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di Carlo D'Arrigo*

Ma quale amore

“Vorrei che fosse amore, Amore quello vero la cosa che io sento…” Cantava Mina negli anni sessanta. L'amore “dovrebbe” essere un'emozione provata da una persona nei confronti di un'altra. Desidero la tua compagnia, gioisco per ciò che è buono per Te e soffro quando Te soffri. È l'affetto che proviamo per un'altra persona ma anche un altro essere vivente, anche un animale. Un tempo sentivo dire se non ami un animale non puoi amare nessuno. Per la Treccani amore è “Sentimento di affezione verso una persona, come desiderio di procurare il suo bene e cercarne la compagnia.”

Amore, emozione intensa che porta con sé un turbinio di gioia, eccitazione, ansia e un po' di timore. Per Sigmund Freud, grande psicoanalista del secolo scorso “L'innamoramento arriva quando la libido narcisistica, cioè rivolta al piacere di se stesso, si trasforma in libido oggettuale verso l’altro. Carl Gustav Jung, altro psicoanalista del 1900, nell’innamoramento ha introdotto il concetto di "anima" e "animus". Secondo la sua teoria, quando ci innamoriamo, proiettiamo sull'altro due forme eteree, l'anima cioè la parte femminile presente nell'uomo e l'animus cioè la parte maschile presente nella donna.

Secondo Enrich Fromm, psicanalista scomparso nel 1980, l’amore è inteso come arte che va appresa e costantemente riadattata allo scorrere della vita. Imparare ad amare in modo maturo e cosciente vuol dire bandire possesso o condizioni. L'amore è prima di tutto preoccupazione per la vita, è cura e desiderio. Ed è vivere, vivere, al di sopra di ogni cosa. I giovani, con gli occhi puntati su tablet e telefonini, non hanno imparato l’amore.

Cosa si può fare oggi? Dare interessi, far conoscere la gente, la terra, il mondo, impegnarli nel bello dell’anima, della musica del divertimento gentile nei media allegri, nei film divertenti che provocano il sorriso. Ad esempio, interessarsi del “pallone”, del gioco del pallone e solo di quello è ristrettivo come guardare solo e soltanto film di azione. Gli stimoli sono tanti, rispolveriamoli e…amiamoli. Ma tutto ciò che ho scritto serve a qualcosa?

°Già docente Univiversità di Messina

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L’amore passa…tutto qui

Negli anni ’50 Domenico Modugno cantava Piove, “Ciao ciao bambina un bacio ancora e poi per sempre ti perderò, come una fiaba l'amore passa c'èra una volta poi non c'è più…”. L’amore passa e non c’è più…tutto qui. Nessuna proprietà, nessun possesso. Cosa è successo in questi sessant’anni?

L'amore diventa possessione. La possessività in amore può essere intesa come una manifestazione di gelosia patologica, un fenomeno che si distingue per il sentimento di proprietà nei confronti del partner e la paura di perdere tale "possesso" a causa di un tradimento, reale o immaginario. E’ un sentimento di proprietà del partner, che si manifesta con comportamenti ossessivi e aggressivi. Un amore accecante, balordo, bestiale e…inesistente perché chi porta amore non uccide. La possessività può sorgere da insicurezza e autostima. Chi ha un'immagine negativa di sé cerca sicurezza attraverso il controllo dell'altro. Disturbo narcisistico della personalità. E dopo? Ed è qui che non si hanno risposte. Si uccido, la mia ipotetica compagna non c’è più e non ci sono nemmeno io.

Perché in un modo o nell’altro sarò individuato, acchiappato, incarcerato, isolato dai miei e da me stesso. Non c’è Lei, ma non ci sono nemmeno io. Questo significa “e dopo”. Manca la capacità di vedere il dopo. Cambiamo la Società e prima ancora cambiamo i “media”. Si uccide nei films, nel teleschermo, nelle PayTv, nei cartoni animati davanti a un pubblico incapace di gestirsi, di divertirsi, ma di provare piacere solo con scene di violenza. In paesi totalitari, in assenza di altri mezzi, si blocca anche il teleschermo. A casi estremi rimedi estremi. Le fiaccolate e le riunioni oceaniche gridanti non servono. Ciao Sara Campanella ciao Ilaria Sula.°

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