di Angelo Sidoti
Fallimento in svendita.
Nessuno che prende la parola sul concordato fallimentare della Pumex. Il silenzio delle istituzioni stranisce. Qualcuno direbbe che il “silenzio” comunica: il silenzio è una forma di risposta. Ma, le domande a cui dovrebbe rispondere il Curatore Fallimentare e la società MT Project sono molte. Di certo non crediamo che la nota della MT di questi giorni, apparsa sui giornali, sia una risposta né
tantomeno esplicita.
Non si comprende bene quale sia il progetto della MT Project. Nulla viene rappresentato in merito alla messa in sicurezza della cava di Pumex, alla bonifica di tutte le aree occupate. Ci sorprende, poi, la nota della MT in cui si richiama un incontro con il Presidente Regionale Schifani e gli Assessorati Regionali, forse esibendo una nota di cui nessuno conosce il contenuto.
La domanda più importante avrà una risposta sicuramente all’udienza del 17.10.2024 presso il Tribunale di Barcellona. All’udienza sarà trattato il ricorso avverso il concordato fallimentare proposto dalla MT. All’udienza si decideranno le sorti del fallimento. Diciamolo con chiarezza, il concordato fallimentare è antieconomico in quanto le somme offerte dalla MT sono di € 3.047.626 euro, non soddisfano e giustificano un attivo patrimoniale della procedura fallimentare di € 30.348.618, a fronte di un passivo di euro 6.008.286, che al netto dei riparti
eseguiti si ridurrebbe a euro 4.858.347.
In passato la Regione offriva di più ma, il Curatore Fallimentare si era opposto presentando ricorso al Tar. Le somme stanziate dalla Regione Sicilia, erano di euro 4.500.000 con la deliberazione n.202 del 14.04.2022 della Regione Sicilia per l’acquisto dell’intera area: molto di più. Erano delle somme di gran lunga superiori rispetto alla proposta della società MT project. Sarebbe opportuno che il Curatore motivasse il suo diniego alla proposta della Regione, non avendo portato avanti questa offerta più vantaggiosa. Mentre oggi si favorisce un privato favorendolo con tre milioni di euro.
E’ un concordato fallimentare antieconomico che presenta persino profili oscuri. Una società Maltese in passato ha provveduto ad acquisire i beni strumentali del fallimento. Adesso, una società Svizzera acquisisce il compendio Immobiliare e tutte le partecipazioni societarie della Pumex attraverso una società neocostituita il cui amministratore è stato membro del collegio sindacale della società fallita e persino a tutt’oggi membro del collegio di un’altra partecipata.
Forse esiste un Conflitto d’interesse. Il Rag. Felice Mirabito oltre ad essere stato componente del collegio sindacale della Pumex, nella fase di concordato liquidatorio, e della Italpomice fino ad oggi coincidenza è anche amministratore Unico della MT Project società che sta acquisendo il fallimento.
La Pumex spa (società fallita), detiene le seguenti partecipazioni: Pumex uk, Italpomice spa, Ikesia spa Nolmar srl. La Italpomice possiede un compendio immobiliare di di 6.000 mq sito nella località di Acquacalda e la Ikesia detiene svariati immobili nella frazione di Canneto e Lipari.
Per cui, con € 3.000.000,00, si acquisisce oltre il fallimento anche il valore immobiliare della Ikesia ch’è molto di più del valore del concordato fallimentare: un’ottima operazione di speculazione edilizia. Tra la Pumex e Italpomice si dispone, quindi, circa 30.000 mq lungo una costa di 3km.
Tutto verrebbe acquisito di fatto dalla MT Project. Chi risponderà dei debiti in capo alla Italpomice, una volta che quest’ultima, perderà l’unica posta dell’attivo, costituita dal complesso immobiliare messo all’asta per un valore pari all’11% del valore di perizia.
