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di Maria Alessandra Sferrazza

CS Arriva anche al MIUR la piattaforma dei comitati di docenti esiliati ed immobilizzati

I comitati di docenti esiliati e immobilizzati hanno inviato al MIUR la loro piattaforma programmatica ed hanno richiesto contestualmente di essere ricevuti in delegazione dal Ministro della Pubblica Istruzione prof. Marco Bussetti per contribuire a proporre soluzioni ai danni provocati dalla cosiddetta "Buona Scuola".

Si tratta di una piattaforma completa che rappresenta la sintesi delle richieste e delle proposte emerse in tre anni di proteste e lotte nate a seguito della L.107. Dal piano di rientro alla stabilizzazione degli organici di fatto e dei posti in deroga sul sostegno, al superamento del doppio regime scuola/ambito, al ripristino delle materie soppresse dalla riforma Gelmini, all'incremento del tempo pieno al Sud, all'incentivo all'ora alternativa alla religione cattolica e molto altro.

La stessa piattaforma è stata già accolta ed approvata in moltissimi consigli comunali della regione Sicilia e recentemente anche in alcuni comuni dell'Abruzzo e della Calabria. (in allegato l'elenco dettagliato dei comuni che l'hanno già discussa ed approvata)

https://osservatoriodirittiscuola.it/piattaforma-programmatica-insegnanti.html

La L. 107, con il piano di assunzioni e mobilità straordinari su base nazionale, ha aggravato la situazione dei tanti docenti già fuori sede immobilizzati ed ha moltiplicato enormemente il loro numero che oggi oscilla attorno alle 30 mila unità. In parte tale stortura viene ogni anno contenuta attraverso le assegnazioni provvisorie, determinando un balletto ingiustificato di insegnanti che conferma una criticità che si ripercuote sulla continuità didattica. La determinazione dell'organico di diritto non sempre ha tenuto conto dei trend reali delle iscrizioni nelle diverse regioni (condizionate finanche dagli stessi trasferimenti degli insegnanti nelle regioni del nord) ed in Italia si è assistito a diverse modalità con cui si sono formate le classi nel territorio nazionale (basti citare classi pollaio e tempo pieno quasi assente al sud e posti in deroga sul sostegno pari al 35 - 40 % dell'intero organico necessario, specie nel Meridione) e continuare ad affermare che i posti al sud non ci sono significa mistificare la realtà, come hanno fatto le forze politiche al governo nella passata legislatura. La riapertura delle trattative per il contratto collettivo integrativo nazionale per le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni dei docenti, prevista per domani 26 giugno, sarà il banco di prova per iniziare a capire quale orientamento il nuovo assetto del MIUR ha intenzione di prendere rispetto alle richieste dei tanto docenti esiliati ed immobilizzati che i sindacati porranno al tavolo di discussione.

Con questa piattaforma i comitati di docenti esiliati ed immobilizzati uniti consegnano al neo Ministro Bussetti che ha dichiarato di voler "Ridare dignità a chi lavora nella scuola, a tutto il personale, dagli insegnanti, agli amministrativi, ai dirigenti.." una serie di spunti utili e necessari a tutti gli insegnanti ed al loro ruolo da troppo tempo svilito sia da un punto di vista materiale che sociale e professionale.

Osservatorio Diritti Scuola - Coordinamento docenti fase C - Nastrini Liberi Uniti - Comitato 8000 esiliati fase B GAE - DISA 2014 - Vittime errore algoritmo - Tic Tac Mondo scuola gruppo fb

Docenti Immobilizzati gruppo fb - Docenti sardi fuori regione e provincia - Docenti fuori sede per un piano di rientro

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Nuovo appello al Presidente Musumeci e a tutti i Sindaci della Sicilia.
In attesa che si faccia il nuovo Governo, noi docenti siciliani fase C palesiamo ulteriormente il disagio vissuto al nord e la nostra totale avversione/indignazione nei confronti della legge 107 voluta dal Governo Renzi. La Sicilia sta pagando un prezzo alto e mi riferisco a tutto il capitale umano interessato. Come sempre, purtroppo, è sempre il Meridione a dover pagare le scelleratezze di un Governo, ex Governo, che non si è minimamente curato di dare ascolto al comparto scuola. Prima la scelta obbligata dell'assunzione al nord ( visto che le Gae sarebbero state soppresse, questo era il termine usato),poi addirittura l'immobilizzazione lì causata da contratti di mobilità firmati dai sindacati concertativi e con percentuali del 30%. Nonostante il malcontento sia stato manifestato in più occasioni e, concedetemelo, in tutti i modi le cose non sono affatto mutate.

Trasformazione dell'organico di fatto in organico di diritto, tempo pieno al sud (si verrebbe incontro alle esigenze delle famiglie e non solo...si arricchirebbe la stessa offerta formativa), nuovi corsi di specializzazione sul sostegno considerato che questi posti per lo più vengono affidati a docenti senza titolo, ripristino delle ore di compresenza nelle scuole. Sinceramente noi non comprendiamo il perché non si voglia trovare una soluzione a questa vera e propria emergenza sociale. Basterebbe un piano di rientro per noi docenti vincitori di concorsi provinciali, noi docenti con anni e anni di servizio maturati, costretti a vivere in posti remoti del nord Italia e lontani dai nostri affetti più cari.

