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Incontro alla scoperta del patrimonio marino delle Isole Eolie e dei progetti in corso per proteggerlo

Si è tenuto a Porto delle Genti a Lipari, un importante incontro con il Sottosegretario di Stato per il Ministero dell’Ambiente, l’Onorevole Roberto Morassut, il Sindaco di Lipari (Isole Eolie), Marco Giorgianni ed il padrone di casa, il Cav. Luca Del Bono, Presidente dell’Aeolian Islands Preservation Foundation, insieme alle principali associazioni che lavorano per portare avanti progetti di tutela e valorizzazione del mare delle Eolie.

L’incontro è stato organizzato da Ambra Messina, Direttrice di Aeolian Islands Preservation Foundation. Tra partecipanti il Senatore Raffaele Ranucci, cittadino onorario di Lipari, Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo; Monica Blasi, Presidente di Filicudi Wildlife Conservation; Andrea Morello, Presidente di Sea Shepherd; Carmelo Isgrò, Direttore del MuMa Museo del Mare di Milazzo; Rosi Mollica, amministratrice Gente di Mare; l’Onorevole Roberto Morassut, Sottosegretario di Stato per il Ministero dell’Ambiente e il Sindaco di Lipari, Marco Giorgianni.

Dopo l’incontro è stata inaugurata la grotta di Porto delle Genti, sede di Gente di Mare, allestita da Carmelo Isgrò, con la benedizione del Sacerdote di Lipari Don Bartolo Saltalamacchia.

La fondazione festeggia quest’anno i 5 anni dalla sua nascita e dal 2015 ha raccolto oltre 1 milione di euro (500.000 € direttamente da donatori diretti AIPF) che sono stati destinati a iniziative per preservare e ripristinare gli ambienti naturali delle Isole Eolie e per coinvolgere la comunità e i portatori di interesse in un percorso informativo e di sensibilizzazione.

Tutte le associazioni con cui la fondazione collabora, hanno portato avanti in questi anni, progetti importanti di conservazione degli ambienti marini eoliani, dalla lotta alla plastica e alla pesca illegale, alla preservazione delle specie marine a rischio, alla sensibilizzazione attraverso progetti informativi ed educativi che hanno coinvolto la comunità ed i più piccoli.

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Dopo l’incontro è stata inaugurata e benedetta la grotta del Porto delle Genti, sede di Gente di Mare, allestita da Carmelo Isgrò, che ha deciso di utilizzare lo spazio per far conoscere la storia di San Bartolomeo, patrono di Lipari, e del Porto delle Genti, alla presenza del sacerdote Don Bartolo Saltalamacchia.

Tramite una suggestione è stata ricreata l’atmosfera che si respirava nel luogo, durante la notte del 13 Febbraio del 264 DC, quando durante una tempesta invernale arrivarono le spoglie di San Bartolomeo, con il “vascidduzzu” in località Portinente, oggi conosciuto come porto delle Genti.

La grotta è stata allestita con file multimediali e audio creati appositamente per la grotta, grazie anche al supporto dello storico Pino La Greca. Si ringrazia Carmelo Isgrò per il prezioso contributo.

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LE REAZIONI: AVVOCATO ANGELO PAJNO

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di Angelo Pajno

L' ennesimo affronto!

Ancora una volta...passi lo straniero!
Si calpesti pure la gente eoliana, non la si ritenga degna di esporre il proprio pensiero, gente evidentemente ignorante da tenere in disparte, non degna di essere coinvolta e ascoltata. Popolazione indigena da prendere per il naso con qualche manciata di conchiglie, pezzi di vetro colorato e schegge di specchio come altri conquistadores preseso per il naso altre popolazioni; correva l'anno 1492.

Questo sgradevole sentimento si ricava leggendo il parterre degli intervenuti al recente incontro voluto Luca Del Bono a Porto delle Genti per discutere di come salvaguardare il mare eoliano.
VERGOGNA!
Porte sbattute in faccia alla popolazione locale che non poteva certamente essere degnamente rappresentata dal Sindaco di Lipari il quale ben conosce il pensiero di buona parte dei suoi amministrati riguardo alla istituzione di ulteriori vincoli e limitazioni al proprio territorio.
Quando infatti al Palacongressi, alcuni anni addietro, si discusse sull'argomento il diniego fu schiacciante, tanto da costringere l'amministrazione comunale a riporre nel cassetto l'insano progetto.

Tutto torna oggi ad essere trattato nelle segrete stanze tra onorevoli a riposo, presidenti e presidentesse di questa o quella confraternita ambientalista, sottosegretari e sodali messinesi del culto, mirabilmente compendiato da Alberto Sordi nelle vesti del Marchese del Grillo, del: " io so' io e voi non siete un c...o".
Peccato, gli inviti al confronto non hanno avuto seguito, ma c'era da aspettarselo, il legittimo e democratico dissenso va ignorato, la plebe sottomessa....per il proprio bene.
Attenzione però! Le più cocenti disfatte sono nate proprio da coloro che si voleva sottomettere.
La storia insegna.
A presto.

