Gal del Tirreno, "richiesta di riconoscimento del Distretto Produttivo, unico per tutta la Sicilia, per il settore florovivaistico"
di Roberto Sauerborn*
Con grande soddisfazione e piacere, abbiamo presentato la richiesta di riconoscimento del Distretto Produttivo per il Florovivaismo di Sicilia, innanzitutto, per via della condizione pandemica mondiale che ha segnato e continua a rendere incerto il futuro produttivo di questo settore molto legato sia alla libertà dei rapporti interpersonali, sia agli scambi commerciali che economico-produttivi.
Il Patto per lo sviluppo del settore florovivaistico è stato sottoscritto da 70 aziende delle provincie di Messina, Ragusa e Trapani, dove insistono i principali poli produttivi della Sicilia, e per un totale di 670 addetti.
Della compagine fanno parte diverse aziende leader, nei rispettivi comparti, di carattere internazionale, nazionale e, ovviamente, regionale protagoniste anche delle più importanti fiere internazionali che hanno permesso di far conoscere in tutto il mondo sia le piante che i fiori prodotti dalle aziende florovivaistiche siciliane.
Tra queste, indichiamo solo quelle con il maggior numero di addetti: La Mediterranea di Acate (RG), Vivai del Mela di San Filippo del Mela (ME), Giambò Piante di Furnari (ME), Sicilia Verde di Terme Vigliatore (ME), Vivai Sciotto di Milazzo (ME), Lombardo di Falcone (ME), Vivai Caruso di Mazzarrà Sant’Andrea (ME), La Palmara di Furnari (ME), Scalonazzo di Scicli (RG), Sottile di Mazzarrà Sant’Andrea (ME).
Le imprese sottoscrittrici il Patto di Sviluppo, appartengono alla intera filiera produttiva con imprese di produzione e commercializzazione dell’intero comparto del florovivaismo siciliano, da fiore, da ornamento e industriale, oltre al settore della logistica, della gestione e sviluppo sostenibile, dei servizi del settore, del management e della promozione dell’immagine delle imprese e del territorio”.
Il florovivaismo è una delle più importanti attività economiche in tutta la Sicilia, fortemente presenti nella provincia di Messina e nel comprensorio tirrenico in particolare, con una significativa incidenza nel territorio del GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi, il cui management ne ha promosso l’avvio, e che ha già aderito al Patto di Sviluppo del settore.
Nel 2020 il valore nazionale della produzione florovivaistica italiana si è assestato a 2,65 miliardi di euro (pari al 4,8% della produzione a prezzi di base dell’agricoltura italiana), registrando una contrazione aggregata del 2,4% (un calo di circa 66 milioni sul 2019): fiori e piante ornamentali hanno subito una riduzione del 3%, mentre i vivai dell’1,9%.
Si tratta di un dato anticipato a gennaio 2021, lanciando l’allarme per le conseguenze delle chiusure pandemiche: lo stop delle attività di distribuzione e vendita del prodotto orto-florovivaistico, la distruzione di quote importanti delle produzioni deperibili – circa il 60% dei fiori recisi, ad esempio -, le restrizioni a eventi e cerimonie – nel 2019 il giro d’affari delle cerimonie nuziali nel mondo registrava 300 miliardi di USD. Tuttavia, il mercato ha dato importanti segnali di recupero lungo l’arco dell’anno, sino a contenere al massimo le perdite e mantenere l’export ai livelli record dell’anno precedente.
Se il valore della produzione mondiale nel 2020 ha raggiunto i 90 miliardi di USD, quello europeo è stato pari a quasi 20 miliardi di euro (dati AIPH, Eurostat), così suddiviso: 29% prodotto in Olanda, 17% in Germania, 14% in Spagna, 13% in Francia, 12% in Italia.
L’Italia conferma il ruolo di esportatore netto del prodotto orto-florovivaistico: anche nel 2020 il valore alla produzione dell’export ha raggiunto i 903 milioni di euro. Il saldo positivo della bilancia commerciale di 423 milioni di euro è riferibile alle piante da esterno (+310 milioni) che costituiscono il prodotto più esportato del comparto (43%), seguono le talee di vite e piante da frutto e di ortaggi con un saldo di 129 milioni di euro e le fronde fresche recise, con un valore delle vendite di 104 milioni di euro e un saldo di quasi 90 milioni di euro.
Ma, il settore florovivaistico, è uno dei più colpiti dalla pandemia, ma è anche una filiera che ha dimostrato grandi capacità di ripresa facendo registrare un aumento record del 33% delle esportazioni di piante Made in Italy nel primo trimestre del 2021. Un trend che l’Istat sembra confermare – in attesa dei dati ufficiali – per tutto l’anno. A minacciare la ripresa del settore è l’impennata dei costi di produzione, con aumenti fino al 25% delle materie prime per imballaggi, energia, concimi, e i costi di trasporto.
In base ai dati ministeriali, tra le regioni del Belpaese che hanno il maggior valore produttivo nel settore, spiccano per il vivaismo Toscana, Lombardia e Sicilia, rispettivamente ai primi tre posti della classifica. Per il mercato di piante e fiori, medaglia d’oro alla Liguria, seguita da Sicilia e Campania.
