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di Daniele Billitteri

I racconti della Novena Ramko Meteo di lunedì 23 dicembre
La previsione. Ieri, sabato, alle 10,20 è entrato il solstizio d’inverno che segna l’inizio astronomico di questa stagione. Abbiamo salutato l’Autunno col giorno più corto dell’anno, nel senso di quello con minori ore di luce. Da oggi le giornate cominceranno ad allungarsi fino al solstizio d’estate, alla fine del mese di giugno. Tutto questo nell’emisfero Boreale. In quel,lo Australe succede l’esatto contrario. Questa situazione è determinata dall’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre rispetto al piano dell’eclittica, la figura immaginaria disegnata dal moto della Terra intorno al Sole.

La previsione ci dice che domani mattina pioverà su tutta la Sicilia Centro- Orientale nel pomeriggio un po’ d’acqua potremmo averla pure nella parte Occidentale. Ci sarà anche un po’ di calo delle temperature soprattutto nei valori minimi, Sono previste nevicate attorno al 1100 metri di giorno e attorno ai 750 durante la notte sui rilievi delle zone interne. Il resto della settimana potrebbe essere caratterizzato, più o meno, da queste condizioni. Gli auguri di Natale ve li farò domani quando pubblicherò l’ultimo racconto della Novena sperando che quelli pubblicati vi siano piaciuti. Allerta gialla della Protezione Civile Regionale. Tante belle cose. Narranti.

Il racconto. Ha la faccia che tace. La maglietta a strisce gli copre il busto da cardellino, i capelli biondissimi sono corti e finiscono a punta sulla fronte. Ha gli occhi di un azzurro così pallido da sembrare grigio perla. Occhi senza la luce di dentro che tutti i bimbi hanno mentre incontrano la magia di una nuvola che ne rincorre un’altra. Ma Ramko il cielo non lo guardava mai. Era nato in una “kampina”, la roulotte dei rom, in un accampamento vicino allo stadio, accanto a un parco bellissimo. Ma l’accampamento non lo era di certo. La kampina affondava nel fango e così la baracca di legno che avevano accomodato per allargare la “casa”. Oltre il muro di cinta c’era uno degli ingressi al parco dove per tutta la settimana passava poca gente. Auto col solo guidatore e signore belle come la sua mamma che andavano a piedi. E nel grande piazzale che separava il campo dallo stadio, andava ogni tanto a giocare con un vecchio pallone di cuoio che finiva sempre tra le auto posteggiate in fondo dove le coppie lo guardavano male mentre lei cercava di tirare giù la gonna.

Ramko non capiva perché dovessero parlare lì in macchina loro che sicuramente avevano una casa. Non come lui che dormiva con suo fratello grande in un letto piccolo piccolo e finiva sempre a terra perché Ibrahim era grande e grosso e lo spingeva. Quelle coppie che un po’ si abbracciavano, un po’ si afferravano come facevano de e dad, sua madre e suo padre specialmente quando dad tornava con la sua Mercedes e aveva bevuto tanto vino. Allora andava da sua madre e la tirava giù dal letto e cominciava ad afferrarla. Lei prima rideva, poi piangeva e suo padre cominciava con i pugni. E tutti si svegliavano e tenevano gli occhi aperti nel buio come le lucciole in un campo senza cicale, in silenzio.

Ma quelle coppie nelle macchine si afferravano in un altro modo. Forse non stavano litigando ma, certamente, non lo volevano tra i piedi e lo cacciavano. Facevano la faccia severa ma non come quando il suo dad lo inseguiva per il campo perché era stato disubbidiente. Quelli pareva che scherzassero. Ma lui se ne andava lo stesso. Anche perché doveva cominciare a lavorare.
Tornava al campo verso mezzogiorno e sua madre gli consegnava un mazzo di roselline dal gambo corto e freddissime come se fossero state chiuse in un congelatore. Lo lasciavano nel centro storico e lui cominciava il giro delle trattorie.

La sua Baba, la nonna, lo aveva addestrato con cura. “Allora Ramko: devi offrire una rosa solo nei tavoli dove ci sono le femmine. Se vedi un tavolo dove ci sono tutti maschi non perdere tempo. Nessun maschio compra un fiore a un altro maschio. Peccato: i fiori sono sempre una bella cosa ma se un maschio ne regala uno a un altro maschio tutti pensano che è finocchio, mi capisci? Sai cosa vuol dire?”. Ramko non capiva bene ma forse era come quando di notte suo fratello Ibrahim si avvinghiava a lui e cominciava a strofinarsi e a fare “uhmm uhmm….” E lui doveva spingerlo e svegliarlo e a quel punto lui lo buttava giù dal letto. Forse lui era un finocchio? Lo avrebbe chiesto al suo Papo, il suo nonno, quello che gli raccontava sempre le storie di Staven, il piccolo clown del circo di Skopje.

“Quando vedi che al tavolo c’è una comitiva, vai dalle ragazze e metti la rosa accanto alla loro faccia. Poi devi dire: tu più bella di rosa. Proprio così. Lo so che tu parli bene l’italiano perché vai a scuola ma se tu parli così sembri più simpatico”. “Baba – aveva detto Ramko – ma se non è vero che quella è più bella della rosa?”. La nonna aveva sospirato con aria disperata: “Mai dire la verità. Ramko. Solo alla famiglia si dice la verità. Gli altri sono tutti nemici, ricordalo. Tu dici che lei è più bella della rosa pure se le manca un occhio. Capito? Se poi al tavolo c’è solo una coppia vai da lui e digli: compra rosa tua ragazza, lei felice se tu compri. E io pure. E se non vogliono comprare tu ti metti con la faccia triste, ti passi una mano sulla pancia, guardi dentro il piatto che hanno davanti e dici: io tanta fame. Regala cinquanta cent”.

Ramko aveva fatto come gli aveva insegnato la sua baba. Funzionava. In questo modo riusciva a mettere insieme quasi ogni giorno venti euro a pranzo e venti euro a cena. Ed era felice perché se di notte tornava con meno soldi doveva vedersela col suo dad che a quell’ora era sempre strafatto e lo picchiava con la cinta.

Quel giorno, mentre si avviava verso il vecchio quartiere, sentì all’improvviso come un boato che veniva dall’alto. Fu così che alzò la testa e guardò il cielo in tempo per vedere un grande aereo tutto giallo che andava verso i monti che circondavano la città. Ma vide pure le nuvole, quelle che non vedeva mai perché i suoi occhi erano sempre bassi: per paura, per vergogna o per mestiere.
Le nuvole lo affascinarono. Alcune erano come batuffoli bianchi che cambiavano forma in continuazione. Gli sembrarono come bimbi che giocano nello spazio aperto e ognuno fa un verso diverso. Altre erano più grandi e pesanti e immaginò che fossero i genitori di quelle più piccole. Genitori buoni, però.

