di Salvatore Leone
Il “U dirupu” che il Comune di Lipari ha davanti si trascina da anni ed è aumentato con l'arrivo dei patti territoriali e dagli errori negli strumenti urbanistici. Diciamo la verità, l'urbanistica con la sua programmazione è stata una scelta sbagliata. L'isola si è sviluppata su principi sballati, senza dare l'opportunità a valorizzare le scelte artigianali necessarie ad incoraggiare le iniziative dei giovani eoliani. Oggi i ragazzi per dare il massimo alle loro idee, per realizzare le opere grandiose come i carri, devono lavorare dentro dei palloni che sembrano gonfiati ed esposti alle intemperie e che hanno un costo d’affitto anche oneroso per le casse comunali. Bastava prevedere dette strutture nel piano regolatore che è nato senza lungimiranza.
Case, case e case e poi realizzare, con i fondi europei, alberghi ed altre opere connesse. Le Eolie continuano ad avere un turismo che ha la durata simile ad una quarantena. Questo mentre le strutture per i trasporti, l’acqua e il sistema fognario non reggono le esigenze. Tutto saputo e risaputo sulla realtà. Con tutto questo, la stagionalità turistica breve riesce solo ad emettere un caos totale. Le opere pubbliche vanno in tilt sia nei normali periodi che nei periodi di massina utilizzazione. Il “povero” Comune di Lipari non riceve riscontro da alcune grosse strutture, che invece di pagare i tributi, preferiscono rivolgersi sempre ai giudici. Chi ne fa le spese rimane sempre il Comune. Ed allora era meglio rimanere nel piccolo visto che gli unici che pagano sono i piccoli che saranno costretti a pagare anche l’aumento dei tributi causato da questo triste andazzo. Il bello appartiene ormai al passato, quando era facile approvare il bilancio e si pagava il giusto.
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