti per attività e servizi sociali e culturali.
Scopo dichiarato della Fondazione, oltre quello della tutela del patrimonio naturale di Salina, è quindi l'incremento delle attività culturali, sociali ed economiche degli abitanti.
Adrian Martin ha spiegato i motivi che hanno ispirato questa sua iniziativa nell'isola di Salina: la cordiale ospitalità degli abitanti, il desiderio di costruire un mondo più umano basato sul rispetto reciproco e infine il legame tra la Svizzera e la Sicilia, la quale ultima rappresenta, per il popolo elvetico, una delle culle della cultura europea.
Pertanto va il plauso per l'attività svolta dalla Fondazione Salina, in tutti questi anni, in favore della comunità isolana ad Adrian Martin, alla moglie Regina, all'intero Consiglio d'Amministrazione (presieduto prima dal signor Giuseppe Cappadona e, oggi, dal rag. Nuccio Russo).
La Fondazione svolge, tutt'ora , un ruolo importante nel tessuto sociale eoliano ed i frutti sono visibili e tangibili ed hanno già lasciato un solco profondo nella nostra realtà ambientale ed esistenziale, dove la Fondazione è sempre intervenuta ed ha operato con autentica obiettività e cognizione di causa.
(Nella foto: Biblioteca Comunale di Malfa, isola di Salina: da sin.Antonio Brundu e Adrian Wolfgang Martin).

Parliamo di libri... rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa.

"PANE CALIATU".
Così Susan Lord e Danilo Baroncini introducono la loro pubblicazione su "Pani caliàtu", edito dal Centro Studi di Lipari nell'anno 2001: "Una foglia caliata è una foglia secca. I panni caliati sono panni stesi al sole e asciugati fino all'aridità. La càlia o ncàliatura è un procedimento di cottura portato in Sicilia dagli Arabi. In origine riguardava solo i ceci, quei ceci tostati che ancora si trovano nelle fiere siciliane e che vengono abbrustoliti in grandi contenitori di ferro, mescolati alla sabbia che trasmette il calore del fuoco evitando che si brucino a contatto con il metallo. 'U pani caliatu è il panbiscotto, il pane cotto due volte; lasciato per un'intera notte ad asciugare nel forno a legna mentre la temperatura diminuisce lentamente. Abbiamo eletto 'u pani caliatu a simbolo della cucina eoliana, perchè fra le oltre duecento panicaliatu1persone che abbiamo interpellato per documentarci, quasi tutte hanno nominato 'u pani caliatu. Lo si utilizzava nella preparazione di molti piatti e fino a una cinquantina di anni fa era una presenza quotidiana nella vita di tutti gli eoliani. Abbiamo deciso di aprire il nostro lavoro con una sezione dedicata al pane anche perchè, oltre all'alimentazione, dal pane dipendevano alcuni comportamenti sociali ispirati alla solidarietà".

SUSAN LORD: Biologa. Esperta di cucina italiana e mediterranea, ha collaborato come "Food editor" a periodici americani.
DANILO BARONCINI: Giornalista del TG2 sino al 1994. Ha collaborato a numerosi programmi della Rai. Ha scritto di viaggi, cucina e vino per pubblicazioni italiane e statunitensi.

 

PARLIAMO DI LIBRI. Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa.

"DUE MILLENNI DI STORIA EOLIANA. SINTESI CRONOLOGICA COMPARATA".
LA STORIA LETTA DA MONS. ALFREDO ADORNATO
Lipari: dal Neolitico all'avvento del Cristianesimo, dai Normanni al sacco di Ariadeno Barbarossa e fino ai giorni nostri. Millenni di storia religiosa e civile eoliana messi a confronto con quella dell'Italia in generale. Questa la peculiarità del libro scritto, nell'anno 2000, da monsignor Alfredo Adornato, intitolato "DUE MILLENNI DI STORIA EOLIANA – SINTESI CRONOLOGICA COMPARATA". Racconta la storia delle Eolie, descrivendo cosa avveniva a Lipari quando altrove c'erano avvenimenti di grosso spessore. Un'idea datagli dalla prof.ssa Giulia Mammana, ex preside dell'ITCG "Conti Vainicher" di Lipari, quando monsignor Adornato impartiva lezioni di storia eoliana in un corso postdiploma. "Accurate ricerche durate tre anni – dice mons. Adornato - che hanno come obiettivo quello di dare la possibilità a chi legge di approfondire le conoscenze sulla nostra storia, ma anche su quella siciliana ed italiana". Il libro è arricchito da foto d'epoca di Antonio Brundu e da riquadri sugli avvenimenti più importanti. "Nel contesto - conclude l'autore - vi sono allegati che comprendono la sintesi della storia generale, degli anni santi, le eruzioni dello Stromboli, facendo desumere come la storia civile e quella ALFREDO3ecclesiastica si intersecano a tal punto che non si capirebbe l'una senza la conoscenza dell'altra".
Così scrive Mons. Adornato nella sua presentazione:
"Cosa avvenne a Lipari mentre la Chiesa tesseva la sua storia , nei primi secoli, nel Medioevo, nell'età moderna e nell'età contemporanea? Quale influenza hanno avuto nelle Eolie le eresie, gli scismi, i Concili Ecumenici, i Padri della Chiesa, il Monachesimo, l'inquisizione, le Crociate, gli Ordini Mendicanti, la Riforma Protestante e la Riforma Cattolica? La descrizione sintetica dei momenti fondamentali dei due millenni di storia eoliana si prefigge di proporre stimoli, essenziali per la loro interpretazione. Noi abbiamo bisogno di guardare indietro, chi siamo stati, per capire chi siamo, ma anche guardare avanti, altrimenti tutto diventa privo di senso. Sarebbe forse più povera la nostra vita senza questa ricerca storica.
Quali le aspettative al volgere dei millenni?
Particolarmente, nelle Eolie, tutto è collegato nella vita della Chiesa attraverso le età e, se si vuole scoprire il senso profondo, si deve cercare di afferrare il vincolo che esiste, in ogni tempo, fra le idee dogmatiche e le prescrizioni canoniche, da un lato e la realtà sociale, politica, ed economica, dall'altro.
Lo studio accurato degli avvenimenti e dei personaggi che qui vengono soltanto elencati, può fare rilevare il nesso causale di ogni singolo fatto, l'accertamento dei movimenti degli agenti umani e il conseguente giudizio su personaggi e movimenti di intere epoche, che vanno al di là della semplice constatazione dei fatti.
Sarà capacità di ognuno di noi, poi, riconoscere che i criteri di valutazione di personaggi ed avvenimenti non possono essere presi dal presente, ma devono adattarsi al grado di sviluppo storico raggiunto, in quel momento, dalla società in genere e dalla società eoliana in particolare.
Fallimenti e peccati degli uomini, per questo, certo, non possono essere minimizzati, nè la responsabilità umana può essere annullata: vi sono colpe storiche e meriti storici.
Tuttavia il giudizio espresso dalla storia, in genere, non è un processo alla storia medesima.
La descrizione sintetica dei momenti fondamentali dei due millenni di storia cristiana si prefigge di proporre stimoli essenziali per la loro interpretazione.
Ovviamente, i limiti del presente lavoro indicano, solo, alcuni "flash", che richiedono approfondimenti mediante ricerche personali.
Questo piccolo lavoro vuole, perciò, essere uno stimolo a riferirsi a specialisti dotati, e desumere dai lavori, già pubblicati, le conclusioni che si impongono e cercare di colmare, nel caso, lacune ancora esistenti.
Come la "Questione Siciliana" è alquanto diversa dalla "Questione Meridionale", così anche la "Questione Eoliana" presenta connotazioni proprie, non sempre corrispondenti a quelle della "Questione Siciliana".
Certo è anche liparese la caratteristica di essere la Sicilia la sola regione d'Italia dove si ebbe una conquista, quella dei Normanni, sui Musulmani e dove la restaurazione ecclesiastica, che era pressocchè distrutta, fu effettuata ad opera di quello che, oggi, diremmo potere civile.
Valga per tutti la pagina di Ruggero II e l'Abate Ambrogio, con i conseguenti diritti particolari del sovrano e quel singolare istituto che fu la Legazia Sicula.
Anche qui Lipari dimostra capacità del tutto singolari: recalcitra in modo veemente contro questa Legazia, con i suoi continui appelli a Roma, trascinando nel vortice altre Diocesi Siciliane.
Non si capirebbe, altrimenti, la famosa "Controversia Liparitana".
Il dazio dimostra sui ceci del Vescovo di Lipari ed i cosiddetti abusi del governo borbonico ed italiano erano semplice occasione e pretesto per la revoca della Legazia di Sicilia.
Nutriamo la presunzione che queste aride date giovino a far riflettere, anche, sulle infinite controversie intorno al foro ecclesiastico, al conferimento dei benefici e alla stessa istituzione delle Confraternite, che rappresentano, almeno fino a ieri, le consuetudini e la vita delle nostre popolazioni.
Un rilievo particolare si è voluto dare alle vicissitudini della guerra del '39 - '45.
Si sono ricordate, in modo più dettagliato, le date delle campagne più importanti, dei momenti decisivi, degli orrori dei campi di sterminio, dei personaggi più famosi, che influiscono sul secondo conflitto mondiale.
Molti di noi, direttamente o indirettamente, abbiamo vissuto quel dramma immane, durato sei interminabili anni.
Vogliamo proporre, perciò un'occasione per una meditazione seria ed attenta per quegli avvenimenti di portata mondiale, che restano vivi nella coscienza e nel ricordo di milioni di uomini, ancora oggi, quando molte lacrime non sono state asciugate e molto dolore continua ad essere vissuto.
Noi siamo sospesi fra passato e futuro.
Niente è così presente e così nostro quanto il passato.
Noi siamo le nostre memorie, alcune sbiadite, altre nitidissime, ma siamo, anche, il nostro futuro, dimensione propria dell'esistenza umana.

Noi abbiamo bisogno di guardare indietro, chi siamo stati, per capire chi siamo, ma, anche, guardare avanti, altrimenti tutto diventa privo di senso.
Sarebbe forse più povera la nostra vita senza questa ricerca storica.
E la ricerca, spesso, deve avvenire proprio ai crocicchi delle strade della storia, anzi, può persino essere condotta facendo passare allo staccio la polvere della terra, alla ricerca di una pepita di luce.
Essa, allora, non sarà evasione, nostalgia, oblìo, illusione, che sono strade di alienazione, che spengono l'impegno, dissolvono la realtà, cancellano le risposte che ognuno di noi è chiamato a dare all'interno della sua vicenda storica.
In queste pagine, il baricentro dell'elenco è costituito dai nomi "famosi" di coloro che hanno avuto "voce nella storia", ma il pensiero è rivolto all'immensa "umanità silenziosa", che non ha fatto notizia, che non è registrata negli annali e sulle epigrafi, ma che, col suo lavoro, silenzioso e recondito, col suo modesto e fedele impegno, ha sostenuto, alimentato e reso famosa due millenni di storia eoliana".

---PARLIAMO DI LIBRI... rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa.

MATTONELLE DELLE ANTICHE CASE DI SALINA di Elvira Valentina RESTA
PRESENTAZIONE di Riccardo GULLO:
Sono state tante le ragioni alla base della mostra che il Comune di Leni ha dedicato alle "Mattonelle d'Epoca" allestita nell'estate 2002 nei locali del Centro Culturale di Rinella. Ne sarebbe bastata una: mettere in risalto la bellezza e l'eleganza delle mattonelle maiolicate utilizzate nelle antiche case di Salina. Grazie a quella mostra, infatti, il pubblico ha avuto la possibilità di percorrere un viaggio alla scoperta di un prezioso e antico prodotto artigianale e dei suoi legami contestuali alla storia in cui si è formato e tramandato. Quasi trecento mattonelle sono state esposte per raccontare, attraverso le immagini, il gusto degli abitanti di Salina che, soprattutto nel Settecento e nell'Ottocento, hanno investito parte dei cospicui guadagni provenienti dall'agricoltura e dal commercio per abbellire le loro dimore. Le mattonelle esposte hanno offerto una preziosa brundu9testimonianza del grado di raffinatezza e di maturità raggiunto dalla società isolana, che guardava al mondo esterno come ad un orizzonte culturale cui uniformarsi. La realizzazione del progetto culturale, che ha visto al suo centro la mostra pubblicata in questo catalogo e l'esposizione dei reperti archeologici rinvenuti nello scavo della capanna neolitica di Rinicedda, è stata resa possibile dall'impegno costante e proficuo di Felice Lopes e dalla stretta collaborazione tra l'Amministrazione Regionale dei Beni Culturali ed il Comune di Leni, a cui si sono aggiunti di recente gli altri due Comuni dell'isola di Salina, offrendo il proprio patrocinio per questa pubblicazione. Ma un'altra ragione va necessariamente aggiunta: la valorizzazione dell'opera di ricerca effettuata da Felice Lopes, che ha raccolto – salvandoli dalla distruzione – i vari esemplari di mattonelle e i reperti archeologici ancora esposti nei locali del Centro Culturale di Rinella, non può fermarsi alla pubblicazione di questo catalogo, ma continuata con la creazione di un Museo Civico ove conservare e rendere fruibile, come auspicabile naturale percorso collezionismo-musealizzazione, la sua raccolta.
NOTA DEL COLLEZIONISTA : Felice LOPES
La storia dell'isola l'ho respirata sin da bambino nella mia famiglia, poichè il mio bisnonno, il notaio Domenico Giuffrè, fu tra i promotori della creazione del Comune unico di Salina - fondato nel 1867 -, Sindaco dello stesso Comune per un breve periodo - 1876/1877 - e poi un rassegnato testimone della divisione dell'isola in tre Comuni - Leni, Malfa e Santa Marina Salina -, avvenuta nel 1911; inoltre anche il primo Sindaco del Comune unico di Salina, - 1867/1870 -, Domenico Giuffrè, era suocero del mio bisnonno e quindi un mio antenato.
Andando indietro nel tempo, quindi, mi ritrovo discendente del primo Sindaco di Salina, uno di quei mercanti di mare che fecero fortuna nel corso dell'Ottocento, armando bastimenti a vela per adibirli principalmente al trasporto della "Malvasia", il rinomato vino dolce che è il più celebre prodotto tipico dell'Isola. E' con i proventi di quel florido commercio che - in quella favorevole temperie - si incrementa l'importazione delle mattonelle (maduna) maiolicate, decorate a mano, che andranno ad abbellire molte dimore, compresa la mia casa materna, manifestando il benessere dei padroni di casa.
Lo splendore e la ricchezza di queste mattonelle maiolicate completavano, come un prezioso tappeto, le semplici architetture eoliane, ma poi i tempi sono cambiati e ricordo ancora, con una certa amarezza, come il desiderio di rinnovamento che si manifestò soprattutto negli anni Sessanta e Settanta dello scorso secolo fece perdere a molte abitazioni il loro bel tratto distintivo; infatti quei magnifici pavimenti fatti ad arte e con arte da preziose mani, furono rimossi per essere sostituiti da materiali moderni, causando la distruzione di un rilevante patrimonio storico-artistico.
Alcuni pavimenti in ceramica, tuttavia, si conservano ancora e voglio qui ricordare, in riconoscimento della sensibilità dei proprietari, quelle abitazioni di Salina dove è possibile ancora ammirarli. Si tratta di diverse abitazioni private, ovvero, nel Comune di Leni, quelle di Giuseppe Pittorino, Alfonso Lopes, Giuseppe Costa, Francesco Costa, Angelo Giuffrè, Antonino Divola, Santamaria Grasso, Favaloro Mollica, Fratelli Russo;
nel Comune di Malfa, Santospirito, Marchetti, Felice Russo, Vittorio Brundu;
nel Comune di S. Marina, Antonino Lo Schiavo (mio nonno), Arcivescovo Paino, Onofrio Lo Schiavo, Giovanni Re, Giovanni Lauricella, Giovanni Palisi, Giovanni De Luca, Giovanni Virgona, Giuseppe Lo Schiavo.
Questo è purtroppo quasi tutto ciò che resta di un patrimonio che appena qualche decennio fa era sicuramente molto più ricco. Così, nel tempo, mosso da profondo rammarico nel vedere disperdere parte della nostra memoria, nacque in me un desiderio di conservazione che divenne via via una vera passione. Cominciai a raccoglierle nei ruderi abbandonati e nelle discariche, convincendomi sempre di più che avrei potuto salvare parte di un patrimonio che si stava disperdendo, fino a quando, nel 2002, l'allora Sindaco di Leni, prof. Giuseppe Lo Po, mi offrì l'occasione di metterle in mostra nel Centro Culturale di Rinella, offrendo la possibilità ai tanti visitatori di godere della loro bellezza e di apprezzarne la loro varietà e molteplicità.
E' stata quella esperienza a far nascere in me il desiderio di pubblicare questo catalogo per rendere fruibile in maniera permanente tutta la collezione, in modo che possa diventare non solo oggetto di memoria delle cose che furono, ma anche dimostrazione di una abilità artigianale che ha caratterizzato un'epoca.
Ringrazio vivamente il Museo Archeologico Regionale Eoliano "Luigi Bernabò Brea" di Lipari e le tre Amministrazioni Comunali di Salina per aver favorito la stampa di questo volume e i Sig.ri Antonino Biviano di Leni, Mario Gullo, Fabio Giuffrè e Santino Ofria di S. Marina, per avere consentito la pubblicazione anche delle loro mattonelle, già generosamente messe a disposizione per la mostra, e tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questa pubblicazione. Non so davvero quali siano le vere ragioni di questa mia passione, ma sono contento di averla coltivata per arricchire la conoscenza storica della mia Isola.
NOTA di Antonio BRUNDU: RICORDI DI MALFA:

Ricordi e memorie del passato riaffiorarono nella mia mente quando Felice Lopes, alcuni anni fa, mi portò nella sua abitazione di Leni per mostrarmi la sua preziosa collezione di mattonelle d'epoca decorate a mano, tutte diverse tra di loro, con disegni multicolori che raffiguravano piante, fiori, composizioni geometriche semplici, armoniose e splendide, utilizzate per rivestire ed abbellire le case di Salina nell'Ottocento e nel Novecento. Ho trascorso la fanciullezza nel mio paese natìo, a Malfa, fra gli anni '50 e '60, in una casa tipicamente eoliana, che possedeva tutte le caratteristiche che contraddistinguono un'abitazione tradizionale isolana, a cominciare dall'ampia cucina, dove si trascorreva, tra un'attività domestica e l'altra, la maggior parte del tempo. Quando mia nonna materna e mia madre si davano da fare ai fornelli, il fumo che saliva lungo la cappa faceva intravvedere le mattonelle colorate dell'antica cucina a legna come una visione magica e spettacolare, che creava un singolare calore familiare accompagnato dagli odori e dai sapori delle pietanze gastronomiche isolane. Erano tempi in cui le famiglie d'inverno preferivano ritrovarsi attorno al focolare e si narravano i racconti che attiravano l'attenzione di tutti. Ancora oggi abito in una casa di stile prettamente eoliano, dove esistono gli antichi forni e la cucina rivestita dalle mattonelle maiolicate originarie come altre abitazioni di Malfa, dove nelle cucine, nei "bisòla" - sedili in muratura-, nelle "pile" - lavatoi situati all'esterno -, sono state conservate le mattonelle d'epoca, come quelle che formano il pavimento ottocentesco della graziosa e piccola chiesa di Sant'Onofrio, a Pollara, o quelle di alcune case situate nella caratteristica zona dei Porri, i cui sedili esterni sono ricoperti dalle antiche mattonelle maiolicate dai colori vivaci che richiamano quelli della natura circostante. Mattonelle, la cui superficie è decorata da linee armoniose che s'intersecano tra di loro e, unite a quattro a quattro, talvolta compongono un disegno completo di piccoli cerchi collocati all'interno di cerchi più ampi, che racchiudono raffigurazioni di alberi, rami, foglie, puntini arrotondati, crocette, serpentine, anelli, fiorellini, colorati di verde, azzurro, arancione, giallo, blu e rosso vinaccia. Non a caso alcuni anni fa, nelle varie località del territorio comunale, la toponomastica delle strade e delle vie è stata trasformata ed abbellita con mattonelle riprodotte dalle ceramiche antiche, che hanno dato maggiore decoro all'aspetto urbano ed alla peculiarità dei luoghi. La sapiente ed appassionata raccolta delle mattonelle di Felice Lopes ed altri, ci apre uno spiraglio di luce sulle caratteristiche case di Salina e ci ripropone una pagina affascinante ricca di relazioni commerciali e sociali della nostra storia.
NOTA DEL CURATORE : Elvira Valentina RESTA
L'idea di illustrare, attraverso una mostra, la complessa varietà delle mattonelle maiolicate utilizzate in antico nelle dimore dell'Isola di Salina, è stata fortemente desiderata da Felice Lopes e scaturisce da una duplice esigenza: la prima legata alla sua volontà di rendere pubblica una memoria storico-antropologica, e la seconda - a nostro avviso più importante - finalizzata al desiderio di tutelare e conservare una forma d'arte applicata che spesso, a torto, viene declassata e non valorizzata appieno, perchè considerata secondaria e marginale in rapporto ad altre forme di produzioni artistiche.
L'occasione fu offerta dal Comune di Leni, nel 2002, con l'allestimento della "Mostra di Mattonelle d'Epoca" nei locali adibiti a Centro Culturale di Rinella, comprendente sia la collezione di Felice Lopes, sia altre collezioni anch'esse pubblicate in questo catalogo. Il materiale esposto nella citata mostra comprendeva sia mattonelle recuperate singolarmente, che intere pavimentazioni. In quella occasione mi è stata offerta l'opportunità di catalogare duecentocinquantasette pezzi, di cui centosettanta della collezione Lopes e ottantasette delle altre collezioni, la maggior parte diversi per fattura e decoro, che hanno svelato quali erano le botteghe artigianali, i tipi di decorazioni più in voga, l'uso dei colori che variano nel tempo e delle tecniche utilizzate.
I committenti esprimevano il gusto e la moda del tempo nonchè il proprio status sociale; infatti i maggiori acquirenti vanno ricercati principalmente in quei "Mercanti di Mare", che hanno promosso, soprattutto nell'Ottocento, lo sviluppo socio-economico dell'Isola. L'interesse verso i prodotti ceramici di importazione particolarmente raffinati era un tratto distintivo legato all'ostentazione del lusso e della ricchezza raggiunta da questi ceti emergenti. Con l'affermarsi delle botteghe di S. Stefano di Camastra, abili mani artigiane crearono migliaia di forme decorative che furono, dapprima, imitazione di quelle provenienti dall'estero e dal regno borbonico e, successivamente, modelli e varietà particolari, pavimenti delle abitazioni, ma anche per altri usi: rivestire le cucine a legna realizzate in muratura, rivestire all'interno e all'esterno acquai, sedili in muratura-bisuòli, edicole votive e nell'edilizia cimiteriale. Non fanno parte della tradizione eoliana i rivestimenti esterni di cupole e terrazze. Molti di questi antichi decori vengono realizzati ancora oggi, ma ovviamente la finezza e la ricchezza dei particolari realizzati a mano libera si è persa con l'andar del tempo.
La ceramica tradizionale siciliana fonde, in genere, tipologie decorative molto ampie, che spaziano da quella araba alla ispano-moresca, da quella nord italiana alla francese e portoghese, alle quali si aggiunge l'imitazione di forme desunte dalle porcellane inglesi e cinesi. Ciò è evidente in una innumerevole quantità di mattonelle sparse per i musei d'Italia e del mondo, come quelle, per esempio, custodite nella sala della "talavera" e delle "azulejos" al Museo Franz Mayer di Città del Messico, molte delle quali provenienti dall'Europa, dall'Italia peninsulare e da tutto il bacino del Mediterraneo. Questo catalogo, lungi dall'essere esaustivo sull'argomento, mira a portare a conoscenza dei lettori la notevole quantità e varietà di mattonelle presenti nelle antiche dimore dell'Isola di Salina, nonchè di mettere in luce le osservazioni, lo studio, le analisi visive, i rilievi tecnici e soprattutto le fabbriche di provenienza. Un ruolo importante viene dato ai cento marchi e bolli di fabbrica, molti differenti per forma del cartiglio e tipologia, dei quali però è stata curata la descrizione soltanto dei più significativi.
Il catalogo contiene un excursus storico dedicato ai luoghi della ceramica in Sicilia e nel Sud Italia e alla conoscenza delle fabbriche e dei marchi di fabbrica. Si prosegue con le descrizioni tecniche relative alla produzione e decorazione, e con una sintesi semplificata degli schemi compositivi delle mattonelle e degli ornati, che completano e arricchiscono il lavoro di schedatura.
La datazione e l'attribuzione, quindi, ad un periodo storico delle mattonelle prive di bollo pubblicate in questo volume è stata desunta dalla fattura del verso del supporto di ciascuna di esse, dai pigmenti e dagli smalti utilizzati. Una attenta osservazione ci ha consentito di appurare che le più antiche sono un gruppo di quattro, provenienti da Burgio, riferibili ad un periodo che va dalla fine del Seicento alla prima metà del Settecento. Alla seconda metà di quest'ultimo secolo sono riferibili, invece, tutte quelle che presentano il verso liscio, smalto di fondo bianco consunto, a volte criccato, e pigmenti che comprendono tutta la tavolozza cromatica. Le mattonelle dei primi dell'Ottocento presentano nel verso incavi di ancoraggio quadrangolari e circolari, impressi prima a caso e successivamente in modo ordinato. In questo periodo rimane in uso lo smalto bianco come base dei decori. I marchi, le misure regolarizzate e l'uso di smalti di fondo color giallo, marrone e azzurro nonchè il rosa caratterizzano le mattonelle dalla seconda metà dell'Ottocento in poi. Tutte quelle prodotte, infine, con decori eseguiti per lo più con mascherine, e sempre meno a mano libera, con e su smalti dai colori a volte inusuali ed ancora "vivi", nonchè con fantasie palesemente moderne, vanno attribuiti alla prima metà del Novecento. I risultati dello studio di alcuni documenti inediti custoditi presso l'Archivio della Camera di Commercio di Messina sono stati inseriti nella sezione dedicata alle fabbriche stefanesi.
In ultimo, per facilità di consultazione, abbiamo riprodotto le mattonelle delle collezioni secondo uno schema alfabetico delle fabbriche identificate. Per ognuna di esse abbiamo indicato il luogo di produzione, la fabbrica, le misure, lo schema decorativo, il collezionista ed eventuali note.

---Con la mostra pittorica intitolata "START. PUNTO DI PARTENZA" di Andrea Feliciello e di Bartolo Taranto, è stato dato il via, il 18 aprile scorso, alle esposizioni di arti visive, nei locali della Biblioteca Comunale di Malfa , per l'anno 2015, nell'ambito delle iniziative culturali annuali. Le opere rimarranno esposte sino al prossimo 8 maggio secondo gli orari della Biblioteca (da lunedì a venerdì dalle ore 9 alle 14 e nei pomeriggi di martedì e giovedì dalle 16 alle 19).
Bartolo Taranto, artista di Malfa, ha già esposte altre sue opere negli anni precedenti e la sua arte è stata ed è molto apprezzata per la spontaneità e l'immediatezza che si percepisce osservando i suoi lavori ,dove colori della natura e del mare predominano ,insieme alle pennellate di barche e di pescatori, che animano e formano l'essenza della sua arte in continua evoluzione.
Andrea Feliciello nata e cresciuta a Palermo, ha frequentato il liceo artistico e poi l'Accademia di Belle Arti di Palermo laureandosi con una tesi sulla street art.abrundugruppo6
Ha vinto vari premi per l'Accademia di Brera e di Napoli e vanta diverse mostre nel territorio siciliano. Appassionata di scrittura e curiosa del mondo dice rispetto l'ultima esperienza: "Il sentimento nelle azioni artistiche si crea grazie al rapporto umano tra persone che rispettano i propri pensieri". E poi continua:
"Le persone che sentono, pensano e agiscono a seconda dei propri parametri e conoscenze li reputo fortunate nell'aver capito l'essenza di questa vita effimera. Il tema della mostra è stato meno materiale e più relazionale in quanto si è data maggiore importanza all'incontro che ha generato il "punto di partenza" per future collaborazioni. Nel tempo ci si accorge che incontri e azioni determinano la crescita dell'individuo, portandolo a spaziare nelle possibilità che il territorio offre. Le offerte da me percepite sono quelle di un luogo poco contaminato dagli stress urbani classici quali potrebbero essere smog, ritmi intensi e pretese poco bilanciate.. mostrandosi ai miei occhi luogo di pace, buona dimora per lo sviluppo della mia arte.
Dall'altro canto quello che potrei offrire io per contraccambiare questa opportunità è la mia competenza pittorica messa a disposizione dei cittadini mantenendo come fulcro la tradizione del territorio. L'artista ha il dovere di rispettare i luoghi che occupa esaltando le qualità o denunciando i dispiaceri in una maniera che si equipari alla possibilità di comprensione. L'artista è un messaggero, offre ma non impone l'opportunità di riflettere difronte ai fatti ed è ad oggi quello che gli artisti, che hanno operato in queste isole, hanno fatto. Infatti hanno documentato momenti di mare, momenti di raccolta, attimi di sole, tutti soggetti che io chiamo "soggetti specchio".
La contemporaneità dell'arte offre varianti immense rispetto i soggetti specchio ma, stravolgere l'approccio all'arte alla quale questa popolazione è abituata, non diventerebbe azione artistica ma rottura degli equilibri. La poca contaminazione nelle mani di chi vuole emergere è un campo acerbo dove poter splendere ed, io, entrando in punta di piedi decido di contribuire solo all'aspetto qualitativo di ciò che già esiste. Se ci si sta chiedendo quali potrebbero essere gli interventi artistici stravolgitivi, basti guardare le grandi metropoli e i loro spazi d'arte.
Le metropoli e i grandi musei sono orientati all'innovazione perché non hanno più cosa guardare, cosa proporre per sorprendere ancora una volta quell'uomo che li abita e vive.. un uomo che vede lecito il barbone moribondo su un marciapiede. Mantenere intatta e inviolata la purezza del luogo è un obiettivo primordiale per essere contemporanei, perché a differenza del luogo, l'uomo artista può decidere di spostare e modificare se stesso a seconda degli ambienti. Il rapporto è che l'uomo sta a luogo come il luogo sta a se stesso. Se questo è un inizio posso dire che mi appartiene e nel mentre che vi scrivo.. affiora in me la positività di chi possiede tutto e niente ".
(Nella foto : Biblioteca Comunale di Malfa- da sin. Antonio Brundu, Andrea Feliciello e Bartolo Taranto).

