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di Accursio Sabella e Salvo Toscano

Non c'è più tempo per rinviare la pratica. Il centrosinistra, dopo mesi di tatticismi e battibecchi a distanza, si appresta ad affrontare la complicata partita per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. I giochi sono aperti e i contendenti hanno cominciato a muovere le loro pedine in una sfida dal finale ancora tutto da scrivere.

Da una parte c'è Davide Faraone che reclama ancora una volta le primarie. Da tenere a luglio. Il che vorrebbe dire che le candidature dovrebbero venir fuori da qui a fine mese. Dall'altra Rosario Crocetta che frena sui gazebo e da presidente uscente rivendica il diritto di essere la prima scelta di una coalizione che con lui ha condiviso la responsabilità di governo in questi cinque anni. In mezzo, il segretario regionale dem Fausto Raciti che invita tutti alla calma, annuncia una direzione regionale per affrontare il tema e auspica un confronto in tempi celeri con Matteo Renzi. E nel frattempo incontra il governatore e il senatore Beppe Lumia, venerdì, in un hotel di Roma. Un incontro che sigla un "patto di ferro" tra il segretario dem e il presidente?

Poi ci sono gli alleati. Cioè i centristi di Gianpiero D'Alia e Angelino Alfano. Da quelle parti, il nome che potrebbe irrompere nelle primarie è quello di Giovanni La Via, eurodeputato alfaniano catanese. Sempre che lo stesso D'Alia non intenda provarci in prima persona. Ma la scelta di partecipare alle primarie non è così scontata. E i centristi osservano con attenzione anche le mosse romane, e il rapporto che Renzi vorrà instaurare con loro. Le recenti ipotesi di "listone" che apra anche alle forze più a sinistra (è il caso di Pisapia) preoccupano i moderati in vista appunto di un progetto politico insieme ai dem. Non a caso, il neo capogruppo all'Ars dei Centristi, Marco Forzese, ha recentemente tirato il freno a mano: "Trovo che sulle elezioni regionali siciliane, prima ancora di parlare di primarie del centrosinistra, - ha detto - debbano fare una riflessione i segretari siciliani dei partiti che compongono la coalizione. Ma tale valutazione dovrà interessare soprattutto le cose sui cui lavorare, con un programma, per far crescere la Sicilia. Va indicato un candidato alla Presidenza dopo che la "pratica Sicilia" giunga anche ai vertici nazionali dei partiti. Approfittare oggi di telecamere e giornalisti per lanciare proposte è semplice ma nello stesso tempo ardimentoso". Concetti ribaditi dallo stesso D'Alia in un'intervista che guardava a Roma e al rapporto nazionale tra Pd e centristi. Insomma, prima di fare primarie di coalizione bisogna mettere a punto la coalizione stessa. Anche passando da un buon risultato alle amministrative di Palermo.

Quanto al Pd, oltre a Faraone e Crocetta, un papabile candidato è Giuseppe Lupo. Il vicepresidente dell'Ars osserva con attenzione gli eventi e per ora non si sbilancia ma ci starebbe pensando eccome. Molto dipenderà da Renzi. Se il segretario darà un'indicazione precisa sul suo colonnello di vecchia data Faraone è da escludere che Lupo a quel punto schieri la sua Areadem, alleata di Renzi, in un derby ai gazebo. Ma davvero il segretario punterà su Faraone? "Se così fosse, il sottosegretario non avrebbe motivo direclamare così a gran voce le rpimarie", sussurra un dirigente del partito.

Quarto nome di peso è quello di Antonello Cracolici. L'assessore all'Agricoltura ha detto che per le primarie è pronto a metterci la faccia. Il suo nome quindi è in pista anche se alcune fonti del partito scommettono che Cracolici, se maturerà un'intesa al di fuori dai gazebo, opterà per una virata sul parlamento nazionale (ha già svolto il numero di mandati massimo consentito all'Ars per il regolamento interno del partito) riservandosi in Sicilia un ruolo di kingmaker, col quale l'aspirante governatore di turno dovrà stringere un'alleanza.

Rumours, per il momento. E forse tattica. Le carte rimangono coperte, ma la sfida sta per entrare nel vivo. Della partita ai gazebo potrebbe essere anche la lista civica che dovrebbe portare in dote Leoluca Orlando, in forza dei patti raggiunti al Nazareno che gli hanno fatto incassare a Palermo il sostegno del Pd. Un modo per portare nello schema una componente a sinistra del Pd.

E allora le primarie si faranno davvero e a luglio? La questione passa da un accordo tra gli alleati, da un confronto tra Palermo e Renzi (che Raciti cercherà nei prossimi giorni) e da una soluzione del caso Crocetta. Che non ha nulla da perdere ed è pronto a correre anche da solo senza un'intesa. I pontieri pronosticano che alla fine il presidente possa accettare le primarie, costruendo nuove alleanze, come gli suggerisce qualche esponente autorevole del cerchio magico. Crocetta dal canto suo si fa forte di un sondaggio riservato che simulando una sfida contro Lagalla, Musumeci e Cancelleri lo vede più performante rispetto a Faraone e Cracolici. Poco, a dire il vero, per convincere i suoi.

Intanto, la voglia di primarie cresce nella coalizione. È il caso degli uomini di "Sicilia futura", il movimento fondato dall'ex ministro Totò Cardinale, che tramite le parole del segretario regionale Nicola D'Agostino hanno rivendicato il fatto di essere dei "renziani doc" e hanno sostenuto con forza l'ipotesi-primarie lanciata da Faraone. Così, è verosimile che gli uomini di Sicilia futura, alle consultazioni dem, scelgano di appoggiare l'uomo che rappresenterà l'area Renzi (Faraone, o chi per lui), piuttosto che lanciare un proprio candidato. "Al Pd – ammonisce però D'Agostino – spetta l'onere ci convocare una riunione di coalizione, per fissare date e regole delle primarie".

Uno strumento che convince altri alleati, come i socialisti: "La data del 2 luglio ha detto il capogruppo all'Ars Giovanni Di Giacinto - potrebbe essere ideale per questo esercizio di democrazia. Per quello che ci riguarda riteniamo utili primarie di coalizione in maniera da selezionare il candidato presidente previo accordo tra le forze politiche che dovranno sostenerlo alle elezioni regionali. La partecipazione popolare alla scelta del miglior candidato è l'unico modo per impedire veti incrociati, l'avanzare di demiurghi e scelte di vertice imposte agli elettori". E in effetti, sembra che stiano un po' perdendo quota le ipotesi di nomi in grado di mettere d'accordo tutti: tra cui quello del presidente del Senato Piero Grasso e del sindaco di Lampedusa Giusy Nicoli. Ma i partiti non sembrano entusiasti. Nel centrosinistra, con rare e comunque importanti eccezioni, c'è grande voglia di primarie.(lovesicilia.it)

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