Oppure, chi risponderà dei debiti verso lo Stato e verso il Comune di Lipari e, poi, chi risponderà della passività legata alla Causa Beninati-Paino dell’importo di euro 1.040.299.
Un dato interessante da valorizzare è la vendita all’asta del compendio immobiliare della Italpomice che potrebbe essere venduto all’asta per un valore pari all’11% del valore periziato.
E’ quanto si legge nel verbale di assemblea di approvazione del bilancio del 2023 della Italpomice, alla presenza del Collegio sindacale, tra cui componenti il Rag. Felice Mirabito. E’ dato leggere che sarebbe opportuno opporsi alla messa all’asta del compendio immobiliare, cui segue la risposta del Curatore che dichiara quanto segue: “Interviene il socio Pumex ritenendo che tale istanza debba essere prodotta esclusivamente se si ha la certezza che ciò non comporterà il rischio di instaurazione di un nuovo procedimento con possibilità di condanna alla spese in caso di rigetto, altrimenti manifesta la sua contrarietà”.
Appare evidente che c’è frenesia a “svendere le attività del Gruppo D’Ambra” che mostrano in evidenza l’antieconomicità di tutta la procedura.
Qualcuno dovrebbe porsi delle domande, soprattutto le istituzioni. Perché secondo il Curatore la Regione non avrebbe potuto acquisire l’intera Area, mentre un privato ha potuto farlo con meno denaro? Perché è stato favorito un privato? E’ sicuro, che tutti i creditori del Gruppo Pumex verranno soddisfatti? Quale saranno le sorte dei creditori delle società partecipate dalla Pumex? E’ sicuro che le somme offerte dalla MT Project possano soddisfare tutti? Siamo sicuri
che la Curatela ha fatto bene i conti e che non sopraggiungono passività?
*Presidente della Sezione Isole Eolie
L’argomento delle cave di pomice e la procedura di vendita degli stabilimenti industriali presenti sull’Isola di Lipari hanno suscitato in queste settimane l’interesse dei giornali, anche titolati vedi intervento del giornalista Gian Antonio Stella, oltre che l’intervento della cittadinanza.
Tutti naturalmente si soffermano sulla realtà più rappresentativa del complesso industriale delle cave di Pomice ovvero il sito di Porticello trascurando altre presenze nell’isola di siti industriali come quello di Acquacalda dove la Italpomice esercitava la propria attività.
Italpomice S.p.A. è una società facente parte della costellazione di società legate al gruppo Pumex s.p.a., che ne possiede il 99% del capitale sociale.
Alla voce di bilancio "crediti vs. terzi" della società di Pumex sono ricompresi tutti i crediti:
a) verso soci per versamenti ancora dovuti;
b) immobilizzazioni finanziarie;
c) crediti verso clienti e, crediti verso altri;
d) il credito vantato nei confronti di Italpomice S.p.A.
Pertanto, il fallimento della PUMEX vanta dei crediti nei confronti della stessa Italpomice.
Altro tema sensibile del fallimento PUMEX gira anche attorno alla società Italpomice e, soprattutto al ricorso amministrativo presentato dalla società Italpomice.
La Italpomice ricorreva contro il Comune di Lipari in quanto gli uffici preposti avevano sospeso il procedimento amministrativo di concessione edilizia, adducendo che di non poter procedere alla relativa istruttoria fino all’attivazione ed approvazione del Piano urbanistico esecutivo.
