di Marilena Maffei
Gentilissimo Bartolino Leone,
quest’anno, per la prima volta dai miei ventitré anni, la pandemia mi ha tenuto lontano dalle isole. Tuttavia, mai come quest’anno, le voci della memoria eoliana hanno riempito i mei spazi avendo concluso un lavoro sul patrimonio immateriale insulare a cui mi dedicavo da tempo.
È stato pubblicato pochi giorni fa il mio libro La maga e il velo. Incantesimi, riti e poteri del mondo magico eoliano, dall’editore CISU di Roma. Il volume documenta la vita magica degli abitanti delle Isole e ricostruisce i tratti caratterizzanti la medicina tradizionale, utilizzata da tempo immemorabile e sino ai nostri giorni. Maghi, numinaventura, guaritori, monaci, veggenti, sacerdoti depositari di formulari medico-magici si muovono sulla scena di una rappresentazione volta a riportare l’uomo alla salute e alla sanità. Una umanità che parrebbe provenire da epoche lontane e non avrebbe ragione di esistere se a essa non facessero riferimento coloro che chiedono di essere liberati dai mali del corpo e dell’anima.
Ma esiste una medicina popolare specificatamente insulare? E i suggestivi scenari marini fanno realmente da sfondo a drammaturgie terapeutiche solo insulari? E soprattutto, contro quali mali da sempre si è combattuto nelle Isole? A tali quesiti il libro offre una risposta analizzando sia le testimonianze di coloro che nei momenti critici della loro esistenza si sono affidati, e tuttora si affidano, alle forze magico-terapeutiche sia mediante i resoconti sulle strategie di cura, sulle guarigioni ottenute, sulle liberazioni da assoggettamenti mistici riportati dai guaritori.
Fra le storie raccolte: quella della maga più famosa del Novecento eoliano che ha voluto affidarmi gran parte del suo repertorio magico, della donna posseduta da un dio greco, della giovane sposa affatturata, del marito ‘legato’ che disdegna la vita coniugale, della madre che mentre dà il biberon al suo bambino assiste alla trasformazione del latte in sangue, dell’uomo a cui la moglie defunta descrive il Paradiso dove si vive tra balli, giochi di carte e tavole imbandite, come nel mitico Paese di Cuccagna.
Narrazioni, raccolte nelle varie isole dell’arcipelago in un arco di tempo che va dal 1983 al 2017, che consentono di conoscere un ambito del patrimonio culturale eoliano rimasto sino a ora pressoché inesplorato, colmando un vuoto che perdura dalla fine dell’Ottocento, dai tempi del grande folklorista Giuseppe Pitrè. Narrazioni, saperi, esperienze riportate il più possibile in dialetto per sottolineare l’unicità del territorio insulare. I più anziani fra i protagonisti sono nati nel primo decennio del Novecento, i più giovani a metà degli anni Sessanta. Nelle loro parole affiorano credenze millenarie di origine mediterranea che ci conducono nel cuore profondo delle terre insulari.
Le sarei molto grata se ne desse notizia sul suo giornale. La ringrazio e la saluto cordialmente
NOTIZIARIOEOLIE.IT
13 LUGLIO 2017
LE INTERVISTE DE "IL NOTIZIARIO". Lipari, inaugurata la mostra sul "Parco Letterario Eoliano"
18 AGOSTO 2017
27 AGOSTO 2017
22 MARZO 2018
9 AGOSTO 2018
O che la fascinosa Brigida cui è dedicata la canzone A’ Tazza 'e cafè possa non essere di Napoli (dove si beve il migliore caffè del mondo) ma della Giamaica (dove cresce la migliore pianta di caffè del mondo)?
Il progetto Neapolitan Contamination riproduce questa dinamica con la Canzone napoletana, proponendo i suoi brani più celebri in modo nuovo e particolarissimo.
L’ascoltatore viene condotto in un viaggio tra i continenti e gli stili musicali, dall’Europa al Medio Oriente, all’Africa centrale, fino al Nordamerica del gospel, del blues, del jazz e del funky, al Centroamerica del calypso, del reggae, della rumba, e giù giù fino al tango argentino.