---Nel Patio della Biblioteca Comunale di Malfa si è svolto, recentemente, un evento sulla salute ed il benessere naturale della pelle e del corpo. Nel contempo è stata inaugurata una esposizione di opere pittoriche di Andrea Feliciello di Palermo e di Bartolo Taranto di Malfa dal titolo "Start. Punto di partenza
Durante la manifestazione il maestro Giuseppe Salvini si è esibito con la sua fisarmonica. Quindi, dopo la presentazione di chi scrive, è intervenuta la dott.ssa Roberta Recanatesi: "Le mie origini non sono eoliane, vengo dalle Marche – ha detto- dove ho studiato e conseguito la Laurea in Farmacia ed altre specializzazioni presso l'Università degli Studi di Camerino.
L'amore per queste isole, ha spinto me, mio marito e la mia famiglia, ormai nel lontano 2004, a trasferirci sull'Isola di Vulcano, una scelta di vita difficile, coraggiosa, ma orgogliosa di averla intrapresa, ed oggi mi sento una donna Eoliana a tutti gli effetti.brundu7
Ho trascorso un breve periodo di lavoro presso la farmacia Morsillo di Lipari, dove mi hanno accolto veramente con grande affetto, rispetto e che non finirò mai di ringraziare, ma non mi accontentavo, volevo fare qualcosa per queste isole, qualcosa di veramente grande, di veramente unico. Ho messo insieme la mia preparazione scientifica, la mia passione per la cosmetica ed ho iniziato ad osservare il territorio, la natura, le sue piante, il suo mare, i suoi profumi, la forza del fuoco dei nostri vulcani, ed ho voluto così realizzare qualcosa che non fosse solo fine a se stessa, ma che rimanesse addosso, qualcosa che, portata anche in capo al mondo, potesse ricordare sempre le nostre isole attraverso delle sensazioni che solo le nostre terre riescono a donarci. Sensazioni di benessere e di bellezza.
Grazie all'aiuto, alla pazienza ma anche alle capacità e complicità di mio marito, nel 2006 è nata la EOLIE'RR srl , specializzandoci nella produzione, commercializzazione e distribuzione di prodotti cosmetici naturali connessi al nostro territorio, come i saponi artigianali, lavorati a freddo secondo l'antica tradizione Marsigliese realizzati con le terre, le piante e le essenze delle isole Eolie, che abbiamo chiamato, appunto, "SAPONI DELLE ISOLE", dedicati alle Sette Isole dell'arcipelago eoliano e dalle quali ognuna prende il suo nome. Poi è nata la linea FRAGRANZE DELLE ISOLE realizzata con Vino Malvasia: il Bagnoschiuma ed il sapone al Malvasia e l'olio di vinaccioli, che grazie ai principi attivi contenuti negli acini d'uva e nel vino Malvasia detergono, idratano e nutrono la pelle.
Altri prodotti: lo shampo-doccia all'arancia – tonificante – a quella tradizionale idratante ed emolliente dell'olio d'oliva. E poi i profumi, realizzati con le piante e le essenze tipiche delle Isole Eolie: il profumo al Bergamotto, Gelsomino, Ginestra, Limone, Mandorla, Muschio, Zagara.
Inoltre vi sono altre fragranze particolari proprie delle Isole Eolie: i saponi alla Lavanda, al Latte d'Asina, all'Arancio, alla Mandorla, al Fico D'India, all'Olio d'oliva ed altri ancora, insieme al bagnoschiuma alla Ginestra e shampo-doccia allo zolfo (sito :eolierr.it). Quindi i presenti sono stati omaggiati con un piccolo ricordo delle essenze naturali eoliane ed hanno visitato la mostra pittorica dei due giovani artisti. "(La mostra si protrarrà sino al prossimo 8 maggio e sarà possibile ammirarla nei giorni da lunedì e venerdì, dalle 9 alle 14 e nei giorni pomeridiani di martedì e giovedì, dalle 16 alle 19 secondo gli orari della Biblioteca).

---Da qualche giorno funziona nella Biblioteca Comunale di Malfa un servizio di collegamento internet fzagamiper gli utenti, nell'ambito della rete informatizzata del servizio bibliotecario regionale/Polo di Messina. Il primo ad usufruirne è stato Fabrizio Zagami di Rinella.

PARLIAMO DI LIBRI...Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa.

LA FLORA MEDITERRANEA di Enrico BANFI e Francesca CONSOLINO.laflora1

Il bacino del Mediterraneo sorprende per la sua unicità geografica: in nessun'altra parte del Pianeta esiste un mare così esteso quasi senza comunicazione con l'oceano aperto, se non fosse per quell'esiguo passaggio a presidio del quale gli antichi posero le Colonne d'Ercole e che oggi chiamiamo Stretto di Gibilterra.
Eppure, sulle sue sponde la diversità umana è più marcata che altrove: le genti sono innumerevoli, quasi a testimoniare la forza d'attrazione sprigionata dalla mitezza del clima. E così come è avvenuto per il genere umano, la stessa diversità si è estrinsecata nelle manifestazioni della natura.
Ne è un esempio significativo la flora, presa in considerazione in questo volume che tratta tutte le specie più diffuse, senza tralasciare alcuni casi con areale limitato, ma molto significativi da un punto di vista botanico e conservazionistico.
La prima parte è di carattere introduttivo alla flora e alla vegetazione in generale, con particolare riguardo, ovviamente, alla flora mediterranea. Gli argomenti sono articolati in modo consequenziale, partendo dal clima, che è il fattore che più influenza la vegetazione, per giungere alla classificazione.
Vengono presi in considerazione anche gli aspetti che riguardano il rapporto tra l'uomo e la vegetazione, sottolineando l'impatto negativo del passato e la moderna presa di coscienza che conduce a una maggiore attenzione per la biodiversità. Il carattere manualistico si esprime anche nella chiave che consente di identificare con certezza tutte le specie trattate nel volume: questa chiave, che occupa ben 20 pagine, può sembrare specialistica, ma in realtà risulterà preziosa e di facile lettura anche per il semplice appassionato.
La seconda parte, dedicata alle singole specie descritte in ordine sistematico, è articolata in schede corredate da una carta d'identità riassuntiva. Il testo è suddiviso in capitoletti che descrivono i caratteri morfologici, l'ecologia, la diffusione, le sinonimie scientifiche e le specie simili.
Le appendici rappresentano il logico completamento del volume: prendono in esame le piante che non producono fiori vistosi (graminacee, giuncacee e ciperacee), oltre agli arbusti e agli alberi tipicamente mediterranei.
Mentre per le schede il corredo illustrativo è costituito esclusivamente da fotografie a colori, qui sono state realizzate apposite tavole. Il ricco glossario (circa 300 termini) consente una facile lettura delle schede, accentuando il carattere pratico di questa guida.
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---PARLIAMO DI LIBRI.... Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa.
"IN CALABRIA E ALLE ISOLE EOLIE NELL'ANNO 1860"

di ELPIS MELENA (traduzione di Liliana Di Stefano e prefazione di Angelo Raffa)elpis

Elpis Melèna è lo pseudonimo scelto da Marie Esperance Brandt von Schwartz: donna bella, ricca, colta, infaticabile viaggiatrice ed amazzone, amica di importanti personaggi della cultura, dell'arte, della politica, della finanza.
Fu presente spesso nei luoghi e nei momenti in cui avvenivano i fatti che avrebbero trovato posto nei libri di storia. Il volume, tradotto e pubblicato per la prima volta, nel 1997, in lingua italiana ed edito da Rubbettino, è il racconto di un viaggio fuori dall'ordinario, con una grande ansia di mistero, di meraviglia, di ignoto ed esotico, tutti elementi che costituiscono la chiara caratterizzazione romantica del libro.
La ricerca dell'avventura, il bisogno di penetrare nell'ignoto, di percorrere nuove strade, la voglia di scoprire dimensioni nuove dell'esistenza, spingono l'autrice ad affrontare i disagi e i pericoli di un viaggiare in terre e mari difficili.
Ma non le basta andare nell'arcipelago: bisogna avvicinarsi intimamente ad esso, poiché solo chi lo porta nel cuore come un sogno, come un luogo remoto e misterioso, in un certo senso irraggiungibile «solo costui ha diritto a quella piacevole ricompensa che toccò a me».
Non è, quindi, tanto importante andare nelle isole, ma il modo e l'animus con cui ci si va. L'isola o le isole che Elpis Melèna sogna e ricerca non sono nel mar Tirreno o altrove nei mari del globo, sono dentro di essa nei recessi profondi del suo animo, sono pensieri nascosti, inconfessati, pulsioni profonde, idee e ideali a lei stessa sfuggenti.
Così scrive Angelo Raffa nella sua prefazione: "La meta dichiarata dell'avventura schwartziana è lo Stromboli. Sembra quasi che lo Stromboli, meta sognata durante tutta una vita, sia la rappresentazione dell'altrove assoluto, dell'irraggiungibile ideale, un profilo oscuro che si staglia all'orizzonte di un'anima inquieta, quale fu certamente quella di Marie Esperance.
La meta dichiarata del viaggio di Elpis Melèna è, quindi, Stromboli; i luoghi visitati sono i campi di battaglia sul Volturno, Pizzo, Tropea, le isole Eolie, Milazzo; i personaggi descritti, marinai, barcaioli, locandieri, popolani, qualche piccolo borghese e gentiluomo. Di donne, quasi non se ne incontrano, se non nei racconti degli uomini o quali ombre sfuggenti sullo sfondo delle scene descritte: madre Brigitta, dall'alto dei suoi novantotto anni, sembra essere fuori del tempo o almeno rappresentarlo come già passato; e nel suo racconto la cronaca di qualche mese prima già si trasforma in storia.
Una è, invece, la presenza incombente, che invade l'intero libro, addensandosi nelle pagine iniziali e finali, ma emergendo di continuo, quella di Garibaldi. Il suo nome, i suoi titoli ed epiteti – dittatore, generale, condottiero, eroe, liberatore... - compaiono un centinaio di volte nel corso del racconto. Si ha l'impressione che egli sia il vero protagonista del Blick, l'oggetto proprio della narrazione. Certamente egli è costantemente nei pensieri e nel cuore dell'autrice. Sono le notizie della sua impresa siciliana, che sollecitano un frettoloso rientro in Italia della von Schwartz dai bagni termali di Cauterets.
Si ha l'impressione che la visita allo Stromboli, pur desiderata, sia un utile pretesto per rivedere Garibaldi ed assistere ai suoi trionfi. La narrazione di Elpis Melèna sottolinea la casualità dell'incontro con i fedeli amici e collaboratori del condottiero, che insistono – mentre lei si schermisce – per condurla a Caserta dal Generale. La necessità di un pretesto dietro cui nascondere l'interesse vivo per il celebre amato eroe, è dovuta alla interruzione dei loro rapporti in seguito al non preannunziato matrimonio di Garibaldi con Giuseppina Raimondi.
Se le cose andarono come qui si ipotizza, allora il viaggio in Calabria e alle isole Lipari rappresenta sì una ricerca ma non di luoghi, per quanto esotici o mitici, quanto d'un legame affettivo – insieme sentimentale e ideale- che, nella tormentata e avventurosa vita di Esperance ha rappresentato una costante e fondamentale certezza".

---Parliamo di libri... Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa.

"I CONFINI IRREALI DELLE EOLIE: spiriti e diavoli nella tradizione orale"

di Macrina Marilena Maffei

Chi sono gli spiriti che nell'immaginario eoliano dovrebbero vivere nell'aldilà e si fermano nell'aldiqua? Che cosa lega il diavolo ai vulcani? Quali sembianze assume il demonio? Le risposte negli 88 racconti narrati dalla viva voce di pescatori, contadini, ex operai delle cave di pomice, di piccoli commercianti. Storie che essi hanno appreso in famiglia, nel vicinato, nella comunità o di cui sono stati i protagonisti. Storie raccolte dall'autrice durante ricerche etnografiche iniziate negli anni Ottanta.
La mappa dell'immaginario ricostruita dai loro racconti si plasma e trae linfa dalle caratteristiche topografiche dell'arcipelago, scogli,confini1 promontori, insenature, radure, grotte: a rutta du Munachieddu, u Bruciatu, u Scugghjazzu, a petra Quajetri, a rutta Abbati, u strittu Crapraru, u Sciaratieddu, a Sciara, u Vaddunazzu, i Siccagni, a Pollara, a Praia i Vinci, a Tonna, u Capuseccu, a Praia Longa, sono alcuni dei luoghi preferenziali delle apparizioni sovrannaturali eoliane.
Le storie sono suddivise in varie categorie che si offrono anche come chiavi di lettura, ma il lettore avrà subito modo di accorgersi che in qualche misura esse sono intercambiabili perché gli elementi, i motivi, i temi che li compongono sono ricorrenti. Come in un caleidoscopio di figure che crea sempre nuove immagini essi si mescolano ininterrottamente dando nuovi e sorprendenti esiti. E in definitiva come un continuum vanno considerate le narrazioni poiché le credenze, le ideologie, le convinzioni, i comportamenti ivi affioranti si precisano l'un l'altra, definendosi e completandosi a vicenda.
Guardandole un po' più da vicino, si tratta di storie di spiriti che assumono le sembianze di uomini e si presentano fra i viventi abbigliati con cura; di spiriti che sembrano comuni animali e parlano con voce umana; di case che esigono di stare da sole o sono vogliose di essere abitate da bambini; di diavoli lillipuziani vestiti da fraticelli oppure di demoni con l'aspetto di giovani aitanti; di figure capaci di strabilianti metamorfosi.
La credenza più diffusa sui morti che tornano, scrive l'antropologa, è che si tratti essenzialmente delle anime dei morti di morte violenta costrette ad aggirarsi sulla terra per tutti gli anni che il Signore aveva loro concesso di vivere. Nell'oralità eoliana vengono chiamate: armi o animi cunnannati oppure con pietosa partecipazione: armicieddi, animucce.
Temi e argomenti che sembrano suggerire, come il bisbiglio di uno spettro ingannevole, che il tempo nelle Eolie sia rimasto a lungo imprigionato fra gli scogli del mare; bisogna infatti trasferirsi in epoche e spazi lontani, andare millenni indietro per rintracciare elementi e motivi, immagini e credenze che costituiscono l'humus di questi racconti accumulatisi nelle isole attraverso processi difficilmente individuabili.
E tuttavia, scrive ancora la Maffei, per una etnografa cimentarsi nello studio dell'immaginario e delle credenze sul mondo ultraterreno, intreccio inestricabile fra elementi pagani e cristiani, prestiti culturali fra oriente e occidente, eredità di popolazioni euroasiatiche, vuol dire non dare ascolto alle parole sommesse dello spettro.
Di certo l'immobilismo culturale sembrerebbe quanto mai lontano dalle piccole isole Eolie meta negli ultimi trent'anni di flussi turistici sempre più esigenti. Tuttavia la trasformazione di una comunità periferica di tipo tradizionale, come era quella eoliana di un recente passato, a una società che partecipa a tutti gli effetti a processi di rinnovamento e di modernizzazione, non significa l'istantanea scomparsa di concezioni della vita e del mondo seguite per secoli. Né porta con sé la repentina eliminazione di una costellazione di figure e credenze sull'ultraterreno cui si sono affidate da tempo immemorabile le Isole.
I documenti etnografici raccolti nel volume evidenziano che nelle Eolie, terre di sciare e memorie, di pomici e prue naviganti, il desiderio dell'uomo di superare la sofferenza della morte, di evitare lo spaesamento derivante dal male, lo porti a immaginare spiriti e demoni che se ne addossano i carichi.
Macrina Marilena Maffei, antropologa, membro dell'Associazione Italiana per le Scienze Etno-Antropologiche (A.I.S.E.A.), socio fondatore dell'Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale (ISTIAEN), ha svolto incarichi di studio e ricerca per vari enti e istituti fra cui: la Discoteca di Stato, il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, il CNR. Dal 1980 a oggi ha condotto numerose ricerche sul terreno prevalentemente in area centromeridionale e nel Mediterraneo, privilegiando le isole. È autrice di libri e saggi di narrativa tradizionale e di antropologia del mare.