In particolare, con nota prot. n. 18422, del 23 luglio 2015 del Comune di Lipari, recante: “sospensione del procedimento di rilascio del titolo edilizio per la realizzazione di un complesso turistico residenziale attraverso il recupero e la ristrutturazione di fabbricati in attesa dell’approvazione di un piano urbanistico esecutivo (PUE)”;
Con la sentenza del Tar di Catania n. 2497/2015, definitivamente pronunciando, sul ricorso di Italpomice, accoglie le istanze del ricorrente perché fondate e, per l’effetto, ordina al Comune di Lipari di provvedere alla “riattivazione” del procedimento dal momento della comunicazione della presente decisione. Condanna il Comune di Lipari al pagamento delle spese di lite in favore della parte ricorrente che liquida in complessivi euro 2.000,00 (duemila/00 euro), oltre accessori come per legge. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
Pertanto, mi preme esporre alcune brevi riflessioni a riguardo:
- Con memoria depositata in data 14 marzo 2016 parte ricorrente evidenziava che, medio tempore, la Sopraintendenza per i Beni Culturali di Messina aveva rilasciato l’autorizzazione paesaggistica richiesta, limitandosi al riguardo ad imporre solo alcune condizioni in merito alla costruenda piscina ed alle finiture esterne del fabbricato;
- Il Comune di Lipari non si sarebbe costituito difatti in sentenza è dato leggere: “attesa la mancata costituzione in giudizio del Comune resistente, pur se ritualmente evocato in giudizio, il Collegio adito ritiene di non avere elementi sufficienti per poter sindacare la fondatezza già in tale sede dell’istanza presentata”;
- La sentenza afferma i principi generali di buona amministrazione per cui l’amministrazione, ha l’obbligo di concludere il procedimento amministrativo entro un termine “certo” con un provvedimento espresso, non potendosi ammettere ipotesi di sospensione sine die del procedimento ricollegate a fattori futuri ed incerti nell’an.
Ciò detto, nel caso di specie, secondo il TAR il ricorso deve essere accolto per l’assorbente rilievo secondo cui il Comune non ha fissato un termine certo alla durata della disposta sospensione, ma ha sospeso l’iter procedimentale a tempo indeterminato, ovvero con il semplice e generico riferimento alla futura, ed anch’essa, indeterminata conclusione degli accertamenti eseguiti sui luoghi di causa dall’U.T.C. Area Edilizia e Urbanistica”.
Di conseguenza oggi ci troviamo con un giudizio pendente presso il tribunale di Barcellona P.G. una procedura esecutiva R.G.E. n. 44/2012 Promossa da: UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT BANK S.P.A. Contro: ITALPOMICE S.P.A.
Su tale giudizio si è espressa anche l’assemblea del 26.04.2024 della stessa Italpomice Spa in liquidazione ad oggi amministrata Dott. Antonio Dario Mamì e con un Collegio Sindacale composto dai Sigg. Italiano Antonio, Genovese Giovanni e Mirabito Felice.
Dalla lettura del verbale si rileva che il Presidente del Collegio Sindacale invitava il liquidatore a fare istanza al Giudice affinchè non si procedesse alla aggiudicazione in quanto il valore di vendita, se confermato pari a circa l’11% del valore periziato, sarebbe stato un valore eccessivamente basso, comportando la svendita del complesso a danno dei creditori della società.
Si legge sempre dalla nota dell’organo amministrativo che la perizia aveva stabilito un valore degli immobili, al netto di quelli gravati da usi civici e non affrancati, pari ad Euro 3.971.906,46. L’asta alla data di approvazione del bilancio del 2023 da parte del liquidatore era ancora in corso e il prezzo fissato in Euro 586.478 con una offerta minima di Euro 439.859.
Chissà come sarà finita vista che l’asta era fissata per il 16.04.2024.
Non riscontrate molti punti di contatto con la storia del fallimento di PUMEX?
Vedremo di approfondire anche questo argomento in modo da considerarlo un unico “fascicolo” che potrebbe essere definito “la procedura di svendita di un patrimonio culturale e storico delle Isole Eolie” LA POMICE.
In tutto questo viene trascurato un particolare ovvero che in questo sito insiste un pericolo di natura ambientale costituito dall’abbandono dell’area di Cava di Acquacalda oltre tutti i vincoli di natura urbanistica e paesaggistica esistenti sul Territorio.
*Presidente della Sezione Isole Eolie