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Gentile Direttore,

le scrivo affinché venga reso noto ciò che mi è accaduto nella giornata odierna in occasione dello sciopero indetto dai lavoratori della compagnia di navigazione Liberty Lines.

Dovendo rientrare a Lipari, dopo mirate e invasive cure mediche, non appena ottenute le dimissioni dall’ospedale ho immediatamente chiamato l’agenzia di Milazzo affinché mi venissero riservati due biglietti, per me in quanto disabile e per il mio accompagnatore. Con oltre due ore di anticipo dalla partenza della corsa che mi consentiva di rientrare nell’isola, mi è stato riferito che i posti erano tutti esauriti e che mi avrebbero messo in lista di attesa. Giunti in agenzia mi hanno comunicato di attendere fuori, fino a quando mi viene consegnato un biglietto intestato ad un’altra persona che aveva rinunciato al titolo di viaggio, garantendomi che ne avrebbero procurato un altro per il mio accompagnatore. Al momento dell’imbarco, un membro dell’equipaggio preleva i miei bagagli e li sale a bordo, assicurandomi che avrebbe fatto imbarcare anche il mio accompagnatore. Ciò non è avvenuto; l’aliscafo toglie gli ormeggi e va via, lasciandomi da sola sul mezzo senza i farmaci che avrei dovuto assumere durante il viaggio che aveva nel bagaglio colui che mi assistiva.

Premetto che all’agenzia ho chiesto se ci fossero posti riservati ai disabili e mi è stato risposto che erano già tutti impegnati da persone non disabili, fra cui numerosi villeggianti; inoltre, mi è stato detto per telefono, che non si riservavano biglietti. Mentre ero li a spiegare le mie problematiche, giungono diverse persone, evidentemente privilegiate, e gli vengono consegnati dei titoli di viaggio che pagano al momento, lasciandomi presumere che siano stati prenotati telefonicamente. Infine, mentre il mio accompagnatore attendeva per l’imbarco, il personale dell’agenzia, ridendo, continuava a bigliettare per le isole minori, affermando che la prossima volta “me l’avrebbero fatta pagare” perché “mi vedono sempre viaggiare”. Mi chiedo se tutto questo è umanamente corretto e che fine hanno fatto i posti riservati ai residenti, soprattutto se si è disabili e costretti a recarsi periodicamente sulla terraferma.

Volevo complimentarmi per la sensibilità dimostrata da queste persone, prerogativa essenziale per chi lavora a contatto con il pubblico.

Mi rivolgo a chi di competenza e, soprattutto, agli amministratori eoliani, esortandoli ad indossare il tricolore anche in queste situazioni e non solo per le funzioni religiose. Inoltre, mi chiedo, se l’agenzia di Milazzo è a norma di legge visto che non esiste nessun posto a sedere all’interno; chi giunge da un ospedale, viene scaraventato all’esterno, al freddo o al sole cocente, e costretto ad utilizzare i sedili del bar. Ma le norme strutturali dei locali esistono solo per le attività commerciali o anche per quelle dei servizi pubblici, soprattutto se finanziati anche da noi cittadini? Credo che sia ora di attenzionare queste incresciose situazioni che ancora oggi, purtroppo, si verificano, a discapito di chi è costretto a viaggiare per motivi di salute. Certamente i villeggianti hanno la priorità perché fanno crescere il fatturato della società.

Mi vergogno di essere cittadino eoliano per l’accaduto e mi domando come queste persone continuino a ricoprire un ruolo importante nella società.

Lettera firmata

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