di Angelo Pajno*
La foca ed il Convento.
Caspita, anche la foca monaca nel nostro mare!
Ma non doveva estinguersi alla fine del secondo millennio?
E di poi, come mai tale specie - che, scopriamo solo adesso grazie ad illuminati pareri, non solo è ben lungi dall’ esser relegata nel libro dei ricordi delle specie estinte ma pare godere, anzi, di ottima salute proprio nel nostro tanto bistrattato mar mediterraneo - è di casa anche nelle nostre isole?
E analogamente dicasi per le tartarughe siccome per i delfini etc.
Ma allora, da uomo della strada ingenuamente mi chiedo: se il mare nostrum così come è adesso, senza vincoli, limitazioni, espunzione della razza umana nelle sue diverse articolazioni antropologiche e lavorative risulta così attrattivo per la suddetta fauna marina per quale recondito motivo l’uomo ne deve comunque essere estromesso?
Eppure, contrari assunti auspicano, or più che mai, la costituzione di una AMP che garantisca comunque una migliore “nursery” a questi amici marini.
E’ un peccato che altrettanto interesse non sia riservato a chi queste isole le abita e le vive per 360 giorni l’anno nonostante i disagi ed i costi, nonostante non abbia più oramai da anni una adeguata assistenza sanitaria, nonostante le “nurseries” per i nostri figli si chiamino oggi Milazzo, Patti, Messina, Catania e non più Lipari (o Leni o Malfa o Santa Marina Salina), nonostante non abbia più la garanzia di potersi muovere verso la terraferma per le proprie necessità, talvolta anche minime, per oramai ataviche difficoltà infrastrutturali e di trasporto.
Mi chiedo quindi, sempre da uomo della strada, meritiamo noi, figli di un “Eolo Minore”, un trattamento quantomeno pari a quello riservato elle testuggini marine (un tempo prelibatezza culinaria per i palati dei nostri nonni), ai delfini, alle foche monache e a chi più ne ha più ne metta?
Eppure pare si spenderanno in un futuro prossimo circa 200.000,00 euro per un improbabile tentativo di riforestazione della posidonia oceanica in quel di Salina con immancabile e conseguenziale limitazione al godimento del mare di Pollara.
In pratica, una sorta di avanscoperta per saggiare …il territorio.
Tanti auguri agli amici di Salina, in particolare ai pescatori dell’isola, con un amichevole invito: andate a leggervi – con attenzione però – la relazione di recente commissionata dal sedicente comitato pro AMP di Salina ad una società privata, è stata consegnata proprio questa estate.
Conclusivamente: più che “life delfi” credo che, se non apriamo bene gli occhi, a breve dovremo occuparci di un “life Homo Aeolianum” .
E la foca monaca? Dopo una salutare passeggiata, ed una spuntatina ai baffi, è….tornata in Convento e manda a tutti i suoi più affettuosi saluti!
*Avvocato - Associazione “Eolie mare libero” (che non vuol dire privo di tutela)
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QUANDO SI SUPERA IL LIMITE
La nostra Carta Costituzionale che, ahimè, pochi conoscono, è universalmente riconosciuta come una delle più avanzate tra quelle delle democrazie occidentali. Mi permetto ricordare quanto essa dispone, ad esempio, all’art.3, non a caso inserito tra i Principi Fondamentali….. “ Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Oggi si fa un gran parlare, spesso non proprio a ragion veduta, di violenza di genere, di discriminazione in base alle attitudini sessuali et similia, si invocano provvedimenti forcaioli a prescindere, si colorano le piazze e le panchine dei parchi di rosso dimenticando però che una violenza E’ una violenza, indipendentemente dal soggetto che la pratica o da quello che la riceve, ed una discriminazione E’ una discriminazione sempre a prescindere dal soggetto che la pone in essere o da quello che la subisce.
Già nell’immediato dopoguerra uomini illuminati e forgiati nel carattere dalla resistenza al regime fascista, che per molti di loro è costata lutti e segregazioni, sono stati capaci di scrivere quelle parole, pesanti come macigni, che oggi ritroviamo nell’art. 3 della nostra Costituzione.
