Al tramonto di una tiePida giornata di aprile ho traghettato Alfausd e famiglia a Lipari per iniziare l'avventura di amministrare la giustizia nelle 7 isole.
Un anno dopo i Liparoti, molto intelligenti e pratici, si sono resi conto che per colpa o merito del pretore, alcune consuetudini relative a una certa disinvoltura nel costruire nuove case e nel gestire la cosa pubblica da parte degli amministratori non erano accettabili e venivano da me definiti reati.
Creata cosi' una attenta, consapevole e conveniente convivenza con i cittadini, ho iniziato a pensare che la qualità della vita in un contesto ambientale e paesaggistico privIlegiato, sarebbe stata ideale per me e la mia famiglia.
Il tempo libero ci vedeva alla scoperta di suggestivi scorci di mare e zOne di campagna colorate e profumate di ginestra.
Un bel giorno di giugno la mia vecchia e fedele Alfasud mi abbandona, ansimante, sull'erta salita sterrata che porta alla chiesetta di Quattropani.
E' grande il mio disappunto quando un bravo meccanico di Lipari mi fa capire che ripararla non vale le pena.
Da tempo avevo intravisto nel piazzale della carrozzeria di tale Cannizzaro, un palermitano trapiantato da anni nell'isola, una Mehari, piccola jeep scoperta, auto certamente piu' che adatta alle strade dell'isola.
"Signor cannzzaro quella Mehari nel piazzale è in vendita?".
"Vede signor giudice - replica il carrozziere - sarei in trattativa con il vicesindaco ma, trattandosi di lei, e se le interessa veramente, ci mettiamo d'accordo sul prezzo e la jeep è sua".
L'auto è in ottimo stato, faccio un giro di prova sul lungomare, guidado con una certa euforia un mezzo che sentivo in perfetta armonia con l'atmosfera dell'isola. E' l'auto per me. Raggiunto l'accordo sul prezzo da pagare a rate mensili, ci stringiamo la mano e pago, a titolo di acconto i primi tre mesi.
"Signor Cannizzaro sto partendo per Padova dove con la famiglia trascorrerò il periodo natalizio. Verrò a ritirare l'auto al mio rientro. la prego di farmela trovare pulita e perfettamente a punto".
A metà gennaio, rientro a Lipari, scendo la scaletta dell'aliscafo quando trafelato, sconvolto e quasi piangente mi viene incontro Cannzzaro. "Signor pretore sono mortificato! Non posso consegnarle la Mehari".
"Ma sta scherzando?!" "Dieci giorni fa hanno trasferito al soggiorno obbligato di Lipari tale Salvatore Barrica, boss mafioso di Bagheria. Ieri si è presentato in carrozzeria con un avvocato e un ufficiale giudiziario e mi ha notificato un provvedimento immediatamente esecutivo, di sequestro di tutti i miei beni, comprese le auto nel piazzale ove purtroppo era parcheggiata la sua Mehari. La prego signor pretore! Sono rovinato, faccia qualcosa! Mi aiuti!".
Non dico una parola e con tutta la rabbia in corpo mi precipito in caserma: "Maresciallo, chi è e dove posso trovare il soggiornante obbligato Salvatore Barrica?".
"Signor giudice si tratta di un personaggio di alto spessore mafioso, ma i colleghi di Palermoi mi hanno assicurato che dopo aver scontato una lunga condanna non ha piu' dato alcuna preoccupazione. E' anziano e si comporta in modo corretto e rispettoso con tutta la cittadinanza".
Il maresciallo mi descrive fisacamente l'uomo e mi indica il bar che frequenta.
All'imbrunire del gionro stesso, ad un tavolino del bar Papisca, Salvatore Barrica sorseggia un Campari e assopora il suo sigaro.
Mi avvicino con la certezza che sia lui.
"Buona sera! Posso disturbarla?".
"Nessun disturbo! Prego si accomodi".risponde con un sorriso gentile sollevandosi leggerimente sulla sedia.
"La ringrazio. Mi presento il mio nome è Giovanni Ingrascì, pretore di Lipari".
Per nula stupito, mi guarda negli occhi replicando "molto onorato signor giudice. Al mio arrivo a Lipari avrei coluto subito presentarmi in pretura per omaggiarla ma lei era in ferie. Come posso essere utile?"
"Solo una formalità signor Barrica. Ho saputo che lei ha ottenuto il sequestro esecutivo dei beni del signor Cannizzaro. Vede tra i beni in sequestro c'è un'auto da me acquistata e che il carrozziere avrebbe dovuto consegnarmi qualche giorno fa. La pregherei di consentirmi di recuperarla".
"Signor giudice sono veramente desolato ma non posso".
"Come non può?"
"Lei è un uomo di legge e sono certo che capirà. Vede, Michele Cannizzaro molti anni fa era un soldato di Cosa Nostra della famiglia che io rappresentavo nel mandamento di Bagheria. Per la sua cantata fui arrestato e condannato. In carcere giurai che l'infame l'avrebbe pagata nel modo che lei certo può immaginare. Gli anni di carcere mi hanno cambiato, non per un ripensamento sulla mia vita di uomo d'onore che non rinnegherò ma, ma per aver compreso che le vostre leggi possono essere piu' crudeli di quelle di Cosa Nostra. Ho pensato che fare uccidere il Cannizzaro non mi avrebbe soddisfatto, quanto invece rovinarlo economicamente. Saputo che, dopo aver collaborato gli era stata trovata una sistemazione qui a Lipari, dove svolgeva un'attività molto redditizia con i proventi sottratti alla nostra famiglia, ho utilizzato le vostre leggi, signor giudice, ottenendo dallo Stato una sentenza civile di risarcimento. Nel procedere a un legittimo sequestro il mio avvocato ha veirficato il valore e la provenienza dei beni del Cannizzaro rilevando che effettiavmente erano tutti intestati a lui, compresa l'auto che lei sostiene di aver acquistato. Veramente dispiaciuto, signor giudice! L'assenza di un titolo e la mancanza anche di una scrittura privata che comprovi il suo diritto, mi impedisce, come lei giustamentye mi insegna, di riconoscere la sua proprietà. Purtroppo anche lei sta soffrendo la crudeltà delle vostre leggi che spesso privilegiano, la forma rispetto alla sostanza".
Avvilito lascio il bar avvertendo alle mia spalle una strana sensazione di beffarda ironia.
La mattina seguente la mia Mehari è parcheggiata regolarmente nello spazio riservato alla pretura con le chiavi inserite nel crusciotto.
Ps: I fatti realmente accaduti sono stati elaborati dalla fantasia dell'autore
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