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di Ambra Messina*

Gentile Avv. Pajno,
Avremmo voluto tanto ospitare un evento pubblico con gli stakeholders e la comunità tutta, così come stavamo programmando, ma qualche settimana fa stiamo stati avvertiti che con gli ultimi sviluppi del Covid-19, sarebbe stato inopportuno. Pertanto abbiamo colto l’occasione per organizzare un incontro per introdurre i progetti legati al mare, in cui la fondazione ad oggi ha investito, coinvolgendo i nostri più attivi partner e confrontandoci con le autorità. Abbiamo sempre ritenuto che un confronto con la comunità in merito alla valorizzazione del patrimonio marino e ambientale Eoliano sia essenziale, cosa che facciamo già con i singoli portatori di interesse. La fondazione da anni supporta iniziative ambientali locali e chiunque può presentare proposte. Siamo da sempre favorevoli all’idea di creare un team locale che possa affrontare queste tematiche e proporre progetti di tutela del mare e dell'ambiente. Saremo ben felici di valutare e supportare le iniziative della comunità, nessuno escluso, qualora rientrino nei nostri paremetri di azione. Accogliamo favorevolmente l’iniziativa di Rosi Mollica, di cercare di mettere insieme un gruppo Eoliano, l'associazione “Gente di Mare”. Gli associati potranno confrontarsi sul tema, e ci auguriamo che questo possa avere un impatto positivo sul futuro delle isole.
La saluto cordialmente.

*Direttrice Aeolian Islands Preservation Foundation

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di Angelo Sidoti

Caro Direttore,

siamo alle solite in merito al tema “Area Marina Protetta”; sul punto mi permetto di dire che concordo con quanto rappresentato dall’Avv.to Angelo Pajno.

Questa Amministrazione tende sempre ad “appoggiarsi” e mai ad attivarsi, poiché non è in grado di mostrare i “muscoli” soprattutto in temi importanti quali quelli legati al patrimonio delle Isole Eolie e quelli che riguardano la programmazione e lo sviluppo economico del Territorio.

Insomma, la foto di ieri mi fa tornare in mente vecchie immagini raffiguranti il momento in cui il chierichetto consegna l’incenso al celebrante il quale, spargendolo, benedice i Fedeli.

Le riunioni che riguardano i temi del nostro Arcipelago vanno tenute obbligatoriamente presso la sede Istituzionale, ossia nella casa comunale, e non presso l’altrui domicilio (ho tentato, invano, per due anni di far passare questo metodo di lavoro sui grandi progetti, ma alla fine l’hanno avuta vinta altri).

Concordo inoltre sul fatto che sui temi che interessano l’Area Marina Protetta sia necessario un “confronto pubblico” così che i cittadini possano avere la possibilità, non solo di esprimere il proprio libero pensiero, ma di ottenere risposte e di porre domande direttamente a politici e professionisti.

Durante il mio breve incarico da consulente volontario gratuito del nostro Comune, ho anche discusso di AMP con il Capitano di Vascello (cp) Vittorio Alessandro, comandante del Reparto ambientale marino del corpo delle Capitanerie di porto – Guardia costiera, nominato nel 2012 commissario straordinario del Parco nazionale delle Cinque Terre, di cui conservo alcuni scambi di opinioni.

Infine è risaputo che i tempi per raggiungere un ritorno economico da questa tipologia di investimenti sono molto ma molto lunghi. Non solo, vi è la possibilità che possano essere inficiati dal mancato coinvolgimento dei soggetti residenti, attività economiche e liberi cittadini.

Quindi caro Signor Sindaco stai partendo, come al solito, con il piede sbagliato!

 

