di Felice D’Ambra
Sir Pierre & Miss Jenny - La Ragazza del Kimono
Il racconto si svolge in una delle tante sontuose ville nobiliari delle lussureggianti Contee del Sussex, ricca di storia e di attrattive della costa Sud orientale dell’Inghilterra. Una zona pianeggiante che si affaccia sulla Manica, dove in una di quelle tante contee la Regina Elisabeth II, come vuole la tradizione, ha concesso al nipote Harry e alla sua sposa Meghan Markle, il titolo nobiliare di Duca e Duchessa di Sussex.
Pierre il giovane Play Boy, figlio di una nobildonna vedova e di un famoso Lord nobile e ricco, stanco di trascorrere le serate mondane tra una Contea e l’altra dell’East and West Sussex, Kent, Surrey, Dorset Hampshire, preferisce isolarsi e vivere tra le mura nel suo lussuoso castello. Pierre dopo la morte del padre aveva ereditato anche il titolo di Baronetto, ma non aveva più l’abitudine di frequentare la politica di Londra e le ragazze, come si usava fare nelle nobili Contee Inglesi.
La madre di Pierre, molto preoccupata di questa sua abitudine, a sua insaputa invitò una sua bellissima e affascinante amica d’alto bordo, che aveva fama di essere sinuosa, colta e molto audace con gli uomini. Era un pomeriggio da cani, molto piovoso e grigio, come quelli frequenti nell’autunno e inverno della City londinese e nel verdissimo e vasto territorio del Sud della Gran Bretagna.
Stranamente quel giorno Pierre si trovava solo in casa, assente anche la servitù che aveva avuto il turno di riposo. Pierre come di consueto era sdraiato sul divano, quando squillò il campanello. Egli non attendeva nessuno e quasi preoccupato, andò ad aprire la porta della grande vetrata che dava sul viale del bellissimo parco. Davanti a lui, Pierre molto sorpreso, si trovò una bellissima donna infagottata, tutta inzuppata, nonostante fosse sotto l’ombrellino quasi irriconoscibile. Pierre imbarazzato nel darle il benvenuto: Good Morning, Please come inside - Can I help You?
Lei presentandosi: Jenny, my name is Jenny, nice to meet You, e scrollando l’ombrellino e iniziando a starnutire, si tolse l’ampio cappello e il velo. Proprio in quel momento la madre di Pierre ch’era a letto con l’influenza, dalla camera, gridò all’amica: Jenny, togliti i vestiti se sono bagnati, Pierre te li farà asciugare davanti al fuoco.
C’è un paravento in salotto, ti puoi svestire e Pierre ti darà uno dei miei Kimono. Pierre si diede subito da fare, prese uno dei Kimono della madre e apri il paravento. Nel salotto scoppiettava un bel fuoco e il salone era ben caldo e profumava di fiori e di narcisi, che riempivano ogni vaso. Mentre Pierre era estasiato del profumo dell’insospettata ospite, vide da dietro il paravento la donna che gli porse il vestito ancora bagnato che aveva il profumo del suo corpo. Piero lo tenne fra le braccia e lo annusò inebriato, prima di deporlo su una sedia davanti al fuoco.
Poi la Jenny gli porse una sottogonna grande con l’orlo fradicio. Pierre l’annusò con piacere prima di mettere anche questa davanti al fuoco. Ne frattempo lei continuava a spogliarsi, parlava e sorrideva senza preoccupazione, ma consapevole che Pierre l’a guardava. Lei gli lanciò un’altra sottoveste, più leggera, calda e misteriosa, poi con una risatina timida, gli adagiò sulle sue braccia aperte e con molta delicatezza, le sue mutande lunghe, orlate di pizzo. Improvvisamente Pierre si rese conto che non erano bagnate, e che lei dietro il paravento, fosse tutta nuda.
Quando lei lo guardò da sopra il paravento, Pierre vide il suo grosso e bellissimo seno bianco. Jenny dolcemente sorrise e rivolgendosi a lui, con tono di voce sensuale, con dolcezza gli disse: “Please give me the Kimono Now. Le sue calze non sono bagnate? le chiese Pierre con tono quasi di sfida, e lei, si, eccomi! me le sto togliendo, e si piegò.
Pierre l’immaginò mentre si slacciava le giarrettiere e arrotolava le calze e si chiese com’erano le sue gambe e i suoi piedi. Non riuscendo più a trattenersi, diede una leggera spinta al paravento che cadde davanti a lei e rivelandola nella sua completa nudità. Pierre la vide splendida come una statua di una meravigliosa venere marmorea. Tutto il suo bellissimo corpo di venere nuda, aveva il colore dorato, come il suo delicato viso. La vita era lunga, i seni grandi ma sodi e lei per niente turbata dalla caduta del paravento, disse furbescamente: Guarda cos’ho combinato togliendomi le calze.
Pierre si avvicinò, guardandola, era la prima volta che vedeva una donna nuda. Solo in Italia egli aveva ammirato nella Galleria Borghese di Roma. la famosa scultura neoclassica di Paolina Bonaparte, la venere nuda de grande artista Antonio Canova. Jenny accorgendosi del suo stupore, nuda e maliziosa com’era, gli sorrise, poi lei si coprì col kimono e come se niente fosse, si avvicinò allungando le mani verso il fuoco per scaldarsi.
Pierre era in agitazione, il suo corpo bruciava e tuttavia non sapeva bene cosa fare. La donna non badava troppo a stringersi il kimono addosso, occupata com’era a scaldarsi. Pierre allora si sedette ai suoi piedi e la guardò con meraviglia, mentre lei, dolce come una gattina che fa le fuse e con un dolce sorriso e gli occhi fissi su di lui, sembrava invitarlo.
Pierre lentamente si avvicinò a lei in ginocchio, e lei improvvisamente aprì il kimono e lo lasciò cadere a terra, gli prese la testa fra le mani, lo attrasse a sé, lo baciò appassionatamente, poi si sdraiò sulla copertina che Pierre aveva adagiato per terra trascinandolo su di lei. Fu proprio in quel preciso momento, che dalla stanza da letto, si udì la voce di sua madre.
Silenzio assordante; tutto tacque, passarono lunghe ore, la mamma di Pierre non chiamò più, mentre il fuoco continuava a scaldare l’ambiente e non solo. Un lungo silenzio è calato sulla scena notturna della grande Contea del Sussex. In seguito ripresero i famosi Party Dinner and Dance e le festose cerimonie della caccia alla volpe e non solo.
La cara Jenny, l’amica della mamma di Pierre, fu un lontano ricordo. Il baronetto Pierre era tornato a essere il richiamo per le bellissime damigelle d’onore, e restituito al fasto delle affascinanti serate conviviali e danzante come era in uso nelle ricche Contee del territorio della Cornovaglia, e come da desiderio di sua madre.