E altre ancora erano allungate e sfilacciate come un ricordo lontano di quelli che sai di avere ma non riesci a dargli forma. Ma la sua attenzione di bimbo era catturata dalle nuvolette più piccole che sembravano rotolare nel cielo. Chissà come gli venne in mente di sollevare il mazzo di rose che teneva in mano come per offrirlo alle nuvole. Lui raccontò che non pensava certo di vendere rose alle nuvole e che aveva sollevato il mazzo solo per evitare il sole negli occhi. Ma con Ramko non si può mai dire.
Giunse al ristorante che, nel suo percorso quotidiano, era il primo della lista. I tavoli erano tutti affollati. Cominciò dai tavoli delle comitive, i più difficili. Mentre sceglieva una rosa gialla per una ragazza bionda arrivò il suono di una fisarmonica. La suonava un omaccione grande e grosso con la barba lunga e i baffi, i capelli ricci unti e un’aria cattiva. Suonava male, stonato, scompagnato. Un accordo e un passo. A raccogliere le elemosine una ragazzina con un vestitino giallo con le bretelline e un paio di infradito bianche. Magra, corvina, occhi scuri profondissimi, un bicchierino di plastica in una mano, un telefonino nell’altra, rumori di sms mentre passava tra i tavoli distrattamente. Non metteva la faccia triste, non raccoglieva molti soldi. L’uomo (il padre?) le si avvicinò, le strappò il cellulare dalle mani, la colpì sul volto con uno schiaffo, spingendola verso i tavoli e rimettendosi a suonare.

Ramko rimase immobile accanto alla ragazza bionda, con la rosa gialla ancora offerta. Senza guardare mormorò: nessuno difende piccola ragazza. Poi se ne andò quasi scappando. Quel giorno finì il suo giro presto e tornò al campo. Forse quella ragazzina viveva lì. Ma trovarla non era facile. Nel campo erano decine e decine quelli che facevano il giro con le fisarmoniche. Poi ricordò che l’uomo non aveva suonato solo il repertorio tradizionale fatto di Basame Mucho, il Padrino, la Cumparcita. No, aveva aggiunto, vai a capire perché, anche una vecchia canzone gitana che nessuno ricordava più ma che aveva sentito cantare al suo Papo. Così fu a lui che si rivolse per sapere se per caso sapeva di qualcuno che suonava quella canzone in giro con la fisarmonica. Il papo non lo deluse neanche quella volta. “Certo – gli disse – è Alexandru e quella che va con lui è Medina, sua figlia. Ma perché lo cerchi? E’ un poco di buono, sempre ubriaco. E poi non sa suonare”. Ramko spiegò senza approfondire troppo. Poi cominciò a cercare Medina e la trovò.

Ma non si fece vedere. Si limitò a guardarla da lontano e imparò un sacco di cose della sua vita: quando usciva, quando prendeva botte, chi la molestava della sua famiglia. Era come se aggiungesse ogni giorno un dato, un’informazione. Senza avere mai parlato con lei.
Un giorno la vide uscire da sola dal campo proprio mentre, il mazzo di rose in mano, lui si avviava al lavoro quotidiano. Le si mise a fianco e cominciò a camminare accanto a lei senza parlare. “Chi sei?”, gli chiese a un certo punto. “Sono Ramko e tu sei Medina”. “Come sai il mio nome?”, gli chiese con aria sorpresa sgranando gli occhi che diventarono due laghi di pece caldissima. “Io so tutto di te”, rispose abbassando gli occhi. Camminarono a lungo senza meta, Ramko si dimenticò del suo mazzo di rose fino a quando calò il sole e si fece l’ora di tornare al campo, prima del giro della sera. Medina gli disse: “Adesso tuo padre ti riempirà di botte perché non hai venduto le rose”.

“Non importa” – rispose – “Ormai le botte non le sento più”. Poi prese il mazzo delle rose, ne sfilò una rosa e la diede a Medina: “Questa – le disse – è come le tue labbra e come il cielo di mattina presto. Ho imparato a guardarlo ed è bellissimo”. Poi ne prese un’altra bianca: “E questa è candida come i tuoi denti e bella come la luce”. Una rossa: “Questa profuma del tuo profumo e sembra un pezzo di stoffa di un vestito elegante”. Poi prese la più bella, una nera: “E questa è come la notte, che per noi è sempre paura. Ma è di notte che tu ed io ce ne andremo a cercare il giorno. Fino ad allora non sentirò le botte”. Poi le diede un minuscolo bacio sulla guancia tremando tutto.

NOTIZIARIOEOLIE.IT

16 DICEMBRE 2021

L’intervista del Notiziario a Daniele Billitteri, il romanziere del giornalismo

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I racconti della Novena La donna del pompiere Meteo del uichend
La previsione. Il meridione d’Italia è spazzato dal vento di Ponente e Maestrale che porterà pure molte nuvole e piogge a cominciare dalle ultime ore della giornata di oggi venerdì. Pioverà ancora sabato e forse anche domenica ma solo qualche goccia a metà pomeriggio. In compenso domenica calerà il vento nel quadro di un generale miglioramento. Le temperature comprese tra minime di 11 gradi e, sabato, massime di 15 gradi. La domenica le massime potrebbero arrivare a 19 gradi. Tante belle cose. Natalizie.

Il racconto. Era bella. Non giovane, ma bella. I tratti molto delicati dipinti su un'aria di semplicità popolana. Nello scompartimento si parlava di matrimoni e due uomini si raccontavano a vicenda il come fu e come non fu che avevano conosciuto la propria consorte. Lei ascoltava silenziosa e ogni tanto sorrideva. Portatrice di fede all'anulare, mi avventurai a chiederle: “Signora, vogliamo fare parlare solo gli uomini? Non ci regala il punto di vista della corteggiata visto che abbiamo abbondantemente sentito quello dei corteggiatori?”

Lei si aprì in una bella risata calda e schietta. “Ah, signor mio - mi disse – lei non ha idea di come ho conosciuto mio marito. La mia è una strana storia ma secondo me è bella”. “Un motivo in più – replicai – per raccontarcela. Se questo, ovviamente, non le è di imbarazzo. A che servono se no i treni?”
“Giusto – disse – E va bene. Tutto cominciò così: mi guardava. Non so come me ne accorgevo perché io non lo potevo guardare. Avevo diciotto anni, ero una ragazzina e lui era un uomo fatto, grande e grosso, mi sembrava grande, pensavo che poteva essere mio padre. Eravamo sull’autobus ed era mattina abbastanza presto. Io stavo andando a lavorare perché faccio la commessa in un negozio di vestiti, e lui aveva una specie di tuta, una divisa, non lo so come si dice. Ma era quella dei pompieri. Vigili del Fuoco, c’era scritto sulla pettorina.

