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(ANSA) - LIPARI - Nelle Eolie è "guerra" tra Lipari, a favore del cappero Dop che prevede rigidi disciplinari per la produzione, e i tre comuni di Salina (Leni, Malfa e Santa Marina) che insieme ai produttori locali sono scesi in campo per difendere il loro prodotto, annunciando ricorso, come hanno spiegato il sindaco Domenico Arabia e gli assessori Agata Pollicino e Antonino Donato, nel corso della riunione che si è tenuta a Lipari alla presenza di rappresentanti del ministero delle Politiche agricole e dell'assessorato regionale all'Agricoltura, intervenuti per avviare l'iter.

La Denominazione di origine protetta porterebbe a un aumento dei controlli e ad evitare così che i capperi provenienti da altri paesi possano essere spacciati per eoliani. Dopo l'istruttoria ministeriale e il parere positivo della Regione, entro un mese si potranno presentare ricorsi ed entro 90 giorni sarà definito l'iter per la Dop. 

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Lipari - Al palacongressi avviato l'iter per il cappero Dop delle Eolie, voluto dall'associazione presieduta da Aldo Natoli che potrebbe far fare un salto di qualità al prodotto e soprattutto garantire nuovi posti di lavoro, in considerazione dei benefici economici previsti per legge.  

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Ed in particolare evitare che capperi provenienti dal Marocco possano essere spacciati per eoliani, tenuto conto che i controlli saranno serrati.

A seguito dell'istruttoria ministeriale delle politiche agricole e del parere favorevole della Regione Siciliana, assessorato agricoltura, relativa alla domanda di registrazione, hanno partecipato i funzionari Armando Di Bartolomeo, Armando Morelli, Pietro Miosi e Antonella Di Gregorio che hanno preso atto delle osservazioni fatte sul disciplinare di produzione della denominazione di origine protetta.

Presente un folto pubblico con buona rappresentanza di Salina. Sono anche intervenuti gli esponenti dei Comuni di Malfa, Santa Marina e Leni che hanno espresso il loro dissenso e preannunciano un ricorso. 

Entro un mese si potranno presentare ricorsi ed entro 90 giorni sarà definito l'iter. 

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Le interviste al presidente Natoli, ai funzionari del ministero e della Regione Di Bartolomeo e Miosi ed all'assessore di Malfa Antonino Donato.

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RASSEGNA STAMPA

IL NOTIZIARIO SU CRONACHEDIGUSTO.IT

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La "Guerra del Cappero": nelle Eolie nasce la nuova Dop.
E nell'isola di Salina è un coro di "no"

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di Giorgio Vaiana

C'è una lotta fratricida che si sta pian piano sviluppando nel piccolo arcipelago delle Isole Eolie. Il colpevole? Il Cappero. Anzi la nascita di una nuova Dop del Cappero delle Eolie. Ma adesso proveremo a spiegarvi meglio. 

Siamo nell'arcipelago delle Isole Eolie, Patrimonio dell'Umanità Unesco. Sette isole, 14 mila abitanti in totale, ma un flusso turistico che nelle stagioni positive supera abbondantemente 600 mila presenze. Le isole sono riconosciute non solo per lo splendido scenario paesaggistico che offrono, ma anche per le eccellenze alimentari, dal cappero alla malvasia passando per i pomodori a pennula e i formaggi caprini. Oltre ad alcuni dolci veramente interessanti. Il 19 luglio a Lipari ci sarà un'audizione pubblica sulla nascita della nuova Dop "Cappero delle Eolie". Proprio la nuova Dop avrebbe scatenato le ire dei produttori di capperi di Salina. che non vorrebbero e non vedrebbero di buon occhio questa nuova denominazione.

 


(Daniela Virgona)

Il Cappero di Salina è già presidio Slow Food. "Ed è stato grazie a loro - spiega Daniela Virgona, produttrice di Capperi a Salina - che i nostri capperi sono diventati sempre più riconosciuti nel mondo. Tanto che la nostra produzione viene venduta ancora prima di essere raccolta.

