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Salina, l’isola più verde dell’arcipelago delle Eolie, diventa più blu. È infatti stato avviato un percorso informativo e di aggregazione, per creare il primo Comitato Promotore per l’Area Marina Protetta di Salina, grazie all’interesse manifestato dai portatori di interesse locali, in particolare l’associazione degli albergatori dell’isola “Salina Isola Verde” e al sostegno delle fondazioni Aeolian Islands Preservation Foundation e Blue Marine Foundation.

A seguito della volontà ufficialmente espressa dalla Sindaca di Malfa, Clara Rametta, di andare avanti con l’iter istruttorio dell’AMP avviato dal Ministero dell’Ambiente, manifestando interesse a concentrare le energie su Salina, e delle manifestazioni di interesse da parte di alcuni stakeholder dell’isola, le Fondazioni Aeolian Islands Preservation Foundation e Blue Marine Foundation, vocate ad accompagnare il territorio in un percorso di sensibilizzazione delle categorie promuovendo la salvaguardia del mare eoliano, hanno deciso di sostenere la comunità e avviare un percorso informativo.

Il primo incontro con i portatori di interesse ha avuto luogo a Malfa, a seguito del quale l’Hotel Ravesi ha promosso un aperitivo di raccolta fondi a favore del Comitato.

Giuseppe Siracusano, proprietario dell’Hotel Ravesi e Presidente dell’Associazione Albergatori dell’Isola ‘Salina Isola Verde’, ha dichiarato: “Siamo convinti che la tutela del territorio, e soprattutto del nostro mare, debba essere uno dei principali obiettivi e per questo motivo siamo vicini e sosteniamo con passione Aeolian Islands Preservation Foundation e Blue Marine Foundation che, insieme a tanti abitanti di Salina, sono impegnati in prima linea in questa sfida.”

Oggi Il Ministero dell’Ambiente dà estrema importanza alla voce del territorio per l’istituzione delle Aree Marine Protette, sostenendo un approccio bottom-up, che parta dalla comunità locale. Ci si auspica che la proposta del comune di Malfa di proporre Salina come prima isola pilota dell’arcipelago, possa favorire un’apertura da parte del Ministero.

Attraverso la creazione di un Comitato, cittadini e categorie produttive potranno essere informate sin dall’inizio del percorso, ed essere parte attiva di questo possibile cambiamento. Lo scopo è quello di creare un gruppo di cittadini che rappresenti il territorio, fornendo loro informazioni capillari su cos’è un’Area Marina Protetta, perché e come viene costituita, quali sono le opportunità socioeconomiche, gli esempi virtuosi a cui aspirare e quelli meno virtuosi.

Tra le iniziative discusse emergono: organizzazione di seminari e dibattiti sul tema per implementare l’informazione sulle Aree Marine Protette; elaborazione congiunta di proposte sugli aspetti legati alla tutela del mare assieme allo sviluppo delle realtà socioeconomiche di Salina; opportunità di confronto con altri territori sedi di analoghe esperienze; supporto agli organi competenti facendo si che il comitato possa rappresentare la voce del territorio; promozione di attività didattico-divulgative sulla conoscenza degli ambienti marini presso scuole e altre realtà educative.

Il Comitato sarà composto dai soci fondatori e fra questi si eleggerà un Consiglio Direttivo e un Consiglio Tecnico Scientifico. L’obiettivo a Settembre sarà coinvolgere tutti coloro che hanno dato la propria disponibilità ad aderire all’iniziativa, votare il Consiglio e avviare l’effettiva creazione del Comitato.

I COMMENTI

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di Angelo Pajno

Il bastian contrario ?
Leggo con grande personale soddisfazione la creazione di un sedicente comitato per la istituzione di un’Area Marina Protetta su Salina.
Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di premere sull’acceleratore in modo da avviare – almeno così si legge – un confronto con le comunità locali sulle, asserite, mirabilie di una tale decisione.
Viste però le premesse e gli attori in commedia mi sia consentito manifestare qualche dubbio sulla obiettività di tali informazioni e, soprattutto, sulla garanzia di equipollenza tra le posizioni del pro e del contro.

In sintesi, ma mi auguro di sbagliarmi, temo si tratti di un concerto monocorde simile a quello tenutosi qualche anno addietro a Lipari sul tema del Parco terrestre, con ospiti magnificenti poco dopo finiti ospiti delle patrie galere.
Staremo a vedere!
Intanto un insopprimibile prurito ai polpastrelli mi costringe a dar notizia che ad aprile 2019 ben 13 parchi nazionali erano privi del Presidente (numero poi ridotto a 3 in quanto tra agosto ed ottobre il buon Ministro Costa si è precipitato a nominarne 10), 10 parchi sono tutt’ora privi di direttore, 13 hanno il Consiglio incompleto, 2 non lo hanno affatto ed in altri 7 esso è scaduto a dicembre 2019.

