di Salvatore Leone

Fra “riservisti, parchisti, pomicisti, spiaggisti”, le isole Eolie si avviano all’apertura della stagione autunnale con dei programmi che insidieranno il futuro. Le lezioni del passato non sono bastate. L’ecologia sbarca contemporaneamente nell’arcipelago dove ancora la raccolta differenziata risulta allo stato brado, priva di un sistema funzionale che lascia tutti scontenti. Sia i buttanti che i raccoglienti. La politica vara, in fretta e furia, i suoi programmi di espansione di posti di lavoro impastati alle cariche da distribuire fra i vari portatori di consensi, mentre sui vari muretti delle isole si radunano gli ultimi voti in vendita con il cartello appeso al collo. Senza una controparte non ci sarà mai un controarrivo ma semplicemente angoli di discussione sulla personale convenienza e quasi mai su quella che nel modo più naturale spieghi onestamente come stanno le cose. Papale-papale e gridando lo giuro davanti al tribunale della natura sempre più impaurita.

I COMMENTI

di Angelo Pajno*

ANCORA SULLA AMP
Tenendo fede al nostro impegno divulgativo circa l’impatto di una AMP sul territorio delle nostre isole, alleghiamo il seguente link: http://www.usticasape.it/ustica-isola-dei-divieti/  al quale invitiamo i cittadini  eoliani a connettersi per avere un “assaggio” dell’impatto fortemente  negativo che comporta l’istituzione di un’Area Marina Protetta sulla  comunità locale  - nella specie Ustica – subissata di vincoli e divieti e con una economia turistica portata allo stremo non riuscendo più a garantire una offerta del mare consona a chi vi si reca in vacanza ad eccezione di una unica categoria: i Diving.
Si tratta di interventi sia di gente comune (quella che viene sistematicamente esclusa da ogni processo decisionale) che di esponenti istituzionali (il Presidente del Consiglio Comunale di Ustica) e quindi di testimonianze scevre da manipolazioni.
E quanto leggerete è proprio ciò che si teme  si voglia istituire alle Eolie: limitando al massimo la fruizione del mare si azzoppa  irreversibilmente il turismo limitandolo a categorie di fruitori assolutamente marginali.
Al prossimo aggiornamento (parleremo di Favignana e della AMP delle Egadi).
*Presidente Associazione La Voce Eoliana
 
LA NOTA DELLA FEDERALBERGHI.

La Federalberghi Isole Eolie, a seguito di alcune note stonate pubblicate sui Notiziari online relativamente alle paventate disgrazie connesse all’istituzione dell’Area Marina Protetta delle isole Eolie lancia un appello chiedendo che si apra un confronto serio tra gli stakeholder basato su elementi concreti. “Non ha senso – ha dichiarato il presidente Christian Del Bono – erigere barriere tra i pro e i contro.

Si apra un dibattito onesto sulla base di una proposta di perimetrazione, regolamentazione e governance della costituenda AMP. Tale documentazione è auspicabile che venga prodotta dalle amministrazioni eoliane sulla base di un adeguato supporto scientifico”. “Continuare a dibattere – ha aggiunto – in assenza di una proposta concreta significherebbe indugiare in esercizi dialettici di scarsa rilevanza e concretezza”.

Si possono, infatti, portare diversi esempi positivi e negativi di AMP che funzionano e sono ben viste dagli abitanti e dagli amministratori locali e di altre che vengono vissute come un’inutile integrazione di vincoli e burocrazia. “Si abbia, inoltre, il coraggio – ha insistito Del Bono – di decidere se si desidera iniziare a dotarsi e ad utilizzare in modo efficacie degli strumenti di pianificazione e gestione dello sviluppo oppure se si preferisce lasciare tutto al caso nella speranza che il turismo vada, come per magia, a gonfie vele”.

