di Ennio Fiocco
Sulle tracce di Fra Giovanni da Lipari nel 1424.
L' Abbazia di San Martino delle Scale sorge nell’arco collinare che delimita ad occidente Palermo ad occidente e la Conca D’Oro ed è immersa in una pace di antiche quercete e conifere. Secondo la tradizione uno dei sei Monasteri fondati da Papa Gregorio Magno in Sicilia sul finire del VI secolo sarebbe stato edificato proprio in questo territorio e distrutto nell’820 dai musulmani intenti ad occupare l'isola.
La fondazione del Monastero di San Martino delle Scale, dell'ordine di San Benedetto, viene indicata nel 1347 per volontà di Emanuele Spinola, arcivescovo di Monreale, che aveva richiamato dal Monastero di San Nicolò l’Arena di Nicolosi il monaco Angelo Sinisio e cinque suoi confratelli. Proprio Angelo Sinisio venne nominato Abate del Monastero nel 1352 e mantenne questa carica fino alla morte nel 1386 e le sue spoglie sono oggi custodite nella sagrestia monumentale dell’attuale chiesa. La comunità crebbe in pochi anni per le numerose adesioni alla spiritualità monastica e venne sostenuta anche da ricche donazioni di famiglie notabili siciliane che concorsero a costituire un patrimonio feudale per questo nuovo nucleo benedettino.
I monaci si dedicarono anche ad attività agricole, alla coltivazione di erbe medicinali e al lavoro amanuense nello scriptorium per la copiatura dei codici. Molti monaci di questo Monastero si distinsero in santità ma anche per erudizione o per particolari incarichi ricevuti, tra cui nel XV secolo il monaco Giuliano Mayali, che fu ambasciatore del Re Alfonso presso il Bey di Tunisi e che guadagnò al tesoro dell’abbazia le preziose reliquie della Santa Croce e della Sacra Spina.
Con questa mia breve ricerca presento ai lettori alcune scarne, ma importanti notizie che ho rinvenuto in merito ad un frate originario di Lipari vissuto tra la fine del 1300 e la prima metà del quattrocento. Indubbiamente, nel periodo che sto trattando e ciò in conseguenza dell'incursione e distruzione di Lipari nel 1544 da parte del pirata Khayr al-Dīn Barbarossa, tutto o quasi tutto è stato distrutto e le notizie sono scarne o addirittura mancanti.
Dal 1416 regnava in Sicilia il giovane Re Alfonso V d'Aragona che fece trasferire numerosi funzionari spagnoli (valenzani e castigliani) che, avendo ricevuto facoltà decisionale, garantirono iniziative imprenditoriali e politiche, tanto che queste contribuirono a vivacizzare economia e commerci, consentendo, al contrario di quanto ancora avveniva nel meridione peninsulare, alle grandi città siciliane una vivace ripresa economica che, incentivando l’inurbanizzazione dalla campagna dove diminuiva il bisogno di mano d’opera per culture intensive, colmava, nelle città, il calo demografo verificatosi con la peste del 1348.
Dall'Archivio di Stato di Palermo ho rinvenuto, in lingua latina, una Pergamena in discreto stato di conservazione (denominata TSMS 0744 di mm 719 x 252 - Inchiostro in più punti sbiadito) che era conservata un tempo presso il Monastero delle Scale di Palermo.
L'atto è stato redatto nel 1424 ed accenna ad un frate di Lipari che viveva nel monastero di San Martino delle Scale, nella qualità di procuratore, che “concede a censo” al fratello “Maestro Niccolò” un possedimento agricolo ubicato nell'isola di Lipari appartenente al Monastero ed esattamente un vigneto e una parte adibita a “cottoniera” ubicato in località “Mandorleto, ove dicesi li Santichelli”.
Riporto una parte dell'atto: “ad istanza di Fra Giovanni da Tolona, da Lipari, monaco di S. Martino, d'un atto de' 16 Ottobre 1424 Ind. III, con cui avendo Fra Bernardo Inveges, Abbate di S. Martino, costituito Fra Giovanni di Tolona, Liparoto, procuratore del Monastero, costui concede a censo a Maestro Niccolò di Tolona suo fratello, un possedimento del Monastero nel territorio di Lipari, che in parte è vigna, in parte cottoniera, nella contrada di Mandorleto, ove dicesi li Santichelli, sotto vari patti e condizioni”.
Importante dal punto di vista economico è la coltivazione della vite e del cotone a Lipari, come si evince dall'atto del 1424. Dalla mia ricerca emergono due nomi provenienti da Lipari e cioè Fra Giovanni da Tolona da Lipari ed il germano, il Maestro Niccolò di Tolona da Lipari.