Le AA.MM.PP. seguono invece la sorte dell’ospedale di Lipari: sono alla respirazione assistita.
Oltre agli scandali, ai commissariamenti et similia, le suddette creature sono sistematicamente in bolletta nonostante le gabelle richieste ai malcapitati utenti per rilasciare ogni sorta di autorizzazione che non riguardi le zone A, notoriamente off limits per i comuni mortali.
Solo qualche giorno addietro il santissimo Ministro Costa ha, obtorto collo, aperto il borsellino della massaia per l’elemosina di Stato quantificata nel 50% del finanziamento annuale (e siamo ad agosto).
In pratica quanto basta a stipendiare l’apparato di gestione. Il resto? Non pervenuto.
Ed ancora si discute in Parlamento del DDL relativo alla modifica della legge quadro del 1991, approvata alla al Senato, non gradita alle armate ambientaliste, modificata alla Camera e quindi tornata al Senato.

Al momento attuale, e salvo errori, il suddetto DDL pare disperso nelle nebbie della politica.
In questo quadro desolante mi pongo, da semplice peone, un quesito: ma con le mirabilie garantite per la economia e lo sviluppo delle genti interessate possibile che tali accrocchi burocratico - amministrativi non riescano ad autosostenersi?
Il mare, che amo e rispetto certamente più di tanti soloni o pseudo tali - forse anche per tramandato patrimonio genetico del quale vado orgoglioso - ha bisogno di ben altro per salvaguardare la propria biodiversità: che fine ha fatto il depuratore di Lipari, e quello di Milazzo ( a un tiro di schioppo dalla AMP di Capo Milazzo)?, e la pulizia dei torrenti ? E cosa si aspetta a stoppare definitivamente l’invasione delle plastiche? Forse il Capodoglio di recente spiaggiatosi con il 60% di plastiche nell’apparato digerente non ha mai attraversato una AMP le cui acque salvifiche gli avrebbero evitato una sì tanto triste fine?
Quanto siamo ipocriti! O in mala fede.

Avanti tutta, quindi, priviamo le isole e gli eoliani del mare….e diamoci tutti alla coltivazione del cappero!
Attendo gli eventi ma garantisco, come sempre, il mio impegno per una divulgazione corretta e scevra da impingimenti di parte: io non ho altro interesse da tutelare che non sia la voglia insopprimibile di vivere il mare rispettandolo sia in bonaccia che, a maggior ragione, in bufera.
Con immutato affetto

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di Giulia Bernardi*

Gentile Avv. Pajno,

penso che concorderà che il tema AMP è complesso e che, come ogni iniziativa che si rispetti, la chiave per la sua efficacia sta nella corretta gestione delle cose. A tal proposito, le Fondazioni credono che la comunità salinese abbia tutto il diritto di avvalersi dei giusti strumenti per creare uno spazio partecipativo sul tema, prendendo parte attiva di un possibile cambiamento avvalendosi di un certo delicato ma oramai indubbio strumento per la salvaguardia dell’ambiente marino e delle sue risorse, rappresentato dalle Aree Marine Protette. E questo ovviamente non lo affermiamo noi, ma l’intera comunità scientifica che si occupa di protezione del mare, e che opera in tutti i bacini del mondo.

Detto ciò, perseguendo la nostra vocazione di semplici tramiti di un percorso, totalmente volontario, apartitico e aperto all’intera comunità salinese, crediamo che la consapevolezza sia il punto di partenza per poter scegliere, e favorire un cambiamento progressivo, consapevole ed informato. che coinvolga i cittadini in prima linea. Ci limiteremo ad accompagnare un’iniziativa che parte dal basso, e che prenderà la forma che l’isola vorrà dargli, facendo del nostro meglio affinché l’AMP sia uno strumento di miglioramento per la salvaguardia del patrimonio naturalistico ma anche di opportunità socioeconomiche, considerando che tutte e sette le isole eoliane basano oggigiorno la propria economia prevalentemente sulle bellezze naturalistiche in generale e marine in particolare.

Siamo fiduciosi che Salina possa autoalimentarsi nel suo attivismo alla causa, prendendo spunto da un percorso selezionato di collaboratori (un Comitato Tecnico Scientifico) che metteranno a totale disposizione il loro know-how sul tema, con l’unico fine di rispondere in modo coerente e professionale alle curiosità, agli scetticismi e alle perplessità che, inevitabilmente, coinvolgono la popolazione in queste delicate fasi di cambiamento. Non vogliamo che tali rivoluzioni partano senza la voce di Salina, e faremo di tutto affinché tutti abbiano l’opportunità di trarne vantaggio.

Detto ciò, visto che l’intera iniziativa si basa sul confronto costruttivo e sul coinvolgimento di esperti del settore, siamo aperti anche ad un confronto con il suo sapere sul tema, accogliendo le sue soluzioni ed opportunità, chiaramente da esprimere in sede d’incontro, durante le attività del Comitato.

