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di Diego Celi

Preambolo e orizzonte

Finita la campagna di demonizzazione nei confronti di Silvio Berlusconi, il partito che ha governato senza vincere le elezioni, ha dichiarato guerra a Giorgia Meloni. Il PD, tuttavia, è un preambolo senza orizzonte. Ascoltare o leggere le dichiarazioni dei suoi esponenti è deludente e il più delle volte fastidioso. Non alligna mai un dubbio in questi soggetti, che si pongono come novelli Savonarola contro i Medici. Privi di visione e progettualità sciorinano slogan da centri sociali allo scopo di raccattare qualche voto, mai una soluzione possibile, solo richieste prive di una reale fattibilità. Maggiormente infastidisce la sicumera degli atteggiamenti e la vacuità delle proposte.

Sollecitano un mondo privo di ingiustizie sociali, in cui i doveri non hanno cittadinanza e solo i diritti vanno affermati. Solo preambolo senza orizzonte: questo è il PD che si propone guida del Paese , anche i cosiddetti alleati (M5S, AVS, IV, Azione) ne sono consapevoli, come le votazioni per il Cda Rai ha palesato. Nonostante ciò alligna nel DNA dei piddini un alto senso di superiorità morale ingiustificata.

Criticano tutto assolvendosi sempre, negano spudoratamente di avere votato il job act, di avere modificato il titolo V della costituzione, di avere sostenuto la riforma sanitaria, di avere ridotto la scuola ad un servizio sociale e le istituzioni a poltrone su cui sedersi per eredità dinastica, ma soprattutto non manifestano una visione o un progetto credibile e fattuale di società. In cuor loro sperano di vincere e governare grazie alle inchieste giudiziarie. Il passato da loro conforto, speranza e certezza: tangentopoli eliminò il pentapartito per il finanziamento illecito e non appurò come si finanziava il PCI.

Questa convinzione permette al PD di vivere di preambolo e di essere privo di un orizzonte. Per fortuna la convinzione che questa sinistra sia veramente poca cosa è diffusa, nonostante gli editoriali partigiani vergognosi della maggior parte della stampa.

NOTIZIARIOEOLIE.IT

22 MARZO 2024

L’intervista del Notiziario al Prof. Diego Celi autore del libro “Giustizia e sanità”

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Rinella, che festa con la "Sagra del Capone"...

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I sapori della tradizione e della cucina eoliana sono stati gli ingredienti vincenti per la nona edizione della “Sagra del capone” che ha affollato la piazza San Gaetano di Rinella nell’isola di Salina per la manifestazione organizzata con successo dal Comune di Leni, da Messina Tourism Bureau e dall’associazione Amici del Frantoio.

Protagonista di una serata all’insegna del gusto e del divertimento è stato il capone, il tipico pesce settembrino conosciuto anche come lampuga, cucinato sul momento e secondo le ricette più tradizionali che hanno conquistato il gradimento dei partecipanti alla sagra. Un’edizione all’insegna della convivialità, accompagnata dalla musica della band Hasta la vista che ha fatto ballare la piazza gremita fino a tarda sera. I prodotti tipici di Salina hanno arricchito il menù della sagra, conclusa con le caratteristiche crespelle, accompagnate dal vino locale.

Obiettivo degli organizzatori di una manifestazione diventata un appuntamento di richiamo per Salina è la promozione del turismo enogastronomico attraverso la valorizzazione del patrimonio ittico del Mediterraneo con le bellezze paesaggistiche e naturali dell’isola. Soddisfatti gli organizzatori per la grande partecipazione alla nona edizione dell’evento, con numerosi turisti che hanno apprezzato i gustosi piatti e la calorosa accoglienza, a riprova dell’importanza della destagionalizzazione del settore come strumento di crescita dell’economia locale e promozione dell’immagine di Salina.

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Si terrà sabato 28 settembre a Salina la Sagra del Capone. L’evento, giunto alla nona edizione è organizzato dal Comune di Leni in collaborazione con il Messina Tourism Bureau e l’associazione Amici del frantoio.

Appuntamento alle 19.30 in piazza San Gaetano a Rinella (Leni) per un’iniziativa che ha sempre riscontrato successo puntando alla promozione del patrimonio ittico del Mediterraneo ed alla valorizzazione delle isole Eolie.

La sacerdotessa del Pd

"Non ci hanno visto arrivare" è l'unica frase compiuta e comprensibile che la sacerdotessa del PD, Elly Schlein, ha pronunciato: il resto è difficile da comprendere, impossibile da ricordare.
Inaspettata e aliena si è imposta alle primarie, pur non avendo prevalso nel voto dei circoli piddini , dimostrando l'esistenza dei miracoli. Da quel momento, la segretaria del PD, è stata un fiume di dichiarazioni costituite da parole prive di significato e incentrate sul pericolo del fascismo, sui diritti civili, sull'uguaglianza, sull'ambientalismo e la pace. Impossibile sentire altre argomentazioni che non hanno come brand e conclusione "l'efferatezza di questo governo".

La sacerdotessa ha cultura da centri sociali, nonostante abbia una genetica alto borghese. Il movimentismo di cui è preda la rende confusa e priva di un sano pragmatismo politico di cui, per ruolo, dovrebbe avere contezza. Gira invece a vuoto e senza costrutto, adorata dal tortellino bolognese che ha sostituito il giglio fiorentino dell'ex Rottamatore. Non è dato sapere quale sia la posizione assunta nei confronti della Nato, di Hamas e sull'Ucraina, non una parola costruttiva sulla legge di bilancio, al contrario solo richieste demagogiche sul salario minimo, bonus, cittadinanza e immigrazione. Il tema giustizia, bubbone pestilenziale, non solo non è presente nell'agenda ma è cavalcato per demolire gli avversari politici che non possono essere vinti col voto.