E spesso dobbiamo dire di no ai clienti che chiedono i nostri prodotti". Le cose sembrano andare bene, ma in realtà non è così. Perché la produzione di capperi a Salina si è notevolmente ridotta nel corso degli ultimi anni, scendendo da mille quintali ai 300 o poco più attuali: "La colpa?

Le malattie delle piante - dice Daniela Virgona - e il clima che non è più lo stesso". E infatti se prima i capperi si raccoglievano da fine maggio a fine settembre, adesso, già a fine luglio non se ne trovano più. E quest'anno la produzione non si prospetta da grandi numeri: "Dovrei chiudere intorno ai 20 quintali", dice Daniela.

A un chilometro e mezzo di distanza da Salina c'è Lipari, la più grande delle Eolie. Qui i produttori covavano da tempo l'idea della Dop. Tanto che, dopo aver presentato i documenti, sono quasi alla ratifica finale. Ma la loro azione non è stata ben vista dai produttori di Salina.

"Non abbiamo capito per quale motivo hanno richiesto la Dop Eolie per un prodotto che non è per nulla uguale al nostro", spiega Daniela. Già, perché la lite, partirebbe proprio dalla cultivar del cappero: "I capperi si producono un po' ovunque nelle Eolie - dice Daniela - non lo scopriamo oggi. Ma i capperi sono diversi da isola ad isola. E poi i numeri...

L'intera produzione delle altre sei isole è un decimo, forse meno, di quella che facciamo a Salina". 


(Maurizia De Lorenzo)

"E' vero che l'isola di Salina ha la maggiore produzione di capperi - dice Nino Caravaglio, produttore di vini e capperi a Lipari - ma la produzione di capperi ha sempre interessato l'intero arcipelago eoliano".

Sarebbero 60 i produttori che hanno aderito a questo nuovo consorzio della Dop Cappero delle Eolie che dovrà nascere non appena il Ministero darà l'ok. Ma sui numeri ci sono dei dubbi: "Sono sessanta? Mi piacerebbe contarli uno per uno - dice Maurizia De Lorenzo, altra produttrice di capperi a Salina -

Mi sembra che qui si stia facendo come la Malvasia, diventata improvvisamente delle Lipari, quando invece sappiamo tutti che era un prodotto esclusivo di Salina". Vecchi rancori dunque, anche sul vino che si trascinano in quella che pare destinata a diventare una "guerra del cappero" vera e propria.

Piccolo salto indietro nel tempo. Siamo alla fine degli anni '80. I produttori di capperi di Salina decidono che è il momento di fare una Igp. Tutti i documenti vengono presentati e la Regione Siciliana approva insieme al Ministero. Ma al momento di ratificare, due aziende si tirano indietro: non hanno 500 mila lire per completare la documentazione.

"Se non fosse stato per questo intoppo - racconta Daniela - oggi staremmo parlando di altre cose". "Mi ricordo - aggiunge Maurizia - che quando finiva la scuola aiutavo i miei genitori a raccogliere i capperi. Lo raccontavo alle mie amiche di Lipari e loro nemmeno sapevano cosa erano i capperi. E' un po' per dirvi che da noi i capperi sono sempre esistiti. Nelle altre isole ci sono, ma non sono mai stati valorizzati come abbiamo fatto noi.

Mi pare che adesso qualcuno voglia fare il furbo". I produttori di Salina, però, non si sono fermati. E la pratica dell'Igp continua ad andare avanti: "Siamo stati forse un po' ingenui a non pensarci prima e a non unirci con un unico obiettivo- dice Maurizia - Ma non ci fermiamo. Ci faremo la nostra Igp. E se non dovesse andare a buon fine continueremo con Slow Food".

 


(Nino Caravaglio)

Insomma guerra aperta e dichiarata. Perché se la Dop, come pare, dovesse essere approvata, poi ci sarà un disciplinare di produzione da rispettare: "Al momento molte aziende di Lipari comprano capperi da noi - dice Daniela - Poi dovremmo capire come continuare questo rapporto commerciale".

