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I tumori cutanei sono molto diffusi nel nostro paese, specie il melanoma cutaneo che oggi in Italia è al terzo posto tra i tumori più frequenti e aggressivi. La dermatoscopia trova un largo impiego nella diagnosi precoce e nella prevenzione specie se il paziente periodicamente si sottopone a visita specialistica.   

Ne parliamo Con il dott. Fabio Ginoprelli, dermatologo a Milazzo

Dott Ginoprelli  cos’e’ il melanoma cutaneo ?

Premetto che, sicuramente per la nostra latitudine, i tumori cutanei sono molto diffusi in Italia, specie il melanoma nella popolazione al di sotto dei 50 anni di entrambi i sessi. Il melanoma o neoplasia è una anomala moltiplicazione di alcune cellule presenti fisiologicamente negli strati dermo-epidermici della pelle e delle mucose. Le cellule in questione sono i melanociti di cui sono composti anche i nei o nevi. Il loro compito iniziale è quello di proteggere il nostro corpo, producendo, un pigmento chiamata melanina che in base ad una maggiore o minore concentrazione, dipendente da fattori genetici e dalle esposizione ai raggi ultra violetti, determina la colorazione più o meno scura della pelle ed è alla base dell’abbronzatura. I melanociti sono cellule molto prepotenti e aggressive. Le cause della formazione del melanoma sono ancora incerte anche se è dimostrato che una predisposizione genetica e/o l’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti del sole o artificiali favorisce la formazione dei melanoma.

Dott. Ginoprelli come si fa a diagnosticare un neo sospetto o meglio ancora come si può fare uno screening per melanoma ?

  •  Necessita una visita dermatologica molto accurata di tutto l’abito cutaneo osservando tutte le lesioni pigmentate presenti anche nelle pieghe, spazi interdigitali, zone pilifere e si inizia applicando la regola dell'ABCDE  che è il primo passo verso la prevenzione in quanto aiuta a distinguere un nevo da un melanoma cioè :
  • Asimmetria: i nei sono simmetrici mentre il melanoma è asimmetrico.
  • Bordi irregolari: i bordi di un neo sono regolari, quelli di un melanoma sono frastagliati.
  • Colore disomogeneo: i nei hanno un colore unico ed uniforme, mentre il melanoma può avere più colori.
  • Diametro superiore a 6 mm: i nei crescono fino ad un diametro di 6 mm. I melanomi di solito sono superiori ai 6 mm.
  • Evoluzione: la rapida crescita di un qualunque neo o macchia pigmentata deve far sospettare un melanoma

Dopo il primo screening, in cui tutti i nei o tutte le lesione pigmentate presenti sull’ abito cutaneo del paziente sono stati ispezionati con una  lampada di ingrandimento, quei nei o  quelle lesioni pigmentate che riteniamo più  particolari o con caratteristiche  differenti,   vengono adesso rivisti   con il dermatoscopio, che può essere anche computerizzato e che ci permette anche di memorizzare. Questa procedura viene chiamata comunemente “mappatura nei”  e ci aiuta a monitorare i  nei “attenzionati  o particolari” per verificare ai successivi controlli se si sono verificate  delle modifiche strutturali nel neo interessato o se si sono formate nuove lesioni pigmentate. Ovviamente se le caratteristiche strutturali  della lesione osservata  è a nostro parere molto disordinata la asportiamo direttamente

 Ricordiamoci che la diagnosi certa e la stadiazione di melanoma si ha soltanto con l’esecuzione della asportazione chirurgica o con una biopsia escissionale  e successivo esame istologico.

Sono già allo studio anche sistemi di diagnosi precoce con l’utilizzo di biomarcatori che consentiranno in futuro di diagnosticare un melanoma prima del suo insorgere. Al riguardo, molto significativo è uno studio in atto nell’//portal.apps.upenn.edu/penn_portal/u@penn.php">Università della Pennsylvania. Tale studio si basa sul fatto che per ciascun neo è possibile rilevare i livelli del gene (p15) che inibisce la proliferazione delle cellule cancerogene. Risulta evidente che le cellule che presentano alte percentuali di questo gene saranno meno soggette ad una anomala proliferazione.