La manifestazione alla quale con arroganza e ignoranza ha partecipato, insieme agli ineffabili Fratoianni e Bonelli e al non definibile Conte, contro l'ex governatore della Liguria è testimonianza del curriculum giustizialista e strumentale di questa opposizione. Risulta strano, però, che la sacerdotessa degli ultimi e condottiero del PD, non abbia commentato le gravi parole espresse da Luciano Violante sul

dossieraggio perpetrato da Striano e Laudati, allo stesso modo risulta deplorevole, che la loquace sacerdotessa del bene contro il male, sia rimasta afona dopo le riflessioni di Paolo Mieli (suo fan dichiarato) sullo stesso argomento. Forse si comprende perchè PD e M5S fanno eleggere procuratori nazionali antimafia in parlamento: molto grave non averli visti arrivare.

 

Menzogne vergognose

Pioggia e canicola hanno un colpevole: Giorgia Meloni. Singolare che Bonelli non abbia depositato ancora una denuncia alla Procura di Roma. L'alluvione che, a distanza di poco tempo, ha colpito la Regione Emilia-Romagna ha invece altri soggetti responsabili: Bonaccini e Schlein che hanno governato la Regione.
I due, però, erano impegnati in primarie per la guida del PD, il partito delle menzogne e della superiorità morale vessillo di impunità.

Il pudore è un sentimento che non appartiene ai membri del partito democratico, che sempre e comunque si autoassolve e mai manifesta dubbi sul suo operato. In Emilia Romagna, il governo Bonaccini-Schlein, nonostante le ingenti risorse ricevute, non ha fatto quasi nulla per prevenire e curare un territorio fragile, riescono, tuttavia, a ribaltare le responsabilità sul governo e sul commissario Figliuolo.

È una storia vecchia, manipolata e falsa che non affascina più i cittadini (si spera). La menzogna diviene vergogna dopo il voto europeo sull'invio di armi in Ucraina e dopo la manifestazione di Assisi. In queste due circostanze, il cosiddetto campo largo da anni proposto e innaffiato da colui che si atteggia a pontefice della sinistra (Bersani) e coltivato dalla sacerdotessa segretaria del PD, ha mostrato tutta la sua doppiezza e falsità.

L'enfasi morale di cui
questi Compagnucci si vestono è elitaria, povera di contenuti e priva di suggestioni. Non vi è in questa area politica alcun anelito democratico, solo uno spasmodico disegno di potere. Ogni azione palesa desiderio di comando e iattanza culturale. Di quale cultura si sono nutriti non è dato sapere, nè è chiaro l'atteggiamento verso la Nato, l'Europa o l'Occidente in quanto oscillano di continuo e non fanno intravedere un orizzonte chiaro. Ciò che ormai è una costante intollerabile è il sostantivo fascista adoperato in ogni circostanza: colazione, pranzo e cena.

Calpestano con il loro giustizialismo le basi del diritto, nascondono l'importanza del caso Striano-Laudati e, nei confronti dello stupro, adottano una morale a la carte. Hanno eletto la menzogna a sistema, ma ciò che è più grave non si vergognano, perchè convinti che "loro sono loro e il resto non conta nulla". Più grave ancora sono i legulei della carta stampata e della TV che fanno da megafono a tutte queste menzogne vergognose.

Ospedali come El Paso

Terra di confine e luogo di pistoleri, El Paso, rappresenta più di ogni altra metafora lo stato degli ospedali italiani.Le aggressioni nei confronti dei sanitari, ormai divenute una costante delle cronache, non fanno più notizia: i casi eclatanti di Foggia e Pescara rappresentano solo la punta di un iceberg. Da tanto tempo il rapporto fiduciario medico-paziente si è rotto ed è stato sostituito dal contenzioso medico-legale che negli ultimi 20 anni ha avuto un incremento geometrico non giustificato.

L’art. 32 della Costituzione garantisce al cittadino la migliore cura possibile non la guarigione. Negli anni – per colpa dei media e della magistratura, ma anche dei medici che hanno voluto amplificare i loro risultati – il diritto alla migliore cura possibile è stato sovvertito in “diritto alla guarigione”. Di conseguenza il malato ritiene che la cura deve essere sempre salvifica e non accetta che una malattia possa avere una prognosi nefasta.

L’amplificazione degli eventi avversi, che i media definiscono come malasanità ha influito enormemente sul costume dei cittadini, i quali ritengono che una aspettativa disattesa è colpa dei sanitari.

Nè i magistrati hanno arrestato questa deriva: avrebbero il dovere nell’udienza preliminare di accertare e valutare la veridicità della contestazione, invece rinviano a giudizio come si trattasse di un picnic. Il risultato è che il 95% dei processi esitano in assoluzioni. Tutto ciò dovrebbe fare riflettere, ma l’ignavia del GUP non pare avere pudore: questa è una vergogna. La gogna mediatico-giudiziaria cui il medico è stato sottoposto negli ultimi decenni ha sviluppato la cosiddetta medicina difensiva che ha un costo pari al 10% del Pil sanitario.

Alla gogna giudiziaria si sono associate intimidazioni e aggressioni: il politicamente corretto che si strappa le vesti per cani, lupi e orsi, che fa crociate per la cultura woke e gender, dovrebbe pensare che la malattia non guarda in faccia nessuno e salvaguardare i sanitari come una specie protetta: sono questi gli unici depositari dell’arte terapeutica.