E come se non bastasse, leggiamo in queste ore che si pensa di tagliare tagliare e ancora tagliare posti al sud. Si rischia così di non garantire la continuità didattica per i ragazzi e di ridurre chiaramente la possibilità per noi docenti di avvicinarsi a casa.
Mi domando, ma che male abbiamo fatto? Perché tutto questo accanimento nei confronti dei docenti siciliani?
Per non perdere la memoria di quella che rappresentò per il Sud la mala-unità d'Italia con la nascita della questione meridionale e siciliana e l'impoverimento del Mezzogiorno, basti pensare alle innumerevoli testimonianze di illustri economisti, uomini politici e storici del passato, come Giustino Fortunato, Gaetano Salvemini, Giuseppe Ferrara, Beniamino Disraeli, Milan Kundera, Franco Proto Carafa, Antonio Gramsci, Carlo Levi, Carlo Giulio Altan e Luigi Einaudi. Sembra proprio che il tempo non sia passato ma, cosa ancor più grave, sembra che manchi la volontà di far sì che la nostra Sicilia recuperi il terreno perso e, per farlo, bisogna partire proprio dalle basi: la scuola.

Il nostro appello va alle cariche più rappresentative della nostra Regione, affinchè capiscano realmente cosa significhi lavorare lontani dalla propria famiglia, lontani da tutto al solo fine di conservare il posto di lavoro. Posto che noi ci siamo conquistati con anni di studio, concorsi vinti e tanto altro. Nulla ci è stato regalato, ma almeno il diritto a vivere e a lavorare con dignità. Inoltre facciamo anche riferimento alla Sentenza della Corte Costituzionale n.13 del 13 gennaio 2004 in cui si evince chiaramente che la definizione degli organici docenti è competenza legislativa regionale.

La Sicilia è una regione a statuto speciale, io ho serie difficoltà a pensare che non ci sia una soluzione al problema. Ribadiamo: il tempo pieno, le mense nelle scuole, il sostegno per i bimbi portatori di handicap e il potenziamento. Il potenziamento, certo, risorsa grandissima ma non al Nord, bensì al Sud. I nostri ragazzi hanno diritto e bisogno di potenziamento, penso ai ragazzi dei quartieri disagiati in giro per la Sicilia.

----La scuola è sempre più al centro degli interessi del Paese...in campagna elettorale. Non solo si evince una chiara mancanza di volontà nell'affrontare il problema dei docenti forzatamente mandati al Nord, ma anche una lista di propositi per nulla felici che condurrebbero definitivamente la scuola nel baratro.
Recentemente un Dirigente del Miur, il Dott. Diliberto peraltro intervistato dal nostro Dott. Bartolino Leone, ha chiaramente manifestato di essere perfettamente consapevole della situazione pesante vissuta dai docenti siciliani ma,di fatto, quali sono gli interventi fatti per porre rimedio a questo continuo e perpetuato danno esistenziale? Tutti sanno, tutti leggono, tutti sentono ma dove sono i fatti concreti? Non siamo pedine da spedire in giro per l'Italia, siamo persone oltre che dei seri professionisti. Ognuno di noi ha una famiglia, delle responsabilità e dei seri problemi da affrontare. Non parliamo poi delle spese e di tutto ciò che comporta la lontananza da casa.

Il caso della mia collega eoliana Maria Grazia Bonica spedita in provincia di Siena, mentre proprio nelle Eolie si registrano cattedre scoperte, più che paradossale è vergognoso.
A ciò aggiungo anche il mio caso: dopo 13 anni di insegnamento a Palermo vengo spedita nella bassa bresciana in un posto desolato e sperduto.
Mi domando, che senso ha tutto ciò? Per chi è proficuo? Un docente siciliano spedito in regioni come Lombardia o Toscana, fuori da tutto, dal proprio ambiente e territorio, disorientato, come potrebbe mai affrontare quotidianamente il proprio lavoro in assenza di serenità? E certo, siamo pedine e non persone.
Reputo sia fondamentale che ogni docente debba lavorare nel proprio territorio e formare i ragazzi del proprio territorio. Peraltro noi docenti i concorsi abilitanti all'insegnamento li abbiamo vinti nelle nostre province di appartenenza.

---I docenti siciliani FASE C, presenti nelle Gae da oltre un ventennio e ingiustamente sballottati al nord, continuano la loro protesta a oltranza nei confronti del Miur e dei suoi rappresentanti.
In questi ultimi giorni, quasi come una beffa, i mass media sembra diano risalto invece alla situazione dei docenti possessori del solo DM ( diploma magistrale) immessi in ruolo...con riserva.
Non possiamo fare altro che essere PALESEMENTE indignati!!! Noi docenti fase C provenienti dalle Gae e , ribadisco, con 15-20 anni di insegnamento alle spalle, beffati e sballottati al Nord. Noi vincitori di CONCORSI PROVINCIALI e quindi abilitati all'insegnamento, a differenza dei colleghi DM che non hanno mai superato un concorso abilitante né tantomeno sono possessori di laurea. Ormai la scuola è nel caos più totale, ci siamo decisamente persi. Non oso immaginare cosa accadrà in futuro con tutte le gravi ripercussioni che ne deriveranno.