Eppure quel discrimine viene oggi fortemente fomentato in danno di quei cittadini che, nel legittimo esercizio del diritto all’autodeterminazione e nel pieno rispetto di quell’altra norma contenuta in Costituzione all’art.32, secondo comma (“Nessuno puo' essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge ”) hanno deciso di non sottoporsi alla vaccinazione c.d. anti-covid.
Ovviamente non entro nel merito delle ragioni dell’una o dell’altra parte che ai fini di queste riflessioni non interessano in quanto mi preme invece affrontare le questioni di “principio” e qual mezzo al fine mi pongo quindi alcune semplici domande: è lecito additare al pubblico ludibrio chi ha deciso, almeno al momento, di non vaccinarsi? E’ giusto trattare tali soggetti come untori a prescindere, irresponsabili, incivili, elementi da emarginare da ogni contesto sociale ammendando la loro decisione con uno sguaiato e poco urbano….”ma non rompano i co…..ni e vadano a vaccinarsi”?
Tali fulgide menti rifuggono, per colpa o ignoranza non sta a me dirlo ( anche se propendo più per la seconda ipotesi) da quell’inciso, contenuto sempre nel summentovato secondo comma della norma costituzionale in disamina che, coordinandosi con il primo comma ( “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita',……”), deroga al principio generale della intangibilità del diritto del singolo a non essere coattivamente sottoposto a trattamento sanitario laddove dispone che tale esigenza sia sancita da specifica “disposizione di legge”.
Orbene, al momento attuale non mi risulta vigente alcuna disposizione di legge che imponga tale obbligo, ergo…. tutti quei commenti di cui ho detto, gratuitamente offensivi, postati/riferiti/ululati all’indirizzo dei non vaccinati, lasciano il tempo che trovano e finiscono per offendere semplicemente l’intelligenza dei loro autori paradossalmente irrobustendo, in virtù di una reazione eguale e contraria, le convinzioni dei destinatari.
Alla luce di tale disarmante considerazione ci si dovrebbe quindi interrogare sulle motivazioni per le quali Governo e Parlamento non hanno inteso, ad oggi, fare ricorso a tale deroga al suddetto principio costituzionale. E forse, per avere una risposta, si dovrebbe porre attenzione ai numerosi “omissis” presenti nelle copie distribuite alla stampa dei contratti di acquisto dei vaccini stipulati dalla Comunità europea con le varie case produttrici.
Ma di questo si potrà discutere, se vi è interesse all’argomento, in un secondo momento.
Stranisce invece come taluno, anche di recente, abbia ironizzato sulla costituzione di un Comitato cittadino per la tutela dei diritti fondamentali, del quale mi onoro essere uno dei soci fondatori, senza avere conoscenza alcuna dello statuto e quindi dei compiti che si prefigge e che, attualmente, ha solo recepito, facendosene portavoce, le difficoltà dei concittadini non vaccinati (che hanno quindi esercitato semplicemente un loro legittimo diritto costituzionalmente garantito) residenti nelle isole più periferiche dell’arcipelago nell’ottenere il tampone nell’arco della intera settimana e quindi, nel pieno rispetto della legge attuale, di potersi spostare per le esigenze più varie sia nelle altre isole che verso la terraferma.
Sarebbe opportuno informarsi prima di emettere sentenze sommarie di condanna dalla motivazione abnorme.
Solo un’ ultima riflessione su quanto letto oggi sul Notiziario circa la vergognosa campagna pubblicitaria posta in essere dal Commissario per l’emergenza Covid di Messina, tale Alberto Firenze.
Un tempo i nostri predecessori, soggetti non certo adusi all’uso del dolce stil novo nell’esprimere le loro opinioni, avrebbero semplicemente al riguardo commentato…”stavolta l’ha fatta proprio fuori dal vaso!”