 

TOTI e SANGIULIANO

Composto e lucido nelle sue ragioni il primo, pavido e confuso il secondo. Ambedue innocenti e tritati da una falsa morale moralizzatrice. Male non fare, paura non avere. Sangiuliano non ha tenuto in mente questa massima e, poichè l'aspetto lirico-monastico (il coinvolgimento sentimentale) nulla aveva a che vedere con la funzione di Ministro della cultura, non doveva fare pubblica ammenda delle sue fibrillazioni amorose.

Con la sua intervista ha offerto il fianco e il petto per essere azzannato: bastava dire non ho commesso nessun reato, il resto appartiene alla mia vita privata. La pena o l'assoluzione sarebbe stata competenza del suo confessore, non delle maestrine Tv del buoncostume e nemmeno dei conduttori, che da burloni fanno il girotondo assisi sulla poltrona.
Invece come Don Abbondio, vaso di terracotta fra vasi di ferro, è stato frantumato. Speriamo che questa vicenda non gli arrechi conseguenze psicofisiche: è un sincero augurio.

La vicenda Toti presenta, invece, un aspetto molto più cogente: l'appecoramento della classe politica nei confronti della magistratura. È questa una condizione che ha ormai toccato il fondo e, a cui la classe politica deve porre rimedio se si vuole dare significato ad una Repubblica parlamentare, altrimenti si cambi questa Costituzione, appellata la più bella del mondo. Risulta inconcepibile che questi parlamentari nominati non capiscano l'inderogabilità di questa azione. "La politica non è la morale, anche se di quest'ultima non se ne può fare a meno" scriveva Malraux!

La vicenda Toti ha palesato che invece la magistratura decide ogni cosa in base a teoremi opinabili, che nulla hanno a che fare con il diritto e con la presunzione di innocenza. La gravità di tutto questo necessita da parte della politica uno scatto di consapevolezza e di orgoglio affinchè questa arte dello Stato non diventi ancillare o peggio succube di un potere giudiziario onnipotente.

L'introduzione di reati fumosi (influenza illecita, voto di scambio, associazione esterna, abuso d'ufficio, corruzione impropria etc), hanno dato alla magistratura armi letali per manipolare e condizionare il voto, come il caso Toti insegna. I partiti di opposizione sono convinti, invece, che con le inchieste giudiziarie e gli scandali rosa potranno riconquistare il trono, ma dovrebbero tuttavia tenere a mente una massima: chi di spada ferisce, di spada perisce.

 

 

L’Associazione Euterpe festeggia il X Anniversario della fondazione.
Il 10 settembre a Lipari un nuovo concerto della rassegna “Spartiti per le Eolie”.
Nell’incantevole cornice della Chiesa dell’Addolorata al Castello di Lipari, martedì 10 settembre 2024, alle ore 20.00, l’Associazione Culturale Euterpe festeggerà in musica il X anniversario della fondazione con un nuovo concerto speciale della rassegna “Spartiti per le Eolie”, preziosamente patrocinato dal Comune di Lipari.
 
Protagonista sarà la musica di Johann Sebastian Bach, di cui verranno proposte le celebri Variazioni Goldberg BWV 988 nella trascrizione per trio d’archi di Sitkovetsky. Gli esecutori musicisti di livello internazionale: David Haroutunian al violino, Sarah Chenaf alla viola e Louis Rodde al violoncello.
 
L’ingresso ai concerti è libero.
Per raggiungere il concerto l’Associazione Euterpe metterà a disposizione una navetta, con la richiesta di un piccolo contributo, per la tratta Sala delle Lettere (palma) – Castello nelle fasce orarie 19.15 - 20.00 e 21.30 – 22.00.

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Morale e ipocrisia

La cronaca estiva è stata incentrata su due vicende: Toti e Sangiuliano-Boccia.
Del primo primo caso, dopo avere raggiunto lo scopo delle dimissioni del Governatore della Liguria non si parla più, la seconda vicenda invece occupa ogni istante della vita degli italiani grazie ad una campagna mediatica senza precedenti.

In ambedue i casi la morale si confonde con l'ipocrisia e la pruriginosità sovrasta anche il moralismo da accattonaggio. Lo sciacallaggio è vergognoso, il cinismo insopportabile e l'ipocrisia senza limiti.
Ci si dovrebbe vergognare, al contrario assistiamo a dichiarazioni che fanno apparire il medioevo come un'era liberale e visionaria. Il processo a carico di Toti dimostrerà che il teorema accusatorio non ha prove che possano reggere l'accusa (come per Bassolino, Marini, Pittella, Fontana, Oliviero, Lombardo, Mannino etc), ma purtroppo per una bestemmia dottrinaria rappresentata dalla obbligatorietà dell'azione penale e per una falsità ideologica che corrisponde alla sbandierata indipendenza della magistratura, la Procura di Genova non pagherá fio. Intanto si è ottenuto di apparire come protagonisti della morale e Savoranola dell'etica pubblica, di più si è calpestato e irriso il voto popolare per una ipocrita morale.

La vicenda Sangiuliano-Boccia ha superato ogni limite consentito! I moralisti che stanno bruciando sul rogo il nuovo Giordano Bruno dovrebbero ricordare le parole di Cristo: "chi è senza peccato scagli la prima pietra". Pare che questa ammonizione sia stata dimenticata. Nessuno può negare che il Ministro Sangiuliano sia stato incauto addirittura stupido, allo stesso modo nessuna di queste vestali della sinistra o nessun paladino del buoncostume può scagliare la prima pietra: anche i loro armadi sono pieni di scheletri. Certamente i suscritti diranno che non sono ministri e che sotto le lenzuola c'è assoluta libertà.
Sangiuliano è un essere umano e per questo ha gli stessi diritti dei fustigatori seriali e ipocriti. Sarebbe colpevole se avesse, per questa scorribanda ludica, adoperato soldi dei cittadini o se avesse abusato della sua carica per intimidire questa "novella Giovanna d'Arco": non pare assolutamente che la Boccia sia affetta dalla sindrome intimidatoria....al contrario sembra affetta dalla sindrome ricattatoria.