“Facciamo, pertanto, un appello al senso di responsabilità dei politici, degli amministratori locali e dei rappresentanti dei portatori di interesse affinché promuovano l’assunzione di atteggiamenti privi di ideologie e posizioni preconcette in favore di un’analisi oggettiva sulle opportunità e i vincoli derivanti dall’istituzione dell’AMP delle Isole Eolie così per come auspichiamo ci venga al più presto sottoposta”. “Non possiamo, quindi, nascondere – ha concluso il presidente degli albergatori eoliani - tutte le nostre perplessità circa la dead line del 9 novembre stabilita dall’Assessore Regionale Croce, da ritenersi del tutto inadeguata per la redazione di una proposta condivisa ed ufficiale di AMP”.

di Michele Giacomantonio

A proposito di Area Marina Protetta, Parco e dintorni

In questi giorni abbiamo visto ricomparire, in coincidenza con i timidi propositi dell’Amministrazione di promuovere finalmente nelle Eolie l’Area Marina Protetta di cui si discute fin dal secolo scorso, le posizioni “no Parco” sostenute dall’Associazione La Voce Eoliana per la penna del suo presidente avv. Angelo Pajno.

Angelo lamenta la grande disinformazione che circonda questo problema e potremmo essere d’accordo purché si ammetta che la disinformazione è generale fra i pro e i contro. Basti un piccolo esempio preso dalla sua nota .

Dice l’avv. Pajno “Parlare della data del 09 novembre – indicata dall’assessore regionale all’Ambiente a conclusione dell’incontro con l’amministrazione comunale di cui si è detto – per la presentazione di una zonazione presso il competente assessorato regionale dimostra il disarmante dilettantismo degli interessati.

La stessa legge istitutiva impone preliminarmente un attento e dettagliato studio del territorio e di tutta una serie di elementi da valutare scientificamente prima di giungere ad una “proposta” di zonazione. Cosa assolutamente carente (rectius: mancante) nel caso di specie.

In assenza quindi di tale ineludibile presupposto, per la cui acquisizione occorreranno mesi, se non anni, l’invito dell’assessore Croce assume la stessa consistenza di un invito ad una gita domenicale fuori porta: portate barbecue e salsiccia. Nient’altro!”.

In realtà un attento e dettagliato studio del territorio e delle sue biodiversità fu fatto dal prof. Di Geronimo ed è a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni fin dagli ultimi anni 90. Il Sindaco di allora contestò al prof. Di Geronimo non lo studio, giacché il Sindaco non aveva la competenza per farlo, ma la perimetrazione delle aree di riserva che ne deduceva.

Per questo, qualche anno dopo, all’inizio del 2001, se non vado errato, si tenne un incontro a Roma, al Ministero dell’Ambiente fra i Sindaci delle Eolie ed i responsabili del Ministero in cui si giunse alla bozza di una nuova perimetrazione che sarebbe dovuta passare al vaglio dei Consigli comunali e che purtroppo venne travolta dagli eventi che seguirono come la sfiducia al Sindaco di Lipari da parte del Consiglio Comunale il 19 giugno del 2001.

Di quella bozza dovrebbe esistere traccia nelle carte del Comune, comunque mi pare di ricordare che le cosiddette zone A, di riserva integrale, quelle che prevedono un divieto di fruizione quasi assoluto, erano pochissime ed in particolare, per quanto riguarda il Comune di Lipari: i Faraglioni di Lipari, mare che bolle e Grotta del Cavallo a Vulcano, Grotta del Bue Marino a Filicudi, dintorni di Basiluzzo e degli scogli di Dattito, Lisca Bianca, Lisca Nera, le Formiche a Panarea, Strombolicchio a Stromboli.

“L'intento – si spiega nel sito ufficiale del Ministero dell’Ambiente - è quello di assicurare la massima protezione agli ambiti di maggior valore ambientale, che ricadono nelle zone di riserva integrale (zona A), applicando in modo rigoroso i vincoli stabiliti dalla legge. Con le zone B e C si vuole assicurare una gradualità di protezione attuando, attraverso i Decreti Istitutivi, delle eccezioni (deroghe) a tali vincoli al fine di coniugare la conservazione dei valori ambientali con la fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente marino. Le tre tipologie di zone sono delimitate da coordinate geografiche e riportate nella cartografia allegata al Decreto Istitutivo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale”. Sul sito del Ministero si legge ancora: 

Zona A è interdetta a tutte le attività che possano arrecare danno o disturbo all'ambiente marino. La zona A è il vero cuore della riserva. In tale zona, individuata in ambiti ridotti, sono consentite in genere unicamente le attività di ricerca scientifica e le

attività di servizio.  Zona B, di riserva generale, dove sono consentite, spesso regolamentate e autorizzate dall'organismo di gestione, una serie di attività che, pur concedendo una fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente influiscono con il minor impatto possibile. Anche le zone B di solito non sono molto estese. 