PARLIAMO DI LIBRI... ! Rubrica della Biblioteca Comunale di Malfa.

italo5Con questo nuovo libro, Italo Toni ha voluto riandare con la memoria alla ricerca delle storie di molti suoi conterranei, figli di queste isole umili ed austere ad un tempo, dalle quali sono stati strappati dalle vicessitudini della vita, ma nelle quali le radici del loro cuore sono ancora saldamente piantate. Italo Toni ripercorre vicende di molti eoliani, inserendole nel vasto contesto dell'emigrazione nel Nuovo Mondo e in Australia e intercettandole ai più significativi avvenimenti della storia italiana, dalla dominazione borbonica alla seconda guerra mondiale. Si tratta di un lavoro che tende a dare un volto e un'anima alle fredde cifre dell'imponente emigrazione eoliana nel mondo; la cultura dell'emigrazione è vista da Italo Toni, in primo luogo, come la soluzione di problemi, economici innanzitutto, altrimenti irrisolvibili, e come la speranza di un futuro, altrimenti chiuso. L'autore non trascura l'indagine storico-statistica e l'approfondimento sociologico, citando leggi, documenti, relazioni ed utilizzando tutti gli strumenti classici di un'indagine sull'emigrazione – dalle lettere degli emigranti agli articoli sui giornali, ai rapporti tra letteratura ed emigrazione – e la nutrita bibliografia ne dimostra l'impegno all'approfondimento e alla documentazione. L'attenzione dell'autore si accerta su alcuni aspetti, quelli più semplici e umani, della vita degli emigrati, quali il considerare la lingua come un dolce legame con il passato, che rende meno amaro il presente, o la melanconica nostalgia che invade gli emigrati, che si forzano a convincere se stessi che un giorno torneranno, pur sapendo che questo, nella maggior parte dei casi, non si potrà mai avverare. Interessante la parte del libro in cui vengono esaminati alcuni articoli di giornale, nel quale emerge lo stereotipo dell'emigrante italiano visto dall'americano borghese e le vicende sofferte e drammatiche dei nuovi cittadini americani. Il libro si chiude con una rassegna di immagini tratte dalla mostra fotografica del dott. Antonio Brundu, e del dott. Ennio Fiocco. Italo Toni con "I figli del sole" ha dimostrato come le radici dei tanti emigranti eoliani siano rimaste piantate in queste terre, anche se l'albero della loro vita è stato portato lontano...

*Addetto culturale e bibliotecario del Comune di Malfa

---PARLIAMO DI LIBRI... ! Rubrica della Biblioteca Comunale di Malfa,
MENANDRO E IL TEATRO GRECO NELLE TERRECOTTE LIPARESI
di Luigi BERNABO' BREA
Così scrive Luigi Bernabò Brea, in premessa, nel corposo volume (pubblicato nel 1981) dal titolo "MENANDRO E IL TEATRO GRECO NELLE TERRECOTTE LIPARESI":
"Negli scavi della necropoli dell'antica Lipàra è stata rinvenuta una ingente massa di piccole terracotte di argomento teatrale. Si tratta di modellini fittili di maschere e di statuette di attori. Ai pezzi provenienti da scavi e da rinvenimenti fortuiti del secolo scorso, ora conservati nei musei di Glasgow, di Cefalù e di Palermo e a quelli, assai numerosi, raccolti nelle prime campagne di scavo eseguite dal museo Eoliano di Lipari fra il 1948 e il 1978, soprattutto nei terreni della mensa vescovile e zone adiacenti della contrada Diana di Lipari e di scoperte recenti nell'isola di Stromboli. Sono ormai, fra interi e frammentari, un migliaio di pezzi che riguardano tutti i generi della produzione teatrale greca vera e propria, come la tragedia, il dramma satiresco e la commedia, ma comprendono anche generi letterari e cioè figure di auletrie, di danzatori e danzatrici, di acrobati, di giocolieri ecc.; insomma tutto il mondo del teatro nella sua più vasta eccezione.
Il complesso delle terracotte teatrali liparesi è di gran lunga il più cospicuo, il più vasto, il più completo che sia finora venuto in luce in una sola località dal mondo greco, ma anche uno dei più omogenei e dei più antichi. Esso si scagliona infatti attraverso poco più di un secolo dalla prima metà del IV alla metà del III secolo a.C.. Si tratta cioè di una produzione artigianale a cui ha posto improvvisa e drastica fine la distruzione di Lipari da parte dei romani nel 252 a. C.. Ed è una produzione questa, che, come quella della contemporanea ceramica dipinta, si connette essenzialmente al culto dei defunti.
Lo dimostra la provenienza pressochè esclusiva di queste piccole terracotte dall'area della necropoli, ove le troviamo frequentemente sparse intorno alle tombe, a cui dovevano essere portate come offerta, o raccolte in fosse sacrali, che erano forse discariche dei resti di scarifici o di ustrini. Molteplici sono dunque gli interessi che la scoperta di questo complesso di terracotte può suscitare. Esse sono innanzi tutto una chiara testimonianza della larga diffusione che nella Lipari di questa età aveva avuto la religione dionisiaca e dimostrano la connessione, più intima ed evidente che , in qualsiasi altro centro della Grecia di Occidente, fra i vari aspetti della complessa personalità di Dionisio, quale dio che offre le eterne beatitudini del mondo ultraterreno e quale dio del teatro.
Ma queste piccole terracotte, proprio grazie al loro numero, alla loro grande varietà e ai limiti cronologici ben definiti della loro produzione, sono un documento di eccezionale interesse per la conoscenza del costume scenico della loro età, del periodo cioè che va da qualche decennio dopo la morte di Sofocle, di Euripide e di Aristofane, all'età in cui la commedia di Menandro aveva conquistato tutti i teatri del mondo greco.
I documenti contemporanei del costume scenico di questa età erano finora scarsissimi, almeno in alcuni settori, come quello della tragedia. Le nostre terracotte aprono dunque un nuovo ampio campo alla ricerca e portano un sostanziale contributo alla storia del teatro greco nel suo insieme. Ma le terracotte figurate sono anche l'espressione di un artigianato di notevolissimo livello, fiorito nella Lipari di questa età, che si ispira senza dubbio a prototipi creati ad Atene e forse diffusi per tutto il mondo greco, ma che si sviluppa peraltro secondo tradizioni proprie e secondo i gusti della clientela a cui era rivolto. Esse sono quindi di per se stesse una forma d'arte che ha una sua propria originalità, ma che soprattutto riflette, sia pure in un campo particolarissimo, i movimenti e le tendenze della grande arte contemporanea.
Esse pongono interessanti quesiti sui rapporti, senza dubbio assai stretti, intercorsi fra le arti maggiori, quali la scultura monumentale e la pittura, e l'arte specializzatissima degli skeuopoiòi, degli artisti cioè che creavano le maschere teatrali e le altre attrezzature sceniche, di coloro che oggi chiameremmo gli scenografi e i costumisti. Intimamente connessi con le terracotte teatrali sono i minuscoli ritratti usciti dalle mani degli stessi maestri, prodotti dallo tesso artigianato anch'essi nel duplice aspetto di statuette e di maschere ritratto.
Pur nella modesta e popolarissima forma della coroplastica essi ci offrono una documentazione contemporanea di eccezionale interesse sulla ritrattistica del primo ellenismo, precedendo di oltre due secoli le ritrattistica marmorea diffusa in età romana. Gli scavi sistematici della necropoli di Lipari iniziati nel 1948, quando io reggevo - continua Luigi Bernabò Brea nella sua descrizione introduttiva- la Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale, e continuati poi, dopo il mio collocamento a riposo, sotto la reggenza dei miei successori, sono stati diretti sul terreno, a partire dal 1951, da Madeleine Cavalier, «chargèe de recherche» al Centre National de la Recherche Scientifique e conservatrice del Museo Eoliano di Lipari, ove tutto il materiale rinvenuto è oggi archiviato.
Alla attiva e costante collaborazione della Cavalier sono dovuti non solo lo scavo, ma anche la classificazione, l'inventario e la documentazione del materiale. Il presente studio è quindi per larga parte frutto del nostro lavoro comune di un trentennio e ad essa è dovuto l'approfondimento di un particolare aspetto di questa ricerca, quello dei rapporti fra le terracotte teatrali e la ceramica, che forma l'argomento dell'Appendice II.
Devo gratitudine ai miei successori Paola Pelagatti e Giuseppe Voza per avermi reso possibile la continuazione degli scavi e lo studio dei materiali, dandomi a questo fine tutte le possibili agevolazioni. Ringrazio la direzione del Museo Mandralisca di Cefalù e del Museo del Parco di Kelvingrove di Glasgow per avermi consentito lo studio dei materiali liparesi in essi conservati e i colleghi Vincenzo Tusa, Alfonso De Franciscis e Gino Felice Lo Porto per quanto riguarda lo studio dei materiali di confronto nei musei di Palermo, di Napoli e di Taranto; l'Ecole Francaise de Rome e l'Istituto Archeologico Germanico di Roma, l'Istituto di Archeologia dell'Università di Catania, gli Istituti di Archeologia, di Letteratura greca e di Filologia classica dell'Università di Genova per la liberalità con cui mi hanno accolto, facilitando in ogni modo le mie ricerche. Il Dott. Horst Blanck e la direzione dell'Antikensammlung di Munchen per le belle fotografie procuratemi. Importantissimi sono i consigli che ci ha dato il prof. A. D. Trendall dell'Università australiana di Melbourne per quanto riguarda la ceramica figurata con cui le terracotte teatrali sono associate nella necropoli liparese.
Le fotografie dei materiali liparesi sono dovute a M. Cavalier, a Salvatore Fontana e a Oreste Ragusi; mentre il restauro dei materiali degli scavi successivi a quelli pubblicati in Meligunìs-Lipàra II è dovuto a Bartolo Mandarano, a Filippo Famularo e a Rosario Giardina. Alla presentazione museografica dei pezzi hanno collaborato Ignazio Travia e Pippo Betta".
Il prezioso volume è arricchito da numerose tavole con disegni, foto in bianco e nero ed a colori.

*Addetto culturale e bibliotecario del Comune di Malfa

---PARLIAMO DI LIBRI... Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfaitalo3
"INTRECCIO EOLIANO DI RICORDI, TRADIZIONI E ANTICHI MESTIERI"
di ITALO TONI
"Questo volume – afferma l'autore nella sua nota introduttiva- rappresenta un promemoria per tutti gli italiani nel mondo, l'autenticità di quei tempi ormai lontani ritorna in queste pagine come fosse il presente.. quel tempo, che sembrava non tramontare mai, resta indelebile nelle nostre memorie, cose come le tradizioni contadine, ma prima di tutto il valore umano di una stretta di mano, quando ancora era superiore a qualsiasi altro atto giuridico... quei tempi poveri, ma genuini ed onesti, dove perfino l'amicizia, era autentica e fedele. È doveroso dedicare questo libro alla Scuola Elementare e Media "Fratelli Rosselli" di Quattropani, sperando di poter lasciare un messaggio profondo agli studenti e un invito a leggere questo volume, poiché rappresenta la nostra storia, la nostra vita, la nostra identità, che gli albòri e quella di chi ci ha preceduti, ricordando che non conoscere il passato significa disconoscere ciò che siamo e che saremo. La genuinità di ciò che oggi consideriamo, vetusto, antiquato, obsoleto o semplicemente passato, in realtà è Storia ... storia degli avvenimenti, delle azioni e dei pensieri di popoli che ci hanno preceduto, che hanno portato avanti costumi, usanze, proverbi e insegnamenti, che possono essere ottimi bagagli di vita per ogni generazione, poiché hanno in sé princìpi eterni che arricchiscono chi li segue, che fortificano chi li conosce, preparandoci ad affrontare questo strano e illimitato percorso di generazioni chiamato "vita" .. "vita" degli antenati, che sono il passato, "vita" nostra, che siamo il presente, "vita" dei posteri, che saranno il futuro ... un ciclo costante e perpetuo, che ci fa scoprire che la storia si ripete, fin quando Dio lo vorrà; quindi, è opportuno e saggio non farsi trovare impreparati".
NOTA DI ANTONIO BRUNDU
"Già da lungo tempo Italo Toni aveva in mente di pubblicare un libro sulle tradizioni isolane e sugli antichi mestieri dell'Arcipelago Eoliano, i quali suscitano, sempre, un fascino e un forte interesse che li rende attuali anche nella nostra società globalizzata e pervasa dalle nuove tecnologie. Ed ecco che l'autore, con il suo ottavo volume dato alla stampa nell'anno 2008 ( dopo avere trattato diversi temi nei lavori letterari precedenti sui fatti e avvenimenti passati e presenti dell'Eolie), ci fa conoscere e ci riporta alla mente aspetti inediti e recònditi della vita umana (usi, costumi e consuetudini), che hanno caratterizzato l'identità culturale e sociale degli abitanti nelle isole Eolie. Si tratta, appunto, di attività agricole tradizionali e artigianali (caduti, ormai, quasi del tutto in disuso), che rivestono, però, un carattere peculiare ed etno-antropologico, dove vengono evidenziate la fatica e la soddisfazione dell'uomo, che trae dalla terra e dal lavoro delle sue mani il necessario per il proprio sostentamento; inoltre consentono di riscoprire e di assaporare antichi valori della cultura eoliana, che ci portano, attraverso un viaggio nel passato, a comprendere meglio il presente e a proiettarci, con maggiore sicurezza, verso il futuro. Italo Toni, con le sue descrizioni su questi argomenti, ci da una testimonianza diretta dell'ambiente socio-culturale isolano, perché esprime una realtà che lui stesso ha vissuto in prima persona, sin dalla sua infanzia e che ha toccato con mano. Non solo, quindi, ricordi e notizie della cultura materiale eoliana, che l'autore ha raccolto fra i contadini e fra gli artigiani locali, ma narra, anche, esperienze di vita vissuta in un passato recente e che, ora, intende trasmettere e trasferire alle nuove generazioni per far sì che questo patrimonio inestimabile della civiltà isolana non venga dimenticato, disperso e cancellato dal vortice della modernità, dalla cultura del profitto, dal falso benessere, dal continuo e repentino mutare dei tempi".

