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di Antonio Carannante*

Prima vittoria dinanzi al TAR. Siamo davvero contenti e soddisfatti per tutti i procidani: il TAR, con ordinanza del 7 luglio: “Ritenuto che le censure, non manifestamente infondate, richiedono adeguato approfondimento nella fase di merito; considerato che oggetto di impugnazione è un atto di programmazione regionale per la cui esecuzione è specificatamente contemplata l’emanazione di atti attuativi, allo stato non adottati; pertanto non si ravvisa allo stato il presupposto dell’immediatezza ed attualità del danno per concedere l’invocata sospensiva; rilevato che, in ogni caso, le ragioni cautelari possono essere adeguatamente salvaguardate con la sollecita fissazione del merito del ricorso ai ai sensi dell’art. 55 comma 10, accoglie la domanda cautelare ai sensi del suddetto articolo e per l’effetto fissa l’udienza pubblica del 23 novembre 2016…”

In buona sostanza uno spiraglio nella battaglia contro il decreto commissariale che abroga il Pronto soccorso dell’isola di Procida: un decreto inammissibile, che ci fa precipitare indietro di 30 anni, e che non possiamo accettare. E’ dunque davvero un risultato che ci rende più ottimisti anche per il futuro.

Sin dall’inizio – coinvolgendo anche le professionalità del territorio che si sono rese disponibili, tra cui Aniello Scotto di Santolo il dott. Enrico Anastasio e Tommaso Strudel che hanno fornito diversi dettagli tecnici, e che ringraziamo per la disponibilità – abbiamo sempre contestato l’illegittimità del decreto commissariale n. 33 del 17.05.2016 (pubblicato sul BURC in data 23 maggio 2016) e che di fatto priva l’isola di Procida di un Pronto Soccorso h24 che assicura la gestione della prima indispensabile emergenza sanitaria. Già nelle more della pubblicazione sul BURC del provvedimento del Commissario Polimeni, avevamo richiesto delle modifiche al testo nei colloqui intercorsi con il Presidente della Regione Campania De Luca, e lo abbiamo continuato a fare anche successivamente nei vari incontri tenuti col Commissario ad acta Polimeni e presso il Ministero della Sanità trasmettendo osservazioni tecnico-giuridiche molto dettagliate, e quindi senza mai interrompere il rapporto istituzionale. Ma nulla di fatto.

La parola è dunque passata al TAR. Appena pubblicato il decreto commissariale sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania, abbiamo dato mandato all’avvocato Gherardo Marone di proporre ricorso innanzi al T.a.r. della Campania. Nel ricorso abbiamo sottolineato la violazione del regolamento che definisce gli standards qualitativi e quantitativi per l’assistenza ospedaliera e l’obbligo di tener conto della peculiarità delle situazioni delle isole minori. Sul punto il Comune di Procida ha poi denunciato il mancato rispetto della cosiddetta golden hour e cioè del tempo massimo per il trasferimento del paziente da un presidio ad un ospedale attrezzato (golden hour che non può essere rispettata nei casi di difficoltà meteo-marine). Nel ricorso è stata anche dedotta la incongruenza del piano con le necessità dell’ostetricia – anche per gravidanze ordinarie o senza rischio – che secondo il Piano si dovranno gestire fuori dal territorio comunale.

Con il ricorso abbiamo denunciato anche che realtà similari come Capri, Agropoli e Castiglione di Ravello hanno ottenuto un trattamento preferenziale mantenendo i rispettivi presidi ospedalieri.

Aldilà di proclami letti sul web, rilevo che il T.a.r., con ordinanza n. 1106/16, seppure con le formule complesse del linguaggio giudiziario, da un lato ha specificato che l’atto impugnato è un atto di programmazione che necessita comunque di ulteriori atti attuativi volti all’effettiva chiusura del Pronto Soccorso di Procida (e che quindi allo stato non vi è un danno attuale per l’isola di Procida), e dall’altro che le ragioni cautelari del Comune possono essere comunque salvaguardate con una fissazione a breve dell’udienza di merito (e quindi della sentenza), pertanto ha accolto la sospensiva tramite una rapida fissazione di tale udienza (23 novembre 2016). Possiamo dire che sostanzialmente, aldilà dei tecnicismi, il TAR, con un simile provvedimento, costringe di fatto il Ministero a non adottare, fino alla discussione di novembre, atti esecutivi volti alla effettiva chiusura del Pronto Soccorso, in quanto il T.a.r, su sollecitazione del Comune, interverrebbe nuovamente.

Il ricorso, nel linguaggio tecnico, non è stato ritenuto manifestamente infondato. A questo punto restiamo disponibili a interloquire con il Ministero per apportare le richieste modifiche al decreto commissariale, purché Procida continui ad avere il suo Pronto soccorso h24.

E’ una battaglia complessa per tanti motivi: chiaramente tale provvedimento apre uno spiraglio (che lascia ben sperare) ma non entra nel merito, e non dimentichiamo che rimane impugnabile dinanzi al Consiglio di Stato. Inoltre basti pensare che nonostante la manifestata volontà dell’intero Consiglio Comunale di adire le vie legali, c’è stato invece anche un separato ricorso da parte dei consiglieri di opposizione e associazioni, per il quale ovviamente c’è stato analogo provvedimento. Su questo punto chiarisco, lette alcune dichiarazioni e senza alcun intento polemico vista anche la delicatezza della questione, che sono stati discussi entrambi all’udienza del 6 luglio. Tuttavia sia chiaro che quest’amministrazione combatterà senza indugio ogni eventuale speculazione politica su un tema così delicato: non ci sono medaglie da mettersi al petto. I procidani stiano sicuri, l’Amministrazione comunale non lascerà nulla di intentato. E’ in gioco la salute di tutti i procidani e loro ospiti.

*Assessore al contenzioso Comune di Procida

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