Zona C , di riserva parziale, che rappresenta la fascia tampone tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni all'area marina protetta, dove sono consentite e regolamentate dall'organismo di gestione, oltre a quanto già consentito nelle altre zone, le attività di fruizione ed uso sostenibile del mare di modesto impatto ambientale. La maggior estensione dell'area marina protetta in genere ricade in zona C. E’ incontrovertibile che il nostro mare ha subito negli anni un impoverimento notevole che si esprime nella scomparsa o rarefazione di alcune specie marine fra cui anche il pescato con un vulnus all’economia degli addetti ed alla tradizionale cucina eoliana. Ma quella dell’istituzione dell’Area Marina Protetta delle Eolie deve essere il primo passo del rilancio di un grande progetto di sviluppo sostenibile per il nostro arcipelago che si lega strettamente alla realizzazione del Parco terrestre di cui si parla da anni ma non si è andati al di là della realizzazione di alcune Riserve spesso mal gestite, ed alla gestione del Sito Unesco che dal 2000, quando vi è stato il riconoscimento, non è mai stata attivata. E il Sindaco e l’Amministrazione comunale farebbero bene a chiarire o smentire le voci che vogliono che quella dell’AMP non sarebbe stata una loro libera scelta ma vi sarebbero giunti -“obtorto collo”- proprio per cercare di evitare le pressioni dell’Assessorato regionale a favore del Parco.

In realtà la realizzazione dell’AMP è fondamentale per il futuro delle Eolie (e penso che dovrà rappresentare una discriminante di fondo nella prossima campagna elettorale) , perché può rappresentare l’occasione per dimostrare alla gente delle Eolie che è possibile coniugare insieme difesa dell’ambiente ed occasioni di sviluppo e di crescita.

Infatti la riserva marina oltre a tutelare, come abbiamo detto, alcune aree di grande rilevanza che rischiano il degrado e la devastazione da parte di un turismo d’assalto (con motoscafi, barche, barconi... ) che va crescendo ogni anno, può rendere tangibile la salvaguardia della pesca locale che attualmente è in forte crisi e rischia di scomparire per la concorrenza di marinerie più attrezzate che scorrazzano nel nostro mare ( sembra strano che l’avv. Pajno non si sia accorto che la marineria milazzese opera abitualmente nel nostro mare e spesso il pesce che si vende nelle nostre pescherie – pesce spada, tonno, ma anche acciughe, ecc. - arriva proprio dai rivenditori milazzesi che dopo averlo pescato da noi ce lo rimandano con le navi).

Questa esperienza dell’AMP permetterebbe di sconfiggere alcune leggende metropolitane che si sono diffuse negli ultimi anni grazie anche alla connivenza di amministrazioni locali poco interessate alla salvaguardia della natura come la tesi che il riconoscimento del sito Unesco abbia provocato meccanicamente la chiusura delle cave di pomice ed il licenziamento dei dipendenti (mentre era notorio da tempo che la concessione delle cave sarebbe scaduta nel 2001 e si sono volutamente lasciate cadere opportunità alternative di valorizzazione dei territori), e che il parco terreste favorirebbe l’abbandono delle campagne perchè non consentirebbe la loro coltivazione. In realtà ciò che incombe sull’arcipelago eoliano è l’abbandono e la devastazione di monumenti naturali e culturali di grande rilevanza a cominciare dalle aree vulcaniche che sono quelle che hanno garantito alle Eolie il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità, ed il proliferare di una speculazione edilizia endemica che continua ad imperversare malgrado l’esistenza di un piano paesistico cancellando ogni carattere distintivo e banalizzando ed omologando ogni ambiente e costruzione.

