di Barbara Vergnano

Mal comune mezzo gaudio, dice un proverbio popolare.
È questo il caso dei pescatori eoliani, che a Lipari hanno manifestato per avere attenzione, e l’hanno ottenuta, su un problema grave che affligge la categoria: si tratta dei delfini, che con le loro interferenze provocano danni alla pesca. I pescatori si sono mossi per chiedere l’attuazione, come previsto dalla legge, di un piano di gestione locale dell’attività. 

Chiedo chiarimenti a Enrico Navarra, biologo marino di fama, che già altre volte mi ha aiutata a capire complesse questioni locali inerenti al mare. “È un problema segnalato da anni - spiega Enrico Navarra- i delfini, a causa della poca disponibilità delle specie foraggio, spesso tendono a prelevare le prede catturate, danneggiando irrimediabilmente gli attrezzi da pesca. Lo stesso problema esiste per la pesca al totano dove i delfini, a causa dei richiami luminosi, si nutrono dei totani attirati dalla luce dei richiami. Si sostiene che ci sia una diminuzione del 70 per cento del pescato. Anche a Salina i pescatori spesso sono disturbati dalla presenza dei delfini che fanno diminuire sensibilmente le catture”.

Il Sindaco di Lipari Gullo ha ricevuto i manifestanti ed ha raccontato con grande partecipazione che lo stesso problema si verifica a Lampedusa, Ustica, Pantelleria e Favignana. E non solo. Ha anticipato la realizzazione di un Centro del Pescato a Lipari, che avrà lo scopo di configurare la pesca come attività identititaria dell’isola. È anche previsto per novembre prossimo che la Giornata Mondiale della pesca avvenga a Lipari

Ed è stato anche recuperato un finanziamento per la realizzazione di un Museo dell’Attività Marinara, che ha già una sede a Marina Corta, abbinato ad un progetto per la promozione del pescato locale, il cosidetto“ pesce povero”.

Ma, mi chiedo, cos’altro può intraprendere un sindaco, seppur attento alla categoria, che lui stesso ha definito “identitaria” della storia e della cultura dell’isola? Mi sembra che il problema sia complesso e ormai ripetitivo. È bene attirare l’attenzione su questo e magari cominciare a intervenire sui danni maggiori, che sono provocati dalle cosiddette "rizzelle" o barracuda, reti di nylon monofilo che vengono razziate e spesso distrutte dai delfini.
Si potrebbero sostuire con reti di fibra naturale il cui smaltimento è meno dannoso per il mare?
Il problema rimane comunque.

NOTIZIARIOEOLIE.IT

4 MARZO 2025

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