di Angelo Pajno

Gentile Dott.ssa Messina,
apprezzo tutti coloro che hanno a cuore la tutela del mare, e quello delle nostre isole in particolare, ma quello che non mi sento di condividere è la individuazione a prescindere della istituzione di una AMP a tal fine.
Le chiedo: chi sarebbero e da chi sarebbero stati legittimati come tali i "portatori di interessi" che l'associazione da Lei diretta avrebbe ascoltato?
Le chiedo: per quale motivo, nonostante il vostro impegno per l'AMP sia risalente a diversi anni addietro, mai sino ad oggi è stata coinvolta la collettività locale? La contingenza del COVID-19 da Lei oggi invocata mi sembra oltremodo evanescente come paravento a quello che sembra invece un comportamento scientamente adottato al fine di mettere la comunità eoliana di fronte al fatto compiuto.
Le chiedo: come mai sui c.d. "social" non avete ritenuto di pubblicare uno qualunque dei regolamenti applicati ...in una qualunque delle AA.MM.PP. attualmente attive in Italia?
Le chiedo: come mai non avete invitato, sempre via "social" e nell'ambito di quella che Lei ritiene essere stata una attività comunque divulgativa, la cittadinanza a leggere il contenuto della legge istitutiva delle AA.MM.PP.?
Le chiedo: non Le sembra più corretto, prima di discutere nelle segrete stanze con dei fantomatci "portatori di interessi" verificare, mediante l'ausilo di studi indipendenti, l'effettivo impatto sulla economia dell'arcipelago della sottrazione di consistenti zone di mare alla pesca professionale ed al diporto?
Le chiedo: la Sua associazione si è mai confrontata con gli studi del Prof. Andrea Camperio Ciani , della Universita' di Padova, sulle conseguenze nefaste della istituzione del parco nazionale dell'Arcipelago toscano sulle popolazioni locali la cui opposizione al parco è passata dall'iniziale 50% a punte del 90/95%?
E mi pregio rappresentarLe che il summentovato parco si estende con perimetrazione a mare.
Le chiedo: ha mai avuto modo di leggere lo studio all'epoca comissionato dalla amministrazione Giacomantonio al Prof. De Geronimo, illustre cattedratico catanese, circa la perimetrazione di una AMP alle Eolie? Nel caso, spero si sia resa conto che, solo per le zone A (di tutela integrale e quindi definitivamente off limits), l'arcipelago avrebbe perso alcune delle perle migliori del proprio mare ( le acque sulfuree di Vulcano, spiaggia di levante; gli isolotti di Panarea; la zona della Canna di Filicudi, e mi fermo qui') semplicemente sacrificate sull'altare di una scellerata zonazione.
Le chiedo: Lei crede davvero che le ipotesi di perimetrazione proposte dall'ISPRA, e già (pare) nei cassetti del Ministero, siano poi tanto distanti da quelle del De Geronimo?
E tutto questo mentre il nostro mare si presenta sempre piu vivo e ricco. E non lo attesta certamente il sottoscritto: la dott.ssa Blasi docet.
Comunque La ringrazio per il Suo, cortese, commento al mio precedente intervento e La informo che ha preso vita proprio in data odierna l'associazione "EOLIE, MARE LIBERO" che a breve formalizzera' il proprio atto costitutivo e le cariche sociali.
Spero vi saranno franche e plurime occasioni di confronto, ma mi lasci, La prego, il beneficio del dubbio. Cordialmente.

 

di Ambra Messina

Gentili Avv. Pajno e Dott. Sidoti,
L'unico proposito della fondazione è quello di supportare iniziative locali meritevoli che possano favorire la valorizzazione del territorio e al contempo rappresentare un beneficio socio-economico per la comunità.
L’incontro ha rappresentato una delle tante occasioni per presentare le iniziative supportate dalla fondazione in questi anni, in questo caso alla presenza del Sottosegretario all’Ambiente e del Sindaco di Lipari, per fare il punto sui traguardi raggiunti insieme al network di associazioni coinvolte che hanno portato avanti progetti importanti per proteggere gli ambienti naturali delle isole.
La fondazione non ha fini politici, ma ha a cuore le Isole Eolie e si prefigge di ascoltare le esigenze del territorio tramite associazioni e categorie, supportando al contempo iniziative locali che possano valorizzarne il patrimonio naturalistico. Si tratta di un progetto inclusivo che ambisce a coinvolgere chiunque abbia idee che possano offrire un contributo positivo. Qualunque proposta da parte di singoli o associazioni presentato alla fondazione, che possa contribuire positivamente, sarà valutato. Per maggiori informazioni sulla nostra missione, al seguente link trovate il nostro più recente report: http://aeolianpreservationfoundation.org/wp-content/uploads/2020/08/AIPF_Report_2015-2020-ita.pdf Un cordiale saluto

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di Michele Giacomantonio

Il Notiziario delle Isole Eolie ha pubblicato qualche giorno fa la notizia di un vertice a Porto delle Genti con il sottosegretario all’ambiente, il Sindaco, il segretario del l’Arcivescovo ed altri importanti personaggio. L’obiettivo era quello di portare un contributo alla “protezione del mare” ma si è voluto andare anche oltre e ho letto sul Notiziario che “dopo l’incontro è stata inaugurata e benedetta la grotta del Porto delle Genti, sede di Gente di Mare, allestita da Carmelo Isgrò, che ha deciso di utilizzare lo spazio per far conoscere la storia di San Bartolomeo, patrono di Lipari, e del Porto delle Genti. Tramite una suggestione è stata ricreata l’atmosfera che si respirava nel luogo, durante la notte del 13 Febbraio del 264 DC, quando durante una tempesta invernale arrivarono le spoglie di San Bartolomeo, con il “vascidduzzu” in località Portinente, oggi conosciuto come porto delle Genti”.
Ho letto e riletto varie volte queste righe perché non capisco cosa c’entri il “vascidduzzo” con la venuta di San Bartolomeo. San Bartolomeo, dice la tradizione sarebbe giunto miracolosamente in una cassa di pietra, il “vascedduzzo” fa parte della tradizione di un miracolo del Santo che sarebbe avvenuto più di mille anni dopo.
A questo punto mi sorge un dubbio. Viste le lacune evidenti intorno alla storia del Santo non vorrei che dedicandogli una grotta qualcuno non abbia confuso San Bartolomeo col Bambinello.

 

di Angelo Sidoti

Gentilissima Dott.ssa Messina, non condivido gran parte del Suo riscontro fornito alla mia nota avente ad oggetto l’Area Marina Protetta.

Qualsiasi “Fondazione”, che partecipa o si fa promotore di una iniziativa privata e/o pubblica, deve osservare ed applicare modelli di trasparenza chiari e puntuali.

