foto Unescosites

Un milione e 100 mila euro per «Le città Tardo Barocche del Val di Noto», «Siracusa e Le Necropoli rupestri di Pantalica», «Villa Romana del Casale di Piazza Armerina». 

Lo prevede il progetto finanziato dal Mibac e co-finanziato dalle Regione siciliana che è stato presentato questa mattina nella Sala degli Specchi di Palazzo Ducezio a Noto. 

Cinque le azioni previste: revisione e adeguamento dei piani di gestione; sistematizzazione delle conoscenze del patrimonio dei Siti Unesco Val di Noto, Villa Romana del Casale e Siracusa-Necropoli di Pantalica, e istituzione del relativo archivio unico; progettazione ed attuazione della comunicazione dedicata; cartellonistica; diffusione della conoscenza del patrimonio Unesco all’interno delle comunità locali e per i visitatori.
L’obiettivo è quindi quello di «incrementare la qualità della fruizione dell’offerta culturale e turistica dei Siti Unesco non solo verso i sempre più numerosi visitatori, ma anche nei confronti delle comunità locali, per avviare in concreto quelle attività di gestione e valorizzazione dei territori previste nei singoli Piani di gestione dei siti».

All’incontro hanno partecipato i sindaci e i rappresentanti dei tredici comuni coinvolti (Caltagirone, Catania, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa, Scicli, Piazza Armerina, Cassaro, Ferla, Siracusa e Sortino), che in mattinata si sono riuniti per condividere la visione strategica e le direttrici operative del progetto. «E' un avvio storico - ha sottolineato il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti - una tappa importante perché vede la collaborazione di tre siti del Sud Est Patrimonio Unesco».
I sindaci e i rappresentanti del Comuni presenti hanno sottolineato la valenza dell’unicità del territorio, un’area che ha differenze profonde, ma che deve mirare ad una progettazione comune, una rete.

 

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La lista dell’Unesco include 1031 siti (802 beni culturali, 197 naturali e 32 misti) che formano parte del patrimonio culturale e naturale, e che hanno un valore universale. Con 51 luoghi inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità, l’Italia è il Paese che detiene il maggior numero di siti Unesco.

Di questi, sette sono in Sicilia, ovvero più del 10 per cento dei siti italiani. Un patrimonio immenso, assolutamente unico per tipologia e caratteristiche, che va da siti archeologici come la Valle dei Templi di Agrigento o la Villa del Casale di Piazza Armerina, a luoghi naturali come l’Etna o le isole Eolie, agli itinerari come il Val di Noto, il cuore di Siracusa o il percorso arabo-normanno di Palermo e Monreale, ultimo nato nella lista. Beni che raccontano un’isola dalle mille e una sfaccettature, passata sotto più dominazioni, che ha visto alternarsi re normanni e viceré spagnoli, che ieri parlava arabo e oggi difende chi arriva sulle sue coste.

È stata inaugurata sabato allo Steri da Beni Culturali in collaborazione con Capitale Cultura/ARtGlass, Unescosites. Una mostra pensata per il viaggiatore internazionale a cui si offre un itinerario in tre lingue, italiano, inglese e cinese, che resterà nella sede dell’Università fino al 19 dicembre. Un percorso attraverso il ricco patrimonio culturale ed artistico del Paese, che ricrea le atmosfere di alcuni tra i più affascinanti luoghi, riconosciuti come Patrimonio mondiale dell’Umanità. Un percorso che non si fermerà alla semplice foto o al video, seppure di altissimo livello, ma si avvarrà delle più avanzate tecnologie, come gli artglass, occhiali che consentono la visualizzazione della realtà aumentata, rilevano la posizione del visitatore e i suoi movimenti all’interno del sito, visualizzando intorno a lui informazioni su ciò che sta guardando, e arricchendole con audio, video, testi e modelli tridimensionali.

Le nuove potenzialità della ricostruzione, produrranno innanzitutto emozioni: vedere, ascoltare, amare, riprodurre, selezionare. E creare, visto che Unescosites avrà anche una coda tutta palermitana, che parte proprio dal neonato itinerario arabo normanno di Palermo e Monreale, ultimo nato in casa Unesco. La mostra infatti, si ferma poco prima del riconoscimento di pochi mesi fa e dedica questa sua prima uscita – ne seguiranno altre due – alla Sicilia con le immagini dei suoi primi cinque siti: l’ultimo capitolo, appunto quello del capoluogo, sarà invece costruito prendendo spunto dagli scatti e dai selfie richiesti sul campo, a palermitani e turisti. Saranno tutte queste immagini, selezionate ad hoc, a produrre il nuovo capitolo della mostra che viaggerà poi per il resto del mondo.

«Unescosites viene da lontano, dal Capital Museum di Beijing 2008 prima, da Shanghai 2010 poi – spiega il presidente di Beni Culturali, Roberto Celli -. Si parte dal concetto di edutainment, crescere divertendosi, per ripensare un rapporto coinvolgente ed emozionale con gli spettatori tramite uno stretto legame tra arte e tecnologia. La mostra è pensata soprattutto per un pubblico giovane, fruitore della nuova realtà indossabile; per una società del futuro che dovrà tendere allo sviluppo sostenibile ed ecocompatibile del territorio. Vero “lagship project, che diventa attrattore formidabile per incoraggiare il turismo culturale con un forte senso di responsabilità».

