di Salvo Laganà

MA CHE PAESE E' QUESTO?
Qualche anno fa in Germania un esponente del governo nazionale si dimise perchè si scopri che aveva copiato la tesi di laurea.
Sempre qualche anno fa in Inghilterra un autorevole esponente della camera dei Lord si dimise perchè si scoprì che non aveva pagato i contributi alla sua colf.
Esagerazioni? Forse.

1) In Calabria, nelle ultime ore, il problema non è più il presidente del consiglio regionale, plurivotato, tale Tallini, che è accusato di aver fatto affari con una cosca di ndrangheta sulla vendita di farmaci anti tumorali, ma un tale Morra parlamentare e presidente della fatiscente(?) , inutile(?) Commissione parlamentare antimafia che in una intervista ha usato parole di dubbio gusto e infamanti nei confronti della povera Jole Santelli ex presidente della Regione e deceduta prematuramente.

Ora che Il Morra abbia toccato il fondo non c'è alcun dubbio, ma fra una intervista schifosa e un reato come quello del tale Tallini una qualche differenza ci sarà pure e non credo che la prima possa oscurare il secondo nella comunicazione dei media. Ma tant'è. Inoltre al tale Morra, a causa delle sue dichiarazioni, viene annullato un invito ad una trasmissione sulla Tv pubblica a causa delle sue frasi indecenti. Sarebbe stato anche giusto se la stessa Tv pubblica non ci avesse deliziato nel recente passato di interviste in prima serata con il figlio di quel morigerato di Toto' Riina e con uno dei rampolli di quella famiglia di benefattori che rispondono al nome di Casamonica. Vabbè, sorvoliamo.

Sorvoliamo pure sull'ennesima chicca di tale Spirlì , presidente " effe effe" ( Facente Funzioni) della regione Calabria che , in una intervista a Radio Anch'io ha rivendicato "rispetto" per la sua regione che ha detto testualmente : " ...è la terza in Italia in ordine alfabetico". Devo dire che la cosa mi consola non poco: io col mio cognome dovrei essere a centro classifica e quindi per quest'anno ce la dovrei fare a salvarmi dalla retrocessione in serie B.

2) Ma se andiamo in Sicilia non è che le cose siano migliori. In particolare in provincia di Messina , all'ospedale Cutroni Zodda , convertito in Covid Hospital, di Barcellona Pozzo Di Gotto. Un troupe della Rai ( tv pubblica), prima Rai 1 e poi Rai3 Sicilia, entra con le sue telecamere all'interno del nosocomio e certifica una situazione a dir poco scandalosa sull'efficienza di questo ospedale in particolare per quanto riguarda proprio l'emergenza Covid.

Le reazioni della direzione dell'Asp da cui dipende l'ospedale sono "sintomatiche" ( altrochè, febbre e tosse!) di cosa sia l'Italia oggi ( perchè non è che queste cose succedono solo in Calabria e Sicilia!). Il dirigente cosa fa? Invece di andare a scovare i responsabili di tale scempio certificato dalle telecamere Rai, oppure di dimettersi lui stesso ( quanto meno per responsabilità oggettiva, ma non siamo nè in Germania e ne' in Inghilterra e poi la "responsabilità oggettiva" è un "reato" prettamente calcistico), "punisce" la direttrice sanitaria dell' Ospedale, rea, secondo costui, di non aver vigilato sull'ingresso della troupe Rai all'interno dell'Ospedale. Cioè punisce chi, seppur indirettamente e, magari, in totale buona fede, ha contribuito e far emergere una situazione altamente pregiudizievole del diritto costituzionale alla salute dei cittadini.

3) Sorvoleremmo anche su questa vicenda se la stessa non avesse riflessi psicologici e di politica sanitaria nei confronti di una comunità, quella delle isole Eolie, già fortemente provata dal ridimensionamento del loro unico ospedale situato a Lipari ( un solo ospedale per sette isole). In cosa consiste, per il momento, la punizione inflitta dal direttore sanitario dell' Asp di Messina alla povera direttrice sanitaria dell'ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto? La trasferisce a Lipari.

Ecco cari amici eoliani, sappiate che il vostro ospedale , per il quale tanto vi battete, con manifestazioni, scioperi, assemblee pubbliche e altro, oltre ad essere un presidio sanitario ha la funzione anche di " confino", una sorta di colonia penale.
Una volta si diceva: "Se non ti comporti bene ti sbatto in Sardegna" perchè nell'immaginario collettivo la Sardegna era lontana e selvaggia. Oggi, almeno nella sanità messinese , pare che il posto della Sardegna di allora l'abbiano preso Lipari e le Isole Eolie che però non sono "lontane" e men che meno "selvagge".