Ciò che appare grave in questo tourbillon rosa estivo è che un uomo esperto e colto come Sangiuliano non si sia accorto della natura della Signora che voleva nominare consulente ministeriale per i grandi eventi. Adamo ed Eva non hanno resistito a cogliere e mangiare il frutto loro proibito: è nella natura umana sbagliare!

Di fatto moralisti ipocriti, come lupi famelici, continuano ad azzannare un uomo in ginocchio. Restano gli sciacalli per completare l'opera.
E se dietro a tutto ciò ci fosse un disegno? Speriamo che sia immaginazione. I dossieraggi tuttavia sono una realtà, anche se sono offuscati da una storia di lenzuola.

Arresti negati e denuncia archiviata

Evviva! La presunzione di innocenza ha avuto la supremazia sulla cultura forcaiola. Finalmente lo stato di diritto ha affermato il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, ma la gioia di queste notizie è ridimensionata dai fatti oggetto di questa nota. Non era mai successo che una denuncia di stupro venisse archiviata senza interrogare la persona offesa (il riferimento riguarda la vicenda di cui sono accusati i giornalisti Nello Trocchia del "Domani" e Sara Giudice di "Piazza Pulita").

Sembra opportuno citare ancora una volta Giolitti: "la giustizia si applica per i nemici e si interpreta per gli amici". Ed è singolare il fatto che il giornalista Nello Trocchia risulta indagato nel dossieraggio per il quale il Procuratore della Repubblica di Perugia ha richiesto gli arresti domiciliari per Laudati e Striano, pubblici ufficiali in forza all'antimafia quando il Procuratore nazionale antimafia era Cafiero de Raho, oggi parlamentare del M5S e membro della Commissione nazionale antimafia, la quale dovrebbe esaminare il dossier per il quale Cantone ha chiesto gli arresti domiciliari per i due sospettati.

Risulta contraddittorio che il Movimento della trasparenza e della legalità non ritiri da questa Commissione il suo rappresentante cioè De Raho, che -a dire di Laudati- da capo supremo della Procura nazionale antimafia era al corrente del dossieraggio perpetrato soprattutto a carico di esponenti politici dell'attuale governo. La moglie di Cesare dovrebbe essere più pura delle altre mogli!

La richiesta di arresti domiciliari per Laudati (giudice antimafia) e Striano (ufficiale in servizio all'antimafia) è stata respinta. Colpire con dossier costruiti esponenti del governo risulta essere un metodo da regimi totalitari, significa minare le basi della sempre citata democrazia e della Costituzione, operare nel buio come una Spectre. Ma non c'è niente di nuovo sotto il sole. L'eco del caso Montante ancora risuona, ma il film dell'ipocrisia, dei ricatti e della false inchieste non ha fine.

È deplorevole osservare, come tanti giornalisti della carta stampata e dei tolk TV, discettino su relazioni sentimentali concluse, di ius scholae, di orsi e lupi invece di informare l'opinione pubblica sul grave rischio democratico che il Paese corre in virtù di questi dossieraggi. Quale arcano mistero permette di crocifiggere Giovanni Toti e tanti altri, mentre archivia una denuncia e respinge l'arresto?
Sicuramente Giannini, Gruber, Formigli, Floris, Travaglio e tanti altri spiriti liberi avranno una risposta. Si spera convincente.

IL BRUTTO ANATROCCOLO

Da cigno del riformismo, Matteo Renzi, è divenuto il brutto anatroccolo della politica italiana. Tutti lo schivano e nessuno vuole più giocare con lui. In realtà ci si aspettava dalla sua mente fervida una illuminazione più luminosa e coerente con la sua celebrata abilità politica, purtroppo si è dimostrato un pennuto da cortile.

Non ha dimostrato avere la vista di un'aquila quanto la miopia di un plantigrado. Stupisce la rovinosa marginalizzazione di cui è responsabile.
Invece di esternare con ironia sulle sorelle Meloni, ci si sarebbe atteso leggere o udire parole sulla vicenda giudiziaria che ha reso martire Ottaviano del Turco o sui dossier preparati da Striano su esponenti politici. Avremmo tanto voluto un suo impegno e un suo sostegno per limitare l'ingerenza della magistratura nella politica, ma ha scelto solamente di fare un assist alla Schlein in una partita di calcio!

Dopo la lite da pollaio con Calenda e il rovinoso risultato conseguito alle elezioni europee, si è convinto che col suo 2% può capovolgere il risultato elettorale alle future elezioni nazionali: è il nuovo mantra, l'illuminazione che lo ha colto sulla via di Damasco.

Tale offerta non è gradita nè dal M5S nè da AVS, da una parte del PD e nemmeno da una parte del suo partito, tuttavia egli persegue impavido la sua rotta incurante del naufragio. Il personaggio è stato sempre affetto da egolatria, ma gli veniva riconosciuta notevole capacità di manovra, adesso questa sembra essere svanita o quantomeno offuscata. Colui che suscitò speranze, in realtà incarna Calogero Sedara, che il Principe di Salina cosí descrisse: "nobile non è ma finirà per esserlo, illusioni credo ne abbia meno di me ma sa tirarle fuori al momento opportuno". Che triste storia.

Duello all'O.K. Corral

Grillo contro Conte, l'avvocato del popolo contro il comico. Milan Kundera nell "Insostenibile leggerezza dell'essere", sostiene che - niente è reale se accade solo una volta - . Purtroppo il M5S è stata una pandemia da cui lentamente e a fatica il Paese sta guarendo. E poichè, nulla è reale se non si ripete, si può guardare con maggiore fiducia al futuro.
 
