Adagiata in bella posizione ai fianchi scoscesi di un'aspra rupe, circondata da querceti e dalle faggete più ampie e integre del comprensorio, la cittadina è, dal punto di vista paesaggistico, una delle più suggestive del parco.
Di probabile origine araba -il suo toponimo sarebbe Kisar- costituì, grazie alla sua posizione strategica, baluardo difensivo naturale ed imponente punto di snodo delle regie trazzere che collegavano il Valdemone con il Val di Mazara.
L'economia si basa quasi esclusivamente sull'agricoltura (olive, agrumi), sulla silvicoltura e sull'attività armentizia, favorita dalla scoscesità del suolo più adatto per il pascolo. Fino a qualche anno addietro esistevano fabbriche di basti e acque gassate oggi scomparse. L'artigianato è fiorente nella lavorazione del ferro battuto. Nella stagione invernale è un luogo prescelto per la vacanza collinare.
Da visitare i ruderi del Castello ducale, che conserva il bel portale barocco in pietra arenaria, segno dell'antico splendore, e la Chiesa Madre, il cui primo impianto risale al 1678, ove si trovano un Crocifisso su tavola. Interessanti, anche, le Chiese di s. Antonio, S. Maria delle Grazie e S. Caterina.
Le attrattive turistiche sono costituite dal bosco della Miraglia, dal biviere di Cesarò, dal lago artificiale di Ancipa e dal Monte Soro che è la più alta vetta dei Nebrodi. Da qui si apre un panorama magnifico che spazia dalla costa del Tirreno, con sullo sfondo le isole Eolie, alla grandiosa massa dell'Etna circondata tutt'attorno da una profonda vallata. Dal 1985 è stata istituita la riserva naturale del Monte Soro, al fine di salvaguardare una delle zone più interessanti dal punto di vista naturalistico dei Nebrodi.
A quota 1200 la statua del Redentor Cristo Re della Montagna…
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