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di Nuccio Russo*

Alla Presidenza della Regione Sicilia All’Assessore alla Salute della Regione Sicilia Al Dipartimento per la pianificazione strategica dell’Assessorato della Salute della Regione Sicilia All’ASP di Messina Alla Prefettura di Messina. 
OGGETTO: Osservazioni in merito alla Delibera di Giunta Comunale n. 158 del 14/10/2024 – "Realizzazione di una casa di comunità nell’isola di Lipari per i cittadini delle Isole Eolie. Determinazioni"

In riferimento alla Delibera di Giunta del Comune di Lipari n. 158 del 14/10/2024, concernente la "Realizzazione di una casa di comunità nell’isola di Lipari per i cittadini delle Isole Eolie", si ritiene necessario richiamare quanto stabilito dalla Delibera del Consiglio Comunale n. 14 del 29 luglio 2024. Tale atto del Consiglio Comunale, che rappresenta l’unico organo competente in materia di pianificazione territoriale e urbanistica, nonché per eventuali deroghe, ai sensi dell'art. 42, lett. b), del Testo Unico degli Enti Locali (D.Lgs. n. 267/2000), ha espressamente negato la possibilità di una deroga alle disposizioni dell’art. 15 della Legge Regionale Siciliana n. 78/76, come previsto dall’art. 16 della stessa legge, per la realizzazione dell’opera denominata “Casa della Salute”, progettata dall'ASP Messina. 

Nella Delibera del Consiglio Comunale n. 14/2024, sono state fornite ampie motivazioni di natura tecnica e discrezionale, evidenziando l’impatto delle scelte su aspetti paesaggistici e ambientali. È utile ricordare che lo Statuto della Regione Siciliana, che ha valore di legge costituzionale, all’art. 14 assegna all’Assemblea Regionale Siciliana la competenza legislativa esclusiva in materia di urbanistica (lett. f) e di tutela del paesaggio e conservazione del patrimonio artistico (lett. n). 

Di conseguenza, le previsioni contenute nell’art. 56, comma 1, del D.L. n. 77/2021, convertito con modificazioni dalla Legge n. 108/2021, richiamate nella Delibera di Giunta n. 178/2024, non possono trovare automatica applicazione nel territorio della Regione Siciliana. Tali disposizioni devono infatti essere recepite o, quantomeno, coordinate con la normativa regionale vigente in materia di urbanistica e tutela del paesaggio, nei limiti della potestà esclusiva della Regione Siciliana, in particolare con l’art. 16 della Legge Regionale n. 78/76. Quest’ultimo prevede che solo il Consiglio Comunale, con deliberazione adottata a maggioranza di due terzi dei componenti, possa avanzare al Presidente della Regione una motivata istanza di deroga. 

È pertanto evidente che la deroga prevista dall’art. 56 del D.L. n. 77/2021 è applicabile solo nei limiti in cui tale istanza venga approvata dal Consiglio Comunale. Nel caso specifico, il Consiglio Comunale di Lipari, con la Delibera n. 14 del 29/07/2024, ha espressamente bocciato tale possibilità, impedendo di fatto l'applicazione della deroga.
In aggiunta, si sottolinea che la Legge Regionale Siciliana n. 78/76, nel vietare insediamenti entro la fascia di 150 metri dalla linea di battigia, ha introdotto una norma volta non solo alla tutela paesaggistica, ma anche alla protezione dell'ordinato assetto del territorio. La stessa legge non si limita a stabilire il limite di inedificabilità entro i 150 metri dalla costa, ma prevede anche specifiche disposizioni per le aree oltre tale limite, con una progressiva riduzione della densità edificatoria man mano che ci si allontana dal mare (ad esempio, entro i 500 metri l'indice di edificabilità è fissato a 0,75 mc/mq, mentre tra i 500 e i 1000 metri è pari a 1,50 mc/mq). 