NOTA DELLA PROFESSORESSA MARIA CHIARA GUZZO
"Ogni uomo è frutto del suo passato. Esperienze, ricordi, gioie, dolori, tutto serve a rendere l'uomo un serbatoio di vita vissuta... Italo Toni ha attinto ancora una volta da questo serbatoio, dando anima ad un passato che non c'è più... ancora una volta, ha scavato nei meandri della sua memoria, per portare alla luce le esperienze e i ricordi di una vita vissuta intensamente... Italo Toni sa che tutto, del passato, può diventare argomento di una storia e così ha dedicato sé stesso alla realizzazione di questo nuovo libro che, senza pretese, vuol essere messaggero di antichi scàmpoli di vita quotidiana. Leggendo questo libro, si assapora il gusto di vivere in modo semplice... si sente il suono di spensierate risate... si intravede lo scenario di una vita dura, ma certamente più vera di quella di oggi... sfogliando le sue pagine, si ripercorrono le esperienze di vita dei nostri nonni e genitori e si ritorna indietro, sentendo quasi la nostalgia di quegli anni densi di valori sinceri e profondi. Anche stavolta l'autore, inoltre, ha arricchito la sua opera con ricerche, documenti storici e dati archivistici; come sempre, Italo Toni ha impreziosito il suo racconto personale con dati socialmente e storicamente importanti, frutto di un lavoro meticoloso e serio. La semplicità con cui scrive Italo Toni è unica... è capace di rendere un piccolo episodio, una storia straordinaria... i suoi ricordi sono nitidi e trasmettono serenità... quella stessa serenità che, forse, oggi manca al cuore di molti di noi...

--Parliamo di libri... Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa.
MERCANTI DI MARE
"Mercanti di mare" di Marcello Saija (docente di Storia Costituzionale nella Facoltà di Scienze Politiche all'Università di Messina prima e, attualmente, nell'Università di Palermo) e di Alberto Cervellera (storico e appassionato cultore delle Eolie). L'opera è il frutto di una approfondita ed interessante ricerca storica su Salina in un periodo che va dal 1800 sino al 1953 e che ha caratterizzato la florida ed operosa attività agricola, commerciale e marinara degli Eoliani e Salinari in particolare in quelle epoche. Il corposo volume è composto da 323 pagine. È integrato da numerose foto d'epoca inedite appartenenti, principalmente, alla collezione di Alberto Cervellera; inoltre comprende una introduzione di Marcello Saija ed una presentazione singola dei tre Sindaci di Salina (l'antica Dydyme).
Il libro è suddiviso in tre capitoli principali:
- "A vele spiegate verso lo sviluppo" ed abbraccia il periodo che va dal 1800 sino al 1860;
- "L'età delle golette", che arriva sino al 1890 ed il "modello assistito" che ci porta sino al 1953.
Segue, quindi, un'appendice sui velieri di Leni, Malfa e S. Marina con note dettagliate e l'indice dei nomi citati nella pubblicazione. mercantidimare1Alla fine del '500 è avvenuto il ripopolamento di Salina, incoraggiato dal vescovo di Lipari, desideroso di vedere coltivate le fertili terre dell'Isola. Così attorno alle chiese di Santa Marina, della Madonna del Terzito, di San Lorenzo e di Sant'Onofrio si trovarono a vivere insieme uomini e famiglie provenienti dall'intero bacino del Basso Tirreno. Nel corso del XIX si è sviluppata una marineria basata sui rapporti di scambio fra le Eolie e la terraferma e, nella metà dell'Ottocento, si è venuta a formare, a Salina , una vera e propria flotta di velieri armati di piccoli e medi patroni marittimi. "La comunità di allora – afferma Marcello Saija nella sua introduzione – pur essendo eterogenea per provenienze geografiche, culturali e sociali, riesce ad annodare i mille fili dello sviluppo e con lo stesso coraggio con cui affronta il mare per i suoi commerci, si da regole, accumula valori e trasmette cultura. E quando questa organizzazione cade, ciò non avviene per mali interni, ma a causa della fillòssera che distrusse i vigneti e della vorticosa trasformazione di una epoca che ha minato le fondamenta su cui l'Isola si era retta ed aveva prosperato per più di un secolo. Durante il '900 si innescano meccanismi nuovi e si tentano vie alternative; infatti con le rimesse degli emigrati arrivano la Banca, la Cooperativa di produzione e lavoro, l'Azienda Elettrica ed i vapori della Società "Eolia". Ma tutto ciò non è sufficiente. In seguito il turismo scopre Salina semi spopolata, chiusa a riccio in una economia fondata sul pubblico impiego e su marginali fatti locali, subalterna persino nel mercato dei capperi e della malvasia che potrebbe ancora costituire il volàno della ripresa socio-economica con un rilancio dell'agricoltura pregiata".
Il volume, approfondisce con rigore scientifico la storia dell'isola a partire dall'Ottocento e mette in evidenza l'operosità di una generazione, l'intelligenza e la sagàcia dei "padroni marittimi" che hanno avuto il merito di diffondere nei paesi del Mediterraneo il nome delle Eolie insieme ai pregiati prodotti della terra di Salina. Agli autori va riconosciuto, altresì, il merito di avere riportato alla luce la memoria storica di un passato che era sepolto.

*Addetto culturale e bibliotecario del Comune di Malfa

---"PARLIAMO DI LIBRI". Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa.libroiacolino1

"RACCONTARE SALINA" DI GIUSEPPE IACOLINO.
In ben quattro volumi, con pubblicazione annuale (dal 2009 al 2012), il prof. Giuseppe Iacolino (storico liparese) ci ha resi edotti sulla storia di Salina e ci ha introdotti in numerosi aspetti delle vicende che hanno caratterizzato, nel passato, l'isola eoliana. Una storiografia, quindi, che fa luce nella commistione tra veridicità storica e racconti popolari e tradizionali.
"Salina, come ogni altra isoletta, - afferma nella sua nota di presentazione il prof. Giuseppe Iacolino - ha la sua specifica entità territoriale decisamente limitata e perennemente ridefinita dal mare; e al pari di ogni altra isoletta, anche Salina ama proporsi come piccola patria, come minuscola collettività sociale a sé stante, legata al proprio campanile dal quale si proietta ai nativi uno spiccato senso di appartenenza a quel determinato territorio. Per quanto limitate appaiono le dimensioni del suolo, là più stretti si avvertono i legami personali, più ampi i circuiti delle parentele e – diciamolo pure – più ricorrenti, tra le vicine contrade, insorgono motivi di invidiuzze e di rancori; ma, non di rado, anche occasioni di costruttiva lodevole emulazione.
Raccontare, dunque. Non sembrerebbe; ma il meglio della storia, che noi stiamo raccontando per iscritto, affinchè il tempo non la cancelli, ci è stata suggerita – oltre che dai classici visitatori forestieri e dai vescovi – dagli stessi abitatori del passato, a cominciare dai cappellani che, nel gregge dei fedeli hanno incrementato la crescita civile e religiosa, a finire ai ceti più umili dei contadini, degli artigiani, degli uomini di mare e delle donne che si recavano nei campi a raccogliere i frutti di stagione o si avviavano alla scogliera a fare il bucato: una vasta categoria di personaggi che hanno scritto e messe al sicuro le carte nell'archivio di Curia o, citati a giudizio per deporre testimonianze, ci han parlato di chiese, di lavori campestri, di capanne tirate su alla meno peggio e di case in muratura, di attentati alla vita, di pietose storie femminili e di svariate altre vicende miserabili e scellerate che, egualmente, fanno parte della vita di una qualsivoglia umana convivenza.
Ecco, dunque, una Salina che si è raccontata da sé come tra mura domestiche, nel tepore di un tinello di famiglia, una Salina che ci ha facilitato a stabilire la verità su eventi ingenuamente manipolati e distorti dalla così tanto comoda e rassicurante tradizione popolare; una Salina che nella volitiva tenacia del suo popolo seppe raggiungere notevoli traguardi storici quali quelli dell'autonomia municipale e dell'abolizione di balzelli semifeudali d'antica data.
Quelli dei Salinesi – residenti o sparsi per il mondo – che nutrono sentimenti forti come l'ammirazione per i trapassati, che nella serie dei secoli hanno abitato questa terra, come pure la devozione per gli sconosciuti antenati che hanno garantito la successione di così tante generazioni, siamo convinti che, in questi quattro volumi stampati, trovino acqua cristallina per soddisfare la loro sete di conoscenza e buon pane con cui alimentare quella "carità del natio loco" che di sicuro gli arde nei cuori".

LA PRESENTAZIONE DI RICCARDO GULLO

È per Giuseppe Iacolino un ritorno a Salina in grande stile, dopo il felice esordio di molti anni addietro, quando curò la trascrizione, insieme alle annotazioni, del "Disegno Historico della Nobile e Fidelissima Città di Lipari" di Pietro Campis, pubblicata a Lipari nel 1980 da Bartolino Famularo Editore. Proprio in quella occasione Iacolino volle arricchire la pubblicazione con la nota n. 4 che – sebbene relegata a corredo del seicentesco manoscritto – ha rappresentato per i cultori di storia locale il primo vero tentativo organico di "Raccontare Salina". L'Isola fu più volte abbandonata dai suoi stessi abitanti per sfuggire alle invasioni ed alle devastazioni succedutesi nel tempo, e compiute dai tanti conquistatori che si sono contesi il dominio delle isole Eolie. È a proposito di cotali frangenti – e dei periodici tempi di ripresa – che l'autore attinge alla grande storia, quella delle civiltà che si sono succedute in quest'area del Mediterraneo. I lettori non mancheranno di notare come il ricorso a quelle più generali e documentate vicende contribuisca ad arricchire il "racconto", sia per una migliore comprensione delle vicende locali, sia per il ruolo storico avuto dall'Arcipelago eoliano definito recentemente, a ragione, crocevia di civiltà. Questa caratteristica rende i volumi particolarmente stimolanti, sia come fonte di conoscenza per gli appassionati di storia, sia come specifico percorso didattico, in quanto si presta ad essere utilizzato come valido strumento per chiarire e approfondire la conoscenza storica dell'isola. I volumi, quindi, ben si addicono – a nostro avviso – ad essere adottati dalle classi delle scuole locali ed inseriti nell'offerta formativa da attuare con la mediazione dei docenti. Una storia ricca di interesse e di forte suggestione, dicevamo, soprattutto per i figli di quest'isola che vi risiedono o che l'hanno dovuta lasciare per cercare altrove un migliore destino. Per i quali riteniamo utile rammentare questa riflessione dello scrittore Mario Puccini: «La vita scorre per viverla in armonia col passato: e il passato che ci appartiene, il passato sofferto è laggiù, nel tuo campanile, nella città dove hai imparato a sillabare le prime parole, tentati i primi passi, avvicinati i primi uomini ed espressi i primi tuoi sentimenti». Parole ancora valide in un mondo avviato, inesorabilmente, verso la globalizzazione. Per vivere la vita in armonia col passato è necessario conoscere la propria storia, ed è per queste ragioni che esprimiamo la nostra gratitudine all'Autore Giuseppe Iacolino e a Mario Grispo della Publisicula di Palermo, il quale si è assunto l'onere si stampare i quattro volumi della serie , appunto, RACCONTARE SALINA".
La nostra avventura ha inizio, quindi, in tempi recenti, ma quella dell'Autore sembra perdersi nel tempo, come le vicende dei tanti personaggi che egli recupera dall'oblio e riporta sulla scena della storia. Infatti, il lungo percorso esplorativo, le numerose notizie acquisite, la copiosa documentazione storica raccolta e la sua attenta e meticolosa trascrizione, la verifica e la comparazione delle fonti per comporre questa collana, di quasi mille pagine, ha avuto inizio contemporaneamente al suo insegnamento delle materie di italiano, latino e storia nelle scuole medie superiori. Il risultato è che ora Salina dispone di una pubblicazione in quattro volumi che racconta organicamente, a cominciare dai tempi più remoti fino agli albori del Novecento e senza soluzione di continuità, la sua storia. L'isola, che nel 1996, ad iniziativa delle sue tre municipalità (Leni, Malfa e Santa Marina Salina), ha conferito all'Autore la cittadinanza onoraria, è stata ricambiata, dal "cittadino adottivo", con il racconto della propria storia, esempio di una meravigliosa filiazione culturale tra l'Isola e uno storico il quale ha ricambiato un dovuto riconoscimento, dopo quanto aveva scritto sino ad allora sul nostro Arcipelago, con doni molto più cospicui. Riteniamo che "Raccontare Salina" si inserisca a pieno titolo nella pratica storiografica nata in Italia a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta del XX secolo, e divenuta nota con il nome di microstoria, grazie all'impegno di un gruppo di storici attivi in quegli anni soprattutto in alcune università del nord Italia e in diversi laboratori di ricerca. Il nostro Autore ha messo al centro del proprio lavoro, tra l'altro, la ricerca della verità sui personaggi entro gli spazi di socialità a cui essi hanno partecipato e in rapporto al mondo e al contesto in cui hanno vissuto. Il prof. Iacolino conclude questo racconto su Salina iniziando così l'ultimo capitolo: "Ci duole moltissimo dovere a questo punto sospendere il nostro "racconto". L'età avanzata non ci consente di procedere oltre". Per noi personalmente, sospendere la collaborazione offerta per la pubblicazione di quest'opera è cosa triste perché essa è stata un'esperienza esaltante e ricca di stimoli, e, anche per questo, esprimiamo, ancora, all'Autore la nostra immensa gratitudine. Riccardo Gullo

---Parliamo di libri. "GUIDA AI VULCANI E ALLA NATURA DELLE ISOLE EOLIE".La "Guida Escursionistico Vulcanologica delle isole Eolie", ha visto gli autori (Natale Calanchi, Pietro Lo Cascio, Federico Lucchi, Piermaria Luigi Rossi e Claudio Antonio Tranne con la collaborazione di Francesca Forni) impegnati in un notevole sforzo nell'acquisizione di nuove conoscenze sulla geologia dell'arcipelago.

guida1Collaborazione, fruttuosa oltre che piacevole, si è venuta a creare con studiosi di quella natura "vivente" che i vulcani delle Eolie ospitano, collaborazione che ha potuto concretizzarsi nella stesura di interessanti pubblicazioni sull'ambiente attuale e sulla paleoecologia dell'area, integrando risultati di ricerche geologiche e botanico-zoologiche, che avevano già dato vita a pubblicazioni scientifiche e divulgative, quali ad esempio la "Guida naturalistica alle Isole Eolie".

La peculiarità delle isole Eolie per l'Unesco, è dovuta al fatto che esse "sono uno straordinario esempio del fenomeno vulcanico ancora in corso. Studiate sin dal XVIII secolo le isole hanno fornito alla vulcanologia due tipi di eruzione (vulcaniana e stromboliana) e hanno occupato di conseguenza un posto eminente nell'educazione di tutti i geologi per oltre 200 anni.

Diventa quindi un impegno di tutti (abitanti e turisti) fare in modo che un patrimonio ambientale e naturale così unico venga conservato nel migliore dei modi possibili per essere tramandato con i suoi contenuti naturali alle generazioni future.