In vista di tale trasparenza, mi sento di domandarLe chi sono i Finanziatori della Fondazione di cui Lei è direttrice.

In passato mi sono imbattuto in un articolo riguardante tale Fondazione dal quale emergeva che la stessa è stata costituita sotto forma di Trust. Come Lei ben saprà, il Trust è un istituto molto utilizzato dai Paesi anglosassoni (ordinamento common law) anche per il fatto che i Soggetti finanziatori possono partecipare in forma anonima (quasi sempre).

Quando si parla di AMP, si discute di un’iniziativa pubblica regolamentata da leggi dello Stato (area marina protetta Isole Eolie (L.979/82) e richiamate in modelli di pianificazione territoriale, ossia il Piano di Gestione Unesco; in merito a quest’ultimo, secondo il mio parere personale, sarebbe opportuno rivederne totalmente il contenuto poiché oramai vetusto ed inapplicabile in un modello di sviluppo turistico completamente stravolto nelle sue basi rispetto a quello esistente all’epoca della predisposizione del Piano.

L’oggetto dell’incontro quindi, come altresì ben rappresentato dall’Avv.to Pajno, è stato poco chiaro e, a mio parere, anche fuori luogo vista la successiva risonanza pubblica sulla stampa.

Mi preme comunque precisare che non intendo discutere o mettere in discussione la validità delle iniziative da Voi condotte in questi anni, peraltro meritevoli di attenzione, ma ritengo che l’incontro dovesse rimanere una riunione “privata”.

La riunione doveva tenersi presso sede istituzionali ed alla presenza di commissioni consiliari e associazioni di categoria all’uopo costituite in difesa dei diritti dei singoli cittadini.

Cosa posso dire, tutto ciò non mi stupisce poiché questa amministrazione ci ha abituato a scelte inappropriate “nel metodo” e “nel merito”.

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di Pietro Lo Cascio

Il paese degli incontri.

È di qualche giorno fa la notizia di un “importante incontro” (cito testualmente il comunicato stampa) organizzato da AIPF a Lipari sulla “protezione del patrimonio marino”, cui hanno preso parte – tra pochi altri selezionati – il sottosegretario all’ambiente Morassut e il senatore Ranucci. Se la memoria non mi inganna, già qualche anno fa la stessa associazione aveva organizzato un incontro sul medesimo argomento, questa volta a Panarea e con la partecipazione dell’onorevole Casini.
Sembra che l’associazione ami organizzare di tanto in tanto incontri dove esponenti politici nazionali vengono informati dell’esigenza di proteggere gli ambienti marini dell’arcipelago. Del resto, ognuno è libero di incontrarsi dove e quando vuole, e immagino che lo scopo sia quello di rassicurare periodicamente i finanziatori dell’associazione, dato che dopo tali incontri non si registra nulla di nuovo, a parte le folcloristiche polemiche con settori della nostra comunità geneticamente allergici alla parola “protezione”.
Tuttavia, mi chiedo se tali sforzi siano manieristici – e allora non ne parliamo più, va bene lo stesso – oppure improntati a un sincero desiderio di cambiare lo stato delle cose.
Qualcuno nel corso dell’incontro ha forse ricordato a Morassut e Ranucci di fare il lavoro per il quale vengono lautamente pagati? Il primo infatti è un autorevole rappresentante del governo in carica, il secondo siede nell’emiciclo – peraltro in maggioranza – dove si votano le leggi dello Stato. Una di queste, la 244 del 24 dicembre 2007, ha istituito il Parco Nazionale terrestre e marino delle Isole Eolie. Si vuole proteggere il patrimonio marino dell’arcipelago? Bene: basta applicarla.
Morassut e Ranucci lo sanno benissimo, ma il loro enigmatico silenzio – al pari di quello di altri – alimenta uno stato di permanente illegalità: per legge le isole sono Parco Nazionale da tredici anni, eppure assistiamo alle passerelle stagionali di politici incapaci di assumersi qualche responsabilità e di farla finalmente valere, questa legge.
Pantelleria è stata più fortunata: è bastato un incendio nel 2016 e pochi giorni dopo, magicamente, il decreto istitutivo è stato firmato dal Presidente della Repubblica. Da noi, nonostante volenterosi piromani si siano spesi decine di volte per mandare in fumo l’isola, continuiamo a fare “importanti incontri” e a parlarci addosso.
La riflessione va estesa oltre l’episodio che questa volta ha visto come protagonisti di turno Morassut e Ranucci. Per esempio, sul sito “Sicilia 5 Stelle” un comunicato del 12 settembre 2018 annunciava un altro incontro, quello tra i deputati regionali Palmeri, Campo e Trizzino e il ministro Costa (http://www.sicilia5stelle.it/2018/09/ambiente-ministro-costa-incontra-deputati-m5s-sicilia-su-rischio-desertificazione-rifiuti-e-bonifica-coste/) per parlare anche dell’istituendo Parco delle Eolie. Peccato che nulla sia poi stato comunicato riguardo all’esito dello stesso.
Detesto il qualunquismo, ma tirando le somme devo ammettere con dispiacere che siamo veramente nelle mani di nessuno. Siamo ostaggio di una classe politica pavida, priva di una visione, che di fronte a una legge votata in parlamento preferisce girare il naso dall’altra parte e ci condanna all’assenza di strumenti concreti per affrontare il futuro in modo sostenibile.
Evidentemente, in questo paese l’imperativo non è fare, ma incontrarsi.