Tale normativa risponde a esigenze non solo di tutela paesaggistica e urbanistica, ma anche ambientale e di sicurezza, con l’obiettivo di garantire la salvaguardia dell’assetto orografico e geologico delle coste. Pertanto, la deroga prevista dall’art. 56 del D.L. n. 77/2021, applicabile solo alla disciplina urbanistica, non può avere rilievo in contrasto con la normativa regionale vigente, che prevede una tutela più ampia e articolata del territorio e del paesaggio. 

Alla luce di quanto sopra, ogni eventuale deroga alle norme urbanistiche e paesaggistiche nel Comune di Lipari deve essere subordinata a una deliberazione favorevole del Consiglio Comunale, che, come già indicato, ha espresso parere negativo con Delibera n. 14/2024. 

È importante chiarire che la mancata approvazione da parte del Consiglio Comunale dell’istanza di deroga non equivale a una volontà di non istituire la Casa della Salute. Si tratta, piuttosto, di un rifiuto del progetto proposto, che prevede la costruzione di un edificio non armonizzato con l’architettura
eoliana e situato in una zona critica per la tutela paesaggistica, urbanistica e ambientale, con riferimento soprattutto alla salvaguardia dell’assetto orografico e geologico delle coste, oltre che inadatta dal punto di vista della funzionalità sanitaria, soprattutto con il nostro Ospedale. 

Come emerso dal dibattito in aula, il Consiglio Comunale è pienamente consapevole dell'importanza della Casa della Salute, prevista dal Decreto 77/2022, quale struttura fondamentale per il potenziamento dell’assistenza territoriale, integrando l'assistenza ospedaliera e garantendo una presa in carico globale dei pazienti fragili. Tuttavia, si ritiene che il sito proposto per la sua costruzione sia inadatto e inadeguato allo scopo. Per favorire una reale integrazione ospedale-territorio, è opportuno che la Casa della Salute sia quantomeno attigua al presidio ospedaliero,  considerando che l'ospedale di Lipari è classificato come "ospedale di zona disagiata" ai sensi del D.M. 70/2015. 

Negli ospedali di zona disagiata, infatti, è prevista una maggiore integrazione con i servizi territoriali, poiché non dispongono di tutte le figure specialistiche presenti nel poliambulatorio distrettuale (neurologo, ortopedico, oculista, urologo, dermatologo, otorino, reumatologo, allergologo, ecc,). Una Casa della Salute attigua all’ospedale  consentirebbe una gestione più razionale delle risorse umane e strumentali, come previsto dal D. Lgs. 502/92, migliorando così l’efficienza e la qualità dell’assistenza sia territoriale che ospedaliera. 

È evidente, quindi, che l'arresto procedurale del progetto dell’ASP non può essere attribuito al Consiglio Comunale di Lipari, bensì alla mancanza di consultazione e concertazione con il Consiglio stesso, che il proponente (ASP Messina) e il Sindaco, già da tempo a conoscenza del progetto, avrebbero dovuto avviare fin dalle fasi preliminari. 

L’Azienda Sanitaria potrebbe valutare l’ipotesi di realizzare la Casa della Salute all’interno dell’Ospedale, sfruttando aree attualmente inutilizzate (ad esempio, l'ex reparto di radiologia, la sala operatoria o l'ex reparto di ostetricia e ginecologia) o nelle immediate vicinanze. Considerando quanto esposto, il Consiglio Comunale rimane a completa disposizione per un confronto costruttivo, finora assente, al fine di trovare insieme la soluzione migliore. 

