Lipari - L'intero complesso della chiesa e convento dei Cappuccini risale al XVII secolo e si trova nell'area cimiteriale dell'isola. Si accede alla chiesa a navata unica, da una cappella laterale posta sul lato sud, ed all'interno è possibile ammirare pregevoli stucchi di epoca tardo settecentesca. Sull'altare maggiore vi è la macchina lignea in legno di noce, opera di Fra Felice e Fra Serafino di Acireale, ed un dipinto raffigurante l'Immacolata con Santi e Cherubini, di Padre Feliciano da Messina (sec. XVIII). La devozione francescana emerge anche in altre opere ivi conservate quali il dipinto raffigurante San Felice da Cantalice che porge il Bambino alla Vergine (sec. XVIII) ed un dipinto, di minori dimensioni, con l'Estasi di San Francesco. Alla chiesa appartiene un ricco corredo di paramenti liturgici tessili ed arredi sacri in argento. La sagrestia venne adibita a cappella cimiteriale sia di laici che di ecclesiastici. Dal 1978 al 2005 alcuni locali del convento, in collegamento diretto con l'edificio chiesastico tramite la cantoria, furono concessi dal Comune a famiglie di terremotati. Il locale al secondo piano destinato a biblioteca è stato anche gestito dalla biblioteca comunale e ha ospitato dodici incunaboli e rarissimi libri del Cinquecento, già appartenuti all'ordine dei Cappuccini.
IL PRECEDENTE 24 GENNAIO 2008
Otto consiglieri comunali di minoranza del centro sinistra si sono rivolti al Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno per "salvare" l'ex convento dei Cappuccini di Lipari costruito nel 1650 e che sta cadendo a pezzi. Bartolo Lauria, Giacomo Biviano, Adolfo Sabatini, Sarino Centorrino, Nunziatina D'Alia, Fabrizio Famularo, Pietro Lo Cascio e Mario Pajno hanno puntualizzato che "il sindaco Mariano Bruno non ha ancora adottato nessuna iniziativa per trovare una forma di collaborazione fra istituzioni" e hanno richiesto di "verificare lo stato dell'edificio per un intervento immediato volto alla ristrutturazione e quindi al suo recupero". Hanno inoltre richiesto "l'intervento del prefetto a favore dell'importante monumento per la sua costodia, valorizzazione conservazione a disposizione dell'Umanità". Nella chiesa é sepolto l'ex sindaco Giuseppe Policastro, ucciso nel 1860 al passaggio di Giuseppe Garibaldi (di cui ha ampiamente scritto nel nostro giornale online lo storico Michele Giacomantonio nella sua rubrica Eolie&Storia) si trova ancora il pregiatissimo altare di legno del 600-700 e i quadri dei monaci. Al Museo Archeologico da alcuni anni sono stati "donati" i volumi religiosi e gli scritti cinquecentini.