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di Luigi Mobilia*

Egregio Direttore,
a segutito dell’articolo pubblicato l'altro ieri dal Suo Notiziario ho ricevuto diversi messaggi di apprezzamento e mi riferiscono, altresì, di commenti di disappunto scritti sul Suo profilo fb, come è normale che sia in un paese libero.
Come già ho avuto modo di chiarire nella mia precedente, ribadisco ancora una volta che a scriverle non mi spingono motivi personali e/o econominici, né cerco l’approvazione di alcuno.

Tuttavia, alcuni isolani hanno ritenuto di dovermi rivolgere delle domande e chiedermi dei chiarimenti su molti problemi che riguardano la gestione delle casse comunali e le entrate della stessa.
Quesiti a cui non ho saputo dare risposte e per tale motivo mi rivolgo nuovamente a Lei affinchè possa dare quelle risposte e quei chiarimenti che non ho saputo dare.
In particolare, mi è stato riferito che sembrerebbe che Questa Amministrazione avrebbe perso almeno 21 ricorsi dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale proposti da altrettanti gestori commerciali dell’isola, relativamente alle ordinanze di giunta comunale aventi ad oggetto le restrizioni dell’uso del suolo pubblico da parte degli stessi.

Sembrerebbe, sempre dalle informazioni ricevute dallo scrivente, che figurerebbero già a bilancio del Comune, spese per circa € 180.000,00 per compensi legali per i professionisti che avrebbero assistito e difeso l’amministrazione nei suddetti giudizi, cui, però, andrebbero aggiunti almeno altrettante somme o poco meno (pare che la cifra si aggiri intorno ad € 160.000,00) per tutte le condanne alla rifusione delle spese legali dei ricorrenrti vincitori (gestori esercizi commerciali), subite dal Comune di Lipari in tali giudizi per aver perso i ricorsi proposti dagli esercenti destinatari di tali atti amministrativi, evidentemente, illegittimi.

A tali importi andrebbero aggiunte anche le somme che verranno liquidate a titolo di risarcimento danni riconosciuti dall’Autorità Giudiziaria, somme ancora non quantificate complessivamente (pare che l’amministrazione stia valutando l’ipotesi transattiva con almeno un solo dei ricorrenti, a titolo di risarcimento danni, per circa 80/90 mila euro, ci si immagini per tutti gli altri 20 restanti) questi che, però, non potranno che gravare sulle casse del Comune.

Ne deriva che, a seguito di atti amministrativi adottati da Questa amministrzione, a quanto pare, illegittimiamente, stante gli esiti negativi dei giudizi già conclusi, graveranno, sulle casse comunali e, quindi, sui cittadini di Lipari, somme ingenti che, quasi certamente, potranno superare e/o sfiorare, se non superare il milione di euro, se gli importi riferiti verranno confermati dagli atti giudiziaria, a titolo di spese legali e risarcimento danni per i mancati guadagni subiti dagli imprenditori, per le perdite subite durante i periodi nei quali erano vigenti gli atti amministrativi illegittimi.

Si pensi che con tali importi, se confermati – ammontanti a circa un milione di euro, se non oltre – l’amministrazione avrebbe potuto stanziarli per circa 20 festività di S. Bartolomeo, viste le somme stanziate quest’anno per i festeggiamenti pari ad € 50.000.

Non sarebbe stato più utile ed opportuno evitare tale spreco di danaro pubblico, i cui effetti – deposito e notifiche di tutte le sentenze nei 21 giudizi pendenti – si potranno avvertire e conoscere solo nel prossimo autunno.
Tali spese avranno, ancora una volta, una ricaduta sulla vita dell’intera comunità per scelte, a parere dell’autorità giudiziaria amministrativa, errate.
Ci si chiede se l’amministrazione stia informando adeguatamente la comunità intera dell’andamento delle proprie scelte amministrative i cui esiti negativi si riverberanno inevitabilmente sulle loro tasche.

