lnatoli1di Lino Natoli

Sono costretto, mio malgrado, a dover intervenire anch'io sulla torbida polemica divampata intorno al fenomeno dell'acqua gialla. Mio malgrado perché in qualche modo ne sono stato tirato dentro da vari interventi sui social network, quindi mi tocca bere di quest'acqua.
Tutto nasce lo scorso novembre, quando insieme ad altri cittadini di questa repubblica e di questo comune, tutti preoccupati delle reali condizioni dell'acqua che arrivava ai nostri rubinetti, affidammo ad un laboratorio qualificato il compito di effettuare dei prelievi a campione in varie frazioni dell'isola e di produrre le relative analisi seguendo scrupolosamente i protocolli previsti dalla legge. L'esito fu positivo, nel senso che fu riscontrata una carica batterica eccedente i parametri di legge ed in un caso anche la presenza di un colibatterio.
Alcuni di questi cittadini, armati di buona volontà e senso civico, incontrarono poi il sindaco di Lipari per mostrargli il risultato del loro lavoro. Il sindaco, preso atto, incaricò la ditta che esercita la manutenzione degli impianti e gestisce l'erogazione del servizio di effettuare nuove analisi.
Anche queste analisi diedero esito positivo, tanto che il sindaco fu costretto ad emettere un'ordinanza che sospendeva l'erogazione dell'acqua in alcune zone dell'isola. Questo tra proteste e lamentele di chi a quel punto non riceveva ormai acqua di nessun colore. Intanto il comune provvedeva alla pulitura di alcune vasche e a lavori vari che non conosco e non posso precisare. Fatto sta che al termine di questi lavori, direttamente l'ASP procedeva alle analisi che finalmente davano esito negativo: acqua potabile.
Sempre quello stesso gruppetto di cittadini, per fortuna divenuto più numeroso, lo scorso aprile, non fidandosi del fausto esito delle analisi dell'ASP, procedeva ancora una volta a commissionare nuovi prelievi e nuove analisi. Esito ancora negativo: l'acqua erogata dalla rete idrica era potabile.
Tutto questo è successo senza che ne sia stata divulgata alcuna inutile notizia, e non per evitare allarmismi, ma per scongiurare un pericolo ancora più grave, ovvero che qualcuno la buttasse in politica rendendo così inutile tutto il lavoro fatto e scatenando sospetti e malizie che ci avrebbero allontanato dal nostro unico obbiettivo: sapere che acqua beviamo o facciamo bere.
Senonché, e siamo ai nostri giorni, dai rubinetti comincia a sgorgare acqua gialla. L'associazione Art.1, prima alleata del sindaco, adesso, mi dicono, passata su altra sponda, pubblica inopinatamente la copia delle nostre analisi dello scorso aprile mettendole in relazione al fenomeno odierno dell'acqua colorata. Da qui una cascata di polemiche. Mi pare ovvio far notare che non è possibile utilizzare vecchie analisi, fatte su vecchi campioni per giustificare le condizioni attuali dell'acqua. Si sa che l'acqua che scorre sotto i ponti non è mai la stessa, dunque a nuova acqua sarebbero dovute corrispondere nuove analisi. Anziché andare dal sindaco con le bottiglie piene d'acqua si sarebbe dovuti andare con nuove analisi che dicessero chiaramente che razza di acqua vi era dentro quelle bottiglie. Ma in certi casi, quando c'è di mezzo la polemica politica, tutto fa brodo. Anche analisi fatte da altri, in altri tempi e su altri campioni.
Potrebbe finire così, ma sarebbe troppo facile in un posto che ama le complicazioni inutili. Ne scaturisce infatti tutta una controversia dentro la cosiddetta sinistra eoliana. Parlando di acqua gialla si è finito per discutere di cosa sia la democrazia, il diritto di parola, la tutela delle masse. Si è persino evocato lo scontro generazionale. Tutta acqua gettata in mare. La sostanza è che ormai da oltre vent'anni la gente non fa più distinzione tra destra e sinistra, ma tra chi amministra bene e chi invece lo fa male, o non lo sa fare per niente. La democrazia poi consiste nel fatto che l'elettore ha il diritto di votare chi vuole, anche chi amministra male assumendosene però tutte le conseguenze, anche quelle più pestifere. Tornando all'acqua, l'amministrazione avrebbe tutto l'interesse a rendere pubbliche le analisi che periodicamente vengono eseguite, mettendole in rete a disposizione di chiunque, in maniera da evitare inutili sospetti e sono sicuro che almeno questo adesso lo si otterrà.
Per il resto, non essendo per nulla convinto che la verità stia tutta a sinistra o tutta a destra, prendo sempre per buona la regola della sincerità. Se le cose che si fanno, si dicono o si scrivono sono sincere possono pure essere sbagliate, ma almeno non sono inquinanti.