Non ho voluto rispondere a tutte le osservazioni dell’avv. Pajno ma solo battere un colpo per dire che c’è anche chi la pensa diversamente e cominciare ad esporne le ragioni. Nei prossimi giorni ci sarà la possibilità di intervenire ancora e spero che lo facciano anche amici più preparati di me sull’argomento.

di Angelo Sidoti

Non mi trovo assolutamente d'accordo che in inziative pubbliche devono essere "per forza di cose" coinvolte nella governance le associazioni di categoria. Le stesse sicuramente hanno un loro ruolo ma solo in assistenza alle decisioni che l'ente assume nell'interesse della comunità. I posti a sedere non servono nè alla politica ma nemmeno al privato... Bisogna lavorare e portare risultati a casa !!!!

di Angelo Pajno*

Abbiamo letto di “note stonate” circa la problematica della AMP che si vorrebbe istituire alle Eolie; con disarmante semplicità ivi si invitano gli “stakeholders” (certo, usare l’italico idioma “parti interessate” avrebbe comportato una caduta di stile) a confrontarsi partendo comunque dall’assunto che l’AMP debba in ogni caso essere istituita ed il confronto circoscritto a …limitare i danni.
E’ un pò come chiedere al virus di infettare il soggetto e poi discutere della cura dopo aver rinunciato a prevenire l’infezione!
Noi siamo invece del parere che debba essere la popolazione, la gente comune che giorno dopo giorno vive ed opera alle Eolie, che conosce scoglio per scoglio e pietra dopo pietra il proprio territorio e le sue risorse che debba pronunciarsi se istituire o meno la AMP pur nella consapevolezza che le Eolie sono inserite nell’elenco dei territori di cui alla legge istitutiva delle AAMMPP.
Ma tale circostanza non comporta comunque un destino ineludibile, le norme si creano, si attuano, si modificano, si abrogano.
La rassegnazione è segno di debolezza. Ciò detto, siamo lieti di leggere che di esperienze negative, così come di positive, circa le AAMMPP già istituite si possano portare esempi, ma ciò che ci aspettiamo di leggere è proprio di tali positivi riscontri che non provengano da soggetti interessati.
Pare invece che gli studi indipendenti (Vds. la ricerca effettuata dalla Università di Padova nel 2010, da noi già citata nel corso del nostro primo intervento sull’argomento) non trovino estimatori. Chissà perché! Eppure la teoria degli “scontenti” si allunga ogni giorni che passa:
“ISOLE TREMITI. IL COMUNE DECIDE DI TOGLIERE I VINCOLI AL PARCO CHIEDENDONE LA RIPERIMETRAZIONE PER IL RIPRISTINO DELLE ZONE CONTIGUE. LA RISERVA, SPIEGA IL CONSIGLIERE COMUNALE GIUSEPPE SANTORO, DEVE ESSERE TUTELATA NEL RISPETTO DELLA LEGGE MA SALVAGUARDANDO I BISOGNI DEI CITTADINI, IL LORO LAVORO. NEGLI ULTIMI ANNI SI E’ ASSISTITO AD UNA PROGRESSIVA RIDUZIONE DEL FLUSSO DEI DIPORTISTI. NUMEROSI OPERATORI LOCALI HANNO RINUNCIATO AD INCREMENTARE LA PROPRIA ATTIVITA’, ALCUNI SONO STATI COSTRETTI A CHIUDERE”.
Facciamo terrorismo? O non invece informazione? Vogliamo parlare anche del parco dell’Arcipelago della Maddalena (con perimetrazione a mare)? Di tempo, e voglia, ne abbiamo da vendere!
Ci confortano le centinaia di telefonate ricevute in questi pochi giorni da cittadini di ogni isola (anche da Salina) che stanno prendendo coscienza del problema e che vogliono supportarci in questo nostro impegno divulgativo che l’amministrazione comunale liparese insiste invece nell’ ignorare atteso che sino ad oggi il Sindaco non ha dato riscontro alla nostra richiesta per un incontro con la cittadinanza.
Accogliamo invece con favore l’iniziativa del Presidente del Consiglio Comunale di Lipari, Geom. Sabatini, che ha promosso per domani, sabato 08, ore 10,00 presso l’aula consiliare, un incontro con la popolazione e le categorie interessate per dibattere democraticamente l’argomento AMP. Se ce ne sarà data l’opportunità informeremo in tale occasione coloro che riterranno di intervenire sul “modello Egadi”, cui pare le amministrazioni eoliane vorrebbero ispirarsi.
Lasciateci però il sospetto che non ne abbiano acquisito diretta conoscenza. Noi accorderemo quindi le nostre note, ad altri l’invito ad approfondire gli studi sulla “chiave di violino”.