Come esempio di sviluppo accorto (o sostenibile) del territorio si può prendere a modello la gestione dell'isola di Salina che, con una innovativa attenzione a tematiche di gestione ambientale e con l'istituzione della Riserva Naturale "Monte delle Felci e dei Porri", ha dimostrato quale dovrebbe essere il presente ed il futuro di queste isole vulcaniche, dedite ad un turismo qualificato

e diversificato nelle stagioni, richiamato si dalla balneazione, ma anche da un ricco patrimonio culturale e naturale. Lo sforzo che ha animato la realizzazione del presente lavoro è indirizzato, innanzitutto, a stimolare la conoscenza degli aspetti naturalistici e, in generale, l'arricchimento culturale, da parte di chi vorrà giovarsi di una vacanza eoliana, descrivendo per ogni isola i caratteri geologici, botanici e zoologici generali e più in dettaglio quelli osservabili lungo gli itinerari che vengono proposti. Viene dedicata a Vulcano e a Stromboli, vulcani attivi per eccellenza, una particolare profondità scientifica nella descrizione delle strutture e dei prodotti vulcanici.

"Auspichiamo che tale fatica- si afferma nell'introduzione del libro- stimoli i lettori a fare sentire la propria voce ai politici, affinchè questi ultimi si impegnino a promuovere l'educazione ambientale delle comunità che vivono in questo meraviglioso angolo del Mediterraneo, alle quali di fatto è affidata la possibilità di correggere la rotta di una nave che sempre più spesso appare alla deriva. Ci vuole coraggio, ma anche consapevolezza che, solo agendo in questo modo e con adeguate sensibilità, si può sperare in un futuro recupero dell'ambiente naturale e della memoria storica del proprio passato, da vivere con l'orgoglio di chi si sente l'erede di una civiltà millenaria che ha contribuito ad una buona parte del progresso dell'uomo".

---Parliamo di libri. Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa, isola di Salina.

ATLANTE DEI BENI ETNO-ANTROPOLOGICI EOLIANI.

L'occasione per la relazione del presente Atlante dei Beni Etno-antropologici Eoliani (pubblicato nel 1995) è stata offerta da un progetto della Comunità Economica Europea rientrante nei P.I.M. (Piani integrati mediterranei) all'interno del quale la Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Messina ha elaborato, fra gli altri, un piano di censimento del patrimonio culturale delle Isole Eolie.
l presente volume si può considerare come un "breviario" per coloro che sono interessati alla conoscenza ed alla fruizione della cultura tradizionale eoliana.
"La prospettiva nella quale è stata pensata e realizzata tale opera storica e letteraria - afferma Sergio Todesco (direttore pro tempore della Sezione per i Beni brundu5

Etno-antropologici della Soprintendenza per i Beni Culturali di Messina e attuale direttore della Biblioteca Regionale di Messina) - è da ricondurre al tentativo di individuare un focus unitario di comprensione dei fenomeni culturali eoliani nel grumo dialettico che ha sincreticamente mediato elementi diversi tra loro quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la natura, il mito, il contesto mediterraneo, i processi di antropizzazione e domesticazione territoriale e la secolare vocazione marinara.
La cultura tradizionale eoliana nasce da un equilibrio dinamico di tali elementi, e da nessuno di essi si può prescindere ove si voglia approfondire la riflessione sul presente dell'arcipelago o gettare un cauto scandaglio sul suo futuro.
Una puntuale restituzione degli elementi di cultura tradizionale ancora oggi rilevabili nelle Isole Eolie giova pertanto a riscattare l'arcipelago dai due più comunemente praticati luoghi comuni, opposti ma convergenti in quanto agli esiti ultimi, che vedono in esso un gruppo di isole senza memoria, compiacendosi quasi della mutazione antropologica che l'ha investito negli ultimi quarant'anni al pari di altre vaste zone del nostro paese; o viceversa un arcipelago sottratto alla storia e per sempre consegnato al mito, ricondotto come tale ad esclusivo luogo simbolico su cui esercitare struggenti quanto ipocrite giaculatorie su una ipotetica età dell'oro, priva di spessore storiografico ed antropologico e sempre di nuovo ripresentatesi in virtù di uno sguardo estetizzante assuefatto alla mistificazione come pratica ordinaria di conoscenza.
Per un approfondimento di argomenti specifici relativi a singoli aspetti della storia e della cultura eoliana, si è inoltre provveduto ad arricchire il libro con una serie di saggi, di diversa consistenza (alcuni si rivelano vere e proprie, sia pur sintetiche, monografie) ma tutti affidati a studiosi di chiara fama o a giovani ricercatori altrettanto motivati in direzione di uno studio appassionato, ma disincantato (o, se si vuole, disincantato ma pieno di passione) delle isole Eolie.
L'Atlante vuole infine essere una documentazione della cultura eoliana in un momento storico determinato e non pretende pertanto di proporsi come strumento di conoscenza definitiva ed univoca, consapevoli come sono i suoi estensori della condizione in progresso di ogni vera ricerca".

*Addetto culturale e bibliotecario del Comune di Malfa

---L'antichissima tradizione di portare Gesù Bambino per le case si svolgeva, nel periodo dell'Epifania, in tutte le contrade dell'Arcipelago Eoliano. Oggi, invece, questa usanza ultrasecolare si ripete in alcune località delle Eolie e, in modo particolare, a Malfa, nell'isola di Salina.
Di buon mattino, infatti, gruppi di giovani (più che altro appartenenti alla Confraternita di San Lorenzo, patrono del paese ) iniziano il lungo giro fra le case del paese partendo dalla chiesa parrocchiale, dove uno scampanìo festoso annuncia l'uscita di Gesù Bambino, che viene portato dentro una culla ricoperta da un tessuto bianco e celeste, con rifiniture merlettate di cotone ricamato e con un addobbo di fiori dai colori svariati.
Una orchestrina, formata da chitarre e fisarmonica, (una volta c'erano anche il violino e il mandolino) allieta con motivi musicali, popolari e religiosi il passaggio in tutte le abitazioni, dove le famiglie accolgono, con devozione e sentimento, il simulacro del Bambinello, portatore di pace, serenità, gioia e benessere per gli animi e di protezione per la famiglia e per la casa (quest'anno anche il nuovo parroco P. Maurizio ha seguito il gruppo nelle case sia per benedirle, sia per conoscere più da vicino i singoli nuclei familiari.
Dopo una breve pausa, caratterizzata da momenti di raccoglimento e di preghiera, i componenti della famiglia baciano "U Bambinieddu" e, di solito, il più anziano e il più piccolo pongono, nella culla, una offerta; mentre ai presenti e ai suonatori vengono dati i dolci tipici delle festività natalizie, il rosolio e la rinomata malvasia.
E così il gruppo che, mano a mano, si va sempre più ingrossando, si porta di casa in casa accompagnato dal ritmo musicale dell'orchestrina, i cui motivi e gli echi si spandono tutt'intorno e creano una atmosfera di allegria e di festa.
Verso sera i numerosi accompagnatori di Gesù Bambino, stanchi ma soddisfatti, concludono il loro girovagare fra le abitazioni, nelle strade e nei vicoli del paese; quindi si recano in chiesa per assistere alla celebrazione eucaristica (sia il giorno dell'Epifania che la domenica successiva), durante la quale l'orchestrina esegue motivi musicali antichi e natalizi. Una volta, prima di entrare in chiesa, il gruppo sostava nella casa più vicina alla chiesa stessa e venivano sparati mortaretti e fuochi d'artificio.
Quindi si rimaneva in attesa che suonasse la campana: "U signu sonò" – dicevano. Si trattava di tre colpi di campana che servivano come segnale per far sapere che il parroco era pronto per iniziare il sacro rito della Messa. Attualmente questa usanza, che risale al 1600, si ripete con grande fervore ed entusiasmo. Una consuetudine che è rimasta quasi intatta nel tempo e che si tramanda, di generazione in generazione, con lo stesso spirito spontaneo e devozionale che ha animato, nelle varie epoche, gli antenati.

(Nella foto di Antonio Brundu : il gruppo appena uscito dalla chiesa... oggi gennaio 2015 e... ieri gennaio 1935 nella foto d'epoca scattata dal parroco pro tempore P. Giovanni Marchetti).

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PARLIAMO DI LIBRI... Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa, isola Salina.libroracheli

EOLIE DI VENTO E DI FUOCO. Natura, storia, arte, turismo.

Il libro "EOLIE DI VENTO E DI FUOCO" di Gin Racheli è diviso in quattro parti.
Nella prima viene fornita al lettore una presentazione generale delle sette isole dell'arcipelago; di ciascuna sono indicate le caratteristiche essenziali, le attrezzature alberghiere, i ristoranti, gli enti di informazione turistica e di assistenza alla navigazione e così via.
Oltre a ciò l'Autrice, con il valido aiuto di amici collaboratori, ha voluto fornire un quadro esauriente delle condizioni di vita sociali ed economiche delle Eolie, presentando anche una serie di flash sulla fauna e sulla flora, in modo da provocare la curiosità e stimolare l'interesse di chi legge.
La seconda parte, interamente dedicata alla splendida e prepotente natura vulcanica delle sette isole dell'arcipelago eoliano, presenta cenni e riferimenti anche scientifici (corredati da varie tavole esplicative) sulla natura e formazione dei vulcani nel contesto della situazione vulcanologica italiana.
Per finire, nella terza e quarta parte del volume, oltre all'esame dei periodi che vanno dalla comparsa dell'uomo nelle Eolie fino alla distruzione dei villaggi avvenuta al termine dell'Età del Bronzo, l'Autrice ha ritenuto utile far conoscere – sia pure in una ricostruzione veloce – la lunghissima traiettoria storica della vita nelle isole, fino ai giorni nostri.
Insomma, si tratta di un'opera veramente completa e utile per chi si appresta a conoscere più da vicino queste isole, e che adombra la segreta speranza di contribuire a mantenerle integre nella loro «qualità» e indenni, il più possibile, dall'assalto distruttore del turismo di massa.

*Addetto culturale e bibliotecario del Comune di Malfa

Parliamo di Libri...
Un tema di attualità come quello sull'immigrazione non può passare inosservato in una Biblioteca Pubblica e così ho ritenuto opportuno dotare il patrimonio librario della Biblioteca Comunale di Malfa di volumi che trattano tale argomento, come alcune delle 40 pubblicazioni del prof. Aldo Palmeri di Palermo:
- INTERVENTI A FAVORE DEI CITTADINI IMMIGRATI PRESENTI IN SICILIA (2005)
- IMMIGRATI IN SICILIA: DALL'ACCOGLIENZA ALL'INTEGRAZIONE (2006)
- EMIGRATI ED IMMIGRATI IN SICILIA: UN FENOMENO IN CONTINUA EVOLUZIONE (2007).
Il volume "Interventi a favore dei cittadini immigrati presenti in Sicilia", pone in evidenza le caratteristiche socio-demografiche dei flussi migratori e tratta in modo specifico argomenti di attualità come l'accoglienza, la solidarietà, i bisogni degli immigrati. E poi il problema della lingua nel processo d'integrazione, quello della casa e quindi gli interventi dei patronati, dei servizi sociali, i piani di zona e le politiche in favore degli stranieri immigrati. Quindi analizza e pone l'accento sulla carta di soggiorno, sull'acquisizione e sulla perdita della cittadinanza italiana. E continua sul voto degli immigrati in Europa, sulla loro situazione giuridica con riferimento sulle più importanti tappe normative della legislazione italiana e sull'assistenza socio-sanitaria agli stranieri iscritti e non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale. Inoltre approfondisce tale argomento sulle linee-guida per l'assistenza sanitaria ai cittadini extracomunitari della Regione Sicilia. Esemplifica gli schemi della legge 189/02 e la nuova legge Bossi-Fini n. 271/2004. Ma la ricerca più corposa riguarda l'attività del Servizio 4° dell'Assessorato Regionale al Lavoro e all'Emigrazione-Immigrazione dove vengono elencati, con meticolosa precisione, le leggi e le circolari della Regione Sicilia maggiormente ricorrenti in materia d'Immigrazione con i principali provvedimenti legislativi emanati dal febbraio 1990 al febbraio 2005. Poi viene descritta la linea-guida per la realizzazione di uno sportello polifunzionale a favore dei cittadini immigrati, traccia una breve storia sull'esperienza maturata e sui modelli di progettazione sociale, sulla figura professionale del mediatore culturale, sulla "governance" per la messa a punto di un piano strategico secondo un modello che vede la sua applicazione in tutti i programmi di sviluppo a livello europeo. Nel libro sono state inserite un glossario sulle tipologie dei migranti e un'appendice legislativa con una serie di circolari che riguardano finanziamenti, integrazione, corsi di linguistica e culturali per i figli emigrati ed immigrati, borse di studio, colonie e campeggi, provvedimenti a favore dei lavoratori emigrati e delle loro famiglie, ricoveri, attività culturali, turismo sociale, riscatto del lavoro all'estero, interventi creditizi per lo sviluppo di attività produttive, rimborso masserizie, ricoveri in istituto, contributi elettorali e traslazioni salme a carico dei Comuni, prima assistenza ai profughi, agli stranieri e agli apolidi, interventi di servizi sociali e per le scuole dell'infanzia.
L'autore ha voluto dare con questa pubblicazione una identità umana e sociale della persona immigrata con la sua storia, i suoi bisogni, i suoi desideri , le sue speranze per una vita migliore e più decorosa, nel rispetto della dignità personale ed individuale.
Nel 2006 e nel 2007 vengono pubblicati, sempre dal prof. Palmeri, due corposi volumi dal titolo "IMMIGRATI IN SICILIA: DALL'ACCOGLIENZA ALL'INTEGRAZIONE" e "EMIGRATI ED IMMIGRATI IN SICILIA: UN FENOMENO IN CONTINUA EVOLUZIONE" integratI da diverse ed avvincenti immagini fotografiche. Nelle prime pagine cita una frase di Antonietta Crivello: ".......Fratelli di un mondo diverso, di un colore diverso, di un credo diverso, parlami di te, per non farmi sentire diverso". In questi libri l'autore continua ad affrontare le problematiche dell'immigrazione, quale fenomeno in continua evoluzione, con l'intento di promuovere, come lui stesso afferma "la conoscenza degli interventi effettuati dalla Regione Siciliana... e, inoltre, di fornire sia un supporto organico agli studenti che frequentano i corsi per mediatore culturale e agli operatori delle Istituzioni pubbliche e private che intendono aggiornarsi sulle problematiche dell'immigrazione, sia una guida agli Enti per una fattiva progettazione e gestione delle attività a favore degli extracomunitari". In queste due nuove fatiche letterarie del prof. Palmeri si denota, ancora di più, l'evoluzione della storia migratoria siciliana di questi ultimi anni e la consapevolezza di un fenomeno che consente, con tutte le problematiche difficile ed articolate, uno sviluppo ed una crescita culturale della nostra coscienza umana e sociale. Perché se da una parte esiste la preoccupazione di una sempre più crescente presenza numerica, che potrebbe portare ad uno squilibrio del nostro tessuto sociale sia a livello nazionale che europeo, dall'altra è chiara la consapevolezza che, nell'arco di qualche decennio, la popolazione del mondo occidentale subirà un notevole impoverimento demografico che porterà (cosa che sta accadendo), in modo inevitabile, alla crisi delle attività produttive e dell'intero sistema dello sviluppo in tutti i campi lavorativi. Senza poi dimenticare che tra le fine dell'Ottocento e sino agli anni '70 milioni circa di nostri connazionali hanno dovuto lasciare la propria terra natìa in cerca di una vita migliore e di un futuro per loro e per i propri figli. E tutto ciò non è avvenuto in modo indolore, ma hanno dovuto affrontare tanti sacrifici, sofferenze, offese e mortificazioni, anche se in seguito, si sono ben integrati nella nuova realtà e hanno avuto molti successi e soddisfazioni affermandosi in tutti i settori della vita pubblica e privata. Nei libri si parla anche di razzismo, di nuove frontiere dell'integrazione in Italia, dei nuovi flussi migratori non più dall'Italia e dall'Europa, ma verso l'Italia e verso l'Europa. Vi è, quindi, la necessità di superare le ambivalenze con il multiculturalismo, pluralismo e l'integrazione; di creare una nuova mentalità nei sistemi familiari degli extracomunitari con l'intervento graduale di strategie al fine di favorire la libertà femminile in Asia e in Africa; ed inoltre di approfondire il dialogo religioso con il mondo islamico e di affrontare i problemi giuridici e di giustizia inseriti nei trattati internazionali sui diritti umani. E poi molto importante il ruolo della scuola e la grande responsabilità che ricoprono i docenti e gli educatori nel processo d'integrazione. E l'autore, a tal proposito, porta l'esempio di una esperienza realizzata in Sicilia e dell'attività svolta dalle associazioni degli immigrati nel territorio siciliano. Inoltre parla del campo nomadi della Favorita di Palermo e del caso Lampedusa. I volumi si concludono con cenni riguardanti i primi passi per l'istituzione dell'albo dei mediatori culturali formativi in Sicilia e sugli interventi a favore dei cittadini immigrati.