"Il territorio è unico, l'arcipelago è unico, la cultura della coltivazione dei capperi è la stessa identica nelle sette isole - dice Nino Caravaglio - La Dop è una sicurezza per tutti, per valorizzare un territorio e offrire un prodotto a prezzi maggiori. Ne beneficerebbero tutti".

Poi la precisazione: "In etichetta - spiega Caravaglio - ogni produttore può aggiungere l'isola di produzione". Insomma si leggerebbe Cappero Dop delle Eolie - Salina, o Lipari, o Filicudi...

"I produttori di Salina si oppongono perché hanno la maggior parte della produzione e hanno già un marchio - spiega Caravaglio - Forse i numeri gli danno ragione, ma questo non toglie che il terreno sia vocato anche in altre isole. Stiamo pensando ad una denominazione più restrittiva che dia tante garanzie in termini di sicurezza. Io comunque, oggi, non me la sento di dire che i capperi di Alicudi siano meno buoni di quelli di Salina".

La richiesta dei capperi di Salina è cresciuta in maniera esponeniale. Tanto che negli ultimi tre anni il prezzo è passato da 5 euro al chilo a quasi dieci.  

"Qui a Salina ho visto persone fare tanti sacrifici per ottenere quello che abbiamo oggi - dice Daniela - Non possiamo snaturare il loro lavoro inserendoci nella Dop Eolie. I capperi di Lipari non li conosce nessuno? E' un problema loro. Ma nessuno li ha costretti a fare questa Dop". "Io e la mia famiglia viviamo grazie ai capperi - dice Maurizia - Ne produco 30 quintali. Cosa farò se nascerà la nuova Dop? Spero ci sia la nostra Igp. E sarò curiosa di andare ad ammirare le nuove coltivazioni di capperi a Lipari".(cronachedigusto.it)

LE REAZIONI NEL WEB

Danilo Conti: Beh! Le coltivazioni di cappero a Lipari, posso accompagnarvi a vederle io, sarà un piacere. Molti sono contadini e poi ci sono i produttori, anche molto piccoli. Stessa cosa a Stromboli, Filicudi, Vulcano etc. Come anche le coltivazioni di Malvasia di Stromboli (notoriamente era la più buona), di Lipari o di Vulcano. La storia del "io ce l'ho più profumato" è ormai superata. Come si può pretendere di convincere la gente che i Capperi a distanza di 2 km siano diversi? Se il Ministero e la Comunità Europea hanno deciso di fare questo sopralluogo ufficiale, evidentemente i dati storici e scientifici sono stati convincenti, sufficienti per smentire quanto scritto nell'articolo, da chi si oppone, per mero interesse economico (anche questo sarà smentito). Come scrive Caravaglio, ne beneficeranno tutti ed aggiungo che potrà essere motivo e stimolo per l'imprenditoria giovanile. Trovare una finestra aperta sul mondo attraverso un prodotto già riconosciuto e certificato. Oltre tutto nel 2001 in seno al Gal Eolie, cosa incredibile leggendo l'articolo, tutti e dico tutti i produttori di Salina hanno chiesto a gran voce la Dop Eolie. Adesso che ne hanno fatto un busines, inquinato talvolta, dalla vendita di capperi Nord Africani spacciati per locali, non vogliono più la Dop. Non sarà che si temono gli aumenti dei controlli? Si pensa solo a se stessi, mai una visione più grande e ad ampio raggio. I produttori o eventuali giovani che volessero intraprendere nello stesso territorio delle Eolie l'attività di coltivatori, dovrebbero essere emarginati? Chi scrive nell'articolo non vive solo di capperi, ma dei proventi di altri prodotti in aggiunta ai capperi e spesso vedono nelle altre isole anche un grande bacino di acquirenti epr i loro prodotti. Siamo buoni nelle altre isole solo a riempirvi le tasche? Distinguetevi per la qualità, la serietà e non solo per la denominazione. Finite i capperi in un mese, avete raddoppiato i prezzi, perchè dovete distruggere un'intera economia? Più che valide ragioni, vedo veramente una guerra fratricida, inutile e pretestuosa. La richiesta è superiore all'offerta e c'è spazio per tutti senza mettere in ombra nessuno. Nel commercio deve vincere la trasparenza e la qualità, non solo le denominazioni. Potrei raccontarvi quando il Presidente del Consorzio del Cappero di Salina mi vendette i Cucunci tunisini spacciandoli per Salinari? O mostrarvi il barattolo comprato da Pec a Milano, anch'egli frodato con il frutto del Cappero spacciato per originale di Salina? Ma non lo farò... Che si preoccupassero di fare la guerra ai lestofanti che vivono sull'Isola spacciando cineserie ed ai ristoratori che tutt'altro usano fuorchè Capperi e Malvasia di Salina.