Certo, per essere una che non lo guardava, di troppe cose mi ero già accorta. Sì, vero è: mi piaceva. Non lo so perché. Non è conto che era bello proprio. Tipo attore della televisione. No. Ma aveva la faccia buona. E’ una cosa difficile di spiegare. Una faccia buona non è che uno c’ha scritto: «io sono buono», no. Ma c’è l’espressione degli occhi, il tipo di sguardo, la forma della bocca. Vi ci siete apprecati mai? Uno tinto ha le labbra strette, gli occhi a fessura, il varbarotto sempre in avanti. Lui no, aveva gli occhi grandi e blu e si guardava attorno come fanno quelli curiosi e questa cosa mi piaceva perché penso che uno curioso è uno che non si perde mai e che sa badare alle persone che ci interessano.

Ai figli, per dirne una. La sua bocca era bella carnosa senza essere una funcia di porco o con un’espressione vastasa come ce l’hanno tanti maschi che tu li pensi sempre con le mani sudate pronte ad asciugarsele sul primo sedere che ci viene a portata. Che sull’autobus ne ho incocciati tanti, signori miei”.
“Ma io non lo potevo guardare, dicevo. Perché magari poi pensavano che non ero seria, che guardavo i maschi. Allora non è che era com’è ora che le femmine si fanno vedere mezze nude e basta che hanno un poco di minne si vanno cassariando ca pare che ce le hanno solo loro. Allora, stiamo parlando di più di trent’anni fa, questi prezzi ancora non c’erano. Ma io un sistema lo avevo: lo guardavo riflesso nel finestrino. Lui si metteva sempre a tenersi nei passamani alti e quindi stava sempre con la faccia verso il finestrino. Io ero contenta quando c’erano giornate tinte perché se c’era il sole il finestrino non diventava uno specchio come invece succedeva se il cielo era grigio. Così me lo potevo guardare tranquilla.

E mi facevo i film. Che volete? 18 anni avevo. E non ero neanche brutta. Non ero uno stuppaglio di botte ma anzi ero alta un metro e settanta che se avessi 18 anni ora presenterei subito domanda per andare a fare la poliziotta. Sono di corporatura normale nel senso, voglio dire, che non mi manca niente. Ecco. E sull’autobus me lo ricordavano un giorno sì e un giorno pure. Avevo una bella faccia, una bocca carina, i capelli colore del rame, lunghi e sottili come i fili della luce. E gli occhi verdi che mi dicevano sempre che a guardarli a uno ci pareva che stava guardando una cartolina di qualche isola lontana e bellissima”.
“Lui mi guardava? Mah… che vi devo dire? Forse sì. E se lo faceva usava lo stesso sistema che usavo io quindi non potevo essere sicura. Ma non mi interessava tanto assai. Perché io ero troppo impegnata a farmi i film con lui. Pensavo che poi scendeva alla fermata dove scendevo io, che mi veniva dietro per vedere dove lavoravo, che entrava nel negozio a comprare qualche cosa e ci veniva difficile perché dove facevo la commessa vendevano solo vestiti di femmine.

E questa cosa non la potevo risolvere perché se nelle mie fantasie lo vedevo entrare nel negozio e comprare cose di femmine vuol dire che aveva una femmina e io non ero prevista. Quindi cambiavo fantasia. Non entrava nel negozio per comprare ma solo per dare uno sguardo in giro e darmi un pizzino dove c’era scritto: «Signorina, la prego non si spaventa. Io sono una persona per bene e ci volevo domandare il permesso di aspettarla quando finisce di lavorare per accompagnarla a casa. Ho buone intenzioni, sono libero, pulito e educato. Per favore mi dice di sì. Ci tengo assai». Ecco, una cosa così.

Oppure pensavo che magari lo trovavo all’uscita e che mi seguiva fino alla fermata dell’autobus che mi portava a casa e lui saliva con me perché tanto la stessa strada facevamo. Ma la sera non c’era la stessa folla della mattinata e magari c’era pure qualche posto libero. Allora lui si sedeva accanto a me mentre io facevo la settimana enigmistica. E immaginavo che lui guardava e che io, innocente, gli domandavo: «Cupido ne era il dio: cinque lettere». E lui rispondeva: «La cosa che tutti sognano» E io: «E che cosa è, lei lo sa?». E lui: «Non lo so ma vorrei tanto saperlo». Ora lo so che sembrano le scritte dei fotoromanzi. Ma io, ripeto, 18 anni avevo e queste cose sognavo”.

“Naturalmente non successe mai nessuna di queste cose. Anzi sembrava proprio che io non esistevo. E io mi seccavo perché col tempo era come se lo conoscevo. Avevo già da mesi guardato la sua mano sinistra per vedere se aveva un anello. E non ne aveva. Lo vedevo sempre solo. In città io scendevo prima di lui e al ritorno lui scendeva prima di me e non c’era mai nessuno ad aspettarlo. D’estate c’erano periodi che non lo vedevo e pensavo che, come tutti, era andato in ferie. Ma quando lo rivedevo non era mai, che so, abbronzato o con l’aria di chi si è fatto una bella vacanza con la famiglia. Anzi, dava l’impressione di essere uno che era contento di tornare a lavorare. Lo vedevo sempre con l’uniforme dei pompieri. Gli stava bene. Non so se nei pompieri ci sono i gradi come i soldati. Ci sono pure i marescialli? Non lo so. Magari era un pompiere semplice ma non mi interessa. Già è un mestiere, un mestiere bello perché i pompieri salvano le vite, un mestiere sicuro, con le marche, la pensione e tutto il resto. No io che mi pagano a nero e mi dicono che se entra la Finanza devo girare dal bancone e fare finta che sono una cliente”.

“Un giorno, sì un giorno… «il giorno», dovrei dire, io ero all’impiedi e mi tenevo al sedile che c’è proprio prima della bussola da cui si scende. C’era un poco di posto accanto a me e lui venne a mettersi là. Era fine di maggio e già c’era caldo. Uno dei finestrini dietro di me era aperto e, ogni volta che si apriva la bussola, si creava una corrente terribile che mi faceva volare i capelli in aria. E siccome li avevo lunghi, alla fermata davanti ai portici di piazzale Ungheria, i capelli mi finirono sulla bocca e si appiccicarono un pochino”.
“Fu allora che lui fece una cosa incredibile: sollevò una mano, l’avvicinò al mio volto, la infilò un po’ sotto i capelli e, avendo cura di non sfiorarmi, li spostò per allontanarli dalla bocca. E mi sorrise”.