L'immaginazione più fervida non avrebbe mai ipotizzato, che un grigio personaggio come Giuseppe Conte, privo di storia e competenza avesse potuto ergersi a Presidente del Consiglio, ma è successo. Vanitoso e tronfio come un pavone si è convinto di essere uno statista, addirittura punto di riferimento dei cosiddetti progressisti (sospinto in questo delirio di onnipotenza da Bettini e Zingaretti ...chissà con quanta convinzione).
 
La detronizzazione da primo ministro, ha trasformato l'avvocato di Volturara  Appula in uno sciamano della politica, in una trottola impazzita non governabile. Divenuto capo politico dei grillini (non si sa per quali meriti) ha inanellato sconfitte seriali portando il M5S dal 33% al 9%, ma nonostante questi dati continua a ritenersi un condottiero, un novello CID Campeador. Il poverino in realtà è la brutta copia del "Cavaliere inesistente" di Italo Calvino.
 
La disfida all'O.K. Corral con Grillo ne decreterà l'oblio, nonostante un manipolo di legulei attaccati ad uno stipendio considerevole lo proteggano con il loro corpo. Raramente, in questo Paese, si era vista una figura simile occupare simile incarico, ma per fortuna ciò che non si ripete non è reale. Il contrario sarebbe veramente molto grave e inconcepibile.

Il Rottamatore rottamato

Democrazia è il sostantivo più abusato da parte dei cosiddetti protagonisti della politica, i quali ignorano un concetto fondamentale: il consenso. Matteo Renzi non pare comprendere questo semplice comandamento, non si dà pace e ritiene di potere giocare una partita di poker senza carte. Ma anche il più bravo giocatore è destinato a perdere senza carte perchè il bluff alla lunga viene smascherato.

Nonostante alle ultime elezioni europee il partito dell'ex premier si sia presentato insieme agli ex radicali, il risultato lo ha confinato nella irrilevanza. La disfatta è stata dolorosa, l'immagine definitivamente compromessa e offuscata, l'appeal svanito. Non si dà pace il toscano e tenta una rimonta impossibile offrendosi a coloro (PD, M5S, AVS) verso cui non aveva manifestato mai empatia. Sicuramente ha bisogno di garantirsi alcuni posti per gratificare ciò che è rimasto (in realtà quasi nulla) di quello che enfaticamente venne definito il "giglio magico". Sopravvivere è un diritto, abiurare il garantismo per elemosinare poltrone è un peccato mortale. Le interpellanze presentate da Paita e Boschi sul ruolo di Arianna Meloni in riferimento a nomine pilotate, lascia perplessi sulla statura del politico di Rignano d'Arno, soprattutto quando giustifica tale comportamento appellandosi alla cosiddetta democrazia.

Il rottamatore si è rottamato da solo e dispiace a chi gli aveva attribuito capacità e intuizioni. Matteo Renzi, purtroppo, appartiene a quel folto e nutrito gruppo di voltagabbana che del motto "Spagna o Francia purchè si magna" ha fatto un ideale di sopravvivenza. Eppure ha subito sulla sua pelle e su quella dei suoi genitori l'onta del fango mediatico e giudiziario.
Purtroppo anche il Rottamatore si è convinto che l'azione giudiziaria possa essere la via più semplice per sconfiggere gli avversari. Questa giravolta non darà i frutti sperati, perchè non aumenterá il suo consenso, anzi lo renderà ancora più irrilevante.

Simili atteggiamenti allontanano ancora di più gli elettori dalle urne, ma questo ormai pare visto come un bene: basta essere in lista in più collegi plurinominali per garantirsi uno scranno.
La democrazia infatti è una vuota parola che non dipende dal consenso, perchè ormai a decidere sono le inchieste giudiziarie costruite come - il Sistema Palamara - ha ampiamente descritto e spiegato. Che pena osservare come anche il novello Machiavelli si sia piegato a questa logica di sopravvivenza.

El nuevo Toninelli

Non è fantascienza. Nemmeno la fantasia più fervida, si credeva, avrebbe mai potuto immaginare che nel governo si potesse materializzare un nuovo Toninelli (ex ministro pentastellato).Ma la realtá, si sa, supera la fantasia ed ecco che la poltrona di sottosegretario alla Giustizia è stata donata a Delmastro.

Si tratta di un personaggio pieno di sicumera, povero di acume politico e privo di empatia. Da quando occupa il ruolo di sottosegretario alla Giustizia ne ha combinate più di Bertoldo. Quali arcani e misteriosi motivi lo tengono assiso su questa poltrona cosí importante e delicata? La domanda resta senza risposta. Grave! Riesce molto difficile, a chi stima Giorgia Meloni, comprendere i motivi di questo autolesionismo. Il disagio che questo pseudopolitico arreca è notevole e, al contempo i danni di immagine irrecuperabili.

Forse Giorgia Meloni è votata al culto del sacrificio? Questo è un sentimento fondamentalista che Lacan ha spiegato molto bene. Perchè dunque permettere a Andrea Delmastro di coltivare uno stupido atteggiamento narcisistico responsabile di danni e di giustificate ironie e critiche. Il Presidente del Consiglio ha superato molte prove e ha sconfessato quanti la ritenevano incapace del ruolo: metta da parte, è una preghiera, questo personaggetto da avanspettacolo.

Non solo il suo popolo apprezzerà, ma anche chi guarda a lei con simpatia. Il Paese ha bisogno di governanti capaci perchè ha già amaramente provato incompetenza e teatralità. Sarebbe un peccato mortale insistere sul nulla (Delmastro e &) per sola logica di equilibrio di partito, perchè anche Lei Presidente rischia di essere travolta dalla altrui stupidità e ignoranza.
Sarebbe grave e imperdonabile.