Lo scrivente è stato destinatario anche di un ulteriore quesito da parte di alcuni compaesani.

E’ stato richiesto se corrispondesse al vero che, da moltissimi anni, i gestori dei moli galleggianti presenti a Lipari, in particolare, a Marina Lunga e, probabilmente, anche quelli presenti al Porto di Pignataro ovvero a Marica Corta, non stiano pagando, come giusto che sia, le tasse comunali gravanti sulle proprie attività ed, in particolare, la tassa sui rifiuti o, piuttosto, è vera la notizia secondo cui, tali imprenditori eoliani, non abbiano pagato tali tasse, ricorrendo all’autorità gudiziaria per contestarne gli importi.
Perché, a quanto risulterebbe ad alcuni cittadini di Lipari, tali imprenditori, ricevuta la richiesta di pagamento della tassa per lo smaltimento dei rifiuti inerente a quelli prodotti dalla loro attività imprenditoriale – Gestione degli ormeggi dei piccoli, medi e grandi natanti ed imbarcazioni da diporto – avrebbero proposto, ogni anno, ricorso all’autorità giudiziaria competente per non corrispondere quanto dovuto all’amministrazione comunale per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti prodotti dalle loro attività imprenditoriali.

Adesso, al di là, del diritto di ciascun soggetto, privato, pubblico ovvero impresa, di poter legittimamente contestare la legittimità o meno della richiesta di pagamento delle tasse per i servizi ricevuti, ciò che rileva non è tanto l’aspetto giuridico-formale della legittimità o meno di dover pagare le tasse ma, piuttosto, l’aspetto morale ed etico che colpisce i cittadini.
Se è legittimo fare impresa, diritto costituzionalmente riconosciuto, è altrettanto doveroso da parte degli imprenditori, come di qualsiasi cittadino, contribuire alla spesa pubblica pagando le tasse per i servizi resi dallo Stato.

Non è accettabile e, a questo punto Direttore mi rivolgo a Lei, che ci siano imprenditori che facciano impresa, guadagnino, anche abbastanza, visti gli importi dei costi di ormeggio richiesti dai vari gestori dei moli galleggianti di Lipari e, di contro, si facciano lecito non pagare le tasse dovute, rifugiandosi dietro postille ed eccezioni giuridiche che non hanno altro effetto che quello di gravare, ancora una volta, sempre più sui cittadini onesti che contribuiscono al bene comune.

Se fosse vera l’informazione ricevuta, la condotta di detti imprenditori sarebbe, a dir poco riprorevole e di inaudita gravità: una mala gestio quindi dell’amministrazione perpetrata da diversi anni (cattiva gestione anche delle precedenti amministrazioni alla attuale) che arrecherebbe solo danni alla comunità e spese di gestione di attività imprenditoriali importanti che, pur gravando sull’intera comunità, si arrichirebbero alle spalle ed alle spese di tutti i cittadini; imprenditori che non solo non contribuirebbero alla gestione della res pubblica, ma graverebbero sulla stessa fruendo di servizi mai pagati, ma gentilmente offerti gratuitamente dall’amministrazione comunale.

Se fosse, dunque, corretto quanto riferito allo scrivente, ci si chiede, di ciò le autorità comunali hanno correttamente informato l’opinione pubblica?
E’ stato fatto tutto quanto era in loro dovere per far contribuire tali imprenditori alle spese comuni e, in caso negativo, perché non si è proposto e/o revocato loro le concessioni o richiesto agli enti competenti la revoca delle concessioni vigenti per tutti coloro i quali non abbiano inteso contribuire alle spese pubbliche accumulando solo ingenti guadagni a spese di tutti i Liparoti?

Cosa è stato fatto e cosa andava fatto che non è stato messo in atto dalle parti coinvolte nella gestione di tali mancati incassi per l’amministrazione comunale nel corso di questi anni?
Con l’auspicio che la presente possa contribuire al miglioramento della cosa comune, porgo cordiali saluti.

*Avvocato originario di Lipari che vive a Messina 

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