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di Januaria Piromallo

Don Fabrizio sale sulla seduta di calce bianca sul sagrato della chiesa di Panarea trasformata, ai tempi della pandemia, in pulpito. L’immagine ha una sua sacralità. Belen è in prima fila. Belen è una bassottina che malgrado sia azzoppata si sente più bella della soubrette “infarfallata”.

La messa è in memoria di Paul Thorel, recentemente scomparso, a soli 64 anni, ma il Madre, tra i più importanti musei d’arte contemporanea, ha fatto in tempo a dedicargli un’installazione permanente, un mosaico di pixel. La sua casa, la più bella del reame, incastonata sulla spiaggia di Zimmari e frequentata dal meglio dell’”aristocrazia” artistica, diventerà una Fondazione. “Era proprio una brava persona. Ha fatto tanto per l’isola”, dice Giuseppe, il gestore di Cala Beach, e sceglie le parole della semplicità. Ma per il momento, davanti all’ingresso di Paul, oltraggio alla decenza, cumuli, cumuli, cumuli di spazzatura. Mica solo lì, quasi ad ogni angolo delle viuzze, bianche e blu, di Panarea, la perla delle Eolie. Qui si indossano le mascherine, non per il Covid, ma per la puzza, e che puzza, “amplificata” dai 39 gradi.

E pensare che tutto ‘sto schifo poteva aver fine quando l’avvocato Saro Venuto qualche anno fa cercò finanziamenti per una ricerca di un compattatore sotterraneo, hi tech ed ecologico, una nave apriva il portellone e, zac, dal mare scaricava direttamente l’immondizia. Ahimè il progetto costava troppo poco, solo 200mila euro. Una “fetta” troppo piccola da spartire per chi invece pensa solo a rimpinzarsi le tasche di soldi pubblici. Saro è il marito di Giovanna, il suo ristorante gourmet “Oasi”, in mezzo a giacarande e gelsomini, appena inaugurato, è un vero Eden non solo per il palato.

E a Ferragosto, il giorno dell’Ascensione, la salita al cielo della Madonna, vorremmo occuparci di altro, di chi, chenessò, ha reso Panarea una piccola leggenda del Mediterraneo. Vedi Myriam, la donna che inventò il Raya, sospeso tra cielo e mare, davanti alle esplosioni delle sciare di Iddu, Stromboli, il vulcano in mezzo al mare. E Myriam Beltrami (originaria di Bergamo) disse Nooooo a Briatore che lo voleva “bilionarizzare”.

Ci tocca invece puntare l’indice verso un’amministrazione che l’ha sommersa di monnezza. La vox populi dice che il contratto alla ditta appaltatrice, una srl di Capo d’Orlando (Patti NDD), sia stato appena rinnovato per una cifra abnorme, si vocifera di 7 milioni (meno di un milione e mezzo NDD) all’anno, un milione a isola. E lor signori invece d’investire hanno tagliato mano d’opera e attrezzature.

E allora è cominciata una strana processione, quasi votiva, di villeggianti del fai da te che vanno al porto con un carico di bottiglie di plastica da infilare una ad una nella eco/macchina compressore. In Svizzera ti pagano pure per l’incomodo.

Riccardo Villari, ex senatore, medico e infettologo, adesso Presidente della Città della Scienza, si guarda intorno: “Siamo uno strano popolo, dalla clausura forzata al liberi tutti, c’era una via di mezzo, quella della prudenza, l’hanno imboccata in pochi”.

Stesso mare ma si cambia isola, a Lipari c’è la statuaria Veronica Maya, villa con vista strepitosa, una nidiata di bambini, forno a legno e pizza. L’esperimento family in vacatio le riesce sempre bene.

Faccio finta che il mio occhio adesso diventi un drone. Orfani della disco music? Fate come Dario Cusani, che si inventa un mucchio di cose e per la notte di Ferragosto si è fatto il suo “Ballando sotto le stelle” in sinergia con Alberto Angioni, una gara di ballo a coppia. E’ una cosa semiseria con tanto di giuria che selezionano gli improvvisati ballerini di cha-cha-cha, charleston, mazurca, tango, twist, valzer e flamenco. Olè.

A Capri da Anema e’ Core di virale c’è solo lo sculettamento canterino di Anitta, brasilian superstar con i suoi 48 milioni di followers, che sinuosamente, beleneggiando avanza sul palco per una tammurriata con Gianluigi Lembo. A distanza di sicurezza ma non di sguardi ammiccanti lanciati da Jorginho, centrocampista del Chelsea.

Buon Ferragosto alle Belen, alle belenizzate. E pure a noi.

PS: così facendo rendiamo pessimo servizio alle Eolie che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell’umanità, non solo per la bellezza naturale, ma anche per la cura e l’attenzione con le quali gli isolani hanno fatto coesistere la natura e l’azione umana sull’ambiente. Caro sindaco di Lipari, si riconosce in questo? (ilfattoquotidiano.it)

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