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Luca Chiofalo

Sicilia... facciamo un bagno di umiltà e realtà...

Noi che fummo culla di civiltà, granaio d’Europa, avanguardia artistica e culturale, sede del primo vero parlamento europeo, siamo oggi tristemente adagiati sull’assistenzialismo scriteriato e anti-competitivo di Roma (con la pretesa che pure Bruxelles si adegui) a cui non sappiamo e non vogliamo rinunciare, usando l’ampia autonomia concessaci dalla Costituzione della Repubblica solo per difendere privilegi e spesa irresponsabile. La Regione Sicilia ha 5 volte il numero dei dipendenti della Lombardia (che ha il doppio degli abitanti), una macchina burocratica elefantiaca e inefficiente e buchi di bilancio in quasi tutti i comparti. Spreco indegno di denaro pubblico senza ritorno nei servizi ai cittadini e la beffa di avere dirigenti e politici regionali tra i meglio pagati d’Italia.

Non funziona quasi niente, e perfino comprensori difficili e insulari come il nostro rischiano di vedere fortemente ridimensionati servizi essenziali e irrinunciabili come quelli ospedalieri. Soffriamo, rispetto all’Europa avanzata, un divario ‘culturale’, reddituale, infrastrutturale e tecnologico praticamente insanabile, siamo piegati alle logiche familiste e di clan e non siamo nemmeno capaci, per ignavia e incompetenza, di dare impulso al settore turistico su cui potremmo davvero far rinascere la nostra economia. Aldilà dei proclami grotteschi e ipocriti, finiamo sempre per farci rappresentare da mezze calzette e traffichini.

Io resto qui perché amo la mia terra e non mi arrendo, ma, se perdiamo altro tempo, la possibilità che la Sicilia si affranchi dalla miseria materiale e morale in cui si trova diventerà davvero una chimera.

Sveglia, cari corregionali, abbiamo bisogno di coraggio e nuova classe dirigente: dipende da noi quello che siamo e saremo, dai 5 milioni di orgogliosi abitanti di questa terra di storia antica, grandezza, passioni e miseria...

Italiani...

L’accordo sul nuovo esecutivo (ratificato dai militanti grillini con voto plebiscitario), retto dalla nuova maggioranza 5stelle-Pd, ha smosso i nervi di parecchi e scatenato l’invettiva degli esclusi o dei rimossi...
Molti ignorano e qualcuno finge di non ricordare che gli italiani sono capaci di cambiare alleato perfino durante una guerra.
L’identità nazionale (che consta di furbizia e opportunismo, le quali, va detto, in questo caso sono utili al paese) è salva.
Di seguito, una riflessione impietosa sugli italiani di Leo Longanesi.
Non saremo tutti così, ma quelli elencati dal brillante giornalista e scrittore del secolo scorso sono i tratti che meglio ci identificano e più ci accomunano.
“L’italiano [...] lo conosciamo ben poco; è ateo, pensa soltanto alle donne e ai quattrini, sogna di non lavorare, disprezza qualunque ordine sociale, non ama la natura; sa difendersi soltanto dallo Stato, dal dolore, dalla fame. Siamo animali feroci e casalinghi...”.

 

Rolie, Amp&Reazioni

Trascinato, mio malgrado (visto che non avrei problemi a cambiare parere qualora le evidenze lo imponessero), in una polemica senza senso, considerato che qualcuno ha definito "ignoranti" tutti coloro che sono tendenzialmente favorevoli all'istituzione di un' Area Marina Protetta alle Isole Eolie, mi trovo costretto a fare delle osservazioni. L'impressione spiacevole è che la gran parte dei contrari all'AMP difenda un interesse personalissimo e marginale rispetto al potenziale vantaggio collettivo, facendo proseliti con informazioni parziali e tendenziose. Letti e sentiti i toni da "battaglia campale" di alcuni, prima ancora di aver visionato anche solo una bozza di perimetrazione e zonazione con relativi vincoli, è facile prevedere che iI no di certi soggetti resterà tale in ogni caso. Esistono certamente delle categorie da rassicurare  e molti dettagli da discutere, ma chi ha a cuore le sorti del nostro arcipelago non può trincerarsi dietro un no acritico e preconcetto che potrebbe pregiudicare il futuro di tutti e l'interesse comune. Non lasciamo che prevalga la voglia di scontro permanente (spesso al servizio di interessi "illegittimi") che questa comunità manifesta con maggiore impeto distruttivo ogni qual volta si prospetta un'opera o un'iniziativa importante e di largo respiro. Discutiamo, valutiamo e decidiamo. Io ci conto.

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