---PARLIAMO DI LIBRI...  "GESU' E IL SUO TEMPO".
Il fenomeno storico, che si è sviluppato attorno a Gesù di Nazareth, ha avuto inizio verso il 6 avanti Cristo, sotto il regno di Erode il Grande e l'impero di Augusto; quindi è passato attraverso una esecuzione capitale in Gerusalemme (avvenuta nel 33 dopo Cristo durante il governo locale del procuratore romano Ponzio Pilato) ed è approdato a una grandiosa eredità raccolta dalle varie comunità cristiane sempre più attive e numerose nel corso dei secoli.
Nel medesimo tempo il mistero "Gesù Cristo, Figlio di Dio" descritto nel "Nuovo Testamento", è divenuto il grande codice e il grande vocabolario dell'arte, della cultura e del pensiero occidentale. Nella crocifissione di Gesù i credenti hanno proclamato e continuano a proclamare la presenza suprema di Dio (quale artefice dell'intero creato) nella storia e nella umanità dell'uomo.
Sulla scia di questa fede milioni di uomini e di donne, appartenenti a numerosi popoli e nazioni del mondo, hanno consacrato e dedicato la loro esistenza e hanno assunto la parola di quel predicatore ambulante della Galilea e della Giudea come la lampada per i passi nel loro cammino terreno per se stessi e per il prossimo.
Questo limpidissimo libro sulla figura di Gesù (edito da Selezione del Reader's Digest) è rivolto a credenti e non credenti. Si tratta di un itinerario in dieci tappe, accompagnato da uno straordinario commento visivo, che ricrea tutto lo sfondo storico, geografico, archeologico, sociale, culturale e quotidiano di quei giorni lontani, apparentemente uguali ma che, in realtà, hanno cambiato il mondo esteriore ed interiore dell'essere umano.
"Vagliando non solo i ventisette scritti del Nuovo Testamento (a partire dai celebri quattro libri dei "Vangeli") , ma anche le fonti romano-giudaiche dell'epoca e sulla base di un bilancio della imponente bibliografia fiorita attorno al Cristianesimo, gli autori di quest'opera (specialisti nello studio del fenomeno cristiano ) - afferma il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura- hanno ricostruito in modo avvincente e rigoroso tutto l'orizzonte di Gesù e il suo profilo in un modo più completo possibile".

---Parliamo di libri. Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa.
TIBET, UN PAESE TRA CIELO E TERRA.
"Il paesaggio in Tibet – afferma Umberto Cecchi (autore del libro realizzato nel 2002 con le fotografie di Mario Marchi) – mi ha regalato emozioni fortissime non solo per gli scenari di indimenticabile bellezza, ma anche perché mi ha chiamato a riflettere su come valori irrinunciabili (quali il diritto alla propria espressione religiosa, alla libera rappresentazione del proprio credo politico, all'affermazione della propria identità storica di popolo libero ed autonomo) possano essere sostenute senza ricorrere alla violenza, ma soltanto con la ferma difesa della propria dignità di uomini". Nella mente e nell'animo di Umberto Cecchi (giornalista e direttore del giornale "La Nazione" di Firenze) e di Mario Marchi (fiorentino e dottore commercialista) c'è anche il Tibet dei sogni, dove si percorre una strada che sale sempre più in alto fino a perdersi nel cielo. L'imponenza delle montagne, i grandi spazi, il cielo dipinto di un azzurro intenso. "Si vive – scrive ancora l'autore – in connubio con una natura maestosa, che unisce uomini di qualunque credo religioso e politico. Il vento soffia con furia sulle multicolori bandierine votive che si stratificano l'una sull'altra con i sogni e con le preghiere di tutti coloro che, passati di qua, hanno lasciato il segno della loro fede, della loro speranza, del loro amore". Questa opera dedicata al Tibet vuole essere omaggio ai suoi territori incontaminati, all'animo, alla fede e allo spirito indomito del fiero popolo tibetano (libero e religioso), che nessun invasore potrà mai domare, così come le sue immacolate montagne.

*Responsabile della Biblioteca

---INIZIATIVA CULTURALE DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI MALFA PER LA SCUOLA:" LE EOLIE DEL CONFINO POLITICO" CON PINO LA GRECA.

Nell'ambito delle iniziative culturali della Biblioteca Comunale di Malfa, in collaborazione con la Scuola Media Statale "Amerigo Vespucci", si è svolto nella Sala Congressi attigua alla chiesa dell'Immacolata, l'incontro con il prof. Giuseppe La Greca di Lipari sul tema "Le Eolie del confino politico". La Dirigente Scolastica Mirella Fanti ha introdotto la lezione-conferenza del prof. La Greca ed ha ringraziato chi scrive per le costanti e coinvolgenti attività culturali del programma annuale della Biblioteca di Malfa dedicate espressamente alla scuola dell'isola. Nel delineare il contesto storico del confino a Lipari durante il fascismo, la Dirigente ha esortato gli studenti a studiare la storia per imparare da essa a difendere sempre la libertà di pensiero, di parola, i diritti civili e politici acquisiti proprio grazie alla lotta degli antifascisti e poi divenuti il pilastro della nostra Costituzione. Ho posto in evidenza il collegamento tra gli eventi della storia a livello nazionale ed europeo e quelli delle Eolie che, "durante il periodo mussoliniano sono state, insieme ad altre isole italiane, luogo di confino per migliaia di personaggi, che hanno condotto una ferma opposizione contro il regime totalitario fascista e , per questo, sono stati perseguitati, braccati, carcerati ed anche uccisi. Nel 1926 venne promulgata una nuova legge di pubblica sicurezza contenente norme relative al confino politico. Così cominciarono ad affluire a Lipari, da ogni parte d'Italia, decine e decine di confinati che furono alloggiati in vasti cameroni, appositamente costruiti entro le mura del vecchio Castello. Si trattava di persone appartenenti a tutte le estrazioni sociali e politiche e tutti uniti sotto un unico ideale: la ribellione alla dittatura. Tra questi vi erano Carlo Rosselli, Ferruccio Parri, Emilio Lussu, Domizio Torrigiani, Francesco Nitti, Gioacchino Dolci, Mario Magrì e Carlo Levi". Quindi è intervenuto il prof. La Greca, storico siciliano, specializzato nella ricerca di episodi ed eventi inediti della storia dell' arcipelago eoliano. Ha al suo attivo undici volumi, di cui buona parte editi dal Centro Studi Eoliano tutti nella collana di "Quaderni di Storia Eoliana", sui temi relativi alla storia delle cave di pomice di Lipari, alle Terme di San Calogero, ai viaggiatori stranieri del '700 e dell'800, al confino coatto nel corso del Regno d'Italia, alla rivolta degli abitanti di Filicudi contro la mafia degli anni '70. I suoi studi spaziano anche in altri ambiti storici quali - ad esempio - quelli relativi alla fondazione della città cnidia di Lipara e alla storia medievale e rinascimentale di Lipari, che saranno oggetto di future pubblicazioni. Nella medesima collana sulla STORIA EOLIANA il Centro Studi di Lipari ha già pubblicato i seguenti volumi: "Nel regno di Efesto", "San Calogero", "Le giornate di Filicudi" ,"La lunga notte di Lipari", "La storia della pomice (3 volumi)"," Le Eolie all'ONU", "Lipari al tempo degli arabi", "Curzio Malaparte alle Eolie" e "Voci dal confino, Antifascisti a Lipari, 1926 l'arrivo". Il prof. La Greca ha intrattenuto gli alunni con una dettagliata e ricca descrizione del periodo storico caratterizzato dalla presenza dei confinati politici a Lipari," i quali- ha detto- non erano d'accordo con coloro che governavano il Paese con la forza e con la costrizione. Per questo loro pensiero e concetto di libertà sono stati "puniti" anche con l'esilio. Le loro famiglie, non avendo un reddito, rischiavano di morire di fame e furono costrette, anch'esse, in molti casi, a trasferirsi a Lipari, cercando di sopravvivere con un misero sussidio non avendo la possibilità di trovare un lavoro. Diversi nuclei familiari abitavano in una sola casa, cucinavano insieme ed utilizzavano una sola lavanderia per risparmiare il più possibile. Molti confinati si adoperarono per creare una scuola ed una biblioteca per i loro figli". Alla fine è stato proiettato il film di Marco Leto "La fuga", dove sono state ricostruite, in modo egregio, le varie fasi che hanno consentito, nel 1929, a Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Francesco Fausto Nitti a fuggire, in modo rocambolesco, con un motoscafo, dapprima verso l'Africa e, poi, verso la Francia. L'incontro è stato seguito con grande attenzione da parte degli alunni che, alquanto incuriositi ed interessati, hanno rivolto numerose domande allo storico eoliano sul confino politico e sulla lotta antifascista che ha caratterizzato un periodo buio della storia d'Italia.
(Nella foto scambio di doni: Antonio Brundu consegna due volumi sul Centenario del Comune di Malfa e sulle mattonelle maiolicate a Salina al prof. Giuseppe La Greca che, a sua volta, ha donato i suoi ultimi due libri alla Biblioteca Comunale di Malfa).

--INSIEME A P. AUGUSTO NELLE PARROCCHIE DI LENI E DI RINELLA , A SALINA.
Nell'isola di Salina esistono diverse parrocchie : Malfa, Pollara, Capo Gramignazzo-Faro, Santa Marina Salina, Lingua , Val di Chiesa , Leni e Rinella. In queste ultime due ha svolto (dal mese di ottobre 2013) la sua attività ecclesiale, P. Augusto Abbratozzato di Messina, come vicario parrocchiale(Nella foto di Antonio Brundu: P. Augusto durante una celebrazione eucaristica nella chiesa di San Giuseppe a Leni). Recentemente è giunta la notizia che P. Augusto è stato trasferito dall' Arcivescovo Mons. Calogero La Piana nella Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Messina. P. Augusto celebrerà , domenica 12 ottobre prossimo, una messa di ringraziamento, per l'anno svoltosi, prima nella chiesa d San Gaetano a Rinella, alle ore 16,30, e poi nella chiesa di San Giuseppe a Leni, alle ore 18, al termine della quale saluterà la comunità riunita, dentro un momento conviviale e fraterno, secondo lo stile del suo mandato nell'isola di Salina. "Mi sento alquanto soddisfatto- ha affermato P. Augusto dopo 12 mesi di permanenza nelle Parrocchie di San Giuseppe a Leni e di San Gaetano a Rinella- sull'impostazione del mio servizio sacerdotale nelle due chiese dell'isola eoliana, basato sul noto trittico: Catechesi, Liturgia e Carità. Ho voluto, principalmente, secondo gli attuali orientamenti della Chiesa, incentivare gli incontri per le famiglie, senza certamente trascurare quelli per i bambini, i ragazzi, i giovani, i catechisti e i nubendi. Il mio intento è stato quello di predisporre e favorire la formazione di una identità di gruppo ed il senso stesso quindi di appartenenza alla comunità parrocchiale, dando così la possibilità a tutti i parrocchiani di stare insieme, gioiosamente, con il Signore e come Chiesa quindi". L'arrivo di P. Augusto ( appena ordinato sacerdote), ha portato nelle due Parrocchie isolane una ventata di aria nuova ed ha avuto l'obiettivo di affermare, maggiormente, la realtà parrocchiale quale preciso punto di riferimento per l'intera comunità. A tal proposito si sono creati vari momenti di incontro e di aggregazione tramite l'organizzazione e lo svolgimento di numerose attività durante la settimana, che sono culminate con la celebrazione eucaristica domenicale, oltre a quella quotidiana. Così la Parrocchia (come è stato delineato da Papa Giovanni Paolo II nella "Christifideles laici") è la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie". " I continui incontri di catechesi – ha affermato ancora P. Augusto- per le varie fasce d'età si sono svolti in un clima spontaneo ed armonioso di fraternità e di amicizia, dove non sono mancate le cene comunitarie, le proiezioni di film e documentari e una "Scuola di Oratorio", svoltesi nei locali stessi della parrocchia. A Rinella, il mercoledì, è stato dedicato alla Messa, all'Adorazione Eucaristica ed alla Catechesi per adulti; mentre il tutto è stato ripetuto, nel giorno di giovedì pomeriggio, a Leni. Il venerdì, invece, è stato caratterizzato dalla formazione corale per preparare i canti domenicali e festivi delle celebrazioni eucaristiche e dall'incontro settimanale con i nubendi. Infine il sabato è stato dedicato alle famiglie con incontri rivolti separatamente ai genitori e ai loro piccoli; mentre insieme hanno partecipato alla successiva celebrazione eucaristica con la possibilità di fermarsi ulteriormente per la "Scuola di Oratorio". La catechesi alle famiglie ha preso, quindi, il posto della catechesi per la sola iniziazione cristiana, senza che questa ultima ne risulti esclusa però. Così le comunità Parrocchiali di Leni e di Rinella hanno vissuto questo nuovo fermento il cui obiettivo principale è stato quello sviluppare la crescita umana e cristiana della popolazione. Altri incontri sono avvenuti al di fuori della parrocchia: il primo dicembre 2013, con la partecipazione di giovani e ragazzi, le due comunità hanno partecipato al Ritiro di Avvento organizzato dalla Pastorale Giovanile Diocesana con tappe a Barcellona, Merì ed al Santuario di Tindari, piuttosto che a Forza d'Agrò, a causa del cattivo tempo; al ritiro di Quaresima, organizzato ancora dalla Pastorale Giovanile Diocesana a Monforte San Giorgio il 16 marzo ed al Convegno Diocesano Ministranti 2014, il giorno 25 aprile, dapprima, nella Cattedrale di Messina con la celebrazione eucaristica e, nel pomeriggio, nel Seminario Arcivescovile "San Pio X", sempre a Messina con svariati giochi e luna park . Inoltre nel periodo estivo si è svolto un "Grest" (cioè un gruppo di lavoro estivo animato dal gruppo anche da alcuni Scout della Comunità di Milazzo), nel quale sono stati coinvolti bambini, genitori e catechisti, con lo scopo di proseguire le attività parrocchiali anche durante il periodo di riposo stagionale insieme ai turisti presenti sull'isola. L'animazione estiva si è ulteriormente protratta con la collaborazione dei gruppi parrocchiali giovanili di Ritiro Messina e di Santo Pietro di Milazzo, della Comunità di Sant'Egidio, del Gruppo corale giovanile "I Mirabili "e del duo di arpe gemelle Sabrina e Simona Palazzolo di Messina. In questo mese di ottobre, infine, c'è stata la partecipazione all'incontro zonale tra il vescovo e gli operatori pastorali a Lipari e al 31° Convegno Diocesano dei Catechisti nel Duomo di Messina.