In questa prospettiva, il settore florovivaistico siciliano e quello Tirrenico in particolare, rappresentano un modello imprenditoriale di successo che ha registrato negli ultimi 30 anni una repentina riconversione produttiva dal tradizionale vivaismo ortofrutticolo, in recessione per la contrazione del comparto agrumicolo regionale, verso nuove produzioni ornamentali in vaso di specie autoctone della flora mediterranea che trovano oggi piena collocazione ed apprezzamento prevalentemente nel mercato centro europeo.
A tale fattore ambientale si associano la professionalità e la serietà che contraddistinguono i titolari di aziende florovivaistiche, nonché tutto il personale in esse impiegato, che hanno contribuito allo sviluppo della presente attività nel corso degli anni, dando una forte spinta al settore agricolo regionale, che complessivamente non sta attraversando un momento di particolare splendore.
Alla luce di quanto sopra, il Distretto Produttivo del settore florovivaistico di Sicilia, si dovrà fare carico in nome e per conto dei propri associati di promuovere azioni e strategie di sviluppo concertate con tutti i protagonisti e gli attori dello sviluppo.
A questo proposito, é significativo anche quanto riportato nella relazione al Piano Strategico della PAC 2021 a proposito dei Distretti e che ne focalizzano il ruolo per il futuro:
“Il rilancio dei sistemi produttivi territoriali richiede il potenziamento delle filiere produttive e dei rapporti di filiera e di distretto per rendere più forti, equi e stabili i sistemi produttivi agricoli, alimentari e forestali, incentivando modelli organizzativi integrati. A tal fine è necessario accrescere la redditività e la competitività delle aziende agricole, agroalimentari e forestali, attraverso il sostegno alla ristrutturazione, digitalizzazione, innovazione e gestione sostenibile degli input produttivi.
È fondamentale, altresì, promuovere l’orientamento al mercato delle aziende agricole, agroalimentari e forestali favorendo processi di ammodernamento, anche gestionale, di riconversione, di internazionalizzazione, di adeguamento dimensionale delle strutture produttive in termini economici e fisici, promuovendo l’aggregazione delle stesse e la diversificazione del reddito delle aziende agricole e forestali attraverso lo sviluppo di attività connesse. Occorre anche rafforzare la qualità e l’accessibilità alle reti di infrastrutture, materiali e digitali, a servizio delle aziende agricole, agroalimentari e forestali. L’Italia, attraverso il PSP intende quindi accrescere la competitività delle filiere agroalimentari in un’ottica di sostenibilità economica ed ambientale attraverso interventi di natura settoriale.”
Il positivo riconoscimento del Distretto Produttivo del Florovivaismo di Sicilia da parte del Governo Regionale e, in particolare, dell’Ass. Reg. delle Attività Produttive, retto dall’On. Mimmo TURANO, darebbe nuovo impulso alle imprese e avverrebbe in un momento cruciale per il sistema produttivo di settore, visto l’impegno che il Governo Nazionale e la Regione dovranno mettere in questi mesi nella definizione delle strategie di intervento per lo sviluppo rurale post 2020.
In questo quadro, la metodologia LEADER che si propone di adottare può essere un importante riferimento per la gestione e funzionalità del Distretto Produttivo del Florovivaismo di Sicilia e per il suo funzionamento e sviluppo, grazie anche alla evoluzione di sistema e metodologica in chiave multifondo CLLD che la Regione Siciliana ha riconosciuto a questo strumento pensato e nato per le politiche di sviluppo sostenibile.
Il Distretto, altresì, potrà creare e consentire di inserirsi nella Catena Globale di Valore, CGV , in cui le imprese, salvo poche finali, sono al tempo stesso acquirenti e venditrici di “compiti” produttivi. Il vantaggio competitivo di un impresa che partecipa ad un CGV sta nel disporre di potere di mercato nei confronti degli anelli confinanti della catena.
Ciò consentirà alle imprese del distretto, attraverso politiche di upgrading, di migliorare la propria posizione nella catena, in modo da occupare segmenti più remunerativi e meno esposti al rischio di essere “catturati” da parte dei committenti, sia nella concorrenza di produttori a basso costo del lavoro.
Tra alcuni degli obiettivi specifici e propositi del Distretto:
• Polo fieristico regionale
• Aumento dell’occupazione;
• aumento della produzione di qualità;
• risparmio energetico e recupero delle biomasse con impianto di produzione di compost in logica di filiera corta;
• apertura di nuovi mercati nazionali e internazionali;
• piattaforma logistica unitaria di lavorazione, distribuzione, commercializzazione in logica blockchain;
• Piattaforma commerciale internet unitaria per le aziende del Distretto
• Abbattimento dell’uso di fito farmaci nocivi
• Adozione di marchi di Certificazione di prodotto e di processo
• Adozione di un brand condiviso produttivo e territoriale
• Partecipazione ai bandi di settore”.
*Direttore