Rettifica al mio intervento: Qualsiasi riferimento di quanto precedentemente da me scritto, non ha nulla a che vedere con l'Azienda Agr. Virgona che mi fregio di distribuire nel territorio, ne con l'Azienda Sapori Eoliani. Pur essendo divergenti le mie idee da quanto espresso da Daniela Virgona (attuale Presidente del Consorzio di Tutela), che si adopera su mille fronti per la produzione e riproduzione del prodotto e della pianta, chiaramente nessun riferimento a Lei in merito alla questione del consorzio che ho scoperto essere nato pochissimi anni fa (2014). La mia esperienza si riferiva al 2006 quando aperta l'attività di enotecario, qualcuno si spacciava per presidente di una sedicente associazione o consorzio di tutela del cappero. Sottolineo che l'Azienda Virgona ha più prodotto originale di quanto ne riesca a raccogliere e costituito per intero di piante proprie. Ciò detto e rettificato, ribadisco e sottolineo che le Isole Eolie si devono unire e non dividere.

Francesco Fenech: Con la scusa dei capperi delle eolie arriveranno come sempre i gia da tempo capperi del mediterraneo esempio Macolive come sempre. Fatta la legge si trova l'inganno capisci a me.......dicono i napoletani.

Angelo Cervellera: Francesco Fenech Ma che strano, il TORMENTONE comincia solo e sempre nel periodo delle vendite....... Quando c'è da potare, zappare, riordinare e riorganizzare le raccolte e la salagione, nessuno parla o promuove iniziative!!!! Nessuno sostiene che il cappero di Salina è migliore o più profumato, ma TUTTI SANNO, anche coloro che non sanno o fingono di non sapere che è a Salina che " c'è la COLTURA E LA CULTURA del CAPPERO!!!!!!!!"

Silvia Bini: I capperi per eccellenza sono quelli di Salina già riconosciuti in Italia e nel mondo! Non facciamo di ogni erba un fascio!

Danilo Conti: Gent.le Sig.ra, immagino che come me li abbia assaggiati tutti? Perché le assicuro che come é vero che anche a Salina ci sono grosse, sostanziali differenze produttive, le stesse esistono in tutte le Isole Eolie con picchi di eccellenza anche al di fuori di Dydime.