 

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di Alessio Pracanica

 

ASSESSORATI ALLA COLTURA

Che il 2020 fosse annus horribilis s'era capito.
Non siamo neanche a metà e abbiamo già collezionato una sfilza di piaghe da battere il record di Mosè.
L'ultima in ordine di tempo ce la regala il prode Musumeci, governatore della Sicilia, con un rimpasto che accoglie nel governo regionale la Lega di Salvini.
La Lega, proprio così.

Partito storicamente attento al benessere dei siciliani e del meridione in genere. Verso cui non ha mai lesinato, negli anni, espressioni di affetto e stima. Scomodando di volta in volta la vulcanologia, la zoologia e altre simpatiche discipline naturali.
Facendoci sentire non triangolare espressione geografica, ma membri a pieno titolo della grande famiglia nazionale.
Meraviglioso dunque, che una simile forza politica accorra in nostro aiuto, recando un fattivo contributo di idee, proposte e soluzioni.
E perché sia chiaro a tutti che qua non si perde tempo, sarebbe già stato individuato, con nordico pragmatismo, il terreno in cui svolgere la concreta azione di supporto: l'Assessorato alla Cultura.

Settore strategico per una regione ricca di storia e a spiccata vocazione turistica, come la nostra.
Chi meglio dei leghisti, considerate le tante e notevoli prove fornite in campo culturale?
Coacervo di intellettuali, lievito dell'italico pensiero.
Che dovendo nominare una sottosegretaria ai Beni Culturali, proposero Lucia Bergonzoni, la quale si vantava di non aver letto un libro negli ultimi tre anni.
Senza per questo voler sminuire le lauree del Trota e i gerundi di Salvini.
O le competenze geografiche di un Francesco Speroni, che nella sua proposta di riforma federale unì Campania e Calabria, ahimè non confinanti, per interposta Basilicata.
Infelice circostanza di cui lo stesso Speroni, evidentemente, non era stato informato.
Veda Musumeci, durante il ventennio fascista a lei molto caro, qualcuno propose di intitolare al segretario del partito, Achille Starace, il liceo di Gallipoli, sua sua città natale.
Paradossalmente, furono gli stessi fascisti a insorgere. Argomentando che, a uno come Starace, si poteva forse intitolare uno stadio, una pista di atletica, un percorso di guerra, ma non certo un liceo.

Grazie a Lei, dobbiamo prendere atto che la destra italiana si è finalmente modernizzata e non nutre più certi sorpassati scrupoli.
La esortiamo a continuare così.
Novello, anzi Nello Stupor Mundi.
Perché di fronte alle sue mirabolanti iniziative, un certo meravigliato stupore è più che lecito.

IL VIDEO DI ROBERTO LIPARI

https://www.instagram.com/tv/CALCDeEoYI_/

 

Invece di analizzare, giudicare o stigmatizzare chi tenta di aiutare il prossimo, con qualsivoglia motivazione e sotto ogni latitudine, dovremmo parlare di chi non lo fa.

Né in Africa, né sul marciapiede davanti casa.

Perché è questa la vera stranezza, il disturbo, la patologia.

Sono queste persone ad aver cambiato fede, qualunque fosse quelle originaria, iscrivendosi d'ufficio nel registro battesimale della peggior religione possibile.

La disumanità.

LA FINE DELL'UNIONE

Mentre inveite contro i poteri forti, che vi nascondono cure miracolose per costringervi alla vaccinazione, i poteri veri continuano a lavorare.
Chi mi legge con una certa continuità, ricorderà che alcune settimane or sono avevo paventato una sentenza incombente della corte costituzionale tedesca.
Bene, la sentenza è arrivata.

Sulla base della propria, evanescente Costituzione, la suprema corte tedesca ha sancito che la BCE sta esagerando, dandole "tre mesi di tempo, per chiarire il programma di acquisto dei bond".
Quel programma, cioè, che impedisce al nostro spread di schizzare verso l'alto come un missile incontrollabile.
Il famoso bazooka di Mario Draghi, adesso rinominato Pspp.
In mancanza di un chiarimento, secondo i giudici tedeschi, la Bundesbank non potrà partecipare a tali acquisti.

Tradotto: se la Banca Centrale Europea acquista troppo debito dei paesi membri (come ha promesso di fare) la Germania non uscirà un centesimo, per contribuire all'acquisto.
Stampa e televisione hanno dato alla cosa poco o nessun risalto. Eppure questa non è una bomba. E' di più,

E' una pietra tombale posata, con raro tempismo, sui magri resti dell'Europa. In barba a tutti i trattati finora sottoscritti.
Pacta sunt servanda, dicevano i romani.
Ma la storia insegna che per i tedeschi, i pacta sono stati sempre toilettenpaper.
Quanto ai servanda, indovinate chi sarà, dopo la Grecia, il fortunato estratto.

