di Angelo Pajno
Leggo già da qualche tempo di provvedimenti limitativi del transito e della sosta, in determinate aree ed orari del territorio comunale, afferenti i soggetti con accertate limitazioni motorie.
Anche durante l' odierno periodo festivo l' annuncio è lo stesso: in tali aree non è consentito il transito e la sosta veicolare specificando che ... " I divieti si intendono estesi anche ai titolari di contrassegno per diversamente abili".
Tale monito si appalesa illegittimo in quanto, a mente dell' art . 3, comma 1, n 2) del codice della strada:
"... Ai fini delle presenti norme le denominazioni stradali e di traffico hanno i seguenti significati:
Omissis
2) Area pedonale: zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, i velocipedi e i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie, nonché eventuali deroghe per i veicoli ad emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai velocipedi. In particolari situazioni i comuni possono introdurre, attraverso apposita segnalazione, ulteriori restrizioni su aree pedonali "
Omissis
La norma non lascia adito a diversa interpretazione: in area pedonale i veicoli per le persone disabili hanno pieno diritto di transito e sosta salvo che particolari ragioni, ADEGUATAMENTE MOTIVATE, non suggeriscano una disciplina più rigorosa che, comunque, DEVE ESSERE PORTATA A CONOSCENZA DEGLI INTERESSATI ATTRAVERSO APPOSITA SEGNALAZIONE.
Ora, chiunque dei lettori si sia trovato in questi giorni a transitare attraverso il varco posto all' inizio di C.so Vittorio Emanuele non può non aver notato che il segnale indicante l' inizio della zona pedonale è solo quello standard il quale non risulta integrato da alcuna segnalazione di ulteriore restrizione.
Né può farne le veci la stentorea pubblicazione sulla stampa locale della estensione del divieto alle categoria protette, mancando il supporto motivazionale di tale estensione, legislativamente previsto, che giustifichi il presupposto delle "particolari situazioni".
In sintesi, auspico che il Comune voglia porre rimedio ad una situazione che lo vedrebbe, a sommesso avviso di chi scrive, pacificamente soccombente nel caso di impugnativa di irrogata sanzione da parte della P.M. per violazione del divieto in argomento da parte di un cittadino titolare dell' apposito contrassegno.
Civiltà e solidarietà pretendono che tali categorie protette possano accedere anche alle aree pedonali avendone giustificata necessità e con le dovute cautele.
Va comunque evidenziato, per par condicio, che anche i titolari di tale contrassegno non sono immuni da peccato.
Di fatto è invalso, nella vita di tutti i giorni, il malvezzo di utilizzare impropriamente il suddetto contrassegno.
Molti non sanno, o scientemente ignorano, che la vettura alla quale è associato il contrassegno non è il taxi di famiglia e non è quindi consentito il transito o la sosta negli appositi stalli di tali vetture se non condotte direttamente dall' avente diritto o con a bordo delle stesse il soggetto titolare del pass in qualità trasportato.
L' art. 188, c.4, C.d.S. sanziona severamente gli scrocconi del parcheggio, coloro, per intenderci, che utilizzano l ' auto con il pass della anziana zia malata che non vedono da anni, del nonno con la flebo oramai sull' orlo del trapasso la cui ultima uscita al di fuori delle mura di casa risale all'incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele a Teano, sfruttandone impunemente e semplicemente le opportunità a danno degli effettivi aventi diritto .
Basta agguantare uno degli appositi stalli, meglio se nelle vicinanze di scuole, tabaccherie, supermercati, negozi di abbigliamento, bar ed uffici pubblici in genere, per lasciare l' auto placidamente addormentata per ore nella culla di giallo vestita e con il famoso tagliandino in bella mostra, magari già scaduto ( visto che " il nostro" ha una validità di cinque anni e perde comunque efficacia con la morte del titolare).
Comportamenti di spudorata inciviltà oggi sanzionati ancora più severamente dalla recente riforma del C.d S., una delle poche novità positive di quello che, per il resto, appare come il frutto di una mente disturbata da evidenti manifestazioni dissociative tra follia e stupidità.
Ma questo è un altro discorso.
Auspico pertanto che la P.M. non si limiti alla sola verifica della presenza sul parabrezza del pass ma ne verifichi l' effettivo conforme utilizzo e, soprattutto, la Sua attuale validità.
È una questione di civiltà.
E Berta filava!
Rassegna Stampa GDS.IT
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