Maurizia De Lorenzo: Caro Danilo,
mi è dispiaciuto molto leggere questo "attacco" da parte tua, assolutamente ingiusto quanto inopportuno, che non rispecchia la realtà.
I dati storici ci portano a Salina quando si parla di capperi, non a caso si legge spesso che il cappero di Salina con quello di Pantelleria copre circa il 95 per cento della produzione italiana.
Saresti lieto di accompagnarci a vedere le piantagioni? Verremo volentieri. Ma lo sai quanti anni ci impiega una piantina per "entrare in produzione"? Ameno 4/5 anni....
Io raccolgo capperi dall'età di 7 anni e a Pollara c'era allora tanta di quella produzione che era almeno la metà dell'intera Isola di Salina.
La mia famiglia coltiva capperi da generazioni e con questo lavoro, ha anche vissuto in maniera dignitosa.
Sino agli inizi degli anni '70/ '80 lo sai chi veniva a Pollara a comprare i nostri capperi?
I commercianti di Lipari.......
Ora io mi chiedo: Ma come mai venivano e vengono tuttora a Salina a comprare i capperi se nelle altre Isole esisteva ed esiste ancora una grande produzione e..se sono altrettanto buoni?
E , ancora, come mai, nei periodi di grande crisi, quando tutti hanno abbandonato perchè non "conveniva" più, non c'è stata questa solidarietà e questo interesse che si pone in essere adesso, per rilanciare l'economia delle Eolie?!?!?
E saremmo noi, oggi, a pensare solo a noi stessi?
E' stato grazie al coraggio e all'intraprendenza di alcuni Produttori dell'Isola di Salina che questo prodotto è stato d nuovo fatto conoscere ed apprezzare, ed è stato rilanciato sul mercato, rischiando in proprio e senza sostegni o contributi.
Ovviamente , le nostre sono piccole aziende artigianali e non abbiamo grandi numeri, ma tanto ci basta per far conoscere e valorizzare il NOSTRO prodotto in Italia e all'Estero anche e soprattutto nel rispetto e nella memoria di Chi prima di noi ha creduto in questo progetto e ha lottato, caro Danilo, per "il buono, pulito e giusto" e abbracciando questa filosofia ne ha fatto una ragione di vita, e, come ben saprai, io, personalmente, per le note e tristi vicende personali che mi hanno colpita, intendo proseguire su questa strada!!!!
Voglio precisare ancora che a Salina il Consorzio per la Tutela del Cappero di Salina è nato nel 2016 e che il Presidente è la Sig.ra Daniela Virgona, titolare dell'omonima Azienda e come Consorzio non abbiamo mai venduto nessun barattolo al PEC di Milano o Cucunci tunisini a chicchessia, e non abbiamo adulterato i Nostri prodotti, mescolandoli con capperi del Marocco o qualsivoglia altra origine!!!!
Se colpevoli ci sono, vanno cercati altrove, non certo nelle nostre Aziende, questo per la VERITA' onde evitare di fare di tutta l'erba un fascio!!
Oggi a Salina siamo 5 aziende facenti parte del Presidio Slow Food e del Consorzio per la tutela del Cappero e Cucunciu di Salina e siamo Piccoli Imprenditori, non Commercianti, perché non abbiamo i numeri per entrare nella grossa catena di distribuzione, e non vogliamo entrarci con imbrogli.
Forse i motivi sono solo due: QUALITA' e SERIETA'.
Un conto è stare a dare giudizi, da dietro una banco di un bellissimo negozio di prodotti tipici e ammirando i capperi in confezioni, nei contenitori, nelle buste o nei barattoli, ben altra cosa è stare con la schiena piegata in piena estate sotto il solleone dall'alba al tramonto a raccogliere i capperi UNO AD UNO. La mia Azienda Agricola da sola, conta ben 480 piante di capperi, hai idea di quante siano, messe in fila, Tu che ci vuoi accompagnare a vedere le piantagioni di Lipari?!?!?!?!
Ben vengano poi tutte le soluzioni che possano portare vantaggi tendenti a migliorare l'immagine dei " NOSTRI PRODOTTI " e del NOSTRO TERRITORIO, solo però, dopo averne comprese le tecniche di coltivazione, raccolta e produzione. Solo così, si possono apprezzare l'impegno e i sacrifici dei VERI coltivatori.
Questo dovevo per onestà intellettuale e nel tentativo di ristabilire delle Verità.