 

 

Due pesi e due misure

La presunzione d'innocenza è cardine del diritto. Dovrebbe quindi interessare tutti coloro che sono soggetti ad una inchiesta giudiziaria a meno che un imputato "non sia sempre colpevole", come un osannato magistrato (oggi condannato anche in appello) ha reiteratamente proclamato negli show televisivi, dove ha assunto per lungo tempo il ruolo di novello Savonarola e di oracolo. Lo stesso ha criticato il ricorso in appello e in cassazione dei condannati in primo grado (stranamente, però, lo stesso magistrato si è avvalso dell'appello ed è in corso anche il terzo grado di giudizio).

Due pesi e due misure, che i giornalisti apostoli di questo teorema giustizialista hanno ignorato. Forse perchè tacitati da censura? Vero. Governa, infatti, una coalizione fascista che oscura i media e imprigiona chi esterna opinioni contrarie!
La cronaca recente si è interessata di due vicende riguardanti Giovanni Toti e Giuseppe Pignatone: ex Governatore della Liguria il primo, ex Procuratore capo della Procura di Roma il secondo.

Giovanni Toti è stato arrestato per sospetta corruzione e finanziamento illecito, il secondo è indagato per avere insabbiato il dossier mafia-appalti prodotto da Falcone e Borsellino. Ambedue, viene ribadito con forza, sono innocenti fino a sentenza definitiva. Emerge da queste due vicende, tuttavia, un comportamento da parte della magistratura diverso. Il primo è stato sottoposto agli arresti domiciliari per circa tre mesi e costretto a dimettersi dal ruolo politico ottenuto con libere elezioni, il secondo è libero e continua a svolgere funzioni di magistrato presso il Vaticano...nonostante le dichiarazioni gravissime di un altro ex magistrato icona dell'Antimafia (Antonio Ingroia) riportate da organi di stampa...

Come mai un comportamento cosí antitetico è possibile? Perchè si priva Toti della libertà e si permette a Pignatone di esercitare ancora la funzione di magistrato?
Interrogativi che impongono risposte, soprattutto da colui che presiede il CSM, ossia il Presidente della Repubblica, che fa sentire la sua voce su ogni argomento, ma sembra afono, quando si tratta di giustizia, dai tempi del caso Palamara. Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, a meno che questa non si applichi per i nemici e si interpreti per gli amici (Giolitti dixit).

Sciacallaggio e opposizione

La vittoria del centrodestra alle elezioni politiche, celebrate nell'ottobre del 2022, rappresenta per l'opposizione (PD, M5S, Avs, IV e Azione) un vero lutto nazionale. Il PD non si dà pace di non potere governare, abituato ormai da decenni a gestire potere nonostante le sconfitte seriali. Non riescono a capacitarsi tutti i "Compagnucci" che, fin quando ci saranno elezioni il vincitore deve avere più voti dello sconfitto. È il significato del consenso bellezza!

Logica e buon senso vorrebbero che gli sconfitti si preparassero a vincere le prossime elezioni proponendo un programma e una visione del Paese. Ma, l'unico programma palese che le opposizioni sono in grado di mettere in atto è lo sciacallaggio. Questo governo non è il Messia, si è trovato a gestire una situazione geopolitica (guerre) molto difficile, un ridimensionamento della globalizzazione, un deficit economico che il superbonus e politiche sociali scellerate (reddito di cittadinanza) hanno reso ancora più drammatico. Nonostante ciò questo governo sta tenendo la barra dritta sulla politica internazionale e sui conti pubblici.

Dall'altra parte si odono solo grida in difesa dei diritti civili (gender, woke), si ergono barricate in difesa di una falsa repressione dell'informazione e non vi è una posizione univoca e chiara sulla politica estera. Se tutto questo non bastasse, l'utilizzo del termine antifascismo è divenuto come la tazzina di caffè mattutino. La maggioranza degli italiani si è ormai stufata di queste menzogne e si nauseata di una opposizione priva di idee, solo tronfia del proprio narcisismo e della sicumera della superiorità morale.

Indigna la manifestazione di Genova contro Toti, indignano le parole pronunciate dal presidente delle vittime della strage di Bologna, sono vomitevoli le lezioni di democrazia che, pseudo opinionisti esprimono mascariando la realtà fattuale. Il fascismo non esiste in questo Paese, il fatto che tutti parlano e scrivono contraddice la censura, i diritti civili sono intangibili.

Ma, per le belle e pure anime dell'opposizione lupi e orsi hanno gli stessi diritti degli umani. E, se qualcuno ritiene che un uomo valga più di un orso o di un lupo, è fascista. Non si può contraddire il politicamente corretto perchè si è sottoposti alla gogna.
L'opposizione non è sciacallaggio, al contrario dovrebbe essere costruttiva e pungolo propositivo per chi governa: costruire e proporre sono geni assenti in questa sinistra caratterizzata da livore e sofferenza per la perdita del potere. A questi due sentimenti si associa il gusto patologico del giustizialismo spada per eliminare gli avversari, ma chi di spada ferisce di spada perisce. Questo concetto purtroppo non appartiene a chi ostenta "come avesse l'inferno in gran dispitto" la supposta superiorità morale.

