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di Antonio Amico

Spartiti per le Eolie - Anniversario

L'Associazione Euterpe il 10 Settembre appena trascorso ha festeggiato il suo decimo anno di attività con un concerto che si è tenuto nella splendida chiesa dell'Addolorata al Castello, un piccolo scrigno settecentesco dall'acustica perfetta, una delle più belle chiese di Lipari.
Ad apertura di serata, dopo l'introduzione sul programma del Presidente Salvatore Gitto, l'anniversario è stato ricordato in un breve ed efficace discorso da Jacques Michaut Paternò, Vicepresidente dell'Associazione, il quale ha ricordato la mission di Euterpe che in sintesi è quella di “fare cultura” e tentare di diffonderla soprattutto tra i giovani, che sono e costituiscono il futuro. Nella cultura è la salvezza: questo in definitiva.

Il concerto a 10 anni esatti dal primo (offerto, guarda caso, da Euterpe il 10 Settembre del 2014), è stato tutto incentrato sulle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach. Originariamente scritte per clavicembalo, le Variazioni sono state adattate ed eseguite al pianoforte dal pianista americano Glenn Gould in una storica ed epica esecuzione che non sapremmo se definire fantasmagorica, geniale, folle, invadente o dissacrante, comunque rimasta punto di riferimento nella storia della musica, con giudizi e apprezzamenti assolutamente contrastanti, dall'osanna al vituperio, come per tutte le esecuzioni di Gould.

L'opera è stata concepita come un'architettura modulare di 32 brani, disposti seguendo schemi matematici e simmetrie che le conferiscono tanta coesione e continuità da non avere eguali nella storia della musica. Insieme all'Arte della fuga può essere considerata il vertice delle sperimentazioni di Bach nella creazione di musica per strumenti a tastiera, sia dal punto di vista tecnico-esecutivo, sia per lo stile che combina insieme ricerche di alto livello musicali e matematiche. L'aria del primo movimento, che ha la funzione di presentare il materiale tematico da utilizzare per le variazioni, è una passacaglia in 3/4, ornata da numerosi abbellimenti, viene alla fine ripresa nell'ultimo movimento.
Le Variazioni sono state qui eseguite in una trascrizione per trio di archi, violino, viola e violoncello di Dmitry Sitkovetsky, che ha consentito di ascoltare ancora David Haroutunian al violino, amico di Euterpe, interprete di caratura internazionale, presente proprio al primo concerto di Euterpe, 10 anni orsono e a molti dei successivi.

Alla viola Sarah Chenaf della quale va sottolineato come non si sia lasciata innervosire dai capricci di intonazione, dovuti agli effetti dell'afa e dell'umidità, del suo strumento tirolese del diciassettesimo secolo: ha suonato sempre con leggerezza e direi quasi con allegria, sempre sorridente, serena.
Al violoncello Louis Rodde. Superbo con il suo strumento dal suono caldo, pieno, ricco, ha dettato tempi, attacchi, pause, rubando in parte il ruolo al violino, cui di prassi apparterrebbe.
Serata splendida nella quale, malgrado la difficoltà di ascolto di una composizione così complessa, un pubblico numeroso e ordinato, attento e particolarmente silenzioso, ha atteso pazientemente la fine per esplodere in un convinto e calorosissimo applauso.

Appare d'obbligo chiudere con un messaggio:
La musica è quantità, misura, nel periodo in cui viene composta o nell'attimo in cui lo strumento, stimolato dal musicista, la produce. Qui si compie un salto misterioso: quello che noi ascoltiamo è immateriale e nell'attimo in cui lo percepiamo sparisce per diventare memoria. La musica è il segno più sublime della nostra transitorietà. La Musica, come la Bellezza, risplende e passa per diventare la memoria, la nostra più profonda natura. Noi siamo la nostra memoria.

Lo ha scritto Giuseppe Sinopoli, un grande, grande amico di Lipari, troppo prematuramente scomparso, affabile e sincero, colto, medico e archeologo, oltreché grande direttore d’orchestra. Un uomo che riponeva nella cultura la fiducia, forse utopistica, che tutti dovremmo riconoscerle per ricostruire quello che lentamente andiamo perdendo senza rendercene conto.
Euterpe, Jacques e Anna Michaut Paternò, i giovani che ne hanno preso il testimone, il presidente Salvatore Gitto e i numerosi accoliti e seguaci ne sono consapevoli, perseguono la stessa impervia strada e fanno del loro meglio. Vanno supportati e aiutati.

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