La trasmissione Kilimangiaro di Rai Tre - puntata del 6 12 2020 - parla dei capodogli che sono di casa nel mare delle Eolie e della riserva marina di Capo Milazzo. Ospiti: Mariasole Bianco e Carmelo Isgrò da Milazzo.
di Davide La Cara
Nel suo nome c'è già tutta la sua personalità splendente e il suo sorriso. L'avrete spesso vista come inviata in giro per il mondo della trasmissione Kilimangiaro di RaiTre per raccontare il mare, la sua fragilità e le sue meraviglie.
Mariasole Bianco è una biologa marina, punto di riferimento per le politiche legate alla tutela dell'ambiente marino e dello sviluppo sostenibile. Insieme al padre e una sua cara amica, Mariasole ha fondato "Worldrise", un'associazione no profit che si dedica a progetti per la tutela dei mari come “A-MARE le Isole Eolie”.
Obiettivo: promuovere i valori ambientali e tradizionali legati all'ambiente marino costiero eoliano puntando sul coinvolgimento delle comunità locali e l'educazione dei turisti. In particolare delle nuove generazioni. L'idea è dunque quella di creare un'area marina nelle Isole Eolie, così come già accaduto nella vicina Area Marina Protetta di Capo Milazzo.
«Proteggere e valorizzare il patrimonio naturalistico delle Eolie vuol dire anche creare nel contesto turistico opportunità che allunghi la stagione turistica - ci dice Mariasole -. Ma sono benefici che hanno anche un riscontro nelle attività come la pesca.
Tutelare delle zone di particolare pregio naturalistico e biologico consente la possibilità alla risorsa ittica di riprodursi, così che poi i nuovi nati vadano a ripopolare non solo la zona di origine ma anche le aree circostanti. Questa soluzione consente dei benefici anche per le aree di pesca».
«Tra l'altro, problema delle Eolie, vi sono molti pescatori che vengono da fuori zona a pescare mentre l'area marina protetta consentirebbe l'esclusività di pesca solo per i residenti - aggiunge la biologa .- Pensando anche al lavoro del pescatore, sono sempre meno le persone che intraprendono questo mestiere, solitamente ereditato dal padre.
Questo è dovuto alla carenza di risorse, quindi fare il pescatore non conviene più. Regolamentare l'attività e fare in modo che vi siano queste aree dove il pesce può riprodursi e ricostituire il branco, è un vantaggio anche per questi lavori fortemente legati alla nostra tradizione ittica».
Mariasole vive a Milano ma viene spesso in Sicilia. «Qualche settimana fa mi trovavo nell'area marina protetta del Plemmirio, vicino Siracusa, e a Vendicari. Abbiamo potuto assistere alla schiusa di un nido di tartaruga: più di 150 uova! Una cosa magnifica. Questo è un bell'indicatore: quando si protegge il mare si crea lo spazio per questi animali».
Progetti per il futuro?
«Spero di portare la trasmissione Kilimangiaro, fare uno speciale per dare visibilità alle bellissime realtà come il MuMa - Museo del Mare di Milazzo e il lavoro che sta facendo Patrizia Maiorca nell'area del Plemmirio. Sono realtà che ci danno grande speranza».
Mariasole ha recentemente pubblicato un libro: Pianeta Oceano. «Nel libro l'oceano è riferito al singolare, perchè in realtà condividiamo tutti un grande oceano, è tutto connesso. C'è del Mediterraneo e quindi anche della Sicilia dentro. È un viaggio esplorativo della conoscenza che parte dalle meraviglie di questo oceano e lo descrive dando rilevanza alle tante cose che in realtà non sappiamo».(balarm.it)
L'INTERVENTO
di Angelo Pajno*
EOLIE, CORSI E RICORSI STORICI: LA NUOVA INVASIONE!
Chi mastica almeno il minimo sindacale della storia delle nostre isole a far data dal 4000 a.c. ad Ariadeno il Barbarossa non può fare a meno di crucciarsi alquanto a fronte delle moderne incursioni dei nuovi italici.
Dopo i greci (di origine dorica) approdati ai nostri scogli da Cnido e da Rodi, e le scorribande dei Tirreni (gli Etruschi), abbiamo avuto nei secoli dei secoli la visita, invero non sempre gradita, dei romani, dei cartaginesi, dei siracusani, dei normanni ed oggi…dei seguaci dell’ “areamarinapensiero”, tutti – o quasi - rigorosamente esterovestiti.
Chi si approccia dalle terre della perfida Albione, chi si dichiara figlio del Mondo da salvare ( alle Eolie, naturalmente) catamaranomunito per grazia ricevuta, e via discorrendo.
Da ultimo, l’ancora di salvezza per le nostre povere anime dannate di eoliani miscredenti al verbo ambientalista ci viene offerta dalla nebbiosa e triste brughiera lombarda donde alto si leva il grido di dolore per i poveri pescatori eoliani oramai ridotti a meri ectoplasmi di quello che fu.
Ed ecco che l’ennesima biologa marina, sulla cui professionalità dubbio alcuno ben mi guardo dal nutrire, si erge, dalla sua Milano, e con la stessa imponenza del colosso di Rodi, a tutrice delle eoliane genti naturalmente considerate impedite, nel pensiero e nel fare, alla tutela del loro territorio, e quindi meritevoli con urgenza alquanto di essere sottoposte a tutela, a piè pari saltando financo una comunque più lieve “amministrazione di sostegno”.
E quale l’uovo di Colombo? Ma una bella, ampia, stringente e rigorosa Area Marina Protetta, belin!
Siamo quindi, ancora una volta, davanti ad un emulo del generale cartaginese Imilcone che si impadronì della città di Lipari tra il 408 ed il 406 a.c..
Non vorrei, quindi, stia adesso per tornare l’Ariadeno dei giorni nostri per completare l’opera!
A proposito dei mirabolanti vantaggi per i pescatori eoliani e l’esempio, asseritamente, virtuoso della AMP del Plemmirio:
“La pesca di frodo.
Per quanto sia un'area protetta, il fatto stesso d'essere non troppo distante dalla città, (Siracusa, n.d.r.) favorisce il fenomeno della pesca di frodo di pesce e di ricci. Nonostante il contrasto da parte delle forze dell'ordine il fenomeno è vasto e di difficile soluzione rendendo di fatto il fondale un ecosistema seriamente minacciato”.
Auguri, bella gente!
*Avvocato E membro dell’Associazione “Eolie Mare Libero”
NOTIZIARIOEOLIE.IT
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