 

di Angelo Pajno

Leggo con soddisfazione del dibattito cui il mio intervento di qualche giorno addietro ha dato seguito.
E ciò a conferma che le opinioni della comunità locale, spontaneamente costituitasi in libera associazione, non meritano affatto, e semplicisticamente, di essere relegate nell'ambito del mero folklore.
Ancora una volta, infatti, si manca di rispetto a chi, legittimamente quanto democraticamente, esprime una opinione diversa dalla propria e ad essi attribuendo, del tutto gratuitamente, una sorta di ignoranza ambientale ed il dispregio per la tutela del proprio territorio.
Peccato, questo conferma solo una visione monoteistica ed epicentrica del problema.
Si rifugge, invece, dalla sostanza: come conciliare la sacrosanta tutela del territorio - sia terrestre che marino - con le insopprimibili necessita' delle comunità locali.
L'invocata firma tout court del decreto istitutivo del parco terrestre delle Isole Eolie non tiene infatti conto delle numerose criticità emerse nel corso di un incontro istituzionale tenutosi alcuni anni addietro presso il Comune di Lipari con i responsabili regionali del competente assessorato nel corso del quale singoli cittadini ed associazioni hanno esposto le loro legittime e documentate preoccupazioni chiedendo una profonda rivisitazione dello strumento di tutela.
"Protezione" non deve infatti necessariamente intendersi sinonimo di "Privazione", come oggi invece viene apoditticamente coniugato il concetto.
Ed è bene si sappia che tali argomenti vanno affrontati in via preventiva alla istituzione di qualsivoglia strumento di tutela in quanto non sarà più possibile intervenire ex post.
La prova provata di tale lapalissiano assunto ci perviene proprio in questi giorni dalla Corte Costituzionale che ha parzialmente bocciato la recente legge regionale ligure di riduzione della perimetrazione di ben quattro parchi regionali ( Alpi liguri, Antola, Aveto, Beigua ) resasi necessaria per le gravi ricadute negative sulle popolazioni locali della perimetrazione originale.
Bene quindi ha fatto il governo di quella regione ad opporsi aprioristicamente alla trasformazione del parco regionale di Portofino
in parco nazionale, con una mostruosa estensione a ben 22 comuni della relativa perimetrazione, recependo le istanze delle popolazioni locali.
Lo stesso concetto vale per le AA.MM.PP.
Si chiede semplicemente una maggiore onestà intellettuale.

 

di Pietro Lo Cascio

Gentile Avv. Pajno, non voglio polemizzare con lei, lo abbiamo già fatto in passato, conosco e rispetto le sue opinioni, lei conosce le mie. Se il termine “folcloristiche” l’ha disturbata, lo prenda con un pizzico di ironia e accetti le mie scuse. D’altra parte, lei rappresenta la comunità locale tanto quanto la rappresento io. Non voglio tantomeno disquisire di giurisprudenza – è il suo mestiere, non il mio – giacché lei sa benissimo che le leggi dello Stato non attribuiscono ad associazioni locali, consigli e amministrazioni comunali e governi regionali potere di veto o competenze in materia di istituzione di parchi nazionali, che invece sono – e restano – prerogative del governo nazionale. La concertazione, auspicabile e prevista, non è pertanto una condizione indispensabile.

Ai sensi di legge, dunque, le Eolie sono un parco nazionale terrestre e marino dal 2007, ma la fase istitutiva – come sappiamo – langue nel dimenticatoio. Ho già espresso il mio pensiero in merito a tale sconfortante immobilismo, del quale lei probabilmente gioisce.
Purtroppo, indirettamente lei accetta il fatto che molti vincoli – in primo luogo la Rete Natura 2000, ma anche cinque riserve quasi tutte prive di una gestione concreta, oltre a due esistenti solo sulla carta – gravino già oggi sull’arcipelago, senza però trasformarsi in una fase più omogenea ed efficace, che porti finalmente risorse al territorio e lo lanci in una dimensione internazionale per quello che effettivamente è, ovvero una destinazione turistica di straordinario pregio naturale e ambientale. Lei diffida di questo passaggio elencando puntualmente esempi desolanti, io ho fiducia conoscendone altrettanti che mi fanno ben sperare. Come faremo a trovare un punto comune? Chissà.
La situazione nella quale versiamo ricorda quella del sito UNESCO Isole Eolie, designato ben 20 anni fa, ad oggi privo di un ente gestore perché ostaggio dell’incapacità e dei veti incrociati degli amministratori locali. Altri siti, designati anni dopo, sono riusciti invece a dotarsi di questo strumento e così beneficiano di finanziamenti che certamente non risolvono tutto, ma aiutano significativamente l’economia locale. Noi preferiamo accontentarci della carta intestata municipale dove campeggia la scritta “Eolie Patrimonio dell’Umanità”.
Per pari onestà intellettuale, mi piacerebbe udire la sua “Voce” tuonare anche contro questo immobilismo e lo sperpero di risorse che ne consegue, o levarsi contro chi – ancora in questi giorni – distrugge ettari di territorio eoliano mandandolo in fumo. Come mia consuetudine, resto fiducioso.