Danilo Conti: Carissima Maurizia, Vi sentite un pò super eroi secondo me. Giudicate senza conoscere le storie personali di ogni uno di noi. Mio nonno piantava patate e cipolle a Vulcano dopo essere tornato dalla guerra. La schiena piegata c'è l'hanno da secoli in tutte le Isole. Poi con me hai sbagliato bersaglio. Io nel 2010 ho piantato è messo in produzione per la Tenuta di Castellaro di Lipari centinaia di piante oggi produttive. Io ho "messo in fila" nel mio terreno in Fossa del Monte" oltre 500 piante di cappero da diversi anni. Le ho piantate con la schiena curva come anche le 11.000 viti che coltivo con passione e dedizione. Non guardò solo i barattoli e le buste nel mio negozio. Faccio anche questo chiaramente e meno male, perché così posso pagarti le fatture. Oggi ho mangiato a Marina Corta una spettacolare insalata dove emergeva proprio il gusto e la carnosità del cappero, dell'alalunga di Lipari, delle uova dell'isola... uno spettacolo! Ho chiesto spiegazioni al titolare ed i capperi venivano da Lami. Sai dov'è? È una piccola frazione di Lipari. Ma i più buoni li chiedevo ai contadini di Vulcano quando avevo il ristorante ed ero tra i pochi ad utilizzare i prodotti dell'isola, come fa oggi Maurizio Vulcano che produce splendide conserve anche a base di cappero locale, apprezzate in tutt'Italia. Io rispetto il tuo lavoro ed accetto la lezioncina sul consorzio di tutela per il quale ho già rettificato il mio intervento specificando che nessun riferimento era legato all'Azienda Virgona che produce vino, capperi e conserve nella massima onesta e per la quale lavoro. Questo, avvalora maggiormente la mia indipendenza di pensiero che non mi vieta di esprimere le opinioni anche in contrasto con chi mi dà lavoro, ma solo i mal pensanti hanno potuto solo immaginare che io mi riferissi a loro. In realtà hanno provato a frodarmi già dal lontano 2006. Non mi sorprende che nel mondo ci siano guerre, guerre di religione, guerre tra popoli, divisioni laceranti, dopo aver letto tanti dei vostri commenti. Io lavoro a Lipari ed in tutte le Isole Eolie e riconosco la capacità imprenditoriale dei salinari, baciati da una terra fertile, una mentalità più imprenditoriale in una terra bella e generosa. Ma ho una visione più amplia della vostra, che forse chinati per troppo tempo a guardare per terra solo raccogliendo capperi, vi siete persi le bellezze di tutte le altre isole e loro realtà umane e produttive. Mi sento Eoliano, perché vivo le Eolie. Vi sentite salinari perché vivete chiusi nel vostro mondo. Uscite, conoscete, sperimentate, assaggiate. Il 19 potrai venire a Lipari ad ascoltare e dibattere i tecnici del Ministero che stanno portando avanti la pratica. Potrai dire a loro quanto sono falsi tutti i documenti prodotti da tecnici e scienziati. Sinceramente nulla di personale Maurizia, ma mi ferisce questo attacco violento ed ingiustificato ad appartenenti dello stesso arcipelago ed ho deciso di fare il paladino della giustizia adoperandomi per tutte e 7 l'Eolie. Un solo suggerimento, viaggiate di più e guardate con gli occhi di chi vuole vedere. Le ideologie rendono ciechi ed arroganti. Ribadisco che ogni mio intervento é una proporzionale risposta a ciò che ho letto nell'articolo di Cronache e che speravo qualcuno di voi smentisse.

Tindaro Cafarella: Perché tutta questa presunzione di saper fare non la capisco, vorrei far capire alla Signora De Lorenzo che i capperi a Lipari ci sono e pure se piccole produzioni familiari di piccoli contadini sono di buona qualità, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio,poi se ci sono i furbi che importano e li spacciano come capperi locali, non ècolpa di chi lavora sodo, per portare a casa quel poco che ha , e questo glielo garantisco perché sono ben 22 anni che insieme alla mia famiglia passiamo (ovviamente i miei genitori di più) quasi tutta l'estate alla raccolta dei capperi e poi mi sento dire queste cose mi infastidisco molto!!! La presunzione di essere perfetti, non porta vantaggi!!!!

Franco Arabia: Il cappero di Salina è autoctono, tutti hanno lo steso DNA non so a Lipari. In altri posti i capperi sono diversi nel senso che hanno DNA diverso tra loro.

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Al Coral Beach di Canneto - Lipari anche per i piu' piccoli. Disponibile una fantastica zona giochi per i bambini. Potranno divertirsi tra scivoli, piscinette e colorati gonfiabili playground e beach spiaggia.

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