Dott Ginoprelli, cos’è esattamente la dermatoscopia?

Questa tecnica nata esattamente proprio 100 anni fa con J.Saphier nel 1920 ci aiuta nelle diagnosi dermatologiche ingrandendo la parte di cute attenzionata e/o sospetta, con l’utilizzo di uno strumento detto dermatoscopio. Si possono cosi’ osservare tutte le più piccole caratteristiche della lesione della pelle di qualsiasi natura esse siano. In particolare si analizza il pigmento intra ed extracellulare, la presenza o meno di capillari ed eventuali loro anomalie e tanti altri piccoli particolari.

Il pigmento presente negli strati cutanei assume differenti configurazioni e in base ai colori e alla sua distribuzione ci aiuta a diversificare   la natura delle lesioni. L’aspetto morfologico delle differenti disposizioni del pigmento, tradotto in  logaritmi, è stato correlato a strutture istopatologiche corrispondenti, ottenendo così una serie di parametri che guidano alla diagnosi dermatoscopica  utile per lo screening  precoce del melanoma o di qualsia lesione cutanea non fisiologica. Inoltre e non da poco, oggi le immagine digitalizzate, solo delle lesioni sospette ma non certe di malignità, vengono memorizzate per poter poi essere confrontate nelle successive visite. Prima di questa tecnica l’asportazione ed il successivo esame istologico era l’unico modo per confermare o smentire un sospetto di malignità.

La dermatoscopia può essere fatta da tutti o ha controindicazioni?

L’esame non ha assolutamente controindicazioni, non è invasivo anzi è vivamente consigliato periodicamente non solo per la prevenzione dei melanomi ma ribadisco anche per lo studio di tutte le macchie o lesioni presenti sulla cute che necessitano di un approfondimento diagnostico.

Dott Ginoprelli qual è l’evoluzione e la prognosi dei melanomi?

La prognosi è di solito ottimale se il melanoma è stato diagnosticato precocemente ed ha uno spessore inferiore al 1 mm, diventa più delicata se le cellule hanno invaso i tessuti sottostanti e se sono già interessati i linfonodi. Pertanto risulta fondamentale una diagnosi rapida e veloce nelle fasi iniziali del melanoma al fine di poterlo asportare chirurgicamente in toto . L’intervento chirurgico rimane tutt’oggi il trattamento di prima scelta. Successivamente all’asportazione chirurgica, a ragione veduta e su precise valutazioni, il paziente se necessita può essere sottoposto a terapie adiuvanti quali radioterapia e chemioterapia.

Dott Ginoprelli quali consigli di prevenzione possiamo dare?

Come già detto, non sono chiari i motivi dell’insorgenza dei melanomi ed anche degli altri tumori della pelle, quali il carcinoma basocellulare ed il carcinoma squamocellulare. Studi hanno evidenziato che in alcuni casi ci sono malattie ereditarie conclamate, vedi lo xeroderma pigmentoso, o fattori genetici predisponenti come nelle persone di carnagione chiara, foto tipo 1e2. La familiarità e l’eccessiva esposizione sia alla luce solare che a quella artificiale dei lettini o docce abbronzanti inducono sicuramente a una moltiplicazione dei melanociti x la produzione della melanina che inizialmente sotto voce di abbronzatura ci protegge ed è fondamentale per la sintesi della vitamina D, quest’ultima essenziale per il nostro organismo.

Pertanto escludendo la possibilità di attivare qualunque prevenzione nei primi casi intrinsechi a fattori ereditari del DNA, mi sento di consigliare con particolare attenzione di evitare esposizioni solari prolungate specialmente nelle ore centrali della giornata, ricordando che in particolare le ripetute scottature a raggi UV, a distanza di anni spesso portano ad alterazione circoscritte non fisiologiche alla nostra pelle. Questo vale anche quando ci si  sottopone a frequenti abbronzature con i lettini solari.

È ovvio che detto ciò il controllo accurato, periodico, costante dell’abito cutaneo dai noi dermatologi è la migliore prevenzione non solo per il melanoma ma anche per tutti i tumori cutanei.(ANSA,IT)

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