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Dettagli...

ccontipiccoladi Caterina Conti

Ecco fatto!
Grazie anche alla collaborazione della Sig.ra Aurelia D'Albora abbiamo ripulito il tutto.
Come potete vedere è un monumento di tutto respiro, che merita il rispetto di tutti noi liparesi affinchè noi e i nostri ospiti possiamo piacevolmente goderlo.
Bisognerebbe capire che no è sufficiente ripulirsi le 2" raste" davanti alla porta lasciando in giro le altre vecchie e secche che magari poi non verrà nessuno a toglierle.
Con la collaborazione del carissimo Don Giuseppe vedremo in seguito di mettere vicino alla scultura dell'arrivo della cassa di San Bartolo a Portinente una targa esplicativa.

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Collegamenti per le Eolie dagli aeroporti di R.Calabria, Catania, Palermo, Lamezia Terme, Napoli, Taormina e Milazzo" Info +39.340.3667214

Air Pamarea

Verso le Elezioni. Lipari&Comune, "Non si voti il "compare" o il "figlio della comare..."

 

Siamo arrivati, senza che me ne rendessi conto, come al solito, in atmosfera elettorale.
Sembra che si voti all'inizio del prossimo mese per rieleggere il nostro consiglio comunale.

 

Spero che tutti, si fa per dire, siamo consapevoli dell'importanza di queste elezioni. Tutti sappiamo che non sempre è sufficiente avere un sindaco onesto, anche se è fondamentale, che non vi sono soldi per fare alcunchè ma tutti comprendiamo che è fondamentale non sprecare quei pochi che vi sono e che è indispensabile mandare all'amministrazione non il "compare" o il "figlio della comare" ma non importa se giovani o vecchi ma persone capaci e in gamba, consapevoli delle necessità del nostro piccolo mondo e poi....noi donne ci siamo rese conto che questa è la 1° volta nella quale è fondamentale la nostra presenza?

 

Bisognerà votare sia un uomo che una donna e per la 1° volta il nostro consiglio comunale dovrebbe godere di un congruo numero di presenze femminili. Ma non possiamo continuare a fare le solite oche giulive. Quando si investe su una bella intelligenza e su una donna consapevole delle necessità dei nostri ragazzi, delle difficoltà economiche nelle quali quasi tutti ci arrovelliamo giorno per giorno, le capacità tornano a vantaggio di tutti, parenti e non, amici e non.

 

Siamo una terra fortunata per le bellezze che il buon Dio ci ha concesso, non possiamo continuare a finire di compromettere e distruggere quello che ci resta e bisogna aguzzare l'ingegno per riuscire a sviluppare e costruire quello che possa essere utile per tutti, ma specialmente per i nostri ragazzi, molti dei quali purtroppo finiscono con l'essere diseducati.
Non è possibile che alcune di noi donne vadano svolazzando di fiore in fiore, proteggendo ad oltranza e giustificando e permettendo ai nostri figli di tutto e di più. Sembra che si voti all'inizio del prossimo mese per rieleggere il nostro consiglio comunale.

 


Alle nostre donne io dico siamo una forza, prendiamo consapevolezza, usiamo il diritto che finalmente ci viene riconosciuto ed indirizziamo il nostro voto a donne che siano , non importa se dalle mani più o meno rugose, intelligenti, consapevoli delle nostre necessità, non volgari, non avide, ma battagliere per il nostro bene comune e per gli ideali anche di tutti coloro che non vi sono più.

 

Buon lavoro.

 

---Erano meno delle sette del mattino del 31 Dicembre di non ricordo quale anno. Improvvisamente entrò nella mia camera da letto Don Nino Quadara dicendo "Signura Caterina u tempu è bonu putimu iri a Vulcano", e fu così che assonnata partimmo per Vulcano io, Don Nino ed il figlio Gaetano.

Dopo avere trascorso la mattinata ed una parte del pomeriggio a sistemare varie cose al momento di ritornare a Lipari ci accorgemmo che era arrivata una tempesta da ponente e che non vi erano più collegamenti tra Lipari e Vulcano. Dopo esserci guardati un poco in torno al porto nella vaga speranza di qualche altro mezzo di collegamento, tornando verso Ponente, recuperammo lungo la strada altri "naufraghi" come noi............Un trasportatore di Lipari con i baffi e quattro ragazzi francesi (3 ragazze ed 1 ragazzo) ai quali io dissi che potevo offrirgli un letto e una cena insieme. Arrivati all'Hotel Conti dopo le 21:00 in cucina stavamo cercando appunto di preparare da mangiare quando improvvisamente in mezzo all'ululare del vento ed il rumore delle onde si sentì uno schianto terribile. Il mare aveva rotto i portelloni del bar/pizzeria A Zammara ed essendo entrato all'interno andava sconquassando tutto sbattendo i banconi e quant'altro da una parte all'altra dei muri.

