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Lipari, 13 novembre 1978: ore 10

Squilla il telefono nell'ufficio del pretore Giovanni Ingrascì.

"Signor giudice - esclama con voce eccitata Stefano Ramazza, comandante dei vigili urbani - venga subito in Comune! Nel sotterraneo del palazzo ho rinvenuto in un vecchio baule, 3 fucili antichi. So che lei è, come me, un grande appassionato di armi!".

Il giudice sospende immediatamente l'udienza in corso, rinviandola dI un paio d'ore e si precipita  nel vicino municipio dove il fedele Stefanino gli mostra, appoggiati sulla scrivania, 3 vecchi moschetti arrugginiti.

"Che ne pensa signor giudice?".

L'occhio esperto e curioso del giudice rinoscoce subito le armi.

"Si tratta di 3 moschetti modello Bva a retrocarica costruiti nel 1840 a Torre Annunziata, in dotazione alle guardie campestri nel periodo borbonico, in cattivo stato di conservazione e non funzionanti".

"Che ne dice signor giudice se consegnassimo i fucili al dottor Gianni Salvestri, il farmacista di Lipari, grande esperto e collezioniasta di armi che certamente sarà felice di provvedere al loro restauro. Poi, trattandosi di cimeli d'epoca, potremmo tenere un moschetto a testa come arredo nelle nostre case".

"Ottima idea Stefanino!". Esclama il pretore.

In giornata il farmacista accetta l'impegno con molto entusiasmo e prende in consegna i 3 moschetti, felice di opere, dopo il restauro, arricchire con un nuovo pezzo la propria collezione.

Ufficio del pretore, 2 dicembre1978: ore 12

Il cancelliere interrompe, trafelato, l'udienza civile "Signor giudice c'è al telefono il dottor Salvestri pingente!".

"Mi dica dottore".

"Signor pretore - singhiozza il farmacista - ho i carabinieri in casa!. Mi hanno sequestrato i 3 fucili e arrestato per detenzione di armi da guerra! Mi aiuti lei. Parli con il capitamo".

"Per carità, dottore non accenni miniamente alla proveninza e destinanzione dei fucili!. Dica di averli rinvenuti in un terreno abbondanto nei pressi della sua villa. Stia calmo e tranquillo, vedrò come sistemare la faccenda".

Aula della pretura, 15 dicembre 1978, ore 12

Avviato il procedimento penale, l'originaria imputazione di detenzione di armi da guerra, viene derubricata nella contravvenzione per omessa denuncia all'autorità di rinvenimento di reperti di valore storico.

Il farmacista scarcerato e rinfrancato accetta di buon grado la lieve condanna di lire 100 mila lire di multa.

Mentre il numeroso pubblico lascia l'aula il dottore Salvestri con voce tonante, si rivolge al pretore "signor giudice mi consente di fare una dichiarazione?".

"Mi dica dottor Salvestri?"

"Voglio esprimere tutta la mia riconoscenza per il felice esito della vicenda, ma ritengo che sarà compiuta una giustizia quando lei pagherà un terzo della mia multa!".

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