UNFIT

Inadatto è il Presidente del Senato Ignazio La Russa perchè privo dei fondamentali che la carica rivestita richiede: garbo, moderazione, riflessione e comunicazione. La Russa, nonostante frequenti l'agone politico da più di mezzo secolo, con le sue reiterate, incongrue e maldestre esternazioni offre il fianco alla critica e alla ridicolizzazione. Non riesce ad uscire da quelle piazze in cui è cresciuto, addirittura sembra impagliato e incarcerato in un circo che non esiste più. Tutto ciò crea nocumento a Giorgia Meloni costretta a rintuzzare, sopire e contrastare gli scivoloni storici e comunicativi dell'alto dirigente di FdI.

Sarebbe opportuno che qualcuno ridimensionasse "l'ego creativo" di questo personaggio inadatto al ruolo
e nel contempo ne limitasse il potere all'interno del partito allo scopo di impedirgli di sostenere nomine soprattutto al CSM. La vicenda giudiziaria di Giovanni Toti dovrebbe imporre a tutte le forze politiche uno scatto di dignità e un esame di coscienza collettivo. Senza questo anche la politica è "UNFIT" perchè incapace di assolvere al compito cui è preposta. La politica non può demandare per ignavia o paura scelte e decisioni alla magistratura, nè può essere succube delle procure. Ma ci vogliono politici che abbiano il coraggio delle loro idee e che coltivino visioni realistiche non ideologiche prive di senso e soprattutto di coperture economiche.

Politici che non gridino solo slogan (lotta alle diseguaglianze, diritti civili senza doveri, reddito minimo garantito senza lavorare etc), ma politici che abbiano concretezza della realtà e del mondo in cui viviamo.
Un uomo come Bettino Craxi che ebbe il coraggio di dire la veritá mentre gli tiravano le monetine. Sembra che la storia di Craxi non abbia insegnato nulla: a Genova sono state lanciate ancora monetine....dai puri e da coloro che si finanziano le campagne elettorali con i loro risparmi.

 

 

Da volpe a gallo cedrone

Sembra la trasformazione genetica di Matteo Renzi. Triste metamorfosi di un politico, che rispetto al panorama presente, aveva dato a molti la sensazione di essere un cavallo di razza.
Purtroppo era stata una illusione! Dolorosa illusione per quanti continuano a credere nel garantismo e nel concetto liberale dello Stato.

La giravolta di cui si è reso protagonista, garantirà forse a lui e a qualche pseudo vicerè un seggio nelle liste bloccate dove si è nominati e non eletti (vero fascismo), ma lo ha relegato a comparsa da avanspettacolo. Sarà stato fulminato dall'esito delle votazioni francesi (tutti contro uno), non ha capito che è una via molto accidentata e senza meta quando si abiurano idee e valori che avevano suscitato entusiasmo e consenso.

Forse Matteo Renzi non era una volpe, è un gallo cedrone. Mario Rigoni Stern ne "Gli Urogalli" con il pennello del grande scrittore aveva ben descritto il gallo cedrone: "nel periodo dell'accoppiamento, il gallo cedrone vanitoso dipana le sue piume e canta, senza curarsi che la volpe lo osserva e attende il momento propizio per farne una preda".

La vanità e l'eccessivo protagonismo hanno fatto del politico fiorentino una preda. Egli ritiene ancora di potere dare le carte, ma si sbaglia. Peccato perchè, nonostante il petto in fuori e il narcisismo smisurato aveva illuso di possedere le basi fondamentali della politica. Ha sbagliato a ritenersi un novello Machiavelli ....soprattutto non può "stare sereno".

Coerenza e incoerenza

Due sostantivi antitetici. Meloni e Renzi ne sono plastica raffigurazione. Ligia e coerente la prima, cinico e opportunista il secondo. Forse per questo Fdi è apprezzato da quasi il 30 per cento degli elettori, mentre Iv esprime un consenso del 2 per cento. Le giravolte di Renzi hanno stancato persino i più fedeli ammiratori dello statista di Rignano, il quale si mostra interessato a garantirsi in un prossimo futuro un seggio parlamentare per se stesso e per altri tre o quattro rappresentanti di ciò che fu "il giglio magico".

Dopo avere fustigato e irriso i grillini e la sinistra tutta (PD, Avs), Renzi si erge a federatore di un campo larghissimo per battere il centrodestra in un prossimo futuro. Le riconosciute doti di manovratore sono state sostituite dalla manipolazione: sembra che il rottamatore sia divenuto un interprete dell'arte del mascariamento. Le tesi adotte sono infatti mendaci: allo stato il suo peso non potrebbe incidere sui collegi uninominali. È triste constatare come il più gretto opportunismo ne abbia cancellato la pur vivida fantasia politica.

Al contrario Giorgia Meloni, con il voto contrario, alla elezione di Ursula von der Leyen, ha mostrato di anteporre agli interessi dell'opportunismo il valore della coerenza. Aveva dichiarato che: "non avrebbe mai governato con la sinistra ideologica e ha mantenuto la promessa fatta agli elettori". Non è atteggiamento di poco conto, ma rispetto verso quei cittadini che alle elezioni europee le hanno conferito due milioni e trecentomila preferenze. Sul podio della coerenza, di diritto, merita di salire Giovanni Toti, la cui vicenda sarà oggetto di studio giuridico in un prossimo futuro.
Parimenti i partiti che a Genova hanno manifestato per chiederne le dimissioni saranno giudicati con infamia dalla storia.

 

Etica e politica

Il tema etica e politica ha attraversato i secoli ed è stato oggetto di studi e approfondimenti. Non era mai successo, tuttavia, che la magistratura volesse mettere il cappello anche su questo argomento. Il giudizio dei giudici del Riesame di Genova che hanno negato la libertà al governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha infranto anche questo tabú. Non vi è ormai argomento dello scibile umano sul quale i magistrati non si esprimono.