*Presidente consiglio comunale 

LA REPLICA DEL SINDACO GULLO

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di Riccardo Gullo*

𝐈𝐋 𝐏𝐀𝐄𝐒𝐄 𝐃𝐄𝐆𝐋𝐈 𝐈𝐍𝐍𝐎𝐂𝐄𝐍𝐓𝐈? 𝐀 𝐂𝐇𝐈 𝐆𝐈𝐎𝐕𝐀 𝐔𝐍’𝐎𝐏𝐏𝐎𝐒𝐈𝐙𝐎𝐍𝐄 𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎 𝐈 𝐃𝐈𝐑𝐈𝐓𝐓𝐈 𝐃𝐄𝐈 𝐂𝐈𝐓𝐓𝐀𝐃𝐈𝐍𝐈 - 𝐋𝐀 𝐌𝐀𝐍𝐈𝐏𝐎𝐋𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐍𝐎𝐑𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐋𝐄𝐆𝐆𝐄
Ancora sulla Casa di Comunità, ancora sui diritti dei cittadini, ancora sulla sanità.
E’ diventata una “meschina” battaglia politica la costruzione di un servizio ai cittadini, la realizzazione di una struttura progettata dal Ministero della Salute, finanziata con fondi del PNRR; una delle tante che il Ministero ha previsto, progettato, e in molti casi già edificato, in tutta Italia.

La casa di Comunità delle Isole Eolie era stata finanziata, progettata e persino appaltata dallo Stato, dal Ministero della Salute tramite l’ASP di Messina; non dal sindaco, non da un assessore comunale, non da un Presidente del Consiglio! Eppure, è proprio un Presidente del Consiglio -rag. Russo- che, dopo avere ostacolato (insieme ai “suoi consiglieri”) la realizzazione di una Struttura sanitaria di tale importanza, ancora oggi e nonostante la Legge, continua a scrivere, invia lettere farneticanti alla Presidenza della Regione, al Dipartimento per la pianificazione strategica, all’Asp di Messina. Lettere in cui cita norme che non riesce a comprendere, sostenendo tesi e cavilli giuridici senza conoscere minimamente la materia di cui tratta.

Le cose stanno così, e sono molto semplici:
- In occasione del Covid e il fallimento dell’assistenza territoriale di prossimità, il Ministero della salute decide di investire, in tutta Italia, nella costruzione di una nuova struttura sanitaria: la Casa della Comunità;
- Lo Stato decide di utilizzare a tale scopo i fondi del PNRR
- La legge che regola le modalità di utilizzo di questi fondi è il D.L n. 77/2021, convertito in Legge n. 108/2021. Una LEGGE NAZIONALE (vale la pena continuare a sottolinearlo), il cui articolo 56 stabilisce le “Disposizioni in materia di semplificazione per l’attuazione dei programmi del Ministero della salute ricompresi nel PNRR”.
Badate bene: “semplificazione”.

Una norma che, a fronte di una progettazione strategica di cui si ritiene la necessità ed urgenza, “semplifica” l’iter burocratico tipicamente camaleontico delle opere pubbliche. E nello specifico, stabilisce che, per queste opere di EDILIZIA SANITARIA indicate nel PNRR, il permesso di costruire può essere rilasciato in 𝐃𝐄𝐑𝐎𝐆𝐀 𝐀𝐋𝐋𝐀 𝐃𝐈𝐒𝐂𝐈𝐏𝐋𝐈𝐍𝐀 𝐔𝐑𝐁𝐀𝐍𝐈𝐒𝐓𝐈𝐂𝐀 𝐄𝐃 𝐀𝐋𝐋𝐄 𝐃𝐈𝐒𝐏𝐎𝐒𝐈𝐙𝐈𝐎𝐍𝐈 𝐃𝐈 𝐋𝐄𝐆𝐆𝐄 𝐒𝐓𝐀𝐓𝐀𝐋𝐈 𝐄 𝐑𝐄𝐆𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐈 𝐈𝐍 𝐌𝐀𝐓𝐄𝐑𝐈𝐀 𝐃𝐈 𝐋𝐎𝐂𝐀𝐋𝐈𝐙𝐙𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐎𝐏𝐄𝐑𝐄 𝐏𝐔𝐁𝐁𝐋𝐈𝐂𝐇𝐄.