L’Unesco riconosce l’unicità della Sicilia, e nello stesso tempo ne salva l’estro e la storia: i suoi sette siti riconosciuti rispondono perfettamente ai requisiti richiesti da quella convenzione per la salvaguardia del patrimonio mondiale nata nel 1972, che si fondava sulla capacità di unire in un singolo documento, i concetti di conservazione naturale e la preservazione delle opere culturali. Oggi si è andati più avanti: la Convenzione riconosce anche i modi in cui l’uomo interagisce con la natura, ed il fondamentale bisogno di preservare l’equilibrio fra i due, mai all’antitesi, ma sempre “colleghi” sul campo.

Il fatto che l’Unesco indichi all’umanità in maniera chiara ed inequivocabile quali luoghi debbano essere tutelati, risponde proprio alla logica del riconoscimento di un bene assoluto, di tale e tanta bellezza che il suo valore appartiene moralmente a tutti i popoli del mondo, senza tener conto del territorio sul quale si trovano, ma riconoscendo l’unicità di ciascun sito. Il territorio non si copia ma diventa moltiplicatore economico degli oggetti che contiene e attrattore per incoraggiare un turismo culturale e consapevole, condotto per mano, preparato, studiato in anticipo tramite itinerari e d informazioni ad hoc.

Il cammino di Unescosites è quasi magico e conduce per mano alla scoperta dei luoghi: non tutti (sarebbe impossibile), ma alcuni tra i più belli. E, ovviamente, con una predilezione non celata per i siti siciliani: il primo turno sarà dedicato ai siti di Siracusa, Agrigento, Isole Eolie, Val Di Noto e Piazza Armerina: il secondo turno a Villa D’Este, Venezia, Verona, Roma e Matera; il terzo, a Dolomiti, Crespi D’Adda, le residenze Sabaude, Milano e la Val Camonica.

Il percorso della mostra si articola alternando nelle varie sale i filmati multimediali dei singoli siti Unesco siciliani, su materiale delle Teche Rai. In ogni stanza lo spettatore della mostra avrà la sensazione di trovarsi in una location differente, grazie ad un percorso che sfrutta non solo la vista, ma anche gli altri sensi, in un rapporto coinvolgente ed emozionante.

Attraverso i sensi, verrà raccontata in modo seducente, la sincronia cromatica dei mosaici di Piazza Armerina; il fascino selvaggio delle Isole Eolie, dimora degli dei Eolo e Vulcano e dei leggendari Ciclopi; lo splendore di Siracusa con i suoi miti greci; la bellezza barocca del Val di Noto; la perfetta armonia tra natura e storia della Valle dei Templi di Agrigento e molto altro ancora.

GLI ART Glass. Il progetto sarà arricchito da alcune sfide innovative nella comunicazione, dedicate soprattutto ai giovani, attraverso un linguaggio semplice, veloce, moderno ma non banale, grazie all’uso degli ARtGlass, veri e propri occhiali che consentono la visualizzazione della realtà aumentata. ARtGlass azienda del Gruppo Capitale Cultura è stata la prima al mondo a portare la realtà aumentata indossabile nei siti culturali. I glass sono in grado di rilevare la posizione del visitatore e i suoi movimenti all’interno del sito culturale, visualizzando intorno a lui informazioni su ciò che sta guardando, arricchendole con audio, video, testi e modelli tridimensionali. Il visitatore potrà in questo modo vivere l’esperienza del viaggio in una maniera nuova e coinvolgente in cui arte e tecnologia si fondono in una performance che coinvolge attivamente il pubblico che da spettatore diventa parte integrante della mostra.

Il portale: è l’indirizzo del nuovo portale che nasce e cresce con la mostra, ma che è in continuo aggiornamento. Ad oggi è la mappa più completa ed intrigante sui siti Unesco italiani, di grande impatto grafico e multimediale. Collegato ad account Facebook e Twitter, il portale nasce con l’obiettivo di stimolare la curiosità di chi scorre e pianifica un viaggio: per questo motivo è proposta un’immersione totale, con l’aiuto di tecnologie multimediali. Il portale è associato ad un canale YouTube dedicato, da cui scaricare (ma, soprattutto, condividere) 100 video su tutti i siti Unesco italiani ed oltre 600 fotografie HD. Il portale è in italiano, inglese e cinese, può essere visitato utilizzando chiavi di lettura differenti, sfruttando una logica di navigazione capace di simulare l’esperienza del viaggio e la ricerca su mappa. Cammin facendo si aggiungeranno contributi pratici e logistici, narrazioni, pagine letterarie.

Il cinema nei siti Unesco. La mostra accoglie anche un docufilm montato su estratti di pellicole nazionali e internazionali girate nei siti Unesco italiani: luoghi che così vengono riscoperti attraverso gli occhi di grandissimi registi.

Lo sguardo di 14 fotografi. Il catalogo della mostra sarà in tre lingue e si preannuncia come un volume d’arte: Unescosites Italian Heritage and Arts è infatti composto dagli scatti di 14 fotografi che hanno immaginato, ognuno secondo la propria poetica, i siti Unesco italiani.

La mostra che ha già ricevuto il personale apprezzamento dal presidente del Senato, Pietro Grasso, e il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, dell’assessorato del Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, oltre che dell’Università che la ospita nella sua sede istituzionale, lo Steri.

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