Dopo poco andò via la corrente elettrica e rimanemmo in cucina ed in tutto l'albergo completamente al buio. Sembra facile ma non eravamo preparati e non avevamo neanche una candela. Dopo un attimo di sbigottimento cercammo di organizzarci. Mi ricordai che nel soggiorno vi era un camino e presa la carne che avevamo acquistato per la cena scendemmo, appunto, nel salone dove dopo vari tentativi riuscimmo ad accendere il fuoco, il tutto con il rumoreggiare del mare che sempre imperversava nel bar.

Va tenuto presente che dietro il nostro bar in diretta comunicazione abbiamo le dispense e vi erano, quell'anno, erano altri tempi, circa 100 cartoni di vino. Pensate alla mia disperazione...........

Mentre i ragazzi cercavano di cucinare io a piedi nudi volevo capire la situazione del bar. L'acqua di mare era arrivata al quinto gradino. quando io andai per mettere i piedi nell'acqua questa era gelida e dovevo infilare i piedi sotto un mare di pomice che copriva il tutto.

Don Nino si mise ad urlare "Signura Caterina facissi attenzione non facimu cumu lautra vota quannu u mari si purto a diga foranea di Palermo chi si stava purtannu puru a lei o Portinenti." (questa è un'altra storia)

Me ne risalii zitta zitta dai ragazzi e così cenammo. Intanto era passata la serata e avevamo superato la mezzanotte, a questo punto ognuno si diresse verso le proprie camere che i ragazzi con Gaetano avevano preparato.

Io salendo dalla scala retrostante il soggiorno dell'albergo camminando carponi per la forza del vento raggiunsi il muretto e guardai. Era forse il più bello spettacolo che io abbia mai visto in vita mia, il Faraglione era tra la schiuma bianca, vi era la luna piena e le ondate del mare, montagne, arrivavano sino al terrazzo dell'albergo. Scenario indimenticabile.

L'indomani mattina ci mettemmo tutti al lavoro, ragazzi francesi compresi, per cercare di limitare i danni in dispensa. Nel bar u

un massacro, non esistevano più ne porte ne finestre.

Verso le ore 11:00 arrivarono il Maresciallo Bottiglieri, che era rimasto anche lui bloccato, e Minicuzzo che con la barca era venuto a prenderlo. Cercammo di chiudere alla meno peggio il bar che comunque rimase semi aperto e tornammo a Lipari.

Quell'anno Attilio aveva deciso di aprire l'Hotel Giardino sul Mare per lavorare anche a capodanno. Quello era un tempo felice, Attilio, Gianni, tutto il resto della famiglia Conti ed alcuni clienti stavano pranzando e quando arrivai con al seguito i quattro ragazzi francesi ci accolsero felici.

Però dopo poco arrivò l'equipaggio di una barca che veniva da Napoli e che a Stromboli tragicamente aveva, per la tempesta, perduto uno degli uomini dell'equipaggio.!!

Dopo circa 6/7 mesi mi vidi recapitare un pacco che veniva dalla Francia, era un acquerello di Notre Dame inviatomi in dono dai quattro ragazzi francesi dei quali non ho mai conosciuto ne il nome ne l'indirizzo.

Anche questa è la vita.

I RINGRAZIAMENTI DELLA FAMIGLIA

LA STORIA. Lipari: la vita, il mondo e gli uomini

Una vecchia storia mai dimenticata, dedicata a tutti per mostrare come gli uomini al mondo sono uguali nel bene e nel male, dedicata in particolare ad un amico intransigente.

Non sempre ho raccontato tutto e questa è una di quelle storie terribile e bella della vita mia e di mia madre.

Eravamo all’inizio dell’estate del 43 e già io, mamma e Gianni eravamo da qualche giorno arrivati a Milazzo.

Mamma quell’anno aveva insegnato a Barcellona e finita la scuola aveva avuto l’autorizzazione del preside di potere recarsi a Milazzo per rientrare alle Eolie. Avevamo fatto Barcellona – Milazzo dietro un carretto tirato da un uomo che trasportava le nostre masserizie. Io mamma e Gianni molto spesso piangente per le scarpe rotte con l’asfalto che bruciava. A Milazzo avevamo trovata affettuosa ospitalità , come ho già detto altre volte , nella casa temporaneamente disabitata poichè la famiglia era fuggita in un posto più sicuro, da Bartolo Casamento, nostromo delle nostre navi.

