di Benito Merlino
Il 24 agosto di quest'anno, ch'è la festa del nostro santo patrono, Bartolomeo, ricorre la data della nascita di mio padre, Cav. dottore Cristoforo Merlino, medico chirurgo che quel giorno del 24.8.1874 nacque a Canneto di Lipari. Il 24 agosto di quest'anno, mio padre compirà 150 anni dalla sua nascita.
Egli fu un uomo giusto, buono e generoso con tutti, un fervente umanista. Passò la sua vita a curare i poveri, gli ammalati nelle sue isole e negli ospedali d'Italia. Per lui, la medicina non conobbe mai i confini. Durante la Prima guerra mondiale, fu tenente colonnello medico, combatté e a volte curò pure i nemici austriaci feriti in guerra. Nella Seconda ha combattuto contro gli Inglesi. Ha curato nelle colonie italiane d'Africa gli indigeni di Somalia e d'Eritrea, poi i coatti e i prigionieri politici du Castieddu nelle loro prigioni fasciste. Ebbe dal ministro italiano della guerra una medaglia al valore militare.
Oggi, nella nostra bella isola son rimasti pochi a ricordarlo. Le mie sorelle avevano ragione quando dicevano : Fa beni e scordati, fa mali e pensaci.
Mio padre amò e difese con accanimento le sue isole Eolie e la loro storia.
E quando un giornalista sul suo Gazzettino per gli emigranti italiani di Sydney scrisse, il 17 aprile 1935, che Lipari era "l'isola del Diavolo dove il governo manda tutti i rinnegati e i delinquenti d'Italia", fu scosso e offeso da quell'articolo, che papà considerò infame e bugiardo.
Prese la penna e rispose, il 24 luglio 1935, a quel giornalista, un certo Franco Battistessa, dicendogli che "Lipari, la sua isola, dal passato glorioso e millenario, non fu mai stata considerata né dai forestieri né dai suoi abitanti l'isola del Diavolo né una fossa vivente guardata dal mare ove si entra ma non si è sicuri di uscire perché lì si deve scontare il castigo delle loro malefatte."
Scrisse a quell'uomo che aveva vilipeso e offeso l'intera comunità Eoliana, che ebbe Eolo come Re e Dio dei venti. Il giornalista Battistessa si scusò con papà, rispondendogli che quelle sue notizie li aveva trovate in un libro scritto da Francesco Nitti Junior dopo la sua fuga in motoscafo da Lipari. Di questo fatto ne aveva parlato in chiaroscuro, tempo fa, sul Notiziario, l'amico Massimo Ristuccia.
Mio padre si spense nel 1961, tre mesi dopo la morte tragica di mia madre. Prima di chiudere gli occhi per sempre, volle benedire tutti i suoi figli accorsi al suo capezzale. Si spense nella sua bella casa sul mare di Canneto, dove poi visse mia sorella Gina col suo marito.
Il professore Giuseppe Iacolino scrisse la bella dedica che io feci riportare sulla sua tomba (vedi foto).
Il 24 agosto, organizzerò con mia moglie nella nostra abitazione di Parigi, e con i miei figli e i quattro nipotini, una festicciola per ricordarlo con musica e canti. Christophe suonerà il flauto traverso ed io canterò la mia Lipari-a meggera, accompagnandomi con la chitarra. Poi berremo una buona coppa di Dom Pérignon.
Ecco una foto di mio padre ancora giovane per ricordare la sua vita terrena.
Un caro saluto a Massimo Ristuccia che seguo con piacere sul Notiziario.
Buona festa e buon onomastico a Bartolino.
Tanti saluti a voi tre.