 

di Ambra Messina

I nomi dei finanziatori della fondazione, che formano il comitato direttivo, sono pubblicati sul sito e sul Report e il bilancio è pubblico. Operiamo in assoluta trasparenza. La fondazione sostiene qualunque iniziativa locale di tutela del mare e ha tra i suoi obiettivi quello di favorire un confronto sulle tematiche ambientali, anche fra chi si occupa di questi temi e le istituzioni. Qualsiasi argomento che affronti la protezione del mare è motivo per noi di confronto, sempre nel rispetto degli equilibri locali e delle decisioni istituzionali.

 

di Angelo Sidoti

Gentile Dott.ssa Messina, fare un rimando non è fornire una risposta.
Comunque ho interrogato la Company House in UK questo è il board attualmente in carica della Fondazione (non vedo il suo nome e non si trova in linea con quanto pubblicato sul sito):

BEVERIDGE, John Caldwell Ruolo ATTIVO Direttore Nazionalità Britannico Paese di residenza Regno Unito, DEL BONO, Luca Ruolo ATTIVO Direttore Nazionalità italiano Paese di residenza Regno Unito, ENTHOVEN, Georgina Anne Ruolo ATTIVO Direttore Nazionalità Britannico Paese di residenza Regno Unito GOLDSMITH, Benjamin James Ruolo RASSEGNATO Direttore Nazionalità Britannico Paese di residenza Regno Unito

Ho dato uno sguardo velocemente al bilancio chiuso al 31.12.2019 nel quale non intravedo disponibilità dirette importanti. Se può spiegare a noi tutti quale è il ruolo della Fondazione e come viene finanziata.

Questa non è solo una curiosità ma soprattutto per la trasparenza.
La ringrazio

 

di Ambra Messina

Gentile Dott Sidoti, Io sono la Direttrice della fondazione, non un finanziatore, non faccio parte del board, né del comitato direttivo. Il board è formato dalle persone che lei menziona e che rappresentano legalmente la fondazione. A questi si aggiungono i membri del comitato direttivo nonché i donatori regolari della fondazione. Le disponibilità dirette di cui lei parla sono esattamente quelle che vede nel bilancio. A questo si aggiungono le donazioni raccolte da organizzazioni con cui abbiamo collaborato o che abbiamo coinvolto per unirsi alla causa (come Blue Marine Foundation e Sea Shepherd), fondi che sono stati destinati direttamente alle iniziative supportate sul territorio, spesso da noi co-finanziate. I finanziatori regolari AIPF annualmente donano una quota che poi viene destinata ad iniziative di tutela dell'ambiente, e chiunque abbia a cuore il tema, può avanzare proposte e richiedere un finanziamento. Mi auguro di aver chiarito definitivamente i suoi dubbi. La saluto cordialmente

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di Domenica Iannello

Da qualche settimana ormai leggo con attenzione i vari interventi e le reazioni per l’incontro tenutosi al Porto delle Genti.
Mi sembra di capire che il problema reale sia sempre quello di una sfrenata opposizione a qualsiasi forma di tutela e conservazione del patrimonio naturalistico delle Isole Eolie e nello specifico questa benedetta AREA MARINA PROTETTA.
Riconosco che ci sono molti altri problemi urgenti da risolvere sul territorio, per primo quello che riguarda un ospedale efficiente che garantisca il diritto alla salute di tutti gli Eoliani.
Sicuramente mettere in atto misure per la salvaguardia del territorio non escludono che si possa anche provvedere contemporaneamente a risolvere anche gli altri problemi.
Sono compiti gravosi per i nostri amministratori, ben coscienti certamente che il loro ruolo gli conceda molti ONORI, ma anche molti ONERI.

Si può e si deve pensare all’ospedale, ma perché non anche all’unica risorsa economica che abbiamo, cioè il mare?
E’ inutile ribadire che ormai le Isole Eolie rappresentino un caso unico a livello nazionale dove manca un’area marina protetta.
I dati scientifici sono molto scoraggianti ed evidenziano la povertà del nostro mare.
Per quanto ancora rimanere sordi?

Io personalmente ho collaborato e collaboro con la fondazione, con la Dott.ssa Messina e con enti che si preoccupano di sviluppare una progettualità nel nostro territorio.
Aver ripulito la zona portuale di Marina Corta da batterie, carrelli della spesa, reti in disuso e molto altro, il tutto fatto con finanziamenti esterni, giusto per citare solo una delle cose fatte per le isole, non rappresenta a mio modesto parere, una cosa negativa, anzi.
Piuttosto che andare a chiedere il come, quanto, il perché, io direi semplicemente grazie.
Tutte le azioni messe in atto hanno sempre e comunque coinvolto una parte della comunità eoliana, quella parte evidentemente più sensibile e più attenta all’ambiente e ad un futuro sostenibile anche per le 7 isole.
Chi legge può facilmente pensare che io mi batto e dibatto che la protezione del mare solo perché ho un diving, ebbene , a questi rispondo che il diving esiste da trent’anni anche senza l’area marina protetta.
Piuttosto credo in uno sviluppo del turismo sostenibile , auspico che finisca lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, in fondo le isole sono casa nostra, chi non ha rispetto per la propria casa?