di Alessandro la Cava*

Abbiamo assistito alla farsa di un consiglio comunale che improvvisamente,dopo 8 mesi, decide di mettere all'ordine del giorno il problema dell'acqua gialla.
Non entriamo nel merito delle assenze dei consiglieri di maggioranza perché sappiamo che sono politicamente teleguidati e questo problema non li rende sensibili al ruolo di controllore per il quale hanno avuto mandato dai loro elettori a rappresentarli.
Non vogliamo neanche entrare nella diatriba interna all'opposizione su chi ha avuto le analisi ed ha giocato a nascondino e chi invece le analisi non le ha neanche lette ed oggi cerca di fare il professore.
Il problema c'è e si vede.
Purtroppo però il problema non è soltanto questo perché alla fine del consiglio,ma noi ce ne siamo resi conto già venerdì,si è potuto riscontrare una totale carenza di informazioni di base da parte dell'assessore e,ancora peggio,da parte dei dirigenti.
Qualcuno ha mai pensato solo per un istante di leggersi il DL n.31 del 2001?
Il cons. Lo Cascio,grande intenditore,sostiene di avere reso partecipe l'amministrazione che si è subito adoperata.
Adoperata a fare cosa?
Dalle analisi in nostro possesso,date direttamente dall'assessore,abbiamo riscontrato che hanno solo effettuato controlli di routine peraltro non conformi a quanto previsto dell'art.5 comma 1 lettera A che testualmente recita "i valori di parametro devono essere rispettati per le acque fornite attraverso una rete di distribuzione,nel punto in cui queste fuoriescono dai rubinetti utilizzati per il consumo umano".
Detto questo noi continuiamo a dire che non ci interessa la visibilità e non vogliamo in nessun modo creare allarmismi ma auspichiamo nell'interesse della comunità Eoliana l'immediata risoluzione della problematica invitando l'amministrazione ad adoperarsi affinché i controlli vengano effettuati secondo le disposizioni legislative tenendo conto della attuale situazione per la quale andrebbero verificati anche altri parametri e non solo quelli evidenziati nei certificati già rilasciati.

*Presidente Art1

di Caterina Conti

Io vivo a causa della mia età e delle mie difficoltà fisiche in un mondo ovattato dal quale poi alcune volte ho dei bruschi risvegli.
Questo per giustificare delle mie eventuali inesattezze.
Finalmente abbiamo un nuovo dissalatore potente, moderno e funzionante. Che cos'è questa storia che l'acqua non è buona? Chi sono questi imbecilli che si permettono di mettere a rischio il lavoro e la sopravvivenza di una collettività? Il PH è una componente che può essere modificato con facilità. Le navi adesso prendono l'acqua dal mare ed anche loro anno il dissalatore a bordo. Anche loro hanno il PH che può essere facilmente corretto. Il dissalatore di Lipari avrà uno o due anni mentre quello delle navi non si sa. Tutta l'acqua può essere ugualmente buona e comunque corretta.
E' criminale, per motivi politici, cercare di creare difficoltà all'Amministrazione ed alla collettività.
Una volta c'erano "I Fimmini" che sapevano fare opportune proteste.
Vogliamo vedere di capire la situazione e cercare di porvi dei correttivi?
Di questi tempi con la crisi e le problematiche economiche che ognuno di noi nel proprio piccolo o grande deve affrontare, è assurdo che qualche inbecille possa scherzare senza rischiare quantomeno delle cause per danni.
La stessa cosa per quanto scritto in merito alla Pozza delle acque calde.
A questo proposito io ho pensato visto che diciamo sempre male di tutto e di più di chiedere che venga creato un albo d'oro dei clienti che da decenni vengono nelle Eolie e vivono e continuano a vivere bene nelle loro città e nei loro Paesi grazie proprio alle Eolie, ma in particolare grazie alla pozza dei fanghi di Vulcano.
Così da poter dimostrare quanto da me affermato.
E' evidente che nel caso questa proposta venga accettata dalle emittenti tutte le attività potranno partecipare inviando la foto, e gli anni di frequentazione del cliente nell'Isola.

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