Avevo anticipato nella mia ultima sull’argomento AMP che, dopo la imbarazzante smentita dei colleghi primi cittadini di Salina, e la “tirata d’orecchi” da parte del Ministero dell’Ambiente, per il Sindaco di Malfa si profilava una ulteriore, cocente, smentita da parte della categoria peschereccia dell’Isola, e malfitana in particolare.
Chi ha avuto la pazienza, o la bontà, di seguire i miei scritti più recenti sull’argomento ricorderà infatti l’indignazione dei pescatori salinari per essere stati oggetto di una sorta di non voluta, né cercata, “cooptazione” alla causa della Area Marina Protetta delle Isole Eolie sponsorizzata dal (solo) Sindaco di Malfa, Dott.ssa Clara Rametta.
E ciò per avere essi aderito all’invito agli stessi rivolto da alcune associazioni ambientaliste (Blue Marine Fundation e Aeolian Island Preservation Fund) per una pesca sostenibile e responsabile, peraltro dagli stessi già praticata nell’ordinario.
Ebbene, l’improvvido riferimento della Dott.ssa Rametta a tale adesione quale elemento dirimente a conferma della condivisione della categoria alla istituzione della AMP, e per come tale spesa anche in sede ministeriale, ha mandato su tutte le furie i pescatori salinari – con qualche isolata e numericamente irrisoria eccezione – i quali si sono visti attribuire intenzioni dagli stessi giammai manifestate essendo gli stessi assolutamente contrari alla istituzione di ulteriori vincoli che si sarebbero certamente, quanto negativamente, riverberati anche sulla attività di pesca.
Ineluttabile conseguenza: una piccata nota, inoltrata alcuni giorni addietro dai pescatori di Malfa e da due (sui tre firmatari originari) di Leni con la quale si stigmatizza il comportamento certamente poco “trasparente”, quantomeno nel fine ultimo, delle succitate associazioni ambientaliste copia della quale è stata rimessa, per conoscenza, alla nostra associazione e che oggi allego alla presente.
Ma non è finita!
Evidentemente sfruttando le proprie conoscenze giornalistiche nel campo enogastronomico – certamente di pregio quanto alla attività principale del Sindaco malfitano – questa si è data cura di “lanciare” l’allarme circa una preoccupante penuria, quale anticamera della estinzione, del totano nei nostri mari, tanto da invocare vieppiù, quale unico e taumaturgico rimedio…..l’immancabile AMP.
Apriti cielo!
Determinata e ferma la reazione del COGEPA isole Eolie che ha smentito categoricamente l’imminente estinzione di tale, noto, mollusco cefalopode nei nostri mari.
Ironico il commento della marineria malfitana – che ovviamente smentisce l’assunto – la quale si è fatta sentire attraverso una pregevole intervista del Dott. Antonio Brundu al Sig. Antonello Randazzo che, per chi ne avesse interesse, può essere vista ed ascoltata accedendo al seguente link: https://www.facebook.com/antonio.brundu.9/videos/10224698151992092/?d=n
In sintesi: ancora una volta emerge il tentativo di adulterare la realtà piegandola ai propri desiderata che, intendiamoci, saranno anche dettati da buona fede ed altrettanto sincere intenzioni, ma che abbisognerebbero di un più approfondito contatto con la comunità eoliana che non può certamente essere postumo ma tassativamente prioritario.
Ed il principio si appalesa ancor più cogente allorquando di tratta di pubblici amministratori in quanto, se i magistrati amministrano la giustizia “In nome del Popolo”, i primi devono orientare il proprio agire politico “Nell’interesse del Popolo”.
E proprio per questo, Dott.ssa Rametta, il Ministero ha obliterato come errato il Suo ragionamento:
prima si dia ampia informazione ai cittadini offrendo loro una divulgazione corretta ed equidistante dalle opposte correnti di pensiero sì da poterne consapevolmente orientare le scelte e solo successivamente, qualora la Sua proposta trovi maggioritario consenso, si bussi alle porte ministeriali.
Tutto il resto…è noia.
*Associazione Eolie Mare Libero”, che non vuol dire privo di tutela