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di Pino Spinella*

Egr. Direttore
Abbiamo rilevato un animato attivismo a seguito di una dichiarazione dell’avv,.to Angelo Pajno riferita all’incontro tenutosi al Porto delle Genti in merito alla “gestione del mare eoliano”: Parco delle Eolie e Area Marina Protetta due istituti decretati ma mai attivati anche e soprattutto per una motivata opposizione da parte di una consistente rappresentanza maggioritaria della nostra comunità .
Ma colgo l’occasione per portare a conoscenza che proprio sulla gestione del mare, la nuova legge Regionale 9 del 28 giugno 2010, rilancia l’identità mediterranea della pesca nell’ambito delle proprie acque territoriali affidando ai COGEPA i Piani di Gestione Locale.
Ai PGL è affidata la gestione esclusiva del mare nelle aree di pertinenza, nel nostro caso, le Eolie 12 miglia da ogni singola isola.
I PGL saranno collaborati da un Organo scientifico accreditato presso la Regione Siciliana.
Tra gli obiettivi, oltre alla pesca professionale con la ripresa dei sistemi tradizionali con lo sfruttamento massimo sostenibile, voi sono altri compiti importanti:
- La tutela degli ambienti marino e costiero: pulizia fondali, raccolta plastica, rinascimento spiaggie,ecc……
- La conoscenza, tutela e valorizzazione della biodiversità
Il Consiglio Consultivo della Pesca si è insediato recentemente e l’attivazione dei PGL sarà uno dei primi argomenti che verranno trattati, visto che l’assessore Bandiera ha già comunicato uno stanziamento di un milione di €. da destinare ai pescatori per la raccolta della plastica.
I PGL promuoveranno una “governance” ed una selezione dei componenti, quelli di diritto decisionali e quelli consultivi e comunque tutte le categorie che svolgono attività lavorative sul mare ne faranno parte al fine di evitare sovrapposizioni ed interferenza sulla gestione del mare del nostro Arcipelago.
Sarà quindi il PGL che fisserà criteri e modalità di fruizione dello spazio marittimo: zone di tutela e riproduzione del pesce; valorizzazione e visitazione dei siti naturalistici (grotte e fondali con reperti già oggetto di divieto) ed ogni altra iniziativa che la “Governace” riterrà utile ed opportuna”. Potranno farvi parte solo organismi comunitari oltre le forze dell'ordine che vigilano sul mare. Un cordiale saluto
*CO.GE,.PA. EOLIE – VP

 

di Angelo Paino*

"Sfrenata opposizione a qualsiasi forma di conservazione del patrimonio naturalistico delle Isole Eolie"
Evidentemente non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire o, peggio, di chi non vuol capire.
Chi infatti prospetta e sostiene una tutela ambientale che coniughi il rispetto dell'ambiente con la sua fruibilità - e non si tratta certo di una contraddizione in termini - viene considerato portatore di bieca ignoranza, soggetto con il quale non confrontarsi..tanto è inutile!
Si rifugge dal confronto semplicemente perchè privi di adeguate argomentazioni pavidamente rifugiandosi nei luoghi comuni.
Si contesta ai "contro" il diritto di chiedere il perchè, il quando ed il come di certe prese di posizione calpestando ogni più elementare diritto alla libera espressione del pensiero, principio peraltro costituzionalmente garantito. E ciò risulta tanto più grave ove si consideri che a tale posizione estremista non corrisponde alcun riferimento concreto se non alla sciocchezza che le Eolie sarebbero oramai l'unico territorio in Italia privo di strumenti di tutela ambientale.
Sarebbe opportuno che ci si informasse meglio prima di cianciare al riguardo.
Mi chiedo se valga ulteriormente la pena di insistere per mettere a confronto le rispettive idee, ridondante mi torna infatti ancora una volta alla mente il Marchese del Grillo cui tali soggetti hanno votato il loro credo ("Io so' io e voi non siete un c....o").
Continuino quindi, tali tutori ambientali, a ripulire i fondali portuali - iniziativa comunque lodevole - e dimentichino che in tutto l'Arcipelago non esiste un solo impianto funzionante di trattamento dei reflui fognari.
E continui certamente ad operare quel Diving esistente da oramai trent'anni al quale forse nessuno ha detto ( ma ne dubito) che nell'ambito di una AMP tali strutture sono spesso le uniche autorizzate ad effettuare le immersioni, negate invece ai singoli amanti del mare.
Che ci si trovi finalmente davanti ad uno di quei "portatori di interessi" di cui taluno parla ?
Di grazia, ed infine....se il board di una Associazione non comprende il soggetto X ma ben quattro diversi soggetti con il ruolo di "direttore";
se il CdA della stessa Associazione non comprende il soggetto X; se il soggetto X non risulta nemmeno tra i finanziatori della Associazione...... che ruolo riveste il soggetto X nell'ambito della
stessa Associazione? Mah! Amen.
*Associazione "Eolie, mare libero"