Si può accettare un parere da normale cittadino, perchè esiste libertà di opinione, non si può accettare un giudizio etico, politico o filosofico da parte di questi dipendenti dello Stato. I magistrati sono infatti dipendenti pubblici, pagati per determinare la giusta applicazione delle leggi, non sono essi legislatori, nemmeno apostoli del Vangelo nè tantomeno interpreti del costume o dell'elevoluzione del pensiero.

Non sono sovra legem anche essi sono soggetti alle leggi. In questo Paese da Tangentopoli, la magistratura ha assunto un ruolo capitale: interpreta la legge. Le motivazioni con le quali è stata negata la libertà a Toti fanno parte di uno stato komeinista ove politica e etica non sono distinte, di più l'interpretazione morale di cui questi giudici si sono impadroniti contrasta con il concetto di laicità dello Stato su cui si fonda la Costituzione italiana.

Il governatore della Liguria viene dipinto: a) come un imbecille, perchè non consapevole del reato di corruzione di cui è accusato, b) reo con la sua azione politica di avere favorito il suo movimento e non gli interessi della Regione amministrata, c) capace di reiterare il crimine addebitato. Quale delitto ha commesso Toti? Quali prove reali giustificano la corruzione? Non è chiaro!
L'impero romano d'Oriente fu sintesi della cultura greca, del diritto romano del cristianesimo. Dopo questa sentenza, frutto di un arbitrio vergognoso privo dei fondamentali rudimenti giuridici, si resta sbigottiti, increduli e indignati: nulla resta del diritto romano.

Non può - una casta - espressione di mercimonio correntizio da basso impero imporre la sua legge, modificare il voto popolare, istruire tesi e privare della libertà un amministratore eletto a suffragio universale senza un dibattimento processuale.
Il Presidente della Repubblica, additato come il Messia del Paese, perchè resta afono? La domanda meriterebbe una risposta.

 

La politica come arte dello Stato

Non è Nicolò Machiavelli e nemmeno Max Weber, ma sicuramente Emmanuel Macron è un vero politico di razza: un campione alla Varenne. E dispiace molto leggere che il presidente del senato Ignazio La Russa lo abbia definito in una intervista *micron*. La scelta di indire nuove elezioni politiche, dopo il deludente risultato per il suo partito alle elezioni europee, issa il Presidente della Repubblica francese sul podio più alto della politica.

Si può dissentire o criticare la sua politica, ma è innegabile che la scelta di sciogliere l'assemblea nazionale è caratteristica indiscussa di visione politica lungimirante e di strategia napoleonica. L'azzardo è stato rischioso, ma il risultato di rappresentare ancora una volta il centro gravitazionale dello Stato è il premio a cui un vero statista ambisce. È Macron il vero vincitore di questa tornata elettorale perchè distribuirà le carte per formare un nuovo governo. Forse non sarà più il Re Sole ma resterá imperatore.

La perdente Le Pen e il vincitore Melenchon faranno opposizione come prima, mentre Emmanuel Macron continuerà a governare. È questa la fotografia del voto francese. Sinistra e destra del Belpaese dovrebbero imparare il concetto di politica "arte dello Stato" che Machiavelli nel Principe ha sapientemente illustrato.

 

Giustizia e Sanità (Lithos Edizioni, www.lithos.biz – € 10,00 pag. 126) è un saggio che affronta di petto uno dei temi più scottanti della medicina contemporanea: il rapporto fra medico e paziente e il ruolo esplicato in esso dalla magistratura. L’opera scritta da Diego Celi, si pregia della prefazione di Ermanno Ancona (Professore Emerito di Chirurgia Generale Università di Padova e già President European Surgical Association). Scrive l’autore: “ho visto l’evoluzione

della medicina e ho vissuto conquiste scientifiche impensabili; purtroppo ho anche assistito, prima attonito poi consapevole, alla manipolazione del dolore e della morte e alla messa alla gogna dei medici”. In Italia le cause di contenzioso medico-legale sono circa 35.000 ogni anno, mentre 300.000 sono quelle giacenti nei tribunali contro i medici e le strutture sanitarie private e pubbliche: il 95/% di questi procedimenti si conclude con una assoluzione del personale medico-sanitario! Questi dati evidenziano la strumentalità del contenzioso in esame e

dovrebbero indurre a riflessioni e soluzioni. “Il cittadino non ha diritto alla salute, ha diritto alla cura, la cura migliore possibile”. Spiegare questo concetto potrebbe servire a scoraggiare il ricorso automatico all’autorità giudiziaria, da parte di chi, supportato da rampanti avvocati e da sedicenti esperti, intende confondere il giusto e legittimo risarcimento con la più cinica e misera delle speculazioni. Tutto questo non basta, qualora la giustizia continuerà a considerarsi un

dogma. È necessario allora, ricostruire un rapporto fiduciario che chiami in causa l’ethos di un popolo, fondato su un discorso di verità. Da questa consapevolezza deve nascere una assunzione di responsabilità affinchè miopi visioni di parte non siano anteposte al bene comune, perchè nel Paese del “particolare”, l’arte medica non sia succube del facile consenso o peggio pavida e tremante di fronte alla giustizia. Il testo articolato in undici capitoli affronta vari

temi: la responsabilità sanitaria, giustizia e arte medica, morale e giustizia, obbligatorietà dell’azione penale, rischio clinico, aspetti giuridici, risarcimento o speculazione, la medicina difensiva, errore e pregiudizio, delitto e castigo, ruolo e funzione della stampa. Giustizia e Sanità non si propone di essere una summa giuridica, nè ambisce a sanare questa ferita aperta e sempre più dolorosa, ha voluto analizzare le vere cause di questo conflitto nella convinzione che la medicina è fallace, la giustizia non è un dogma.(messinamedica.it)

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