Insoddisfatti i docenti, le famiglie smembrate/annullate, gli studenti e i loro genitori. Questo attuale Governo ha fallito e ci ha danneggiati terribilmente. Chi pagherà per i danni da noi subiti? Figli al sud, genitori anziani al sud e privi di sostegno, utenze/affitti/viaggi per tornare a casa/mutui da pagare. Vorrei sapere da Lor Signori cosa rimane dei nostri stipendi. Altra beffa? Gli aumenti, i "cospicui" aumenti. Stipendi bloccati per 10 anni e adesso parliamo di cospicui aumenti di 25-30 euro, sempre che vengano dati. Ormai non crediamo più a nessuno, neanche a certe sigle sindacali che non ci hanno tutelati. Parlerei semmai di totale abbandono.
Abbiamo il sacrosanto diritto di lavorare nelle nostre province di appartenenza, credo fermamente in questo e soprattutto credo che sia un diritto che venga salvaguardata la famiglia, gli affetti e le nostre vite.
Io sono stata costretta ad emigrare da Palermo con una madre anziana al seguito in un paesino della bassa bresciana, a 1552 km da casa. La mia collega Maria Grazia Bonica, da Filicudi (proprio così, Filicudi) è stata spedita in montagna in provincia di Siena. Il mio collega Federico Frisullo da Lecce a Novara, la mia collega Maria Morreale da Grotte a Lucca e tante altre migliaia di persone che potrei benissimo elencare.

Potete immaginare cosa comportino questi spostamenti di 1300-1600 km e lo stato d'animo con cui essi vengono affrontati: cuore straziato e lacrime continue.
Come mai la moglie del Premier Renzi lavora sotto casa a Firenze? Domanda che tantissime persone mi hanno rivolto in due anni, persone del nord e persone mie conterranee. Come mai la moglie di un Premier, solo solo per dare un esempio di equità e giustizia, non è stata trasferita in un paese dell'entroterra siculo o della Barbagia? Sicuramente avremmo apprezzato il suo sacrificio, visto che anche Lei lo avrebbe sperimentato come tutti e invece no.
Ai posteri ardua sentenza.

----Noi docenti siciliani appartenenti alla FASE C GAE spediti ingiustamente a insegnare nel Nord Italia, continuiamo a oltranza a manifestare in tutti i modi possibili la nostra profonda indignazione nei confronti della Buona Scuola, del Governo che l'ha prodotta e difesa e di certe Sigle Sindacali che, anziché tutelare il comparto docente, continua a dimostrare di non possedere gli strumenti adeguati per mediare e la tempra necessaria per osteggiare una legge definita, dallo stesso Prof. Berlinguer, un mero "intruglio."

Leggiamo da più parti: "...il Ministro Fedeli continua a sostenere che la Buona Scuola, la Legge 107/15 con i suoi otto decreti legislativi, non si debba toccare. E se le lamentele sono molte non importa, perché, si legge tra le righe del suo intervento, se un impianto normativo è bene impostato al massimo si può affinare ma non stravolgere."
Già in quel "non importa" c'è di mezzo la vita di oltre 9 mila docenti del Sud costretti a vivere lontani da casa. Tanto, cosa importa.
Ormai è tutto un "non importa": ci verrebbe da chiedere allora cosa importi realmente a questo Governo visto che legifera senza occuparsi minimamente del dissenso nostro, noi che la scuola la facciamo e la viviamo.
Sono due anni che a più voci palesiamo che questa legge non va e che la scuola è ormai precipitata nel caos più totale.
Vorremmo precisare che il diritto al lavoro deve essere garantito realmente. Lo Stato deve rimuovere gli ostacoli e non crearli! Di fatto questo ha fatto e continua a fare.

Dire a un docente di abbandonare la propria famiglia per lavorare a migliaia di km di distanza sulla base di meccanismi automatici mal funzionanti è decisamente in violazione in uno stato di diritto! Peggio di una roulette russa.
E' solo una questione di tempo. Come fanno questi signori che hanno l'onere di decidere delle nostre vite a non intercettare il disagio che è possibile leggere ovunque? Come non avere coscienza della mostruosità di ciò che hanno prodotto?
Appunto, è solo questione di tempo: historia docet, lo stesso G. Vico parlava di corsi e ricorsi. Il male fatto, inevitabilmente torna indietro sotto varie forme.
Continueremo a urlare il male subito, continueremo. Lo dobbiamo alle nostre famiglie, ai nostri figli, a noi stessi.
Ribadiamo al Governo di dare valore e importanza alla "persona".

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