 

di Pietro Lo Cascio

Ho letto con grande interesse la nota del dottore Pino Spinella in merito alla attività e alle competenze del CoGePa Eolie, che sarebbero rilanciate dalla legge regionale n. 9 del 2019 con l’affidamento del Piano di Gestione Locale.
Le iniziative previste da questo importante strumento, infatti, sono certamente motivo di conforto non solo per le categorie professionali direttamente interessate, ma per chiunque abbia a cuore il presente e il futuro del mare e del territorio dell’arcipelago.
Tuttavia, il PGL cui fa riferimento Spinella è quello redatto dall’ISPRA in collaborazione con altri enti scientifici già nel 2011; da allora prevede misure gestionali per il miglioramento delle risorse ittiche come la limitazione delle aree di pesca, limitazioni alla pesca di alcune specie (totano, lampuga, ecc.), il contrasto alla pesca illegale, la diversificazione delle attività attraverso la promozione di pescaturismo, ittiturismo, mercato del pesce, street food ittico, servizi ambientali, ecc., la formazione di guardia-pesca (nel PGL erano previste 15 unità).
Cosa è successo durante gli ultimi nove anni?
Mi risulta che l’unica Relazione annuale del programma di monitoraggio del PGL risalga al 2013, giacché quelle degli anni successivi – nonostante fossero previste – non sono mai state prodotte. La Relazione evidenzia come molte delle misure previste nell’ambito del FEP 2007-2013 siano rimaste lettera morta: ciò riguarda tanto la formazione professionale, quanto la diversificazione delle attività, ma anche gli investimenti per il miglioramento della qualità di servizi (mercato ittico, celle frigorifere), la sperimentazione su alcuni attrezzi (palangari), il problema della pesca alla lampuga con i “cannizzi”, la valutazione delle interazioni tra pesca e cetacei (che è ben altra cosa dei titoli dei giornali internazionali dedicati alla “guerra” tra pescatori e delfini).
È dunque lodevole annunciare le azioni previste da un Piano di Gestione. Peccato che le stesse avrebbero potuto essere realizzate nell’ultimo decennio (dopo i FEP 2007-2013, infatti, ci sono stati i FEP 2013-2020), portando benefici al settore della pesca che alle Eolie soffre una crisi profonda, principalmente determinata dalla riduzione delle risorse ittiche costiere (conseguenza diretta dell’assenza di aree di ripopolamento) e della concorrenza rappresentata soprattutto dalla pesca illegale.
Invece, in questi anni non si è registrato nulla di rilevante, e non lo dico io, ma lo dicono i fatti e gli esperti indipendenti che hanno redatto la Relazione del programma di monitoraggio.
Se a ciò si aggiunge che il Piano di Gestione è costato circa 120000 euro, e il piano di monitoraggio dello stesso quasi 90000 euro, sorge il sospetto che la struttura del CoGePa e la sua scarsa incisività nella gestione della pesca alle Eolie siano assimilabili all’ennesimo “carrozzone”, tanto evocato e temuto da chi avversa le politiche di conservazione e di gestione dell’ambiente in Italia.
E qui vengo al punto dolente della nota di Spinella, che – intuisco da quanto scrive – appartiene alla “consistente rappresentanza maggioritaria” avversa al Parco Nazionale terrestre e marino. Se l’alternativa alla gestione del mare decretata con l’istituzione del Parco è quella rappresentata dal CoGePa, non mi pare che i risultati costituiscano un esempio di cui andare fieri, o da imitare in altre realtà. Naturalmente, se mi sto sbagliando, sarò lieto di apprendere in un’eventuale replica di Spinella quali azioni siano state intraprese negli anni scorsi – magari non ce ne siamo mai accorti – e quali ricadute concrete abbiano prodotto.
Un’ultima, doverosa considerazione. Spinella parla di “consistente rappresentanza maggioritaria” della comunità: 5000 firme contro il Parco sono certamente una cospicua componente, ma non rappresentano la maggioranza degli abitanti dell’arcipelago. Sulla “motivata opposizione”, poi, nutro forti dubbi: forse l’errore iniziale del timido tentativo di concertazione avviato dalla Regione è stato illustrare i vincoli – peraltro in gran parte vigenti – piuttosto che i vantaggi che comporta un Parco Nazionale; probabilmente l’opposizione sarebbe motivata da valutazioni più oggettive e meno umorali, ma questa ovviamente è una mia personale convinzione.
Resta il fatto che le Eolie non sono un’azienda o una ditta commerciale, ma una destinazione turistica oggi poco competitiva in un mercato internazionale dove altre destinazioni di pregio ambientale appaiono sempre più agguerrite, o maggiormente consapevoli della loro identità. Purtroppo la politica pavida di questo paese e gli agitatori di spettri hanno avuto finora la meglio – in questo concordo con Spinella – privandoci di un riconoscimento e di uno strumento di gestione che per legge esiste dal 2007, l’unico forse in grado di tradurre fiumi di parole vuote in azioni concrete.

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