QUEEN SAVE THE GOD

Anche i repubblicani convinti come me, non possono non provare una certa ammirazione, insieme a un pizzico d'invidia, per l'inossidabilità del patrimonio genetico di Elisabetta II, che proprio oggi compie 94 anni. 

In discreta salute, pare. Perché a parte qualche problemino alle ginocchia, Sua Maestà continua a sorbire il rituale gin tonic del pomeriggio, il brandy o lo scotch dopo cena, e il vino ai pasti. 

La ragazza, nel corso della sua vita, è passata attraverso una guerra mondiale, il disfacimento dell'impero britannico, la decolonizzazione, la guerra fredda, la crisi di Suez, l'invasione delle Falkland, due Guerre del Golfo, un incendio, diversi lanci di uova, un paio di attentati sparsi, 14 diversi

Primi Ministri e una serie di scandali familiari che avrebbero ucciso anche un toro, se un toro potesse avere una mandria di parenti sessuofili e litigiosi quanto i Windsor.

Cosa vuoi che sia mai una pandemia?
Qualche brindisi insomma è più che giustificato.
Oltretutto, il 6 febbraio scorso ha festeggiato i 68 anni di regno, issandosi al terzo posto nella graduatoria dei regnanti più a lungo in carica. 

Per la cronaca ha superato, retrocedendolo al 4° posto, Pacal il Grande di Palenque, sovrano Maya che regnò tra il 615 e il 683 d.C. Attualmente le mancano solo 4 anni e 36 giorni per diventare la prima in classifica, battendo il record di 72 e 110 giorni appartenente a Luigi XIV.

Eventuali scommesse si accettano solo a quote molto basse, perché sono in molti a essere convinti che Elizabeth Alexandra Mary sia ormai proiettata verso una tranquilla forma di immortalità, sopravvivendo a figli e bis-nipoti. 
Non è escluso che a Downing Street si stia pensando di cambiarle il nome in Elisabetta Ultima, tanto per chiarire come stanno le cose.

D'altronde fu buon profeta Farouk d'Egitto quando, avviandosi in esilio, rivolse ai giornalisti queste consolatorie parole:
"I sovrani che nessuno mai caccerà via dal trono sono solo 5. I quattro re delle carte e il re d'Inghilterra."
O meglio, la regina.

SE I MORTI POTESSERO PARLARE

Gentile senatore Renzi
le scrivo a nome di quelli che non hanno mai subito il suo discutibile fascino.
Dei pochi che, fin dall'inizio, hanno visto sotto la falsa pelle dei suoi improbabili giubbotti, non l'innovativo rottamatore, ma uno dei tanti arruffapopoli che rispondono a una vocazione politica, senza esserne stati chiamati.
Di quanti, mentre Lei veleggiava su alte percentuali, millantando scombinate riforme, continuavano a nutrire il sospetto che il suo fosse solo un berlusconismo liofilizzato.
Abile a nascondere dietro slogan fasulli, il disgusto per la democrazia più volte espresso dal famigerato cavaliere.

Non abbiamo mai pensato, nemmeno per un momento, che uno come Lei, indubbio prodotto dei molti mali e difetti di questo paese, potesse esserne la soluzione.
Mantenendo questa opinione anche quando siamo rimasti soli. Circondati da finti amici che, mutuando la Sua arroganza come tanti ducetti in sedicesimi, alla minima obiezione ci bollavano di estremismo.

Subendo gli arzigogolati psicanalismi di quel prodigioso bollitore di aria fritta che la paragonò a Telemaco, dimenticando Circe e i suoi simpatici animaletti.
L'inesorabile realtà ci dà ragione, portando alla luce i Suoi molti nei, non solo dermatologici.
Poiché vediamo al calare dei consensi, in quei sondaggi che sono sempre stati l'unica Sua preoccupazione, un crescere del delirio. Una schizofrenia che la spinge ad attaccare il governo a cui vota la fiducia, nel disperato tentativo di diversificarsi.

Senza un'idea, un'ideuzza, un'ideuncula che esuli dall'evidente obbiettivo di non scomparire.
In nome del quale sacrificare ogni cosa. Calpestando ieri i vivi e oggi i morti.
I quali, caro senatore Renzi, non possono parlare.
Il che, per quelli come Lei, è un bene. Mi creda.