Semplificando ulteriormente: la legge stabilisce la deroga urbanistica, non il Presidente del Consiglio “democratico” – e quanto è ed è stato democratico basta verificarlo attraverso l’ascolto di una qualsiasi seduta consiliare - stabilisce le regole in merito.
Non serviva una consultazione popolare, non è stata lesa alcuna maestà, né trascurato alcun principio democratico.
Al contrario, la Delibera di Giunta n. 158 approvata dall’Amministrazione il 15 ottobre, serviva proprio a ristabilire la norma e l’indirizzo di un’amministrazione attenta ai bisogni dei suoi cittadini, specie su una materia così importante come la sanità.

Dopo avere ostacolato il progetto della Casa di Comunità, votando contro la deroga urbanistica (per altro non necessaria secondo la legge nazionale sopra citata) che avrebbe permesso di realizzarla in un terreno nei pressi dell’Ospedale, il Presidente del Consiglio -rag. Russo- improvvisamente ritratta e maldestramente pretende di “dettare le regole”, sempre assumendo ruoli e compiti che non gli competono, 𝐝𝐢𝐜𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐟𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥’𝐎𝐬𝐩𝐞𝐝𝐚𝐥𝐞. 𝐃𝐨𝐯𝐞? 𝐀𝐥 𝐩𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐚 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐢𝐧 𝐝𝐢𝐬𝐮𝐬𝐨, 𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐫𝐞𝐩𝐚𝐫𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐨𝐬𝐭𝐞𝐭𝐫𝐢𝐜𝐢𝐚.

𝐈𝐧𝐜𝐫𝐞𝐝𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞! 𝐌𝐞𝐧𝐭𝐫𝐞 𝐥’𝐀𝐒𝐏 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚 (𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢 𝐟𝐚) 𝐮𝐧 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝟔 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐮𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐥𝐥𝐞𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐬𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐎𝐬𝐩𝐞𝐝𝐚𝐥𝐞, cosa viene in mente all’illuminato paladino della democrazia: togliere spazi all’ospedale, proprio quello che dice di difendere, lo stesso che non ha sufficienti spazi per ospitare le visite specialistiche che tutti invochiamo e di cui spesso denunciamo l’insufficienza.

Non solo: per giustificare la meschina bocciatura, invoca principi di tutela ambientale e paesaggistica. E, colpito da amnesia, dimentica che il progetto di cui si tratta ha ottenuto tutti i pareri favorevoli degli enti preposti: Sovrintendenza, Genio Civile, ecc. Non è il Consiglio Comunale, né il suo “parziale” presidente che rilascia pareri su questa materia. Strano che non lo sappia!
𝐋𝐨 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐞 𝐥𝐨 𝐫𝐢𝐩𝐞𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨: 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐮𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐠𝐫𝐚𝐯𝐞, 𝐞𝐝 𝐞̀ 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢.
Un servizio essenziale viene negato da un’opposizione politica accecata dal proprio livore.
Chi ringrazieremo per avere privato la Comunità di un servizio sanitario pubblico?
Chi indicheremo come traditore del mandato elettorale?
Con chi ce la prenderemo per il mancato adeguamento dei nostri servizi sanitari agli standard nazionali?
Come giustificheremo l’arretratezza alla quale ci stanno condannando? Quando riusciremo ad elevare il livello di questa politica che, per colpire l’avversario, affossa l’intera comunità?

Ma, visto che il Presidente innocente è così bravo a stabilire dove e come costruire una “Casa di Comunità” perché non libera la poltrona del consiglio Comunale dove ha tradito il voto e la fiducia di 7 consiglieri su 10 che l’hanno eletto, e va a fare il dirigente di qualche ASP?
A cosa servono l’intera dirigenza e lo staff tecnico dell’ASP, quando il Presidente del Consiglio si manifesta più esperto di loro nella localizzazione delle strutture sanitarie?

*Sindaco

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