AMP ed il prof. Di Geronimo

Leggiamo con piacere l’intervento del Dott. Michele Giacomantonio, già sindaco del Comune di Lipari negli anni ’90 e persona di notevole spessore culturale. Ci piace intanto sottolineare come questa Associazione non ha – né ha mai avuto – la pretesa ( o la presunzione) di essere depositaria del verbo ed abbiamo sempre premesso, nei nostri interventi, che ogni opinione diversa da quella dei propri associati e simpatizzanti è legittima e merita rispetto. Abbiamo però notato, e quindi denunciato, una assoluta carenza di supporto probatorio nelle argomentazioni dei fautori della AMP. Si parla infatti di mirabolanti vantaggi per l’ambiente e per le popolazioni residenti ma non si spiega quali essi sarebbero in concreto se non ricorrendo a sempre più arditi voli pindarici.

Di contro, questa Associazione, che da anni segue silente ma attenta le vicende delle nostre isole, porta dati ed esempi concreti che non vengono smentiti. Ci sarà quindi un motivo per il quale buona parte delle popolazioni ( e dei propri rappresentanti istituzionali) che vivono all’interno di perimetrazioni di parchi e aree marine protette chiedono prepotentemente di poterne uscire; o no? Non si sgomita per lasciare l’Eden salvo, ovviamente, che questo non si sia rivelato poi tale. Credo che la gente che ci legge abbia quindi il diritto di ascoltare tutte le opinioni sull’argomento, da chiunque provengano, ma riteniamo sia assolutamente necessario che vi sia una effettiva pluralità di pensiero e sino a qualche settimana addietro abbiamo avuto modo di ascoltare solo i “pro”, peraltro affidati solo a concetti astratti, e non i “contro”. Riteniamo pertanto, Dott. Giacomantonio, di aver solo contribuito a riequilibrare un piano inclinato che si appalesava sempre più distorto sotto il profilo di una completa informazione. Quanto ai pescatori del milazzese che attingerebbero, a Suo dire, al nostro mare Le facciamo rispettosamente notare che la recente istituzione della AMP di Capo Milazzo ha estromesso tale categoria da ogni possibilità di operare nell’ambito della perimetrazione e vibranti sono state le proteste in sede di Consiglio Comunale; cosa Le fa ritenere che la stessa cosa non accada alle Eolie? Ha avuto modo di verificare la “disciplina” della pesca alle Egadi (art.23 DM 01.06.2010)?

E’ a conoscenza, ad esempio, che è vietata in tutte le zone dell’area marina l’acquacoltura? Quanto alla perimetrazione lo scrivente conosce bene l’allucinante proposta del prof. Di Geronimo e spero che Lei non voglia sottacere l’imbarazzante epilogo dell’incontro di tale illustre cattedratico con la popolazione e le categorie interessate tenutosi presso la “saletta delle lettere” ove alcuni esagitati (tali resi dalla assurdità della proposta) rischiarono lo scontro fisico con il Di Geronimo scampato al linciaggio grazie al provvidenziale intervento dell’allora (se mal non ricordo) Presidente del Consiglio Comunale, geom. Bartolo Favaloro. L’elaborato prevedeva, di fatto, l’annientamento turistico di Panarea con l’inserimento in zona A di tutti gli scogli che le fanno da contorno, ivi compreso Basiluzzo, l’azzoppamento della spiaggia di levante di Vulcano e l’annullamento della possibilità di visitare la Grotta del Cavallo, una delle mete turistiche più richieste e che impiega una consistente forza lavoro tra i barcaioli eoliani, l’annientamento dell’area dei faraglioni a Lipari e della Grotta del Bue Marino a Filicudi, con buona parte delle zone limitrofe. Né può dirsi che tale strumento sia a tutt’oggi utilizzabile, quantomeno limitatamente allo studio dei fondali ed escludendo la perimetrazione.