DEJA VU

Il Covid è un "nemico", la pandemia è una "guerra, la parola d'ordine è "resistere".
Se non bastasse, gli operatori sanitari sono "in prima linea", nelle "trincee" dei reparti Covid.
Mancano solo l'inno del Piave e Armando Diaz che tormentando il pince-nez si china sulle carte, mormorando tra sé "ma 'stu Vittorio Veneto addò cazz sta?"
Dio ce ne scampi, poi, se dalla medicina si passa all'economia.
Perché il coro comincia subito a invocare "un piano Marshall", che "finanzi la Ricostruzione come nel '45", per favorire "un nuovo boom economico".
In caso contrario si rischia una "Grande Depressione" da scongiurare mediante un "New Deal".
Una classe dirigente che sa solo prendere a prestito schemi e terminologia del passato, per mascherare la presente povertà di pensiero.
Un mondo nuovo, con sfide nuove e fino a ieri imprevedibili, meriterebbe per prima cosa nuove parole.

PORNEMIA

Tra i non pochi effetti collaterali della quarantena, due dei più sottaciuti sono l'accresciuto interesse per la pornografia e un notevole aumento di episodi hot, nella vita quotidiana.
Non che prima il paese fosse munda mundis, per carità, ma la recrudescenza del fenomeno è notevole.
Il primo segnale in tal senso è giunto da Netflix, costretta ad abbassare la qualità dei propri video, per garantire l'aumentato traffico in rete.

Todo bien, si dirà. Il traffico è aumentato perché la gente vuole superare l'alienazione da distanziamento sociale, comunicando con amici e parenti mediante social e messaggerie.
Peccato solo che l'ormai tradizionale picco di traffico tra le 19 e le 22 si sia spostato alle 2 di notte. E corrisponda, dati alla mano, non con un aumento di collegamenti a Facebook, Twitter e Instagram, ma a Pornhub, locus virtuale in cui amici e parenti dovrebbero essere, almeno in teoria, scarsamente rappresentati.

Nei giorni scorsi infatti, la nota piattaforma porno ha annunciato, con legittimo orgoglio, una crescita di visualizzazioni in Italia superiore al 40%.
Cosa che ci ha portato al 1° posto della graduatoria (dal 7° del 2019) tra le nazioni più collegate, con una media di parecchi milioni di utenze giornaliere.
Più o meno lo stesso trend è stato segnalato dagli altri generosi dispensatori di red lights, come Youporn e Xhamster,

Chi siano questi milioni non sa, visto che tutti dicono di collegarsi solo con amici e parenti, per superare l'alienazione. Sbirciando al massimo qualche video di ricette su Youtube, giusto per capire se nel cheesecake alla fragola ci vanno le fragole o l'uranio impoverito.
Ma è comunque un record da sbandierare con albagia di fronte all'Europa di Bruxelles e Strasburgo.

Sappiano che siamo un grande paese, capace di slanci immensi.
Passando dal virtuale al reale, comunque, si registrano anche qui delle belle soddisfazioni.
Il 16 aprile, per esempio, nel centro di Bari e in pieno giorno, la lei di una focosa coppietta si è esibita in un prolungato rapporto orale, fidando forse nella strada deserta.
Sfortuna vuole, però, che le finestre fossero piene di sfaccendati, che hanno immortalato le piccanti effusioni, postando poi il tutto sui principali siti web.
Particolare di non poco conto, pare che lui abbia mantenuto per tutto il tempo la mascherina, in ligio rispetto delle norme vigenti.

Il 18 aprile invece a Borgotrebbia, provincia di Piacenza, una signora dopo essere uscita di casa in costume adamitico, non si sa se con o senza mascherina, si è sdraiata sul cofano di un'auto dei carabinieri e ci sono voluti gli operatori del 118, in tuta anticontaminazione, per portarla via.
Infine, pare sia notizia di ieri, ad Altopascio due splendide ragazze hanno deciso di prendere il sole nude in balcone, suscitando l'ira di tutte le mogli del circondario.
Le quali, denotando una certa dose d'invidia e qualche complesso di inferiorità, hanno subito avvertito le forze d'ordine, costringendo così le povere nudiste a rientrare precipitosamente in casa.

Piccoli, ma decisi segnali che il Fronte Interno è ben saldo e che la tenuta psicologica del sistema paese non è affatto a rischio.
Quanto a me, giunto ormai al secondo mese di rigida e solerte quarantena, mi affaccio ogni tanto in terrazzo speranzoso, con la scusa di una sigaretta.
Niente.

Tutt'intorno solo composto silenzio e qualche operosa massaia che sbatte un tappeto sul davanzale della finestra.
Perfino le auto della vicina caserma dei carabinieri sono intonse, senza neanche una discinta donzella che accenni a sdraiarcisi sopra.
Posso affermare di vivere in un quartiere per bene, pieno di persone caste e morigerate.
E la cosa, bisogna confessarlo, un po' dispiace.

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