di Lina Paola Costa
Gentile Direttore,
desidero indirizzare qui una richiesta agli Amministratori del paese riguardo a necessità e proposte concrete.
Punto 1) Le strisce pedonali.
L’attraversamento “zebrato” è pressoché invisibile dovunque. Soprattutto dopo il recente rifacimento del manto stradale in zona Scuola Primaria/via Conti, sono stati velocemente ridisegnati solo gli stop (meno male!) però mancano del tutto le strisce ed è pericoloso attraversare.
Punto 2) L’isola pedonale e la ZTL.
È appena passato il primo “temporalone” di fine estate.
La ZTL in caso di forte e prolungata pioggia in passato veniva sospesa, con annunci che non tutti riuscivano a recepire in tempo, lasciandoci nel limbo della domanda “è attiva o non è attiva?, hanno spostato la transenna o hanno anche spento la telecamera?”
Orbene, è evidente che la ZTL ha un suo valore ma, data la configurazione viaria del centro di Lipari, quando piove o incombe la desolazione più nera sul Corso, si trovi un criterio per sospendere o contrarre la durata della ZTL, informando la cittadinanza.
Oltretutto il giretto in macchina, se fa arricciare il naso a qualcuno, aiuta invece a intrattenere persone anziane, aiuta a portare i pesi del supermercato o a raggiungere i servizi primari senza doversi per forza bagnare, aiuta a trasportare, visitare, raggiungere gli ammalati soli.
Pensiamoci per tempo, non si vive solo di performance social.
Grazie per l’attenzione e buon fine settimana.
Greenpeace ha attivato il servizio Plastic Radar: quest'estate potremo contattare su Whatsapp il numero +39 342 3711267 per segnalare la presenza di plastica sulla spiaggia, sui fondali o che galleggia sulla superficie del mare, mandando una foto in cui si veda la marca dell'azienda produttrice e condividendo la posizione!
AIUTIAMO L'AMBIENTE!!! COMBATTIAMO IL DISIMPEGNO E L'IRRESPONSABILITÀ!!!
"Passate parola".
Natale. Appuntamento in tre tappe, per una «ecologia delle parole».
3) Natale. Terza tappa di un appuntamento del Notiziario delle Isole Eolie
David Maria Turoldo era un frate servita che a lungo operò a Milano e scrisse molto, in chiave moderna, sui temi della fede. Per concludere queste tre occasioni di incontro con versi a tema natalizio, che rinfranchino e alimentino l’ecologia delle parole, dal medesimo volumetto dei pezzi precedenti, ecco come il grande Padre Turoldo ricordava le recite di Natale della sua infanzia e che tuttora si organizzano in ogni luogo. Che siano “pasturi chi s’arrisvigghianu” nostrani o delle pievi alpine, presepi viventi di comunità isolane o appenniniche, le rappresentazioni della Natività coinvolgono i piccoli centri abitati con tutto il loro repertorio di tradizioni e di affetti.
DAVID MARIA TUROLDO
Natale
Ma quando facevo il pastore
Allora ero certo del tuo Natale.
I campi bianchi di brina,
i campi rotti dal gracidio dei corvi
nel mio Friuli sotto la montagna
erano il giusto spazio alla calata
delle genti favolose.
I tronchi degli alberi parevano
creature piene di ferite;
mia madre era parente
della Vergine,
tutta in faccende
finalmente serena.
Io portavo le pecore fino al sagrato
e sapevo d’essere uomo vero
del tuo regale presepio.
2) Natale. Seconda tappa di un appuntamento del Notiziario delle Isole Eolie
Il francese Théophile Gautier (1811-1879), autore del famoso romanzo di formazione “Capitan Fracassa” che venne pubblicato in volume nel 1863, ebbe a scrivere anche versi dedicati al Natale. Eccone un esempio. La traduzione è quella riportata in “Natale in poesia” a c. di L. Erba e R. Cicala, Interlinea, Novara 2000. Come dicevamo nella tappa precedente, il traduttore si fa poeta a sua volta, con qualche libertà lessicale dettata dall’esigenza metrica.
È Natale
Théophile Gautier
Bianca la terra, il cielo grigio,
«suonate, campane, a distesa:
è nato!» Sul vivo prodigio
la Vergine è china e protesa.
Non broccati, non lievi tende
proteggono il bimbo dal gelo:
qualche tela di ragno pende
dal soffitto che mostra il cielo.
Gesù tutto bianco e vermiglio,
sulla paglia fredda si muove;
gli rifiatano sul giaciglio,
a scaldarlo l’asino e il bove.
Sopra il tetto che si spalanca
nero, la neve fiocca eguale.
Angioletti in tunica bianca
ricantano ai greggi “È Natale!”
SALVATORE QUASIMODO
NATALE
1) Recuperate le scatole dalle cantine per tirar fuori pastorelli e addobbi natalizi, si dà il play ai vecchi CD con le nenie tradizionali o le Christmas Carols degli anni ’40 cantate di Bing Crosby o Michael Bublé. Si scorrono le pagine dei ricettari per ricolorare un pranzo. Anche le librerie più disordinate rivelano volumetti dalla carta poco patinata, con raccolte di versi a tema che sono tutte da sfogliare, per completare l’allestimento domestico del dicembre annuale.
Ecco un vecchio regalo, ricevuto chissà quando: Natale in poesia – Antologia dal IV al XX secolo, Interlinea, Novara, 2000. C’è integralmente “Tu scendi dalle stelle” di Alfonso Maria de’ Liguori, poemetto successivamente musicato. O versi di autori multilingue, dove il traduttore è a sua volta poeta che ricama il metro e la rima.
Un attimo di poesia aiuta a recuperare l’ecologia delle parole, in questo mondo stressato dagli antagonismi o dalla retorica, il nulla nascosto dal glitter.
«Ecologia delle parole» sollecitata da monsignor Gianfranco Ravasi mesi or sono, nell’agone mediatico del dibattitto sociopolitico nazionale.
PRIMA TAPPA - Ecco i versi di un lucido Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la Letterature nel 1959: il poeta siciliano osserva la pace del presepe che si contrappone all’inquietudine degli esseri umani.
Natale.
Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?