“Io ero paralizzata, il cuore andava a mille, sentivo freddo come se ero uscita dall’iglù degli eschimesi, forse tremavo un pochettino. E lui mi sorrideva. Poi si avvicino a me e con un soffio di voce mi disse. «Mi vuoi sposare?». Ma vi rendete conto? “
“Non sapevo neanche come si chiamava, quanti anni aveva anche se pensavo che ne aveva almeno quindici più di me. L’unica cosa che sapevo era che faceva il pompiere e che abitava nello stesso quartiere mio. Niente sapevo e lui, come se mi stava chiedendo che ore sono, che mi dice? «Mi vuoi sposare?». Un pazzo”.
“Ma io più pazza di lui, a pensarci ora dopo quasi 35 anni. Lo guardai dritto negli occhi e gli dissi: «Assolutamente sì».

I racconti della Novena Pendolare d'amore
Meteo di venerdì 20 dicembre
La previsione. Come preannunciato nei giorni scorsi, nelle prossime ore il tempo peggiorerà. Per domani l’aspetto più rilevante del peggioramento sarà nell’arrivo di un forte vento di Ponente che potrebbe arrivare anche a valori di burrasca nelle raffiche a 70 km/h. Di conseguenza i mari saranno agitati anche sotto costa. Piogge ne sono previste poche concentrate sulla Sicilia Centro Settentrionale. Sabato temporali in zona Eolie. Le temperature comporese tra minime di 11 e massime di 20.

Il racconto. “Parlo sottovoce, lei capirà. Non sono storie che si mettono volentieri in giro. Ma lei di me non sa nulla. E io non la conosco. Siamo due sconosciuti: uno dice di cercar storie, l'altra ne approfitta per mettere un segnalibro. Poi io scenderò, lei cercherà altre storie e il mondo ci inghiottirà relegando questo incontro al rango di un impercettibile battito di ciglia”.
“Ma ora mi dica: da dove ha capito che io sono una pendolare d'amore? Potrei essere una passeggera come un'altra. Un'insegnante, un avvocato, un'impiegata. Confessi: ha tirato a indovinare. La nostra prima dote, mi creda, è quella di passare inosservate, trasparenti. Mai appariscenti. Comuni, insomma”.

“Le dirò: io sono libera, non ho legami, non devo nascondermi da un marito distratto e geloso o da figli in perenne carenza d'affetto. No: matura e libera. Eppure... Eppure metto una grande cura nell'essere trasparente a tutela di lui. Perché lui sì che ha da perdere. È lui il clandestino. Non io, se non di rimbalzo”.
“L'amore pendolare, caro signore, ha regole d'ingaggio deprimenti ma necessarie. Ma non creda che questo basti a distruggere il valore di poche ore nelle quali si concentra tutta la passione, tutta l'attenzione, tutta la soddisfazione. Tutte cose che dovrebbero essere il normale compendio di una quotidianità onorata. Ma quando mancano e si affollano in un segmento di tempo, diventano un profondo respiro dopo una lunga apnea, una brezza che accarezza dopo un colpo di sole”.

“Ma lei lo sa che nell'amore pendolare, incredibilmente, la parola amore viene adoperata molto raramente? È come se il non dirselo facesse parte dei patti. Magari i comportamenti sono in aperta contraddizione. Non pensi a uno squallido albergo a ore. La location in questi casi non conta. L'amore pendolare è fatto di passione, è vero, ma anche di tenerezza. Gli occhi si placano, i lampi diventano una luce continua, la pelle si liscia e perde il ruvido contrarsi per l'eccitazione. Sono i momenti in cui, finalmente ci si aspetta di sentire parole pesanti. Ti amo, per esempio. Ma è come nell'orgasmo: capita di andarci vicino, di esserci quasi. Ma poi non si arriva, qualcosa distrae, un sms querulo e saccente, una messa in mora, una chiamata in servizio”.
“Nel nostro calendario non ci sono domeniche, niente giorni festivi. Il nostro piccolo mondo lo conquistiamo il martedì o il giovedì.

Pericolose perfino le vigilie dei pre festivi. O anche i post festivi. E quando gli altri riposano, noi prepariamo le borse dove entra tutto ciò che serve. Insieme con la nostra pazienza. Che ce ne vuol tanta. Serve a rendere sopportabile l'attesa che ci separa dalla meta dell'incontro, da quell'afferrarsi per fame, da quel calore che fa bollire il sangue. Ma ne serve pure tanta nell'attesa di quella tenerezza quasi sempre avara, retroguardia della prima linea, quella del combattimento. Noi aspettiamo quel momento per sentire citare il poeta: vorrei che la tua pelle fosse un panno, che raccogliesse come briciole i tuoi baci, quelli rimasti sul desco dell'affanno quando passione è cheta e tu ti taci. Invece quasi sempre finisce con un: non pensavo fosse così tardi.

Mi spiace ma dobbiamo muoverci se no sono nei casini. E ci muoviamo. Senza parlare della prossima volta. Non sta bene. L'amore pendolare è molto educato, mai pressante, mai invadente. Tranne, sul treno del ritorno, guardare dal finestrino il mondo che ci scorre di fianco e sentire che questa borsa pesa un po' di più di quando siamo partite.
Non mi chieda se sono felice. Ma neanche se sono infelice. Io sono trasparente, ricorda? Spero di entrare nei suoi racconti. Buona giornata”.
Tratto dal mio libro
“I racconti del Treno”
Vittorietti Editore 2021

I racconti della Novena Il presepe vivente in Condominio Meteo di giovedì 19 dicembre
La previsione. Domani il tempo sarà ancora buono e asciutto ma già nella notte avremo l’arrivo delle nuvole che porteranno le piogge abbondanti previste per venerdì e sabato con un miglioramento sabato sera e una domenica di nuovo col sole. Le temperature scenderanno e sono previste nevicate nelle zone interne sopra i mille metri. Tante belle cose. Nuvolose.

Natale in casa Pensabene. Vincenzo Pensabene, palermitano di provata fede, è un cinquantenne cassintegrato. Ha una moglie Rosetta che, secondo il portiere del palazzo, è un’arancina coi piedi e due figli giovanotti: Geiar e Desiré. Vincenzo ha un fratello gemello e migrato molti anni prima a Brooklyn. Tra i due c’è una copiosa corrispondenza. Diciamo che io ricevo per sbaglio le mail che Vincenzo manda a Salvatore ma non le risposte di quest’ultimo. Pazienza. Vi dovete accontentare. E visto che siamo in periodo festivo, ecco cosa ha scritto Vincenzo a Salvatore sui movimenti nel palazzo dove vive insieme con altre 47 famiglie e a un portinaio. Non vi fate scoraggiare dalla lunghezza perché c’è di ridere.