Si tratta infatti di uno studio risalente a circa un ventennio addietro, inapplicabile alla situazione attuale; ecco perché riteniamo - e ribadiamo - che non esiste in atto alcuno strumento scientifico che possa permettere di giungere alla perimetrazione entro il 09 novembre prossimo. Sostenere il contrario sarebbe come suggerire oggi per conversare a distanza l’utilizzo del telefono di Meucci ( o di Bell, a seconda delle tesi) ignorando che si è giunti alla telefonia mobile. Abbiamo poi letto con attenzione anche l’accorato appello del prof. Silvano Riggio la cui malcelata epidermica avversione per i diportisti ed i pescatori subacquei lo rende però marginale nella discussione atteso che, come sempre, non si espongono proposte per rendere sostenibile e compatibile tale tipologia di utenti del mare (la pesca subacquea in apnea   peraltro, come abbiamo già avuto modo di esporre, non è consentita in tutte le AAMMPP mentre quella con autorespiratore è al bando in tutta Italia da anni) con la tutela dell’ambiente (noi ne abbiamo fatte diverse) ma ci si limita alla soluzione più semplice: fuori tutti e sotto con i catenacci! Ci si vede domani alle 10,00 in aula consiliare.

*Presidente associazione "La Voce Eoliana"

bacialemani

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L’estate al mare ha funzionato e funziona. Girano eliche di barche di ogni tipo, marca e dimensione. Le cassette dei bagni, meglio note come sciacquoni non hanno avuto sosta, sempre in funzione 24 ore al giorno. Un ritorno al passato per questo turismo rifiorito ma pur sempre criticabile sulla quantità. Le domande di cosa va e cosa non va spuntano spontanee e spontaneamente emerge una certezza. Il nuovo depuratore di Lipari deve entrare ancora in funzione, ma il vecchio impianto di pretrattamento liquami  di Santa Caterina, a differenza del passato, funziona. Le condotte fognarie non sono scoppiate, hanno retto l’urto folle dei 150 mila. Uno più, uno meno. Un raro aspetto positivo di questa estate trascorsa con questa tecnica di prevenzione. Ha funzionato. Onore al merito alla "Geomar" del dinamico Nello Vecchio. Applausi ai meritevoli e forse anche agli eoliani trasformati in meritati.

Differenziata turistica eoliana

La grande I.D.E.A. (Immondizia Differenziata Eoliana Associata) é l’ultima programmazione da mettere sul conto degli eoliani. Si dice che un popolo senza spazzatura é un popolo senza forza. Oggi chi non vuol tenersi i rifiuti a casa, li deposita accanto ai bidoni pieni che non possono essere svuotati perché anche i cassoni sono stracolmi e non possono essere caricati sui camion che non possono scaricare nelle discariche sature. In questo pienone nessuno cerca i colpevoli mentre resta solo la tristezza di una cronaca scritta e fotografata prima del collasso. L’errore fondamentale é stato non aver organizzato la raccolta differenziata fra turisti e residenti. Non per le tariffe ma solo per intuire chi produce più spazzatura e come. Naturalmente lasciando fuori dal conteggio i ricchi diportisti che sono gli unici autorizzati a non differenziare e a scaricare i loro rifiuti di valore composti da bottiglie di champagne, cofanetti vuoti di brillanti e scatole di caviale senza più contenuto. In questo caso torna il detto che l’immondizia é come il maiale che é come il petrolio. Non si butta via niente. Difatti tutto resta. Simbolo di vita, di consumo, d’esistenza e di affari in corso che non bisogna spazzare perché per raccogliere bisogna seminare. Il sistema funziona e funzionerà sempre. Dipende da cosa si svuota prima e dallo “svuotatore” di turno col bidone giusto dietro l’angolo.

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