di Lina Paola Costa

labuonascuolaOggi ho ricevuto le foto del primo giorno di scuola dell'infanzia della mia nipotina, dal Nord.
A parte l'emozione (perché se da zie si diventa pappa, da prozie si parte di testa completamente) sono felice di vedere mia nipote in un contesto curato, con aule pulite e manutenute per tempo, i giochi nell'ampio parco sotto un grande abete, le attività di accoglienza non stereotipate, colorate, appropriate alla intelligenza spiccata di bambini del terzo millennio, che a tre anni ...sanno già usare i gerundio e il congiuntivo, la forchetta con la propria manina e il tovagliolo sulle ginocchia, il pennello e la pasta di sale.

E' la scuola pubblica del Nord, ne sono felice, ne ho fatto parte per 30 anni, e continuo a credere possibile un mondo dove gli operatori scolastici prima e i genitori poi siano decorosi, rispettosi dei bambini, professionali.

Un mondo dove le amministrazioni locali e sovralocali guardino alla scuola con rispetto, con la consapevolezza che da lì parte il futuro di una società migliore.

I miei nipoti sono lontani e non sto a descrivere lo struggimento che questo comporta. (Lo stesso struggimento che piegò di lacrime mia madre nel 1983).

Ma sono felice che siano lì, a fare esperienze di vita, di lavoro, di organizzazione sociale dei servizi e delle strutture degne di un paese moderno: degne nella forma, ma più ancora nella sostanza, nei contenuti e nel metodo.

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