“Carissimo fratello Salvatore, all'ultima riunione di condominio, che ci fu alla vigilia della Immacolata, fu presa una decisione importante. Come infatti prese subito la palora il professore Caronia, che in realtà è maestro di scuola ma tutti ci dicono professore. Lui è un vecchio pensionato ma è pure chiesastro e ci venne in testa di sgombrare l'area del posto machina per farici un Presepe Vivente. Sissignore.
Altro che Natale festa della Bontà: non ti dico che sciarra che ci fu. Il signo' La Rosa ci spiegò che lui la machina ce la va a posteggiare nel tinello del professore e che lui non ha intenzione di partecipare. Il signo' Ammavuta ci addumannò chi paga la luce. E il signo' Scurato ci spiegò che era inutile insistere ma sua moglie la Madonna non l'avrebbe fatta. Bella la verità: non ci aveva pensato nessuno perché la signora Scurato pare un pupo con le anche torte ed è pure un poco soprappeso. Ma insomma, che ti devo dire? Alla fine si votò e vinse il presepe. Io votai contrariamente e poi ti spiego perché ma intanto partì l'organizzazione.

La prima cosa fu scegliere la lochescion che, come ti dissi, è la zona di parcheggio perché di lato ha una partita di arbori che fanno una specie di quatrato di cui con qualche tenda si può trasformare nella Stalla. La mangiatoia ce la fottemmo alla signora Cupitò che avi 87 anni e tiene ancora il lavatoio di legno con lo stricatore, altro che lavatrice (per sparagnare luce, dice lei). La stella cometa la capitò il geometra Occhipinti che ha un cognato che lavora in una ditta di luminarie e ce la imprestò già bella e fatta.

Poi c'era la questione dei costumi. Non è conto che i figuranti possono fare il presepe vivente vestiti come ogni giorno quando se ne vanno all'ufficio opure le signore col taccazzo 15 e i lecchins. E San Giuseppe non si può certo appresentare coi gins e la felpa col disegno di c'è guevara. Ca poi tutti rispondono : “No, non c'è.”.
Ma per fortuna da noi abita la signora Abbate che sta più nella sacrestia della Madonna a Miccè che a so casa. E siccome padre Santino l'anno scorso fece il presepe vivente ma quest'anno no a causa, dice lui, del crollo delle limosine che è una specie di spred della madre chiesa, idda si fece prestare tutti i costumi e ce li abbiamo dati alla signora Riccobono che è una sarta finita. Finita pure in menzo a una strada visto che fu licinziata dalla camiceria dove lavorava e ora stimpunia facendo qualche lavoretto attipo strincere vestiti (mai allargare col pititto che c'è), fare l'orlo nei pantaloni o attaccare bottoni. In quello è proprio la meglio che c'è perché se, per disgrazia, la incocci davanti all'ascensore, ti attacca bottoni di una menzorata se ti va bene.

Ma andiamo ai personaggi e intreppeti . Al ragioniere Vadalà che, come sai, è orbo ci assegnarono d'ufficio la parte del Miracolato. Lui nel presepe ogni venti minuti deve gridare “Miracolo miracolo: io ci vedo” e deve correre verso la Stalla. Abbiamo fatto le prove e già scoppò almeno quattro volte.

I tre Re Maggi, Aspano, Batassarre e Miccionio saranno tra picciriddi secchi secchi e leggerissimi. Sono Pino, Gino e Rino, tutti primi cucini tra di loro, figli di tre fratelli (I Romano) che abitano nelle scale A, B e C. Perché tre picciriddi? Semplice, carissimo fratello: dove li trovavamo i cammelli? Così abbiamo dovuto addobbare. Un cammello ci venne fatta fatta col signo' Racciuglia che è immuruto quindi è proprio la sua. Per gli altri due abbiamo risolto con i fratelli Immordino che sono pacchioni e si tengono la carricata. Solo che devono caminare a quattro piedi che certo, comodo non è. Per questo i Re Maggi li abbiamo scartati belli secchi.
Le pastorelle sono nell'ordine: la signora Rosalia Maggio che ci vogliono occhi per guardarla; sua figlia Chantal che è una stampa e una figura a Arisa; mia figlia Desiré che è un poco robusta ma se l'accollarono. Le pecore sono tutti i cani del condominio travestiti: c'è il rocsciar di uno dei Romano che fa l'agnellino sulle spalle del pastorello, il Pittebulli del signo' La Rosa, il lessi della Signora Maggio, i tre cani di caccia del professore Caronia, la lano del signo' Mogavero ca però è masculu. Altri otto cani di bancata abbiamo fatto finta di adottarli al Canile municipale ma, dopo le feste ce li riportiamo.

A mio figlio Geiar ci fanno fare il venditore di muluna e a mia moglie Rosetta a lavannara. Per la Madonna hanno scelto attipo miss Italia. Alla fine fecero pure il televoto attraverso internet e vinse la signora Pignato che è bella e ha la faccia di santuzza come a santa Rosalia. Per la Maddalena invece ci fu l'umanità di voti a favore della signorina Giangrasso, che dice che fa la massaggiatrice in un centro dei estetica ma nessuno ci crede. Per fare San Giuseppe abbiamo chiamato il Tascione (voi direste Tasciuan) che è convinto di essere attore e si sa truccare bene con la barba finta.

Trovare un bue e un asinello è stato impossibile. Ormai sono cose che si vedono solo nei documentari degli armali. Così il bue lo facciamo fare al signo' Cuccia che ci abbiamo fatto una para di corna di cartone ma i maligni dicono che ci abbastano quelle che ci fa la sua signora ogni giorno quando il ragazzo del pane ci porta il pizziato caldo caldo. L'asinello ci attoccò a Salvuccio Lombardo che si mette due orecchie finte e per una simanata intera ci atturrò il pasticciotto a provasre la ragghiata affacciato al finestrone. Ma se la insegnò bene e dice che ora ce la fa pure ai professori a scuola. Ora non resta che il bambinello e c'è il motivo.

La signora La Mantia deve sgravare da un momento all'altro e già si sa che deve comprare un masculiddu. Se abbiamo fortuna nasce la notte del 24 e lo mettiamo nel lavatore della signora Cupitò anche perché come sai il Bambinello nella mangiatoia non si mette mai prima della mezzanotte tra il 24 e il 25.

Ora tu ti stai chiedendo che parte mi fanno fare a me. E per questo io ero contrario. A me mi vogliono assegnare la parte dello Scantato del Presepe, quello che guarda la stella cometa e si para la faccia perché si scanta. Ma perché proprio a me? Che ho la faccia di scantato io? Io sono tutto diverso: penso sempre che oggi è stato meglio di ieri e che domani sarà meglio di oggi. Penso che non piove anche se Meteobilli dice di sì, penso che le cambiali mi telefonano e mi dicono: signo' Pensabene, questo mese abbiamo pensato di non scadere.