Ad majora semper

*Blue Marine Foundation

di Angelo Pajno

AMP: “Aggiungi un posto a tavola”.
Con l’avvio della stagione estiva riprende, periodicamente, la campagna per  la istituzione di parchi e aree marine (pseudo) protette alle Isole Eolie, pregiato luogo di appetiti da parte di fondazioni e associazioni prevalentemente – se non esclusivamente – estranee ai nostri territori.
Generalmente le popolazioni locali non sono parte del processo decisionale ma, evidentemente ritenute non adeguatamente in grado di autodeterminarsi per manifesta ignoranza dell’argomento, saranno coinvolte solo in occasione di incontri e seminari ai quali dotti conoscitori della materia - naturalmente unilateralmente orientati - faranno dono della loro sapienza alla (ritenuta) ebete popolazione locale magnificando le mirabilie dell’ennesimo istituendo vincolo sul territorio, naturalmente gestito da soggetti estranei allo stesso.
Nessuno infatti, almeno sino ad oggi, si è dato pena di esporre alle eoliane greggi il contenuto delle normative che regolamentano tali vincoli e quale sarà l’effettivo peso delle comunità interessate.

Nessuno infatti, almeno sino ad oggi, ha spiegato il perché degli scandali e della mala gestio di tanti di tali parchi e/o AMP e quasi sotto silenzio è passato il recente invito ad accomodarsi nelle patrie galere che la Magistratura siciliana ha fatto recapitare al Sindaco (ed altri) di Favignana, proprio quelle Egadi alle quali, in un recente passato, i cultori del divieto avevano guardato quale pregiato riferimento per la bozza dell’auspicato redigendo regolamento della AMP delle Isole Eolie.
Regolamento che lo scrivente, nel corso di un incontro voluto dal Presidente del Consiglio Comunale della pregressa legislatura, geom. Adolfo Sabatini, tenutosi presso l’Aula Consiliare del maggior Comune eoliano, ebbe modo di illustrare nei minimi particolari offrendone copia ai presenti interessati increduli di quanto in esso contenuto e delle ipocrisie sulla pretesa tutela del mare e della sua biodiversità.

Del resto basta andare sul sito web di tale AMP per rendersene conto.
E la cosa non è diversa, salvo sporadiche eccezioni che riguardano però prevalentemente territori non - o scarsamente - antropizzati, nel resto d’Italia.
E nessuno (ovviamente) spiega agli astanti, per passare ai parchi terrestri, il motivo per il quale molti sindaci hanno richiesto (naturalmente senza esito) la riperimetrazione delle aree stante la grave, negativa, ricaduta socio-economica che ha investito parte del territorio amministrato.
Di ciò ha fatto, fortunatamente, tesoro la Giunta Regionale Ligure bloccando la trasformazione del parco regionale in parco nazionale, circostanza che avrebbe dilatato a dismisura la sua perimetrazione.
Ma di ciò ho esaustivamente disquisito in altro mio scritto.
Prendo invece atto, con soddisfazione, dell’invito giorni addietro rivoltomi dalla Sig.ra Bernardi, che non conosco personalmente ma nei confronti della quale spero di colmare a breve tale lacuna, a partecipare al dibattito sulla opportunità di costituire una AMP a Salina, iniziativa condivisa dal Comune di Malfa.

Diversamente ha inteso comportarsi la Dott.ssa Blasi, e la sua associazione con sede in Filicudi, che ha preferito affidarsi ad una sottoscrizione per la istituzione di una AMP sull’intero Arcipelago dalla stessa professionista auspicata anche nel corso di un suo breve intervento alla trasmissione RAI Uno Mattina Estate del 14 agosto scorso nell’ambito del quale ha dovuto ammettere che il problema principale del nostro mare non è l’inquinamento ma la pesca.
Ancora una volta nessuna informazione preventiva, solo un affidavit sulla parola; mi sembra un po’ poco, dott.ssa Blasi.

E mi preme ricordare che anni addietro proprio un gruppo di cittadini, riuniti in una associazione che mi onoro di aver presieduto, ha dato corso ad una puntuale ed approfondita opera di informazione alla cittadinanza (nel caso specifico si trattava della ventilata istituzione del parco terrestre) all’esito della quale circa 4.500 cittadini eoliani (e la raccolta avrebbe tranquillamente potuto andare avanti) hanno potuto coscientemente sottoscrivere la loro ferma opposizione a tale iniziativa.

Si faccia quindi attenzione alla intelligenza ed alla determinazione delle eoliane genti, le si rispetti per come dovuto e le si coinvolga come doveroso.
Si apparecchi quindi quel “posto a tavola” rimasto sino ad oggi colpevolmente vuoto per il timore di trovarsi di fronte ad un contraddittore inaspettatamente preparato sull’argomento.
Solo all’esito del confronto si traggano le conclusioni.
Per aspera ad astra (un cordiale saluto alla Sig.ra Bernardi)

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