La sera del nostro arrivo a Milazzo, mamma incontrò per caso il comandante della nave che faceva servizio Milazzo – Lipari, che Le disse tra le lacrime, che aveva ricevuto l’ordine di lasciare Milazzo per andare non so dove e che aveva la nafta o per portare la nave in salvo a Lipari, oppure per andare alla destinazione indicata. La nave purtroppo eseguì gli ordini e poi fu affondata, per cui noi rimanemmo a Milazzo completamente tagliati fuori da qualsiasi collegamento con le isole. Così come dicevo passarono alcuni giorni ed arrivò a casa nostra il primo reduce liparoto di questa storia. Eravamo come dicevo io mamma e Gianni, io gli cedetti il mio letto e dividemmo quel poco che c’era da mangiare, generalmente spighe di granone arrostite e pomodori con il sale.

L’indomani mattina ci arrivò la notizia che forse un motoveliero stava venendo a Milazzo per ritornare a Lipari, per cui noi 4 compreso l’ospite ci muovemmo verso il porto. In quel momento sulla parte sinistra del porto vi era ormeggiata una bellissima nave tedesca che attirava bombardamenti uno dietro l’altro anche 10-15 volte al giorno. Noi 4 arrivammo sulla banchina in attesa del famoso motoveliero. Mentre eravamo lì arrivarono i bombardieri americani e noi ci rifugiammo nell’ingresso dell’albergo Stella d’Italia, situato sulla banchina nel posto dove una volta c’erano “ i gioielli del Mare”il cui ingresso con le porte spalancate dava un certo senso di sicurezza e accoglienza.

Ci rifugiammo al suo interno tutti e quattro. Mamma era una donna che zoppicava moltissimo, sostenuta da un ferro nella scarpa sinistra del piede, Gianni di circa 3 anni e io che ne avevo 8 scarsi.

Le bombe continuavano a piovere ed evidentemente eravamo nel posto più periccoloso di tutta la città. A un certo punto il nostro ospite liparoto ci disse aspettate che vengo subito e andò via. Noi, evidentemente, lo attendemmo per un certo tempo con la certezza che lo avremmo rivisto. Poichè lui non arrivava uscimmo fuori, girammo l’angolo sulla strada parallela al porto e cominciammo a correre verso la stazione. Il sole picchiava e le bombe cadevano a breve distanza. Noi arrancavamo perché avevamo qualche piccolo bagaglio, che non avevamo avuto il coraggio di abbandonare e Gianni piangeva. A un certo punto dal nulla arriva un giovanissimo marinaio tedesco il quale ghermisce Gianni e comincia a correre davanti a noi sempre verso la zona più tranquilla e più lontana dai bombardamenti.

Ogni tanto si girava per controllare che noi lo seguivamo. Questo fino a quando non giunse in una zona abbastanza sicura dove lasciò Gianni e ci salutò con la mano da lontano. Tutta la mia vita ho pensato a Lui con gratitudine e ho pregato che il buon Dio lo abbia risparmiato. La nave tedesca poi fu affondata fuori Milazzo i bombardamenti americani continuarono per oltre un mese e mezzo, il reduce liparoto prese il motoveliero che benomale alla fine era arrivato e noi lo ritrovammo a Lipari quando rientrando con i reduci, il vescovo e padre Adornato ritrovammo la via di casa. Quel signore aveva avuto la faccia tosta di venirci a salutare al nostro arrivo.

A questo punto ritengo che sia opportuno dire : no comment. Questa è la vita , il mondo e gli uomini.

---Vi sono alcune cose intoccabili, innanzitutto il Buon Dio.

Poi San Bartolo ed alle Eolie, oltre le due personalità precedenti, anche l’ospedale.

Il nostro ospedale ,il quale nel bene e nel male, ci aiuta a sopravvivere e molto spesso ci salva la vita.

Quando io a volte sento dire a qualche ignorante:” Ah ma l’ospedale che ci sta a fare? Potrebbero chiuderlo!” Mi sento stringere il cuore e mi rendo conto che la stupidità umana non ha limiti.

E’ un ambiente affettuoso, familiare con eccellenti medici, con personale infermieristico competente, anche molto competente, e con inservienti veloci e pulitissimi.

Che dire di più? Io sono stata questo inverno ricoverata per due volte e mi sono sentita come se fossi in una suite con tutte persone affettuose attorno.In verità l’unico vero problerma sono stati i letti alti e inaccessibili, e quando il dott.Paino m i ha detto che evidentemente la Usl non aveva ancora fatto il contratto di affitto, pensavo di aver sentito male e sono inorridita e mi sono detta: “ Ma come gli ospedali non hanno in proprietà neanche i letti che durano 20-30 anni e bisogna prenderli in affitto? Che cos’è un altro ennesimo imbroglio della sanità per creare dei rivoli, che per secoli dissanguono le pubbliche finanze? Ma questo discorso e queste considerazioni mi hanno portato fuori strada, perché nel panorama sanitario dell’ospedale come ho detto, quasi sempre eccellente, nel tempo vi sono state delle cardiologhe , che per motivi personali sono poi scomparse, vedi la dott.ssa Patanè per difficoltà organizzative, mancanza di piccole attrezzature o forse incompatibilità con qualcuno del personale. Come ho detto sono tutti bravissimi, ma sarebbe bene che ognuno rimanesse nel proprio rango senza fuoriuscirvi e stravolgere le situazioni.