Opure che il direttore della banca qua di fronte mi telefona solo per farimi l'auguri senza cazziarmi perchè sono scoperto. E penso pure che allla Comune sono tutti onesti e che nelle corsie preferenziali ci caminano veramente solo sbirri e invaliti. Ti sembro scantato? Certo che no. Ma pazzo, sicuro. E ora ti devo lasciare che Desiré mi sta atturrando che per fare la pastorella vuole accattato il piumino della Moncler che a loro ci costa due soldi e a me una leggittima. Che stress, fratelli mio, che stress.
Ti saluto e mi firmo
Pensabene Vincenzo”

Malotempo a Occidente Meteo di martedí 10 dicembre
Cari amici di Meteobilli, oggi 9 dicembre faccio 73 anni e, proprio per dire che non me li sento, in questo momento sono a Barcellona in Spagna dove mi ha portato mia moglie Mariolina. Lei é una locomotiva possente che costruisce i binari dove fa correre il treno che tira, cioé io.

Barcellona é una cittá meravigliosa, amica dei turisti e piena di cose da vedere. Stasera, tanto per dire, vado a vedere uno spettacolo di flamenco, olè!
Vi partecipo i fatti miei solo per scusarmi con voi se per oggi vi accontenterete di una previsione veloce.

E vi dico che domani martedí sulla Sicilia Occidentale non mancheranno le nuvole scure, il vento di Ponente e Libeccio e le piogge di prima mattina, subito dopo pranzo e un po' anche di sera. Non saranno piogge dell'altro mondo ma nemmeno pioviggine. I mari saranno tra molto mossi e agitati pure sotto costa.
Molto migliore la situazione nella Sicilia Orientale dove non sono previsti fenomeni significativi. E questo é quanto. Todas lindas cosas. Españolas

A Billi auguri di buon compleanno dal Notiziario delle Eolie

Il giorno delle mamme incolori Meteo di lunedí 9 dicembre
La previsione. Inizio di settimana col cielo coperto e temperarture decisamente invernali. Le piogge previste lungo la giornata saranno deboli al piú moderare. Le temperature massime tra 14 e 15 gradi. Venti deboli da Sud Ovest con un po' di rinforzo nel pomeriggio. Mari molto mossi o agitato anche sotto costa. Tante belle cose. Vecchie...

I pensieri dell'Immacolata. Maria si chiedeva come poteva accadere che una potesse essere ingravidata da qualcosa che fosse solo Spirito. Anche se Santo. Ma lei, che era Immacolata, quella presenza in grembo la sentiva giá fortissima e il problema della spiegazione da dare a Giuseppe, era l'ultimo dei suoi pensieri. Una gioia infinita e già un annuncio di dolore immenso senza sintesi di testa, di politica, di fede, di razza. Come succede quando una madre perde un figlio o sa giá che lo perderá. E diventa cosí come tutte le madri del mondo, quasi senza volto, senza colore.

Una madre di Kiev quanto é diversa da una madre russa di Rostov? E a Gaza City vivono forse madri diverse da Tel Aviv? E in Siria? E a Damasco? In Iran maltrattano le donne in un altro modo. Ma non é che i 150 femminicidio italiani in un anno dicano che qui le trattiamo molto meglio. Anche quando sono madri o si apprestano a diventarlo.

Le donne subiscono, le mamme sopportano per proteggere il frutto benedetto del loro seno, quel Gesú planetario che sarà la causa della loro infinita felività ma anche della loro incancellabile pena. E lui, il ragazzo, se ne andrá a parlare coi Dottori o avrá il suo bel da fare a moltiplicare pani e pesci. E per quaranta giorni sparirá nel deserto tentacolare delle cittá a incrociare le armi con il Male. E collezionerà vittorie ma pure molte sconfitte.

Le madri del mondo non si occupano di queste cose. Loro sono madri e basta. Senza colore, che é la metafora delle differenze. Madri incolori che sanno solo l'amore e alle quali, in questo giorno deputato, l'8 dicembre, rivolgo il mio pensiero grato di figlio e di essere umano generato.

Nuvole e bella pioggia Meteo del uichend
Le precipitazioni più abbondanti e diffuse arriveranno nella notte tra sabato e domenica. Saranno belle piogge nel senso che non saranno quattro gocce ma nemmeno cose di rompere. Dovrebbero essere proprio del tipo di quelle che dovremmo desiderare perchè contriobuiscono all’alimentazione delle riserve e nutrono la terra come si deve. Una giornata così alla settimana sarebbe una gran cosa per la Sicilia.

Ma intantio incassiamo questo uichend. Le temperature sono nella media della stagione: freddine ma non troppo. Tante belle cose. Auguriose.
La Porta delle feste. E' la Vigilia dell’Immacolata e, in quanto tale, è la Porta delle Feste e si svolge secondo un rigido protocollo che attraversa le famiglie meglio dell’Agenzia delle Entrate quando vuole i piccioli arretrati della Tari.

Già al mattino le case si riempiono di attività. L’onere di preparare la giornata di solito spetta ai genitori delle famiglie giovani che vengono convocate con assoluto divieto di diserzione. Poi c’è chi si occupa di ordionare il re della serata: lo sfincione. Ora c’è discussione sul “tipo” perché sulle tavole palermitane ha fatto irruzione quello bagherese che si è mosso con arroganza coloniale mettendo a dura prova quello classico palermitano.

La Vigilia non è previsto che si cucini e questo perché non bisogna mettere tante cose in mezzo. Per questo si ordina lo sfincione ma anche le verdure in pastella a cominciare dai cardoni. Il pasto impegnativo è previsto per l’indomani con pasta con le sarde, baccalà fritto e buccellato.
Ma perché la Vigilia non bisogna occupare la tavola? Il 7 di dicembre non si apre soltanto il corridoio festivo che porta fino all’Epifania ma anche il periodo in cui nelle case del palermitani si dà l’avvio a un’attività apparentemente tenera e giocosa ma in realtà perfida e insidiosa: i giochi di Natale. Il pretesto è inventato come quello di quasi tutte le guerre: facciamo divertire i picciriddi.

Ecco perchè si tirano fuori cartelle, cartelloni e fagioli per la tombola avendo cura di mettere a tirare i numeri un esperto di smorfia: “77, gambe di signorina; 4 porco; 23 chi ce l’ha se lo punta; 11 l’aste dell’insalataro; 88 le palle di Padre Abramo”. La tombola continua sino a quando qualche cazzittello Alfa non vince almeno un ambo. Poi si passa alle cose serie: sette e mezzo, mzzonello, per non parlare dei famigerati Piattino e Zecchinetta. E quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare e spesso una serata di festa si trasforma nel passaggio di proprietà di valori ben maggiori di qualche decina di euro.