---Questa sera alle 21,30 presso patio biblioteca comunale di Malfa laboratorio "I teatri del Sud" presenta  "Adela"

Tutti i particolari in cronaca"- atto unico per la regia di Emanuele Bottari.

4 settembre 2014, ore 21,30, nel Patio della Biblioteca Comunale di Malfa, Via Fontana, 2: Incontro con Elvira CIACCI di Roma per la presentazione del libro "VITE BRUCIATE".
L ' orrore della prigionia dei cani rinchiusi nelle "perreras" spagnole raccontato con la voce di una creatura innocente.

 



Si mantengono sempre vivi i rapporti culturali e affettivi tra le Eolie e l’Argentina. Infatti, per una consuetudine ormai consolidata da anni, i componenti della famiglia Materia, originari delle sette isole eoliane (situate a nord della costa siciliana), ogni anno ritornano nella terra d’origine. In Argentina, in pochi anni, hanno aperto una fabbrica per la produzione del sapone da bucato e di glicerina per uso medico, che oggi vengono esportati in tutto il mondo. Dapprima si sono occupati di pesca e poi si sono dedicati al commercio della carne e dei suoi derivati, come la trasformazione del grasso bovino in sapone. Abbiamo incontrato, la scorsa estate, Stefano Materia, 54 anni. 

Stefano, la moglie Ana e la figlia Stefania hanno partecipato, nella Biblioteca Comunale di Malfa, proprio nell’isola di Salina, a una singolare iniziativa spinti dal loro forte legame con le comunità eoliane d’Argentina. In quell’occasione era presente la scrittrice eolo-argentina Susana Tesoriero (autrice del libro Emigrazione eoliana in Argentina), e inoltre nei locali della Biblioteca era stata organizzata una mostra fotografica e la proiezione di un documentario, Paradisi tramandati di Fabio Gargotta, nel quale si parlava anche della famiglia Materia.

«Sia in Italia che in Argentina – afferma Stefano Materia – mi sento sempre italiano. Mio padre Alberto e i suoi cinque fratelli (Paolo, Manlio, Vittorio, Francesco e Antonio) sono emigrati, nel 1949, in Argentina, a Mar del Plata, dove si sono portati avanti gradualmente con grandi sacrifici e hanno potuto realizzare un’industria chimica, che oggi conta più di 130 dipendenti. Rispettiamo l’Argentina perché ci siamo trovati bene e siamo stati trattati bene; ma essere di origine italiana e, quindi eoliana, per me è un grande motivo di orgoglio. E in Argentina i miei genitori e zii hanno trapiantato un pezzo di italianità e di eolianità, hanno portato i valori della cultura italiana e della eolianità siciliana. Mio padre Alberto, tra l’altro, a Mar del Plata, è stato presidente della Società Dante Alighieri, del Circolo italiano, della Camera di commercio italiana, del Comitato scolastico italiano all’estero e dell’Istituto italiano di cultura».

«Inoltre – prosegue Stefano – sempre in base all’esperienza acquisita nel settore della viticoltura a Salina (dove da secoli si producono vino, vino cotto e malvasìa), i Materia hanno portato in Argentina anche le tecniche di elaborazione di questi due prodotti che, oggi più che mai, rappresentano due tesori importanti dell’isola eoliana».

In un passato recente, la famiglia Materia ha realizzato a San Juan, a Nord ovest dell’Argentina, un’azienda per la produzione del mosto concentrato, che ha contatti commerciali con l’industria italiana, giapponese, nordamericana e anche di altri Paesi europei. Nonostante tutti questi successi raggiunti in Argentina, però, per la famiglia Materia, per i loro figli e i nipoti resta Salina «l’isola del cuore».
 

---Nel Patio della Biblioteca Comunale di Malfa, il giorno 5 luglio, alle ore 19,00, sarà presentato il libro di Andrea Vismara "IDDU" , così definito dagli abitanti dell'isola il vulcano Stromboli. Dieci personaggi con dieci storie diverse, convergono dai quattro angoli della Terra nell'isola eoliana, accomunati e spinti da una ricerca personale. Si tratta di un romanzo avvincente, fatto di strade che s'incrociano, con un'ambientazione internazionale che va da Londra a Los Angeles, da Milano a Roma, dal Cile all'Australia, sino, appunto, all'isola di Stromboli. L'incontro, condotto da Antonio Brundu, sarà allietato dalle note al pianoforte del maestro Giuseppe Salvini.

--Nell'isola di Salina si sono conclusi i corsi organizzati, annualmente, dalla Fondazione Salina e che, quest'anno, erano così suddivisi: a Leni, Val di Chiesa e Santa Marina il decuopage; a Leni e Santa Marina dolci, maglie e uncinetto.

(Nella foto di Antonio Brundu: alcuni lavori esposti nei locali della Fondazione).Visibilmente soddisfatto dei risultati il Presidente della Fondazione Salina, il rag.Nuccio Russo, il quale ha affermato che "è nostra intenzione continuare ad organizzare i corsi anche per il prossimo anno, considerata la partecipazione e l'interesse che hanno mostrato tutti i partecipanti, specie a Val di Chiesa dove, per la prima volta, gli anziani della Casa di Riposo attigua al Santuario della Madonna del Terzito hanno portato a termine dei lavori in modo encomiabile". 

 

All'incontro hanno preso parte numerose persone che hanno potuto ammirare tutti i prodotti realizzati durante i corsi e, tramite una "pesca", sono stati distribuiti ai presenti ed il ricavato è stato devoluto per la Casa di Riposo. Presenti, tra l'altro, il Sindaco del Comune di Leni Riccardo Gullo, gli Assessori alla Cultura dei Comuni di Malfa e Santa Marina Salina (rispettivamente Clara Rametta e Linda Sidoti), l'assessore del Comune di Lipari Davide Starvaggi, i consiglieri liparesi Antonio Casilli e Ugo Bertè. E poi le suore della Casa di Riposo di Val di Chiesa (suor Scolastica e suor Luisa), P. Augusto ( vice parroco della Parrocchia San Giuseppe di Leni) e P. Alessandro , che ha posto in evidenza l'importanza delle attività organizzate dalla Fondazione Salina sin dalla sua costituzione, avvenuta nel 1976, ad opera dei coniugi svizzeri Adrian e Regina Martin.Non sono mancati i dolci tipici eoliani, tra cui le "paste di mandorle" approntate con arte e maestrìa dalla signora Sina Paino di Capo Gramignazzo; mentre la figlia Giovanna Paino ha preparato, tra l'altro, una torta prelibata per festeggiare il compleanno di P. Alessandro, che fa parte (per conto dell'Arcivescovo di Messina) del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Salina, che si dedica alla valorizzazione della cultura eoliana, alla formazione professionale ed agricola per l'occupazione della gioventù locale.

---RESTAURATA L'EDICOLA VOTIVA A CAPO FARO TRA MALFA E SANTA MARINA SALINA.
Subito dopo Capo Faro, lungo la strada provinciale che da Malfa conduce a Santa Marina Salina, proprio al confine di quest'ultimo Comune, si trova ubicata una piccola edicola votiva scavata nella nera roccia tufacea. E' stata realizzata nel 1953 dal mastro muratore Domenico Crisafulli di Gianpilieri (provincia di Messina),il quale, proprio in quell'anno, lavorava per la costruzione della strada medesima, i cui lavori sono stati iniziati nel 1951 ed ultimati nel 1954. La piccola edicola votiva è stata, recentemente, restaurata da Elio Benenati di Santa Marina Salina, che ha ridato un nuovo splendore a questo manufatto, che rappresenta una testimonianza della religiosità popolare e della spiritualità umana (nella foto di Antonio Brundu: Elio Benenati dopo avere ultimato i lavori).Ho chiesto notizie a Giacomino Merlino di Capo Faro, il quale è stato esauriente nel fornirmi notizie su questa storia che risale, appunto, agli anni '50. Il mastro Crisafulli, inizialmente, ha posto una immagine della Madonna di Fatima, che si venera nel famoso Santuario Mariano situato nell'omonima frazione di Cova da Iria (Portogallo). In seguito la nicchia devozionale è stata rifinita da Bartolomeo Zavona (anche lui mastro muratore), nato a Lingua nel 1888 e residente, all'epoca, a Capo Faro; mentre lo sportellino in legno con il vetro è stato posto, tanti anni fa, da Letterio Mirenda di Leni. Diverse persone (come Giacomino Merlino e Rosalia Garito "Liuccia") hanno avuto cura di portare un lumino per illuminare la statuina della Madonna e una sua immagine di latta con la scritta "Mater Dolorosa" ed ora, è stata rimessa la figura della Madonna di Fatima fornita dal signor Merlino. Queste strutture (edicole votive, "chiesuoli" e "chiesuoleddi"), già presenti nelle forme di religiosità della Grecia classica e sviluppatesi, ulteriormente, nei vari culti delle divinità minori in epoca ellenistica, sono stati edificati, in età cristiana, come segno tangibile di devozione e per assicurarsi la protezione di un Santo o della Madonna, ritenuti meritevoli a seguito di una grazia concessa o di un miracolo ricevuto. Ecco perché all'interno di questi incavi nella roccia o nelle piccole "chiesuole" e "chiesuoleddi", sparse in tutte le isole, vengono posti ceri, candele o lumini ad olio quale segno di ringraziamento e di gratitudine. Nel 1987 alunni liparesi dell'Istituto Tecnico Commerciale "Isabella Conti" di Lipari hanno condotto, sotto la guida della professoressa Beatrice Giunta, una ricerca su alcune chiesette costruite, in passato, nella principale isola eoliana e tale lavoro è stato pubblicato, nel 1989, in un volume dal titolo "Chiese degradate a Lipari", dove si evince lo stato di abbandono ed il conseguente deperimento per incuria delle chiesette. Dovrebbe essere, quindi, un impegno quello di salvare e tutelare un patrimonio che appartiene alla storia umana e religiosa della comunità. A tal proposito, nel 1992, la Sezione dei Beni Etno-antropologici della Soprintendenza per i Beni Culturali di Messina, ha vincolato nel territorio del Comune di Malfa, su segnalazione dell'Assessore alla Cultura del tempo Melina Ciccolo, ben diciotto cappellette votive (che risalgono al 18° e 19° secolo) quali beni di interesse storico, religioso, etno-antropologico, artistico ed architettonico (la medesima cosa è stata fatta anche nei Comuni di Leni e di Santa Marina Salina). Le antiche "chiesuole", nonostante molte di esse sono state rimaneggiate e ristrutturate nel corso degli ultimi 50 anni, conservano la tipologia originaria, costituiscono una preziosa testimonianza di religiosità popolare e rappresentano un aspetto della "memoria storica" nella cultura tradizionale isolana.

---A VAL DI CHIESA RITORNANO LE SUORE NELLA CASA DI RIPOSO.
Nell'isola di Salina, dopo la partenza delle suore Serve dei Poveri dalla Casa di Riposo del Santuario di Val di Chiesa, dove avevano prestato, da quasi 60 anni, la loro opera caritatevole per gli anziani delle isole Eolie, sono giunte, recentemente, da Roma, due suore appartenenti alla Congregazione "Serve del Figlio di Dio", le quali hanno accettato di svolgere la loro generosa attività nell'isola eoliana, dopo l'accordo sancìto tra la Curia Arcivescovile di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela e la suddetta Congregazione. L'Arcivescovo Mons. Calogero La Piana, lo scorso anno, dopo i dovuti contatti con la Madre Generale delle suore, aveva dato incarico a don Alessandro Lo Nardo (Rettore del Santuario di Val di Chiesa e parroco di Santa Marina Salina) di assumere l'impegno per la gestione della Casa di Riposo. P. Alessandro, pur consapevole della enorme responsabilità che si era assunto, ha dato tutto se stesso per garantire la continuazione ed il funzionamento dell'Opera . Grande è stata la sua gioia quando la Congregazione "Serve del Figlio di Dio" ha accettato di mandare nelle Eolie le proprie suore, dopo che due di loro (suor Scolastica e suor Rosy), nello scorso mese di dicembre, in occasione della Festa dedicata alla Madonna Immacolata, erano venute a vedere la Casa di Riposo ed il Santuario della Madonna del Terzito. Così, nella prima decade del mese di marzo di quest'anno, sono arrivate a Val di Chiesa suor Scolastica e suor Luisa, le quali hanno iniziato subito il loro generoso lavoro nella Casa di Riposo. P. Alessandro, durante la Celebrazione Eucaristica le ha presentate all'intera comunità: " Con la gioia nel cuore- ha affermato il parroco- ringraziamo il Signore perché ha esaudito la nostra preghiera. Abbiamo sofferto molto nell'anno che è trascorso, quando abbiamo dovuto salutare le nostre carissime suor Maria Speranza e suor Filotea della Congregazione Serve dei Poveri, che hanno dovuto lasciare la nostra Casa di Riposo ed il Santuario e, quindi Salina e le Eolie a seguito della carenza di vocazioni. E tutti ci siamo detti: Signore, perché? La Casa di Riposo è stata voluta dalla nostra Madre, la Madonna del Terzito ed è nata con le suore e deve continuare ad avere la presenza delle suore. Più volte abbiamo chiesto al Signore che ci aprisse una strada ed abbiamo interpellato tante Congregazioni al fine di darci una mano nel continuare la bella Opera della Casa di Riposo divenuta un fiore all'occhiello della nostra Diocesi. Dallo scorso anno, in tutti questi lunghi mesi siamo andati avanti con le nostre forze, con il personale, con gli infermieri e con i collaboratori. E' stato un periodo difficile; ma, adesso, il Signore ci ha donato la Congregazione Serve del Figlio di Dio, un grande dono che si è concretizzato nelle persone di suor Scolastica e suor Luisa, che ringrazio per avere accettato di venire a vivere con noi, in questa bella famiglia che è Salina. La presenza delle suore è fondamentale perché è cuore pulsante di una Chiesa che si prende cura dei nostra cari anziani e dei bisognosi. E tutto sempre sotto la protezione e la Luce della Madonna del Terzito".

Nella foto di Antonio Brundu: Santuario di Val di Chiesa. Da sinistra Suor Luisa, Padre Alessandro Lo Nardo e suor Scolastica.

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