Dalla dott.ssa Patanè siamo passati alla Dott.ssa Tripodo, eccellente , attenta, affettuosa e brava.

Non è possibile che vengano fuori delle situazioni che rendano poi la vita dell’ospedale invivibile perché qualcuno, pur bravissimo, esca fuori dai suoi ranghi. Non è accettabile. Le mie sono solo illazioni ed informazioni spero, probabilmente, inesatte, ma sarebbe molto triste se per questi motivi la Dott.ssa Tripodo non tornasse più. E’ vero, non è vero? Non si può fare sempre come “Pilato” e lavarsi le mani dei problemi senza coraggio e pensando e sperando, che poi sia il caso o chissà che la disperazione personale degli individui che risolvano le cose. Io non credo che i pazienti della Dott.ssa Tripodo, senza togliere merito a tutti gli altri colleghi, siano disposti a rinunciare alle esimie prestazioni della suddetta dott.ssa

Come stanno le cose? Quale è la verità? Qualcuno ne sa niente? Sicuramente io meno di tutti, ma poiché sono l’ultima a sapere le cose, sono sicura che qualcosa di vero ci sia.

Carissima Dott.ssa Tripodo, piccola donna coraggiosa, hai vinto tante battaglie e ti avvilisci adesso per qualche scaramuccia?? Prendi coraggio e continua a calpestare il mondo. Noi tuoi pazienti di Lipari confidiamo in una tua rialzata di orgoglio e che tu possa tornare presto tra noi.

Alla direzione dell’ospedale dico come mi diceva Don Antonio Di Mattina di Stromboli quando mi telefonava, svegliandomi, alle 6 del mattino:” Ma tu che fai dormi?”

Le mie più sentite scuse se sono uscita dalle righe, un abbraccio affettuoso a tutti.

---All’att. Di tutti i cittadini Liparesi e i Consulenti

Mi sono resa conto che siamo quasi arrivati alla dichiarazione dei redditi, e che così come tutti sappiamo, la nostra scuola Isabella Conti Eller Vainicher, ha delle necessità economiche per la manutenzione urgente dei suoi stabili.

Quando mamma fece costruire l’Istituto, era stato fatto per cinque classi, poi in seguito fu utilizzata da dieci, poi da quindici e via via sino ad ora che ne riesce a contenere circa venticinque con i vari indirizzi di studio, agrario compreso.

Che cosa vogliamo di più? Fantastico e straordinario.

La preside, sig.ra Tommasina, mi ha comunicato che quest’anno c’è la possibilità di poter donare a questo scopo il 5x1000 all’Istituto Tecnico di Lipari, basta fornire al proprio consulente il Codice Fiscale 92022670837appartenente allo stesso istituto.

Inoltre per chi volesse donare liberamente qualsiasi somma per questa causa può utilizzare il conto corrente dell’associazione “VALENTINO UNO DI NOI O.N.L.U.S” direttamente collegato all’Istituto Tecnico Isa Conti Eller Vainicher.

Iban IT 33 M 0200 82 26001 000102509403

Quanti sono coloro che nel tempo hanno utilizzato questa scuola? Migliaia e migliaia e può e deve essere così anche in futuro. E allora a tutti gli abitanti dell’arcipelago, agli Eoliani sparsi per l’Italia e per il mondo, ai simpatizzanti e frequentatori delle Isole Eolie si chiede la collaborazione e l’aiuto per cercare di risolvere questo problema.

Con l’occasione un ringraziamento al nostro Sindaco Marco Giorgianni per essere riuscito, decorosamente, a risolvere l’emergenza.

Anche se avete già fatto la dichiarazione dei redditi vi prego di rifarla perché non vorrei che alla fine raccogliessimo solo una manciata di mosche.

--Carissimo Marco,
grazie della celerità con la quale hai risolto il tragico problema di Vulcano.
Speriamo che il tutto sia limitato il più possibile nel tempo e che nn vi siano ripercussioni per la economia di quell'isola.
Affettuosamente.

All'assessore Sardella
Vengo a pregarti a nome di tutti i disabili di rimuovere la fioriera che è stata messa di recente subito prima della via di accesso alla piazzetta" Subba" e che serve per entrare all'Unicredit. Tutta quella zona è penalizzata perché non si può camminare con la sedia rotelle o con 2 bastoni sia per andare alla farmacia Cincotta (che viene penalizzata) sia in banca. Se la macchina non può essere parcheggiata in quel tratto un disabile deve arrivare a piedi magari sino alla latteria. Certa dell'accoglimento di questa richiesta. Ringrazio.

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