La Devozione c’entra poco ma i vecchi, reduci dalla nottata all’inizio della quale sono stati colti da leggera ischemia sonnolenta, sono pronti per andare in chiesa. Oltretutto quest’anno l’8 cade di domenica.
Ma noi siamo fatti così: è già tanto che dobbiamo imputare alle feste religiose l’esercizio di una insopprimibile natura pagana. Ma la Madonna ci aiuta lo stesso perchè, dopo tutto, siamo simpatici.

All’insegna della variabilità Meteo di venerdì 6 dicembre
Domani il tempo sarà un poco migliore di quello che abbiamo avuto oggi. In Sicilia sono previste precipitazioni deboli solo nel versante tirrenico della provincia di Messina, compresi Eolie e Stretto.

Per il resto non mancheranno le nuvole ma nemmeno le schiaritee le temperature a livello del mare saliranno di un paio di gradi sia le minime che le massime (15/19).

Anche i venti, che di mattina saranno forti settentrionali, tenderanno a calare di intensità.
Detto ciò posso anticiparvi che nel uichend tornerà a pevalere il tempo perturbato con vento e piogge. Domani vi dirò meglio. Tante belle cose. Variabili

Il giorno più bagnato Meteo di giovedì 5 dicembre
Domani è il giorno in cui il vortice depressionario che viene dalla Valle del Rodano, sfiorerà la Sicilia dopo essersi “rinforzato” di energia attraversando il Meditertraneo le cui acque sono relativamente ancora calde. Questo calore viene trasferito al sistema perturbato e si trasforma in energia aumentando la velocita del vortice e della condensazione. Ecco perché in Sicilia ad essere interessata saranno soprattutto la parte Occidentale e la costa Settentrionale fino alla Calabria. Sono le zone sulle quali la Protezione Civile Regionale ha messo l’allerta gialla, quella del grado meno preoccupante.

Le piogge. Durante la notte saranno diffuse su tutto il territorio ma non molto forti. Col passare delle ore, tuttavia, le precipitazioni aumenteranno di volume e di intensità soprattutto lungo la fascia costiera settentrionale. Situazione difficile nelle Eolie nel pomeriggio.
Le temperature. Lungo tutta la fascia costiera ci sarà una scarsa esclursione termica. La differenza tra la temperatura minima della notte e quella del giorno, infatti, sarà minima, mai superiore ai 3 gradi. La minima viene prevista in 13 gradi e la massima in 6. Naturalmente tutt’altra muisica nella zone interne: Ennese, Nisseno e Agrigentino avranno minime tra i 6 e i 9 gradi.

Il mare. Mentre, sia pure lentamente, la temperatura dell’acqua comincia a scendere il vento portato dal fronte perturbato agita tutto il Tirreno Meridionale e porta il movimento fin sotto costa sotto forma di mareggiate. Secondo la nomenclatura scientrifica parliamo di mare tra agitato e molto agitanto.
Il vento. Sarà prevalentemente di Maestrale. Sarà debole di mattina e più forte nel pomeriggio.
La prospettiva. Venerdì dovrebbe esseri una giornata discreta. Non priva di fenomeni, tuttavia in rapido miglioramento. Ma continueranno ad scendere le temperature che nel uichend si preannunciano piuttosto... invernali. Vedremo.
Tante belle cose. Gialle.

Maltempo robusto in arrivo Meteo di mercoledì 4 dicembre
State attenti perché nei prossimi due giorni (specialmente giovedì) ci sarà un malotempo robusto. Succede che si è formato un nucleo di bassa pressione nientedimeno che in Groenlandia. Questa strummula si muove verso Est e verso Sud ed entra in Italia dalla Valle del Rodano. Continua a scendere velocemente e incontra, il Mediterraneo dove l’acqua è ancora, diciamo così, tiepida. Il fattore termico aumenta l’energia del vortice depressionario e avvicina le isobare tra di loro.

Si tratta delle linee immaginarie lungo le quali la pressione atmosferica ha lo stesso valore. Se nelle carte sinottiche queste linee sono vicine le une alle altre allora vuol dire che ci sarà vento forte.
Non mancheranno le piogge che domani saranno più presenti nella fascia settentrionale della Sicilia e in tutta la provicia del Trapanese e parte dell’Agrigentino. Giovedì invece, le piogge saranno forti e diffuse su tutta l’Isola con forti venti di Maestrale e Tramontana. Da venerdì invece, anche se i fenomeni non si arresteranno, diminuiranno di intensità

Le temperature sono in discesa ma domani, dopo tutto, non troppo con massime di 19 gradi. Giovedì, invece, non andremo oltre i 15 e in molte zone dell’interno, anche basse, avremo temperature a una cifra. Ovviamente questo comporta che siano previste nevicate a quote un po’ più alte di quelle collinari. La protezione Civile Regionale ha messo il giallo nella Sicilia Occidentale e nella fascia Settetrionale fino allo Stretto. Tante belle cose. Fredde.

Domani fatevi una passeggiata a Mondello o a Sferracavallo o a Capaci. Ma anche a Sant’Erasmo. Perché? Perché le carte assicurano che il mare darà spettacolo. Secono le previsioni, domani sabato (ma non domenica) un forte vento di Maestrale spingerà il mare lungo le coste settentrionali della Sicilia con mareggiate di un certo vigore. Ecco perché, se vi piacciono gli spruzzi, domani dovreste avere la possibilità di fotorafarne un bel po’.

Il vento di Nord Oves manda già le temperature e domani potrebbe essere la prima vera giornata di fine autunno/inizio inverno. Il termometro non dovrebbe salire oltre i 17 grafi e scendere a 11 alla fine della nottata tra oggi e domani.

Non sono previste precipitazioni e neanche tante nuvole. In altre parole sarà una giornata di cielo terso, molto luminosa e ventosa. Ci sono un sacco di amanti del genere. Apprezzeranno.

Domenica il vento girerà e si metterà a Libeccio (Sud Ovest) placando le furie dei marosi. Arriverà (forse) qualche nuvola e il termometro salirà di due o tre gradi sia nelle temperature massime che in quelle minime. Per il resto non succede altro. Tante belle cose. Fotografate.

 

Promesse o scherzetti?
Meteo di venerdì 22 novembre
Indovina indovinello, questo po’ di freschicello dice che ora van cercati dell’inverno i connotati?
Questo indovinello ce lo portiamo appresso da un mese. Ogni tanto la temperatura se ne cala e allora pensiamo che sta arrivando l’inverno. Ma dopo due giorni il ternometro torna su e non prende mai una streada definitiva.

