«Tutta la notte ci sono stati i primi interrogatori e i primi accertamenti tecnici; abbiamo sequestrato la nave e aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo plurimo. Stiamo indagando per capire come si siano scatenate le esalazioni tossiche e pericolose». A dirlo il procuratore aggiunto di Messina, Giovannella Scaminaci, che coordina le indagini dell'incidente sul lavoro avvenuto ieri sulla nave Sansovino, del gruppo Caronte & Tourist, che ha provocato la morte di tre persone.
«Verificheremo - prosegue - la corretta applicazione delle normative sul lavoro e delle norme sullo smaltimento dei rifiuti. Oltre alla Capitaneria daremo mandato per le indagini a forze di polizia. Stiamo controllando se ci sono squadre idonee per le consulenze tra il personale dello Stato, altrimenti vedremo di affidarle a periti esterni. Si dovrà ricostruire la dinamica dell'incidente e la sicurezza a bordo».
Il procuratore aggiunto ricorda poi che è stato creato un pool di magistrati, composto dal sostituto Procuratore Federica Rende e da altri due Pm, specializzato in incidenti sul lavoro. «Stiamo cercando di capire - spiega il Pm - se il personale di bordo fosse andato in cisterna per un controllo o se qualcuno si è sentito male e gli altri sono andati dopo per aiutarlo. Si dovrà indagare sulla sicurezza e comprendere se si è trattata di una fatalità o di una mancata applicazione delle normative».
Nei prossimi giorni saranno disposte le autopsie: «Stiamo accelerando le indagini - conclude il procuratore aggiunto - per rispetto verso le famiglie che stanno soffrendo e nei confronti delle persone che si stavano impegnando sul posto di lavoro con abnegazione».
Intanto, restano gravissime le condizioni di Ferdinando Puccio, 36 anni, uno degli operai che ieri stavano lavorando nel serbatoio della nave Sansovino che sono stati investiti da gas rivelatisi letali.
Tre di loro sono morti; altri tre sono stati trasportati d'urgenza in ospedale, due sono in gravi condizioni. Puccio, ricoverato all'ospedale Piemonte, viene sottoposto in questo momento a una ventilazione forzata ai polmoni.
Le sue condizioni sono definite disperate, tanto che ieri sera compagni di lavoro e alcuni sindacalisti avevano comunicato il suo decesso. In ospedale si trovano anche i familiari dell'operaio, giunti da Terrasini.
Gli operai si sarebbero sentiti male, mentre stavano eseguendo dei lavori di saldatura, in seguito alla fuoriuscita di gas. Le vittime sono Gaetano D'Ambra, 27 anni, Christian Micalizzi, 38, e il palermitano Santo Parisi, di 51. Sei i feriti ma l'unico grave, oltre a Puccio, è il comandante Salvatore Virzì.
Il fascicolo aperto dal procuratore aggiunto Giovanella Scaminaci, che coordina l'inchiesta al momento contro ignoti, ipotizza il reato di omicidio colposo e lesioni.
«Stiamo sentendo i membri dell'equipaggio poi riferiremo alla Procura. La dinamica verrà fuori dalla nostra inchiesta, al momento non possiamo fare congetture: dobbiamo essere cauti e valutare tutti gli elementi utili per far emergere la verità. Cercheremo al più presto di scoprire cosa è accaduto». Lo afferma il comandante della Capitaneria di Porto di Messina, Nazareno Laganà, che sta conducendo le indagini sull'incidente avvenuto ieri pomeriggio a bordo della nave Sansovino che ha causato tre morti e sei feriti, due dei quali sono in gravi condizioni.
L'ufficiale spiega anche perchè inizialmente era stato fornito un bilancio di quattro vittime. «L'errore - dice - è stato nostro: nei momenti concitati seguiti all'incidente abbiamo saputo che c'erano quattro morti. Ci sono state informazioni errate da parte degli ospedali e le notizie si sono accavallate; c'è stato un errore e ce ne scusiamo con tutti. I morti sono tre e speriamo che rimangano tali».(gds.it)
--- Il traghetto è sotto sequestro per consentire ai militari della Capitaneria di porto, che si occupano dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Messina, di effettuare i sopralluoghi necessari ad accertare le cause dell’incidente.
Il presidente della Regione Rosario Crocetta a Messina: “Dolore di tutto il popolo siciliano. Sono qui per dimostrare la mia vicinanza ai familiari delle vittime e ai compagni di lavoro di queste persone. Mi sembra doveroso dire che noi non possiamo accettare che il lavoro serva per morire, il lavoro deve servire per vivere. È assurdo il modo in cui questi marittimi sono morti". Durante la visita Crocetta ha gettato in mare dei fiori per ricordare le vittime così come ha fatto una delegazione dei Comunisti italiani presente sul posto. "Spero - ha detto ancora Crocetta - che si chiarisca la vicenda e questo sia un monito per rafforzare le procedure di sicurezza all'interno delle aziende. Non dobbiamo più avere morti nei cantieri». «La mia preoccupazione - prosegue - ora è per i parenti delle vittime cercheremo di capire la loro situazione sentendo sindacati e datori di lavoro e di dar loro una mano". "Ora comunque - conclude Crocetta - dobbiamo aprire un tavolo di confronto regionale con sindacati e aziende e arrivare ad un protocollo complessivo per la sicurezza sul lavoro che vada anche oltre quanto già è stabilito dalle leggi. Il mio obiettivo è infortuni zero". Crocetta si è poi recato negli ospedali per dare conforto ad alcuni dei parenti delle vittime.
Per domani Cgil, Cisl e Uil hanno indetto un sit-in al molo Norimberga per “sensibilizzare ulteriormente istituzioni e controparti” sulle tematiche della sicurezza “e per esprimere tutta la vicinanza e il sostegno ai marittimi tutti”. In una nota i sindacati chiedono “che si faccia piena luce sulla dinamica dei fatti, sulle eventuali cause e responsabilità” e che “si riapra immediatamente il tavolo istituzionale di monitoraggio e di verifica sui temi della sicurezza e della salute”.