Domani continuerà ad essere pure così. Ci saranno nuvule, potrebbe scapparci qualche pioggerella soprattutto nella Sicilia Occidentale tirerà un forte vento di Ponente in rotazone verso il Maestrale. Questo renderà i mari dei bacini occidentali da molto mossi ad agitati con punto di molto agitati al largo.

Le temperature vengono date in leggero aumento sia nei valori minimi che in quelli massimi. Così avremo 21 gradi a Palermo e Agrigento, 22 nel Trapanese, 23 nel Messinese e addirittura 25 nel Catanese e nel Siracusano. Le minime saranno attorno ai 18 gradi lungo i litorali e ai 14 nelle zone più interne. Per quanto riguarda il uichend, le carte al momento dicono che ci sarà un deciso miglioramento del cielo. Vedremo. Tante belle cose. Filastroccate.

 

In arrivo un po’ di pioggia Meteo di mercoledì 20 novembre
Domani arriveranno un po’ di piogge sulla Sicilia Occidentale. Non saranno piogge preoccupanti tanto che la Protezione Civile Regionale ha lasciato il colore verde su tutta l’Isola. Saranno concentrate nelle zone di confine tra tre province: Palermo, Trapani e Agrigento.

Si tratta di perturbazioni che appartengono alla normale dinamica autunnale con i sistemi nuvolosi che arrivano da Occidente e che nel Nord Italia porteranno fenomeni importanti e un forte calo delle temperature.

Da noi il termomentro sembra incamminarsi molto lentamente a parlare... l’autunnese. Non ancora domani quando avremo massime di 22 gradi. Ma giovedì dovremmo scendere sotto i 20. Venti poco e di direzione variabile: un po’ Libeccio, un po’ Grecale. Tante belle cose. Nuvolose.

Dopo pranzo acqua e caffè Meteo di giovedì 7 novembre
Domani pioverà per circa tre ore a metà giornata. In linea di massima nel Palermitano prenderete il caffè di dopo pranzo mentre piove. Sarà una pioggia fresca e moderata, del tipo di quelle che alla terra piacciono assai. E venerdì sarà lo stesso.

Le piogge si muoveranno molto disinvoltamente. Di mattina quasi niente nella Sicilia Occidentale, ma temporali sullo Stretto di Messina e sul Messinese tirrenico. Di pomeriggio niente pioggia sullo Stretto e nemmeno sul Trapenese. Ma su tutto il resto dell’isola sì. Non si dovrebbe trattare di piogge pericolose ma la Protezione Civile ha emesso un’allerta gialla per il rischio idrogeologico mentre per quello idraulico ha lasciato il colore verde.

Quasi la stessa cosa venerdi, poi una schiarita sabato ma domenica pioverà tutta la giornata su tutta la Sicilia. Ma di questo, ovviamente, vi dirò quando parlerò del uichend.
Le temperature resterranno nelle medie. Vuol dire che le massime si fermeranno a 23 gradi e le minime non scenderanno sotto i 18 perché i venti sono meridionali e quindi non proprio freddi. I mari saranno tutti poco mossi o quasi calmi. Solo lo Ionio potrebbe essere tra poco mosso e mosso ma solo al largo. Tante belle cose. Bagnate

Dopo pranzo acqua e caffè Meteo di giovedì 7 novembre
Domani pioverà per circa tre ore a metà giornata. In linea di massima nel Palermitano prenderete il caffè di dopo pranzo mentre piove. Sarà una pioggia fresca e moderata, del tipo di quelle che alla terra piacciono assai. E venerdì sarà lo stesso.

Le piogge si muoveranno molto disinvoltamente. Di mattina quasi niente nella Sicilia Occidentale, ma temporali sullo Stretto di Messina e sul Messinese tirrenico. Di pomeriggio niente pioggia sullo Stretto e nemmeno sul Trapenese. Ma su tutto il resto dell’isola sì. Non si dovrebbe trattare di piogge pericolose ma la Protezione Civile ha emesso un’allerta gialla per il rischio idrogeologico mentre per quello idraulico ha lasciato il colore verde.

Quasi la stessa cosa venerdi, poi una schiarita sabato ma domenica pioverà tutta la giornata su tutta la Sicilia. Ma di questo, ovviamente, vi dirò quando parlerò del uichend.
Le temperature resterranno nelle medie. Vuol dire che le massime si fermeranno a 23 gradi e le minime non scenderanno sotto i 18 perché i venti sono meridionali e quindi non proprio freddi. I mari saranno tutti poco mossi o quasi calmi. Solo lo Ionio potrebbe essere tra poco mosso e mosso ma solo al largo. Tante belle cose. Bagnate

Bufera in arrivo, stativi a casa Meteo del uichend
Com’era prevedibile la Protezione Civile Regionale ha emanato un’allerta arancione per la giornata di domani. In queste ore la Sicilia Occidentale si appresta a finire sotto una forte Sciroccata e già si comincia a vedere nel cielo del tramonto la presenza della sabbia del deserto nell’aria. L’allerta tuttavia, riguarda l’intera isola, almeno per quanto riguarda il rischio idrogeologico (frane e smottamenti).

Per quello idraulico (esondazioni e straripamenti) allerta arancione solo nel Trapanese e nelle parti occidentali del Palermitano e dell’Agrigentino.
Pioverà moltissimo a partire da stanotte. I modelli matematici prevedono 25 millimetri di pioggia nel Palermitano tra le 4 e le 9 del mattino con un picco di 14 millimetri verso le 5. A Palermo prevedo allagamenti a Mondello e ai Danisinni e sarei anche un po’ preoccupato per il rischio che si allaghino i sottopassi della Circonvallazione. Se la percorrete state attenti.

Tutto avviene perchè arriva questa Sciroccata che si scontra con l’aria fresca e umida della zona di bassa pressione che attualmente si trova sotto la Sardegna, prossima a prendere terra nel Trapanese. Ma la situazione resta instabile su tutta l’Isola dove le preciupitazioni sono previste diffuse anche se a Oriente i quantitativi saranno solo tra deboli e moderati.

Domenica ci sarà un relativo miglioramento a partire dalla Sicilia Occidentale. Ma nel Palermitano, la notte tra sabato e domenica, ci saranno altre piogge forti anche se non come quelle che ci aspettiamo per stanotte. Nel corso della giornata andra meglio anche in questa zona.

Ricordatevi di prendere le precauzioni del caso. Mettete in sicurezza balconi e terrazze, chi ha giardinetti farà bene a dare una veloce zappatina per farein modo che la terra possa drenare il più possibile. Evitate di posteggiare sotto gli alberi con la chioma grande e sopraqttutto stasera evitate di andarvene in giro se non è proprio necessario. Tante belle cose. Prudenti.

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